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PROTOROMANTICISMO: contesto storico e analisi opere, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

appunti integrati con libro “capire l’arte”

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 03/05/2024

ludovica-de-pra
ludovica-de-pra 🇮🇹

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Scarica PROTOROMANTICISMO: contesto storico e analisi opere e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! IL PROTOROMANTICISMO Negli ultimi decenni del 700, insieme all’affermazione dell’illuminismo e dei suoi concetti, emersero movimenti artistici e culturali che privilegiavano la sensibilità, l’immaginazione, l’interiorità e la libertà espressiva. Questa tendenza, che intendeva l’arte come analisi introspettiva, espressione dei sentimenti e delle passioni, anticipó il Romanticismo sia nell’estetica sia nelle tematiche e per questo venne denominata Protoromanticismo. Ad aprire questa nuova strada fu Rousseau, per il quale la dimensione qualificante degli esseri umani risiedeva nel sentimento e nell’interiorità della coscienza. Fondamentale fu anche il contributo di Burke, che introdusse il concetto di “sublime”. Burke intendeva il “sublime” come esperienza del bello indotto da emozioni soggettive che respingono ogni ragionamento e sono legate all’ansia, allo stupore, alla commozione… Con il sublime Burke apriva la strada alla dimensione irrazionale dell’uomo e attribuiva all’immaginazione un’importanza diversa dal passato, in quanto facoltà in cui ingegno e fantasia si fondono. JOHANNHEINRICH FÜSSLI Füssli fu un grande interprete della tendenza protoromantica. Pur essendo legato all’Antichità classica, egli ricerca un “bello sublime”, infatti la sua arte è espressiva e piena di pathos e si basa sui forti contrasti di sentimenti, di luce e ombra e di proporzioni. Füssli cerca di dar vita ai conflitti interiori più profondi e indaga la dimensione più oscura della personalità umana. Spesso i suoi personaggi sono di fantasia e grotteschi, presi da alcuni romanzi e leggende: streghe, fate, elfi … L’INCUBO PERIODO: 1781 AUTORE: Füssli MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Detroit, Detroit Institute of Arts DIMENSIONI: 101 x 127 cm SOGGETTO DELL’OPERA: La tela rappresenta insieme la persona che sogna e il contenuto del sogno, in una dimensione irreale che sfugge ad ogni coordinata spazio-temporale. In primo piano una figura femminile rovesciata sul letto in una posa inverosimile, e con un’espressione stremata e sofferente. Sullo stomaco appare un mostro grottesco, personificazione dell’incubo. In un secondo piano si apre una tenda come un sipario e spunta una giumenta, cavallo dalle pupille cieche, anch’esso raffigurazione dell’incubo (deriva dalla parola inglese nightmare: night=notte e mare=cavallino). GLI ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISUALE: - La composizione è una piramide con un vertice molto acuto, che rifiuta le proporzioni armoniche della concezione classica e rinvia al verticalismo gotico. E’ presente un allungamento orizzontale della figura femminile che aumenta l’effetto di deformazione dell'immagine. - le forme sono essenziali e chiare, chiuse nei contorni e basate su un disegno ben delineato, che possiamo notare particolarmente nel viso della fanciulla. - L’intero spazio è in penombra, così da rendere più suggestivo e inquietante l’ambiente. Lo spazio è arredato dai tendaggi disposti dietro al letto della stanza, arredata in stile Settecentesco. - le linee sono basate su curve e sinuosità in modo tale da generare dinamismo. - i colori sono volutamente assurdi, ci sono tinte irreali e contrasti forti, che amplificano la visione dell’incubo. - la luce è completamente innaturale: il pittore illumina a getti e crea delle apparizioni fantastiche che emergono dall’oscurità. La donna è il