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Prova d'esame, Prove d'esame di Infermieristica

Infermieristica clinica

Tipologia: Prove d'esame

2018/2019

In vendita dal 29/09/2019

ElyEliss
ElyEliss 🇮🇹

4.4

(10)

27 documenti

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Scarica Prova d'esame e più Prove d'esame in PDF di Infermieristica solo su Docsity! • CLINICA I + CLINICA II - 1. Interventi da attuare per far aderire un paziente alla terapia : • Rendere il pz informato e consapevole della malattia, ma anche della cura ; • Garantire la presenza al pz ; • Assistere il pz durante una sua attività che da solo non riesce a fare . 2. Calze elastiche – evidenze scientifiche E' scientificamente provato che le calze elastiche possono essere impiegate a scopo preventivo in quanto riducono l'incidenza di trombosi venosa ed embolia polmonare nelle situazioni in cui il paziente è immobilizzato o allettato. Le calze devono essere tenute anche di notte durante il riposo. Esistono due diverse tipologie di calze elastiche: • le calze elastiche preventive ; • le calze elastiche terapeutiche . Ciò che differenzia queste due tipologie di calze elastiche è sostanzialmente la pressione che esse esercitano sulle gambe. Più in particolare, la pressione esercitata a livello della caviglia, che viene misurata in millimetri di mercurio (mmHg). Le calze elastiche preventive, infatti, devono esercitare una pressione alla caviglia di almeno 6 mmHg, fino a un massimo di circa 15-20 mmHg. Le calze elastiche terapeutiche, invece, esercitano una compressione alla caviglia che va, indicativamente, da circa 20 mmHg fino a oltre i 40 mmHg. 3. La minzione E’ un atto indolore che si esplica 4-5 volte al giorno e occasionalmente la notte ; durante la minzione il flusso urinario può essere interrotto volontariamente con la contrazione dello sfintere striato esterno. • 100-150 ml sensazione di pienezza lieve e vaga • 300-400 ml sensazione di pienezza ben distinta ( DISTENSIONE VESCICALE ) • 700-900 ML sensazione di urgenza/dolore ( MINZIONE RIFLESSA ) 4. Caratteristiche dell’urina • COMPOSIZIONE : 95% acqua, 5% sostanze inorganiche • PESO SPECIFICO : da 1003 a 1035 • pH : acido, 4.6-8.0 • COLORE (urocromo) : giallo paglierino • ASPETTO : limpido • ODORE : aromatico, ammoniacale con l’esposizione all’aria • PROTEINE : 0.8 mg/dl • GLUCOSIO : assente • CHETONI : assenti • GLOBULI ROSSI : 0-5 cell/per campo • GLOBULI BIANCHI : 0-5 cell/per campo 5. La diuresi • NEONATO : 400-600 ml/die • BAMBINO 2-5 anni : 400-800 ml/die • BAMBINO 8-14 anni : 1000-1200 ml/die • ADULTO : 900-2000 ml/die 6. Alterazioni diuresi • POLIURIA ( >3000 ml/24 h ) = questa condizione può essere determinata da 2 cause : • La presenza di soluti non riassorbibili nelle urine (glucosio) ; • L’aumento dell’escrezione di acqua con le urine . • OLIGURIA ( <500 ml/24 h ) = è la riduzione di produzione di urina ; si può verificare quando a causa della minor assunzione di liquidi con la dieta, aumentano le perdite di liquidi corporei attraverso altre vie : • Vomito ; • Diarrea ; • Sudore ; • Ustioni ; • Traumi . • ANURIA ( <50 ml/24 h ) = è l’incapacità di urinare. Cause : • Shock ; • circa il 55% donne dopo i 60 anni, presenta perdita involontaria di urina • 1 utente su 10 si rivolge allo specialista • IU maschile secondaria ad interventi chirurgici o traumi Esistono diversi tipi : ▲ DA SFORZO/ STRESS : stato nel quale la persona è soggetta ad una perdita involontaria di urine con l’aumento della pressione intra-addominale (risata, starnuti, tosse, corsa, sollevare oggetti pesanti, alzarsi da sedia…) ▲ DA URGENZA: stato nel quale la persona è soggetta ad una immediata perdita involontaria di urine associata a un forte e improvviso desiderio di urinare (pressione detrusore > pressione uretrale) ▲ TOTALE: stato nel quale la persona è soggetta ad una perdita di urine continua e imprevedibile, in assenza di distensione della vescica e di consapevolezza della pienezza vescicale ▲ MISTA: Incontinenza urinaria da sforzo + incontinenza urinaria da urgenza ▲ DA SOVRADISTENSIONE O DA STRAVASO: stato nel quale la persona è soggetta ad una involontaria perdita di urina quando la vescica è piena per un ostruzione (calcoli, K) o per atonia vescicale (lesioni neurologiche) ▲ FUNZIONALE: perdita di urina nei soggetti con deficit cognitivo ed di movimento che limitano la capacità di utilizzare in autonomia i servizi igienici 10. Prelievo urine (urinocultura) Consiste nella raccolta di un campione di urina sterile per determinare la presenza e la tipologia di microrganismi e la loro sensibilità agli antibiotici (antibiogramma) . • PZ NON CATETERIZZATO : se la persona è autosufficiente, si consegnerà il contenitore sterile e dovrà raccogliere il mitto intermedio senza toccare le pareti dopo aver eseguito l’igiene perianale, e poi con sistema vacutainer si riempirà una provetta etichettata. • PZ CATETERIZZATO : consiste nel prelevare l’urina dopo la disinfezione della parte gommata della valvola del C.V., utilizzando una siringa monouso da 20 cc, ed introducendo il contenuto nel contenitore sterile e poi si riempirà con sistema vacutainer la provetta etichettata. Il C.V. deve essere clampato almeno 20-30’ prima per permettere la raccolta di sufficiente quantitativo nella vescica. ▲ ESAME COMPLETO URINE: L’analisi delle urine è uno dei più comuni test di screening per la ricerca di sostanze estranee o sostanze presenti in quantità anomala. • Colore giallo chiaro – ambra • Torbidità chiaro • PH normale 6 range: 5,5 e 7 • Peso specifico: range 1,010 a 1,020 • Proteine 0-20 • Glucosio no • Globuli rossi 0-10 • Globuli bianchi: 0-15 • Chetoni: assente • Emoglobina: assente • Bilirubina: assente • Nitriti: assente ▲ FUNZIONALITA’ RENALE: Clearance o “depurazione” indica la capacità del rene di eliminare i soluti del plasma, il test misura il volume di sangue pulito dalla creatinina e dall’urea in 1’ • creatinina: prodotto di scarto endogeno dei muscoli è un buon indice di filtrazione glomerulare valori 0,5 a 1,0 mg/dl • urea: principale composto azotato presente nelle urine è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, valori 15-50 mg/dl • Si ottiene utilizzando la seguente formula Volume delle urine(ml/m) x concentrazione urinaria della sostanza (mg/dl) / concentrazione plasmatica della sostanza (mg/ dl) Procedura CLEARANCE : • La raccolta delle urine inizia al mattino, ad un ora prestabilita (es. h 7.00). • Si fa urinare il paziente e si getta questa urina (perché prodotta la notte precedente); • Si raccoglie la totalità delle urine emesse nel corso delle successive 24 ore; l’ultima raccolta sarà alla stessa ora del mattino seguente (es. h 7.00). • Il contenitore deve essere deterso e disinfettato e non contaminato da feci o urine. • Si riempie soltanto una provetta gialla, segnalando quantità. Se la raccolta avviene in un soggetto cateterizzato sarà sufficiente svuotare la sacca di raccolta all’ora di inizio (es. h 7.00) e apporre sulla sacca un cerotto con la dicitura “raccolta diuresi in corso ”, in modo tale che se dovesse essere necessario svuotare la sacca perché troppo piena, si avrà l’accorgimento di non gettare le urine ma di raccoglierle in un contenitore. Al termine la diuresi viene miscelata e si preleva un campione di urina (10cc – provetta urine tappo giallo con sistema VACUTAINER ) segnalando la quantità totale di urina prodotta. IONOGRAMMA : • Si ricercano gli ioni (CA++, Cl-, Na++, K+) nelle urine. • Serve per valutare lo squilibrio idro-elettrolitico • Contribuisce a stabilire il grado delle alterazioni renali. • Modalità e procedura come per le clearance. CITOLOGICO : • Si effettua per ricercare eventuali alterazioni morfologiche di natura neoplastica o valutare la presenza di infiammazioni, emazie e microorganismi. Prelievo dell’urina del mattino su 3 giorni • Primo giorno: eliminare la prima urina del mattino e riempire il primo campione etichettato. Bere 3-4 bicchieri di acqua nell’arco di 2 ore e riempire il secondo campione etichettato, inviare in laboratorio con richiesta. • Secondo giorno: eliminare la prima urina del mattino, bere 3-4 bicchieri di acqua nell’arco di 2 ore e riempire il terzo campione etichettato, inviare in laboratorio con richiesta. • Se il paziente è portatore di catetere vescicale si consiglia, ogni sera di svuotare il catetere prima di coricarsi e raccogliere al mattino l’urina emessa nelle ultime 12 h per tre giorni consecutivi. PROTEINURIA DELLE 24H : con questo termine con il quale viene indicata la presenza di proteine nelle urine. Il sangue viene purificato dai prodotti di scarto e da sostanze presenti in eccesso, rispetto alle necessità biologiche dell’organismo attraverso 3 processi : • Filtrazione • Riassorbimento • Secrezione Ma nel corso della vita può accadere che, per patologie o altre cause, le proteine finiscano nel filtrato glomerulare, non vengano riassorbite e vengano eliminate con le urine, in questo caso parliamo di proteinuria. CAUSE : - Benigne: ortostatismo, sforzi eccessivi, gravidanza. - Gravi: diabete, malattie renali, scompenso cardiaco, leucemie. La proteinuria può essere qualitativa e quantitativa. VALORI : • minima = 0,5g/l • moderata = 0,5-4g/l LA SACCA DI DRENAGGIO • capienza di 1 o 2l; • valvola antireflusso; • rubinetto di scarico. Si consiglia di sostituire la sacca quando si sostituisce il catetere, quando perde, diventa maleodorante o si raccoglie sedimento. Le più recenti linee guida concludono che non ci sono sufficienti dati per indicare un intervallo fisso per la sostituzione del catetere e della sacca di drenaggio di routine. Sostituire secondo le indicazioni del costruttore e/o sono presenti sedimento o incrostazioni o quando clinicamente indicato (es: febbre). La sacca di raccolta delle urine NON deve toccare il pavimento. LA TECNICA : - lubrificare il catetere; - evidenziare la zona dell’inserzione, ripetendo la disinfezione e applicando una sostanza lubrificante (al meato uretrale nella donna, nell’uretra nell’uomo); - inserire il catetere sterile delicatamente, cercando di ridurre al minimo il rischio di traumi e lesioni dell’uretra; - fissare la parte esterna del catetere per ridurne la mobilità all’interno dell’uretra ed evitare quindi possibili traumi; - raccordare il catetere al sistema di drenaggio chiuso; - porre la sacca di drenaggio sempre al di sotto del livello della vescica, ma sollevata dal pavimento per non favorire contaminazioni dovute all’ambiente esterno. 