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PROGRAMMA DI ITALIANO QUINTO ANNO, Appunti di Italiano

Questo articolo presenta una raccolta dettagliata di appunti di italiano per il quinto anno, coprendo l'intero programma. Include tutti i principali autori studiati durante l'anno, come Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, Giovanni Verga, Gabriele D'Annunzio, Italo Svevo, Luigi Pirandello e altri. Una risorsa completa per gli studenti che desiderano riassumere in punti più importanti la letteratura italiana del quinto anno.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 01/07/2024

Irn_ene
Irn_ene 🇮🇹

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Scarica PROGRAMMA DI ITALIANO QUINTO ANNO e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! MANZONI ● MILANO 7 MARZO 1785- GIULIA BECCARIA, PIETRO MANZONI ● SEPARAZIONE ● ALE CON IL PADRE- 10 ANNI IN COLLEGIO ● POI A PARIGI DALLA MAMMA, carme in morte di imbonati ● 1808 SPOSA ENRICHETA BLONDEL, 1810 SI CONVERTE AL CRISTIANESIMO ● 1815 NAPOLEONE SCONFITTO ● ODI 1821, 5 MAGGIO, FERMO E LUCIA ● 1833 RESTA VEDOVO POI SPOSA TERESA BORRI ● ANCHE LEI MUORE COME DIVERSI DEI SUOI FIGLI ● 1862 COMMISSIONE PER L’UNIFICAZIONE PER LA LINGUA ● MUORE A 88 ANNI PROMESSI SPOSI - NUOVA LINGUA E LETTERATURA DELLA NAZIONE - MANZONI CONGIUNGE RISORGIMENTO E ROMANTICISMO NASCE IL ROMANTICISMO Inizialmente influenzato dall’illuminismo, legato alla sostanza mentale e biologica della sua vita. Cresce nei collegi ma ha idee rivoluzionarie e giacobbine, Imbonati era il padre che ha sempre voluto avere e lo invita a Parigi ma Carlo muore. Manzoni va comunque a Parigi e scrive una poesia in cui Imbonati gli appare in sonno e gli dà dei consigli. 1808 sposa enrichetta e i due nel 1810 si convertono al cattolicesimo. - inizia a soffrire di follia ed ha delle crisi - ha paura e abbandona la letteratura dopo renzo e lucia Manzoni e Enrichetta avranno 10 figli, ma 8 moriranno, uno dopo l’altro e anche sua moglie. Perderà anche la sua nuova moglie Teresa. Prima di questi anni Manzoni vivrà anni pieni di creatività. 1820/23 pubblica numerose delle sue opere tra cui anche il fermo e lucia. La conversione gli dà una spinta di creatività e lo spinge a rifiutare tutto quello che aveva scitto prima. GLI INNI SACRI Primo scritto ne produsse solo 5, si tratta di una poesia romantica ma non lirica, la religione vista come una salvezza per tutti. Il cristianesimo è visto come una dimensione collettiva rappresentata soprattutto dalla pentecoste, apertura totale del messaggio cristiano che parte dall’esperienza di un singolo individuo fino ad arrivare al collettivo. 1821- Ode marzo 1821 Si celebra l’Italia, poesia politica, è stata scritta come se la lombardia fosse stata davvero invasa. L’invasione del 21 non c'è mai stata ma lui immagina il risorgimento per far sì che si avveri. La pubblihera successivamente. L’invocazione a Dio fa parte della cultura del tempo ed è visto come Dio dei popoli, quest’ultimo rappresenta il disegno della provvidenza. 5 MAGGIO Napoleone muore nell’esilio a Sant'Elena e Manzoni scrive una nuova ode, il 5 maggio. Era un'incarnazione sublime delle potenzialità umane; Per Heger= anima del mondo e Canova= marte pacificatore.Manzoni vede il cristianesimo come la chiamata anche per chi non è fedele. La religione è l’unica via di salvezza Visione pessimistica della storia, il progresso non esiste. Nell’adelchi anche il male può venire da dio, provvida sventura, sofferenza mandata dal cielo che però può dare la possibilità all’uomo di avvicinarsi ancora di più a Dio. LETTERA A MS CHAUVET Distinguere tra una verità storica, che va sepre rispettata e una verità d’invenzione, il vero poetico che però deve essere sempre attendibile. Con questi presupposti scriverà i promessi sposi. I PROMESSI SPOSI Vicende di individui del 600 in Lombardia. - Lucia Mondella= operaia in una filanda, modesta ma pura - Renzo Tramaglino= filatore, generoso e impulsivo promesso sposo di Lucia - Don abbondio= parroco pauroso - Fra cristoforo= frate cappuccino - Don