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psicobiologia, psicologia dello sviluppo, psicologia dello sport, Dispense di Psicobiologia

appunti di psicologia dello sviluppo, psicobiologia e psicologia dello sport

Tipologia: Dispense

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francesca-anzalone-2 🇮🇹

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Scarica psicobiologia, psicologia dello sviluppo, psicologia dello sport e più Dispense in PDF di Psicobiologia solo su Docsity! PSICOBIOLOGIA LEZIONE 1 COGNIZIONE >facoltà di conoscere. Il neuroscienziato cognitivo studia la relazione tra i processi cognitivi (ciò che permette di percepire e comprendere gli stimoli esterni, generare pensieri e azioni) e tutto ciò che succede nel cervello. Noi non siamo consapevoli di tutti gli stimoli che ci colpiscono pertanto abbiamo un sistema che si chiama ATTENZIONE ci permette di selezionare gli stimoli che ci colpiscono. Anche gli stimoli scartati rimangono vivi e possono interferire la nostra prestazione. Quando agiamo lo facciamo sempre allo stesso modo? Quando iniziamo ad essere in grado di pianificare le azioni? È tutto immagazzinato in mente dopo aver ripetuto le cose e aver capito come agire. CINEMATICA > studio dei parametri di movimento (traiettoria, velocità, accelerazione ecc). Che relazione c'è tra movimenti oculari e attenzione? L'analisi dello sguardo è utile per: confrontare le strategie visive di atleti esperti con quelle dei non esperti e individuare i pattern di sguardo ci permettono una prestazione migliore; creare materiale di allenamento registrando il comportamento dello sguardo quiet-eye”. degli atleti migliori e utilizzandolo come tutorial; allenare utilizzando la tecnica del “ QUIET-EYE+ tecnica che in alcune discipline di precisione serve per allenare l'atleta ad utilizzare lo sguardo come mezzo per ottenere il risultato. Ad esempio nei giocatori di golf. Lo spazio è unico? È diviso in: peripersonale (vicino) ed extrapersonale (lontano). Lo spazio vicino e peripersonale è quello spazio in cui noi possiamo agire, possiamo modificare lo stato di cose (afferrare, schiacciare, toccare); lo spazio lontano invece e quello in cui posso solo percepire (annusare, sentire) e non posso modificare lo stato di cose. Ad esempio se a distanza di 2mt ho un interruttore è uno spazio extrapersonale, ma se avessi un bastone lungo con cui posso premere l’interruttore diventerebbe uno spazio vicino. LEZIONE 2 Psicobiologia-> disciplina originatasi dalla psicologia e insieme dalla neuroanatomia e neurofisiologia con lo scopo di individuare e descrivere i meccanismi che sono alla base del comportamento degli esseri viventi considerati come unità integrata dell'individuo con il suo ambiente naturale. L'attività in certe aree del cervello influenza il comportamento e viceversa. Cos'è il comportamento? È l'insieme delle attività manifeste dell'organismo; e dei processi mentali che sottostanno ad esse, detti anche FUNZIONI COGNITIVE. Il ruolo del cervello non è stato sempre evidente ma all’inizio dell’800 c'erano due scuole diverse: una diceva che il cervello è un organo omogeneo e che il comportamento veniva generato indistintamente dal cervello; un'altra scuola invece diceva che il cervello era diviso in parti e il comportamento dipendeva da esse. Tra i primi a sostenere che il cervello è diviso in parti è stato Franz Joseph Gall fonda la dottrina chiamata Frenologia->è una dottrina pseudoscientifica secondo la quale le singole funzioni psichiche dipenderebbero da particolari zone o “regioni” del cervello, così che dalla valutazione di particolarità morfologiche del cranio di una persona (linee, depressioni, bozze), si potrebbe giungere alla determinazione delle qualità psichiche dell’individuo e della sua personalità (inclinazione all'amore, per l'intimità domestica, per la combattività, per l’amore del teatro, per il calcolo, ecc.). linguaggio, proprio il problema del paziente in esame. > METODO NEUROPSICOLOGICO: Studiare pazienti che presentano lesioni cerebrali in aree specifiche e verificare che tipo di deficit manifestano. Quando è nata la psicologia? Come disciplina scientifica è iniziata poco più di un secolo fa in Germania, per poi affermarsi prima nei paesi anglosassoni e poi nel mondo. Come insieme di teorie ingenue esiste da quando l’uomo ha incominciato a riflettere su se stesso. Psicologia ingenua: teoria fondata sulla personale esperienza. Psicologia basata sul metodo sperimentale: manipolazione di variabili. Variabile indipendente: viene manipolata dallo sperimentatore Variabile dipendente: misura del comportamento. Se la variabile dipendente viene modificata dalla manipolazione sperimentale, questo significa che la variabile indipendente ha un effetto sulla variabile dipendente. Lo studio sperimentale dei contenuti e dei processi mentali non è sempre stato accettato come un valido argomento di ricerca in psicologia. Se l’uomo non faceva parte della natura, perché studiarlo con le tecniche adottate per la natura? Charles Robert'Daiiniha formulato la'teoria dell'evolIzIONE delle specie IL COMPORTAMENTISMO Watson afferma che non hanno senso tutti quei concetti propri della psicologia del senso comune o della psicologia filosofica, tipo: mente, pensiero, desiderio, volontà, etc, perché sono concetti metafisici, in quanto tali non scientifici. AI loro posto bisogna collocare il comportamento, perché per studiarlo è sufficiente osservare gli stimoli che l'organismo riceve e le risposte a questi o viceversa. Visto che non è possibile studiare sperimentalmente la mente è necessario limitarsi a studiare sperimentalmente il comportamento. Oggetto di studio: non la mente, né la coscienza, ma il comportamento osservabile. Metodo di studio: non l’introspezione né il colloquio clinico, bensì il controllo sperimentale. All’inizio del Comportamentismo, si sono sviluppati dei nuovi approcci alla ricerca psicologica fondati sull’evidenza che l'elaborazione delle informazioni poteva essere quantificata e che vi erano dei limiti prestabiliti alla quantità delle informazioni che poteva essere trasmessa lungo i canali di comunicazione. IL COGNITIVISMO > Negli anni ‘50 i computer potevano validare semplici teoremi matematici, un'abilità in precedenza considerata solo umana. Questo dimostra che non c'è bisogno di niente di non scientifico o mistico nello studio dei processi mentali non osservabili, in quanto è possibile descriverli con una serie di operazioni simboliche. Metafora del computer: | circuiti cerebrali costituiscono l'hardware; Le strategie di elaborazione costituiscono il software. ive corticali > la via del cosa (ventrale) e la via del dove (dorsale). Dorsal stream Ventral stream Cellule magnocellulari: cellule gangliari che rispondono a stimoli grandi e al loro movimento. Cellule parvicellulari: cellule gangliari per l’analisi dei dettagli dello stimolo e del colore. Parietal Magno Me-ganglion cellsp=®) | GN, magnocellloi (celle ganglori che rispondono a stimoli grandi e al loro movimento) P-ganglion cells ppi Parvo [rem] porviclluai (cellule ganglioi per Tanalisi de dettagli dello Stimolo e del colore) IT cortex Ungerleider e Mishkin> Hanno allenato le scimmie ad eseguire due compiti: discriminazione di oggetto (cibo sotto un oggetto di una certa forma)e compito di localizzazione (cibo nascosto in contenitore vicino ad un landmark). Scimmie alle quali successivamente veniva lesionato il lobo temporale non erano più in grado di eseguire la discriminazione di oggetto; scimmie alle quali successivamente veniva lesionato il lobo parietale non erano più in grado di eseguire il compito di localizzazione. Goodale & Milner (1995) Suggeriscono che: la via dorsale serve al controllo visivo dell'esecuzione delle azioni — VIA DEL COME; la via ventrale è la sede principale delle informazioni relative alla percezione e alla semantica — VIA DEL COSA. Ipotesi supportata da pazienti che dimostrano una “doppia dissociazione”: il paziente DF (agnosia ra) con un danno al lobo temporale non riesce a dire se una fessura è orientata verticalmente o orizzontalmente e non riesce a fare il “match”. Riesce però ad imbucare; il paziente A.D. (atassia ottica) con una lesione dorsale riesce perfettamente a riconoscere gli oggetti ma non riesce a prenderli o usarli correttamente. Pazienti con lesione alla via dorsale Atassia ottica Non riescono ad utilizzare le informazioni visive per eseguire le azioni ma riconoscono gli oggetti e l'orientamento degli oggetti = rete gi oggetti Conservano a cpact di ue e informazioni veve per guar Non riconoscono gli oggetti e l'orientamento degli oggetti ma riescono ad utilizzare le informazioni visive per eseguire le azioni La Cronometria mentale nasce con il fisiologo olandese Donders (1818-1889) Ipotesi: si può misurare la durata di esecuzione delle operazioni mentali attraverso la misura dei Tempi di Reazione = TR Esempio: premere più velocemente possibile un tasto appena si vede apparire un puntino luminoso sullo schermo. Il tempo che intercorre tra l'apparire del puntino (stimolo) e la pressione del tasto (risposta) è un indice del tempo richiesto dal processo mentale di decisione (detezione, riconoscimento, invio della risposta, movimento, esecuzione). La differenza nei tempi di risposta tra due situazioni simili in cui solamente una caratteristica viene variata, dà un indice del tempo richiesto per effettuare esattamente quell’operazione mentale di differenza. Quanto più lungo è il tempo che intercorre tra la presentazione dello stimolo e il momento in cui il soggetto emette la risposta, tanto più numerose si può ipotizzare siano le operazioni che sono state compiute. Corteccia premotoria 3175 Mm srt motorla primaria Metodo sottrattiva (Donders) 200ms ‘Se 2 compiti sono identici, eccetto che per una operazione mentale X, la differenza tra i TR necessari per eseguire | 2 compili fornisce Una misura del tempo necessario per ‘eseguire l'operazione. ù 2 TR compito A - Tr compito B = TR operazione mentale X Corteccia prefrontale! 457ms 145,15; Donders era interessato a misurare il tempo necessario per svolgere 2 operazioni mentali elementari (a) DISCRIMINAZIONE dello stimolo visivo N ÀL 7 \ ÈLobotemporale (b) SELEZIONE della risposta N er Per fara utlizza 3 civersi compiti (a procedure par misurare i TR): 35ms ome TR SEMPLICI (tipo A}: 1 stimolo - 1 risposta {non a non b) TR DI SCELTA (tipo B): N stimoli - N risposte (Sia a sie b) TR GO NO-GO (tipo C). N stimoli - 1 risposta (ama non b) Midollo spinale 225 ms Operazione di DISCRIMINAZIONE: TRO-TRA Operazione di SELEZIONE della risposta: TRB-TRO Muscoli delle dita 250 ms Effetto Navon> ai soggetti vengono presentate lettere grandi composte da lettere piccole. Gli stimoli sono costituiti da quattro combinazioni: 2 congruenti H grande fatta di H piccole e 2 incongruenti H grande fatta da S piccole. Condizione globale: i soggetti devono prestare attenzione alla lettera grande. Condizione locale: i soggetti devono prestare attenzione alla lettera piccola. Non sempre si riesce a eliminare l'informazione irrilevante per il compito: in questo caso l'informazione irrilevante interferisce con la prestazione. Effetto Stroop-dSebbene il significato della parola indicante il colore sia irrilevante per il compito, si è più lenti a nominare il colore del carattere quando questo è «incongruente». Questo accade perché la lettura della parola è un processo automatico e quindi, se è incongruente, determina un’interferenza. Un’informazione irrilevante viene elaborata lo stesso e non si riesce ad eliminarla totalmente. verde giallo rose nero verde rosso >. ner verde rosso nero giallo verde ..\. nero DIRE IL PIU' RAPIDAMENTE POSSIBILE DI QUALE COLORE SIA L'INCHIOSTRO USATO PER SCIVERE LE DIVERSE PAROLE Effetto compatibi la posizione spaziale dello stimolo. ‘à spaziale> Risponde più velocemente la mano biomeccanimente più compatibile con Effetto SNARC>c'è una relazione tra la rappresentazione mentale dei numeri e la relazione spaziale tra mano che risponde e posizione dello stimolo? Secondo gli autori i numeri sono rappresentati spazialmente: Esisterebbe una linea numerica mentale che andrebbe da sinistra verso destra con i numeri piccoli disposti a sinistra e i numeri grandi a destra. Questo spiegherebbe l’effetto SNARC. Effetto distanza: dire se 9>8 è più difficile che dire se 9>2 (la distanza è maggiore). Effetto grandezza: dire se 8>7 è più difficile che dire se 3>2 (anche se la differenza è la stessa, si lavora meglio con i numeri piccoli). LEZIONE 4 Psicofisica->Scienza che indaga le relazioni funzionali che intercorrono tra gli eventi fisici ed i corrispondenti eventi psicologici. Studio delle relazioni quantitative che legano stimoli fisici e sensazioni per caratteristiche quali il peso, l'intensità luminosa, l'intensità sonora. | processi sensoriali iniziano nel momento in cui le cellule sensoriali recettrici danno inizio all'attività elettrica del circuito neurale periferico del relativo sistema sensoriale. Poi, per mezzo dei potenziali d'azione questa attività è condotta verso stazioni di elaborazione di crescente complessità nel sistema nervoso centrale fino a raggiungere aree corticali. Recettori diversi codificano quantità fisiche diverse: nei sistemi somatico e olfattivo fanno parte del neurone che effettua sia la trasduzione che la codifica; nei sistemi visivo, gustativo, uditivo e per la misura dell’equilibrio, i recettori sono cellule di tipo epiteliale che comunicano con il neurone sensoriale primario attraverso un meccanismo simile a quello delle sinapsi. Acuità sensoriale: La finezza della discriminazione (es. distinguere due punti nello spazio visivo oppure due punti sullo spazio corporeo) dipende dalla densità dei recettoriò Visione: l’acuità visiva diminuisce rapidamente in funzione dell’eccentricità (la distanza dal punto di fissazione) ed è massima in fovea (regione centrale della retina). Ecco perché si spostano gli occhi di continuo. | coni, responsabili della visione dettagliata in condizioni di luce predominano nella regione centrale della retina. | bastoncelli, responsabili della visione in penombra, sono presenti in periferia. Tatto: distribuzione dei recettori somatosensoriali sulla superficie corporea. Sui polpastrelli è di pochi millimetri mentre sulla schiena è di alcune decine di millimetri. NCD nuclei delle colonne dorsali: la pelle della punta del dito ha un’alta densità di fibre afferenti. Ciascuna fibra afferente ha una bassa convergenza a livello dei NCD. Pertanto molti neuroni sono richiesti per rappresentare una certa area cutanea. La conseguenza è che si hanno piccoli campi recettivi e alta discriminazione tattile. Le cortecce sensoriali primarie: la prima stazione corticale. La corteccia motoria primaria: l’ultima stazione corticale. Quando vengono stimolate determinano immediate modifiche del comportamento DAREE ELOQUENTI. Aree corticali di associazione o cortecce associative: queste regioni integrano le informazioni derivate da altre regioni cerebrali. Quando vengono stimolate NON determinano immediate modifiche del comportamento >AREE NON ELOQUENTI. Phineas Gage > Un esempio del fatto che la stimolazione o la lesione delle aree NON ELOQUENTI come il lobo prefrontale non provoca effetti immediati sul comportamento. Miracolosamente sopravvissuto all'incidente, già dopo pochi minuti Gage era di nuovo cosciente e in grado di parlare. Dopo tre settimane poteva già rialzarsi dal letto e uscire di casa in maniera del tutto autonoma. L'incidente ha determinato un cambiamento della sua capacità di fare previsioni sulla base dei dati acquisiti, rendendolo incapace di valutare i rischi delle sue azioni. Campo recettivo: Regione dello spazio nella quale deve essere localizzato uno stimolo sensoriale affinché un neurone possa rispondere. | campi recettivi di neuroni del sistema visivo e sensoriale (tattile) sono piccole zone dello spazio visivo o del corpo, mentre i campi recettivi di neuroni dei sistemi uditivo, olfattivo e gustativo sono definiti dalla frequenza del suono e dalla composizione chimica delle molecole stimolanti. Campo recettivo tattile: Regione di superficie corporea che se stimolata determina una risposta del neurone. Campo recettivo visivo: Regione dello spazio visivo che se stimolata determina una risposta del neurone. Regione di spazio visivo che corrisponde alla regione stimolata della superficie retinica (spostando l'occhio, si sposta la regione retinica e di conseguenza si sposta il campo recettivo). PROPRIETÀ FUNZIONALI DEI NEURONI: Diverse caratteristiche dello stimolo (oltre alla posizione spaziale) alle quali il neurone è sensibile. La frequenza di scarica non è più legata all'intensità dello stimolo (come avviene a livello dei recettori) ma alle combinazioni delle proprietà dello stimolo. LEZIONE 5 PSICOFISICA + considera gli stimoli che sono presenti nel mondo fisico che ha in parallelo le risposte ovvero come vengono interpretati dalla nostra mente. CONTINUO FISTCO CONTINUO PSICOLOGICO * frequenza ed ampiezza dell'onca di un suono | | «altezzae intensità sonora * peso di un oggetto “ pressione tattile e pesantezza + lunghezza ci una linea « grandezze visiva percepita «luminosità della luce «livello di energia di uno stimelo luminoso Continuo fisso: sono gli stimoli presenti nell'ambiente. Continuo psicologico: sono le sensazioni che gli stimoli fisici determinano nell’individuo. I limiti del continuo psicologico non sono costanti nel tempo e variano da soggetto a soggetto. Zona di transizione: intervallo in cui uno stimolo di grandezza costante può produrre o no una sensazione. Nello stesso individuo, varia in funzione della stanchezza, della pratica ad eseguire il compito, ecc. Soglia: definita in termini statistici come lo stimolo che provoca una risposta positiva il 50% delle volte in cui viene presentato. Soglia assoluta: Corrisponde all'intensità minima dello stimolo per la quale lo stimolo viene percepito il 50% delle volte in cui viene presentato. Soglia differenziale: Corrisponde alla differenza di intensità minima tra due stimoli per la quale gli stimoli vengono percepiti come diversi il 50% delle volte in cui vengono presentati. + Punto di eguaglianza soggettivo: Valore di uno stimolo che determina una risposta uguale ad uno stimolo standard (due stimoli fisicamente diversi vengono percepiti come uguali). La legge di Weber>un medico tedesco si rende conto che la soglia differenziale cresce proporzionalmente con il crescere dello stimolo standard. Più grande è uno stimolo, maggiore è l'incremento necessario affinché il suo cambiamento possa essere rilevabile. Es. se aggiungo 50 grammi a un peso di 100 grammi mi accorgo, ma se aggiungo un peso di 50 grammi a un peso di 50 chili non mi accorgo. La legge di Fechner> Fechner, uno dei padri della psicofisica classica, ipotizza che tutte le soglie differenziali (jnd: just noticeable difference) vengano percepite come cambiamenti uguali nella sensazione, indipendentemente dalla grandezza dello stimolo. La jnd può quindi essere considerata l’unità di sensazione. E’ possibile misurare le sensazioni utilizzando la jnd: partendo dal valore di soglia assoluta (ind=0) è possibile indicare le differenze di sensazione specificando di quante jnd differiscono. In pratica, la grandezza della sensazione associata ad uno stimolo che si trova 10 jnd sopra soglia sarà pari a “10”. La grandezza percepita di un qualsiasi stimolo sarà proporzionale al numero di jnd sopra la soglia assoluta. Grazie a Fechner, il jnd diventa l’unità della scala delle sensazioni esattamente come il metro è l’unità della scala delle lunghezze. Percezione di chiarezza > CONTINUO FISICO CONTINUO PSICOLOGICO + luminanze: * chiarezza: misura fisica dell'intensità luminosa, esperienza visiva di luce 2 buio evocata ce ottenuta tramite fotemetro, ed espressa in |. | diverse intensità di luce unità come cendele/m2 STIMOLI RISPOSTE Percezione del colore> CONTRASTO CROMATICO E COSTANZA CROMATICA Contrasto cromatico: 14 ritagli blu sx ei 7 ritgli gialli a dx sono in realtà grigi identici E i combiomento nel contesto spettrale che fa in modo che appoino buo gilli a: de Costonza cromatica tR07 o, L'informazione contestuale può fare in modo che ritagli che hanno spettri molto diensi sembrino dello stesso colore. (rossi) Percezione della forma > Illusione di Muller-Lyer: Anche oggetti semplici del continuo fisico, come figure geometriche, possono essere viste diverse nel continuo psicologico. Le teste più lontane si vedono più piccole ma noi sappiamo che più o meno le teste hanno la stessa grandezza: le cose più lontane le ingrandiamo, le cose più vicine le rimpiccioliamo. Una linea verticale appare più lunga di una linea orizzontale della stessa lunghezza © prat so — rina a Cont een, Pie 12 rt ni Percezione della profondità->Monoculare: probabilmente è appresa. Occlusione: quando un oggetto è oscurato da un altro, quello che ostruisce è più vicino. Dimensione/distanza: piccolo. Parallasse di movimento: spostando la testa, lo sfondo si sposta di più per un oggetto vicino che ù un oggetto è lontano, più è per uno lontano. Binoculare: Stereopsi: ciascun occhio ha una visione diversa degli stessi oggetti vicini (disparità retinica). Fusione delle due immagini (soprattutto per gli oggetti vicini). Il meccanismo non è ancora chiaro. Bone \ martello Stoffe Semicircular canale ineudine | Oval window Trimpanie Eterna] atditofy meat membrane Ping f Cognitive Mourascience, Figure 1 1, art 1) ra La finestra ovale segna l’accesso nella coclea che ospita l'apparato dei recettori neurali dell'orecchio interno. Il movimento della finestra ovale è trasmessa al fluido che si trova nell’orecchio interno che a sua volta muove le estroflessioni delle cellule ciliate (stereociglia). Tale movimento depolarizza la membrana delle cellule ciliate determinando la liberazione di molecole trasmettitrici che suscitano potenziali sinaptici. Se raggiungono la soglia vengono generati potenziali d'azione nelle terminazioni degli assoni che formano il nervo uditivo. La frequenza dello stimolo è codificata dalla regione della membrana basilare che è maggiormente flessa dallo stimolo. 