12. Esami clinici urine Esami strumentali apparato urinario ECOGRAFIA E’ la tecnica di indagine di prima istanza nello studio dell’apparato urinario, non invasiva, indolore, non utilizza mdc o radiazioni, sono onde fatte passare attraverso il corpo. Permette di misurare le dimensioni dei reni, la posizione, la morfologia, lo spessore parenchimale e il rapporto cortico- midollare, di distinguere strutture a contenuto liquido dalle masse solide, lo studio dell’idroureteronefrosi (dilatazione delle cavità escretrici del rene e dell’uretere), lo studio della vescica(neoformazioni, diverticoli o calcoli, valutazione residuo post-minzionale), valutazione della prostata e le sue dimensioni. L’ecografia viene associata al color doppler che permette di visualizzare con il colore la vascolarizzazione di un organo, e con il doppler il tipo di flusso sanguigno del distretto preso in esame. Infezioni ricorrenti, macroematuria, urolitiasi(calcoli nelle vie urinarie), I.R., coliche lombari, disturbi minzionali. PREPARAZIONE : La vescica per essere adeguatamente indagata deve essere piena perché è più risonante (unica preparazione richiesta). Per l’ecografia addome completo Dss 2giorni + digiuno + Mylicon 2cx3 (colazione, pranzo, cena),+ vescica piena. UROGRAFIA E’ un esame diagnostico che consente di ricostruire le vie urinarie. L’esame consente una valutazione sia del parenchima renale che delle vie escretrici unendo i vantaggi della tac. L’indagine ha una valenza morfologica (si mostrano le parti interessate)e funzionale(informazioni sul funzionamento fisiologico corretto). Si eseguono radiogrammi a tempi prestabiliti(basale nei primi minuti dopo l’infusione del mdc e poi ogni 5’), che evidenzieranno dapprima i reni, che eliminano la gran parte del mdc, l’esame termina con lo studio della vescica che richiede qualche minuto in più, documentata la vescica piena si procederà allo studio dell’uretra in fase minzionale e alla documentazione della vescica vuota. Oggi sostituita dalla TAC. infiammazioni, malformazioni, calcoli, tumori, traumi etc. PREPARAZIONE : Dss due giorni prima + digiuno il giorno dell’esame. • Consenso informato • Accesso venoso • Durata 1 ora • Terapia desensibilizzante e per nefroprotezione Esame non invasivo che usa campi magnetici e onde radio per produrre un’immagine dell’area che deve essere studiata. In alcuni casi prevede la somministrazione ev di un mezzo di contrasto il gadolinio. Utile per RISONANZA MAGNETICA diagnosticare ascessi, fistole, fonti di sanguinamento e tumori. In generale viene utilizzata quando è necessario un ulteriore approfondimento diagnostico dopo l’ecografia e la TC. Far rimuovere gli oggetti metallici come occhiali, dentiere, apparecchi acustici, fermagli dai capelli e simili. Ha una durata variabile tra i 15 e i 45 minuti in cui è richiesta al paziente una buona collaborazione per restare il più possibile immobile in posizione supina. Firmare consenso (2 pagine) molto prima dell’esame. I pazienti portatori di dispositivi metallici comunque suscettibili di interazione con il campo magnetico devono essere valutati con largo anticipo dal medico radiologo, prestando attenzione ai portatori di pacemaker o altri apparecchi medicali come alcune valvole cardiache, pompe per insulina, ecc PREPARAZIONE : • senza MDC no preparazione, digiuno da almeno 3 ore • con MDC clistere 10 e 2 ore prima, digiuno da almeno 4 ore, creatinemia SCINTIGRAFIA E’ un esame che permette di verificare la funzionalità renale e si divide in statica e dinamica. La STATICA si esegue somministrando ev una sostanza radioattiva, che si lega alle cellule della parte corticale del rene consentendone la visualizzazione. Dopo un paio d’ore il pz viene fatto stendere su un lettino, con lo strumento esplorante (detto gammacamera),posizionato sulla regione lombare. In presenza di un’alterazione del tessuto renale le cellule perdono la capacità di captare la sostanza , per cui le aree sofferenti si identificano come zone in cui la concentrazione della radioattività, rilevata dall’apparecchio è inferiore o assente. La scintigrafia statica permette di ottenere PREPARAZIONE : nessuna preparazione del pz, se non richiesta anestesia spinale o generale, se