rodrigo= signorotto del paese, crudele e arrogante - Geltrude= monaca di monza, suora senza vocazione - Innominato= nobile che mette a disposizione di chi lo paga il suo branco criminale Il Romanzo viene progettato per rompere i rapporti con la tradizione classicista, il romanzo storico consente di intrecciare la fantasia con la vita reale, alla documentazione storica. LOMBARDIA NEL 600= SPAGNOLI/ LOMBARDIA 800= AUSTRIACI romanzo scritto in 3 fasi - 1821/1823 prima edizione Fermo e Lucia - 1827 diversa sul piano linguistico - 1840/42 Promessi sposi Nel Fermo e Lucia è più romanzato ispirato alla letteratura straniera. L’unico che ha vauto il coraggio di rappresentare il 600, spiazza le esperienze contemporanee queso perché trova nella lombardia spagnola del 600 un’opposizione tra il bene e il male, gli spanoli deboli, la chiesa cattolica l’unica certezza e i signorotti presuntuosi e malvagi. Grazie alla provvidenza ci sarà la salvezza, dopo il dolore verrà la salvezza. I promessi sposi sono diventati il testo chiave dell'unità d'Italia per la loro loingua. Manzoni vede affievolirsi la sua ispirazione e si dedica alla revisione del suo romanzo, una lingua calcolatissima e una grande narrativa in più la presenza del cattolicesimo. Nel 1831 Manzoni contraddice il vero poetico bisogna avere un’atttinenza storica. LEOPARDI ● RECANATI 29 GIUGNO 1798 ● SHLEGEL USA PER LA PRIMA VOLTA LA PAROLA ROMANTICISMO ● IMPARA GRECO, LATINO E EBRAICO, STUDIA FILOLOGIA ● ANNI DI STUDIO MATTO E DISPERATISSIMO ● CLIMA OPPRIMENTE DELLA SUA CASA ● 1819 PROVA A SCAPPARE DA CASA MA BLOCCATO ● SCRIVE L’INFINITO ● 1822 PERMESSO DI RECARSI A ROMA, SUCCESSIVAMENTE OPERETTE MORALI ● A PISA COMPONE A SILVIA ● SI TRASFERISCE A FIRENZE, AMICO DI ANTONIO RANIERI ● DIBATTITO CONTRO IL PROGRESSO DEGLI INTELLETTUALI LIBERALI ● CICLO DI ASPASIA ISPIRATI DA FANNY TARGIONI TOZZETTI DELUSIONE AMOROSA ● SI TRASFERISCE A NAPOLI CON RANIERI ● MUORE LÌ IL 14 GIUGNO 1837 Fratellanza umana contro la natura matrigna e malvagia. Richiama i valori dell’illuminismo 700 contro l’ideologia che ha sostituito i veri sentimenti alle illusioni. Gli uomini non hanno coraggio di far fronte al vero. Leopardi era troppo in anticipo rispetto agli uomini del suo tempo per far sì che il suo messaggio rivoluzionario fosse capito. Shopenauer= Leopardi 14 giugno 1837 Leopardi muore GIOVANNI VERGA ● 2 SETTEMBRE 1840 A CATANIA ● AMORE E PATRIA- ROMANZO ● SPEDIZIONE DEI MILLE, PARTECIPA COME GUARDIA NAZIONALE ● 1871 ROMA CAPITALE ● A FIRENZE, AMICO DI LUIGI CAPUANA ● SI TRASFERISCE A MILANO ● 1878 ROSSO MALPELO ● 1880-82 VITA DEI CAMPI, NOVELLE RUSTICANE, MALAVOGLIA ● DIFFICOLTA’ ECONOMICHE ● 1889 MASTRO DON GESUALDO ● SI RISTABILISCE A CATANIA MA NON SCRIVE PIU SI OCCUPA DELLA TERRA ● MUORE A CATANIA NEL 1922 Maestro del verismo, esplorò i ceti popolari cercando di riprodurne la vita e la lingua. Il verismo= fa da specchio la realtà in modo oggettivo. Ma Verga nelle sue opere lascerà comunque intravedere una lieve partecipazione. Verga inizia a scrivere a 16 anni, romanzi d’amoe e patriottici; lui crede nell’Italia e nei Savoia. 1871- STORIA DI UNA CAPINERA Legati ad elementi alla moda del tempo ma anche a fatti autobiografici. La visione della donna come Tigre che riesce ad attrarre a sé l'uomo provinciale. Verga è innovativo nel linguaggio ma senza mai esagerare altrimenti si perderebbero i rapporti. Nel 1874 Verga scrive un nuovo racconto NEDDA. Una storia di una ragazza che sopravvive raccogliendo olive, che si innamorerà di un bracciante destinato a morire da cui avrà però una figlia, quest’ultima sarà anch’essa destinata alla morte. La voce in, Nedda, è quella di un narratore onniscente che usa espressioni difficili descrivendo scientificamente l’umano che ha davanti. Un narratore che denuncia, ironizza, simpatizza e si agita senza lasciare la sua posizione privilegiata. NATURALISMO E VERISMO Gustave Flaubert la sua tecnica del discorso indiretto libero che permette di mettere in primo piano i personaggi e più in generale la sua impersonalità. L'artista deve essere nella