Scarica Prova di trazione statica e più Appunti in PDF di Meccanica solo su Docsity! Prova di trazione statica La trazione è la sollecitazione a cui è sottoposto un corpo che è soggetto a un sistema di forze divergenti. E’ uno degli sforzi elementari di Lamé insieme a: compressione, flessione, taglio e torsione. La prova di trazione consiste nel sottoporre un provino, di dimensioni standard, ad un carico di trazione con una certa velocità d’incremento fino a provocarne la rottura. E’ una prova distruttiva in quanto provoca la distruzione del provino sul quale si effettua. La sollecitazione applicata è di tipo statico, cioè gradualmente crescente. E’ la prova più importante poiché ha lo scopo di determinare fondamentali proprietà meccaniche quali: resistenza, elasticità, deformabilità, strizione… I macchinari per la prova di trazione servono per determinare la resistenza a sollecitazioni statiche dei vari materiali metallici. Questi macchinari sono costituiti da: (vedi foto) La macchina utilizzata per la prova di trazione fornisce direttamente un diagramma, detto diagramma carico-deformazione. Il carico (o sforzo) viene indicato col il simbolo sigma σ, mentre la deformazione (o allungamento) con il simbolo ε. La formula per calcolare il carico è: σ= F/S0 [N/m²] La formula per calcolare la deformazione è: ε= (l-l0)/l0 Come visibile nella figura di sotto la prova di trazione ha tre regimi: elastico, elasto-plastico e plastico. Il regime elastico è indicato da una linea retta (in teoria, nella pratica non è una retta bensì una curva). Nel regime elastico è valida la legge di Hooke: σ= ε·E con le seguenti formule inverse. La E indica il modulo di Young ed è costante. L’inizio del regime elasto-plastico è segnato dal limite elastico lineare σe (A); in questa fase se lasciamo il provino esso tornerà come all’inizio ma avrà una deformazione minima (trascurabile). Il regime plastico è quello in cui il provino si deforma irreversibilmente. La prima fase è detta snervamento (movimento difetti cristallini) in cui il carico è costante (C-D). Lo snervamento termina nel punto d’incrudimento (D). In seguito all’incrudimento avremo nel punto E la σr (sigma di rottura) e nel punto F σu (sigma ultimo), quest’ultimo è più in basso di σr perché S0 è minore rispetto all’inizio della prova e quindi la macchina utilizza meno forza per rompere il provino. In alcuni casi lo snervamento è convenzionalmente non visibile. Si sceglie quindi una deformazione pari allo 0,2%, si manda una parallela alla retta della fase elastica e nel punto di intersezione avremo σs cioè il punto di incrudimento (vedi figura sottostante).