no digiuno . • Sedazione se pz ansioso • Utilizzo di antiaggreganti o anticoagulanti sostituita da eparina a basso peso molecolare. • Urinocoltura per verificare presenza di infezioni se no profilassi antibiotica BIOPSIA RENALE PERCUTANEA (esame strumentale endoscopico) Escissione di un cilindro di parenchima renale attraverso un ago da biopsia sul polo inferiore del rene sotto controllo ecografico. Quando è difficile interpretare esami diagnostici non invasivi, per valutare l’estensione del danno renale, disfunzioni del trapianto, anomalie urinarie(ematuria, proteinuria). Si fa coricare il paziente in posizione prona su un lettino da sala operatoria, !! N.B. se il pz è stato trapiantato viene fatto coricare in posizione supina Con l’aiuto dell’ecografo il medico identifica sulla schiena (o sull’addome) il punto esatto dove infilare l’ago, segnata la zona, la disinfetta ed inietta anestetico locale. Poi incide ed infila l’ago avvalendosi dell’ecografo. Si invita il pz a trattenere il respiro per mantenere il rene in posizione fissa e si aspira il frammento. Si richiude la zona con punti o colla e si applica medicazione protettiva. Assistenza PRE ESAME: Controllare coagulazione + esame urine. Consenso e digiuno x 6-8 h. Terapia anticoagulante o antiaggregante Assistenza POST ESAME: Posizione prona x 24 h. Controllare emocromo, es urine, coagulazione. Compressione x 3-5’. Posizionare impacco di ghiaccio Segni vitali ogni 5-15’ nella prima ora. UROFLUSSOMETRIA (prove uro dinamiche) Consiste nella registrazione grafica del flusso urinario durante la minzione (misura su tracciato la quantità di urina emessa nell’unità di tempo). E’ un’ indagine non invasiva, semplice e rapida che fornisce numerose informazioni sulla qualità della minzione. Esame di base per valutare la presenza o meno di ostruzioni delle basse vie urinarie(stenosi uretrali). Esecuzione: il pz deve urinare nell’imbuto raccoglitore dell’apparecchio come in un normale water. PREPARAZIONE : da eseguire nei 60/120’ che precedono l’esame, si può chiedere al pz di svuotare la vescica, poi bere ½ l di acqua e trattenere le urine. Il riempimento non dovrà essere eccessivo, bere si ma non troppo. CISTOMANOMETRIA (prove uro dinamiche) E’ la registrazione continua delle variazioni pressorie vescicali ed addominali, durante il riempimento vescicale. Permette di apprezzare la sensibilità, la capacità, la compliance (indice di elasticità) e la contrattilità della vescica. E’ l’indagine urodinamica + importante per identificare un’iperattività detrusoriale. Si pratica mediante una piccola sonda munita di elettrodi, introdotta per via anale e un catetere introdotto nell’uretra lubrificata ed anestetizzata con gel sterile. Il catetere permette di riempire in maniera delicata e continua, la vescica del pz con NACL, le sonde saranno in grado di rilevare l’andamento della pressione all’interno della vescica e dell’addome nella fase di riempimento. Durante la registrazione dei dati al paziente sarà chiesto di tossire, per verificare la presenza di un’incontinenza da sforzo. PREPARAZIONE : no digiuno, microclisma 2h prima dell’esame PROFILO PRESSORIO URETRALE Consente la registrazione grafica della pressione uretrale lungo tutta la lunghezza dell’uretra. Valuta l’entità delle resistenze uretrali. (prove uro dinamiche) E’ l’indagine più discussa ma anche quella + indicata nell’incontinenza da sforzo. ELETTROMIOGRAFIA (prove uro dinamiche) Studia l’attività della muscolatura striata del piano perineale(sfintere anale esterno, sfintere uretrale esterno), permette una valutazione dello stato di rilasciamento o di contrazione del perineo e di confermare o meno una situazione di incoordinazione tra detrusore e sfintere esterno. 13. Le stomie Apertura sulla parete dell’addome alla quale viene collegato chirurgicamente un tratto di intestino. L’apertura consente la fuoriuscita di materiale organico intestinale. Lo stoma non ha terminazioni nervose né muscoli pertanto la persona non possiede il controllo volontario dell’eliminazione delle feci e per questo viene applicata una sacca per raccogliere il materiale fecale. Le principali patologie che richiedono il confezionamento di una stomia sono tumori colorettali, rettolocite ulcerosa, diverticolite, occlusione intestinale, morbo di Crohn, traumi addominali. Le stomie sono: • Terminali : prevedono l’abboccamento dell’ansa alla parete addominale, in genere sono definitive e permettono un’esclusione totale al transito della parte di viscere a valle. • Laterali a doppia canna : l’ansa viene aperta formando due aperture: una consente di eliminare il materiale fecale (ansa afferente), l’altra corrisponde al segmento di intestino che è stato messo a riposo (ansa efferente). Classificazione anatomica : A. ENTEROSTOMIE • Ileostomie ; • Colostomie . B. UROSTOMIE • Cistostomie ; • Nefrostomie ; • Ureterocutaneostomie (U.I.C.S.) • CONSIGLI