sua opera come Dio nella creazione quindi invisibile e o in nelnnipotente che lo si avverta dappertutto ma che non lo si veda mai. Naturalismo e Verismo sono simili; Il naturalismo è la versione francese Il verismo è la versione italiana o Meridionale italiana. Il fatto di fondo è la rappresentazione della realtà il più possibile aderente ai fatti con una differenza: il verismo si occupa generalmente di classi umili mentre il naturalismo mette in scena anche i borghesi e il naturalismo crede nel progresso è quindi ottimista, mentre il verismo è profondamente pessimista proprio sul progresso, è visto infatti come un regresso. Nel 1880 Verga ha assimilato nuove visioni dal Naturalismo e lo spiega in una lettera aperta allo scrittore Salvatore Farina. L’opera deve sembrare fatta da sé, lo scrittore deve essere invisibile. ROSSO MALPELO Le storie nel villaggio siciliano vengono raccontate da tutti, questo si vede con la sua celebre opera Rosso Malpelo; ci sono infatti in quest’opera delle componenti prettamente popolari, delle credenze, dei detti, delle usanze popolari, illinguaggio usato è popolano non è quindo riconducibile a Verga quanto al linguaggio siciliano. L’autore è sceso tra la gente. Il fatto che il giovane avesse i capelli rossi veniva usato dalla gente come scusa per picchiarlo o prenderlo in giro o per considerarlo un truffatore, a lavoro gli venivano lanciate le pietre ed era trattato come un aimale per questo il suo posto era a lavorare nelle miniere. Malpelo per la gente non merita una paga questi giudizi diffamatori non provengono da nessuno in particolare ma solo dalla cultura stessa popolana e arretrata. Nell’universo verghiano al centro c’è sempre un personaggio, un escluso, un vinto, le donne rassegnate ad essere criticate, come la lupa. LA LUPA Vista dalla gente come una poco di buono. Verga si cela dietro la regressione ossia la volontà di non mettere in scena un narratore onniscente quanto un narratore che parla allo stesso livello dei protagonisti, come se fosse nella storia senza tuttavia intervenire né tantomeno cambiando la storia. Il narratore non mostra la sua cultura ma si nasconde tra la gente. Verga non utilizza mai il dialetto nella sua regressione quanto invece un italiano parlato. Verga vuole rivolgersi ad un pubblico nazionale quindi non può scegliere direttamente il dialetto. I MALAVOGLIA- 1881 Verga progetta un ciclo di 5 romanzi; IL CICLO DEI VINTI, che comprenderà: i malavoglia, mastro don gesualdo, la duchessa de leira, l’onorevole scipione e l’uomo di lusso. Vuole rappresentare ogni livello della società sempre nell’ambito della sconfitta, questo per dimostrare che il darwinismo sociale funziona ad ogni livello non solo fra il popolo. Una famiglia di pescatori che viveva ad Aci Trezza, vivono nella casa del Nespolo e hanno una barca chiamata Provvidenza. - Padron’ Ntoni Malavoglia= ANtonio Toscano nonno - Bastianazzo= Padre - La Longa= tesseva e faceva figli, moglie di Bastianazzo - Ntoni= parte e va via dalla sua famiglia, mito dell’emigrazione - Luca - Mena= non può sposare l’uomo che ama il carrettiere Alfio, per non andare contro i valori della sua famiglia come voleva suo nonno. - Alessi - Lia L’appellativo di Padron’ Ntoni è dato dalla gente e verrà usato per tutto il resto del romanzo. I malavoglia sono destinati alla rovina, Padron’ Ntoni prende a credito un carico di lupini dall’usuraio del paese ma la barca ( la Provvidenza) fa naufragio, Bastianazzo muore e il carico è persuto. Padron’ Ntoni inizia una vera e propria lotta per cercare di risanare la situazione disastrosa della sua famiglia arrivando anche a vendere la casa del Nespolo simbolo della dignità familiare. Suo nipote Ntoni parte per il servizio di leva ma ne torna con ideali completamente diversi e ormai troppo lontani da quelli del piccolo paesino e della sua famiglia, finendo addirittura in carcere. Nessuno in paese aiuta i Malavoglie e ognuno pensa a se, è una rappresentazione del mondo popolare crudele. Alla fine della famiglia dei Malavoglia resteranno solo Mena e Alessi che sarà colui