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PROTAGORA E GORGIA schemi, Schemi e mappe concettuali di Pedagogia

Sintesi dei concetti e del pensiero di Protagora e Gorgia

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 19/05/2023

Valeria.piccolomo
Valeria.piccolomo 🇮🇹

5

(1)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica PROTAGORA E GORGIA schemi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Protagora e Gorgia L’arte dialettica della persuasione, l’uso del linguaggio e il potere della parola Per Protagora l’uomo è misura di tutte le cose, i quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò che non sono. Per “misura” il sofista Protagora intende il criterio e la norma di giudizio, mentre per “cose” intende tutti i fatti in generale relativi alla vita e all’esistenza. Questo assioma di Protagora divenne presto celeberrimo, ed è stato considerato la “Magna Charta” del relativismo occidentale. Quali le singole cose appaiono a me, tali sono per me e quali appaiono a te, tali sono per te: giacché uomo sei tu e uomo sono io. Secondo l'interpretazione di questa asserzione fatta da Platone, Protagora con “uomo” intese il singolo individuo e con "cose" gli oggetti percepiti attraverso i sensi. Protagora afferma che la realtà oggettiva della conoscenza appare necessariamente differente in base agli individui che la interpretano. I principi educativi dell’insegnamento di Protagora “Il mio insegnamento concerne l’accortezza, sia negli affari privati, sia negli affari pubblici. Lo scopo principale del mio insegnamento è il modo di diventare in sommo grado abile nel governo della cosa pubblica, negli atti e nelle parole.” L’insegnamento di Protagora si fonda sulla tecnica dell’antilogia. Il termine “antilogia” deriva dal greco (anti = contro; logos = discorso). L’antilogia mostra come far prevalere una tesi, una argomentazione o un qualsiasi punto di vista su quello opposto. In questo orizzonte, Protagora non insegna come Socrate la verità, la virtù, il bene, la giustizia, Protagora insegna una technē, cioè una tecnica, una abilità pratica per il conseguimento di un obiettivo nella prassi, nella vita e nell’esperienza. Secondo Protagora, l‘educatore o il filosofo si presenta come “propagandista dell'utile”, ossia colui che, grazie alle sue doti oratorie, indirizza le scelte verso la pubblica utilità nella società, nella cultura, nell’economia e nella politica. Caso eclatante è il suo invito a “rendere migliore il discorso peggiore”, ossia di trasformare l'opinione “meno utile” in quella “più utile”. Di conseguenza l'arte della retorica ha una funzione politico-educativa finalizzata a favorire il “bene comune”. Che esistano la sapienza e l'uomo sapiente, sono lungi dal negarlo; anzi, chiamo «sapiente» chi ad uno di noi, a cui le cose appaiano e siano cattive, capovolgendo la situazione le faccia apparire ed essere buone. I sapienti e i buoni conoscitori della retorica fanno apparire come giuste alle città le cose utili invece delle dannose. Quanto appare giusto e bello a ciascuna città, tale anche è per essa finché lo reputi tale; ma il sapiente, invece di ciascuna cosa dannosa per i cittadini ne fa essere e apparire una utile. Secondo lo stesso discorso anche il sofista, essendo capace di educare in questo modo i discepoli, è sapiente e degno di grande ricompensa per quelli che ha ammaestrato. Protagora Secondo Protagora questo nuovo concetto di sapienza andava incontro alle esigenze degli uomini del suo tempo, desiderosi di acquisire un’educazione e una formazione culturale che li ponesse in grado di primeggiare nelle discussioni delle assemblee politiche. Nelle polis greche durante le assemblee politiche assumeva un ruolo determinante il sapere difendere con eleganza il proprio punto di vista e saper convincere i propri interlocutori in merito alla credibilità, all’utilità e al valore della propria tesi e delle proprie argomentazioni. Platone dedica interamente una sua opera a Protagora. Tra le tematiche più significative nel pensiero di Protagora sono analizzate, in particolare, il relativismo, l’individualismo, il soggettivismo, l’arte della retorica, l’opinione, la doxa, l’etica e la politica. Secondo Protagora il sofista è colui che insegna a trasformare le apparenze delle cose, a «rendere più forte il discorso più debole». È evidente come tale obiettivo potesse essere facilmente frainteso come l'insegnamento di un'arte dell'inganno (come nella parodia delle Nuvole di Aristofane). Per Protagora si tratta di conferire maggiore forza e credibilità a quelle opinioni «utili» che altrimenti rischiano di rimanere «deboli» e risultare perdenti nel dibattito pubblico. Il sofista è «colui che insegna e trasmette una formazione superiore ai cittadini che vogliono essere presenti ed efficaci nella politica e nella vita pubblica della città». Il pensiero di Protagora è stato interpretato come il fondamento dell‘eristica (ossia l'arte del disputare, al di là della veridicità dei fondamenti e dei principi della conoscenza e dell’etica), e come legittimazione di quell'atteggiamento definibile come “servilismo” verso i politici e i potenti. Infatti, Protagora, potendo vantare di particolari doti oratorie, era in grado di convincere la maggioranza dei cittadini su cosa fosse più utile nella polis greca, dove vigeva un regime democratico come quello ateniese. Dal relativismo di Protagora derivano il relativismo conoscitivo, per cui non esiste un principio assoluto, e il relativismo etico, secondo cui non esiste un bene o un modello di comportamento assoluto, ma ciò varia da uomo a uomo.
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