DIETETICI • cibi che accelerano il transito intestinale (feci più liquide e frequenti) : • cereali integrali ; • brodi di carne ; • formaggi grassi (gorgonzola) ; • fritture ; • legumi ; • frutta (prugne, pesche, pere) . • assumere 2l acqua/die ; • masticare lentamente e a bocca chiusa per non introdurre aria ; • durante l’assunzione di atb terapia (che provoca alterazione della flora batterica) assumere fermenti lattici. ▲ CIECOSTOMIA = collegamento tra cieco e parete addominale (quadrante inferiore destro). consente la deviazione parziale del materiale fecale e decomprime le anse; il materiale emesso è liquido. ▲ TRASVERSOTOMIA = collegamento tra colon trasverso e parete addominale (quadrante inferiore sinistro). le feci sono inizialmente poltacee poi più formate e sono meno aggressive rispetto al materiale fuoriesce dalle ileostomie e delle colostomie al colon ascendente, ma sono in genere liquide e ancora ricche di enzimi; le scariche non sono regolari. ▲ SIGMOIDOSTOMIA = collegamento tra sigma e parete addominale (quadrante inferiore sinistro). generalmente la sigmoidostomia viene abboccata in fossa iliaca sinistra; la frequenza di scariche è bassa e le feci sono quasi formate; le perdite elettrolitiche sono minime; le scariche sono inizialmente irregolari, poi si regolarizzano una o due volte al giorno. B. UROSTOMIE ▲ CISTOSTOMIA (temporanea) = sutura della vescica alla parete addominale, con la creazione di un’apertura attraverso le pareti vescicale e addominale (stoma) da cui fuoriesce l’urina. ▲ NEFROSTOMIA (temporanea) = inserimento di un catetere nella pelvi renale mediante un’incisione nel fianco o per mezzo di un catetere percutaneo che raggiunge il rene. ▲ URETEROCUTANEOSTOMIA (definitiva) = l’uretere, separato dalla vescica viene fatto passare attraverso la parete addominale ed abboccato ad un’incisione cutanea può essere singola o doppia . ▲ URETEROILEOCUTANEOSTOMIA = trapianto degli ureteri su una sezione isolata di ileo terminale ed abboccamento di un’estremità dell’ansa alla parete addominale. 14. IVU associate a cateterismo MICRORGANISMI : • E. coli ; • Klebsiella; • Proteus; • Stafilococco ; • Candida 15. SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI. QUALI SONO LE RESPONSABILITA’? Farmaco = sostanza usata per la diagnosi, il trattamento, la cura, il sollievo dai sintomi o la prevenzione delle alterazioni della salute. Il principio attivo è la sostanza in grado di indurre variazioni funzionali nell’organismo, mentre gli eccipienti sono componenti inermi con lo scopo di aumentare il volume del principio attivo. Capsule Costituite da un involucro gelatinoso che contiene il medicamento il forma di polvere, liquida o oleosa. Hanno lo scopo di far arrivare il principio attivo opportunamente protetto nella sede in cui va rilasciato. Compresse Formate da polvere compressa in dischi o cilindri duri; oltre al farmaco principale contengono agenti leganti per far aderire la polvere e disintegratori per favorirne la dissoluzione; possono essere solubili, effervescenti o masticabili ENTERICHE: Hanno rivestimento esterno resistente agli acidi gastrici e solubile in ambiente alcalino per cui si dissolvono liberando il principio attivo a livello intestinale AD AZIONE PROTRATTA O RETARD: liberano lentamente il principio attivo, riducendo il numero di somministrazioni quotidiane e garantendo un miglior controllo di sotto o sovra dosaggio. Cerotti transdermici Formati da un disco o cerotto semipermeabile che contiene il farmaco e consente di liberare lentamente il principio attivo che viene assorbito dalla cute Cialde o cachet Formate da un piccolo recipiente a forma di scatolina che contiene il farmaco in polvere, sono deglutite dopo essere state inumidite con acqua Colliri Sono soluzioni o sospensioni sterili, acquose od oleose Pomate Preparazioni semisolide da impiegare sulla pelle o sulle mucose, si distinguono in unguenti, creme, gel, paste a seconda dei componenti presenti Sciroppi Contengono il farmaco disciolto in una soluzione concentrata di zucchero o altre sostanze aromatiche per facilitare la somministrazione di medicamenti poco gradevoli al gusto Soluzioni o gocce Preparazioni liquide costituite da acqua e dall’aggiunta di uno o più composti in essa disciolti Sospensioni Particelle di farmaco finemente suddivise e disperse in un mezzo liquido Supposte Forma solida mista con gelatina; la sostanza attiva viene miscelata da eccipienti che danno alla preparazione forma e consistenza tali da permettere l’introduzione nel retto dove il farmaco viene rilasciato e assorbito. Classificazione dei farmaci in 14 gruppi anatomici A – apparato gastrointestinale e metabolismo B – sangue e organi ematopoietici C – sistema cardiovascolare D – dermatologici G – sistema genito-urinario e ormoni sessuali ▲ DISTRIBUZIONE E CONSERVAZIONE DEI FARMACI. • Distribuzione in stock. Farmaci distribuiti ai vari reparti, conservati