soggetto più illuminato grazie anche al colore bianco della sua veste (luce caravaggesca). CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: secondo le ricostruzioni, l’opera è stata ispirata da alcuni sogni a occhi aperti di cui l’artista era stato protagonista. L’uomo avrebbe visto alcuni personaggi della mitologia germanica attorno a sé dopo aver letto fiabe con protagonisti demoni e streghe. WILLIAM BLAKE Blake, oltre che alla poesia si dedicò anche all’arte: trasse dai testi letterari i soggetti per i suoi dipinti di natura concettuale e prese ispirazione dalla Bibbia, dalla Divina Commedia e alcuni suoi libri poetici. Blake rifiuta ogni convenzione e modello e opta per un linguaggio visionario, antinaturalistico, ricco di simboli e allegorie. Al dominio della ragione Blake opponeva la fantasia, intesa come recupero dell’autentica e originaria natura dell’uomo. Egli era più interessato ad esprimere piuttosto che a rappresentare, creando un mondo che non è quello della realtà, bensì quello generato dalla mente. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: Il dipinto è una forma raffinata di erotismo, per via del soggetto rappresentato. L’opera propone uno sguardo indiscreto in un luogo proibito agli uomini. Ingres evoca così la sensualità di un ambiente lontano dallo sguardo degli uomini e fa sviluppare la loro fantasia. FRANCISCO GOYA Goya nacque a Saragozza nel 1746 e già nel 1763 tentò di entrare all’Accademia di Madrid. Pochi anni dopo, nel 1770, si recò a Roma e Parma, dove ottenne un riconoscimento ufficiale in un concorso di pittura, Nel 1775 raggiunse una certa fama e venne chiamato da Carlo III di Borbone come pittore ufficiale dei reali e nel 1780 entrò in ambiente di corte come ritrattista. Inizialmente, nella prima parte della sua produzione, è molto vicino al mondo Neoclassico e la sua arte riflette le contraddizioni della Spagna dell’epoca: povera e ricca, religiosa e laica, superstiziosa e illuminista. Ad un certo punto della sua vita si ammala e questa malattia lo rende sordo. In seguito a questo fatto, Goya inizia a rivolgere le sue attenzioni verso l’interiorità. Nella seconda parte, quindi, inizia ad indagare il proprio io e si avvicina più al mondo Romantico, analizzando la psiche, i sentimenti e il dolore. A differenza dei Neoclassicisti, Goya vede nella ragione un mezzo per rivelare gli abissi dell’intimo di ciascuno, dare forma ai fantasmi, illuminare l’irrazionalità dell’uomo e il mondo degli istinti. I CAPRICCI I Capricci (1797-99) sono una raccolta di 80 lastre incise ad acquaforte, con didascalie, i cui soggetti sono impreziositi da fondi e ombre ad acquatinta. La raccolta riguarda l’umanità in generale, le sue follie e la sua stupidità, e costituisce una satira delle debolezze della condizione umana. IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI PERIODO: 1808 AUTORE: Goya MATERIALE E COLORE: acquaforte su carta TECNICA DI ESECUZIONE: acquaforte e acquatinta COLLOCAZIONE ATTUALE: Kansas City, Nelson-Atkins Museum of Art DIMENSIONI: 20,3 x 14,6 cm SOGGETTO DELL’OPERA: L’opera rappresenta un uomo al tavolo, sprofondato nel sonno, che è assediato da un enorme gatto, civette, pipistrelli, ovvero dai “mostri”. GLI ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISUALE: - per quanto riguarda lo spazio mancano le coordinate spaziali, le distanze sono abolite e ogni punto di riferimento cancellato - le figure umane sono trasformate, infatti ogni criterio di verosimiglianza e adesione alla legge di gravità è perduto. - si ha una modulazione espressiva dei toni: si creano effetti chiaroscurali decisi e diversi da quelli impostati sul tratteggio realizzato con il puntello. In vicinanza si trovano animali più chiari e un tratto meno fitto; in lontananza figure più scure e il tratteggio si infittisce. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: l’opera spiega la posizione di Goya sull’Illuminismo ed è una denuncia che l’artista fa alla sua epoca e a quello che succede. La tavola ha come didascalia “Il sonno della ragione genera mostri”, dove il termine “sueño” ha il duplice significato di “sonno” e “sogno”: la ragione produce idee ma anche incubi e angosce. Quando l’uomo non pensa si generano solo cattiverie come guerre e tutto ciò che ne consegue. LE PITTURE “CHIARE” E LE PITTURE “SCURE” Con Goya ci troviamo davanti ad una doppia vita: da una parte c’è l’uomo “ufficiale”, calato nella realtà e rispettoso delle regole sociali; dall’altra la sua dimensione privata, isolata e sofferente, concentrata in una ricerca espressiva libera da esigenze e gusti esterni. Questa “doppia vita” si riflette anche nella sua arte e porta Goya a seguire due filoni di pittura diversi: 1. una pittura “chiara” legata alla realtà, in cui utilizza colori luminosi ed è aperta al gusto del pubblico. 2. una pittura “scura” rivolta all’analisi del profondo e cerca di cogliere le varie forme dell’immaginazione. In questo filone personaggi come demoni, spettri, streghe, danno forma ai fantasmi dell'inconscio dell’autore. IL PARASOLE PERIODO: 1777 AUTORE: Goya MATERIALE E COLORE: olio su tela TECNICA DI ESECUZIONE: pittura COLLOCAZIONE ATTUALE: Madrid, Museo Nacional del Prado DIMENSIONI: 104 x 152 cm SOGGETTO DELL’OPERA: Una giovane donna siede sul prato con un cagnolino accucciato sul grembo. Il suo abito è leggero ed elegante. Il corpo è stretto da un corsetto azzurro fermato da un grande fiore mentre sulle spalle indossa un mantello. Il giovane guarda felice la ragazza e le offre l’ombra di un ombrellino. I capelli del giovane sono raccolti da un copricapo morbido e indossa abiti comodi da campagna ma eleganti. Il ragazzo indossa inoltre una elegante fascia blu decorata intorno ai fianchi. A sinistra un muro fa da sfondo alla figura della ragazza mentre a destra si apre un arioso paesaggio con alberi. GLI ELEMENTI DEL LINGUAGGIO VISUALE: - I colori sono in generale brillanti e puri, quindi non mischiati con altri colori. Prevalgono i contrasti cromatici: gli abiti sono colorati con i tre primari giallo, rosso e azzurro, mentre sulla sinistra spicca il mantello chiaro. Il parasole viene esaltato grazie ad un contrasto tra complementari con le parti rosse. Anche la gonna della donna presenta riflessi arancioni che sono complementari al blu del corpetto. - la luce rivela i volti dei due protagonisti dell'opera e arriva dal basso. Questo tipo di illuminazione crea una sensazione di inquietudine nell’osservatore, in quanto produce un’espressione fissa e artefatta. - lo spazio naturale è ampio ma descritto in modo sommario. L’inquadratura riprende i due personaggi dal basso, probabilmente perché l’opera doveva essere collocata in alto. - Lo sfondo sommario toglie profondità alla scena ma permette all’osservatore di concentrarsi sul primo piano. I particolari ambientali sono quasi totalmente assenti, l’unico dettaglio del paesaggio che è stato dipinto con attenzione è l’alberello con i rami piegati dal vento. - la composizione è semplice, si articola intorno alla forma piramidale creata dai personaggi in primo piano. In particolare la figura della giovane crea un triangolo con la base molto ampia, rappresentata dal tessuto dell’abito poggiato sul terreno. CARATTERI ESPRESSIVI DELL’OPERA: L’interpretazione tradizionale dell’opera è quella che essa rappresenti un incontro amoroso: l’atmosfera presenta così un erotismo appena accennato, rivelato dagli sguardi e dalle posture dei protagonisti. Oltre al tema dell’incontro galante, all’epoca era molto diffusa l’abitudine di inserire nelle scene campestri il parasole, anche se in realtà non è mai stata trovata una chiara fonte di ispirazione. SATURNO CHE DIVORA I FIGLI
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