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prove scritte svolte Cassino TFA primo e secondo grado, Prove d'esame di TFA Sostegno

Prove scritte svolte da me, per il superamento del concorso TFA Cassino, io ho superato (con 27) come vincitrice entrambi i concorsi secondaria di primo e secondo grado. Trovate all'inizio anche un elenco completo delle tracce uscite dal primo ciclo all'VII.

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

In vendita dal 24/03/2023

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Scarica prove scritte svolte Cassino TFA primo e secondo grado e più Prove d'esame in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! Tracce uscite (estratte e non estratte) a Cassino secondaria di I e II grado. 1. Caratteristiche del RAV 2. La valutazione nella scuola secondaria di secondo grado e primo 3. Le strategie per favorire la partecipazione degli studenti. 4. Educazione interculturale nella scuola secondaria di II° grado e I. 5. Cittadinanza e Costituzione alla scuola secondaria di I grado 6. La valutazione Sommativa 7. Il PTOF caratteristiche 8. L'apporto delle TIC nella didattica 9. Caratteristiche delle prove di verifica 10. Strategie didattiche utili a promuovere la motivazione 11. Il patto di corresponsabilità 12. La continuità e l’ orientamento nei rapporti con gli ordini inferiori e superiori nella scuola secondari di primo grado. 13. Funzione orientativa/dimensione emotiva nella relazione insegnate alunno. 14. Il ruolo del docente nell’inclusione/ il rapporto scuola-famiglia. 15. Le metodologie didattiche utili a promuovere la cittadinanza 16. Educazione ai media e con i media nella scuola secondaria di primo grado. 17. Continuità  curricolo verticale nella scuola secondaria di primo grado 18. La promozione delle competenze trasversali nella scuola secondaria di primo grado 19. Le caratteristiche della certificazione delle competenze 20. Il rapporto scuola famiglia nella scuola secondaria di primo grado 21. La funzione dell'orientamento nella scuola secondaria di primo grado Tracce specifiche II grado 22. Iniziative per contrastare la dispersione scolastica. (non presente in questo documento) 23. Lo statuto degli studenti e delle studentesse (non presente in questo documento) 24. I percorsi PCTO (non presente in questo documento) 25. La valutazione didattica nella scuola secondari di II grado. Il RAV Il rapporto di autovalutazione è un documento introdotto dalla circolare ministeriale nr. 47 del 2014 e portato a regime nell’anno scolastico 2016/2017 (NOTA MIUR 829). Le scuole, statali e non statali di ogni ordine e grado , hanno sviluppato questo processo di costruzione dell’autovalutazione istituendo apposite commissioni all’interno del collegio docenti, presiedute dal DS . I dati sono raccolti ed elaborati da una piattaforma appositamente predisposta dal MIUR con il supporto dell’ente INVALSI. Ad oggi il RAV rappresenta il documento motore del processo di miglioramento delle singole istituzioni scolastiche, in quanto in esso si mettono in luce i punti forti e le debolezze dell’offerta formativa. Una tale analisi permette alle scuole secondarie di primo grado di confrontarsi con dati nazionali e internazionali, in modo da individuare strategie per migliorare la propria azione educativa. Il rapporto di autovalutazione è un documento introdotto dalla circolare ministeriale nr. 47 del 2014 e portato a regime nell’anno scolastico 2016/2017 (NOTA MIUR 829). Le scuole, statali e non statali di ogni ordine e grado , hanno sviluppato questo processo di costruzione dell’autovalutazione istituendo apposite commissioni all’interno del collegio docenti, presiedute dal DS . I dati sono raccolti ed elaborati da una piattaforma appositamente predisposta dal MIUR con il supporto dell’ente INVALSI. Ad oggi il RAV rappresenta il documento motore del processo di miglioramento delle singole istituzioni scolastiche, in quanto in esso si mettono in luce i punti forti e le debolezze dell’offerta formativa. In modo particolare, nella scuola secondaria in cui lavoro, il RAV offre sempre la possibilità