e stoccati • Distribuzione automatica. Controllo computerizzato delle dosi di farmaco da distribuire. • Sistemi a dose unitaria. Dose di farmaco dispensata dalla farmacia pronta per essere somministrata al paziente senza bisogno di ulteriori calcoli o manipolazioni. Una corretta gestione dei farmaci deve assicurare la somministrazione di farmaci stabili dal punto di vista chimico e fisico. La detenzione e la somministrazione di farmaci scaduti sono puniti dal codice penale. L’infermiere deve controllare che la confezione sia integra e in buono stato, che il farmaco non sia scaduto e che siano rispettate le norme previste per la conservazione. • Locali puliti, igienicamente idonei • Identificare prioritariamente i farmaci soggetti a specifiche misure di deposito (es. stupefacenti), o a specifiche temperature di deposito • Conservazione in armadi dedicati ( lontano dalla portata dei bambini o di soggetti che potrebbero impadronirsene) • Non riporre i medicinali vicino a sostanze pericolose con cui possano confondersi • Verificare che i contenitori non siano danneggiati e che quanto ricevuto corrisponda a quanto richiesto • I farmaci con sigillo rotto o confezione danneggiata vanno restituiti al servizio farmacia • Mantenere le confezioni originali per non perdere la rintracciabilità del prodotto (non tagliare i blister) • Nelle strutture sanitarie i farmaci scaduti vanno separati e restituiti al servizio farmacia • NO giacenze eccessive • Prevedere procedure di controllo delle scadenze • Attenzione a eventuali segni di deterioramento: cambiamento di colore, di consistenza, di sapore o presenza di odore insolito. Questi segni indicano una verosimile alterazione del medicinale per cui non deve essere somministrato • A domicilio: i farmaci scaduti vanno gettati negli appositi contenitori di raccolta collocati all’interno o in prossimità delle farmacie (le sostanze presenti potrebbero essere ancora attive o produrre effetti tossici) ▲ SOMMINISTRAZIONE E MONITORAGGIO. Applicare lo standard denominato regola delle 7 G. 1- Giusto farmaco. verificare la corrispondenza tra farmaco prescritto (principio attivo e non solo nome commerciale) e farmaco che si somministra. Un controllo accurato prevede il triplice controllo: Lettura nella fase di selezione della confezione, Lettura nella fase di apertura del blister, Lettura quando si ripone la confezione. Importante ascoltare il paziente: e lui l’ultima barriera ai nostri errori. Importante conservare i farmaci nelle confezioni originali, mai somministrare farmaci raccolti in contenitori anonimi o con etichetta illeggibile. 2- Giusta persona. Verificare chiedendo il nome, a volte controllare la data di nascita, controllare il bracciale identificativo. 3- Giusta dose. Il farmaco viene dosato considerando la relazione tra dosaggio disponibile e dosaggio prescritto. Spesso risulta necessario: trasformare un’unita di misura in un’altra: p.e. unita di peso in unita di volume o Concentrare o diluire il farmaco. A volte risulta necessario spezzare le compresse per ottenere una dose intermedia tra i dosaggi disponibili. Molte compresse presentano solchi di pre-rottura. Altre volte le pastiglie vanno frantumate e polverizzate (introduzione per SNG o PEG). Possono essere usati dispositivi taglia e frantuma pastiglie o piccoli mortai, purché lavabili, non porosi 4- Giusta via di somministrazione. La scelta della via dipende dalle proprietà del farmaco, dagli effetti desiderati e dalle condizioni fisiche e mentali del paziente. 5- Giusta ora. La somministrazione richiede il rispetto di orari e modalità secondo gli schemi terapeutici, affinché sia efficace. Antibiotici, antiaritmici, antidolorifici( per garantire a livello ematico un livello costante del farmaco nelle 24 ore, devono essere somministrati ad intervalli fissi es ogni 8- 12 ore); Ipoglicemizzanti orali (la maggior parte di essi devono essere assunti circa 10-15 minuti prima dei pasti); Protettori gastrici (stomaco vuoto); Cortisone (è un ormone, deve essere somministrato al mattino per seguire il ritmo circadiano di produzione ormonale) 6- Giusta registrazione. certificare l’avvenuta somministrazione apponendo la propria firma. Completezza e correttezza della documentazione infermieristica, anche dal punto di vista legale. Registrare il rifiuto di assunzione, indagare sulle motivazioni, informare il medico 7- Giusto controllo. In tutte le fasi della gestione della terapia controllare se si sta procedendo in maniera corretta e in alcuni casi è opportuno richiedere l’intervento di un collega per verificare alcune preparazioni 8- Giusta causa. Importante chiedersi se il farmaco che si sta per somministrare ha una giustificazione clinica; domandarsi perché l’assistito deve prendere questo farmaco 9- Giusta risposta. Una volta che il farmaco è stato somministrato l’infermiere deve monitorare il pz per verificare che tipo di effetto si manifesta. 