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Psicologia della Personalità : un esame da 30 e lode, Sbobinature di Psicologia della Personalità

In questo documento troverai tutto il materiale necessario per preparare un'esame da 30 e lode di Psicologia della Personalità. Suddiviso in 9 moduli, ognuno dei quali tratta argomenti specifici tra cui : Introduzione alla Psicologia della Personalità Metodi e strumenti per lo studio della Personalità Prospettiva Psicoanalitica ( Freud - Melanie Klein - Jung - Adler - Daniel Stern - Kohut ) Prospettiva dei tratti Prospettiva comportamentale Basi biologiche della Personalità Approccio cognitivo - sociale ( Rotter - Bandura ) Corrente Umanistica ( Rogers ) Corrente Cognitivista ( Teoria dei costrutti di Kelly )

Tipologia: Sbobinature

2023/2024

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Scarica Psicologia della Personalità : un esame da 30 e lode e più Sbobinature in PDF di Psicologia della Personalità solo su Docsity! PSICOLOGIA DELLA PERSONALITA’ Introduzione - Modulo 1 Persona= individuo Dal latino personare : (per-= attraverso +sonare = risuonare), ci si riferiva agli attori del teatro classico che "parlavano attraverso”. Vi è un vero e proprio dibattito, da tempo aperto in letteratura, sull’esistenza di una definizione univoca della personalità. Prima si preferiva riferirsi al carattere (maggior accento sulle caratteristiche morali e sociali) o al temperamento (maggior accento sui rapporti tra caratteristiche psicologiche e biologiche). Il termine carattere è ancora preferito a quello di personalità, con un significato pressoché identico. Il termine “personalità” racchiude in sé le caratteristiche di coerenza ➢ Nel tempo (Es: Lucia è sempre stata, fin da piccola una persona socievole e loquace) ➢ In situazioni specifiche: (Es: Matteo è una persona introversa, sia nel contesto familiare che in quello lavorativo e continuità dell’individuo, di motore interno e di “essenza” in termini di distintività della persona. La personalità è dunque da intendere come un motore interno: causa del comportamento delle persone e quindi rende possibile predirne le reazioni e i comportamenti futuri Carver e Scheier hanno proposto una definizione, rielaborando e ampliando quella proposta originariamente da Allport. Per gli autori “la personalità è un’organizzazione dinamica, entro l’individuo, di sistemi psicofisici che determinano i pattern di comportamento, di pensiero e di emozioni tipici di ciascun individuo”. Organizzazione dinamica: non è la mera somma delle parti che la compongono, ma sistema globale e complesso costituito da continue interazioni di interconnessioni tra componenti biologiche e psicologiche (sistemi psicofisici). L’influenza di queste interconnessioni determina i comportamenti messi in atto dagli individui I pattern di comportamento, emozioni e pensieri sono configurazioni caratterizzanti ciascuna persona e contribuiscono a mantenere una coerenza interna alla persona stessa. Riassumendo si potrebbe sostenere che con il termine personalità, la maggior parte dei teorici fa riferimento a quelle “qualità psicologiche che contribuiscono a creare le strutture persistenti e caratterizzanti del singolo, come sentimenti, pensieri e comportamenti”. ——> Quest’ultima definizione aggiunge una caratteristica importante alla nozione di personalità : con strutture persistenti gli autori intendono quelle caratteristiche che sono (almeno in parte) coerenti nel tempo e nelle diverse situazioni di vita di un individuo, suscettibili di un certo grado di cambiamento LO STUDIO DELLA PSICOLOGIA DELLA PERSONALITA’ Oggetto di studio della Psicologia della Personalità è l’individuo nella sua globalità. Ciò presuppone la necessità di tenere in considerazione le dimensioni dell’essere umano nel suo insieme: i processi cognitivi, la sfera emotivo- affettiva e i processi motivazionali e sociali. Kluckone & Murray suggeriscono che l’indagine della personalità debba tenere presente che un individuo: • Ha caratteristiche simili agli altri esseri umani —-> universali umani • Ha caratteristiche simili a qualcuno e diverse da quelle di altri individui —-> differenze individuali • È unico e diverso da tutti gli altri individui —-> Unicità Questi corrispondono ai livelli d’indagine : I. Il primo livello rimanda ai cosiddetti “ingredienti comuni” della natura dell’essere umano, gli universali umani. Si tratta di aspetti caratterizzanti l’essere umano e definiscono quegli aspetti che accomunano gli esseri umani, che sono quindi simili in tutti gli individui. II. Il secondo livello di indagine fa riferimento alle differenze tra le persone. Questo livello di indagine fa quindi riferimento a meccanismi psicologici che caratterizzano le cosiddette differenze individuali, ma anche le differenze tra gruppi di individui, ossia quelle caratteristiche e dimensioni psicologiche che differenziano gruppi di persone. III. Iterzo livello di indagine concerne ciò che rende unico e irripetibile ogni individuo e prende in esame le dimensioni che lo rendono diverso da ogni altro. Nel vivere quotidiano è comune pensare in termini di personalità : Ciò che distingue l’agire comune (teorie ingenue) dal pensare la personalità da parte dello studioso (teorie scientifiche) in questo ambito è il modo in cui sono trovate le risposte alle domande. In letteratura una teoria della personalità deve soddisfare 5 criteri, ossia una teoria per essere ritenuta valida deve essere: 1. Costruita su osservazioni scientifiche delle persone per raccogliere dati su aspetti comuni (tendenze umane universali) e differenti tra gli individui. Per ottenere questo tipo di informazioni è necessario: - Esaminare un ampio campione - Garantire l’acquisizione di informazioni obbiettive, mettendo da parte nel corso della ricerca il giudizio fondato su stereotipi e/o preconcetti e far sì che i risultati della ricerca siano replicabili - Utilizzare strumenti di ricerca specialistici (test, ecc). 2. Sistematica : le osservazioni, da cui scaturiscono opinioni ed inferenze, devono essere organizzate in maniera coerente e deve essere indagata la relazione tra diversi fattori 3. Verificabile sperimentalmente : ogni affermazione deve essere dimostrata 4. Comprensiva : includendo una visione il più possibile completa che tenga conto di tutte le questioni rilevanti sul funzionamento, sullo sviluppo della personalità e le differenze individuali. 5. Applicabile praticamente favorire la coerenza. Come sostiene Lewis, il contatto con le stesse persone quali membri della famiglia, stessi amici e sistemi educativi per lungo tempo contribuisce al mantenere coerente la personalità. Tutte le teorie sono d’accordo nel sostenere che un tratto come l’introversione non può andare incontro a cambiamenti improvvisi e repentini. Il disaccordo tra modelli risiede però nel modo di considerare cambiamenti comportamentali. Questi ultimi infatti possono essere espressione di incoerenza per alcuni o rappresentare coerenti capacità adattive per altri. È dunque importante adottare un approccio “critico”, considerando il contributo di ognuna come tentativo di far luce su diversi fattori alla base della personalità. METODI E STRUMENTI PER LO STUDIO DELLA PERSONALITA’ Modulo 2 Durante il processo di valutazione della personalità (assessment) i ricercatori possono avvalersi di informazioni provenienti da fonti diverse riguardo l'individuo che si intende valutare.—-> metodo sperimentale In base alle diverse fonti di informazioni lo studio della personalità si avvale di quattro diverse tipologie di dati racchiuse nell’acronimo LOTS, i quali forniscono fonti di dati diverse a cui attingere per studiare determinate caratteristiche di personalità in differenti situazioni Dati L : si riferiscono alle informazioni che possono essere estrapolate direttamente dalla storia di vita di una persona e perciò rappresentano elementi “oggettivi” non interpretabili diversamente da ciò che sono. —-> es. livello di scolarizzazione, stato sociale, eventuali cambi di residenza ecc. Questo tipo di informazioni possono essere raccolte sia tramite intervista diretta con la persona oppure tramite consultazione di alcuni verbali delle autorità. Tuttavia non sempre i dati oggettivi sono facilmente reperibili. Dati O : informazioni che possono essere ricavate da osservatori del comportamento della persona. Esistono diverse tipologie di osservazione, differenziabili sulla base delle caratteristiche dell’osservatore e del contesto (setting). - L’osservatore può essere: un professionista specializzato che non ha relazioni esistenti con la persona, oppure una persona che ha un rapporto con l’interessato (genitore, caregiver, insegnante, un educatore) - Il contesto di osservazione invece può essere : una struttura predisposta in cui si conduce un’osservazione artificiale oppure i contesti di vita quotidiana in cui l’osservazione è naturalistica Dati T : si riferiscono alle informazioni ricavate attraverso applicazioni del metodo sperimentale tramite somministrazione di procedure specifiche, la cui raccolta avviene in un setting controllato. Tale modalità di raccolta si basa sull’idea che una stessa situazione sperimentale sia vissuta diversamente da persone differenti e quindi le risposte date saranno diverse sulla base dei diversi tratti di personalità che caratterizzano gli individui. Dati S : si riferiscono a informazioni ricavate dalle autovalutazioni: situazioni in cui di fronte a questionari, interviste ecc, la persona si trova a dover rispondere a domande rispetto a come si sente, al suo comportamento ecc... TECNICHE DI