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Regole e concepzioni della Psicologia: Conservazione dell'Energia e Causa nella Scienza, Appunti di Psicologia della Comunicazione

Le regole presentate in una lezione di psicologia, tra cui la regola della conservazione dell'energia e il principio di chiusura del mondo fisico. Esplora la critica alla concezione scientifica del mondo e il ruolo delle cause materiali, efficienti, formali e finali in una spiegazione scientifica comprensiva. Il testo invita a considerare l'importanza di comprendere gli aspetti qualificanti dell'azione e a superare il riduzionismo scientifico.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 31/12/2022

ElenaMorettini
ElenaMorettini 🇮🇹

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Scarica Regole e concepzioni della Psicologia: Conservazione dell'Energia e Causa nella Scienza e più Appunti in PDF di Psicologia della Comunicazione solo su Docsity! Psicologia 03.11.2021 Le tre regole viste nella lezione precedente: 1. La regola della conservazione dell’energia è quella secondo la quale in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Dunque secondo questa regola, un qualsiasi processo si produce partendo da un consumo di energia. Se non avviene questo consumo di energia, allora la regola della conservazione dell’energia verrebbe trasgredita perché si andrebbe a produrre qualcosa senza che qualcos'altro venga perduto. I sostenitori del monismo materialistico dicono: poiché i processi psichici non consumano energia, vuole dire che non esistono, perché se esistessero non potrebbero non consumare energia. Se invece si vuol sostenere che esistono anche se non consumano energia, ciò significherebbe porsi fuori da una concezione scientifica del mondo. 2. I critici osservano che sebbene esistano diversi strumenti utili per la rilevazione/studio del cervello (TAC, PET, risonanza magnetica funzionale), questi stessi strumenti non sono però in grado di rilevare quella che viene definita mente. Quindi si chiedono cosa sia la mente dal momento che non ha una consistenza fisica e materiale. Se noi riteniamo che esista qualcosa che non ha una consistenza fisica e materiale, allora siamo fuori da una concezione scientifica del mondo. Perché infatti saremmo dentro una concezione metafisica, soprannaturalistica. 3. Secondo il principio di chiusura del mondo fisico tutto ciò che è fisico deve avere una causa fisica. I comportamenti, le azioni sono cose fisiche, quindi, devono avere una causa fisica. Non possiamo parlare di intenzioni o di volontà. La frase “alzo il braccio perché volevo alzarlo” scientificamente non ha significato, dato che la volontà non è presa in considerazione dai sostenitori del monismo materialistico. Se io voglio descrivere scientificamente perché si è alzato il braccio, devo ridurre la descrizione all'individuazione di neuroni motori, impulsi elettrici, fibre nervose e muscolari che si contraggono. Questi elementi forniscono una spiegazione meccanicistica, fisicalistica e materialistica del movimento ed è l'unica spiegazione scientificamente accettabile. Il concetto di causa utilizzato in ambito scientifico è un concetto riduzionista, cioè le cause vengono ridotte a cause materiali e cause efficienti. Tale classificazione era stata fatta da Aristotele, che individuò quattro tipi di cause:  materiali  efficienti  formali  finali -Esempio: io ho un tavolo di legno. Qual è la causa materiale del tavolo di legno? Ovviamente il legno. Per fare il tavolo ci vuole qualcuno che lo costruisca, ovvero il falegname che a questo punto costituisce la causa efficiente. Secondo i sostenitori della concezione scientifica del mondo, le cause materiali ed efficienti sono le uniche due cause che la scienza può prendere in considerazione. Secondo Aristotele invece non sono sufficienti a spiegare il fenomeno tavolo. Infatti Aristotele dice che senza l'idea del tavolo nessuno potrebbe costruire un tavolo, quindi l'idea del tavolo corrisponderebbe alla causa formale. È uniformando l'oggetto a questa idea che potrò dire di avere il progetto per costruire un tavolo. Ultimo elemento necessario è la ragione per cui io costruisco un tavolo, qual è il suo fine, l’obiettivo che intendo raggiungere nel costruire un tavolo. Ciò costituisce la causa finale. -Esempio: pensiamo ad un soggetto che decide di andare alla stazione per incontrare un suo amico che lo sta venendo a trovare in città. Secondo la concezione scientifica del mondo la spiegazione del fenomeno di questo soggetto che va alla stazione si riduce all'individuazione delle cause materiali e delle cause efficienti, cioè quali sono i neuroni