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Promessi sposi , personaggi principali , struttura e riassunto capitolo 21, Appunti di Italiano

Promessi sposi , personaggi principali , struttura e riassunto capitolo 21

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 15/05/2023

giusygiusy0033
giusygiusy0033 🇮🇹

5

(1)

15 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Promessi sposi , personaggi principali , struttura e riassunto capitolo 21 e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! I Promessi Sposi È il romanzo storico più famoso di Alessandro Manzoni e del romanticismo. I due protagonisti Renzo tra maglina e Lucia Mondello sono innamorati ma sono insidiati da signorotto del paese Don Rodrigo che si invaghisce di Lucia, ragazza bella e pura. Fa una scommessa con il cugino Egidio per portarla dalla sua parte, manda i suoi scagnozzi i bravi da Don Abbondio il giorno prima delle nozze per spaventarlo e convincerlo a non sposare i giovani. I due iniziano una serie di peripezie che hanno come finalità il matrimonio. È famoso perché è il primo esempio nella letteratura dei romanzi e ha una storia che riscontra successo. Sfondo storico: il romanzo è stato scritto nell'ottocento ma è ambientato nel seicento (secolo di Galilei, abiura, tribunale dell'inquisizione, chiesa che aveva creato terreno fertile per le ingiustizie sociali, si diffondono le malattie tra cui la peste). Dunque il seicento è il secolo perfetto che meglio rappresentava le ingiustizie, la concezione pessimista della vita, l'uomo soffre e cerca aiuto in Dio per migliorare la propria condizione, quando ciò non accade in vita verrà aiutato nella vita ultraterrena. Renzo e Lucia subiscono ingiustizie ma si salvano grazie all'aiuto di personaggi importanti (cardinale Borromeo, fra Cristoforo) alcuni dei quali però sembrano solo aiutarli (monaca di Monza). Il protagonista sembra il popolo ma in realtà sono i personaggi con ruolo sociale più rilevante ad avere in mano la situazione. Provvida sventura: È una ricompensa nella vita ultraterrena. Lucia è il personaggio più caro a Manzoni perché rappresenta la sua idea di religione, è pia e pura, passa il tempo a pregare anche quando tutti si disperano perché non c'è soluzione: le sue preghiere sono così forti che le cose poi cambiano. É un personaggio riflessivo, mistico che fa convertire l'innominato, personaggio potentissimo che durante la notte del soggiorno di Lucia nel castello vive dei tormenti e decide di cambiare vita. La storia di Renzo e Lucia è inventata da Manzoni (verosimili) erano però vicini al vero poiché in quell'epoca molte persone del popolo si trovano nella stessa situazione, ad esempio nelle filande di Lecco, sartorie di tele. Tutto su un fondo storico. Anche se durante la narrazione del romanzo si innestano varie vicende come quella dei protagonisti, per rendere la storia più vera, più storica di quello che era, nella prefazione dice di aver trovato un manoscritto del seicento che raccontava la storia, per far sembrare tutte le vicende vere. Nell'introduzione riporta scritta una parte di questo manoscritto, scritto da lui. È una narrazione lunga perché si sofferma molto su gli aspetti storici che descrive. Esempio: quando i personaggi incappano nelle grida e gli riporta in corsivo il testo della legge. Esempio: se interviene un personaggio realmente esistito, la narrazione si ferma per dare spazio ad una lunga descrizione della loro storia con dei flashback. Fra Cristoforo (vero nome Ludovico, Cristoforo era il suo amico servo che aveva ucciso per sbaglio) é il frate confessore a cui Lucia chiede aiuto, inizia la sua storia e firma la narrazione, così come per la monaca di Monza. Manzoni è un narratore onnisciente, focalizzazione esterna, che però conosce tutto e manipolata la narrazione del suo punto di vista, senza lasciare spazio all'immaginazione del lettore). Questo è l'io narrante, è onnisciente perché nel romanticismo lo scopo era l'utile, ha finalità didattica in modo che il lettore impari ciò che sa l'autore. L'altro narratore è l'anonimo autore del manoscritto del seicento. Verga si contrappone a Manzoni perché per lui il narratore é non onnisciente. Struttura 1º nucleo narrativo: protagonisti insieme nel paese 2º nucleo narrativo: Lucia a Monza 1ª digressione: storia di Gertrude 3º nucleo: Renzo nei tumulti di Milano 2ª digressione: storia dell'innominato 4º nucleo: Lucia nel castello dell'innominato 3ª digressione: carestia, guerra, peste 5º nucleo: Renzo a Milano colpita dalla peste 6º nucleo: protagonisti insieme nel bergamasco Il tempo e lo spazio All'inizio del romanzo il tempo è molto lento: 40 giorni = 25 capitoli poi va più veloce: 23 mesi =13 capitoli. L'azione si svolge in due anni dall'impedimento di celebrare il matrimonio 1628 alla celebrazione di quest'ultimo 1630. Questo serve al lettore per presentare i personaggi all'inizio. Nell'ultima parte c'è l'intento riflessivo e morale che vuole lasciare un messaggio al lettore.il momento di svolta è la conversione dell'innominato. Il paese a un suo