VALUTAZIONE ATTRAVERSO MODALITA’ IMPLICITE Mentre le modalità di raccolta dei dati LOTS sono modalità esplicite, cioè le domande sono poste direttamente, esistono tecniche di valutazione implicita che non prevedono richieste dirette alla persona in esame me essa è direttamente coinvolta in un compito che richiede di giudicare alcuni stimoli. Le caratteristiche della persona sono quindi inferite dalle modalità di risposta —-> es: tempi reazione, tempi latenza ecc. Tra le tecniche di valutazione implicita è molto utile l’Implicit Association Test ——> Compito per la valutazione della forza dei legami associativi in memoria da cui si possono essere inferite alcune caratteristiche di personalità. ——> Al soggetto viene presentato uno stimolo al centro dello schermo di un PC e il compito consiste nel classificarlo il più velocemente possibile. Gli stimoli sono generalmente parole o immagini appartenenti a quattro diverse categorie: due concetti (es: “individui bianchi” e“individui neri”), mentre le altre due rappresentano gli attributi opposti (es. “positivo” vs. “negativo” ecc.). Se a livello di rappresentazione mentale esiste una forte associazione concetto-attributo allora i tempi di risposta saranno più brevi tra quelle associazioni già presenti in memoria. Si tratta di una tecnica utilizzata molto in studi sul pregiudizio : maggiore è la facilità con cui le persone bianche associano le foto di persone nere a concetti negativi, maggiore sarà il grado di discriminazione che esse tendono ad avere nei confronti delle persone di colore. —-> velocità di risposta = indice di una tendenza o atteggiamento. NEUROSCIENZE E PERSONALITA’ Lo studioso della personalità è anche interessato ad indagare quali siano i meccanismi biologici che intervengono insieme ai processi psicologici nella formazione di caratteristiche cognitive, emotive e comportamentali caratterizzanti la personalità. In particolare due fonti di dati sono rilevanti per lo studio della personalità: i dati registrati attraverso l’elettroencefalogramma (EEG) e quelli acquisiti tramite la metodica di risonanza magnetica funzionale (fMRI). L’elettroencefalogramma è una tecnica che permette di registrare l’attività elettrica cerebrale attraverso l’applicazione di elettrodi sullo scalpo, post in corrispondenza di aree cerebrali diverse per stabilire quali di esse sono più attive in particolari momenti La risonanza magnetica funzionale è una metodica di imaging che permette di ottenere una “fotografia” dell’attività cerebrale durante lo svolgimento di compiti specifici. ——> immagini che ritraggono un aumento del flusso sanguigno in particolari aree attive durante lo svolgimento di particolari compiti I DISEGNI DI RICERCA Come si utilizzano i dati raccolti? L’adozione dei diversi disegni di ricerca varia in base alle ipotesi, alla teoria che ne definisce gli obiettivi e le procedure. All’interno dello studio della personalità si distinguono due approcci generali: • Approccio nomotetico : (dal greco nomos, legislatore, colui che costituisce le leggi) in cui il ricercatore ha come obiettivo quello di formulare leggi nello studio della personalità applicabili a tutti gli individui. Il suo interesse principale è quello di individuare gli elementi comuni, di somiglianza, tra le persone in genere. - I dati raccolti e le analisi saranno di tipo quantitativo e gli strumenti utilizzati nelle ricerche (es: test) saranno identici e somministrati con le stesse procedure a tutti i soggetti che parteciperanno all’indagine. • Approccio idiografico : (dal greco idios, personale) è volto a indagare l’unicità dell’individuo allo scopo di tracciarne un profilo singolare. I dati raccolti saranno quindi qualitativi. - I dati raccolti in questo caso saranno qualitativi e si baseranno principalmente sulla storia di vita della persona Si differenziano dunque in base all’interesse per lo studio degli elementi comuni agli individui o alle differenze individuali. Esistono tre diversi disegni di ricerca utilizzati nello studio della personalità: CARATTERISTICHE DELLE MISURAZIONI Qualunque sia la fonte di dati scelta e la metodologia usata, le misurazioni e le procedure devono rispettare i criteri di attendibilità e validità : ATTENDIBILITA’: si fa riferimento alla stabilità e alla replicabilità delle misurazioni e dei risultati ottenuti. Un’osservazione può essere considerata attendibile se ha un alto grado di coerenza e replicabilità. Al contrario, non può essere attendibile se la coerenza di ciò che è stato misurato è scarsa. Le caratteristiche che le osservazioni e misurazioni devono possedere al fine di ridurre l’errore ed essere considerate attendibili sono : - Coerenza interna : equivale al grado di “coesione” tra gli item di un test. Affinché uno strumento sia caratterizzato da una buona coerenza interna deve prevedere un numero sufficiente di item, le cui risposte date devono essere correlate tra loro - Attendibilità tra esaminatori o inter-rater reliability : ossia quanto accordo vi è tra le indagini di diversi esaminatori che osservano in modo indipendente una stessa caratteristica o dimensione. Si può ottenere confrontando le valutazioni di un esaminatore con quelle di un altro sullo stesso fenomeno. - Stabilità test-retest : riguarda la stabilità e la ripetibilità nel tempo delle misurazioni. La valutazione in un primo tempo dovrebbe cioè essere in accordo con la stessa valutazione effettuata in un tempo successivo VALIDITA’: rappresenta il grado in cui tale strumento misuri effettivamente ciò che ci si prefigge di misurare. Esistono diversi aspetti di validità in riferimento non solo agli strumenti utili alle indagini sulla personalità ma anche su indagini in altri settori della psicologia : - Validità di costrutto : si ha quando uno strumento indaga effettivamente la dimensione (la qualità o costrutto) che intende valutare. Costituisce la validità più importante di uno strumento e i diversi tipi di validità sono a servizio di questa. - Validità predittiva o di criterio : si riferisce a quanto uno strumento è in grado di predire alcuni criteri esterni. È considerata la modalità di elezione per il supporto della validità di costrutto. - Validità convergente : indica quanto lo strumento adottato per l’indagine di un determinato costrutto è correlato ad altre misurazioni diverse della stessa dimensione - Validità discriminante : indica quanto uno strumento non misuri effettivamente ciò che non intende valutare. LA PROSPETTIVA PSICOANALITICA Modulo 3 Carattere : come l’individuo esprime determinate aspetti della propria personalità Personalità : struttura molto più complessa delle sfumature caratteriali FREUD fu un importante autore che ci ha aiutato a comprendere la personalità I contributi di Sigmund Freud ruotano intorno a due concetti fondamentali: quello di determinismo psichico e quello di attività psichica inconscia ——> il comportamento è il risultato del movimento di “cose nascoste” Il determinismo è una dottrina per cui tutti i fenomeni naturali vengono visti come soggetti al principio di causalità. Applicando questa definizione all’essere umano, il determinismo psichico prevede che ogni stato o atto mentale sia la necessaria conseguenza di determinati antecedenti, siano essi fisiologici o psicologici, riducendo notevolmente lo spazio assegnato alla libertà, spontaneità e conseguentemente alla responsabilità. Non essendo strettamente legata alla dimensione della consapevolezza, l’attività psichica può esprimersi attraverso manifestazioni non comprensibili mediante un procedimento logico-deduttivo, basti pensare ai sintomi nevrotici, gli atti mancati ma anche più semplicemente ai lapsus e all’attività onirica. In un momento storico in cui le principali teorie esplicative vedono nel paradigma causa-effetto l’unica determinante degli aspetti comportamentali dell’essere umano, Freud inizia ad intravedere il limite insito in questa visione ed inizia così ad approfondire una serie di aspetti. Parliamo di riflessioni su quelle che possono essere considerate le determinanti del comportamento, concetti che diventeranno punti chiave della teoria psicoanalitica, primo fra tutti quello di “pulsione”. SPINTA INNATA E LEGATA AL SODDISFACIMENTO DI UN BISOGNO : componente psichica che produce uno stato di eccitazione e che spinge l’organismo a svolgere una serie di attività allo scopo di soddisfare tale condizione eccitatoria. La pulsione ha bisogno di una via di sfogo e se trattenuta determina l’insorgenza del sintomo. Influenzato dalla teoria di Darwin, Freud sostiene che la pulsione cerca di adattarsi alle richieste dell’ambiente per sopravvivere Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale ed il relativo impatto a livello sociale, spingono Freud ad interrogarsi sulla natura auto lesiva dell’essere umano, riflessioni che si incanalano nella formulazione di una nuova teoria delle pulsioni, nella quale essere vengono distinte in due grandi categorie: Pulsioni di vita e pulsione di morte, Eros e Thanatos. Appare evidente come la natura dell’essere umano sia costantemente animata dalla compresenza e dall’alternanza di queste due grandi spinte interne, che ne guidano il comportamento e ne gestiscono le scelte. Dunque : pulsione = necessita di soddisfacimento. Per cui: Oggetti interni = narcisismo Oggetti esterni = formulazione di una teoria dello sviluppo psicosessuale, che scandisce le fasi evolutive in base alla predominanza di un determinato oggetto pulsionale. Parallelamente al lavoro sul mondo pulsionale, Freud inizia il suo lavoro clinico a partire dal metodo ipnotico, che ben presto si trasforma nel