che riuscirà a riacquistare la casa e onorare la famiglia. Ntoni ormai troppo lontano da quella realtà capisce invece che quello non è il suo posto. MASTRO DON GESUALDO- 1889 Ambientata tra il 1820-48, prima che la sicilia entrasse nell’Italia unita. Gesualdo Motta è il figlio di un muratore, arricchito, vuole imparentarsi con una nobildonna in decadenza e da qui l’appellativo Don= x i grandi signori e Mastro= per le sue origini umili. Il matrimonio freddo e distaccato non lo portano ad essere cinvolto nella società nobiliare. Persino i suoi familiari lo disdegnano e pretendono del denaro da lui. Voler cambiare ceto gli costa caro. Inoltre il Mastro all’inizio del racconto si confida sui suoi progetti con Diodata che non solo è la sua serva ma anche sua moglie da cui ha avtuo due figli lasciati in orfanotrofio. Gesualdo ha l’ossessione per la roba e per il titolo per questo ripudia Diodata e i suoi figli. E’ considerato come un eroe perdente e Verga lo condanna e lo isola come un eroe negativo, eroismo della roba, ma comunque nel suo mondo lui è l’unico che crede in cio che fa. Verga deve sottoscrivere un documento di denuncia per il prezzo raddoppiato del pane e la strage dell’8 agosto in cui il generale Beccaris uccide parte della folla in una rivoluzione. Verga non lo scrive per terrore, si distacca da tutto ciò, ha sempre testimoniato una visione universale ma durante la vecchiaia si cela nel silenzio. Il 2 settembre del 1920 per gli 80 anni di Giovanni Verga, Pirandello tiene un discorso al Teatro Bellini di Catania e contrappone D’Annunzio a Verga affermando che mentre Gabriele è uno scrittore di parole, Giovanni è uno scrittore di cose. Pirandello aveva capito la vera grandezza di Verga, che era solo agli inizi. Nei suoi scritti il narratore scompare e siamo completamente nella storia. GABRIELE D’ANNUNZIO ● 12 MARZO 1863 PESCARA ● 16 ANNI PRIMO VERE ● 1882 LIRICHE DI CANTO NOVO ● 18 SI TRASFERISCE A ROMA ● FREQUENTA MONDO ARISTOCRATICO ● SPOSA MARIA HARDOUIN, 3 FIGLI ● 1885 NIETZCHE- SUPERUOMO ● 1889 D’ANNUNZIO- IL PIACERE ● 1892 L’INNOCENTE ● 1894 IL TRIONFO DELLA MORTE + SI LEGA SENTIMENTALMENTE ALL’ATTRICE ELEONORA DUSE ● 1895 VERGINI DELLE ROCCE, SVOLTA DI IMPEGNO POLITICO ● CICLO DI RACCOLTE POETICHE- LE LAUDI ● 1910 SI RIFUGIA IN FRANCIA PER LE PRESSIONI DEI SUOI CREDITORI Nonostnte ciò negli scritti di D’annunzio non è mai citata la parola “superuomo”, si appropria di questo concetto solo in parte solo quanto gli è necessario. Il superuomo di D’Annunzio è un leader politico, autoritario, asolutista e nazionalista; non supera affatto il passato e la storia, vuole riportare l’Italia alla gloria imperiale romana. D’Annunzio non è stato il primo intellettuale coinvolto con la politica ma è stato il primo ad inventare la digura di uno scrittore che è all’interno della propria opera, come se fosse un personaggio di ciò che racconta. D’Annunzio fa di tutto per diventare un “personaggio” poiché sta provando a reagire, contro il mondo borghese e materialista, ci sta dicendo che il mondo ha bisogno di poesia e che quest’ultima deve comandare. Per i futuristi la pubblicità è l’arte del 20esimo secolo e D’Annunzio è moderno, inventa parole di uso comune e collabora con il cinema, è un poeta che sta nel mondo. LE LAUDI Le laudi sono la poesia del tutto, il canto dell’uno e dell’altro D’Annunzio, del vate e del divo. Maya, Elettra e Alcyone sono le prime tre delle Laudi, delle 5 che lui ha scritto e delle 7 che programmava e che poi non ha scritto. Il sottotitolo delle Laudi ci racconta di un progetto di totalità, “le laudi del cielo, della terraa, del mare, degli eroi”. D’A. è un grandissimo maestro della lingua, conosce l’italiano meglio di tutti, ha una conoscenza e una detrezza della lingua senza eguali, ma anche dei classici sia italiani che greci. ALCYONE- Poesia dell’estate D’A. ha in mente un progetto molto ambizioso IL CICLO DELLE LAUDI, vuole elevare l’universo attraverso la poesia che forse è la vera rivoluzione, l’unica riforma possibile. In Maya G. fa l’elogio della macchina ed è quasi