1) Regione più vicina all'orecchio medio che è attivata dalle alte frequenze 7) Regioni distale attivata dalle basse frequenze “e Mimdone _ Trveling wave Wire prin 4 Cat ese, Pre " LOCALIZZAZIONE DELLE FONTI SONORE> Ritardo interaurale (frequenze basse, sotto i 3kHz): Il suono raggiunge prima un orecchio che l’altro Differenze nell’intensità del suono (frequenze alte, sopra i 3 kHz): L'intensità dello stimolo alle due orecchie varia in funzione della posizione della fonte (per alte frequenze la presenza della testa agisce da ostacolo). SISTEMI MECCANOSENSORIALI Forniscono le informazioni sugli stimoli meccanici che agiscono sul soma: 1. Sistema cutaneo/sottocutaneo: stimoli sulla superficie del soma (corpo) tatto, vibrazione, pressione, izio da recettori sensoriali associati ad una grande varietà di elementi non neurali tensione cutanea. Ha (peli, pliche cutanee e varie strutture di incapsulamento delle terminazioni nervose). La qualità dello stimolo è determinata dai recettori coinvolti (Dischi di Merkel: tatto lieve, pressione superficiale; corpuscoli di Pacini: pressione profonda, vibrazione; corpuscoli di Meissner: distinzione tra due punti; terminazioni di Ruffini: tatto continuo). L'intensità dello stimolo è codificata dalla frequenza dei potenziali d'azione. L’accuratezza nel discriminare due stimoli varia a seconda della parte del corpo sulla quale sono applicati 2. Sistema propriocettivo: forze meccaniche agenti sui muscoli, sui tendini e sulle articolazioni percezione della posizione e dello stato degli arti e delle altre parti del corpo nello spazio; Esempio di propriocettori: fusi neuromuscolari. 3. Sistema del dolore (nocicettivo): stimoli dannosi e temperatura; 4. Sistema vestibolare: segnali generati da accelerazione e decelerazione del corpo (in particolare della testa). | recettori sensoriali hanno origine dai corpi cellulari dei gangli delle radici dorsali che inviano una terminazione assonica verso la periferia e l’altra nel midollo spinale o nel tronco. Struttura di un canale sensoriale L'informazione sensoriale raggiunge le aree corticali attraverso un certo numero di neuroni. Nel caso somatico si tratta di tre neuroni. | recettori per il tatto rilevano la stimolazione della pelle e mandano potenziali d'azione lungo gli assoni che entrano nelle radici dorsali del midollo spinale. Quando l’assone entra nel corno dorsale del midollo spinale, si unisce alla colonna dorsale di sostanza bianca e ascende al cervello. Nel bulbo, l’assone dalla periferia fa la sua prima sinapsi, innervando un neurone dei nuclei delle colonne dorsali. Questo neurone bulbare, manda il suo assone attraverso la linea mediana fino al talamo. A questo punto, il talamo sinistro riceverà informazioni riguardo al lato destro del corpo. Il talamo a sua volta, manderà queste informazioni alla corteccia somatosensoriale. La capacità di discriminare due punte che mi toccano l’avambraccio è maggiore se io osservo la pelle attraverso una lente di ingrandimento!! (ovviamente senza vedere le due punte che mi toccano) Ed è minore se vengo toccato al buio!! Quindi: La soglia differenziale NON dipende esclusivamente dalla densi delle fibre afferenti. LE ILLUSIONI SENSORIALI SOMATICHE Non vi è corrispondenza semplice tra la percezione e i parametri fisici dello stimolo Effetto della doppia matita: Mettere una matita tra le labbra e tirare la bocca. Sembrerà di avere in bocca due matite in quanto la matita tocca le labbra in punti che non sono normalmente corrispondenti; Effetto della mano di gomma: Mano destra nascosta Falsa mano in vista Una persona tocca contemporaneamente la mano vera e la mano falsa; Dopo un po’ sembra che la sensazione del tatto sia determinata dal “toccamento” della mano falsa. Se improvvisamente la mano falsa viene picchiata con un martello automaticamente si tende a ritirare la mano vera. Ciascuna delle 4 aree della corteccia somatosensoriale contiene una rappresentazione completa e separata del corpo: MAPPE SOMATOTOPICHE (homunculus sensoriale). La faccia e le mani sono molto ingrandite rispetto al resto del corpo in quanto il feedback sensoriale relativo alla manipolazione e all'espressione facciale è straordinariamente importante per le funzioni cognitive. La corteccia somatosensoriale secondaria (52) e altre aree nella corteccia parietale posteriore ricevono proiezioni da S1 e a loro volta estendono delle proiezioni alle strutture limbiche quali l’amigdala e l’ippocampo. Anche i neuroni nelle aree corticali motorie del lobo frontale ricevono informazioni da queste regioni di ordine superiore e forniscono proiezioni di ritorno alle regioni somatosensoriali. Primary somato- sensory cortex SI) _ Posterior parietal cortex Fropriocettivi Toti E Propriacettivi Secondary somato- sensory cortex (5) La maggior parte delle sensazioni tattili sono trasmesse da una rete di nervi ‘veloci’, che conducono segnali a 60 metri al secondo. Le carezze, caratterizzate da una velocità attorno ai 3 cm/s, attivano un sottogruppo di nervi specializzati (chiamati fibre C-tattili, CT), ‘lenti’ (solo 1 metro al secondo) che non vengono elaborate da S1 0 S2 ma dalla corteccia orbitofrontale, in particolare la corteccia dell’insula sinistra anteriore, un’area implicata nell’elaborazione dei sentimenti positivi. Quindi, le carezze non vengono percepite come sensazione tattile ma come emozione!! LEZIONE 7 Il dolore è determinato da ciò che noi pensiamo stia succedendo. L'esempio più chiaro è l’effetto placebo: Risposta fisiologica dopo la somministrazione di un rimedio farmacologicamente inerte. Il suo effetto può essere bloccato in seguito alla somministrazione di naloxone (antagonista competitivo dei recettori oppiacei). Durante la somministrazione di un placebo considerato “analgesico” si attivano le regioni cerebrali farmacologicamente rispondenti agli analgesici oppioidi. Quindi l’effetto placebo non è né magico né il segno di un intelletto suggestionabile. La sensazione di dolore ci aiuta a capire la natura delle informazioni sensoriali. E' certo che il dolore non esiste come “oggetto” nel mondo reale. Parallelamente non esistono nemmeno i colori o i suoni o gli odori Esistono solo nel nostro cervello! La dimostrazione più evidente di questa affermazione è data dall’ARTO FANTASMA ARTO FANTASMA > Dopo l’amputazione di un’estremità quasi tutti i pazienti percepiscono ugualmente la presenza dell’arto perduto. Questo fenomeno è presente anche dopo blocco anestetico nervoso locale (anestesia) a scopo chirurgico. Questo dimostra che le stazioni centrali di elaborazione dell’informazione somatica sono in grado di generare (e non solo di raccogliere) le informazioni. Questo è congruente con quello detto finora riguardo la visione o l'udito: “i percetti (le sensazioni) non sono una semplice trasformazione degli input periferici”. Spesso i pazienti provano dolore fantasma: praticamente impossibile da curare! Sinestesia (mescolanza dei sensi Alcuni individui mescolano le esperienze appartenenti a un dominio sensoriale con quelle appartenenti ad un altro. Sinestesia grafema-colore: persone che vedono numeri, lettere o forme simili come se fossero di colori diversi. Percezione di colori in risposta a note musicali e gusti specifici evocati da certe parole e/o numeri. Anche le FUNZIONI COGNITIVE sono state localizzate in alcune aree corticali+ Applicando i paradigmi psicologici assieme alle tecniche e i metodi derivanti dalla neurobiologia, neurofarmacologia, neurologia, neurochirurgia, psichiatria: possibile trovare le relazioni tra funzioni cognitive e substrato neurale. Studio dei cambiamenti di | Misurazione dell'attività comportomento quando il cerebrale mentre vengono cervello ha subito alterazioni | eseguiti compiti cognitivi “lesioni cerebrali (trauma |: tecniche di visualizzazione cranico, ictus cerebrale) (EMRI, PET) + alterazioni elettriche * tecniche elettrofisiologiche (Stimolazione elettrica (registrazione di singoli diretta, TMS, DCS) neroni, EEG, potenziali * alterazioni farmacologiche | evocati) Area di Broca: La sua stimolazione determina il cosiddetto «speech arrest»; Area motoria primaria: La sua stimolazione determina un’interferenza a livello di attivazione muscolare della lingua; Area premotoria: La sua stimolazione determina un’interferenza a livello di programma motorio della parola; Stimolazione Magnetica Transcranica o TMS (Transcranial Magnetic Stimulation)> tecnica neurofisiologica non-invasiva e indolore che permette di stimolare specifiche aree cerebrali. Si basa sull’applicazione di un campo magnetico transiente sullo scalpo mediante uno stimolatore. Il tessuto neurale sottostante il coil è soggetto ad un flusso di corrente che provoca la depolarizzazione neuronale. TMS sulla corteccia motoria primaria-> produce contrazioni involontarie dei muscoli controlaterali. L'ampiezza delle contrazioni può essere misurata, ed utilizzata per ricostruire una mappa dell’eccitabilità del sistema motorio durante compiti motori e cognitivi. Se io stimolo la corteccia motoria primaria la corrente scende nel motoneurone primario che attiva il motoneurone secondario e avviene la contrazione che è misurabile tramite l’elettromiografia. Elettromiografia> apparecchio che permette la registrazione dell’attività elettrica muscolare. Misura i potenziali elettrici che si formano in un muscolo durante la sua contrazione. Nel caso di elettrodi di inserzione (ad ago), i singoli potenziali rispecchiano l’attività di una singola unità motoria. Nel caso di elettrodi di superficie (a disco, o coppetta), i potenziali riflettono l’attività ad un gruppo di unità motorie. Accoppiamento eccitazione-contrazione> quando una cellula muscolare riceve uno stimolo da un motoneurone, la cellula si depolarizza generando un potenziale d'azione che a sua volta scatena la contrazione. COSA PUO DETERMINARE UN AUMENTO DI ECCITABILITA? SE LA CORTECCIA PREMOTORIA E ATTIVA, ESSA INVIA SEGNALI ECCITATORI ALLA CORTECCIA MOTORIA PRIMARIA Puo’ utilizzare la tms sulla corteccia motoria primaria per verificare se la corteccia premotoria e’ attiva, e sta inviando segnali eccitatori alla corteccia motoria primaria. Ad esempio: Immaginare di eseguire un movimento richiede il coinvolgimento del sistema motorio? Quando immaginiamo di eseguire un movimento utilizziamo le stesse aree utilizzate durante l'esecuzione di quel movimento. Quando immaginiamo di eseguire un movimento si attivano gli stessi muscoli che utilizziamo durante l'esecuzione di quel movimento MA SOTTOSOGLIA (i neuroni della corteccia motoria sono depolarizzati ma non raggiungono la soglia) Grazie all’azione inibitoria dei lobi frontali. Il tempo impiegato per valutare se l’immagine di una mano ruotata rappresenta una mano destra o sinistra, è correlato all'angolo di rotazione dell'immagine. Il tempo impiegato per immaginare la rotazione della mano è maggiore nel caso in cui lamano mostrata è in una posizione difficile dal punto di vista biomeccanico rispetto al tempo di immaginazione necessario quando la mano mostrata è in una posizione biomeccanicamente facile. Inoltre, iltempo utilizzato dai soggetti per immaginare e per effettuare realmente la rotazione della mano è simile. Questo dimostra che l'immaginazione di un compito motorio rispetta i limiti biomeccanici del movimento reale. Non si tratta, quindi, di una semplice immaginazione visiva ma è necessario «sentire» il movimento del segmento corporeo coinvolto, in questo caso la propria mano, o in generale dell’intero corpo. E’ possibile allenare un arto immobilizzato? * Gruppo A: immobilizzato, non fa niente (cerchi bianchi) * Gruppo B: immobilizzato, per cinque giorni alla settimana esegue immaginazione motoria di forti contrazioni del polso guidato da istruzioni verbali dello sperimentatore («immagina di spingere con il polso un’impugnatura...spingi, spingi, spingi,...rilassa») (triangoli bianchi) * Gruppo C: non immobilizzato (cerchi neri) Viene misurata la forza prima, subito dopo aver tolto il gesso e una settimana dopo averlo tolto > LA REGOLARE ATTIVAZIONE DELLE REGIONI CORTICALI MOTORIE GRAZIE ALL’IMMAGINAZIONE MOTORIA ATTENUA LA DIMINUZIONE DI FORZA DETERMINATA DALLA MANCANZA DI USO. Constraint-induced movement therapy (CIMT)> E’ possibile allenare un arto paretico? L’arto sano viene immobilizzato per il 90% della giornata. L’arto con problemi di movimento viene sottoposto ad allenamento intensivo per almeno 6 ore al giorno. La plasticità cerebrale viene stimolata determinando una riorganizzazione funzionale delle rappresentazioni sensorimotorie. Mirror therapy Viene utilizzato uno specchio: la mano sana viene mossa mentre viene guardata allo specchio. Questo suscita l'impressione di muovere l’arto paretico. LEZIONE 9 Registrazione dei potenziali d'azione prodotti dai singoli neuroni>È condotta con sottili elettrodi di tungsteno o di acciaio inseriti in corteccia, rivestiti di materiale non conduttore eccetto che in punta (selettività della registrazione), che permettono di misurare il voltaggio in funzione del tempo. Uno stimolo è presentato un certo numero di volte e ciascuna di esse costituisce una prova. La risposta del neurone a quello stimolo è determinata allineando i potenziali d'azione indotti da ciascuna prova e sommando tra le prove. Elettroencefalogramma (EEG) Registra l’attività elettrica di migliaia di neuroni utilizzando un insieme di elettrodi di superficie (da pochi a 256) applicati al cuoio capelluto. Sistema standard di posizionamento degli elettrodi sul cranio Tipi di elettrodi utilizzati nella registrazione di un EEG n Gli elettrodi vengono applicati in base a coordinate standard, il cosiddetto Sistema Internazionale 10-20 introdotto dalla International Federation of Eleclroencephalography nel 1958. In base all'area cerebrale scitostante, gli elettrodi vengono incicati cen sigle A) Elettrodi a “coppetta” diverse : F se sono posizionati sull'area frontale, P_su quella parietale, C sulla centrale, T temporale e © sull'area occiplile; in base alle meclana vengono 8) Elettrodi a cuffia disinîi con numeri pari se si trovano @ destra e dispari se si trovano a C) Eletrodi ad ago (ipodermici) sinistra; con Z, invace, si dantifcano elettrodi in posizione meciana. In quasto modo ad ogni elettr ‘corrisponda una regione ben precisa del nostro cervello Il tracciato EEG riflette la somma di attività di tutti i processi in corso nella regione registrata dall’elettrodo o dagli elettrodi e quindi tale informazione non può essere facilmente collegata a specifiche funzioni cognitive. Un modo più efficace è quello di utilizzare i Potenziali correlati a eventi (ERP, event-related potentials) che possono essere estratti dall’EEG mediante il calcolo della media sincronizzata. Gli ERP sono piccole fluttuazioni di voltaggio in un EEG innescate da eventi sensoriali o cognitivi e riflettono la somma dell’attività elettrica delle popolazioni neuronali che rispondono specificamente a quegli eventi. Tecnica dell’Averaging> consiste nel: registrare numerose volte l’EEG dopo la presentazione dello stimolo; fare la media delle diverse ripetizioni. Poiché l’EEG di fondo varia in modo casuale, esso tende a zero nella media. Il segnale ERP, che è time-locked allo stimolo, emerge dal rumore di fondo all'aumentare delle ripetizioni. Il rapporto segnale rumore di fondo aumenta in funzione della radice quadrata del numero di ripetizioni. Alla fine degli anni ’70 dell'Ottocento, Angelo Mosso, fisiologo italiano, si accorse che in due pazienti adulti poteva osservare le variazioni di pressione sanguigna nelle arterie cerebrali attraverso aperture nelle ossa craniche frontali prodotte da lesioni traumatiche (situazione simile alla “fontanella” nei neonati). In particolare, si accorse che quando il paziente Bertino udiva il suono delle campane di mezzogiorno le pulsazioni cerebrali diventavano più ampie. Egli ipotizzò che il suono delle campane ricordasse a Bertino che era il momento di recitare una preghiera. Bertino confermò. Mosso aveva dato inizio al processo che avrebbe portato alle neuroimmagini. Registrazione EMG senza TMS Registrazione EMG senza TAIS Durante il compito cognitivo Registrazione ENG con TMS Registrazione EMG conTMS Durante ur compito cognitivo Senro compito cognitivo Sei sistema motorio è coinvolto | ” A j Vv \_ V Ù Disturbi neurologici del linguaggio: Afasia> Un’alterazione del linguaggio che interessa la comprensione o la produzione di linguaggio o entrambe dipende da lesioni (danni vascolari, traumi, tumori) di particolari zone del sistema nervoso principalmente appartenenti alla corteccia cerebrale. Lesioni localizzate in diverse parti della corteccia cerebrale alterano in maniera specifica particolari aspetti del linguaggio. LEZIONE 10 APPRENDIMENTO>E’ una modificazione relativamente duratura e stabile del comportamento a seguito di un'esperienza di solito ripetuta più volte nel tempo. APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO>Apprendimento delle relazioni che intercorrono tra due stimoli (condizionamento classico) e tra un comportamento e le sue conseguenze (condizionamento operante). Il condizionamento classico (Ivan Pavlov) si verifica quando uno stimolo neutro diventa un segnale per un evento che sta per verificarsi. Se viene a crearsi un'associazione tra i due eventi possiamo parlare di stimolo condizionato per il primo evento e stimolo incondizionato per il secondo. Secondo i comportamentisti, la psicologia è una branca puramente sperimentale delle scienze naturali. Il suo fine è la previsione e il controllo del comportamento + «Datemi una dozzina di bambini...e vi garantisco di riuscire, prendendoli a caso, ad allenarli a diventare un qualsiasi tipo di specialista-un dottore, un avvocato, un artista, un ladro, un mendicante- indipendentemente dal loro talento, abilità vocazione o dalla razza dei loro antenati». Prima del condizionamento È bi Stimolo incondizionato Risposta incondizionata Durante il condizionamento | e | v Pa io Sig meine Dopo il condizionamento \l ha Sine dere Rion cdi Fattori che caratterizzano l'apprendimento per associazione > Generalizzazione: stimoli simili allo stimolo condizionato tenderanno anch'essi a suscitare la risposta condizionata. Discriminazione: è possibile addestrare un animale a non rispondere a stimoli simili tra loro. E’ possibile misurare la forza di condizionamento: *Ampiezza della risposta condizionata (RC): gocce di saliva, misura della contrazione muscolare, ecc. *Latenza della risposta condizionata: prontezza con cui la RC segue l’inizio dello stimolo condizionato eNumero delle prove necessarie per raggiungere un criterio di condizionamento: numero di rinforzi necessari prima della comparsa della prima RC individuabile «Probabilità della risposta condizionata: percentuale delle prove in cui compare una RC individuabile. LEZIONE 11 CONDIZIONAMENTO OPERANTE > Quello di condizionamento operante è uno dei concetti fondamentali del comportamentismo. Il condizionamento operante è una procedura generale di modifica del comportamento di un organismo, ossia è una modalità attraverso la quale l'organismo "apprende". Burrhus Frederic Skinner, inventò la camera di condizionamento operante, nota anche come "Skinner Box. Skinner introdusse la frequenza di presentazione dei comportamenti come variabile dipendente nella ricerca psicologica. Inventò il cumulative recorder come strumento per misurare la frequenza dei comportamenti. Quando l’organismo impara le relazioni che intercorrono tra uno stimolo e il comportamento dell'organismo stesso. «Il comportamento è emesso (non evocato) «Il comportamento è operante in quanto opera sull'ambiente per produrre un effetto. come avviene il condizionamento operante con rinforzo positivo — la gabbia contiene un meccanismo che somministra cibo in seguito all'abbassamento di ua leva —- inizialmente il ratto senza addestramento abbassa la eva solo per caso — in seguito al rinforzo positivo (cibo) il ratto abbassa la leva sempre più spesso — ogni rinforzo rende più probabile un successivo abbassamento della leva il comportamento di abbassamento è selezionato * Leva che se premuta somministra cibo - Inizialmente il ratto abbassa la leva solo per caso < Tn seguita alla somministrazione di cibo il ratto abbassa la leva sempre più spesso * Quando l'abbassamento della leva non produce più rinforzi positivi si ha una graduale estinzione del comportamento Unaseie dì ipotesi Tenpe Modellaggio-> tecnica per selezionare velocemente il comportamento desiderato e funziona per approssimazioni successive. Il modellaggio permette di evitare che il comportamento desiderato accada casualmente ed è necessario quando il comportamento non potrebbe accadere spontaneamente. Rinforzo intermittente>l’apprendimento è più veloce e più stabile riducendo la frequenza del rinforzo; il comportamento è mantenuto a lungo anche durante la fase di estinzione. E’ possibile misurare la forza del condizionamento operante: Frequenza di risposta (curva cumulativa) - Numero totale di risposte durante l’estinzione. Punizione> stimolo che riduce le probabilità della risposta che lo precede. Essa funziona solo per poco tempo; il comportamento si riduce ma in seguito ricompare e con un ritmo superiore. Risposta di fuga> comportamento seguito da un rinforzo negativo. Rinforzo primario: legato alla sopravvivenza in quanto risponde a bisogni innati (ad es., il cibo). è invece il risultato di un processo di apprendimento, mediante il quale esso ha acquisito capacità attrattive. Rinforzo secondario: Rinforzi positivi secondari + TANGIBILE + DINAMICO lg “larusaco 1 VS ‘anrosmanivo. Qi Prove per la MBT verbale — Ripetizione di parole bisillabiche Prove per la MBT verbale — Span di cifre Ripetizione di parole bisilabiche (Spinnler e Tognoni, 1987) wn—REREEAZ::E Istruzioni: “ora leggerò ell parole, e e dovr ripetermele nell stesso ordine incui le ho dette io” © Digitspan L'esaminatore legge una parol ogni 2 secondi, poi chiede al paziente di 1. Iattazioni L'assioma i lr i hapliza csc (da 2 a ripetere. 