di comprendere i livelli occupazionali post diploma , tali dati per gli istituti tecnici e professionali sono indispensabili al fine di individuare le migliori strategie formative. • la valutazione nella scuola secondaria di secondo grado e primo L’area della valutazione coinvolge attualmente 4 settori : la valutazione degli studenti, del personale, dell’istituto e del sistema in genere (a livello nazionale provinciale ecc..). Negli anni 90 con la legge 241, si è puntato ad incrementare la trasparenza della valutazione a tutti i livelli. La valutazione degli studenti della scuola secondaria di primo grado ha come oggetto il processo formativo e gli apprendimenti , ha finalità educativa e concorre al miglioramento degli apprendimenti e al successo formativo, inoltre stimola l’orientamento e l’autoconsapevolezza nonché lo sviluppo dell’identità personale (DLGS 62/2017). I criteri relativi alla valutazione devono essere esplicitati nelle programmazioni: di classe, individualizzate e personalizzate. La valutazione intermedia e finale ad oggi viene espressa in decimi per tutte le materie ad esclusione dell’IRC, ed è deliberata in maniera collegiale da tutti i docenti del consiglio di classe. Il PTOF rappresenta la carta d’identità delle singole istituzioni scolastiche, in realtà è un documento identitario abbastanza prolisso. L’acronimo è di recente individuazione dovuto alla legge 107/2015 cosi detta Buona Scuola. Il Piano triennale per l’offerta formativa è obbligatorio per tutte le scuole, è di competenza del collegio docenti, ma solitamente è elaborato da una commissione interna e poi deliberato dal collegio. Anche se la sua durata è triennale può essere aggiornato entro il mese di ottobre di ogni anno scolastico, di fondamentale importanza nel PTOF sono le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi e i traguardi indicati nel piano di miglioramento. Il PTOF per l’utenza rappresenta un punto di riferimento per l’orientamento, in quanto da esso si possono desumere molte informazioni: l’orientamento curriculare, il quadro orario, i progetti , le attività extracurriculare, i rapporti della scuola con il territorio ecc.. L'apporto delle TIC nella didattica Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sono oramai inserite a pieno titolo negli strumenti indispensabili per un’ attività didattica di qualità. In modo particolare l’emergenza pandemica ci ha letteralmente costretto al loro utilizzo, in quanto solo attraverso software come GSuite o Teams è stato possibile mantenere la relazione educativa con gli studenti. Con il ritorno in classe, l’utilizzo di You Tube, LIM, programmi di e-Lernig e simili, è stato potenziato. Ai fini di una didattica concepita come apprendimento attivo le TIC si sono rivelate una risorsa indispensabile e direttamente collegate a metodologia di insegnamento come il risolvere problemi, l’insegnamento cooperativo e la classe capovolta. In modo particolare quest’ultima metodologia sarebbe quasi del tutto impraticabile senza l’utilizzo di internet ( nessuno compra più l’enciclopedia), la rete favorisce lo sviluppo della creatività in quanto offre forme di stimolo differenti. Su un dato argomento l’alunno può cercare una canzone, un’ immagine, un testo scritto, un articolo, un video o l’insieme di tutte queste cose, può persino trovare un gioco a tema. Inoltre l’uso della tecnologia a scuola ha permesso di iniziare un discorso di educazione all’utilizzo degli strumenti tecnologici, infatti gli studenti spesso si sono rivelati inesperti nell’uso dei software di videoscrittura o ingenui nell’approccio a canali di informazione come Wikipidia. Caratteristiche delle prove di verifica Le prove di verifica in genere sono di tre tipologie: scritte, orali e pratiche. Le classiche prove scritte possono essere: strutturate o semi strutturate. Nelle prove semi strutturate gli stimoli sono chiusi ma le domande sono aperte anche se seguono criteri rigidi di esecuzione. Le strutturate si distinguono dalla semi strutturate in quanto le domande o l’elaborazione della traccia si articolano senza vincoli