contraddittorio in quanto tutto il resto delle Laudi sono invece la celebrazione della natura e della totalità. Le macchine vengono integrate nella natura, entrano a far parte del’esistenza come una cosa utile e necessaria, quindi diventano una gioia. MERIGGIO Poesia importantissima di G., in cui si carpisce il “culto di pan” culto di una totalità vivente è solidale. Il panismo deriva dal greco, tutto, e si riferisce alla tendenza del confondersi e mescolarsi con il Tutto e con l'assoluto, due concetti chiave del decadentismo. In D'Annunzio il tutto prende la forma della natura, riferimento al dio greco Pan, divinità dei boschi e tutte quelle che hanno a che fare con la natura. Quello che accade nella natura di Alcyone sembra accadere per ispirare il poeta, il mare, la sabbia, le pinete, è come se stiano la solo per far si che G. le canti. 1914, l’europa entra in guerra, l’italia si mantiene ancora in posizionen neutrale e G. si getta nella propaganda, è una delle voci più influenti ed autorevoli che spinge il paese ad imbarcarsi nel conflitto. Alcuni gesti eclatanti della propaganda di G. sono senza dubbio il volo su vienna (spargeva volantini) avverte i sudditi dell’impero asburgico dell’inguistizia dei loro governanti nei confronti dell’Italia. Le ragioni polotiche interventiste erano che solo in questo modo l’italia poteva davvero affermarsi compiendo la sua “quarta guerra d’indipendenza” che portava alla liberazione e all’unità di tutti i territori ancora occupati dagli austriaci. Inoltre avrebbe garantito un’unità profonda tra gli stessi italiani che combatteranno fianco a fianco senza distinzione di ceto, uniti dal patriottismo. 1915- dichiarazione dell’entrata in guerra dell’Italia, D’annunzio si arruola volontario. Per G. questa guerra che ha portato 16mila morti sarà in realtà un palcoscenico di guerra. G. ha combattuto anche ferendosi, si definisce eroe di guerra, anche se ha in realtà combattuto dall’esterno, non è mai stato in trincea. Era partecipe ma manteneva un certo distacco questo si puònotare anche dalla sua volonta di farsi firmare e progettare un’uniforme su misura da un sarto di Roma, nessun soldato aveva un’uniforme su misura. Incarna la Guerra come dovrebbe essere, veloce ed eclatante, lontana però dalla verità. Dopo la disfatta di Caporetto, una sconfitta che ancora bruciava negli animi, si pensò di compiere azioni belliche che mettessero in risalto il valore dei reparti militari italiani. Come quella che avvenne nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, “una tra le imprese più audaci” della Prima Guerra Mondiale. La cosiddetta “Beffa di Buccari”, in realtà, non fu né una vittoria né una sconfitta, ma una “semplice” missione simbolica. Tutto iniziò con un’incursione militare della Marina italiana nel porto di Bakar (in italiano Buccari), oggi in Croazia, vicino a Fiume, portata a termine da pochi uomini al comando di Costanzo Ciano. A partecipare furono dei motoscafi armati italiani, in quest’impresa c’era anche il celebre Gabriele D’Annunzio. Le unità italiane riuscirono a superare la difesa nemica e, anche se non riuscirono ad affondare nessuna imbarcazione, dimostrarono l’inefficacia austriaca. 16 Gennaio 1916 G. batte la tempia e dopo qualche giorno i medici gli comunicano che sta perdendo la vista. Durante la convalescenza a Venezia compone il suo capolavori, IL NOTTURNO. Scrive su moltissimi foglietti di carta contenenti una riga, un pensiero, un appunto per volta. Questi frammenti vengono ricomposti dallafiglia Renata. Al poeta mancava l’azione, voleva lasciare un segno concreto nel mondo. Ma il “comandante poeta” deve abbandonarsi alla realtà. Fu il primo poeta capo di stato, il suo governo durò 6 mesi. Scrisse la Carta del Carnaro, promulgata il 30 agosto 1920, rappresenta il culmine dello slancio rivoluzionario fiumano. Era la costituzione di uno Stato libero che identifica nella libertà e nell'arte i valori fondamentali della vita di ogni individuo. La Carta del Carnaro (detta anche, in latino, Charta Quarnerina) fu la costituzione di stampo sindacalista