9) paziente è invitato a ripetere la sequenza immediatamente dopo la Sell paziente ripete correttamente almeno 2 sequenze su 3 passa all serie presentazione, all sesso ordine in ui è stata pronunciata dellessminatore dilunghezza successiva. Per ogni lunghezza sono previste due sequenze. 3 Siinterrompe a prova quando il parinte fallisce entrambe le sequenze Sere renti deli vp ieri a|]:|a]|a 6 n ' Prove per la MBT spaziale — Test di corsi 1 Test di Corsi (Spinnler e Tognoni, 1987) Istruzioni: “ora toccherò alcuni di questi cubetti, el dovrà toccari subito dopo di me, e nell stesso ordine in cui l ho toccatlio” L'esaminatore tocca coni suo Indice un cubetto ogni 2 secondi, tornando ogni volta con la mano sul tavolo; poi chiede l paziente di ripeterle. Se paziente ripete correttamente almeno 2 sequenze su 3 si passa alla sere di lunghezza successiva. MEMORIA A LUNGO TERMINE Si divide in MEMORIA DICHIARATIVA e MEMORIA NON DICHIARATIVA. MEMORIA DICHIARATIVA: Riguarda il ricordo degli eventi personali, della storia culturale, dell’informazione semantica e di altri fatti di cui possiamo essere esplicitamente consapevoli e che possiamo perciò riferire, o «dichiarare», sia verbalmente che non verbalmente (come quando rispondiamo schiacciando un pulsante). | ricordi sono espliciti. E° suddivisa i memoria semantica>il significato dei concetti (parole, simboli, regole, formule, algoritmi) memoria episodica o autobiografica informazioni relative ad esperienze personali dirette e le loro relazioni spazio-temporali. Il lobo temporale mediale è la regione più coinvolta durante la memoria dichiarativa. MEMORIA NON DICHIARATIVA: E’ una categoria eterogenea che comprende diverse forme di memoria che si esprimono nella prestazione senza la necessità di un contenuto cosciente. | ricordi sono impliciti. Ricade all’interno di tre categori Priming> Cambiamento nell’elaborazione di uno stimolo dovuto a un incontro precedente con lo stesso stimolo o con uno stimolo correlato. | partecipanti che sono stati esposti a stimoli che richiamano la maleducazione, interrompono lo sperimentatore più frequentemente di quelli esposti a stimoli che richiamano la gentilezza. Quelli esposti a stimoli che richiamano la vecchiaia, dopo l'esperimento camminano più lentamente. Quelli esposti allo stereotipo del nero americano reagiscono con più ostilità alle richieste irritanti dello sperimentatore. E nello sport? Video di prestazioni sportive eccellenti accompagnati da musica possono aiutare gli atleti durante la preparazione pre-gara. Apprendimento di abilità attività che richiedono pratica nel tempo (conoscere una lingua, suonare uno strumento, giocare a baseball, ecc) Condizionamento. Queste tre forme di memoria dipendono da diverse regioni cerebrali. 3__ EFFETTI DELLA MUSICA STIMOLANTE E RILASSANTE PRE-ATTIVITA” IN BAMBINI DI ETA’ COMPRESA TRA GLI 8 E GLI 11 ANNI (ENAIASATÀ (Los Locos) Parte ritmica assente Modo Maggiore Ù Conosciuta call maggior pane | - Non associata a ibambini movimento Ascolto di musica prima della prestazione motoria: una alta frequenza di battiti al minuto aumenta la frequenza di esecuzione del movimento (camminata, nuoto) rispetto all'ascolto di musica a bassa frequenza e rispetto al silenzio. Frequenza minore dei BPM favorisce l'accuratezza. LEZIONE 13 E’ possibile misurare la capacità di trasferire l'informazione dalla MBT alla MLT: rievocazione immediata di racconti e disegni, apprendimento di liste di coppie di parole associate, apprendimento di liste di parole e serie di cifre eccedenti lo span verbale di memoria immediata, apprendimento di sequenze di luci di lunghezza eccedente lo span spaziale di memoria immediata, apprendimento di percorsi di labirinti tattili e visivi. E’ possibile misurare la capacità di recuperare eventi ben memorizzati: prove che richiedono il ricordo di fatti che sono stati famosi per un periodo di tempo o che coinvolgono il ricordo del vissuto personale limitato Abitudine, sensibilizzazione e condizionamento classico >Una delle principali difficoltà nella ricerca delle basi cellulari della memoria è l'assoluta complessità dei circuiti neuronali. Per semplificare è necessario studiare un organismo con pochi neuroni e un repertorio comportamentale limitato. Eric Kandel e colleghi a partire dalla fine degli anni 1960 hanno studiato la lumaca di mare Aplysia Californica. | suoi gangli contengono solo qualche migliaio di neuroni, molti dei quali di grosse dimensioni e identificabili individualmente. Mostra capacità di apprendimento rudimentali, quali il quando il sifone viene sfiorato, la lumaca retrae la branchia. iflesso di retrazione: RIFLESSO DI RETRAZIONE DELLE BRANCHIE Aplysia californica - leggero stimolo tattile al sifone neuroni sensoriali stimolati eccitano gli interneuroni e i motoneuroni induzione della retrazione della branchia ASSUEFAZIONE O ABITUDINE Riduzione della risposta quando lo stesso stimolo è riproposto ripetutamente: stimolazione ripetuta del sifone riduzione dei potenziali sinaptici indotti dai neuroni sensitivi negli interneuroni e nelle cellule motrici e dagli interneuroni eccitatori nei motoneuroni; a causa di una diminuzione della quantità di neurotrasmettitore liberato dalle terminazioni presinaptiche dei neuroni sensitivi verso i motoneuroni (probabilmente dovuto ad una riduzione della capacità di mobilizzazione delle inuzione del riflesso di retrazione. vescicole contenenti neurotrasmettitore a livello delle zone attive) ddii SENSIBILIZZAZIONE>Incremento della risposta allo stimolo assuefatto, quando questo venga abbinato a uno stimolo nocivo come uno shock alla coda-> stimolo spiacevole alla coda, attivazione di diversi neuroni sensoriali, i quali eccitano gli interneuroni che aumentano la liberazione di neurotrasmettitore da parte dei neuroni sensoriali del sifone, accrescendo la retrazione della branchia>retrazione delle branchie a stimoli innocui. La persistenza delle tracce di memoria relativa a forme implicite di apprendimento non dipende dall'attività di neuroni particolari con funzioni specifiche di memoria ma si basa su modificazioni plastiche che interessano gli stessi neuroni che costituiscono i circuiti delle vie riflesse. Abitudine> depressione omosinaptica: diminuzione dell'efficienza sinaptica che dipende dall'attività che si svolge nella stessa via che viene stimolata. Sensibilizzazione>facilitazione eterosinaptica: aumento dell'efficienza sinaptica per l'intervento di interneuroni facilitanti che contraggono sinapsi con i neuroni sensitivi Sia l’assuefazione che la sensibilizzazione sono forme semplici di memoria. Gli effetti modulatori hanno una durata dell'ordine di pochi minuti e quindi possono essere considerati un modello di memoria a breve termine. Ripetuti shock alla coda per periodi di tempo prolungati innescano l’espressione genica, la sintesi di nuove proteine e la formazione di nuove connessioni sinaptiche che determina un aumento del riflesso di retrazione che può durare settimane: un modello di memoria a lungo termine. L’abitudine a lungo termine e la sensibilizzazione comportano modificazioni strutturali nelle terminazioni presinaptiche dei neuroni sensitivi. Sensibilizzazione a lungo termine: i neuroni sensitivi possiedono circa il doppio di terminazioni sinaitiche; i dendriti dei motoneuroni si sviluppano per adattarsi all'aumento di afferenze sinaitiche. L’abitudine a lungo termine: atrofia delle connessioni sinaptiche (riduzione di circa un terzo). discendenti, impedisce di mantenere questa capacità nel caso di danno spinale (per poter danzare è i gatti non danzano). L'evoluzione ha portato a perdere la capacità di camminare nel caso di un danno spinale per guadagnare la possibilità di imparare atti necessario avere un grande controllo dai livelli superiori. motori «non naturali». Negli animali con comportamenti più complessi, come nei primati, i centri motori superiori si sono evoluti in modo tale da avviare e coordinare più direttamente i circuiti locali e i motoneuroni inferiori che i nella generano i movimenti. Le proiezioni discendenti hanno origine dai motoneuroni superiori s corteccia motoria primaria e nelle aree corticali premotorie. Corteccia motoria primaria (area 4 di Brodmann): a differenza delle altre aree motorie è sufficiente un'intensità elettrica molto bassa di stimolazione per evocare movimenti (indice dell’accesso diretto ai neuroni dei circuiti locali e ai motoneuroni inferiori). HOMUNCULUS MOTORIO: maggiore spazio corticale è dedicato ad aree che esercitano un controllo motorio fine (simile a quello che succede nella corteccia somatosensoriale: homunculus sensoriale). FORMAZIONE RETICOLARE+> Consiste in aggregati di neuroni, non organizzati in nuclei, e si estende per tutto il tronco dell'encefalo. In essa risiedono molti neuroni dei circuiti locali che coordinano i riflessi dei gruppi muscolari di viso, capo e collo. Coordina l’attività dei motoneuroni inferiori. Contribuisce a molte funzioni tra cui il controllo cardiovascolare e respiratorio, l’organizzazione e il controllo dei movimenti oculari e la regolazione del sonno e della veglia. * La formazione reticolare attraversa il centro del tronco encefalico e riceve informazioni dai recettori sensoriali, le fira rimuovendo quelle che arrivano costantemente al sistema nervoso, e invia i dati utili alla corteccia cerebrale. I muscoli dell'espressione facciale sono sotto il controllo dei moton. Inferiori del VII nervo cranico. Le proiezioni sono unilaterali quindi un danno provoca paralisi ipsilaterale (lesione B). | motoneuroni superiori che coordinano le espressioni facciali volontarie risiedono nella corteccia motoria primaria: proiezione controlat. ai muscoli inferiori (inf) e bilaterale a quelli superiori (sup). Quindi lesione A porta a debolezza ai muscoli facciali inferiori controlaterali. AGGIUSTAMENTO POSTURALE circuiti che originano nel tronco encefalico regolano sempre il tono posturale appropriato per permettere una prestazione efficace nelle azioni desiderate. Sistema vestibolare: avverte i cambiamenti di velocità angolare del capo e invia informazioni per correggere il tono posturale. Via vestibolospinale mediale: movimenti del tronco. Via vestibolospinale laterale: attiva i muscoli estensori degli arti. Formazione reticolare>Tratto reticolospinale: i neuroni superiori della formazione reticolare ricevono comandi dai neuroni superiori della corteccia motoria. Danno inizio ai movimenti anticipatori che stabilizzano la postura durante i movimenti degli arti. Nell’anziano la contrazione dei muscoli posturali è ritardata e quindi avviene troppo a ridosso del movimento volontario: RISCHIO DI CADUTE! Nei bambini vi è un progressivo sviluppo degli aggiustamenti posturali che si manifesta dai 10 ai 17 mesi. Tuttavia, prima dei 13 mesi sono presenti solo occasionalmente. Gli aggiustamenti anticipatori si sviluppano con l’esperienza. | neuroni delle aree corticali motorie si attivano prima dell’esecuzione del movimento suggerendo che la loro attivazione non causa direttamente il movimento ma l'attivazione di circuiti locali. Nella corteccia motoria primaria sembra che non siano codificati i movimenti dei singoli muscoli ma movimenti più complessi (motoneuroni superiori che contraggono sinapsi con i circuiti locali e non direttamente con i motoneuroni inferiori). PIANIFICAZIONE MOTORIA+ Sebbene molti movimenti siano più o meno automatici in risposta allo stimolo sensoriale, altre azioni sono pianificate in anticipo e il loro avvio è bloccato finché non si verificano le circostanze appropriate per la loro esecuzione. L'attività della corteccia premotoria avviene prima di quella nell’area motoria primaria indicando un loro ruolo nella pianificazione motoria. Se l’animale obbedisce ad un segnale che obbliga a trattenersi dall’esecuzione fino ad un successivo segnale, l’attività dei neuroni premotori persiste per tutto il periodo di attesa (intenzione?). Questi risultati supportano l’idea che le aree motorie sono gerarchicamente organizzate: le aree premotorie forniscono informazioni più astratte sulla pianificazione - che vengono poi tradotte nella corteccia motoria primaria nell’intenzione di compiere movimenti specifici - queste «intenzioni» sono poi tradotte dai circuiti locali a valle (tronco encefalico, midollo spinale) in attività neurale che specifica i pattern di contrazione muscolare necessari a completare i movimenti desiderati. LEZIONE 15 La continua e ripetuta interazione con il mondo ci permette di conoscere le conseguenze delle nostre azioni e di costruirci una biblioteca di RAPPRESENTAZIONI SENSORIMOTORIE = azioni + conseguenze delle azioni. A 22 settimane di gestazione i movimenti diretti verso l'occhio sono più lenti di quelli diretti verso la bocca. Il feto ha imparato che l'occhio è un obiettivo più piccolo e più delicato. Già durante la vita prima della nascita si forma la capacità di prevedere le conseguenze delle azioni. Solo conoscendo le conseguenze delle azioni è possibile decidere quale azione eseguire per ottenere quel risultato TUTTAVIA lo stesso obiettivo può essere raggiunto utilizzando movimenti diversi. Ad esempio: La calligrafia è sempre uguale indipendentemente dalla parte del corpo utilizzata. PROGRAMMA MOTORIO Quando si è deciso cosa fare vengono individuate: Velocità, Forza, Direzione, Ampiezza del movimento. Per ultima viene decisa la parte del corpo da utilizzare. IL PROGRAMMA MOTORIO INDICA LO SCOPO DELL’AZIONE NON COME ESEGUIRLA. Ad esempio, nell’area premotoria della scimmia ci sono dei neuroni che «sparano» (sono attivi, scaricano potenziali d'azione) sia quando la scimmia afferra un oggetto con la mano che quando lo afferra con la bocca, oppure quando esegue la stessa azione (es., prendere un oggetto piccolo) con la mano destra o la mano sinistra. Il comando indica lo scopo dell’azione: a seconda della situazione in cui mi trovo, l’azione viene svolta utilizzando effettori e muscoli diversi. Il programma motorio è una rappresentazione astratta della sequenza di un'azione indipendente dai muscoli implicati nel movimento. Individua la velocità, la forza e l'ampiezza del movimento. L’arto e i muscoli implicati vengono specificati solo in uno stadio successivo. ANCHE IL SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE MODULA | COMANDI MOTORI. Oltre ai segnali che dalle corteccia motoria primaria e non primaria arrivano direttamente ai muscoli (SISTEMA PIRAMIDALE) altre vie motorie intervengono nel controllo motorio e sono chiamate SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE. Le due principali componenti sono i GANGLI DELLA BASE e il CERVELLETTO. GANGLI DELLA BASE>Un insieme di nuclei (caudato, putamen, globo pallido + nucleo subtalamico e sostanza nera) che fa parte di un circuito che collega il talamo e la corteccia: inibiscono i movimenti potenziali fino a che siano pienamente appropriati per le circostanze in cui devono essere eseguiti. La via diretta eccita i neuroni corticali; La via indiretta inibisce i neuroni corticali; L'equilibrio degli effetti inibitori ed eccitatori libera e coordina i movimenti desiderati. I GANGLI DELLA BASE RICOPRONO LA FUNZIONE DI INIBIRE MOVIMENTI NON RICHIESTI E CONSENTIRE QUELLI DESIDERATI. L'importanza ricoperta dai gangli della base nel controllo e nell’inizio del movimento risulta evidente in due disturbi neurologici relativamente comuni: il morbo di Parkinson e il morbo di Huntington. MORBO DI PARKINSON> Morte selettiva di neuroni nella parte compatta della sostanza nera che usa come neurotrasmettitore la dopamina. | gangli della base normalmente esercitano una costante influenza inibitoria su una vasta gamma di sistemi motori, impedendo loro di attivarsi nei momenti inopportuni. Quando si decide di effettuare una determinata azione, l'inibizione viene ridotta. La dopamina agisce per facilitare questo cambiamento nell'inibizione: livelli elevati di dopamina tendono a promuovere l'attività motoria mentre bassi livelli, come avviene nella malattia, richiedono maggiori sforzi per compiere un dato movimento. Così l'effetto reale della diminuzione di dopamina è il verificarsi dell'ipocinesia, una riduzione complessiva dell'uscita dei segnali motori. | pazienti affetti da morbo di Parkinson mostrano una marcata compromissione della capacità di iniziare un movimento volontario. Sintomi: compromissione della capacità di dare inizio a movimenti volontari, tremore a riposo, andatura lenta e goffa. Se, però, i movimenti sono guidati da stimoli esterni (es., impronte sul pavimento) l'andatura appare normale. - Attività alternative: - DANZA - Tai Chi - Yoga Con la terapia tradizionale, le conseguenze dei sintomi motori non vengono eliminati del tutto. Molti dei deficit di equilibrio cosi come i deficit del cammino persistono. Negli ultimi anni si è capita l’importanza della terapia fisica da affiancare al trattamento farmacologico nei soggetti affetti da Morbo di Parkinson. SISTEMI DI VALUTAZIONE DEL MOVIMENTO Si valuta il nolo per mezzo esi dellosservazione diretta Si registra un filmato del movimento, che in (ILGI ISETONESTRI CINEMATICA NON OTTICI ELETTROMECCANICI: i goniometri moderni misurano l'escursione delle articolazioni maggiori durante il movimento e la statica e possono interfacciarsi ai computer. NON OTTICI INERZIALI: gli accelerometri sono sensori che misurano le accelerazioni lineari dei vari segmenti corporei su cui gli stessi vengono posizionati. Il giroscopio invece è uno strumento rotante che tende a mantenere il suo asse di rotazione orientato in una direzione fissa. Servono a misurare le accelerazioni angolari dei segmenti corporei su cui si posizionano. NON OTTICI MAGNETICI: i sistemi magnetici utilizzano sensori collocati sul corpo per misurare un campo magnetico a bassa frequenza generato da un trasmettitore. | sensori sono in comunicazione con una centralina elettronica di controllo che correla i segnalati generati all’interno del campo. CINEMATICA * Supporti di materiale plastico ricoperti da pellicola cataritrangente * Serve un dispositivo aggiuntivo di iluminazione con lunghezze d'onda specifiche (780-820 nm) Telecamere con filtro ottico marcatori immediatamente riconoscibili rispetto allo sfondo, «Sfericità garantisce la miglior riflessione dei raggi infrarossi (ampi angoli di riflessione) +Serve pre-elaborazione per identificare @ classificare i (OJuuC + LED (light-emitting diodes) che generano ll segna luminoso + Non serve dispositivo di luminazione estero + Necessità di alimentare i dispositivi + Necessità di sincronizzazione via cavo + Non serve pre-elaborazione per identificare e classificare i marcatori + Angoli i emissione inferiori =setup delle. telecamere crilico»Angoli i emissione inferiori ==setup delle telecamere critico marcatori SISTEMI ACUSTICI> Alcuni ricercatori hanno proposto di utilizzare dei generatori di ultrasuoni, abbinati agli appositi sensori, per misurare il movimento umano. In ambito medicale sono già state sviluppate alcune applicazioni come l'ecografia 4D. Tuttavia,per quel che riguarda le applicazioni legate al mondo del motion capture classico, questi sistemi sono ancora ad uno stato di sviluppo embrionale. Cinematica delle azioi grasping> nelle azioni di grasping sono state individuate due componenti: componente di trasporto legata al movimento del polso verso l'oggetto da prendere; componente di manipolazione legata all'apertura e chiusura delle dita per conformarsi all'oggetto. La traiettoria del braccio, durante i movimenti di presa, ha una forma ad “U” o balistica. La mano è prima alzata dalla posizione di riposo e successivamente abbassata sull’oggetto. La distanza tra indice e pollice è nota con il termine di finger-grip o grip-size. All’inizio del movimento le dita tendono ad estendersi ed il finger-grip aumenta portandosi rapidamente alla massima apertura. Successivamente le dita tendono a flettersi ed ill finger-grip a diminuire. La dimensione massima del grip è linearmente correlata con la grandezza dell’oggetto da prendere. La via dorsale elabora l'informazione visiva necessaria all'esecuzione dell’azione: se è lesa, non riusciamo più ad afferrare correttamente l'oggetto. PROACTIVE GAZE: Durante l'esecuzione di azioni gli occhi raggiungono l’obiettivo dell’azione prima della mano. Durante l'osservazione delle azioni, gli occhi dell'osservatore raggiungono l’obiettivo dell’azione prima della mano dell’agente. LEZIONE 17 SISTEMA MOTORIO AUTONOMO+Governa la muscolatura liscia. SIMPATICO: lotta o fuga. Predispone le risorse somatiche in situazione di pericolo o contrasto. Utilizza la noradrenalina che tende ad accelerare l’attività. PARASIMPATICO: riposo e digestione. Ripristina le risorse in circostanze pacifiche. Utilizza l’acetilcolina che tende a rallentare l’attività. I motoneuroni inferiori nel midollo spinale (sotto il controllo dei neuroni dell’ipotalamo) proiettano ai motoneuroni viscerali nei gangli periferici che a loro volta innervano le fibre della muscolatura liscia nelle viscere e nelle ghiandole. Il sistema autonomo lavora per archi riflessi: abbiamo la rilevazione di un parametro e se questo fuoriesce da i parametri normali si attiva il sistema parasimpatico o simpatico per adattare l'organismo e fare rientrare il parametro entro i limiti. Il sistema motorio autonomo entra in gioco anche in comportamenti più complessi come quelli legati alle emozioni: Pallore e aumento ritmo cardiaco in risposta a stimoli spaventosi, Arrossire in circostanze imbarazzanti. Queste risposte dipendono dall’integrazione di una varietà di informazioni sensoriali, contestuali e di esperienze passate che implicano il coinvolgimento di una grande varietà di regioni corticali. L'intervento musicoterapico mira a raggiungere alcuni dei seguenti obiettivi: indurre un comportamento musicale attivo (cantare o suonare uno strumento) per favorire il mantenimento delle abilità motorie, anche attraverso movimenti semplici del corpo; socializzazione; modificazione dello stato umorale della persona e contenimento di manifestazioni d’ira e di stati di agitazione; contenimento dell’aggressività. I CIRCUITI PARIETO-FRONTALI Cos'è lo spazio? Spazio raggiungibile con le mani, con i piedi, spazio vicino, lontano, spazio del corpo condiviso con altri, spazio raggiungibile con