10- Giusta informazione ed educazione. Informazione adeguata che l’infermiere fornisce al pz o al caregiver permettendo di ottenere il consenso e la collaborazione. ▲ Farmaci CAMPIONE Vengono consegnati ai medici direttamente dagli Informatori scientifici. Possono essere prescritti dal medico e impiegati all’interno delle unità operative (in fondo sono farmaci già in commercio), ma: - Non devono essere depositati insieme ai farmaci forniti dalla farmacia ospedaliera - Non devono essere tenuti sul carrello impiegato per la somministrazione della terapia - Non devono essere tenuti nei locali in cui sono depositati i farmaci forniti dalla farmacia ospedaliera, ancorché separati da questi ultimi - Devono essere conservati dai medici ai quali sono stati consegnati nei loro armadi personali - Se devono essere conservati in frigo in una scatola dedicata con il nome del medico sul coperchio ▲ Farmaci PERICOLOSI Nella categoria di farmaci pericolosi rientrano molti altri farmaci: anestetici, anticoagulanti, eparina, antiaritmici, antineoplastici, oppioidi, benzodiazepine EV, digossina ecc. Per questi farmaci e previsto un DOPPIO CONTROLLO di due operatori durante le fasi di identificazione prodotto, calcolo per diluizioni, preparazione, somministrazione ▲ Farmaci STUPEFACENTI Sono farmaci che agiscono sul SNC con una potente azione antidolorifica. La normativa Italiana sull’uso de gli stupefacenti ha sempre confinato con la normativa sulle Tossicodipendenze. L’estrema prudenza nell’uso degli stupefacenti e dettata dal timore che l’uso legale (terapia del dolore) possa alimentare l’uso illegale (tossicodipendenza). All’interno delle strutture sanitarie la movimentazione di tali farmaci prevede l’utilizzo di: • Registro di carico/scarico delle sostanze stupefacenti e psicotrope • Moduli per l’approvvigionamento nelle unita operative • Moduli di reso alla farmacia dei farmaci da eliminare • Custodia in luoghi sicuri e chiusi a chiave Ogni movimentazione sia in entrata che in uscita deve essere eseguita entro 24h. Dopo ogni movimentazione deve essere indicata la giacenza. Eventuali correzioni senza cancellature o bianchetto. Registro di 100 pagine numerate e vidimate dal Direttore Sanitario. ‼ interazioni tra farmaci e/o alimenti fenomeno per cui gli effetti di un farmaco vengono modificati in presenza di un altro farmaco, di un prodotto a base di erbe, di alimenti o bevande. Può avere effetti positivi (terapia dell’ipertensione); oppure effetti negativi. Gli alimenti possono variare la velocità e l’entità di assorbimento del farmaco. 16. EQUILIBRIO IDROELETTROLITICO OMEOSTASI : Il volume dei liquidi corporei dipende dalla quantità di acqua introdotta attraverso la bocca e da quella eliminata, ma anche dai meccanismi di controllo ormonale. DISIDRATAZIONE : eccessiva perdita di acqua del corpo. Si manifesta con segni e sintomi gradualmente più evidenti il relazione alla gravità. - Mucose del cavo orale secche - Aumento del senso della sete • In base alla durata può essere: - Acuta = meno di 3 settimane scatenata da un meccanismo di danno epiteliale ; - Subacuta = da 3 a 8 settimane, generalmente post-infettiva da infiammazione persistente delle vie aeree ; - Persistente = oltre 8 settimane; spesso dovuta a asma, bronchite eosinofile o reflusso gastroesofageo. • In base alle caratteristiche si distingue in: - Secca = Non c’è espettorato, solitamente si vede nei processi infiammatori della laringe, della trachea o dei bronchi ; - Umida = Presenza di espettorato. Infezioni polmonari o bronchiali acute o croniche - Convulsiva = Successione di colpi di tosse con inspirazioni molto rumorose. Tipica della pertosse o in stati irritativi intensi della muscosa ; - Abbaiante = Caratterizzata da un rumore rauco. Si riscontra frequentemente negli stati patologici delle corde vocali L’emottisi è l’espettorato di sangue dalle vie aeree. Le cause più frequenti sono il carcinoma polmonare e le bronchiti. Il sangue può invadere le vie aeree e gli spazi alveolari causando un’alterazione degli scambi gassosi e il soffocamento. ‼ diversa da ematemesi, sangue proveniente dal tratto gastrointestinale. ▲ OSTRUZIONE BRONCHIALE : riduzione del lume delle vie aeree con conseguente alterazione del flusso d’aria che le attraversa. Può essere di tipo anatomico (presenza di neoformazioni o corpi estranei) o di tipo funzionale (alterazione intrinseca del bronco). • Tipi di espettorato : - Mucoso = Di aspetto bianco perlaceo, traslucido, vischioso. Fasi iniziali di processi infiammatori delle vie respiratorie. - Muco-purulento = Di aspetto torbido, colore giallognolo. Infezioni respiratorie quali bronchiti o broncopolmoniti. - Sieroso = Di aspetto acquoso e schiumoso, colore trasparente; talvolta può essere misto a muco o a pus. Tipico dell’edema polmonare. - Purulento = Aspetto torbido, colore verde o marrone. È raro e determinato dallo svuotamento attraverso i bronchi di raccolte purulenti polmonari. Ascessi polmonari. - Vomica = Espulsione dalla bocca di notevole quantità di espettorato in un solo momento. L’espettorazione avviene per il drenaggio di materiale purulento che si è raccolto in notevole quantità nei polmoni e nei bronchi. Si evidenzia in casi si presenza di caverne polmonari tubercolari o ascessi polmonari. 