Riassunto capitolo 21 - la notte angosciosa di Lucia Lucia rimane immobile, con il volto nascosto tra le mani e raggomitolata su se stessa in uno Stato tra la veglia il sonno popolato da torbide immagini e pensieri. La ragazza cade a terra stremata e sembra addormentarsi anche se subito dopo prende coscienza di sé e tende l'orecchio sentendo il russare della vecchia, inoltre ripensa a tutto ciò che è successo durante la giornata provando una tale angoscia che desidera di morire poi però prende in mano il rosario inizia a pregare riguadagnando fiducia e speranza. Ad un tratto Lucia pensa che le sue preghiere sarebbero più facilmente accolte se promettesse qualcosa in cambio e si rende conto che ciò che hai di più caro l'amore di Renzo; decide di farne sacrificio con un voto alla Madonna. Solleva gli occhi al cielo e chiede a Maria di salvarla da questo pericolo facendola tornare dalla madre, promettendo in cambio di restare vergine e di rinunciare a sposare Renzo. stremata da tante emozioni, alla fine si addormenta quando ormai sta spuntando il giorno e con il nome di Maria tra le labbra. La notte angosciosa dell'innominato: In un'altra stanza del castello anche l'innominato non riesce a dormire, il pensiero fisso di Lucia tremante e le parole che la giovane gli ha rivolto continuavano a tormentarlo.si rimprovera di essersi lasciato impietosire come una donnicciuola e ripenso al fatto che nella sua vita spesso sentito donne piangere. Questi pensieri però di inducono nell'animo una specie di oscuro terrore, non sorta di 20 mento di cui si rammarica e prova grande vergogna. È tentato dall'idea di liberare Lucia ma subito dopo e quasi atterruto dalla propria debolezza cerca di tenere la sua mente occupata. Inizia a pensare come possa essersi impegnato con un simile individuo quale Don Rodrigo per far partire una povera innocente, arriva alla disperazione e afferra una pistola adesso il punto di uccidersi ma quando pensa al suo cadavere che verrebbe trovato il giorno dopo e alla gioia dei suoi nemici: gli sembra un'azione vile, inoltre, lo assale il pensiero angoscioso che, forse, quella vita dopo la morte esiste davvero. Ad un tratto ritornano in mente le parole di Lucia ("Dio perdona tante cose per un'opera di misericordia") dunque la inizia a vedere non più come la sua prigioniera ma come colei che può dispensargli una grazia. É ansioso che spunti il giorno per cirrere a liberarla e ottenere il suo perdono ma lo atterrisce il pensiero del giorno dopo e della notte che tornerà a tormentarlo. Infine sul far dell'alba l'innominato sente un rumore confuso giungere dall'esterno e capisce che si tratta di una processione accorsa per vedere il cardinale Borromeo. Primo canto Paradiso - Parafrasi 1. Lo splendore di Dio 2. si diffonde e si manifesta per l’universo intero 3. in vario modo ed in misura differente. 4. Nel cielo in cui è presente al massimo 5. la sua luce io fui, e vidi cose che sono impossibili 6. a ridirsi per chi torna da lì; 7. perché avvicinandoci al suo desiderio ultimo, 8. il nostro intelletto si addentra così tanto [nel 9. mistero] che poi non ha più la capacità di ricordare. 10.Tuttavia, tutto quello che ho potuto ricordare  11.con la mia mente del Paradiso,  12.ora sarà la materia di questo canto. 13.O buon Apollo, per il mio ultimo lavoro 14.conferiscimi l’ispirazione da te richiesta 15.per dare la laurea poetica. 16.Fino a qui è stato sufficiente l’aiuto delle  17.Muse, ma da ora ho bisogno di loro e di Apollo 18.per poter entrare nel luogo che mi rimane. 19.Entra nel mio petto e canta per me così come 20.quando tirasti fuori dall’involucro 21.della sua stessa pelle il satiro Marsia che osò sfidarti. 22.O virtù divina, se tu mi concedi 23.che almeno un’immagine fuggevole del Paradiso 24.rimanga salda nella mia mente, 25.mi vedrai venire ai piedi del tuo amato alloro 26.e mi incoronerai con quelle foglie per le quali 27.la materia trattata e tu mi avrete fatto degno. 28.Così poche volte, o padre, si ottiene la gloria 29.poetica per il trionfo di un imperatore o poeta, 30.(colpa e vergogna della natura umana) 31.che il fatto di questo alloro 32.stimoli in qualcuno un desiderio 33.dovrebbe suscitare felicità in Apollo 34.Un grande incendio segue una piccola fiamma: 35.forse dopo di me poeti migliori 36.chiederanno l’aiuto di Apollo. 37.Il sole sorge per i mortali da diversi punti 38.dell’orizzonte; tuttavia, da quel luogo 39.in cui i quattro cerchi formano intersecandosi tre croci, 40.il sole esce con un corso e sotto una costellazione 41.migliori, e modella e forma la materia 42.del mondo in modo più simile a sé. 43.Era ormai giorno nel Purgatorio e sera 44.sulla Terra, ed era tutto illuminato 45.il monte del Purgatorio, e buio l’emisfero boreale, 46.quando vidi Beatrice rivolta verso oriente 47.ad osservare la luce del sole: 48.mai un’aquila fissò così intensamente il sole. 49.E così come il raggio di riflessione è solito 50.uscire da quello di incidenza e salire in alto, 51.come un pellegrino che vuole tornare,
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