gli occhi ecc... Per raggiungere ed agire in ciascuno di questi spazi abbiamo bisogno di programmi motori. Dove vengono preparati questi programmi motori? In un'unica area oppure in aree diverse a seconda dello spazio considerato? Circuiti parieto-frontali: connessioni bidirezionali tra aree del lobo frontale e del lobo parietale. Circuito LIP-FEF: movimenti degli occhidcircuito dello spazio extrapersonale LIP: lateral intraparietal. Area intraparietale lateral - FEF: frontal eye field. Campi oculari frontali (area 8 di Brodmann). Lo spazio vicino non è statico ma si espande in modo dinamico > registrazione di neuroni dal solco intraparietale: risposte a stimoli tattili e visivi nello spazio peripersonale; i campi recettivi tattili localizzati sulla mano, sul braccio, sul collo; i campi recettivi visivi occupano una regione piuttosto ampia attorno al campo recettivo tattile. Se il braccio si muove. Si muove anche il campo recettivo visivo. Esperimento: scimmie vengono allenate ad utilizzare un piccolo rastrello per avvicinare il cibo; il campo recettivo visivo si espande includendo, oltre allo spazio attorno al braccio/mano anche lo spazio attorno al rastrello. Se la scimmia cessa di utilizzare il rastrello, l’effetto di espansione del campo recettivo scompare in pochi minuti. Durante l’utilizzo del rastrello l’immagine corporea della scimmia si espande incorporando anche il rastrello. Di conseguenza, anche lo spazio peripersonale si allarga includendo tutto lo spazio raggiungibile dalla scimmia grazie al rastrello. Lo “spazio” si estende in modo dinamico: spazio peripersonale e’ tutto lo spazio nel quale posso agire. Lesioni cerebrali che compromettono la rappresentazione dello spazio> Negligenza spaziale unilaterale: Neglect. Alterata rappresentazione del contenuto di un lato dello spazio da lesione cerebrale contro laterale più frequentemente lesione destra / neglect sinistro. In genere associato ad una lesione della regione parietale destra. Neglect+Tende a non utilizzare gli arti di sinistra (motor neglect) su richiesta esplicita, mentre li utilizza per eseguire attività semiautomatiche (usare il fazzoletto); non infila la manica sinistra della giacca o la gamba sinistra dei pantaloni o la scarpa sinistra; se deve scendere dal letto dalla parte sinistra, scavalca la gamba sinistra con la destra; se riesce a camminare è estremamente disorientato in quanto è impedito dalla perdita di ogni riferimento spaziale in quella parte dell'ambiente che si trova, di volta in volta, alla sua sinistra; deficit nel ricopiare un disegno o nel marcare delle linee su un foglio o nel bisecare una linea; nella lettura di parole: amputazione del segmento sinistro dello scritto spesso associato a completamento patologico (sostituzione con un frammento inventato che dà luogo ad una parola). Il paziente grave si comporta come se non fosse più in grado di percepire e concepire l’esistenza del lato sinistro dello spazio egocentrico, corporeo ed extracorporeo. Neglect indipendente dal controllo visivo: — spazio corporeo: toccare la mano sinistra ad occhi chiusi — spazio extracorporeo: ricerca cieca di oggetti sparsi sul tavolo — modalità uditiva: dislocazione verso destra di uno stimolo dicotico — pura rappresentazione mentale: Duomo di Milano Somatoparafrenia>Produzione di rappresentazioni deliranti concernenti il lato contro lesionale dello spazio corporeo: — gli arti del lato controlesionale non gli appartengono ma sono di un medico o di un paziente precedentemente ricoverato nello stesso letto — senza apparente coinvolgimento emotivo — o visibilmente infastidito dagli arti “alieni” e chiede che vengano rimossi — misoplegia: violenza rivolta verso gli arti del lato contro lesionale — negazione dell’esistenza di un arto o di un lato del proprio corpo — un lato del proprio corpo è stato sostituito da una struttura di natura non organica Il deficit di rappresentazione dello spazio è limitato allo spazio vicino (peripersonale) e non allo spazio lontano (extrapersonale). Bisezione di linea nello spazio vicino utilizzando una penna: Errore verso destra. Bisezione di linea nello spazio lontano utilizzando un laser: Nessun errore. Bisezione di linea nello spazio lontano utilizzando uno stecco: Errore verso destra. Lo spazio viene considerato dal cervello (=codificato) come peripersonale quando posso agire in quello spazio. L’uso di strumenti come uno stecco mi permette di agire in uno spazio normalmente irraggiungibile. L’uso del laser non mi permette di agire (es., premere un pulsante lontano). Di conseguenza quello spazio viene codificato come extrapersonale. LEZIONE 19 NEL CIRCUITO AIP-F5 SI TROVANO> Neuroni motori: si attivano quando la scimmia esegue un movimento di afferramento con la mano e/o con la bocca. Neuroni visuomotori: rispondono sia all'esecuzione di un movimento di afferra mento con la mano e/o con la bocca che a stimoli visivi. Neuroni canonici Neuroni specchio | Neuroni motori «sparano» (sono attivi, scaricano potenziali d'azione) sia quando la scimmia afferra un oggetto con la mano che quando lo afferra con la bocca, oppure quando esegue la stessa azione (es., prendere un oggetto piccolo) con la mano destra o la mano sinistra. L'attività del neurone è correlata allo scopo dell’azione e non a quale parte del corpo agisce. Alcuni neuroni motori sparano quando la scimmia afferra per mangiare e non quando afferra per spostare; Altri quando la scimmia afferra per spostare e non quando afferra per mangiare. | neuroni canonici rispondono quando la scimmia esegue un movimento di afferramento e quando vede qualsiasi oggetto afferrabile con quel movimento. Non rispondono alla forma dell'oggetto ma al modo con il quale questo viene afferrato (alle caratteristiche intrinseche). La visione di oggetti potenzia automaticamente le componenti delle azioni necessarie al loro afferramento. Questo indica una chiara influenza automatica della percezione dell'oggetto sulla preparazione motoria. I neuroni (nella scimmia) si attivano SOLO in presenza di azioni che fanno parte del repertorio motorio dell’individuo, ossia di azioni che la scimmia esegue spontaneamente. Cosa succede se un’azione che non fa parte del repertorio motorio viene imparata? Dopo un lungo training in cui le scimmie vedono lo sperimentatore usare uno strumento sono stati trovati alcuni neuroni specchio che rispondono quando la scimmia afferra con la mano e quando vede qualcuno afferrare con lo strumento. Per evocare la risposta dei neuroni specchio è necessaria tutta l'informazione visiva? NO: è sufficiente che venga evocata l’IDEA DI AZIONE! Solo l'informazione visiva evoca la risposta dei neuroni specchio? NO!! Neuroni attivi quando la scimmia: esegue una specifica azione (M) - quando vede e sente eseguire quell’azione (V+S) - quando vede eseguire quell’azione (V) - quando SENTE eseguire quell’azione (S). Alcuni neuroni specchio sono attivi quando vedono un'azione che viene eseguita nello spazio peripersonale della scimmia altri quando viene eseguita nello spazio extrapersonale altri ancora non distinguono i due spazi. Se viene messa una barriera per cui lo spazio peripersonale non è più raggiungibile dalla scimmia (=spazio extrapersonale): Neuroni specchio per lo spazio extraperipersonale sparano anche in quello spazio (neurone 1), Neuroni per lo spazio peripersonale non sparano più (neurone 2). NEURONI SPECCHIO Neuroni del sistema motorio che si attivano quando l'individuo esegue un'azione e quando l’individuo PERCEPISCE qualcuno eseguire la stessa azione. Tutte le volte che percepiamo un'azione il nostro corpo «si attiva» come se stesse eseguendo quell’azione: IMITAZIONE AUTOMATICA ma invisibile. LEZIONE 20 PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO LEZIONE 1 Scienza che studia i cambiamenti che si verificano nel comportamento e nelle attività psicologiche in funzione del tempo dfocus su stabilità e cambiamento. Pone il suo interesse per l'infanzia, ma studia tutto l’arco di vita tramite due approcci esplicativi: processi biologici e processi sociali/culturali. L'interesse per lo sviluppo umano ha origini molto antiche, ma il suo studio sistematico riguarda gli ultimi due secoli perché è solo con la rivoluzione industriale (alfabetizzazione, ricchezza, igiene) dove dalle campagne ci si sposta nelle città determina un impulso a studiare lo sviluppo infantile per permettere il lavoro in fabbrica. L’adolescenza diventa oggetto di studio nel XX secolo in quanto essendo la popolazione più agiata, essi potevano essere liberi da responsabilità economiche e dedicarsi per un periodo più lungo all'istruzione. Lo sviluppo nell’intero arco di vita si diffonde a partire dalla seconda metà del XX secolo quando i cambiamenti sociali, i progressi delle scienze mediche portano ad un aumento della vita media + psicologia dell’invecchiamento. Lo sviluppo umano è un fenomeno interessante per i filosoficima questi hanno dato spiegazioni ingenue creando un dibattito natura-cultura (Locke->bambino come tabula rasa/Rousseau+> predisposizione naturale). La psicologia dello sviluppo affronta questo tema dal punto di vista di un'indagine scientifica: sottoposta a revisione empirica, metodi rigorosi (quantitativi e qualitativi). Metodo scientifico: concettualizzare il problema>raccogliere dati>analizzare dati>trarre conclusioni drivedere i risultati della ricerca e la teoria. Darwin pubblica un articolo che parte dall’osservazione del figlio Doddy, delle sue competenze comunicative e della sua espressione delle emozioni. Alcuni dei contributi fondamentali che ha lasciato sono: la concezione dello sviluppo come progressivo adattamento all'ambiente; l'adozione di metodi sistematici (osservazione); origini biologiche della natura umana e la relazione ontogenesi-filogenesi (uomo-animali). Alcuni psicologici dello sviluppo dopo Darwin hanno dato dei contribuiti fondamentali alla disciplina. Haeckel> somiglianza tra embrioni di specie diverse quindi “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”; Preyerosservazione sistematica dello sviluppo della figlia e ne conclude che la curiosità è come motore dello sviluppo; Binet> creatore del primo test di intelligenza che si basa sulla distinzione dell’età mentale e cronologica; LEZIONE 3 Lo sviluppo prenatale> Inizia con la fecondazione e termina con la nascita. Dura dalle 38 alle 40 settimane (a termine). Si divide in tre periodi: germinale, embrionale, fetale. Il periodo germinale: si verifica nelle prime 2 settimane dopo il concepimento. Include la creazione dello zigote, la divisione cellulare e l’annidamento dello zigote alla parete uterina. Blastocisti: la massa interna di cellule che si sviluppa durante il periodo germinale. Queste cellule successivamente si svilupperanno in un embrione. Trofoblasto: uno strato di cellule esterno che si sviluppa durante il periodo germinale e che fornirà nutrimento e supporto all’embrione. Annidamento: attaccamento dello zigote alla parete uterina (da 10 a 14 giorni dopo il concepimento). Il periodo embrionale: si verifica tra le 2 e le 8 settimane dal concepimento. Durante il periodo embrionale il ritmo della differenziazione cellulare si intensifica e iniziano ad apparire gli organi. L’embrione ha tre strati di cellule: endoderma, ectoderma e mesoderma. Endoderma: si sviluppa nei sistemi digestivo e respiratorio. Ectoderma: si sviluppa in sistema nervoso, recettori sensoriali (orecchie, naso, occhi) e apparato cutaneo (capelli e unghie). Mesoderma: si sviluppa in sistema circolatorio, ossa, muscoli, sistema escretore e sistema riproduttivo. Sistemi che sostengono la vita dell'embrione: Amnio: sistema di supporto costituito da una sacca o involucro contenente un liquido nel quale galleggia l'embrione in via di sviluppo. Cordone ombelicale: sistema di supporto che contiene due arterie e una vena, e collega il bambino alla placenta. Placenta: un insieme di tessuti a forma di disco, nel quale piccoli vasi sanguigni della madre e del bambino si intrecciano senza congiungersi. Organogenesi: formazione degli organi che si verifica durante i primi 2 mesi dello sviluppo prenatale. Alterazioni cromosomiche e fattori teratogeni: in questo periodo possono aver luogo alterazioni dello sviluppo embrionale come mutazioni cromosomiche (ad es. Trisomia 21) o danni prenatali dovuti a sostanze tossiche (vedi rosolia e “tragedia del talidomide” -> complesso controllo epigenetico). Il periodo fetale: ha inizio 2 mesi dopo il concepimento e che dura in media 7 mesi; principale periodo di sviluppo del sistema nervoso. Il cervello> Alla nascita i neonati hanno approssimativamente 100 miliardi di neuroni che processano le informazioni a livello cellulare all’interno del cervello. L'architettura di base del cervello umano è assemblata durante i primi due trimestri dello sviluppo prenatale. Nello sviluppo tipico, il terzo trimestre dello sviluppo prenatale e i primi due anni di vita postnatale sono caratterizzati dalla connettività e dal funzionamento dei neuroni. Il sistema nervoso inizia a formarsi a partire dal tubo neurale, un tubo lungo e con una cavità centrale, posizionato sul dorso dell'embrione, che si forma dopo circa 18-24 giorni dal concepimento. Due difetti alla nascita sono collegati a malformazione del tubo neurale che non si chiude come dovrebbe, anencefalia e spina bifida. In una gravidanza normale, da quando il tubo neurale si è chiuso, si inizia ad avere una massiva proliferazione e una continua migrazione di neuroni. Teratologia e i rischi nello sviluppo prenatale Teratogeno: Il termine significa “mostro”, indica qualsiasi agente che causa un difetto alla nascita. Il campo di studio che si occupa delle cause dei difetti alla nascita si chiama teratologia. La severità del danno e il tipo di difetto derivante da un particolare agente teratogeno, dipendono da: dose, predisposizione genetica e momento dell’esposizione. Alcuni di questi fattori teratogeni sono molto spesso dei farmaci: antibiotici, alcuni antidepressivi, alcuni ormoni e farmaci a base di isotretinoina (ad es. Accutane), pillole dimagranti, aspirina e caffeina; Sostanze psicoattive: agiscono sul sistema nervoso e vengono assunte per alterare gli stati di coscienza, per modificare le percezioni e per cambiare l'umore. Alcol: Il consumo elevato di alcol da parte delle donne incinte può avere effetti devastanti sui figli causando la sindrome alcolica fetale (Fetal Alcohol Syndrome, FAS), un insieme di anomalie che includono malformazioni di viso, arti, difetti cardiaci, intelligenza inferiore alla media e ritardo mentale; Droghe illegali, Cocaina, Marijuana, Eroina. Gruppi sanguigni incompatibili, Malattie materne: rosolia, sifilide, herpes genitale, AIDS, Dieta e nutrizione della madre, Stati emotivi e stress della madre, Età della madre, Fattori paterni, Rischi ambientali... LEZIONE 4 Il comportamento fetale> Hofer ha caratterizzato la transizione da cellula a psiche come “narrazione della storia dello sviluppo da una coppia di cellule ad un bambino con una mente propria” e ha sottolineato che l’attività è una cosa intrinseca all’embrione (battiti cardiaci dalla quarta settimana). Piaget ha sottolineato come l'organismo sia sempre in condizioni dinamiche di scambio energetico con l'ambiente (omeoresi). Hooker ha evidenziato come i primi esempi di motricità riflessa sono presenti già a partire dalle 8 settimane. A partire dagli anni 70 l'ecografia in tempo reale permette di studiare il comportamento fetale spontaneo. De Vries, Visser & Prechtl hanno messo in luce la presenza nel feto di 15 settimane di 15 pattern comportamentali. Dalla 17-24 settimane vi è una ridotta attività. Dalla 25° settimana: controllo più preciso, cicli di attività. Dalla 28° settimana: primi riflessi. Dalla 30° settimana: stati comportamentali. Possibili funzioni dell'attività motoria fetale: esercizio, feedback (malformazioni alle articolazioni in seguito a sindrome alcolica fetale), stimoli agli organi di senso, prevenire adesione alle pareti dell’utero. Un altro problemi che ci si è posto è fino a che punto si possa parlare di continuità e discontinuità per quanto riguarda il comportamento spontaneo tra vita prenatale e postnatale. Fattori di discontinuità: ‘ampiezza movimenti, peso in assenza di spinta idrostatica, visione orienta motricità. Fattori di continuità:pattern comportamentali universali e specie-specifici es. sbadiglio, movimenti di “nuoto” -> marcia automatica -> locomozione eretta, riflessi tradizionalmente considerati come destinati a scomparire con la maturazione. Esther Thelen ha messo in dubbio l'elemento di discontinuità: la scomparsa del riflesso di marcia automatica è illusoria, riemerge quando il bambino ha forza sufficiente a sostenerlo. Lo sviluppo della locomozione eretta: dipende da combinazione tra schema motorio innato, sviluppo fisico generale e processi cognitivi (esplorazione...). Il processo della nascita — Ambiente perinatale> | diversi fattori che costituiscono il momento che circonda la nascita. Comprende le medicine date alla madre durante il travaglio, le pratiche usate per far avvenire il parto, il tipo di parto e l’ambiente sociale che circonda il bambino appena nato. Tra le medicine date alla madre rivestono particolare importanza l’anestesia epidurale e l’ossitocina. Per il parto è importante la posizione del feto nell’utero. La posizione più frequente è quella in cui il feto si presenta con la testa (presentazione cefalica). Se, invece, si presentano prima le natiche e i piedi si parla di presentazione podalica; se il feto si trova con il suo asse in posizione perpendicolare rispetto a quello dell’utero, allora si parla di presentazione di spalla. L’anossia è la condizione che si verifica quando il feto/neonato ha un’insufficiente apporto di ossigeno. — Scala di Apgar PUNTEGGIO o 1 2 Battito cardiaco Assente Lento - meno di 100 Rapido - più di 100 battiti al minuto battiti al minuto Respirazione Nessuna respirazione |’ Irregolare e lenta Buona respirazione e per più di un minuto pianto normale Tono muscolare Molle e flaccido Debole, inattivo, ma _—Movimenti forti e flette le estremità attivi Colore della pelle Cianotico e pallido La pelle del corpo è — Tutto il corpo appare rosea, ma le estremità | roseo sono cianotiche Riflessi Nessuna risposta Smorfie Tosse, stamuti e pianto Scala neurocomportamentale della rete di terapi tensiva neonatale > Derivata dalla NBAS permette un'analisi più dettagliata del comportamento del neonato, delle risposte neurologiche, delle reazioni allo stress e delle capacità di regolazione. E’ stata creata per valutare i bambini a rischio, specialmente quelli prematuri. Neonato sottopeso: un neonato che pesa meno di 2500 gr. Neonato estremamente sottopeso: pesa meno di 900 gr. Neonato prematuro: un neonato che nasce 3 settimane o più prima che la gravidanza abbia raggiunto il suo termine (prima del compimento della 37ma settimana gestazionale). Neonato troppo piccolo per l’età gestazionale (SGA): quel bambino il cui peso alla nascita è inferiore alla norma tenendo in considerazione la durata della gravidanza; pesa meno del 90 per cento dei bambini della stessa età gestazionale. Può essere prematuro o nascere al termine della gravidanza. Possi conseguenze della nascita pretermine sviluppo motorio (controllo posturale, coordinazione), sviluppo cognitivo (abituazione, riconoscimento), proto-linguistico e linguistico (vocalizzi, parole), sociale (interazione con la madre), regolazione delle emozioni e salute mentale. Anche le cause del sottopeso alla nascita variano: nei paesi in via di sviluppo, il sottopeso deriva dalle carenze nella salute e nell’alimentazione della madre. Nei paesi industrializzati, il fumo di sigaretta durante la gravidanza, la giovane età della madre e l’uso di droghe rappresentano le cause principali del sottopeso ® Zelazo (1984): funzione strumentale della locomozione, centralità dei fini (cognitivi), progettazione di attività complesse > letture parzialmente corrette? Studi fetali mettono in luce aspetti innati della locomozione, ma la motivazione ad esplorare gioca probabilmente un ruolo nell’accelerazione dei processi di sviluppo motorio intorno all’anno di vita. Lo sviluppo motorio nella prima infanzia > Controllo su posture statiche del corpo: condizione necessaria per locomozione (camminare=caduta controllata); controllo del capo; postura seduta; posizione in piedi; Ritardo nel controllo della postura e locomozione nei bambini ciechi -> importanza dell’integrazione visuo- motoria (Fraiberg, 1974) Lee & Aronson (1977): moving room -> compensazione involontaria movimento illusorio: feedback visivo per il controllo posturale. Butterworth & Cicchetti (1978): integrazione visuo-motoria anche per controllo posizione seduta; Pope (1984): a 2 mesi compensazione informazioni visive fuorvianti nel controllo del capo; > Informazioni visive aiutano il bambino a stabilizzare le diverse posture > Acquisizione controllo posturale rende possibile anche lo sviluppo delle capacità di raggiungere (reaching) e afferrare (grasping) Raggiungere e afferrare Abilità motoria: sequenza organizzata di azioni rivolte a un obiettivo, guidata e corretta mediante le informazioni di ritorno (feedback). Piaget (1936): periodo di osservazione continua delle mani intorno ai 3 mesi, necessaria per controllo manuale > iniziale indipendenza movimenti della mano / visione X Bower (1982): “osservazione delle mani” anche nei bambini ciechi dalla nascita (ma reaching e grasping tardivi -> compensazione uditiva, Fraiberg 1974) inseguimento visivo e processi motori interconnessi dalla nascita anche senza feedback Bruner & Koslowski (1972): per raggiungere e afferrare gli oggetti, il bambino deve raggiungere il controllo volontario della coordinazione occhio-mano (preesistente). Problema: ordinare le azioni in una ordinata sequenza goal-directed. Questi risultati mostrano che: strutture preadattive disponibili dall'inizio; lenta acquisizione (auto- organizzazione) delle competenze per ottenere la coordinazione di queste strutture; inibizione di comportamenti/schemi inefficaci; selezione di comportamenti efficaci; integrazione in nuovi livelli di organizzazione (Thelen, 1989). Sviluppo prensione fine: 5/6 mesi: pressione palmare (grossolana). 