metodo delle libere associazioni : il paziente messo in un posizione comoda in modo da favorire al libera associazione di parole, che venivano poi rilette ed interpretate come indicatori dei processi psichici del soggetto. ——> riferimenti a quello che veniva riferito come il contenuto dei sogni riportato in seduta. Questo porta allo sviluppo di due grandi filoni di studio che hanno guidato l’opera di Freud: l’interpretazione dei sogni e la formulazione delle strutture caratterizzanti la psiche umana. INTERPRETAZIONE DEI SOGNI Freud parte dal presupposto che il sogno non può essere considerato come un mero prodotto somatico, legato esclusivamente a dinamiche fisiologiche e neurologiche, bensì un prodotto psichico che non è privo di senso ma pienamente valido, frutto di un’attività mentale assai complessa. Freud attribuisce all’interpretazione del sogno un valido strumento per indagare il mondo interno del soggetto, che a partire dal concetto di appagamento mette in relazione la dinamica del sogno con la spinta pulsionale. —-> il sogno si caratterizza così per essere una forma di appagamento mascherata di un desiderio rimosso, che trova espressione possibile all’interno dei meccanismi di modifica del lavoro onirico. Per comprendere meglio tale concetto: PRIMA TOPICA Freud individua le strutture psichiche che rappresentano delle vere e proprie aree all’interno della psiche umana (dal greco topos che significa luogo). In base a quanto definito nella “prima topica” la struttura psichica del soggetto è composta da tre strutture che si collocano a differenti livelli di profondità, in base al loro rapporto con lo stato cosciente. • A livello superficiale e quindi ad un livello cosciente, si colloca la struttura del “conscio” • Ad un livello più profondo, ma comunque richiamabile a livello cosciente, si colloca la struttura del “preconscio”. ——-> I contenuti possono essere riportati a livello conscio e quindi diventare consapevoli. • A livello profondo, il grande contributo fornito dalla teoria topica di Freud, si colloca la struttura definita “inconscio”, all’interno del quale sono presenti tutti i contenuti legati alla spinte pulsionali. ——> i contenuti rimangono per il soggetto inconsapevoli, ad opera del processo di “censura” che gestisce il rapporto tra l’inconscio ed il preconscio. che da inizio alla posizione schizo- paranoide: il bambino scinde la figura materna in un oggetto buono e un oggetto cattivo, in modo da isolare i sentimenti negativi da quelli positivi. In una fase successiva, però, il bambino si rende conto che oggetto buono e oggetto cattivo sono due parti della stessa figura materna, viene invaso da una forte angoscia ed entra nella posizione depressiva. Il tentativo di risolvere la sua colpa attraverso la riparazione evolve nel Complesso di Edipo. IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA I meccanismi di difesa di identificazione e proiezione erano stati già analizzati nel dettaglio di Freud, visti come funzioni adattive dell’Io, legate alla necessità di mantenere l’omeostasi (equilibrio) tra le spinte pulsionali dell’Es e i movimenti repressivi del Super- Io. Nella visione kleiniana nel meccanismo dell’identificazione proiettiva le parti negative di sé vengono proiettate sull’altro immaginando che queste parti entrino quasi fisicamente nell’altro fino a possederlo. Nonostante sia un meccanismo teorizzato rispetto alla strutturazione della posizione schizo-paranoide e quindi connessa ad un meccanismo di separazione, l’identificazione proiettiva corrisponde a uno strumento grazie al quale una persona fa uso di un’altra persona per sperimentare e contenere un aspetto di sé. Tale concetto appare fondamentale anche da un punto di vista terapeutico : É infatti a partire dall’identificazioni proiettiva che Winnicott teorizza la possibilità di un utilizzo terapeutico del controtransfert, mettendo questo in relazione alla consapevolezza che il terapeuta deve avere rispetto alle proprie reazioni emotive nei confronti del paziente. Bion : ruolo che gioca l’identificazione proiettiva nella formulazione della teoria del contenimento. Attraverso tale meccanismo il soggetto proietta dentro l’oggetto le angosce che sente di non poter tollerare, insieme alle parti di sé nelle quali tali angosce risiedono. Attraverso l’identificazione introiettiva, il soggetto introietta nuovamente dentro di sé, identificandosi con esse, le parti precedentemente scisse e proiettate nell’oggetto. In base a questo processo le parti del soggetto proiettate nell’oggetto vengono contenute e in un certo senso “bonificate”, per poi essere introiettate nuovamente senza pericoli. JUNG Carl Gustav Jung, psichiatra e psicoanalista svizzero, è stato uno tra i più importanti seguaci e allievi di Freud. Diede vita alla “psicologia analitica” secondo la quale lo scopo clinico è riportare il soggetto alla realtà liberandolo dai disturbi patogeni. La principale causa di rottura di Jung con Freud fu il rifiuto da parte di Jung del PANSESSUALISMO FREUDIANO, ovvero la concezione secondo cui al centro del comportamento psichico degli individui vi è l’istinto sessuale. Jung sosteneva che il comportamento dell’uomo non è condizionato soltanto dalla sua storia individuale o dal suo essere parte come membro della razza umana, bensì è animato anche dalle sue aspirazioni e scopi. Ciò che caratterizza l’indole umana è la combinazione tra la causalità e la teleologia, ossia quella dottrina filosofica per la quale il concetto di “finalità” non è esclusivamente legato agli aspetti volontari e razionali dell’agire ma anche a tutti gli aspetti involontari e inconsapevoli, legati al perseguimento di uno scopo. Il comportamento umano diviene così una risultante tra gli spunti derivati dalla percezione del passato (causalità) e dal raffronto con le possibilità future (teleologia) : ciò fornisce all’essere umano la giusta dose di speranza che lo tutela dalla possibilità di cadere in uno stato di disperazione. Il contatto con la storia passata viene considerato come parte fondante della personalità dell’individuo, la quale si caratterizza attraverso 3 istanze: 1. Io, o mente cosciente : esperienza personale e consapevole dell’essere umano 2. Inconscio personale : esperienze che l’essere umano rimuove o ignora; a sua volta composto da una serie di complessi, esperienze psichiche complesse formate da una serie di vissuti, pensieri e ricordi caratterizzati e unificati dalla stessa intensità e qualità emotiva (es complesso Materno) 3. Inconscio collettivo : composto da tutte le tracce che sono lasciate dal passato antico dell’essere umano, ovvero da tutte le esperienze trasmesse di generazione in generazione fino all’individuo odierno —-> bagaglio conoscitivo che si trasmette attraverso la storia Un ulteriore concetto importante è quello di archetipo, greco antico archè = originale e tipos = modello: si collega al concetto di inconscio collettivo e fa riferimento a una forma universale di pensiero dotata di un valore affettivo e si collocano all’interno della teoria junghiana come “tappe fondamentali”, il cui scopo è il raggiungimento di un più elevato grado di conoscenza della propria interiorità. I principali archetipi individuati da Jung sono : OMBRA : prima raffigurazione archetipica che si incontra lungo il cammino della via interiore e corrisponde alla visione vera e autentica del nostro Io, davanti alla quale nessun tentativo di mascheramento può avere successo. Si contrappone nettamente alla persona, ovvero l’archetipo di ciò che della nostra entità decidiamo di mostrare all’esterno. Se persona corrisponde alla maschera dell’attore, l’ombra corrisponde alla sua immagine priva di maschermaneto proiettata su uno specchio. ANIMUS/ANIMA: corrisponde all’immagine interiorizzata e arcaica che gli uomini hanno delle donne e che le donne hanno degli uomini; rappresenta tutto ciò che si crede e si sente in modo istintivo nei confronti dell’altro e delle parti più autentiche di noi stessi. VECCHIO SAGGIO: rappresenta lo spirito, l’essenza autentica dell’Io ed il raggiungimento di una visione matura ed autonoma della propria individuazione.E’ l’archetipo maggiormente carico di simbolismi: "Il Vecchio Saggio appare nei sogni come mago, medico, sacerdote, maestro, professore, nonno (Grande Padre), o persona comunque autorevole. Da un punto di vista teorico, la visione archetipica ha delle implicazioni rilevanti rispetto alla condizione dell’essere umano. Da un punto di vista fenomenologico, gli archetipi vengono definiti da Jung come modelli di rappresentazione innata, ossia forme di pensiero a priori, in base ai quali l’individuo organizza la propria esperienza. Questa modalità aprioristica di percepire l’ambiente circostante non esclude l’influenza degli stimoli ambientali sulla strutturazione del bagaglio esperienziale dell’individuo, anzi sono strettamente interconnessi. ALFRED ADLER Adler notò come molti soggetti erano portatori di forme particolari di resistenza fisica piuttosto che di cagionevolezza e iniziò così ad ipotizzare che potesse esistere una sorta di “inferiorità organica”, quasi una forma di predisposizione genetica, rapportate a forme di “compensazione” che potessero riequilibrare i deficit dati dalle forme endogene. - Nel 1902 Adler ricevette un invito dallo stesso Sigmund Freud, ad unirsi ad un gruppo di discussione che aveva chiamato la “Società del mercoledì”. Il gruppo si incontrava tutti i mercoledì pomeriggio a casa di Freud ed i membri discutevano e riflettevano intorno ad una serie di importanti temi legati alla teoria psicoanalitica e alla pratica