motori, gli impulsi elettrici, la contrazione delle fibre nervose e muscolari che consentono il movimento della gamba. Tuttavia non abbiamo spiegato perché questo soggetto va verso la Psicologia 03.11.2021 stazione e non verso il centro della città, dunque è assente la causa formale. In questo consiste nel fatto che nel soggetto si è formata la rappresentazione mentale dell'incontro il quale è previsto avvenga alla stazione. Quindi lui muove le gambe verso la stazione perché mosso da questa rappresentazione mentale. A questo punto è necessario riconoscere la causa finale, ovvero il soggetto va in stazione perché mosso dall’intento di incontrare un amico al quale è legato da affetto, e quindi l’incontro riveste un valore e un significato. Spiegare questo fenomeno attraverso una spiegazione riduzionistica come quella della scienza, significa non comprendere gli aspetti qualificanti dell'azione (il valore, il significato e la ragione). Fino a una trentina di anni fa la medicina era totalmente appiattita sul modello della biomedicina, cioè come cause venivano prese in considerazione solo le cause biologiche. Per esempio, se noi ci ammaliamo di influenza, secondo il modello biomedico le cause che producono questa malattia sono il virus e i processi eziopatogenetici che generano il rialzo termico e altri sintomi legati all'influenza. L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha suggerito di integrare il modello della biomedicina con il modello biopsicosociale. Tale modello individua tre livelli in cui si dispongono le cause: livello biologico, livello psichico e livello sociale. Infatti nel corso di una epidemia di influenza tutti gli organismi entrano in contatto con il virus, ma non tutti gli organismi si ammalano. Perché alcuni sì e altri no? Perché il sistema immunitario ha certamente una funzione decisiva, ed è fortemente legato al sistema psichico, il quale a sua volta è fortemente vincolato a fattori sociali (se ho una vita affettiva buona, se il mio lavoro mi piace, se i rapporti con le persone intorno a me sono buoni, ecc.. allora anche la mia mente sarà più tranquilla e serena e di conseguenza il mio sistema immunitario sarà più forte). Un modello che valorizza solo cause materiali e cause formali sta venendo messo in discussione anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la stessa comunità scientifica si sta interrogando intorno a questo riduzionismo che invece nell'ambito delle neuroscienze cognitive viene praticato ancora con grande sistematicità. Nell'ambito delle scienze cognitive vige il modello del monismo materialistico, quindi la sostanza sarebbe una e cioè la materia. Però, se esiste un'unica sostanza e questa sostanza è la materia, come si spiegano le differenze? Noi esseri umani, dal punto di vista materiale siamo fatti tutti della stessa materia, della stessa sostanza, eppure ognuno di noi è diverso dall’altro. Allora cosa fa sì che ognuno di noi sia diverso dall’altro se tutto si riduce a materia? La forma. Se riconosciamo che in assenza del concetto di forma non potremmo spiegare le differenze che caratterizzano l'esperienza, se non riconosciamo che è solo per l'intervento della forma che la materia può assumere identità diversificate, noi non ci spiegheremmo per quale ragione la materia non è una materia informe. Se neghiamo la forma e valorizziamo solo la materia dobbiamo per forza di cose valorizzare una materia informe, magmatica, una materia che è caos. Se invece la materia si specifica in identità differenziate significa che opera la forma. Dunque è necessario che il dualismo forma-materia venga accettato e che quindi si metta in discussione il monismo materialistico. Che cos'è la coscienza ? I materialisti dicono che a uno sviluppo della materia particolarmente raffinato e complesso emerge la coscienza. Però così viene semplicemente indicato qual è il correlato biologico della coscienza. La coscienza è la coscienza che la materia ha di sé stessa, dunque quel movimento di riflessione su di sé che caratterizza la coscienza e che porta la materia a prendere coscienza di sé stessa. Nel momento in cui la materia prende coscienza di sé si sdoppia in un sé soggetto della coscienza e in un sé oggetto della coscienza (un sé che sa e un se che viene saputo). La coscienza è il fondamento di ogni teoria. Se ogni teoria viene formulata in virtù del pensiero riflessivo e critico, e dunque della coscienza, quella teoria che pretende di negare la coscienza non si rende conto di negare il proprio fondamento. Da questo punto di vista la coscienza è la fonte di ogni spiegazione proprio
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