5-12 mesi: sviluppo fino a raggiungere prensione radio- digitale (a pinza). Bruner (1974): coordinazione a 6 mesi prensione efficace ma solo di un oggetto per volta; a ”7 mesi: due oggetti simultaneamente; da 8-9 mesi: strategie per conservare oggetti in luogo sicuro. La teoria ecologica> Percepiamo direttamente le informazioni che esistono nel mondo intorno a noi. La percezione ci mette in contatto con l’ambiente circostante in modo che possiamo interagire ed adattarci ad esso. La percezione è concepita per l’azione. Secondo la teoria di Gibson tutti gli oggetti hanno delle affordances (disponibilità): le possibilità di interazione fornite dagli oggetti necessarie per compiere azioni. LEZIONE 7 Teoria di Piaget Obiettiv partendo da un'ipotesi: origine cognizione nelle attività senso motorie. : spiegazione dello sviluppo ontogenetico della conoscenza negli esseri umani Processi di sviluppo sono regolati da invarianti funzionali: meccanismi biologicamente predeterminati di funzionamento generale dell’organismo. 1)Sviluppo mentale implica modificazione continua che assolve a bisogni nuovi o esistenti ma applicati a condizioni mutate; assimilazione: integrazione informazioni in schemi esistenti; accomodamento: modifica schemi su base assimilazione. 2) Organizzazione: raggruppamento di comportamenti isolati in sistemi cognitivi di ordine superiore; organismo si struttura come totalità>parti. Stadi di sviluppo -> Sono il risultato dei processi di organizzazione, adattamento ed equilibrazione. Gli individui percorrono 4 stadi di sviluppo, ciascuno dei quali è legato all’età e consiste in modi diversi di pensare. Criteri: lo stadio individua cambiamenti qualitativi, ad ogni stadio gli schemi si trasformano, gli stadi si integrano gerarchicamente, nel disporsi in sequenza, gli stadi rispettano un ordine logico invariante, il passaggio da uno stadio all’altro non è subitaneo, ma graduale. Secondo Piaget, gli stadi sono universali (escluso l’ultimo, operatorio formale). Quattro stadi dello sviluppo cognitivo: ® sensomotorio ® preoperatorio ® operatorio concreto e delle operazioni formali Stadio sensomotorio (dalla nascita fino a 2 anni circa): i bambini costruiscono una comprensione del mondo coordinando esperienze sensoriali con azioni motorie. Comprende sei sottostadi: Sottostadio I. Gli schemi riflessi (0-1 mese): interazione con l’ambiente attraverso comportamenti riflessi (es. riflesso di suzione, rooting), che progressivamente permettono di assimilare nuovi oggetti (es. mano). Sottostadio II. Le reazioni circolari primarie (1-4 mesi): Riflesso coordinato con altro schema d’azione = reazione circolare primaria rivolta a scopo, non reattiva come riflessi, stereotipata, conseguimento scopo conclude azione, attiva nuovo ciclo (es. movimento mano alla bocca, tocca la bocca=aim, allontana la mano), esplorazione del proprio corpo e degli organi di senso, costituzione consapevolezza base di sé attraverso assimilazione oggetti e accomodamento schemi d’azione a oggetti stessi. Sottostadio III. Le reazioni circolari secondarie (4-8 mesi): Reazioni circolari primarie coordinate tra loro tramite integrazione gerarchica degli schemi d’azione sviluppati. Ripetizione azioni per il piacere intrinseco di osservarne le conseguenze (inizialmente notate casualmente poi ricercate). Ciclo si chiude con conseguimento scopo. Sottostadio IV. Coordinazione delle reazioni circolari secondarie (8-12 mesi): Integrazione gerarchica reazioni circolari secondarie. Bambino capace di organizzare sequenze di azioni come mezzi per raggiungere fini, l’effetto della singola azione non chiude il ciclo. Es. raggiungere e afferrare un panno per coprire un oggetto (anticipazione fine lontano, programmazione sequenza coordinata di azioni). Sottostadio V. Le reazioni circolari terziarie (12-18 mesi): Deliberata variazione schemi di azione per sperimentare attraverso processo di prova ed errore. Esplorazione di nuove possibilità di interazione con oggetti. Es. gettare oggetti fuori dalla carrozzina (traiettorie oggetti e reazioni genitori). Sottostadio VI. La rappresentazione (18-24 mesi): Rappresentazione mentale della realtà: imitazione differita, gioco simbolico, inizi del linguaggio. Simboli = oggetti/... collegati arbitrariamente ad un referente. Bambino diventa capace di pianificare azioni in relazioni a realtà immaginate. La nozione di permanenza dell’oggetto è una delle conquiste più importanti per un infante (prima invariante del pensiero): comprensione del fatto che gli oggetti e gli eventi continuano ad esistere anche quando non possono essere rilevati dagli organi di senso, non li vediamo, non li sentiamo o non li tocchiamo. Verso la fine del periodo sensomotorio gli oggetti sono permanenti, ma questa capacità si sviluppa passando attraverso 6 sottostadi: prima degli 8 mesi (inizio coordinazione reazioni circolari secondarie): no permanenza dell'oggetto; comprensione completa verso i 18 mesi. *Primi tre sottostadi: bambino non cerca oggetto nascosto > Permanenza dell’oggetto e coordinazione delle reaz. Circolari secondarie (8-12 mesi): coordinazione mezzi-fini; errori di perseveranza (o errori A non B) > Reazioni circolari terziarie: tramite prova ed errore, il bambino scopre che è necessario cercare l'oggetto dove è stato visto l’ultima volta ma errore A non B permane quando bambino deve immaginare movimento oggetto (oggetto non ancora indipendente dall'azione. > Solo nel sottostadio VI, il bambino riuscirebbe a rappresentare l'oggetto indipendentemente dalle azioni compiute su di esso. Sviluppo cognitivo: dopo Piaget > Studi più recenti sembrano indicare che i bambini vedano gli oggetti come circoscritti, unitari, solidi, separati dallo sfondo, e che sappiano molto di più sugli oggetti di quanto pensasse Piaget se non già fin dalla nascita dopo poco, e sicuramente per l’età di 3 o 4 mesi. | dati non sempre confermano l’idea di Piaget secondo cui alcuni processi sono indispensabili per la transizione da uno stadio all’altro. LEZIONE 8 Esplorazione> “Cosa si intende esattamente per esplorazione? É attribuita solamente al raggiungimento di ciò che non ci é vicino, oppure può riguardare l'acquisizione dell'atto motorio in sé? Ad esempio... io faccio la cameriera e vedo molti genitori che per "far stare buono" il bambino gli piazzano davanti il tablet con vari giochi o cartoni, alcuni di questi giochi offrono la riproduzione di alcuni gesti motori ad esempio: prendi la palla e mettila nel cesto. Ora, immaginando che questo non avvenga solo al ristorante ma anche a casa, questo nuovo approccio tecnologico può essere utile al fine del raggiungimento del gesto motorio e quindi dell'esplorazione, oppure la ostacola?”. Cos'è l'esplorazione? Meccanismo fondamentale dell’apprendimento tramite acquisizione (assimilazione) di informazioni sull'ambiente circostante e la costituzione del repertorio motorio necessario per interagire con esso (accomodamento). Possibile su “oggetti” sempre più complessi Videogiochi o altri media: possono sostituire o integrare forme tradizionali di apprendimento, ma non possono sostituire la pratica motoria, lo scaffolding etc. (discussione in corso ma evidenze di dinamiche di dipendenza etc.) + può essere uno strumento, non una soluzione “magica”. La seconda infanzia (2-6 anni) > Passaggio prima infanzia-età prescolare: Graduale e sfumato. conquiste: Locomozione eretta, Competenze linguistiche, Maggiore indipendenza. Sviluppo fisico> Denti da latte + dieta * adulta; Ritmo di crescita ridotto rispetto a prima infanzia; Proporzioni del corpo (testa dal 25% al 16% della massa corporea); Rapida crescita del cervello (75% della massa di quello adulto a 3 anni, 90% a 6 anni). Sviluppo motorio + Riduzione strati adiposi > maggiore abilità nei movimenti; Baricentro abbassato e muscolatura più sviluppata + capacità di correre, lanciare, afferrare; Abilità fini più sviluppate, maggiore coordinazione (es. Uso matita, forbici, allacciare scarpe...). Piaget (La formazione del simbolo nel bambino, 1945): ® Funzione simbolica/rappresentativa: elemento di discontinuità fondamentale tra prima e seconda infanzia ® Simboli: oggetto/azione/pensiero usato al posto di un altro ® Relazione + arbitraria o per somiglianza ® Simbolo: tipo particolare di rappresentazione (es. Ricordo è rappresentazione ma non simbolica), ma ruolo centrale. ® Età prescolare + stadio preoperatorio; Bambini non ancora in grado di compiere operazioni che trasformano la conoscenza in una rete cognitiva organizzata. Finestra 7.1 Segno, Indice, Gesto e Simbolo (tratto da Kaye) Signficante Indifrenzito Diferenziato (Non intenzionale) (Inenzionle) Convenzionale Segno Simbolo 5. luci del freni dell'auto 5. parole 5. ahimé (volontaria 05. segnale stradale espressione di dolore, paura) di avvertimento di traffico es. segno figurativo, fotografia, mappa Non convenzionale Indico Gesto es. impronte es. indicazione 5. gico di dolore 5. pugno di minaccia es. fumo Gli ass orizzontale e verticale mostrano le relazioni ira significante e significato Lo sviluppo del linguaggio + Apprendimento del linguaggio richiede acquisizione di: Parole, Regole (grammatica) + potere combinatorio del linguaggio. Come si apprende il linguaggio: 4 teorie esemplari Skinner, Chomsky, Piaget, Bruner. Skinner (scuola comportamentista, cf. Watson) + Addestramento topi e colombi + Condizionamento operante: rinforzo per creare connessione stimolo — risposta (es. Pressione leva rinforzata da erogazione cibo) > Il comportamento verbale (1957): bambini apprendono linguaggio tramite condizionamento operante (rinforzo+ incoraggiamento dei genitori). Chomsky (1959): nega il ruolo del condizionamento operante nell’apprendimento del linguaggio, centralità delle regole sintattiche > Centralità del tema della creatività linguistica > Base apprendimento linguistico: corpus di regole (1965)... insieme principi e parametri (1986) > C.> appreso rapidamente, non insegnato (su quali basi?) + Meccanismo innato specifico per il linguaggio (language acquisition device, LAD), solo negli umani (vedi studi sui primati...) > Linguaggio non appreso ma sviluppato con minimi contributi ambientali. Piaget (1970): sviluppo linguistico dipende dal completamento processi di sviluppo propri dello stadio sensomotorio + Linguaggio: + manifestazione della capacità di rappresentazione simbolica > Legato allo sviluppo cognitivo (non risultato di meccanismi specifici come in Chomsky). Ricerca successiva: coesistenza di aspetti specifici (es. Sintassi) e a-specifici (es. semantica) nello sviluppo linguistico. Vygotskij: importanza dell'interazione sociale nello sviluppo cognitivo e linguistico Influenza su Jerome Bruner (1975a, 1975b): | bambini apprendono il linguaggio nel contesto familiare delle interazioni coi care- givers. J. Bruner> Relazione tra struttura del contesto sociale e struttura del linguaggio. 1975: somiglianza (apprendere differenza soggetto/oggetto attraverso giochi del fare a turno). 1983: contesto sociale offre supporto per acquisizione linguaggio ma non conoscenza necessaria > sintassi “problema autonomo (cf. Chomsky). LEZIONE 9 Evidenze del ruolo del contesto sociale per l'acquisizione del linguaggio: Harris, Jones & Grant (1983) > 2/3 dei cambiamenti nei temi delle conversazioni della madre nelle interazioni coi bambini sono legati a cambiamenti nell'attività del bambino (da 7 > sguardo a 16 mesi > azioni) e A 16 mesi: 78% delle frasi materne riguarda oggetti guardati dal bambino. Solo 49% in madri di bambini che avrebbero mostrato ritardi linguistici a 2 anni (1986)... problema direzione causale, ma competenze baseline simili+ sviluppo linguistico ” contesto sociale. Collis & Schaffer+ Attenzione visiva condivisa: nel primo anno di vita + madre segue sguardo bambino. Nel secondo anno + bambino segue sguardo madre Butterworth e Grover (1989) Già a 6 mesi segue sguardo materno se oggetto è di fronte e è il primo incontrato. A 12 mesi: anche quando non è il primo. A 18 mesi: anche se dietro di loro. Basi della referenza condivisa: Intorno all'anno di vit: : bambini comprendono gesto di indicazione: seguono con sguardo; Primati no. Da un anno: bambini iniziano ad indicare. Poco dopo: usano indicazione per dirigere l’attenzione. Indicazione sempre accompagnata da vocalizzazioni + conferma funzione comunicativa dell’indicare. A 15 mesi: prima controllano che la madre guardi, poi indicano per dirigerne l’attenzione. Secondo anno di vita: Indipendenza nello sviluppo di indicazione; Dichiarativa + implica teoria della mente; Richiestiva; Gesti; Deittici/performativi (referente individuabile solo attraverso contesto extra- linguistico, es. indicare); Referenziali + referente specifico indipendente dal contesto (gesti per “ciao”, “più”, “mangiare” etc.). Continuità gesto-parola: Dai 12 ai 20 mesi: passaggio da prevalenza gestuale a verbale (e integrazione intermedia). Indicazione dichiarativa predice sviluppo vocabolario. Indicazione suscita risposte negli adulti (es. Denominazione oggetti, Baldwin & Markman, 1989). Già a 10 mesi bambini prestano più attenzione a oggetti indicati e denominati. Il primo sviluppo lessicale: Intorno a 7 mesi: bambini iniziano a rispondere al loro nome. Tipicamente iniziano a parlare dai 10 ai 18 mesi+ ampia variabilità. Prime parole spesso molto simili (adulti familiari, animali domestici, giochi, cibi, parti del corpo, azioni, “no”, “ancora”). Negli anni ‘70 si riteneva che il significato delle prime parole dei bambini fosse molto diverso da quelle degli adulti, ma in seguito > evidenza che molte parole non sono contesto-specifiche ma contesto-flessibili. Nelson(1973) > due stili nel primo sviluppo linguistico: e Espressivo (prevalgono nomi di azioni e persone) ® Referenziale (prevalgono nomi di oggetti). Sviluppo del vocabolario influenzato dal linguaggio dei genitori solo nelle prime fasi. Il primo sviluppo morfosintattico: La prima lingua (Brown, 1973) > Approccio chomskiano: ricerca delle regole nello sviluppo linguistico di tre bambini. Divisione in stadi, percorso semplice+ complesso. Studi più recenti + enfasi su: Differenze individuali (non solo il ritmo cambia); Età inizio delle combinazioni di parole; Numero di parole prodotte prima dell'inizio della fase combinatoria (molto variabile). Bates et al. (1988): due tendenze e Produzione analizzata (radicata nella comprensione) e Produzione non analizzata (parole apprese a memoria e in routine fisse). A 20 mesi: Produzione non analizzata correlata a variazione della lunghezza media degli enunciati (“e”, “il”, “lui”...); Produzione analizzata correlata con la conoscenza semantico-concettuale. Sviluppo linguistico e deficit sensoriali> ® Landau e Gleitman (1985): sviluppo linguistico di due bambini ciechi dalla nascita. Sviluppo linguistico simile a bambini vedenti, in ritardo (prime parole a 23-26 mesi). Verbo “guardare” per esplorazione tattile ® Mills (1987): “vedere” con riferimento alla modalità uditiva > Diverse modalità possono sostituire il ruolo primario della visione. Conseguenze più ampie della cecità sullo sviluppo linguistico per scarsa possibilità di osservare il contesto sociale + Esperienza visiva gioca un ruolo importante per lo sviluppo del DIMENSIONI E INDICATORI DEL BENESSERE- INDAGINE PISA DIMENSIONE DIMENSIONE SOCIALE | DIMENSIONE DIMENSIONE FISICA PSICOLOGICA COGNMVA ‘Senso di direzionaltà | Relazioni conla famiglia Problem solving Sl dl vita Individuale della via individuele Consapevolezza di sé Relazioni con i pari Problem solving collaborativo Consapevolezza degli Relazioni con gli Pensiero critco stati affetivi e insegnanti resillenza Valutazione della vita _—— Perspective taking Autoefficacia sociale dentro e fuori la scuo Speranza Ottimismo INDICATORI DEL BENESSEREIMALESSERE * Motivazione verso © Senso di * Performance nei | * Attività sponiva il successo appartenenza alla diversi ambiti + Dieta Scolastico propria scuola disciplinari del PISA « ‘ansia per | compiti + Bullismo scolastici Negli ultimi anni il focus delle ricerche si è gradualmente spostato verso lo studio dei fattori e delle condizioni che promuovono il benessere e lo sviluppo positivo, sottolineando la presenza di fattori di promozione (oltre che di protezione) e la natura transazionale dello sviluppo. Fattori di protezione/promozione del benessere * Relazioni supportve cor i docenti Scuola * Basso stress familiare * vivere con almeno un adulto che sì prende cura, ma meglio ir famiglie con ertrambi i genitori Connessione con la famiglia * Salute omotiva (competenze socio- emotive, esilenza) * Salute hisica Clima scolastico e benessere psicologico Indicatori comportamentali Stati aîfettivi interni Cori Adattamento positivo, sano CER CS Adartamento negativo, problematico TI n Fattori di rischio per il benessere Scuola * Seraodi aleazne repo al * nera eazoi ope Relai”Incgamve con i pari *isen mprienza acsagem ca 7 Scarsa comessione com & nigi Famiglia * Comportamenti a fera ponsenze » Farine rsa pr mgato sé Social and Emotional Learning (SEL) > L'apprendimento socio-emotivo (SEL) riguarda le seguenti competenze: Auto-consapevolezza (es. valutare accuratamente le proprie emozioni); Auto-regolazione (es. regolare le proprie emozioni per far fronte allo stress); Consapevolezza sociale (es. essere in grado di assumere la prospettiva altrui ed empatizzare con gli altri); Competenze relazionali (es. apprezzare relazioni sane e fruttuose); Responsabilità nel processo decisionale (es. tenere in considerazione le norme sociali). L'apprendimento socio-emotivo (SEL) è strettamente collegato con il benessere emotivo da un lato e il bullismo dall'altro. Infatti, le competenze che pertengono al SEL sono fondamentali per promuovere: lo sviluppo sociale, il "sentirsi a casa" nel contesto scolastico, il benessere generale, i processi di fronteggiamento (coping) dello stress... tutte dimensioni utili alla promozione del benessere emotivo e al contrasto del bullismo. Interventi anti-bullismo> Approcci diversi: ® orientamento teorico (più o meno theory-based, teorie diverse) ® durate/intensità diverse ® coinvolgimento insegnanti ® coinvolgimento genitori e ruolo esperti ® mono- vs multilivello (scuola, classe, individuo, es. Olweus Programme, OBPP) ® focus/obiettivi diversi Caratteristiche di un programma efficace: basi teoriche solide, intervento sui fattori di rischio principali (a più livelli), lungo termine, lavoro intensivo sui ragazzi/gruppi identificati come ad alto rischio, multimodale e multi contestuale, enfasi sulla promozione delle competenze socio/emotive, appropriato al livello di sviluppo e fedelmente riproducibile in contesti diversi. The Olweus Programme (OBPP)+ Multi-livello: individuo (incontri con bulli, genitori, vittime, astanti) - classe (regole di classe, incontri, giochi di ruolo) — scuola (incontri tra insegnanti, gruppo di cordinamento, questionari di monitoraggio). Materiali per insegnanti e genitori per prevenzione e contrasto del bullismo. Focus: prevenzione bullismo. KIVA Programme+> Multi-livello (scuola, classe, individuo). Impiego di diversi tipi di media (videogames, video, spille, poster, Richiede alto coinvolgimento da tutta la scuola per diversi anni. Focus: prevenzione del bullismo, enfasi su importanza ruolo astanti. PEACE Pack Programme+>Base teorica: bullismo non solo come forma specifica di aggressione da intendersi e contrastarsi contestualmente a: interazioni tra pari, benessere psicologico, competenze socio- emotive. Otto lezioni integrate nel curriculum scolastico. Insegna nuove competenze di fronteggiamento (coping) coinvolgendo attivamente gli studenti (attraverso giochi e discussioni). Lavora su più piani (bullismo, interazioni tra pari, benessere psicologico). Ha mostrato un effetto persistente nel ridurre il bullismo e promuovere il benessere in scuole Australiane. In conclusione vi è necessità di trovare soluzioni applicabili ai diversi contesti/età. Inoltre è importante promuovere pratiche positive (a livello individuale e di gruppo), oltre a contrastare i comportamenti negativi: strategie di coping, resilienza, interazioni positive tra pari, SEL: ruolo attivo degli studenti, Youth Voice. LEZIONE 13 Cyberbullismo: seria minaccia al benessere psicologico delle vittime fino a ideazione suicidaria. Varietà degli esiti (resilienza, coping...). Fenomeno ancora poco compreso. La legge 29 maggio 2017, n. 71, definisce il cyberbullismo come segue: “Per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno 0 più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”. Problema pratico > legge italiana: discussione sull’utilità di affrontare il cyberbullismo come fattispecie a parte. Forme di aggressività/bullismo online> Catfishing: utilizzare un profilo falso per convincere qualcuno ad intraprendere una relazione romantica “ingannevole”; Flaming: inviare messaggi offensivi, osceni etc. - è in corso una “flame war” quando numerosi utenti si scambiano messaggi di questo tipo (“flames” = fiamme); Molestia (harassment): invio ripetuto di messaggi offensivi; Denigrazione: inviare materiale online per danneggiare amicizie/relazioni altrui; Furto d’identità (impersonation): fingersi qualcun altro online per danneggiare la sua reputazione, creargli problemi etc.; Trolling: postare messaggi provocatori riguardo argomenti sensibili per creare conflitto, suscitare flaming etc.; Outing: rivelare segreti/informazioni imbarazzanti altrui; Esclusione: escludere intenzionalmente qualcuno da un gruppo online; Cyber stalkin Sexting: inviare testi/immagini/video sessualmente espliciti. : inviare messaggi/comportamento online che minaccia la sicurezza della vittima; Cyberbullismo: diffusione Graf.2 Tassi di prevalenza per fasce d'età 21,9% 25% Uni 13,2% 130% 15% 36% 10% 18% ,3% 5% È = OOO 0% Ilanni 12anni ‘13anni 14ami ® Bullismo ® Cyberbullismo Coping e Resilienza+ Difficoltà di incidere sui comportamenti negativi online. Importanza di promuovere strategie efficaci per far fronte a cyber bullismo. Fattori di rischio/protezione>Tipo ed intensità della vittimizzazione (pubblica o