clinica, determinando così i primi passi di quello che sarebbe diventato poi il movimento psicoanalitico. - Nel 1907 Adler scrive un’opera che segna l’inizio del distacco dalle teorie freudiane verso uno sviluppo del proprio pensiero: “Studio sull’inferiorità degli organi”. In questa opera Adler riflette sulla possibilità che alcune difficoltà, debolezze dell’essere umano, siano legate ad una predisposizione quasi biologica, che egli individua nell’inferiorità di alcuni organi e di come questo richieda da parte dell’organismo la capacità di compensare tale inferiorità. Adler pone alla base del carattere dell’individuo il “senso di inferiorità” che deriva dalla condizione di inferiorità nella quale l’essere umano vive. L’individuo cercherà così di compensare tale sentimento mettendo in atto una serie di condotte sintomatiche, comunque lontane da una corretta e adeguata adesione alla realtà - Nel corso dei sui lavori Adler si soffermò, oltre che sul tema legato all’inferiorità degli organi, anche al tema della “compensazione”, vale a dire della capacità dell’individuo di gestire le difficoltà legate alle carenze in un determinato aspetto grazie allo sviluppo di capacità collaterali. L’elemento costitutivo della personalità dell’individuo diventa il senso di comunità, che si caratterizza per essere elementi primo ed ultimo dell’esistenza: - Elemento primo perché il sentimento di comunità è innato e su di esso si basano i fondamenti della personalità; inoltre, non è circoscritto al proprio essere o alla propria famiglia, ma si tratta di un sentimento ben più esteso che coinvolge tutti il sistema che circonda un individuo - Elemento ultimo perché è su di esso che si basa l’equilibrio regolato dalla natura umana. Queste riflessioni permettono ad Adler di individuare una serie di principi che caratterizzano la vita psichica degli individui: • Principio di unità: viene sancita l’inscindibile unione tra componenti corporee e componenti psichiche, sottolineando come la psiche non possa essere ridotta alla semplice componente fisica. • Principio del dinamismo: il comportamento umano è sempre orientato verso una meta. • Principio dell’influenza cosmica: viene stabilito il costante rapporto di interdipendenza tra l’individuo, il cosmo e la natura. • Principio della spontanea strutturazione delle parti in una totalità: la vita psichica di ogni individuo è organizzata al suo interno come una struttura unica, coerente con quelle che sono le mete di vita del soggetto stesso. • Principio dell’azione e reazione tra individuo e ambiente: rende evidente il continuo rapporto tra mondo interno e realtà circostante. Ciò che differenzia la teoria di Adler da quella di Freud è proprio il rapporto con il cosiddetto “motore” su cui si basa la vita dell’individuo: se per Freud è basilare il rapporto con il passato ed è verso di esso che si muove l’esistenza, per Adler la base dell’esperienza umana è la tensione verso il futuro, la progettualità, che l’uomo sviluppa a partire dal sentimento di superiorità che lo anima, dalla sua tensione verso il divino, dalla consapevolezza ed il controllo sul proprio mondo interno. ——> Sè creativo La patologia diventa per Adler uno stato nel quale l’individuo ha perso il contatto con quelli che sono i propri bisogni: la terapia si pone come un’opportunità per recuperare tale padronanza per rientrare in contatto con il proprio mondo interiore, i propri bisogni e le proprie aspirazioni. PSICOLOGIA DEL SE La psicoanalisi del Sé si pone come tentativo di mediazione tra la psicoanalisi dell’Io, sviluppatasi a partire dagli anni ’30 nel Nord America a capo di David Rapaport e Anna Freud, e la psicoanalisi delle relazioni oggettuali, sviluppatasi in Europa e in Inghilterra e a cui capo fanno nomi quali Donald Winnicott e Melanie Klein. Entrambe queste scuole di pensiero concentrano la loro indagine sull’infanzia e sulla tipologia dei primi scambi relazionali ed interpersonali, soffermandosi sullo sviluppo dei sistemi di regolazioni emotiva e cognitiva, tralasciando così completamente lo studio della struttura complessa dell’apparato psichico. L’attività psichica connessa all’universo pulsionale viene così tralasciata a discapito dello studio di tutto ciò che concerne l’universo delle relazioni interpersonali. LA PROSPETTIVA DEI TRATTI Modulo 4 • Tratti di personalità: disposizioni stabili di un individuo a mettere in atto lo stesso di tipo di comportamento in diverse situazioni —-> parliamo dunque sia di coerenza comportamentale, sia di qualità psicologiche che esprimono le differenze individuali tra le persone Storicamente, si fa risalire lo studio dei tratti, attraverso il metodo correlazionale, alla seconda metà del ‘700 in seguito allo sviluppo di una nuova prospettiva mirata alla messa a punto di procedure da cui si potessero ricavare misurazioni “oggettive” delle differenze tra individui. Un primo approccio (fine ‘700 - metà ‘800) si basava su misurazioni fisiognomiche e frenologiche interessate ad indagare la relazione tra le caratteristiche fisiche degli individui e quelle psichiche. ——> Ad opera di : Petrus Camper : volto a dimostrare le differenze morali e intellettive delle persone. La misura dell’angolo facciale viene utilizzata per ottenere una classificazione gerarchica di tipi umani. L’ipotesi si basava sul fatto che a specifiche anomalie esteriori corrispondessero alterazioni psicologiche e della moralità Johann Kaspar Lavater : modello teorico, basato sulle idee di partenza di Camper, entro il quale si evidenziano le relazioni tra aspetti del volto e caratteristiche intellettive e di tratto (o disposizionali) Franz Joseph Gall—-> frenologia: disciplina basata sulla relazione tra segni esterni (avallamenti o protuberanze) caratteristici del cranio di un individuo e strutture cerebrali interne per una spiegazione scientifica alle differenze individuali. ——> primo tentativo di individuare una relazione tra disposizioni di personalità e correlati neurofisiologici Cesare Lombroso : misurazioni antropometriche per dimostrare “teorie del delinquente nato” secondo cui soggetti affetti da patologie psichiatriche e i criminali mostrerebbero segni esteriori del viso riconoscibili Secondo approccio (fine ‘800 - inizio ‘900) : Utilizzo dei reattivi intellettivi (test intellettivi) e lo studio del carattere attraverso osservazioni e valutazioni di informazioni biografiche ——> Ad opera di : F.Galton : studio quantitativo delle differenze tra individui con l’obiettivo di definire quali fossero le caratteristiche psicologiche ereditarie degli individui per fare previsioni (ad esempio sul successo/insuccesso negli studi). Nacquero così i primi test di intelligenza e le scale per la valutazione delle capacità cognitive impiegati anche a fini diagnostici K. Spearman e C. E. Pearson : individuazione di indici di correlazione tra variabili psicologiche Terzo approccio (anni 20 del ‘900) : moderna psicologia delle differenze individuali che si pone come obiettivo quello di rilevare un numero determinato di tratti di personalità utilizzando il metodo dell’analisi fattoriale. ——> Ad pera di : Gordon Allport : La personalità è da lui intesa come un sistema integrato di tratti, che è qualcosa di più della loro semplice somma. I tratti, le unità personologiche di base, sono modalità di agire e di “sentire” emozioni e offrono la possibilità di descrivere la personalità umana in modo scientifico. Attraverso l’analisi fattoriale, una tecnica statistica centrale per la psicologia fondata sui tratti, diviene possibile raggruppare caratteristiche di personalità ricavate da questionari (in genere self-report) e scoprirne fattori nascosti. Quarto approccio (metà del ‘900) : ulteriore novità alla prospettiva dei tratti : analisi del linguaggio come potente strumento che può condurre a determinare le caratteristiche di base della personalità umana. - Si basa sul cosiddetto “approccio lessicale”: le differenze individuali di maggior rilievo nella vita individuale vengono “codificate” nel linguaggio delle persone : maggiore è la salienza delle differenze, maggiore è la probabilità che questa venga espressa attraverso parole Robert Cattel affianca all’approccio lessicale quello basato sull’analisi fattoriale delle risposte a questionari self- report . Elabora inoltre il Sixteen Personality Factors Questionnaire (16PF) attraverso la rilevazione di 16 tratti bipolari originari di personalità ——> struttura fattoriale a cinque fattori Peabody e Goldberg ——> Big Five : cinque tratti fondamentali della personalità in grado di influenzare le modalità di adattamento all’ambiente delle persone che in maniera ricorsiva influenzano a loro volta gli stimoli provenienti dall’ambiente, la storia di vita, e l’auto-rappresentazione del Sé ——> dinamica circolare con influenza reciproca e ricorsiva I cinque fattori di personalità individuati contengono un numero di “subfattori”, aggettivi che descrivono diverse disposizioni: 1. Energia (assertività, socievolezza, attività...) 2. Amicalità (fiducia, piacevolezza, sentimento di affiliazione...) 3. Coscienziosità (affidabilità, disciplina, responsabilità...) 4. Stabilità emotiva (controllo impulsi, sicurezza...) 