della Reggenza italiana del Carnaro (Croazia), scritta dal sindacalista socialista Alceste de Ambris e rielaborata nella forma ma non nella sostanza dal poeta Gabriele D'Annunzio, e da lui promulgata l'8 settembre 1920. Era molto innovativa permetteva non solo il voto alle donne ma anche la possibilità di essere elette. L’impresa di Fiume attuata da D’Annunzio checoinvolse un'intero regimento, portò alla mobilitazione delle altre potenze che resero la città di Fiume libera. FIume sarà un’impresa molto richiosa che porterà ad una grave conseguenza attuata da Giolitti, G. sarà costretto ad abbandonare la città. Il regime fascista ripewnde G. e gli tributa ogni onore. Il regime è doppio nei confronti di G., lo sfruttano perchè è un'immagine che frutta dal punto di vista propagandistico, ma va allo stesso tempo isolato e tenuto sotto controllo perché altrimenti farebbe ombra a Mussolini. Per questo G: si rifugia nel Vittoriale. Con la 2 Guerra mondiale c’è il crollo del fascismo e del supeomismo. L’antidannunzianesimo si verificò tra i letterati come Gozzano, viene abandonata la figura del superuomo e riproducono la stessa visione della letteratura come forma di vita ma la abbassano a forme di umiltà. GIOVANNI PASCOLI ● 31 DICEMBRE 1855, SAN MAURO DI ROMAGNA ● 4 DI 10 FIGLI ● 10 AGOSTO 1867 PADRE UCCISO PER STRADA ● ANNO DOPO: MUORE MADRE E SORELLA MARGHERITA ● DUE ANNI DOPO IL FRATELLO LUIGI ● 1876 MUORE IL FRATELLO MAGGIORE GIACOMO ● 7 SETTEMBRE 1879 ARRESTATO PER SIMPATIE ANARCHICHE, RESTA IN CARCERE 107 GIORNI ● 3 ANNI DOPO SI LAUREA CON UNA TESI SULLA POESIA DI ALCEO ● 1891 PRIMA EDIZIONE DI MYRICAE ● 1892 PRIMA VITTORIA AL CONCORSO DI POESIA LATINA CHE POI VINCERA’ PER BEN 13 VOLTE ● 1895 PROFESSORE DI GRAMMATICA GRECA E LATINA ALL’UNI DI BOLOGNA ● TIENE CONFERENZE SU DANTE, LEOPARDI, POESIA E SOCIALISMO ● 1903 CANTI DI CASTELVECCHIO E IL FANCIULLINO ● 1909 MANIFESTO FUTURISMO ● ITALIA GUERRA ALLA TURCHIA PER LA LIBIA= PASCOLI, LA GRANDE PROLETARIA SI E’ MOSSA. ● 1912 VA A BOLOGNA E MUORE LÌ IL 6 APRILE NIDI Pascoli incentra la sua poesia sul nido familiare e sui suoi cari, non ha una donna ispiratrice ma rimane legato alle radici della sua famiglia, dei lutti che lo tormentano sempre. Con la poesia tiene insiemeuna famiglia, i vivi e i morti. Pascoli ha un sensibilismo nuovo nella poesia italiana che si concentra sulle piccole cose della vita. La sua vita la passò con sua sorella Mariù infatti i due sono anche sepolti vicini, mentre sua sorella Ida decide di sposarsi. LA VOCE Una poesia raccolta nei Canti di Castelvecchio. In questa poesia ricorre la parola “svanì” che nel dialetto romagnolo significa Giovanni, è ripetuto diverse volte come una cantilena infantile. L’infanzia è il luogo dell’eterno ritorno della poesia di Giovanni Pascoli. E’ uno stato di purezza che esclude i traumi dell’adulto, è l’origine, il nido, dove si è accolti. Lui pensa sempre alla sua famiglia che dall’uccisione del padre si è dimezzata e vede rifugio solo nel nido con le sue sorelle. Il mondo della famiglia diventa mitizzato, anche dai ricordi. 10 AGOSTO 1967 Un uomo amministratore della tenuta dei principi di Torlonia sta tornando verso casa. La natura, il cielo, la notte di San Lorenzo, una rondine che non torna più al nido. Il suo nido a 20 anni sarà ormai totalmente distrutto. A Bologna segue le lezioni di Carducci e in quell’ambiente univeritario circolano idee rivoluzionarie e anarchiche. Dopo la laurea inizia ad insegnare. MYRICAE Prima raccolta, che richiama le umili tamerici di Virgilio, dichiarazione di poesia bucolica. C’è un’attenzione nuova e costante ad un mondo nuovo, agricolo e semplice. ITALO SVEVO ● ARON HECTOR SCHMITZ ● NASCE A TRIESTE DEL 19 DICEMBRE 1861 ● 5 DEGLI 8 FIGLI DI FRANCESCO SHMITZ E DI ALLEGRA MORAVIA ● I SUOI GENITORI ERANO ENTRAMBI EBREI ● FREQUENTA LE SCUOLE ISRAELITICHE ● 1874 STURIA IN GERMANIA FINO AL 1878 LEGGE NIETZCHE E SHOPENAUER ● A TRIESTE FREQUENTA L’ISTITUTO SUPERIORE DEL COMMERCIO E LA BIBLIOTECA CIVICA ● 1880 GLI AFFARI DEL PADRE VANNO MALE- ITALI SI IMPIEGA IN BANCA ● 1892 