privata), Anonimato dei bulli, Co-morbidità con altre forme di vittimizzazione; possono essere superate da una buona: Auto-stima, Supporto sociale, Strategie di coping e Resilienza. F z La teoria di Vygotskij> Elemento comune delle critiche a Piaget: limitata competenza linguistica dei bambini in età prescolare + difficoltà a comprendere compiti complessi ed astratti (es. Donaldson). Base: teoria di Vygotskij + pensiero verbale si fonda sul linguaggio, acquisito progressivamente durante l’età prescolare. In antitesi a Piaget: linguaggio comunicativo fin dall'inizio. Linguaggio e pensiero si sviluppano parallelamente influenzandosi a vicenda. Co-evoluzione produce pensiero verbale/linguaggio interiore. Progresso evolutivo: Comunicazione adulto-bambino (inizialmente non verbale), Dialogo interiore (interiorizzazione dialogo esterno), Pensiero verbale. Compiti di conservazione>Più facili quando la trasformazione sembra accidentale + problema di comprensione del concetto di “numero” e delle domande dell'adulto. Verso gli 8/9 anni difficoltà scompare (transizione stadiale) Questione aperta: transizione dipende da sviluppo logico (Piaget) o dall’acquisizione del ragionamento verbale (Vygotskij)? Apparenza/realtà> Piaget: in età prescolare, difficoltà a distinguere. — Flavell (1985): spugna colorata come un sasso; Cos'è e cosa sembra: a 3 anni spugna, spugna; a 4 anni spugna, sasso + nozione di travisamento emerge intorno ai 4 anni — DeVries (1969): gatto “mascherato” da cane + trasformazione implausibile solo dai 6 anni. Solita obiezione: l'adulto trae in errore il bambino ponendogli le domande in modo suggestivo — Carey (1985): animismo inconsistente +biologia intuitiva piuttosto che limiti logici, no concetto chiaro di essere vivente. Il ruolo del contesto> Esaminati in contesti familiari, ecologici, bambini mostrano maggiore competenza; vivente/non vivente, Perspective taking, reale/non reale. Cultura e contesti influenzano fortemente lo sviluppo cognitivo in età prescolare, tramite: Facilitazione, Pressione ad acquisire competenze. LEZIONE 17 Lo sviluppo cognitivo in età scolare Più tempo tra i pari, maggiore autonomia — Sviluppo fisico (raddoppia massa e forza, denti adulti) — accelerazione crescita del cervello (lobi frontali) + organizzazione sequenziale azioni e pensieri (Lurija: dagli 8 anni capacità di utilizzare il linguaggio per regolare il comportamento, luce rossa per inibizione). Vygotskij: linguaggio interiorizzato come pensiero verbale. Piaget: transizione ragionamento pre-operatorio — operatorio concreto: passaggio da priorità della percezione a quella della logica — Capacità di ripercorrere mentalmente le sequenze di azioni: reversibilità. Altre operazioni logiche acquisite nello stadio operatorio concreto: Seriazione (capacità di ordinare, misurare, inferenza transitiva A>B>C + A>C); Classificazione (distinzione tra classi includenti e incluse, vedi perline colorate); Numerazione (combina le precedenti). Discussioni della teoria piagetiana: Tema fondamentale per implicazioni nell’insegnamento dei numeri Bryant e Trabasso (1971): bambini di 4 anni già in grado d risolvere una versione del problema di inferenza transitiva (con training adeguato) + problema legato alla memoria, non alla logica -Russell (1978): compito di Bryant e Trabasso implica immaginazione più che inferenza logica (ma anche negli adulti...) -Bryant (1974): percezione dei bambini piccoli adeguata per comprendere relazioni tra oggetti, insufficiente per attingere a informazioni assolute. Teorie alternative a Piaget sulla transizione da stadio preoperatorio a operatorio concreto: 1)No confine netto: capacità (conservazione, inferenza transitiva...) già presenti nel bambino in età prescolare, per esprimersi pienamente necessitano di capacità di memoria (Bryant) o di superare mancanza di familiarità (Donaldson). 2)Emergere della giustificazione logica (come?) segna il passaggio stadiale da preoperatorio a operatorio concreto. 3)Seguendo Vygotskij, transizione stadiale tra ragionamento basato sulla percezione e sul linguaggio verbale. Studi transculturali> Differenze nella capacità di risolvere problemi operatori concreti (Dasen, 1972); Fattori: Scolarizzazione, Contatto con culture occidentali. Il ragionamento morale Piaget, Il giudizio morale nel fanciullo (1932): Sviluppo cognitivo responsabile del ragionamento morale; Giochi di ruolo e governati da regole nell'interazione tra pari: origini dell'ordine sociale; Stadio preoperatorio: prevalenti giochi di ruolo; Stadio operatorio concreto: prevalenti giochi governati da regole. Teoria piagetiana: basata su intervista semi-strutturata: Strettamente legata alla competenza linguistica del bambino. Approccio alternativo: osservazioni in situazioni ecologiche nel contesto familiare o dei pari> Dunn (1987): già a due anni i bambini reagiscono alla trasgressione delle regole da parte loro o di altri; Le emozioni giocano un ruolo importante nell’acquisizione dei principi morali (vergogna, ansia, ironia). Nel gioco tra fratelli: negoziazione delle regole già dai due anni #Osservazione naturalistica (soprattutto dell'interazione tra pari) rivela precoci capacità di comprensione morale +Distinzione comprensione vs ragionamento morale (più astratto). PSICOLOGIA DELLO SPORT LEZIONE 1 La psicologia dello sport si focalizza sugli aspetti relativi alla pratica sportiva a tutti i livelli e a tutte le età. Lo spot è un’attività per tutti. Evidenze scientifiche mostrano significativi miglioramenti sui deficit di persone con disabilità fisica e intellettiva o con patologie in atto che seguono programmi mirati di allenamento motorio. È una disciplina scientifica che tiene conto non solo dei meccanismi emozionali e motivazionali di chi pratica sport, ma anche dei processi cognitivi e psicofisiologici sottostanti il gesto atletico o l'esercizio motorio. Trae ispirazione e contenuto da molteplici discipline che vanno dalla medicina alle scienze motorie, ma ha trovato negli anni un suo preciso e definito percorso di ricerca e di intervento. Studia gli spetti psicologici, sociali, pedagogici e psicofisiologici dello sport. In ambito scientifico, lo studio della mente equivale alla comprensione dei processi neuronali che mediano le funzioni cognitive. Alla base di ogni comportamento, sia esso semplice che complesso, ci sono sempre almeno due neuroni che comunicano tra di loro. Stretto legame tra il gesto atletico (comportamento) e processo mentale (attivazione di circuiti cerebrali). Psicobiologia come chiave di lettura per comprendere i processi mentali sottostanti la pratica sportiva. Norman Triplett pubblicò il primo esperimento scientifico di psicologia dello sport che evidenziava quanto i fattori sociali fossero importanti ai fini della prestazione sportiva. Triplett volle indagare gli effetti dati dalla presenza di altri concorrenti sulla prestazione ciclistica. L'autore analizzò proprio il comportamento dei ciclisti e osservò che le prestazioni degli atleti erano migliori se questi gareggiavano all’interno di un gruppo rispetto a competizioni singole. Norman Triplett propose un esperimento simile sui bambini che rafforzò l'evidenza che "lo stare in gara con l’altro" migliora la prestazione. Inizialmente la psicologia dello sport cercò di stabilire delle relazioni significative fra personalità e sport. Successivamente si è specializzata nell'ambito della preparazione mentale e sulle abilità che possono essere incrementate nello sportivo: Attenzione, Concentrazione, Motivazione, Gestione dello stress e dell'ansia. Non si occupa solo di alto agonismo e di prestazioni elevate, ma si interessa dell’atleta come persona. Campi di interesse della Psicologia dello Sport sono il Benessere e la Performance. | campi di applicazione vanno dall’attività ludico-sportiva all’attività agonistica. Il principale obiettivo della Psicologia dello Sport è permettere ad ogni atleta di esprimersi al meglio delle proprie capacità, vivendo l’attività sportiva in modo sereno e positivo, rendendo lo sport uno strumento di crescita e di benessere. L'affermazione positiva della salute rispetto al concetto negativo tradizionale di salute provocò un terremoto nel campo della medicina che si trovò impreparata di fronte alla nuova prospettiva di tutelare e promuovere la salute. Si passa da un modello biomedico, basato sulla visione della malattia come una deviazione rispetto alla norma biologica, al modello biopsicosociale che tiene conto di fattori biologici, psicologici e sociali nel valutare lo stato di salute. Attività jo non sanitari, appositamente disegnati per persone con malattie croniche, finalizzati alla modificazione dello stile di vita per prevenire o mitigare la disabilità. ‘a Adattata: programmi di eserci; Attività fisica e depressione: Le persone che soffrono di patologie croniche possono contenere i sintomi della depressione con un regolare esercizio aerobico. Lo psicologo dello sport>È un professionista con conoscenze scientifiche, bio-psico-sociali, che riguardano il funzionamento della mente in condizioni di salute e in condizioni di malessere. L'atleta è visto nella sua totalità e l’obiettivo è quello di raggiungere il massimo benessere psico-fisico possibile ottimizzando le risorse e rinforzando le limitazioni della persona. Ha conoscenze dello sport e delle sue caratteristiche discipline specifiche. Ha competenze interdisciplinari: lavora con molti altri operatori della salute e tutte le figure che ruotano attorno al mondo dell’atleta. Le principali competenze dello psicologo dello sport sono: Allenare strategie per mantenere la propria motivazione, Allenare a gestire le emozioni, Allenare alla visualizzazione del percorso e dei gesti motori, Migliorare l'autostima, Proporre strategie per la gestione dell'attivazione psicofisica, Studiare e potenziare gli stili attentivi. Tra le tecniche o competenze più comuni che gli psicologi sportivi insegnano agli atleti con lo scopo di migliorare la loro performance: Mental trainig, Goal setting, Self talk. Inoltre può: Diagnosticare BI Teoria di orientamento motivazionale di J. Nicholls: Gli individui si distinguano in funzione delle caratteristiche del loro orientamento a raggiungere obiettivi: Centrati sul compito (orientamento sul compito): Apprendimento di nuove abilità; Miglioramento della propria prestazione; Impegno per il raggiungimento dell'obiettivo Centrati sul risultato da ottenere (orientamento sul Sé): Attento a superare gli altri, a vincere Orientamenti indipendenti, ogni individuo può essere orientato al compito o al Sé o ad ambedue in modo correlato alle situazioni ambientali. Competenza sportiva > Ml Teoria della competenza di S. Harter: sottolinea l’importanza della percezione soggettiva delle proprie abilità nell‘aumentare la motivazione al successo. Nello sport, la percezione di competenza consiste nel ritenersi abili a esercitare un certo controllo sulle abilità motorie e sulla potenzialità di migliorarle. La competenza è correlata all’autostima. La percezione di quello che si è in grado di fare influisce in maniera significativa sugli stati affettivi ed emozionali e differisce in base al contesto. La motivazione negli sport di resistenza-> Le evidenze indicano come negli sport di resistenza, soprattutto in condizioni critiche e con obiettivi difficili da raggiungere, la motivazione è dettata da spinte interne all'individuo e non segue condizionamenti esterni. Alcuni atleti trovano la forza di proseguire e di arrivare al traguardo dopo un infortunio che provoca dolore. Alcuni studi evidenziano che quando i livelli di motivazione sono elevati, aumenta anche la soglia della percezione del dolore. Migliore efficienza dei circuiti cerebrali che mediano gli aspetti cognitivi della motivazione e che modulano l’elaborazione delle informazioni somatosensitive, per cui il dolore viene percepito in maniera più sfumata. Fenomeno di plasticità cerebrale per cui quando facciamo certe esperienze alleniamo alcuni circuiti cerebrali migliorandone l'efficienza. Più ci motiviamo intrinsecamente, più alleniamo circuiti cerebrali che saranno sempre più efficienti e pronti per modulare comportamenti tesi alla riuscita degli obiettivi. LEZIONE 3 Resilienza: capacità di sostenere carichi di allenamento impegnativi, affrontare lo stress della competizione, gestire stati emozionali spiacevoli, recuperare la forma in modo sicuro e soddisfacente anche dopo un infortunio. Capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti Burnout: condizione psicologica associata ad una sensazione di esaurimento psicofi realizzazione personale e svalorizzazione dello sport. Termine apparso la prima volta nel mondo dello sport (1930) per indicare l'incapacità di un atleta, dopo alcuni successi, di ottenere ulteriori risultati e/o mantenere quelli acquisiti. Il burnout è quella condizione in cui svolgere un'attività sportiva impegna ad un punto tale corpo, mente e spirito che la persona, superata una certa soglia, “scoppia” con conseguente stato di esaurimento psicofisico ed emozionale. ico, ridotto senso di La resilienza è un fattore protettivo nei confronti del Burnout e si sviluppa in un clima motivazionale basato sulla competenza, incoraggiando ogni singolo atleta a portare a termine gli obbiettivi prefissati in base alle proprie capacità. Un clima motivazionale basato principalmente sulla prestazione e un orientamento dell’atleta sul Sé favorisce l'abbandono precoce dell'attività sportiva soprattutto quando i risultati iniziano a scarseggiare o in seguito a un infortunio. Gli apprendimenti, le esperienze, il rapporto con l’ambiente possono aiutare a diventare meno fragili o più forti, ad attivare le capacità di adattamento e resilienza, ad essere più attrezzati ad affrontare le varie vicende della vita, positive e negative. C'è chi rinforza o perfeziona le proprie competenze nelle condizioni avverse, anche drammatiche e c'è chi si spaventa e fugge di fronte a situazioni generalmente considerate Gli studi che si sono focalizzati sull’analisi delle caratteristiche individuali, hanno evidenziato che chi è resilienti ottimista, Ha un'alta autostima, È guidato da una forte motivazione intrinseca, Ha molte risorse psicologiche, Ha emozioni positive e Riceve supporto sociale. Caratteristiche del bournout-+ Un deterioramento progressivo dell'impegno nei confronti del lavoro: un lavoro inizialmente importante, ricco di prospettive ed affascinante diventa sgradevole, insoddisfacente e demotivante. Un deterioramento delle emozioni: sentimenti positivi come l'entusiasmo, la motivazione e il piacere svaniscono per essere sostituiti dalla rabbia, dall’ansia, dalla depressione. Un problema di adattamento tra la persona e il lavoro: i singoli individui percepiscono questo squilibrio come una crisi personale, mentre in realtà è il posto di lavoro a presentare problemi. Esaurimento: E’ la prima reazione allo stress prodotto da eccessive richieste di lavoro o da cambiamenti significativi. Quando una persona sente di aver oltrepassato il limite massimo sia a livello emozionale sia fisico si sente prosciugata, incapace di rilassarsi e di recuperare, manca di energia per affrontare nuovi progetti, nuove persone, nuove sfide. Cinismo: Quando una persona assume un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti del lavoro e delle persone che incontra sul lavoro, diminuisce sino a ridurre al minimo il proprio coinvolgimento emotivo nel lavoro e può abbandonare persino i propri ideali/valori. Tali reazioni rappresentano il tentativo di proteggere se stessi dall’esaurimento e dalla delusione, si pensa di essere più al sicuro adottando un atteggiamento di indifferenza, oppure si preferisce ritenere che le cose non funzioneranno più come prima, piuttosto che vedere svanire in seguito le proprie speranze. Un atteggiamento così negativo può compromettere seriamente il benessere di una persona, il suo equilibrio psico-fisico e la sua capacità di lavorare. Ine inza: Quando in una persona cresce la sensazione di inadeguatezza, qualsiasi progetto nuovo viene vissuto come opprimente. Si ha l'impressione che il mondo trami contro ogni tentativo di fare progressi, e quel poco che si riesce a realizzare, appare insignificante. Si perde la fiducia nelle proprie capacità e in sé stessi. Le cause+ Sovraccarico di lavoro, Mancanza di controllo, Gratificazioni insufficienti, Crollo del senso d di appartenenza, Assenza di equità, Valori contrastanti, Scarsa remunerazione. Fattori individuali: Tendenza a porsi obiettivi irrealistici, Introversione, Adottare uno stile di vita iperattivo, Personalità autoritaria, Abnegazione al lavoro, Concetto di se stessi come indispensabili, Motivazione ed aspettative professionali, Personalità di tipo A: ambizioso, competitivo, esigente sia con se stesso che con gli altri, puntuale, frettoloso, aggressivo. Fattori socio-demografici: Differenza di genere (donne più predisposte degli uomini), Età (primi anni di carriera più predisposti), Stato civile (persone senza relazioni stabili più predisposte). Il burnout nello sport- Forte situazione di stress tra le richieste dell'ambiente e le risorse che l'atleta è capace di mettere in campo. L’atleta si sente improvvisamente esaurito, svuotato mentalmente e fisicamente e si assiste ad una perdita progressiva di ideali, stimoli ed energia nei confronti di un compito fino ad allora vissuto con estrema partecipazione. Accade negli atleti di qualunque livello e quanto più si alza il livello prestativo, quanto maggiore è il rischio di saturazione. Aspetti che possono determinare l'insorgere del burnout nello sport: Perdita di motivazione dopo performance negative, Possibili infortuni, Allenamenti troppo pressanti con scarso recupero, Situazioni familiari e sentimentali, Rapporto con gli allenatori, genitori, squadra, Proiezioni esagerate sulla propria carriera, Brevità della carriera. L’atleta che si trova a vivere l’esperienza del burnout si confronta con un forte carico di stress, sensazione di fallimento, negativismo o indifferenza, sensazioni che se non adeguatamente compresi ed affrontati, possono portarlo all'abbandono della propria occupazione sportiva, fenomeno detto anche Drop-out. LEZIONE 4 Caratteristiche dei processi emozionali > Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi. Le emozioni sono un processo multifattoriale con decorso temporale. Le emozioni si esprimono con: Manifestazioni comportamentall, Reazioni fisiologiche, Azione. Le risposte emozionali sono caratterizzate, nell'uomo: Indicatori verbali: attraverso il linguaggio è possibile comunicare l’esperienza emotiva, riflettere su ciò che si è già provato e attribuire a questa esperienza un nome, un’etichetta verbale. Indicatori non verbali: segnali non verbali, in primo luogo le espressioni facciali, capaci di esprimere in maniera diretta le proprie emozioni. Componenti emozionali> Componente cognitiva: valutazione in termini cognitivi degli stimoli ambientali; Componente fisiologica: implica l'attivazione del SNC, del SNA e del SE; Componente espressivo-motoria: consente l’espressione delle emozioni; Componente motivazionale: predispone l'organismo ad agire per realizzare scopi e specifici bisogni; Componente soggettiva dell’esperienza emozionale: riflessione soggettiva sull'esperienza e sul vissuto emozionale; Il comportamento è estremamente influenzato dalle emozioni. Emozioni come meccanismo adattativo disponibile all'organismo per affrontare le diverse situazioni ambientali. Le emozioni permettono di intrecciare relazioni con gli altri, comunicare stati d'animo e intenzioni, comprendere cosa prova l’altro. L’attenzione della Psicologia dello Sport si è focalizzata principalmente sullo studio di quali emozioni fossero funzionali o disfunzionali alla prestazione sportiva, evidenziando come la loro analisi negli atleti faciliti la comprensione del vissuto soggettivo della gara, permetta l'individuazione delle reazioni e di eventuali problemi e, entro certi limiti, consenta di predire il successo nella prestazione sportiva (Terry, 1995). Le emozioni rappresentano un elemento fondamentale nello sport. Vittoria, sconfitta, allenamento e scontro fisico, rappresentano il luogo privilegiato dove imparare ad ascoltare e riconoscere emozioni. Le emozioni possono seguire, regolare e sostenere l’azione sportiva, ma anche disturbarla e persino bloccarla. anziché sul risultato indispensabile per chiunque voglia gareggiare con successo. L'allenamento mentale come sistema efficace per imparare a sviluppare un atteggiamento orientato sulla prestazione. "Le aspettative uccidono le prestazioni: Aspettarsi di fare una grande prestazione è ciò che di peggio possa pensare un atleta. Le aspettative devono essere parte dell’autocontrollo che un atleta deve avere su se stesso. L’unica aspettativa consentita è di sapere che bisogna impegnarsi al massimo ma quando si comincia si deve mettere da parte ogni idea di risultato e lottare in ogni istante della gara, passo dopo passo, tiro dopo tiro, centimetro dopo centimetro, secondo dopo secondo. Non c'è null'altro oltre questo e chi non è allenato a questo resta indietro." Janke (1976) individua 5 categorie di stressor relativi all'ambito sportivo: 1. Stressor esterni: Legati all'ambiente (es. condizioni climatiche avverse, scarsa luce, sport acquatici e sport in ambienti estremi). Alla deprivazione sensoriale (es. cuffie nel tiro). AI rischio di infortuni (es. nella ginnastica artistica). 2. Stressor dovuti alla deprivazione dei bisogni primari: Fame, Sete, Sonno (es. fuso orario può disturbare il sonno), Temperatura (es. condizioni climatiche non ottimali). 