5. Apertura mentale (apertura verso l’esperienza, curiosità, flessibilità...intelligenza). Dunque capiamo che la prospettiva dei tratti nello studio e nelle applicazioni pratiche della Psicologia della Personalità non è omogenea, ma racchiude in sé diversi approcci e teorie dei tratti che mostrano punti di contatto e talvolta assumono però punti di vista diversi Punti in comune: È possibile identificare pattern di comportamento (o tratti: azioni, provare emozioni e modo di pensare) coerenti e relativamente stabili nel tempo. - La personalità è considerata riconducibile a una determinata configurazione di tratti che descrivono le caratteristiche di base della persona e sono regolari e coerenti. - I tratti sono considerati variabili decontestualizzate (riferiti a caratteristiche che restano stabili) - I tratti sarebbero organizzati in maniera gerarchica Differenze : Alcune teorie seguono un approccio idiografico, (che presuppone l’idea di persona come una configurazione unica di tratti che determineranno la sua personalità), altre seguono approccio nomotetico (in ogni individuo risiedono i tratti fondamentali della personalità umana, la differenza tra le persone sta nella misura in cui possiedono ogni tratto). - Per alcuni il tratto non ha valenza causale rispetto al comportamento ma funzione descrittiva (è una tassonomia) Secondo altri studiosi invece il tratto ha valenza causale, rappresenta cioè ciò che causa un comportamento. - Diverse modalità per definire ed identificare i tratti fondamentali della personalità Un’ulteriore differenza tra le teorie riguarda la modalità per definire i tratti fondamentali della personalità. Tre sono le modalità, utilizzate dai diversi teorici, volte all’individuazione di determinati tratti di personalità: Strategia lessicale : analisi del linguaggio comune per giungere a cogliere le definizioni dei tratti di personalità. Ogni tratto “fondamentale” può essere ricavato da numerosi termini che il linguaggio comune offre per descriverlo ——> procedimento di tipo bottom up : dal linguaggio allo studio della personalità, ossia il linguaggio si pone come base per costruire una classificazione dei tratti di personalità. Strategia statistica : analisi fattoriale per l’identificazione di tratti fondamentali, che permette di stabilire le correlazioni tra molte variabili contemporaneamente e riassumerle raggruppandole in fattori. Si basa sull’assunto che spesso le caratteristiche psicologiche sono tra loro collegate e si presentano insieme anche in forma di una singola dimensione. - Ogni fattore è rappresentativo di un numero di caratteristiche che lo determinano e che sono tra loro correlate - L’etichetta del fattore equivale al tratto di personalità corrispondente Strategia Teorica : percorso di tipo top-down in quanto prevede il ricorso ad un modello teorico di riferimento che guida l’identificazione delle caratteristiche fondamentali della personalità. ——> Le prime due al contrario, prevedono un percorso inverso: dai dati, sia ricavati dall’analisi fattoriale che dal linguaggio naturale, si risale a dimensioni psicologiche più alte a livello gerarchico. Le tre strategie non si escludono a vicenda ma possono essere utilizzate in maniera combinata nella definizione dei tratti fondamentali della personalità umana. ALLPORT G. Allport è considerato uno dei teorici di spicco della personalità. Con lui lo studio della personalità, prima definita intercambiabilmente con il termine di carattere, subisce una profonda mutazione e innovazione. • Il suo lavoro di studio e ricerca sulla personalità è caratterizzato dal ricorso ad un approccio idiografico. • La personalità è da lui definita come :“un’organizzazione dinamica entro l’individuo di quei sistemi psicofisici che ne determinano l’adattamento unico al suo ambiente” ——-> DEFINIZIONE DA DARE ALLA DOMANDA : “che cosa si intende per personalità?” • L’aspetto dinamico della personalità è dovuto al fatto che nella sua concezione questa è in continuo divenire, in continua evoluzione nell’arco di vita TRATTI L’importanza dei tratti sta nel costituire un riferimento per la spiegazione di comportamenti. Attraverso il tratto è possibile, secondo l’autore, rintracciare le cause, spiegare la stabilità e la coerenza di alcuni pattern di comportamentali che un individuo mette in atto, ossia quella regolarità nella modalità di comportarsi, provare emozioni e pensare propria di una persona La sua visione ritiene che ogni essere umano è caratterizzato da un’unica configurazione di tratti. Difatti essi: ➢ Sono alla base delle organizzazione delle esperienze di vita delle persone ➢ Veicolano l’adattamento all’ambiente ➢ Il divenire della personalità è legato alla funzione adattiva. Sono infatti in grado di evolversi per far fronte alle richieste ambientali e promuovere un migliore adattamento ➢ Ogni tratto comprende un insieme di risposte comportamentali ➢ Sarà la natura della situazione a determinare la “scelta” della risposta comportamentale più adatta in quel momento, tra quelle previste come possibili da quel singolo tratto. Tale metodo ha permesso di identificare 16 fattori (tratti originari) di personalità che sono stati da lui suddivisi in tre categorie. 1. Tratti di abilità, ossia le capacità che permettono all’individuo di essere efficiente (es: l’intelligenza) 2. Tratti temperamentali, cioè alla vita affettiva e alla qualità dello stile di comportamento 3. Tratti dinamici, che fa riferimento al diverso livello di motivazione tra gli individui elementi stabili della personalità Da queste evidenze lo strumento di indagine prodotto da Cattel è il questionario 16 Personality Factors L’autore individuò altri due elementi che influenzano il comportamento oltre ai tratti: La persona secondo Cattel non è un’entità statica in quanto il suo comportamento dipende oltre che dai tratti fondamentali anche dalla situazione che la persona vive in un dato momento (Stato) : esperisce uno stato d’animo per un periodo limitato di tempo all’interno di una data situazione ——> “ogni osservatore della natura umana si accorge che lo stato di una persona in un dato momento ne determina il comportamento tanto quanto i suoi tratti” Alcuni comportamenti possono essere dettati anche dal ruolo sociale degli individui, non solo dai tratti che lo caratterizzano Dunque Lo stato d’animo di una persona (stato) e il modo in cui si relaziona o reagisce ad una determinata situazione (ruolo o stile) sono in grado di avere un impatto sul suo comportamento Cattel individuò 16 fattori/tratti di personalità bipolari derivati dai dati del questionario ——-> CRITICHE AL MODELLO DI CATTEL - Poco economico in quanto tiene conto di un elevato numero di fattori e nella pratica clinica può essere dispendioso. - La concettualizzazione teorica del modello è stata fondata esclusivamente su misurazioni puntuali e questo potrebbe portare a non considerare dimensioni e caratteristiche importanti HANS J. EYSENK Il suo impegno e le sue ricerche sono state volte all’identificazione dei tratti di base comuni a tutti gli individui. • A differenza di Allport, (approccio idiografico) Eysenk privilegia senza dubbio l’approccio nomotetico • Considera i termini personalità e temperamento costrutti con uguale significato. La personalità è per lui la parte motivazionale, non cognitiva, che caratterizza il comportamento di un individuo. —> struttura gerarchica • I tratti di personalità sono equivalenti a schemi comportamentali, definiti anche stili emotivi e coerenti che rendono diversi tra loro gli individui • Giunge a definire le dimensioni fondamentali di base della personalità attraverso una strategia teorica, utilizzando l’analisi fattoriale e l’analisi fattoriale secondaria, la quale che permette di restringere il numero dei fattori emersi da una prima analisi, tramite l’applicazione di una seconda analisi sui risultati della precedente.  I risultati portano l’autore all’individuazione dei Superfattori, emersi dall’analisi di secondo ordine posta ad un livello più alto di gerarchia. Costituiscono un livello sovraordinato con funzione di organizzare i tratti di livello inferiore, definiti tratti componenti, espressione delle risposte abituali derivanti da risposte specifiche. Individua così i primi due superfattori (lungo un continuum) entrambi caratterizzati da due poli opposti : - Estroversione-introversione (socievolezza, dominanza, assertività ecc... calma, riservatezza, ecc.... ) - Nevroticismo-stabilità emotiva (persone ansiose, agitate, preoccupate ecc... persone calme, controllate, ecc...) ——> Le persone si differenziano in base al grado in cui un certo tratto è presente. Successivamente aggiunge un terzo superfattore : lo Psicoticismo. Questo corrisponde alla tendenza alla mancanza di empatia, tendenza all’isolamento, ad un suo estremo, mentre all’altro estremo caratterizza gli individui altruisti ed empatici ——> Mentre i primi due superfattori sono riferiti alla personalità “tipica”, lo psicoticismo ad alti livelli può riflettere una condizione psicopatologica. Il modello dei Superfattori di Eysenk è ridotto dunque a tre dimensioni comuni agli individui: PSICOTICISMO, ESTROVERSIONE, NEVROTICISMO (PEN). Le differenze individuali sono da ricercare nei diversi livelli di espressione di queste dimensioni. A differenza di Cattel, il modello di Eysenk rappresenta un approccio più economico. Attraverso il questionario Eysenk Personality Questionnaire è possibile indagare i tre fattori in un numero di item limitato Tuttavia è stata criticata la riduzione ad un numero troppo scarso di fattori di personalità. BASI BIOLOGICHE DEI SUPERFATTORI Secondo Eysenk ai tre supefattori corrisponde un determinato sostrato biologico, ponendo come obiettivo del suo lavoro l’individuzione dei correlati anatomo-fisiologici delle tre dimensioni. Secondo la sua ipotesi ad ogni disposizione, o pattern comportamentale, corrisponderebbe un’attivazione fisiologica. Tale ipotesi prende le mosse dagli studi del fisiologo russo Ivan Pavlov secondo cui, in base alle osservazioni