particolari. Il saggio breve o il riassunto sono delle tipologia di prova semi strutturata, mentre un test con esercizi a risposata multipla, vero a falso, completa il testo bucato , sono esempi di prove strutturate. Per quanto riguarda le prove orali ad oggi resta favorita la riflessione parlata, in una discussione avviata dal docente , si mette l’alunno dinanzi ad un problema e si valuta le sue capacità di riflessione e risoluzione. Le prove pratiche invece sono per lo più utilizzate dalle materie tecniche e di indirizzo prevedono spesso l’utilizzo dei laboratori e delle tecnologie. Molte altre sono gli strumenti utili alla valutazione, concludo dicendo che io preferisco i compiti in situazione in quanto permettono di valutare direttamente le competenze. Strategie didattiche utili a promuovere la motivazione Motivare una classe o un singolo alunno è un’ esigenza primaria, in quanto dalla motivazione dipende la riuscita del processo formativo. La motivazione è favorita da 3 principali azioni didattiche : la trasmissione del fascino del sapere, la gratificazione/successo, il riconoscimento da parte del docente in quanto adulto di riferimento al di fuori della famiglia. La seconda e la terza azione sono fondamentali in quanto hanno a che fare con il costrutto psicologico dell’autoefficacia ( Bandura), costituiscono quella conferma di sé che alimenta l’autostima. Un alunno a cui si somministrano prove di verifiche adeguate alla sua “zona di sviluppo prossimale” è un alunno soddisfatto che avverte la scuola come luogo di autoconsapevolezza delle proprie capacità. Inoltre per favorire la motivazione di notevole supporto è un attività didattica laboratoriale e di gruppo, in cui il discente è posto in una situazione di cooperazione-paritetica e amicale. Per influire positivamente sulla motivazione il docente deve quanto più diventare facilitatore dell’apprendimento, l’alunno deve sentirsi riconosciuto capace e adeguato, in modo particolare nell’adolescenza i rinforzi positivi contribuiscono a solidificare la motivazione. Il patto di corresponsabilità Con l’aggiunta dell’art. 5 bis al DPR 235/2007 è stato istituito il patto educativo di corresponsabilità, si tratta di uno strumento per avvicinare le famiglie alla scuola. E’ un documento standard elaborato dal Consiglio di Istituto (nel quale sono presenti tutte le componenti scolastiche comprese le famiglie) in cui vengono esposti i diritti e i doveri dell’istituzione scolastica e di studenti e famiglie; è un atto formale che ha valore non tanto giuridico quanto di condivisione dei fini. Viene ripreso nel Regolamento di Istituto e sintetizzato nel PTOF.I genitori lo firmano all’atto dell’iscrizione ( per il II grado anche lo studente firma), si tratta di una procedure utile a rendere i genitori più responsabili nel processo educativo. Si punta ad indurre la famiglia ad una collaborazione educativa proficua, in virtù dell’adesione della famiglia ad un preciso progetto educativo. La continuità e l’ orientamento nei rapporti con gli ordini inferiori e superiori nella scuola secondari di primo grado. Per quanto concerne la continuità con gli ordini inferiori dall’anno scolastico 2011/2012 sono stati istituiti gli istituti comprensivi , tale processo di accorpamento della scuola secondaria alla scuola primaria e dell’infanzia, garantisce un processo di continuità didattica all’interno dello stesso ciclo di istruzione. La continuità ha lo scopo di accompagnare e sostenere gli alunni delle classi V nel delicato passaggio alla scuola secondaria, favorendo un ambiente sereno e socializzante. ( Esempio di attività: introdurre i bambini nelle classi I farli interagire con docenti, ambienti e alunni) Anche l’orientamento è un diritto degli studenti istituito definitivamente con il decreto legge 104 del 2013, i percorsi di orientamento scolastico si inseriscono strutturalmente nell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado e hanno l’obiettivo di promuovere inclusione sociale e crescita , si tratta di un orientamento formativo capace di sostenere i ragazzi in particolari momenti