MUORE IL PADRE E AL FUNERALE INCONTRA LIVIA VENEZIANI SUA FUTURA MOGLIE ● PUBBLICA A SUE SPESE- UNA VITA, FIRMANDOSI ITALO SVEVO ● 1898 PUBBLICA SENILITA SEMPRE A SUE SPESE ● L’ANNO DOPO LASCIA IL LAVORO IN BANCA ● SI IMPIEGA PRESSO L’AZIENDA DI VERNICI DEL SUOCERO ● VIAGGIA IN INGHILTERRA E FRANCIA ● 1900 FREUD- INTERPRETAZIONE DEI SOGNI ● 1906/1907 SVEVO PRENDE LEZIONI DI INGLESE DA JAMES JOYCE ● 1911 IL COGNATO SI RECA A VIENNA PER FARSI CURARE DA FREUD ● 1923 A SUE SPESE PUBBLICA- LA COSCIENZA DI ZENO ● 1924 S. INVIA UNA COPIA DEL ROMANZO A JOYCE, CHE GLI FA PUBBLICITA TRA GLI ITALIANISTI FRANCESI ● 1925 MONTALE SCRIVE- OMAGGIO A SVEVO ● 1927 S. TIENE UNA CONFERENZA PER JOYCE ● MUORE A 67 ANNI PER I POSTUMI DELL’INCIDENTE STRADALE FATTO IL GIORNO PRIMA Trieste era divisa tra un’appartenenza al clima austro-ungarico e le rivendicazioni storico-culturali dell’Italia. Italo Svevo e James Joyce furono i protagonisti di quella scena culturale, J. aiutò S. ad affermarsi. LA COSCIENZA DI ZENO Inizialmente completamente sottovalutato la coscienza di Zeno diventa celebre solo grazie all’aiuto di Joyce. Quest’opera pagata da Svevo stesso si fa strada nella letteratura italiana. L’apprezzamento di J. per questo scrittore è qualcosa di eccezionale, capisce di avere a che fare con uno scrittore vero. J. arrivò a Trieste con la moglie Nora e vi restò per una decina di anni insegnando inglese e cambiando continuamente casa. S. aveva bisogno di imparare quella lingua per il suo lavoro da venditore di vernici per i sottomarini. Hector nasce in una benestante famiglia ebraica e viene mandato dal padre insieme a suo fratello Elio da ragazzi a formarsi in un lontano collegio tedesco. Svevo porta nella letteratura italiana un vento nuovo. In Svevo l’influenza di Shopenauer è fortissima perchè prelude alla psicoanalisi. E il primo a non essersi formato sui classici ma sull’economia e commercio. Il “caso Svevo” è segnato anche da quest’insicurezza linguistica nei confronti dell’italiano che pressava S., per questo anche in fase di revisione dei romanzi non esitava a chiedere pareri linguistici. S. ha faticato ad imporsi. A 19 anni inizia a lavorare in banca per i problemi economici dell’azienda del padre diventa così un impiegato. UNA VITA racconta la storia dell’inurbamento di un giovane intellettuale, Alfonso Nitti, e delle sue amizioni letterarie. Lascia sua mamma al paese e arriva a Trieste, si impiega in banca e una sera invitato a casa del banchiere conosce Annetta, la figlia. Conosce anche Macario, quello che sarà il suo avversario. Una vita si collega ad un motivo molto in voga nella letteratura di quel tempo, il fallimento di un personaggio “inetto”. C’è la negazione della volonta esplicata da Alfonso, che alla fine sceglie il suicidio. Hector si firmerà come Italo Svevo. H. si fidanza e si sposa con una ragazza più giovane di lui di 13 anni di ricchissima famiglia e lontana cugina, Liva Veneziani. SENILITA- 1898 E’ il più autobiografico dei suoi libri Il protagonista è Emilio Brentani, il letterato inetto Stefano Balli, suo migliore amico e grande seduttore Angiolina, ragazza amata Amata, la sorella di A. Da una parte la vitalità di Angiolina e di Balli dall’altra l’inettitudine di Amata e di Emilio. La lotta tra desiderio e forza di vivere civenta più esplicito. Lo scrittore sente la paura del fallimento, alle sue opere segue solo il silenzio. Per questo torna a fare l’impiegato, in quest’ambito lavotativo fa carriera. Ci saranno ben 20 anni di silenzio tra senilità e la coscienza di Zeno. SI dedica al violino pur di non scrivere. Mentre i primi due romanzi sono ancora nell’800, la coscienza di Zeno è immersa nell’900 e negli eventi storici che ne conseguono, come la presa di Trieste da parte dell’Italia. Gli anni di allontanamento dalla letteratura sono misteriosi, non si sa se si sia distaccato completamente dalla letteratura ma si sa che ha avuto grande successo nella sua carriera lavorativa. DUE AVVENIMENTI FONDAMENTALI 1. incontro con James Joyce 2. L’incontro con il pensiero di Freud della psicoanalisi, Svevo