condotte su animali (cani) come soggetti sperimentali, gli esseri viventi si differenziano sulla base del livello di eccitazione del loro sistema nervoso centrale (eccitabilità vs inibizione). Eysenk è interessato alla modalità in cui differisce il livello di eccitazione del sistema nervoso nell’uomo, che determinerebbe il livello di manifestazione dei superfattori. In particolare il suo interesse è diretto al funzionamento del Sistema Reticolare Ascendente, il quale media la trasmissione di informazioni da strutture (es. ipotalamo) alla corteccia cerebrale e determina grado di eccitazione a livello corticale A livello fisiologico le differenze individuali sono da ricercare nel livello di attivazione: studiando il superfattore estroversione - introversione, l’ipotesi di Eysenk vede un livello di eccitazione corticale maggiore negli “introversi” che avrebbero quindi meno necessità di stimoli ambientale, spiegando così la tendenza a mostrarsi più ritirati. Al contrario, gli individui “estroversi” sarebbero caratterizzati da un più basso livello di eccitazione corticale e per contrasto dunque ricercherebbero nell’ambiente maggiore stimolazione. Tali processi equivalgono a meccanismi di autoregolazione. ——> La differenza tra introversione ed estroversione non è espressione di diversità nel livello di eccitazione basale ma nelle differenze di eccitabilità NEVROTICISMO Il nevroticismo, secondo Eysenk, sarebbe collegato alle strutture del sistema limbico. Questo, essendo sensibile agli stimoli emotigeni e allo stress, sarebbe caratterizzato da un livello di attivazione detto attivazione autonomica sulla base del quale sarebbe possibile individuare le differenze individuali. Il sistema limbico sarebbe più sensibile ad alti livelli di nevroticismo, mentre la soglia di attivazione di tale sistema sarebbe più alta negli individui caratterizzati da stabilità emotiva. EREDITARIETA’ DEI TRATTI L’autore ritiene che i tratti non siano totalmente innati. La sua concezione dello sviluppo tiene in considerazione la base genetica che predispone l’individuo a mettere in atto pattern comportamentali specifici in funzione di determinate stimolazioni provenienti dall’ambiente. Dunque la sua visione dello sviluppo della personalità è caratterizzata da quella che viene oggi definita come interazione geni-ambiente. —-> la predisposizione genetica guida lo sviluppo della personalità e questo è contemporaneamente mediato dall’ambiente RUOLO DELLA TERAPIA I Superfattori costituiscono il punto di partenza per la descrizione della personalità sana e patologica. • La differenza tra le due condizioni è per l’autore esclusivamente quantitativa, dipende cioè dal livello in cui si presentano i superfattori. Mentre la personalità patologica è caratterizzata da alti livelli di psicoticismo e/o nevroticismo, la personalità sana implica bassi livelli di questi tratti sovraordinati. • La psicopatologia, come lo sviluppo della personalità sana, è dovuta all’interazione di caratteristiche genetiche e ambientali. Grazie alle variabili ambientali è possibile intervenire a livello terapeutico I cinque fattori sono spesso utilizzati per definire le caratteristiche di un brand e di un prodotto al fine di valutare la relazione prodotto-consumatore ——> Es. sviluppo di aspettative per marche verso cui si ha una percezione di affidabilità e simpatia esattamente come avviene per le persone (base per il lavoro nel settore pubblicitario) Ambito della salute Molti studi si sono concentrati sul legame tra big five e contesto della salute e alcuni di questi concordano sulla conessione tra longevità e livello di coscienziosità ——> persone con più alti livelli di coscienziosità mettono in atto comportamenti finalizzati a salvaguardia della propria salute e a evitamento situazioni di maggior pericolo CRITICHE Il modello dei Big Five se da un lato ha trovato ampio consenso, dall’altro non è stato esonerato da critiche : 1. Numero limitato di fattori (tratti) considerato non esaustivo per una descrizione della personalità - A tal proposito il modello HEXACO aggiunge onestà-umiltà - Alcuni autori hanno anche suggerito l’inclusione di un settimo fattore comprensivo di stati d’animo transitori a valenza positiva (definiti attraverso aggettivi quali: speciale, eccezionale...) e a valenza negativa (definiti attraverso aggettivi quali: falso, bugiardo, immorale...) 2. Altri al contrario si sono concentrati sull’analisi fattoriale di ordine superiore al fine di condensare i cinque fattori: - Digman e coll.: individuano caratteristiche “alfa” che hanno a che fare con la socialità (sublimazione di pulsioni a favore di obiettivi socialmente accettati.) ; e “beta”, ossia variabili implicate nel processo di crescita personale, apertura all’esterno e relazioni sociali - De Young: “stabilità” per necessità organica di mantenere una costante nell’organizzazione del funzionamento personologico; “plasticità” che riflette un contemporaneo bisogno di esplorazione e crescita 3. Altri contributi prendono poi in considerazione anche determinate sottodimensioni collegate ai cinque fattori che rappresentano “contenitori” di diverse caratteristiche : gli individui presentano differenze rispetto al possedere queste sottodimensioni, in tal modo il profilo può essere più differenziato e specifico per ognuno. 4. Un altro approccio per rendere più flessibile il modello dei Big Five è quello cosiddetto dei “circomplessi”. Ossia dimensioni nuove che emergono dall’incrocio di due fattori : es. alti livelli di estroversione possono essere associati ad alti livelli di coscienziosità e il profilo emergente è quello di un leader strategico e ordinato, al contrario alti livelli di estroversione e bassi livelli di coscienziosità identificano un leader più confusionario. Dalla prospettiva dei tratti classica si è sviluppata la corrente dell’interazionismo (es: Pervin, 1985) ➢  Le situazioni e gli elementi ambientali in generale interagiscono con le disposizioni stabili (tratti) nel determinare l’effettivo comportamento individuale ➢ Diverse modalità di interazione tra tratti ed elementi ambientali - una stessa situazione può portare a comportamenti diversi in persone diverse —-> gamma di comportamenti che caratterizzano un determinato tratto ➢ Gli individui stessi hanno un ruolo attivo nel scegliere le situazioni con cui avere a che fare, influenzando di conseguenza, in un certo senso, anche i loro stessi comportamenti LA PROSPETTIVA COMPORTAMENTALE Modulo 5 Per secoli la riflessione psicologica si è sviluppata in diversi ambiti che spaziavano da quello filosofico a quello religioso, mitologico, culturale e antropologico, e proprio a causa di ciò ha faticato a caratterizzarsi come disciplina autonoma, restando a lungo relegata in un limbo concettuale. Solo verso la fine del XIX° secolo s’inizia ad assistere a un’evoluzione delle discipline psicologiche, grazie anche alla visione positivista. • Nel 1879 Wundt fondò a Lipsia il primo laboratorio di psicologia sperimentale, col tentativo di inserire la psicologia all’interno delle discipline scientifiche. • Il presupposto di base vedeva la psicologia come una scienza dell’esperienza immediata, distinta dalle scienze naturali poiché scienze dell’esperienza mediata. —-> metodo dello strutturalismo, il quale analizza la mente sulla base delle sue componenti . • Così il metodo utilizzato nel laboratorio di Lipsia viene definito introspettivo : osservazione attenta delle proprie esperienze interiori, di ciò che accade nella nostra mente ed affiora alla coscienza. Distinguiamo : - L’introspezione simultanea : l'osservazione avviene contemporaneamente al compiersi dell'evento psichico - L’introspezione retroattiva : i fatti sono esaminati dopo il loro svolgimento. • Si tratta di una metodologia utilizzata inizialmente nella psicologia sperimentale, messa in discussione e abbandonata da correnti successive. La precauzione principale era evitare che il soggetto cadesse in descrizioni troppo personali e libere degli stati interiori e che si perdesse così ogni obiettività. In questa prima fase dunque le discipline psicologiche rincorrono il tentativo di ottenere una definizione scientifica piuttosto di una mera riflessione filosofica. Si assiste così alla nascita e allo sviluppo della psicologia scientifica, il cui tentativo è di risolvere il concetto di psiche in quello di comportamento, ossia dei processi psichici che sottostanno alla manifestazione esterna del comportamento. IL PARADIGMA DEL CONDIZIONAMENTO Comportamentismo : studio del comportamento osservabile, si lavora su ciò che emerge ——-> Tentativo di comprendere ed intuire il rapporto tra lo stimolo e la reazione ad esso correlata. Questo tipo di approccio porta alla nascita di una serie di riflessioni scolte da Ivan Pavlov in Russia e da William James in America, in opposizione con la psicologia strutturalista di Wundt nella convinzione che la psicologia debba costruire il proprio metodo di analisi e ricerca in modo del tutto indipendente dal modello introspettivo. Padre fondatore del Comportamentismo fu Watson, il cui obiettivo era di costruire un metodo in grado di approcciarsi alle forme di comportamento degli esseri viventi esclusivamente attraverso ciò di esternamente osservabile, rinunciando a tutto quello che potesse avere a che fare con il mondo interiore, l’autoanalisi e le percezioni soggettive. Rifiutò a pieno il metodo introspettivo di Wundt, scegliendo una linea di ricerca fondata sulle base delle scienze naturali e delle relazioni causali. A tal proposito si distinguono una serie di caratteristiche del comportamentismo : MOLECOLARISMO: considerare il comportamento come un insieme di caratteristiche più piccole ( in opposizione alla Gestalt) PERIFERALISMO: valutare il comportamento umano in base alle reazioni fisiologiche ad esso associate AMBIENTALISMO: l’ambiente è separato dall’essere umano. L’ambiente non è rilevante rispetto alla genesi di determinati comportamenti umani, ma esclusivamente rispetto all’adattamento. Per meglio comprendere quest’ultimo punto, si cita il noto esperimento che lo stesso Watson condusse su suo figlio Albert: al bambino fu proposta un’interazione libera con una serie di animali, per puro divertimento; successivamente, durante l’interazione del bambino con gli animali, fu proposto uno stimolo rumoroso fortissimo e spaventoso. Dopo una serie di ripetizioni di tale sequenza il bambino arrivò ad associare lo stimolo spaventoso all’interazione con gli animali. Una volta tolto lo stimolo sonoro spaventoso, il bambino provava terrore anche nella semplice interazione con gli animali, pur in assenza del rumore. Dunque i processi di apprendimento, secondo l’autore, possono essere modificati in base ad adeguati stimoli provenienti dall’ambiente. Si collocano su un altro piano, sia etico sia metodologico, gli esperimenti condotti da Ivan Pavlov, la cui sperimentazione si concentrò su animali, portando alla formulazione del paradigma del condizionamento classico. Celebre è l’esempio della salivazione del cane : - Un cane emette salivazione nel momento in cui gli viene proposto del cibo : salivazione = risposta incondizionata (RI) ; cibo = stimolo incondizionato (SI). - A questo punto, durante la somministrazione del cibo al cane, viene introdotto uno stimolo sonoro intermittente, che si associa così alla presenza del cibo : stimolo sonoro = stimolo condizionato (SC). - Dopo una serie di somministrazioni associate cibo – suono al cane viene sottoposto lo stimolo sonoro in assenza del cibo, e si assiste ugualmente alla salivazione. - Lo stimolo condizionato è così in grado di produrre la risposta incondizionata anche in assenza dello stimolo incondizionato. Pavlov spiega tale fenomeno attraverso la teoria dell’associazionismo : in seguito all’abbinamento dello stimolo condizionato con la somministrazione del cibo, si crea nell’animale un’associazione tra i due eventi tale che la presentazione dello stimolo condizionato attiva la rappresentazione mentale del cibo (o stimolo condizionato), che a sua volta evoca la salivazione (o risposta incondizionata), così come l’avrebbe evocata la reale comparsa del cibo. Dunque è possibile trarre una serie di leggi, che afferiscono al condizionamento classico: • Il rinforzo: è dato dall’accoppiamento tra SC e SI. • L’estinzione: è la ripetizione dello stimolo condizionato senza risposta • La generalizzazione: è la capacità di reagire a nuove situazioni quando queste assomigliano ad altre divenute familiari • La discriminazione: è l’opposto della generalizzazione, vale a dire una risposta alle differenze N.B : Codice deontologico : codice di indicazione etiche per la professione dello psicologico. È presente un articolo sugli animali (oggi gli esperimenti di Pavlov e Skinner non potrebbero essere fatti) 2. Desensibilizzazione : il soggetto immagina la situazione temuta in una condizione indotta di rilassamento muscolare, in modo tale da associare progressivamente la condizione di rilassamento alla presenza della situazione temuta. Tecnica dell’avversione : la situazione sgradevole viene associata a stimoli dolorosi o negativi in modo da indurre il soggetto a ridurre le condotte comportamentali poco funzionali. Tecnica del condizionamento operante : si effettua un rinforzo positivo delle condotte considerate adeguate e funzionali a discapito di quelle disfunzionali. Dal punto di vista metodologico, la corrente comportamentista si caratterizza per l’utilizzo del metodo osservativo. Le osservazioni possono essere : • Sistematiche : osservazione sperimentale che è progettata e caratterizzata dal controllo delle variabili • Occasionali : osservazione naturale in cui le condizioni dell'osservazione non sono programmate. Nell'osservazione non vengono interpellate persone, come avveniva nel caso del metodo introspettivo, ma è prevista la presenza di un osservatore che, avvalendosi di strumentazioni adeguate quali registratore audio o telecamera, registra comportamenti, fatti e vicende, in una data situazione sperimentale. E' possibile sottoporre a osservazione una sola persona, un gruppo, un' organizzazione, un ambiente sociale particolare o un intero popolo. - Si tratta dunque di mettere in risalto comportamenti dei soggetti, rendendo così possibile evidenziare eventuali incongruenze tra il comportamento manifesto e la dichiarazione verbale esplicite - Il vantaggio del metodo osservativo consiste nel permettere di cogliere la realtà nella sua interezza e complessità. Tuttavia sono state poste alcune critiche da autori nei confronti dei dettami del Comportamentismo e dalle quali emerse una nuova corrente della psicologia sperimentale che venne definita COGNITIVISMO. Il cognitivismo è un movimento sorto dopo la II guerra mondiale, ossia una corrente che accettava la possibilità di studiare scientificamente i così detti aspetti "cognitivi" e non solo il comportamento manifesto di un individuo. Ci si riferisce a tutto ciò che è prodotto dal funzionamento del cervello e che non è immediatamente evidenziabile in comportamenti manifesti: pensieri, immagini mentali, emozioni, sensazioni, sentimenti etc. ——> Il lavoro che la mente umana svolge senza che sia possibile un’osservazione diretta da parte di un osservatore esterno. A differenza delle altre correnti psicologiche, il cognitivismo non è stato supportato da teorizzazioni precise e vincolanti, caratterizzandosi principalmente come un orientamento generale di pensiero, tant’è che alcuni psicologi di questa corrente continuavano a definirsi "comportamentisti". In generale però vi era il desiderio di un ritorno all’osservazione dei meccanismi interni all’individuo. ≠ In netta contrapposizione a questa visione mentalistica, si sviluppa il MOVIMENTO FUNZIONALISTA, secondo cui il compito della psicologia non fosse quello di descrivere i contenuti mentali, ma di capire il funzionamento della mente. L’oggetto d’indagine era costituito dalla funzione dei processi mentali in quanto deputati ai processi di adattamento all’ambiente —-> pioniere fu Darwin nel volume "Sull'origine della specie", dove l'organismo vivente viene presentato come costantemente in lotta con un ambiente ostile, che deve vincere sviluppando capacità in grado di adattarsi all’ambiente circostante: per questo definita “adattiva”. Il funzionalismo ha studiato soprattutto i processi mentali, come l'apprendimento e la percezione, e le sue funzioni, come l'intelligenza, immediatamente utili e rilevanti nel processo di adattamento dell'uomo al suo ambiente. LE BASI BIOLOGICHE DELLA PERSONALITA’ Modulo 6 Il tema delle basi biologiche della personalità rimanda al dibattito tra le posizioni che sostengono l’influenza della “natura” e lo sviluppo individuale e quelle che enfatizzano il ruolo della “cultura” (contesto di vita, cultura, esperienze dirette/indirette della persona nell’ambiente). La relazione tra caratteristiche biologiche e personalità si basa sul rapporto tra corpo e mente. ORIGINI DELLA PROSPETTIVA BIOLOGICA Le origini della prospettiva biologica risalgono al V secolo a. C. nell’antica Grecia, rintracciabili nell’opera di Ippocrate: ➢  Classificazione su base temperamentale delle differenze individuali ➢  Superamento della concezione magica della natura umana ➢  Privilegia l’attenzione all’essere umano nella sua globalità individuo come essere psico-fisico relazione corpo-mente ➢  Uno dei primi tentativi di introduzione di supporti empirici in ambito medico- filosofico ➢  Oggetto d’indagine (osservazione): processi fisiologici e patologici degli individui. Ippocrate inoltre teorizza una corrispondenza tra i 4 elementi fondamentali e 4 umori presenti nell’organismo umano: Dalla mescolanza degli umori originerebbero quattro tipologie diverse di temperamento (relazione tra tipo di umore, tratto psichico e caratteristiche somatiche.) Il temperamento (dal latino temperamentum= equilibrio, moderazione) divenne punto di partenza per gli studi a base biologica dell’età moderna. Questo riflette un aspetto della personalità, definito come il substrato biologico e neurofisiologico alla base del comportamento umano. Tra ‘700 e ‘800 iniziano a svilupparsi studi sul temperamento umano che prevedono l’impiego del metodo scientifico. Nella seconda metà dell’800 accaddero tre eventi cardine in questo ambito di studio : 1. Pubblicazione “L’evoluzione delle specie” di Charles Darwin (evoluzionismo) 2. Parallelamente Mendel inizia una tradizione scientifica che costituirà la base delle attuali indagini sulla genetica. 