19. Nutrizione enterale Forma di alimentazione per pazienti che, pur mantenendo l’integrità funzionale del tratto gastroenterico, non possono assumere alimenti nel modo naturale. Consiste nella somministrazione di alimenti in forma liquida attraverso una sonda oppure per via orale. Per posizionare il sondino si può ricorrere ad una via naturale (SNG, sonda naso duodenale, sonda naso digiunale), oppure una stoma artificiale aperta a livello faringeo, gastrico o digiunale. Si utilizza in tutte quelle condizioni di malnutrizione o impossibilità a cibarsi dovute a: - Malattie neurologiche o psichiatriche - Stati ipercatabolici - Malattie oro-faringo-esofagee - Malattie gastrointestinali - Nutrizione pre o post operatoria - Fistole intestinali a bassa portata - Neoplasie - Sepsi, ustioni o alterazioni metaboliche - Svezzamento dalla nutrizione parenterale 20. Nutrizione parenterale Forma di supporto nutrizionale nel quale i nutrienti vengono somministrati per via endovenosa. La somministrazione per via endovenosa deve essere sempre rivalutata perche l’obiettivo è quello di riportare l’apparato gastrointestinale alla piena funzionalità . Glucosio: solitamente tra i 150 e i 200 mg/dl. Elettroliti: valori di sodio e potassio servono come base e come guida per la terapia sostitutiva. Il paziente che necessita di supporto nutrizionale presenta spesso alterazioni idroelettrolitiche. Bilancio azotato: esprime il rapporto tra azoto introdotto e azoto eliminato Magnesio: il livello sierico può essere basso in caso di sindrome da malassorbimento, resezione intestinale, fistola intestinale e nel pz con aspirazione naso gastrica estesa. Range normale 1.4-2.2 mEq/litro Fosforo: la fosforemia tende a ridursi per aumentato uso di fosforo nel metabolismo glucidico. Il livello sierico andrebbe rilevato ogni settimana. 21. Assistenza pre e post operatoria • Fase preoperatoria : Informazione/educazione preoperatoria, nessuna preparazione intestinale, nessun digiuno, carico preoperatorio di fluidi e carboidrati per os, supporto nutrizionale • Fase intraoperatoria : Restrizione dei fluidi, prevenzione attiva dell’ipotermia, analgesia peridurale, chirurgia laparoscopica mininvasiva, nessun SNG, nessuno o limitato uso dei drenaggi • Fase postoperatoria : Mobilizzazione precoce forzata, nutrizione orale precoce, non utilizzo di oppiacei, profilassi nausea o vomito, precoce rimozione del catetere vescicale Piano di dimissione e follow up telefonico7 22. Via intramuscolare Somministrazione direttamente nella massa muscolare. Assorbimento rapido e un inizio di azione più veloce rispetto alla via orale e a quella sottocutanea. La scelta della sede di iniezione deve essere effettuata considerando: l’età della persona, la tipologia del farmaco da iniettare, la quantità del farmaco, le condizioni generali della persona. È controindicata nei casi in cui sia necessario ottenere un effetto molto rapido e il farmaco possa essere somministrato anche per endovena. Controindicata anche in pz con disturbi della coagulazione perché le iniezioni aumentano il rischio di ematomi intramuscolari. Utilizzare la tecnica Z. 23. Via sottocutanea Questo tessuto è meno vascolarizzato di quello muscolare e per questo l’assorbimento è più lento, ma è completo se lo stato circolatorio del pz è normale. Permette di ottenere un effetti sistemico utilizzata quando il farmaco non può essere somministrato per via orale e quando i farmaci devono essere assorbiti in modo lento e costante e che richiedono somministrazioni in piccole quantità ma ripetute. Le principali sedi sono: la fascia superiore esterna delle braccia, la zona periombelicale, zona laterale delle cosce. Per queste iniezioni è possibile pizzicare la cute effettuando una plica per individuare il tessuto sottocutaneo ed evitare iniezioni nel muscolo. Non è necessario effettuare un’aspirazione prima di iniettare nel sottocute. 24. Via endovenosa Somministrazione di un farmaco o di un fluido direttamente nel torrente circolatorio. Permette un’azione farmacologica ancora più rapida. È indicata per i pazienti che: - Non possono o non riescono ad assumere liquidi o alimenti per bocca - Che necessitano di farmaci che verrebbero distrutti con i succhi digestivi o che non sarebbero assorbiti nel tratto gastrointestinale - In condizioni di rapido deterioramento delle funzioni vitali, in caso emorragia, stato di shock - Necessitano di farmaci che devono stare a livelli ematici costanti
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