sapeva il tedesco per questo leggeva le sue opere appena uscite La psicoanalisi ha avuto grande risonanza nella vita di Svevo; ma anche le esperienze personali, suo cognato, fratello di sua moglie, andò a Vienna per farsi curare da Freud per la sua nevrosi molto grave. Svevo la guarda con curiosità ma anche con distacco con diffidenza. In Svevo è fondamentale la visione triestina, il fatto della lingua, l’italiano si impara a scuola. Fa fatica a scrivere l’italiano e questo rappresenta in pieno il suo essere triestino, è consapevole di essere estraneo a casa propria. XENO E ZENO= straniero Ci sono delle latenze nelle sue opere perchè molti pensieri non possono essere espressi perché non ha le parole giuste per dirle. Nella coscienza di Zeno alcune cose non vengono dette perché non ha le parole per dirle LA COSCIENZA DI ZENO Primo romanzo sulla psicoanalisi, tra tutti i romanzi del 900 è il più artistico. Rappresenta la nostra follia come dice Montale. La grandezza di questo romanzo sta anche nell’umorismo pungente di Svevo. Il libro non è organizzato in senso cronologico ma in temi, si va avanti e indietro in base al nostro flusso di coscienza. Zeno si sente inadeguato e inetto alla vita, per questo prova a curarsi con la psicoanalisi; scopre che non è lui a esssere malato ma la società che lo circonda, questa è la sua autodiagnosi. Svevo non crede nella psicoanalisi per questo la usa e ci gioca. IL FUMO Svevo ha il proposito di fumare l’ultima sigaretta ma non arriverà mai, anche quando starà male non rinuncerà a questo vizio. Il protagonista Zeno è controverso, vuole una cosa piuttosto che un’altra;tradisce la moglie per amarla di più. Zeno è un personaggio inafferrabile, fallisce ma trionfa nel suo fallimento; tenta di sposare la donna più bella per poi sposarne un’altra meno bella ma che verrà più amata. E’ sempre in contraddizione con la realtà e con se stesso. C’è un rovesciamento finale, si passa dall'auto analisi dell’individuo borghese, all’analisi del collettivo proietata in un futuro apocalittico proiettata nel futuro dell’intero genere umano. Dalla psicoanalisi Zeno capisce di essere sano mentre tutto il mondo è malato e fa per questo questa profezia sul nucleare. L'incorreggibile errore del genere umano e gli stumenti tecnologici che ha nelle sue mani portano ad una sproporzione e quindi ad una fine del mondo catastrofica. I tre protagonisti dei romanzi sono tutti diversi ma rappresentano i tre diversi momenti autobiografici di Svevo. Un’altro giovane oltre Joyce dà il suo contributo allo scoppio del “caso Svevo” è montale che dopo aver pubblicato ossi di seppia pubblica un saggio intitolato “omaggio a Italo Svevo”. La sua caratteristica è la sua leggibilità, il suo romanzo è leggibile dal cittadino, non conta lo stile , la forma ma solo il contenuto. Il 12 settembre 1928 muore a seguito di un incidente in auto. Inoltre per sottolineare ancora il contrasto tra letteratura e vita reale, Svevo vedendo il medico accendersi una sigaretta, gli fece cenno e fumò così la sua ultima sigareta. LUIGI PIRANDELLO ● NASCE IL 28 GIUGNO 1867 A GIRGENTI, PRIMA CHE IL REGIME FASCISTA CAMBI IL NOME DELLA CITTA IN AGRIGENTO ● SUO PADRE ERA UN MINATORE DI ZOLFO ● STUDIA A PALERMO POI A ROMA E SI LAUREA IN FILOLOGIA ROMANZA A BONN ● 1892 SI TRASFERISCE A ROMA E SCRIVE L’ESCLUSA ● 2 ANNI DOPO SPOSA MARIA ANTONIETTA PORTULANO ● 1903 ALLAGAMENTO DI UNA MINIERA DI ZOLFO DI FAMIGLIA, PROBLEMI ECONOMICI ● LA MOGLIE REAGISCE CON UNA CRISI DI NERVI CHE SFOCERA’ IN FOLLIA ● 1904 IL FU MATTIA PASCAL ● 1915 LA SITUA FAMILIARE PRECIPITA, IL FIGLIO STEFANO E’ FATTO PRIGIONIERE DI GUERRA ● LA MOGLIE SI AGGRAVA ● PIRANDELLO SI DEDICA AL TEATRO, VERRÀ NOMINATO COME MAESTRO DEL TEATRO CONTEMPORANEO ● 1923 FONDA LA COMPAGNIA DEL TEATRO D’ARTE DI ROMA ● 1934 NOBEL PER LA LETTERATURA ● 10 DICEMBRE 1936 MUORE DI POLMONITE A ROMA A 69 ANNI Pirandello si interroga sulle sfaccettature all’interno di ognuno di noi, ogni identità è una maschera è ognuno di noi nasconde moltitudini.
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