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Prussia nell'età moderna , Appunti di Storia Moderna

Descrizione della nascita dello Stato prussiano.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 26/01/2018

GGiulia1997
GGiulia1997 🇮🇹

4.4

(87)

157 documenti

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Scarica Prussia nell'età moderna e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Lezione 04-12 Tra il mondo germanico e l’Italia c’è in comune l’unificazione nazionale tardiva (=gli Stati nazionali si sono formati tardivamente, a 800 avanzato). Nel mondo germanico e penisola italiana c’era il frazionamento dei territori a livello politico fino all’800. Tra il 1861 e il 1870 si è arrivata all’unificazione italiana. MONDO GERMANICO: il Brandeburgo all’inizio era un principato tedesco e aveva una posizione strategica sui confini nordorientali del Sacro Romano impero. Prussia e Brandeburgo si uniscono: all’inizio del 500 (epoca della Riforma) il grande maestro dell’Ordine teutonico era un esponente della casa dei Brandeburgo nazionalizza l’Ordine, unisce/laicizza i territori dell’Ordine e li annette al Brandeburgo. Quest’ultimo, allora diventa uno Stato diviso in 2 pezzi: un pezzo è quello intorno a Berlino, l’altro è distanze alcune centinaia di kilometri e corrisponde alla Prussia orientale. I cavalieri teutonici avevano cercato di espandersi lungo le rive del Baltico ma si erano scontrati con le città-stato e principi russi, poi con i polacchi (Confederazione Polonia-Lituania) e i cavalieri teutonici erano stati sconfitti. Il territorio quindi che avevano conservato era quello nella Prussia orientale e nonostante i loro tentativi, non erano riusciti ad allargarlo. Brandeburgo e Prussia sono sotto lo stesso sovrano e rappresentano una terra di confine: si trovano in mezzo a zone slave. Il Brandeburgo non ha confini naturali: è una zona aperta, si puo’ entrare da qualsiasi parte e ciò stimola la formazione di un apparato militare di difesa indispensabile. Brandeburgo e Prussia hanno economia, all’inizio, prevalentemente agricola, non sono le parti più ricche del mondo germanico. Brandeburgo-Prussia è un’area periferica agricola. Si tratta di un’area che si protestantizza, la casa regnante di Brandeburgo è calvinista ma governa un popolo di luterani. Dalla guerra dei 30 anni di inizio 600, il Brandeburgo ne esce devastato perché non ha difese naturali, viene attraversato dagli eserciti. L’elettore di Brandeburgo che prende le redini dello Stato dopo questo conflitto è Guglielmo Federico. Egli si pone a riorganizzare lo Stato in una maniera che tende a costruire una burocrazia ed un esercito efficienti. I nemici di questo Stato sono a sud l’imperatore e a nord la Svezia. La Svezia infatti voleva impadronirsi di queste coste per farne una base commerciale. La Polonia tradizionalmente è nemica a causa delle vicende storiche dell’Ordine teutonico. Nel secondo 600 l’elettore di Brandeburgo si vuole rafforzare militarmente, ha avuto eredità territoriali per l’estinzione di rami parenti. Si tratta di uno Stato molto frazionato e l’obiettivo di chi lo governa è creare una continuità territoriale con lo scopo di rafforzarsi. Quando Luigi 14 decide di chiudere la questione del protestantesimo revocando l’Editto di Nantes e mettendo i protestanti francesi davanti alla scelta: convertirsi o emigrare; un certo numero di questi emigra (ugonotti) e vanno alcuni a Ginevra, altri in Olanda/Inghilterra/colonie inglesi/Brandeburgo. L’elettore di Brandeburgo accoglie volentieri questi emigrati perché ha bisogno di ripopolare i territori, inoltre si tratta di persone appartenenti ai ceti mercantili/artigiani e vanno ad impiantare attività in una zona arretrata. Guglielmo Federico prosegue la sana politica di organizzazione amministrativa/ rafforzamento militare. Il ceto nobiliare è formato da agrari/proprietari terrieri: da un lato amministrano le loro terre, dall’altro sono burocrati o assumono gradi militari. L’elettore di Brandeburgo segue una politica accorta, punta a rafforzarsi. Ottiene il suo primo risultato a inizio 700 quando l’elettore di Brandeburgo fornisce nuovamente un contingente militare significativo alle armate imperiali chiedendo in cambio di essere elevato alla dignità di re. “Federico I in Prussia” ottiene il titolo di re. Nell’insieme dei territori però, la Prussia era il territorio più povero. L’esercito prussiano era enorme però il re sergente non lo usava mai, faceva poche guerre. Federico II cerca di scappare all’estero perché si sente represso dal padre, ma viene preso. Federico II passa allora gli anni successivi conformandosi alle linee del padre. E’ un intellettuale, scrive libri. Nel 1740 muore Federico I e l’imperatore Carlo VI, l’ultimo degli Asburgo di Vienna lasciando solo la figlia femmina Maria Teresa. Carlo VI, quando si rese conto che avrebbe lasciato solo lei come erede, iniziò accordi diplomatici con gli altri Paesi per far sì che alla sua morte venga riconosciuta la successione della figlia. La figlia non poteva diventare imperatrice, avrebbe dovuto sposarsi e il principe consorte prendeva il titolo di imperatore. Carlo VI fa un decreto chiamato “Prammatica Sanzione” e lo fa firmare dai sovrani stranieri (anche Federico I), con quale sanciva il fatto che la figlia era l’erede. Alla morte di Carlo VI però, le firme poste sotto la prammatica sanzione sono “carta straccia”. Il primo a muoversi è proprio Federico II che mette in marcia l’esercito e occupa la Slesia (senza dichiarazione di guerra), un territorio popoloso con miniere di carbone e fiorente attività tessile. Maria Teresa tenta di riprendersi questa regione ma fallisce. Nel trattato di pace del 1763 Maria Teresa deve rinunciare in maniera definitiva alla Slesia. Si tratta di un’acquisizione importante: Federico II si rivela un ottimo generale. Si tratta di un sovrano a due facce: da una parte uomo di cultura/protettore delle arti e scienze/promotore dell’economia/miscredente e tollerante, dall’altra uomo di guerra senza scrupoli/ rimorsi e pronto a sacrificare le vite dei suoi soldati e la sua stessa. L’acquisizione della Slesia è un successo “avvelenato”: tra il 1740 e il ’63 buona
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