3. Stressor da prestazione:Eccessiva pressione fisica e psichica, Eccessiva monotonia e ripetitività degli allenamenti, Insuccessi/successi 4. Stressor soci | conflitti (es. con allenatori, tecnici, compagni, i genitori o altre figure di riferimento), L'isolamento sociale (es. continui viaggi, molti impegni che possono portare a trascurare relazioni ed affetti) 5. Altri stressor: Processi decisionali difficili, Incertezze sul proprio futuro agonistico. Gli strumenti utilizzati per gestire lo stress e le emozioni in maniera più funzionale impostano un vero e proprio programma di allenamento della mente dell’atleta, che impara progressivamente a conoscere se stesso, a gestire ed ottimizzare le proprie abilità e caratteristiche. L'attività fisica svolta in modo regolare produce molti benefici sia sul corpo che sulla psiche. È stato dimostrato che lo sport, se praticato senza eccessi e con regolarità, può prevenire e alleviare i sintomi dell'ansia e dello stress, contribuisce a rilassare la tensione muscolare, a regolarizzare il ciclo sonno-veglia e a migliorare la salute. La sua azione positiva si esercita sulla circolazione sanguigna, sull'attività neuronale, e sull'aumentato rilascio di endorfine che influiscono positivamente sullo stato d'animo. L'attività fisica produce molti altri benefici sulla salute della psiche, come il miglioramento del senso di autoefficacia e di fiducia in se stessi. LEZIONE 5 Migliorare le prestazioni La letteratura scientifica in ambito sportivo evidenzia come affiancare a un allenamento fisico anche uno mentale permetta e faciliti il raggiungimento di condizioni psico-fisiche ottimali negli atleti. Mental training> Nel 1950 lo psicologo russo Avksenty Puni, formalizzò il primo modello di allenamento mentale in cui veniva data particolare importanza agli aspetti psicologici, piuttosto che a una esercitazione del gesto atletico. Applicazione di tecniche psicologiche volte a migliorare le prestazioni sportive nell’ambito di un programma strutturato che preveda l'allenamento integrato sia del gesto che degli aspetti psicologici (A. Cei 2011). Evidenze sottolineano quanto nell'esercizio di un'abilità motoria siano anche importanti i fattori esterni, come quelli relazionali, situazionali e ambientali. Allenamento integrato Allenamento fisico per sviluppare e perfezionare abilità motorie, per migliorare la tecnica e la tattica di gioco. Allenamento mentale per migliorare le procedure motorie sottostanti il gesto. Allenamento mentale per gestire emozioni e raggiungere livelli ottimali di attivazione in relazione a compiti specifici. Allenamento mentale per raggiungere obiettivi predeterminati. Potenziamento mentale per migliorare le abilità cogn per realizzare un mental training: psicologo dello sport, tecnico sportivo e atleta lavorano in sincronia con ive sottostanti la tecnica e la tattica di gioco. Importanza di un lavoro di squadra obiettivi comuni e condivisi. Allenamento ideomotorio>Immaginazione motoria: rappresentazione mentale di un movimento, di un atto motorio o di un'azione, molto simili a ciò che avviene nella realtà, senza però la sua reale esecuzione. | movimenti immaginati e quelli realmente effettuati sono funzionalmente equivalenti in quanto condividono gli stessi circuiti neuronali. Si parla di allenamento ideomotorio quando l'immaginazione motoria o motor imagery viene utilizzata come metodo per migliorare la tecnica e viene inserita in un programma di allenamento strutturato. Questo tipo di allenamento mentale produce significativi effetti positivi sull’apprendimento e sull’interiorizzazione dei movimenti immaginati. Studi recenti suggeriscono che, ai fini di un significativo apprendimento della tecnica, durante l'immaginazione motoria sarebbe opportuno includere più particolari possibili consoni alla realtà dell’azione reale. Modello PETTLEP (Holmes e Collins 2001): indica sette aspetti indispensabili da tenere in considerazione quando si immagina una sequenza di movimenti per renderla più corrispondente possibile all'esercizio concreto. Prima di iniziare a immaginare movimenti bisognerebbe riscaldarsi realmente con esercizi specifici seguiti da esercizi di respirazione. Scegliere un luogo tranquillo e assumere una posizione comoda ad occhi chiusi. Seguire un programma di allenamento mentale strutturato. Visualizzare azioni corrette e posi eseguono meglio. Ve a cui dare un punteggio per valutare la nitidezza e i dettagli. Iniziare visualizzando le azioni che si Physical (fisico): fa riferimento alla natura fisica. Abbigliamento, attrezzature ecc. dovrebbero essere le stesse di quando si esegue realmente l’esercizio. Environment (ambiente): fa riferimento alla caratteristiche fisiche dell'ambiente. Si immagina l’intero contesto. Task (compito): fa riferimento alle caratteristiche del compito anche in base al livello di esperienza. Si immagina quello che si è in grado di eseguire realmente. Timing (temporizzazione): fa riferimento alla natura temporale del compito, alla sua durata. L'azione immaginata e l’azione reale dovrebbero impiegare un tempo simile. Learning (apprendimento): fa riferimento all’apprendimento raggiunto. Il contenuto dell’immaginazione deve tener conto dell’apprendimento raggiunto e di sessione in sessione adattarvisi. Emotion (emozione): fa riferimento alla risposta emozionale. Durante l'immaginazione si tiene conto degli aspetti emozionali. Perspective (prospettiva): fa riferimento alla prospettiva visiva scelta, che può essere in prima persona (l'atleta immagina sé), o in terza persona (l'atleta immagina un altro). Osservazione dell’azione> Apprendimento per osservazione: Attraverso la visione della corretta esecuzione del gesto, si trasmette all’osservatore la conoscenza motoria dell’azione. Affinché l'osservazione produca un effettivo apprendimento, il comportamento motorio osservato deve essere contraddistinto: Da un fine, lo scopo deve essere ben compreso dall’osservatore, l'osservatore deve avere già esperienza dei movimenti che compongono l’atto motorio osservato. In ambito sportivo, attraverso l'osservazione di una tecnica (sequenza di movimenti finalizzati a uno scopo) o di una tattica di gioco si può acquisire e consolidare un atto motorio o un'azione. Nel caso di video, si privilegia l’utilizzo di filmati ricchi di azioni vincenti e tatticamente ben strutturate. La metodologia dell’apprendimento per osservazione viene utilizzata in ambito sportivo anche dopo un infortunio: condivisione dei circuiti neuronali sottostanti l’azione che si attivano con l'osservazione anche quando i movimenti non sono realmente eseguiti (mirror therapy). Indicazioni metodologiche: Prima di iniziare la visualizzazione accertarsi che l'atleta sia motivato e attento. Il tempo di osservazione non dovrebbe superare i 2/5 cinque minuti. Il contenuto dell’osservazione deve sempre essere un comportamento motorio finalizzato, un atto motorio o un’azione. L’osservatore deve essere in grado di compiere i singoli movimenti che compongono gli atti motori osservati. Se l'osservazione viene fatta all’aperto accertarsi che la visuale dell'osservatore non sia disturbata da troppa luce, viceversa al chiuso accertarsi che sia ben visibile ciò che si sta per osservare. Il numero degli osservatori può essere variabile da 1 a 3, per permettere a tutti di godere della stessa prospettiva. Esplicitare chiaramente che il contenuto mostrato dovrà essere ripetuto. Sonno come processo di consolidamento mnestico+ Il sonno è un bisogno fisiologico che riveste una fondamentale importanza nel determinare i comportamenti. Gli studi evidenziano come sia un requisito indispensabile dello stare in salute. In letteratura ci sono evidenze che dimostrano come il sonno sia implicato nei processi mnestici di tipo dichiarativo e procedurale. In ambito sportivo è stato evidenziato quanto il sonno influisca sulla prestazione ed è in grado di migliorare la prestazione sportiva in quanto facilita e permette il consolidamento mnestico dell’informazione motoria. In ambito sportivo si studia il sonno degli atleti per: comprendere meglio questo processo; individuare strategie applicative che facilitino l'acquisizione di abilità motorie; valutare la qualità del sonno in relazione a particolari eventi, come una competizione. Sonno e sport si influenzano e vicende, il sonno migliora la prestazione, lo sport agisce sul sonno migliorandone la qualità. Biofeedback> è un metodo d'intervento psicofisiologico inquadrabile nell'ambito della psicofisiologia applicata. Metodo d'intervento mediante il quale l'individuo impara a riconoscere, correggere e prevenire le alterazioni fisiologiche alla base di diverse condizioni patologiche con conseguente loro riduzione o eliminazione. Attraverso il biofeedback è possibile il controllo delle risposte fisiologiche con il conseguente raggiungimento volontario di stati di rilassamento o anche di una specifica attivazione. Tramite questa tecnica si insegna all’atleta come controllare o modificare i processi di attivazione fisiologica al fine di raggiungere il proprio livello di attivazione ottimale. Neurofeedback> è una tecnica non invasiva, derivata dal biofeedback, che si propone di intervenire a livello neuro cognitivo. Quando il parametro fisiologico che funge da feedback è l’attività elettrica corticale, registrata con l’elettroencefalogramma, si parla di neuro feedback. Lo scopo è quello di insegnare all’atleta ad avere consapevolezza di specifici stati di attivazione corticale e correlarli con le sensazioni corporee fino ad averne pieno controllo. Dati della letteratura evidenziano che il biofeedback e il neurofeedback sono tecniche efficaci per ridurre o eliminare eccessivi stati di attivazione e trovano applicazione anche nel recupero da infortunio. Self-talkd si basa sul principio che ciò che le persone si dicono o pensano di sé sia in grado di condizionare il comportamento. In ambito sportivo è utilizzato come metodo di allenamento mentale volto a migliorare l’autoefficacia, l'autostima e la competenza sportiva. Le frasi del dialogo interno sono usate per porre l'attenzione su una cosa in particolare, in modo da migliorare la concentrazione, oppure sono utilizzate insieme ad altre tecniche per facilitarne l'efficacia. Nel dialogo interno, l'atleta focalizza la propria attenzione sui pensieri positivi e sugli obiettivi da raggiungere, attraverso affermazioni, incoraggiamenti, esterno) ed esterne (contesto temporale, sociale, culturale ed economico di riferimento). La visione personale della realtà rappresenta una MAPPA soggettiva per orientarsi nel TERRITORIO del mondo esterno. Nella comunicazione interpersonale non esiste una mappa più giusta o sbagliata dell'altra, esistono solo mappe diverse che vengono a contatto tra loro e si possono arricchire reciprocamente di nuovi dettagli, utili a orientarsi meglio nelle interazioni successive. Anche i comportamenti apparentemente più incomprensibili rispondono a una visione soggettiva della realtà e hanno come scopo finale il raggiungimento di un risultato considerato positivo dalla persona. Solo comprendendo questo è possibile pensare ogni scambio comunicativo come un arricchimento personale. Da tale presupposto deriva una delle definizioni più calzanti della PNL: lo studio dell’esperienza soggettiva. Se qualcosa è possibile per qualcuno, è possibile per chiunque. Bisogna capire come > Tutte le persone possono potenzialmente uguagliare i risultati di eccellenza raggiunti da altri, che rappresentano i modelli di riferimento, replicandone i comportamenti. Quest’attività prende il nome di modeling ed è utilizzabile in qualunque frangente della vita quotidiana. Questo non significa che tutti arriveranno all’eccellenza assoluta nelle rispettive attività, ma che ogni persona può diventare la migliore copia possibile del modello di riferimento in considerazione delle proprie capacità e caratteristiche individuali. Non esistono errori, solo risultati. Non esistono insuccessi, solo informazioni> Quelli che vengono giudicati insuccessi sono preziose informazioni per modificare il proprio comportamento. Siamo spesso portati a pensare che la mancata realizzazione degli obiettivi equivalga a un fallimento: tale consapevolezza può influenzare negativamente l’autostima e condizionare sfavorevolmente o addirittura impedire i nuovi tentativi. Per la PNL l'insuccesso rappresenta solo un risultato non desiderato e un’informazione che serve a modificare il comportamento per raggiungere lo scopo prefissato. È possibile imparare da qualunque esperienza, indipendentemente dal risultato ottenuto. Se si fa ciò che si è sempre fatto, si otterrà ciò che si è sempre ottenuto + Cercando di raggiungere un risultato efficace, sia quando si comunica con gli altri sia quando si cerca di realizzare i propri obiettivi personali, si tende a percorrere strade che sembrano le migliori possibili a disposizione in quel frangente. Quando però i risultati non corrispondono alle aspettative, è necessario diversificare le strategie di comportamento. Se quello che si sta facendo non funziona, è necessario fare qualcos'altro. Soltanto se si è capaci di modificare i propri comportamenti, in funzione dei feedback ottenuti, è possibile raggiungere i risultati desiderati. Tutti icomportamenti hanno un’intenzione positiva > Ogni essere umano agisce considerando che quel determinato comportamento è il migliore tra tutti quelli a sua disposizione per ottenere il risultato desiderato. Le azioni più insolite, imprevedibili o anche scellerate che le persone possono compiere rispondono all’intenzione di raggiungere un obiettivo ritenuto positivo. Il giudicare i comportamenti altrui, basandosi sulla personale visione della realtà, serve solo a emettere giudizi sommari che allontanano dalla comprensione degli altri e dalla creazione di rapporti costruttivi. L'efficacia della comunicazione è data dal risultato che produce, non dall’intenzione > A tutti sarà capitato, nell’ambito di uno scambio comunicativo, di meravigliarsi della reazione totalmente inaspettata da parte dell’interlocutore. Esiste una notevole differenza tra l'intenzione di ottenere un risultato comunicativo e l'esito realmente ottenuto. Se si osserva una reazione molto diversa da quella immaginata, molto spesso è perché è stato utilizzato un linguaggio e un comportamento non funzionale e non si è riusciti a personalizzare la comunicazione. Il comunicatore è totalmente responsabile del risultato che ottiene+ Questo presupposto è fortemente legato al precedente e ricorda che quando il messaggio non ottiene l’effetto desiderato, la responsabilità è del comunicatore che ha inviato il messaggio stesso. Siamo abituati a pensare che quando la comunicazione è inefficace la colpa è sempre dell'altro. L'emittente è responsabile della reazione del destinatario e il messaggio deve essere creato in maniera personalizzata per giungere a destinazione in modo corretto. Mente e corpo sono un tutt’uno e si influenzano reciprocamente> Lo stato d’animo e i pensieri possono influenzare la fisiologia del corpo umano. In medicina, ad esempio, l’effetto placebo può portare a reazioni positive dell'organismo e le persone che mostrano migliore reattività mentale alla malattia possono aver migliori possibilità di guarigione. Anche il linguaggio del corpo manifesta chiaramente ciò che si sta provando a livello emotivo: chi è depresso o affranto assumerà una postura diversa da chi vive un momento di sicurezza personale ed entusiasmo. L'atteggiamento mentale è determinante per reagire in maniera costruttiva alle vicende della vita, che spesso non corrispondono alle aspettative personali. La PNL sostiene che, come lo stato d'animo influenza la fisiologia corporea, può accadere anche il contrario. Presupposto molto utilizzato nelle metodiche di coaching sportivo: se un atleta entra in campo con una postura che indica sicurezza personale, ne avrà giovamento la convinzione mentale di poter rendere al massimo delle proprie possibilità e tale certezza sarà percepita anche dall’avversario. PNL: le tecniche in ambito sportivo >Ancoraggio: Grazie alle tecniche di ancoraggio è possibile stimolare le risorse interiori necessarie nei momenti più critici. Funzionamento dell’ancoraggio: Il coach sportivo esperto in PNL porta gradualmente l’atleta in uno stato di notevole sicurezza in se stesso, di certezza delle proprie capacità e del raggiungimento del risultato stabilito. Quando l’atleta raggiunge tale stato di grande autostima, lo ancora ad un qualsiasi gesto (per esempio ad una pressione in una parte del corpo o ad una frase da dire). Quando l’atleta si troverà in una situazione in cui necessiterà di provare nuovamente uno stato emotivo e cognitivo come quello raggiunto in precedenza con l’operatore PNL, potrà utilizzare l'ancora scelta (il gesto o la frase) ed attraverso di essa evocare lo stato associato a quell’ancora. Obiettivi ben formati: Un compito fondamentale del coach esperto in PNL è quello di aiutare il proprio atleta a fissare degli obiettivi e stabilire un piano d’azione per raggiungerli. Per questa ragione è fondamentale che gli obiettivi sappiano motivare, siano realistici, raggiungibili e gratificanti. Un esperto in PNL sa bene che per definire in modo dettagliato i “goal” della prestazione è necessario conoscere quale sarà lo stato d’animo che accompagnerà l’atleta durante la gara, come attingere alle proprie risorse nel caso in cui la situazione diventi complicata e sforzarsi di visualizzare nei minimi dettagli quali saranno le mosse che gli permetteranno di vincere. Solo una volta definiti i propri obbiettivi è possibile concentrare i propri sforzi per il loro raggiungimento e, soprattutto, riuscire ad accettare gli insuccessi come tappe fondamentali per l'ottenimento di risultati fortemente voluti. Cambiamenti delle convinzioni limitanti: Un tema di grande importanza sviluppato dalla PNL è quello legato all'analisi ed al superamento delle convinzioni limitanti: l'atleta può scoprire caratteristiche di sé che erano nascoste, qualità che possono permettergli di avere una migliore prestazione. Un coach esperto in PNL dello sport deve saper offrire al suo atleta gli strumenti necessari per far emergere ogni sua capacità nascosta. Lo scopo è quello di abbattere quelle convinzioni limitanti sulla bontà delle proprie potenzialità e su quello che potremmo raggiungere (“non ci riuscirò mai”, “è impossibile per me superare quell’ostacolo”, “non ci sono mai riuscito e non ci riuscirò mai”). Attraverso le tecniche offerte dalla PNL si possono cosi trasformare le credenze limitanti in motori per sfruttare le proprie potenzialità al meglio, passando per esempio da “non posso riuscire” a “posso provare”. Visualizzazione creativa: Partendo dal concetto della mente quale strumento impegnato di continuo in attività di immaginazione e portato a elaborare risposte sulla base delle immagini da esso stesso create, potrebbe tornare utile utilizzare volontariamente il processo immaginativo della mente. Dopo aver definito e descritto in modo dettagliato l’obiettivo, l'atleta può visualizzare creativamente tutta la gara così come se la stesse ricordando. Utile per il raggiungimento dell’obiettivo finale arricchire le scene di particolari positivi e motivanti concedendosi il lusso di non avere paure e freni. La tecnica consente all’atleta di entrare in seguito nella visualizzazione al momento della gara effettiva con lo stato emotivo positivo e la predisposizione vincente che era riuscito ad evocare nella visualizzazione generata precedentemente. La manipolazione dei processi immaginativi risulta quindi essere uno strumento utilizzato dalla PNL con grandi risultati in ambito sportivo ed in particolare per migliorare le proprie tecniche motorie, per controbilanciare le immagini negative di errori commessi o che si teme di commettere con immagini positive, per rilassarsi prima e dopo la prestazione sportiva, per ottenere autostima prima di una competizione, per pianificare le strategie da adottare, per riuscire a mantenere la calma nel corso d’una gara, per imparare dai propri errori e dai proprio insuccessi. LEZIONE 7 La comunicazione: defi ine Passaggio di un'informazione da un emittente ad un ricevente. Processo circolare nel quale si inseriscono comportamenti verbali e non verbali. Influenzata da variabili sociali, culturali e contestuali. Processo nel corso del quale sono trasmessi dei significati tra persone o gruppi. Inevitabile per la trasmissione e la condivisione di atteggiamenti, pensieri, sentimenti, informazioni . Attività-inattività, parole-silenzi hanno valore comunicativo. Ogni comunicazione pone almeno sette quesiti: chi parla - cosa dice - a chi - dove — come — perché - con quali risultati. La comunicazione umana: "Interazione dinamica fra un emittente di un messaggio e un destinatario, mediata da alcuni passaggi che vanno dalla codifica del messaggio alla scelta del canale di trasmissione da parte dell'emittente, alla decodifica del messaggio ricevuto da parte del destinatario, alla sua interpretazione, alla ricodifica in termini di risposta e rinvio al destinatario". mè RETE SES amm sane Feedback: paccinità di epoca L_ Ridondanza: cosre pu terre ans ui Struttura della comunicazione Processo circolare con evidenti caratteristiche di reciprocità, in cui le informazioni inviate da un emittente a un destinatario o ricevente producono in questo delle reazioni o risposte che ritornano, in quanto nuove informazioni, al primo dei due interlocutori, che viene messo pertanto nella condizione di inviare nuove informazioni ... L'atto comunicativo è la più piccola unità, suscettibile di essere parte di uno scambio comunicativo, che una persona può produrre con un'unica e precisa intenzione. Può essere costituito dalla produzione di una sola parola, di un gesto, dalla di messaggio che deve essere assunto e perciò alla relazione tra i comunicanti. L'aspetto di comando non viene quasi mai negoziato apertamente. Quanto più una relazione è spontanea e sana, tanto più l'aspetto relazionale della comunicazione recede sullo sfondo. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti-> L’osservatore esterno considera una serie di comunicazioni come una sequenza ininterrotta di scambi. Chi partecipa all'interazione, legge lo scambio e reagisce ad esso secondo la punteggiatura della sequenza di eventi: chi ha iniziato a parlare, chi ha risposto a chi, chi ha reagito alla risposta ... È arbitrario stabilire il punto di inizio. Ogni parlante interpreta lo scambio in modo tale da vedere il proprio comportamento come causato dal comportamento dell'altro, e mai come causa della reazione dell'altro, e viceversa. In questo modo è sempre possibile giustificare le proprie azioni connotandole come reazioni. Partire da punti differenti sta alla base di molti conflitti. comunicano sia con il metodo numerico che con quello analogico-+ La comunicazione numerica (o digitale) riguarda l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica. La comunicazione analogica è basata sulle posizioni del corpo, sulle espressioni e atteggiamenti, sulle inflessioni della voce e su ogni altra espressione non verbale che l’individuo è capace di esprimere. Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza > Nelle relazioni simmetriche un parlante tende a rispecchiare il comportamento dell'altro, i ruoli non sono ben definiti e gli interlocutori si trovano sullo stesso piano: M Relazioni simmetriche simmetriche: dove si svolge una battaglia per ottenere la posizione dominante. Ml Relazioni simmetriche reciproche: dove ci si possono scambiare i ruoli con il consenso ora dell'uno ora dell’altro. Nelle relazioni complementari il comportamento di un parlante completa quello dell'altro creando un'interazione complementare e dove i ruoli sono ben definiti: Un partner assume una posizione primaria, one-up. L'altro partner completa la configurazione assumendo una posizione inferiore, one-down. Non si attribuiscono giudizi di valore come "buono " e " cattivo "0" forte " e " debole ": l'assunzione di una posizione o l’altra potrebbe essere determinata semplicemente da contesti culturali o sociali. La comunicazione è: Multidimensionale, Inevitabile, Obiettivo, Processo, Irreversibile. Comunicazione verbale (numerica o digitale) - Metacomunicazione o comunicazione para-verbale - Comunicazione non-verbale (analogica): Cinesica e Prossemica. Gli aspetti legati alla comunicazione verbale (numerica) si riferiscono al “cosa” viene detto. Il messaggio di contenuto viene trasmesso usando il metodo digitale (linguaggio verbale). È la comunicazione che sfrutta il codice del linguaggio parlato e scritto (le parole). | canali che utilizza possono essere quello uditivo o quello visivo (nel caso della parola scritta). Metacomunicazione+ Tono della voce (alto, basso, monotono ...) Timbro (grave, acuto, stridulo ...) Accento (indicativo della provenienza geografica) Ritmo, Velocità dell’eloquio (veloce, lento, concitato ...) Fluenza (lineare, impacciato, interrotto ...) Abbigliamento, aspetto ... La comunicazione non verbale è l'insieme dei segni e dei significati che sono veicolati attraverso il nostro corpo. È una dimensione fondamentale e irrinunciabile del processo comunicativo, complementare alle dimensioni verbale e para-verbale. È attraverso il linguaggio del corpo che riusciamo meglio ad esprimere le emozioni, i vissuti e gli stati d'animo volte sostituisce integralmente i messaggi verbali. Le informazioni non verbali possono anche negare, privare di significato o sconfessare il contenuto delle parole. La componente non verbale anticipa, accompagna, completa e a La comunicazione non verbale Cinesica: Mimica, Sguardo, Postura, Gestualità, Movimenti del corpo (tronco, capo, arti). La comunicazione non verbale Prossemica: Disciplina che studia l’organizzazione dello spazio come sistema di comunicazione. Nella vita associativa lo spazio è comunicativo sia come canale che consente di emettere e ricevere informazioni, sia perché la quantità e il mutamento della distanza tra persone che interagiscono qualificano il messaggio dandogli tono e rilievo: Uso dello spazio, Rapporti spaziali (contatto), distanza personale (un metro), distanza sociale (lo spazio che divide), distanza pubblica distanza minima (relazione formale). Posizione: Inclusiva-non inclusiva, Vis-a-vis, Congruente-incongruente. Funzione della comunicazione non verbale: Sostituire la comunicazione verbale, Completare e rinforzare i messaggi verbali, Regolare e controllare l'interazione, Inviare feedback, Definire il tipo di relazione esistente tra i soggetti e le reciproche posizioni, Trasmettere le emozioni e gli stati d'animo. LEZIONE 8 Elementi e tecniche di comunicazione efficace>Quando parliamo di comunicazione efficace intendiamo una comunicazione che ha come unico obiettivo il successo del trasferimento dei contenuti del nostro messaggio. Caratteristiche della comunicazione efficace Prof. Scott M. Cutlip della University of Winsconsin, Effectiv Public Relations (1953), identifica sette caratteristiche della comunicazione efficace: Completezza: Per essere efficace, la comunicazione deve essere completa. Comunicare in modo completo permette di raggiungere gli obiettivi in modo più rapido, poiché il ricevente ha già a disposizione tutti i dati per prendere le proprie decisioni. Questo migliora la trasparenza del messaggio e riduce la quantità di domande e dubbi nel ricevente. Concisione: Un messaggio corto e un messaggio conciso non sono la stessa cosa. Essere concisi significa comunicare solo le informazioni pertinenti al contenuto del messaggio. La concisione permette tanto all’emittente quanto al ricevente di concentrarsi solo sulle informazioni essenziali. Riduce il rischio di distrazioni e favorisce l'immediatezza della comunicazione. Considerazione: Per comunicare in modo efficace, è necessario che l'emittente prenda in considerazione il punto di vista del ricevente, le sue necessità ed il suo stato d'animo. Modulando la comunicazione sulla base dell'altro, l'emittente può trasmettere le informazioni e i concetti in modo più efficace, poiché sarà in grado di utilizzare argomenti ed esempi più vicini all'esperienza del ricevente. Concretezza: La comunicazione efficace è concreta, ovvero si basa su dati e fatti per supportare i contenuti del messaggio. Comunicare in modo concreto significa anche rispondere in modo puntuale alle domande — o sviluppare le proprie argomentazioni partendo dal caso specifico in esame anziché da teorie e casi generali. Essere concreti permette al ricevente di comprendere più a fondo il messaggio. Corte: Comunicare in modo cortese, senza aggredire l'interlocutore e senza voler forzare una risposta, migliora il clima della comunicazione e predispone emittente e ricevente a una conversazione positiva e costruttiva. La cortesia nella comunicazione implica anche il rispetto dei valori e della cultura dell'altro. Chiarezza: La chiarezza, ovvero la specificità del messaggio. Comunicare in modo chiaro significa concentrarsi su un solo obiettivo, enfatizzandone così l’importanza e rendendo più semplice l'assimilazione del messaggio da parte del ricevente. Un altro elemento importante per la chiarezza del messaggio è l’uso di una terminologia appropriata, che riduce le possibilità di confusione e l'ambiguità del messaggio. Correttezza. Per essere efficace la comunicazione deve essere svolta in modo corretto. L'assenza di errori grammaticali o sintattici aumenta l'impatto del messaggio, influendo positivamente anche sull’impressione che il ricevente ottiene dell'emittente durante la comunicazione. Comunicando in modo corretto, l'emittente acquista credibilità e aumenta la credibilità del messaggio che vuole trasmettere. Competenza comunicativa >Le persone si differenziano fra loro per il comportamento sociale, per la capacità di instaurare e mantenere rapporti interpersonali soddisfacenti, per l'abilità nel comprendere gli interlocutori. Lo stesso individuo usa stili diversi di comportamento in momenti e situazioni diversi, e possiede un repertorio caratteristico di tecniche sociali la cui scelta si basa sulla specifica motivazione che guida il rapporto interpersonale in atto. Competenza sociale: insieme delle modalità comportamentali che gli individui adottano perché l'interazione sia efficace. Competenza comunicativa di base come l'insieme di quelle capacità che facilitano lo scambio di informazioni attraverso il linguaggio parlato (nei suoi aspetti verbali e non verbali) e attraverso i segnali non verbali che vengono ricevuti mediante il canale visivo e inviati tramite movimenti del corpo o di parti di esso. Le persone che interagiscono si preoccupano non solo di fornire e raccogliere informazioni, ma anche dell'immagine di sé che evocano negli altri; il desiderio di vedere confermate la propria identità e la stima di sé costituisce una delle motivazioni più comuni negli incontri sociali della vita quotidiana. Gli individui si preoccupano anche di cogliere e interpretare in modo accurato i processi psicologici che si realizzano nell'interlocutore. Si ipotizza l'esistenza di una competenza comunicativa di base, richiesta nelle interazioni della vita quotidiana da tutti gli individui, su cui si innestano alcune abilità comunicative più tipicamente professionali, legate cioè al ruolo effettivamente svolto nella situazione professionale. Assei > L'assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore. Comportamento assertivo come quel comportamento che permette a una persona di agire nel proprio pieno interesse, di difendere il proprio punto di vista, di esprimere con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i propri diritti senza ignorare quelli altrui. Comportamento assertivo come equilibrio tra due polarità: Comportamento passivo - Comportamento aggressivo. Lo stile assertivo viene considerato quello maggiormente adeguato alla vita sociale perché prende alcune caratteristiche degli altri migliorandole. Lo stile aggressivo è tipico di una persona concentrata sui propri desideri che vuole comunicare le proprie idee, ma lo fa senza rispettare gli altri. Le strategie per arrivare a questo scopo sono violente e dominanti, allo scopo di aumentare il potere sociale personale. Lo stile passivo è tipico di un soggetto che pensa che sia più importante salvare la relazione con gli altri piuttosto che promuovere le idee. Nell’immediato questo atteggiamento permette di ridurre l'ansia sociale, ma a lungo aumenta la percezione di essere prevaricati. Ognuno si adegua ad uno dei tre stili a seconda delle situazioni e degli interlocutori. Non si tratta quindi di caratteristiche personali, ma di caratteristiche dei comportamenti di comunicazione. Alcune inclinazioni di personalità possano portare a produrre più frequentemente l'uno o l'altro comportamento, ma ciò non deve trarre in inganno, poiché se una persona ha uno stile - ad esempio - aggressivo, può imparare a monitorare i propri comportamenti ed essere più assertivo. Il comportamento assertivo appartiene a chi: Riesce a comunicare le proprie idee con decisione e chiarezza- È sicuro di sé - Riesce a gestire l'ansia - Afferma le proprie competenze senza prevaricare gli altri - Ha un atteggiamento amichevole, anche quando espone una critica - Non è egoista e si preoccupa per i bisogni altrui - Riesce a mantenere un buon livello di autocontrollo nelle situazioni difficili - È capace di rifiutare un invito o un'offerta con educazione e senza sentirsi in colpa - È in grado di fare concessioni agli altri senza sentirsi inadeguato - Riesce a risolvere i conflitti con efficacia - Esprime un desiderio senza alcun timore o vergogna - Manifesta apertamente le proprie perplessità - Accetta i complimenti e li elabora correttamente. attiva. Tutte le persone sono più o meno sane e più o meno malate: l’obiettivo è capire in che modo un individuo può diventare più sano o meno malato. In questo paradigma la salute è concettualizzata come un continuum salute-malattia. Ogni individuo potrà disporre di risorse e opportunità per spostarsi verso il polo della salute. Il bambino >Le linee di indirizzo sull'attività fisica del Ministero della Salute raccomanda che il movimento nei bambini, inteso non solo come pratica sportiva, ma anche come attività all'aria aperta, è importantissimo per salvaguardare la loro salute, sia fisica che psicologica. L'attività fisica nel bambino promuove lo sviluppo fisico e accelera il processo di maturazione del sistema immunitario. Inoltre è dimostrato che l’attività fisica contribuisce a: Sviluppare tessuti muscoloscheletrici sani, Sviluppare un sistema cardiovascolare sano, Sviluppare la consapevolezza neuromuscolare, Mantenere un peso corporeo sano. Per i bambini e i giovani, l’attività fisica deve comprende giochi, sport, faccende domestiche, attività ricreative, nel contesto di attività familiari, scolastiche e comunitarie. La maggior parte dell’attività fisica quotidiana praticata dai bambini dovrebbe essere aerobica. Per migliorare e favorire positivamente lo sviluppo della funzione cardiorespiratoria e muscolare, della salute delle ossa e del metabolismo, i bambini e i giovani di età compresa tra 5 e 17 anni dovrebbero svolgere durante la giornata almeno sessanta minuti di attività fisica da moderata a vigorosa. Inattività fisica, associata ad una non corretta alimentazione, può avere conseguenze gravi nei bambini, come il sovrappeso e/o l'obesità. Incentivare l’attività fisica per bambini è un modo per tutelare i piccoli da varie problematiche fisiche e patologiche: prevenzione primaria. | genitori e la famiglia hanno un ruolo fondamentale nell’incentivare i bambini a uno stile di vita attivo, sin dai primissimi mesi di vita. Tra gli sport consigliati, rientrano i giochi, la corsa o i salti. Le arti marziali possono essere utilizzate per migliorare l'interazione sociale e per portare avanti valori come il rispetto, la solidarietà e la responsabilità. Permettono di aumentare la fiducia in noi stessi migliorando l'autostima. Fanno parte di programmi pedagogici e sono diventate uno strumento per aiutare i bambini a sviluppare e migliorare tutte le loro abilità fisiche e motorie. Rispettano i processi di crescita dei bambini: permettono di stabilire un equilibrio tra le capacità proprie di ogni età e la necessità di progredire. L’adluto->Linee guida dell'attività fisica 2016-2020 consigliata dall'OMS+ Bambini e giovani: 60 minuti al giorno di attività fisica, da moderata a intensa. Adulti e anziani: almeno 150 minuti a settimana di attività fisica di tipi aerobico a intensità moderata. Negli adulti sono sufficienti solo 30 minuti al giorno di camminata sostenuta per ridurre il rischio di: Infarto, Osteoporosi, Obesità, Diabete e Tumori. Chi pratica un'attività sportiva in modo costante fin da bambino avrà una migliore memoria, attenzione e capacità di apprendimento dopo i 50 anni, rispetto a chi non ha fatto un regolare movimento nel tempo. Lo studio dimostra anche: non ha importanza l'intensità sportiva; si può iniziare a fare movimento in una fase qualsiasi della vita. Molti studi hanno mostrato come una regolare attività fisica non solo riduce il rischio di mortalità per tutte le cause, ma protegge dallo sviluppo di alcuni tipi di cancro. L’ “American Cancer Society” enfatizza i benefici portati da una regolare attività fisica nell’ambito della prevenzione primaria contro il cancro nella popolazione adulta così come per le persone che sono sopravvissute al cancro al fine di mantenere i benefici sulla salute nel lungo termine. LEZIONE 10 Uno stile di vita attivo produce enormi benefici sulla salute a tutti i livelli e a tutte le età. Uno stile di vita attivo è un forte determinante dello stato di salute in quanto agisce sia in via preventiva sia in via terapeutica. La stretta relazione tra attività fisica e salute suggerisce quanto il movimento possa risultare una potente soluzione preventiva per moltissime malattie. Da un’analisi dei processi che generano salute, si evidenzia come l’attività fisica svolge un ruolo fondamentale a tutte le età> Protezione dalle malattie correlate all’invecchiamento - L’allungamento della vita umana è una delle più grandi conquiste dei nostri tempi. Il significato di invecchiamento + Invecchiamento o senescenza come il processo attraverso cui l'individuo diminuisce quantitativamente le proprie strutture e perde progressivamente le proprie funzioni. Implica quasi sempre un significato negativo, di perdita, di decadimento, tale per cui le conseguenze dell’invecchiamento sono spesso considerate soltanto in termini deficitari. Il processo di invecchiamento assume diverse connotazioni a seconda del soggetto a cui si riferisce: l'individuo che invecchia continua a essere quell’uomo o quella donna che è stato e che si è venuto formando nel corso della propria infanzia, adolescenza, giovinezza ed età matura, ma nel contempo si sente e appare trasformato rispetto alle fasi precedenti della sua vita. L’elevatissima variabilità che caratterizza le persone coetanee di età avanzata ha portato ad affermare che non esiste la psicologia del settantenne, dell’ottantenne, del novantenne, ma esistono tante psicologie quanti sono gli individui che appartengono a tali età. Nell’età senile le persone si differenziano soprattutto per la storia che ha vissuto ciascuna di esse e per la situazione nella quale attualmente si trova. Tante vecchiaie quanti sono i vecchi. Le singole personalità continuano a mantenere e anche ad accentuare le loro divergenze anche in età avanzata se hanno la possibilità di vivere in un ambiente psicologicamente stimolante. Se sono obbligate a vivere in un ambiente emarginato, passivizzante e deresponsabilizzante, le loro individualità tendono a scomparire in un appiattimento determinato dal decadimento intellettivo e dall’inaridimento affettivo. Teoria del disimpegno progressivo >Le persone adattate all’età senile trovano il modo di ritirarsi progressivamente dalle attività che implicano un ruolo sociale e di ridurre il loro impegno. Solo rinunciando alle proprie azioni e ad aspirazioni elevate è possibile attuare il processo di invecchiamento in modo sereno. Teoria dell’attività> L'adattamento all’età senile, specie soggettivo, è in funzione dello svolgimento di attività che implicano la conservazione di determinati ruoli sociali. Tale attività potrà assumere caratteristiche differenti: potrà essere individuale o collettiva, mentale o fisica, rappresentare una prosecuzione di un'attività già svolta, una sua modificazione o un'attività nuova. Il modo in cui gli individui invecchiano è influenzato da molti fattori, che presentati in termini negativi o positivi, o in termini di fragilità o risorse, ostacolano o favoriscono il processo di adattamento e concorrono a determinare la dicotomia fra situazioni che preannunciano il declino e la sua irreversibilità e stili di comportamento che al contrario rafforzano la vita. Fattori dell’invecchiamentod Genetico: non è possibile prescindere Economico: le persone meno ambienti presentano generalmente un declino più precoce. Alla povertà si associano altre condizioni sfavorevoli, come la bassa scolarità e la comparsa di malattie. Sanitario: L’insorgenza di fatti patologici, specie se a carattere cronico e progressivo, influenza negativamente il processo di invecchiamento e talvolta arriva a farlo precipitare. Educativo-cultural : invecchia meglio chi ha acquisito una base di conoscenze che gli permette di stimolare le funzioni intellettive, coltivare ed esercitare le capacità creative. Personalità: sensibilità, apertura, fiducia, flessibilità, disponibilità favoriscono un invecchiamento positivo. Composizione familiare: essere soli, in coppia o in un gruppo condiziona il modo di pensare e di vivere, in particolare la solitudine forzata favorisce o complica le situazioni di sofferenza. Esperienze ed eventi invecchiamento può essere negativamente determinato - pensionamento, sradicamento dall'ambiente familiare, malattia propria o di un familiare, lutti, problemi finanziari — oppure positivamente connotato — attività individuali e sociali, ricreative e creative, impegni professionali, volontariato, ruolo di nonni. Fattori ambientali: l'invecchiamento di una determinata persona è da vedersi in funzione anche dell'ambiente che cambia. La trasformazione del mondo e della società in cui viviamo si fa risentire particolarmente nei riguardi degli anziani, cioè di quelle persone che hanno acquisito strategie di comportamento adeguate per situazioni e problemi diversi. L'invecchiamento è espressione di una interazione fra un individuo e il suo ambiente. Affettivo-relazionale: gli anziani desiderano essere circondati da persone di provato affidamento che sappiano trasmettere sicurezza e serenità. Necessità di una valutazione multidimensionale dell'anziano per definirne lo stato di salute e di benessere. Per una valutazione attendibile risulta determinante la valutazione delle componenti affettive della vita attuale dell’anziano. "Gli aspetti cognitivi, affettivi, comportamentali e funzionali interagiscono strettamente con quelli somatici e socio- ambientali". La depressione e i disturbi d'ansia rappresentano la malattia mentale a maggiore prevalenza nella popolazione con età superiore ai 65 anni. La depressione e l’ansia hanno un impatto significativo non solo sulla qualità della vita delle persone che ne sono affette ma anche sul rischio globale per la salute, in quanto aggravano e complicano il decorso delle malattie somatiche, minano la compliance e l'alleanza terapeutica, aumentano il consumo dei servizi sanitari e contribuiscono a un elevato rischio suicidario nella popolazione anziana. Molte capacità e funzioni psichiche decadono con l’età, ma non per questo le persone anziane sono da considerarsi inefficienti. In età senile si può conservare integra la propria efficienza psichica globale attraverso il fenomeno della vicarianza delle attitudini: un anziano è in grado di vicariare i deficit connessi al decadimento di alcune capacità con l'utilizzo di altre capacità e fattori, in modo da poter sempre ottenere un buon equilibrio delle sue capacità psichiche globalmente intese. Può così sopperire alle sue carenze psicomotorie e psicosensoriali con la continuità, l’esperienza, l'impegno, la prudenza e la motivazione. Da anziani è sempre potenzialmente possibile ritrovare capacità di recupero e di compensazione. L’attività fisico motoria gioca un ruolo importante come potenziale protezione delle funzioni cognitive con l'invecchiamento. L'attività motoria risulta efficace anche laddove non sia particolarmente impegnativa sul piano dello sforzo, ma piuttosto protratta neltempo e vissuta piacevolmente. Alcuni studi mettono in
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