di scelta e transizione. Momenti di orientamento possono essere: l’incontro con alunni che già frequentano un determinato istituto o momenti di riflessione dedicati alle proprie aspirazione e capacità. Infine tutte le scuole all’interno del collegio docenti nominano una commissioni che si occupa di programmare e razionalizzare tali attività, tali commissione spesso lavorano in rete garantendo così un ampia comunicazione e favorendo l’orientamento. Funzione orientativa/dimensione emotiva nella relazione insegnate alunno. Carl Rogers ha affermato che l’insegnate è un facilitatore dell’apprendimento inoltre esso è adulto di riferimento, soprattutto nel periodo adolescenziale anche quando in apparenza l’alunno sembra non riconoscergli tale funzione. Alla base dell’insegnamento è necessaria una sana relazione educativa, costruita fondamentalmente sull’empatia. L’alunno è al centro dell’attività d’insegnamento non viceversa, deve sentirsi accolto e apprezzato, docente e alunno giocano nella stessa squadra anche se il docente ne è l’allenatore. Come ci ha ricordato Galimberti i giovani sono affetti da una sorta di analfabetismo emotivo, è compito di tutti i docenti educare trasversalmente all’emotività . Una delle tecniche più utilizzate è l’aggancio emotivo attraverso cui il docente trascina il discente ad uno stato emotivo diverso. Ad esempio se avverto ostilità nei miei confronti da parte della classe, tendo a raccontare la mia esperienza di alunna, mostro alla classe che anche io sono stata a loro posto e non utilizzo mai le parole: prima erano altri tempi, adesso è tutto cambiato; anzi punto a mettere in luce le analogie non viceversa. Gli alunni apprezzano molto, iniziano a fare domande e in maniera graduale (perché sei continuamente messo alla prova, loro avvertono la puzza della menzogna) cambiano stato emotivo assumono una dimensione di cordialità, solo a quel punto è veramente possibile iniziare il processo di insegnamento/apprendimento. Il ruolo del docente nell’inclusione/ il rapporto scuola-famiglia. L’inclusione di tutti e di ciascuno è una delle principali finalità nella progettazione di ogni singolo docente. Un dei criteri fondamentali affinché ciò avvenga è la flessibilità nell’utilizzo della didattica comune che preveda l’applicazione di strategie e tecniche di insegnamento multidirezionali e polirisolvibili. In un contesto in cui aumentano sempre di più gli alunni con BES è necessario non solo predisporre piani individualizzati e personalizzati, ma utilizzare strumenti e metodologie accessibili a tutti, come: uso della LIM, costruzione di mappe concettuali, approcci bastai sull’apprendimento cooperativo ecc… Fondamentale è anche concedere spazio alla partecipazione dei genitori alla vita della scuola : coinvolgerli in esperienze da realizzare con la classe, alla stesura dei PEI, dei PDP , promuovere momenti di formazione, nel rispetto delle competenze di ognuno. Oltre naturalmente ad essere sempre disponibili al dialogo, garantendo sempre la propria disponibilità in momenti istituzionali (come gli incontri scuola famiglia) e non istituzionali, ovviamente nel rispetto della propria vita privata. Le metodologie didattiche utili a promuovere la cittadinanza Le competenze di cittadinanza attiva investono trasversalmente tutte le materie, sono certificate come competenze base al termine dell’istruzione obbligatoria, ma proiettano il discente verso una formazione permanente per tutta la vita. Introdotte nella scuola dall’Unione Europee sono: imparare ad imparare, progettare, comunicare , collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazione, acquisire ed interpretare le informazioni. Le metodologie didattiche più favorevoli allo sviluppo di tali capacità sono: l’apprendimento cooperativo, la classe capovolta, il compito in situazione, il risolvere problemi. Tali approcci permettono ad ogni alunno di organizzare il proprio apprendimento scegliendo le fonti e vagliandole criticamente, elaborano e progettano secondo specifici criteri di priorità, comunicano
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