3. Noto incidente di Phineas Gage : operaio che lavorava alla costruzione di ferrovie ebbe un tragico incidente sul lavoro ——> avendo subito una lesione a livello del lobo frontale aveva manifestato importanti modificazioni della personalità. Nello studio di quest’ultima l’attenzione è stata sempre più rivolta alla relazione mente-corpo, in particolare al substrato nervoso sotteso alla personalità. Questo incidente ha radicalmente modificato il punto di vista ed ha rappresentato un punto di svolta in ambito neuroscientifico ——> sottolineando come vi sia un’interazione mente-corpo, contrariamente a quanto suggerito dal dualismo postulato da Cartesio Tra fine ‘800 e la prima metà del ‘900 vanno via via facendosi strada tre diversi ambiti di ricerca incentrati sulle componenti biologiche della personalità. TEORIE COSTITUZIONALI : alla forma del corpo corrisponderebbe una forma dello spirito • Fanno le teorie della fisiognomica e della frenologia che hanno come obiettivo quello di definire le disposizioni stabili di personalità. • Entro questo gruppo di teorie, i contributi di maggior rilievo sono quelli di Ernst Kretschmer e William H. Sheldon, incentrati sullo studio ella relazione tra struttura somatica (corporea) e temperamento. —-> teoria dei quattro umori • L’ipotesi alla base dei loro studi considera l’esistenza di una corrispondenza tra costituzione somatica, temperamento e predisposizione a patologie psichiatriche, elaborando due diversi tentativi di classificazione di tipologie costituzionali. INFLUENZA DEGLI ORMONI nella definizione delle differenze individuali • Gli umori risentirebbero l’influenza di sostanze prodotte dal sistema endocrino dell’organismo. Nicola Pende, fondatore della scienza endocrinologica moderna, è noto per il tentativo di delineare una “piramide biotipologica” secondo cui alla base vi sarebbe l’influenza dell’attività ghiandolare sul temperamento umorale. Dunque grande importanza rivestono gli ormoni e neuroormoni per il ruolo esercitato nelle risposte psicofisiche. • Questo assunto è stato valorizzato nel corso del tempo e sempre maggiore attenzione è stata posta sul ruolo del sistema endocrino nella relazione corpo-mente. Basi biologiche del temperamento in relazione all’ATTIVITA’ DEL SISTEMA NERVOSO • Uno dei precursori in questo contesto è Ivan Pavlov, noto per i suoi studi sulla salivazione dei cani che lo hanno condotto alla formulazione del paradigma del condizionamento classico, all’interno della cornice comportamentista. • Le sue indagini lo portano a distinguere due diversi processi nervosi di base e fondamentali: - Il processo di “eccitazione”, caratterizzato da prontezza e reattività nel mettere in atto risposte agli stimoli - Il processo di “inibizione”, ossia la capacità di resistenza dell’organismo di fronte a stimolazione intensa e di mantenere il focus attentivo senza farsi distrarre da interferenze. Le differenze individuali secondo Pavlov sarebbero determinate da tre diverse modulazioni di tali processi I. La forza dei processi di eccitazione/inibizione II. L’equilibrio III. La mobilità intesa come capacità di alternare i due processi in base alle richieste dell’ambiente. In base alla combinazione di queste caratteristiche sarebbe poi possibile delineare una serie di profili temperamentali che presentano analogie con quelli descritti da Ippocrate. Questa ipotesi è stata coadiuvata dallo sviluppo della neurofisiologia, che ha portato importanti contributi con la scoperta dei neurotrasmettitori e neuroregolatori. ➢Le caratteristiche temperamentali negative osservate nella prima infanzia sono predittive di difficoltà relazionali con la madre e con l’ambiente in generale ➢ Correlazioni tra le tre categorie temperamentali individuate da Thomas e Chess e alcuni tratti di personalità negli adulti (es: estroversione e adattabilità- amicalità). La genetica comportamentale, oltre all’influenza della variabile “natura”, prende in considerazione anche l’INFLUENZA DELL’AMBIENTE. La visione attuale circa le variabili che influenzano lo sviluppo della personalità è quella che considera l’interazione Geni-Ambiente. Dunque anche l’ambiente, unitamente alla componente genetica, gioca un importante ruolo nel determinare la personalità umana. Carver e coll. descrivono gli effetti ambientali suddividendoli in due componenti: 1. Ambiente condiviso: esperienze comuni a persone che condividono lo stesso contesto di crescita 2. Ambiente non condiviso: esperienze diverse per persone che sono inserite nello contesto. Per ambiente non condiviso si fa inoltre rifermento alla diversa percezione soggettiva circa le esperienze vissute e alla peculiare interpretazione delle situazioni in cui un individuo si trova. La genetica comportamentale ha cercato di stabilire quale tipo di ambiente concorre, insieme alla genetica, alla determinazione della personalità. Attualmente è possibile pensare che : ➢ I fattori ambientali che hanno maggiore impatto sulla personalità sono esperienze relative all’ambiente non condiviso ➢ Le relazioni uniche sembrano rivestire un ruolo determinante nello sviluppo della personalità, unitamente all’interpretazione propria di ciascun figlio della relazione stessa La correlazione genotipo-ambiente riflette il controllo genetico sulla modalità di esposizione dell’individuo all’ambiente. Gli autori hanno individuato tre tipi di correlazione genotipo- ambiente: I. Correlazione passiva: quando un individuo eredita passivamente il proprio ambiente familiare correlati con la sua predisposizione genetica II. Correlazione evocativa: quando un individuo evoca specifiche e mirate reazioni agli stimoli ambientali in ragione delle proprie propensioni genetiche III. Correlazione attiva: quando un individuo seleziona in prima persona gli stimoli ambientali, essendo attore della propria esperienza, costruendola. ——> E' stato proposto un esempio utile al fine di comprendere le differenze tra i tre tipi di correlazione genotipo- ambiente: - Un bambino eredita dai genitori abilità musicali in un ambiente che permette lo sviluppo di tali abilità (pianoforte in casa) : correlazione genotipo-ambiente passiva (non fa nulla di propria iniziativa, ma le caratteristiche del suo ambiente si presentano semplicemente correlate con le sue propensioni genetiche) - Diversamente, un bambino notato per le sue abilità musicali dall’insegnante e invitato a frequentare il conservatorio: in questo caso le caratteristiche personali del bambino evocano una reazione specifica dell’insegnante di musica attraverso il quale si presentano delle occasioni. - Il bambino crescendo può scegliere attivamente di frequentare persone con attitudini e interessi musicali con cui condividere l’esperienza di suonare insieme e formare un gruppo musicale. Recenti sviluppi in ambito di genetica comportamentale hanno messo in evidenza che la relazione geni-ambiente si esprime anche in termini di interazione (non correlazione) genotipo-ambiente. In tal senso si fa riferimento alla suscettibilità (sensibilità) ai diversi ambienti. Tale tipo di interazione riflette le diverse modalità di reazione degli individui con diverse propensioni genetiche allo stesso ambiente : per esempio, le differenze individuali influenzano le prestazioni ad uno stesso compito. Esistono geni specifici in relazione a caratteristiche della personalità? A tal proposito la GENETICA MOLECOLARE ha come obiettivo l’indagine dell’esistenza di specifici geni associati a tratti di personalità. Le ricerche sono volte ad indagare se individui che possiedono un gene specifico ottengono alti o bassi punteggi a test su un determinato tratto di personalità. Uno dei risultati maggiormente significativi è l’individuazione di un gene (DRD4) legato al tratto “sensation seeking” (ricerca di sensazioni, intesa come tendenza a ricercare esperienze nuove con livello alto di rischio). Dunque non è in genere un singolo gene ad essere connesso con le nostre disposizioni stabili di personalità ma molteplici geni possono concorrere a determinare una tendenza comportamentale. Quali sono i sistemi biologici implicati nello sviluppo della personalità e delle differenze individuali? A tal proposito l’approccio fisiologico allo studio della personalità, si propone di stabilire la connessione tra specifiche reazioni psicologiche e i tratti di personalità, tramite misurazioni fisiologiche. Si distinguono diverse modalità di espressione delle differenze individuali: • Differenze individuali nel livello di attivazione Secondo Eysenk il livello di attivazione fisiologica sarebbe regolato dal sistema reticolare ascendente. Da qui deriva la teoria regolativa del temperamento, la quale sottolinea l’importanza del “livello ottimale di attivazione”. La teoria sostiene che il temperamento sia determinato da due dimensioni : I. lI tempo : tempo di reazione alle stimolazioni e alla persistenza nel tempo delle risposte dell’organismo II. L’energia, ossia l’intensità delle reazioni. In base a quest’ultima l’autore distingue due tipologie di temperamento: il “basso reattivo”, bassa soglia sensoriale-emotiva, quindi alta sensibilità agli stimoli e una bassa resistenza; e “l’alto reattivo”, bassa sensibilità alla stimolazione conseguente ad alta soglia sensoriale-emotiva e quindi alta resistenza. ——> Di fronte a situazioni in cui ci si trova sotto pressione il basso reattivo avrà prestazioni migliori, al contrario dell’alto reattivo che invece avrà prestazioni migliori in condizioni di minor stimolazione • Differenze individuali nella sensibilità al rinforzo o punizione Tali teorie si basano sull’ipotesi dell’esistenza di una differenza di temperamento che si spiegano in termini di sistemi neurocomportamentali. Questi corrispondono a disposizioni motivazionali ed emotive capaci di determinare la reattività individuale a determinati stimoli e anche gli schemi comportamentali che vengono adottati. Questi ultimi sono relativi alle tendenze all’approccio (Approach) e all’evitamento (Avoidance) degli stimoli stessi. Sono cioè disposizioni di base ad agire nell’ambiente. In riferimento a ciò Gray nella teoria “Reinforcement Sensitivity Theory” ipotizza l’esistenza : - “behavioral activation system” (sistema di attivazione comportamentale),dedicato alla mediazione del comportamento in condizioni di gratificazione associate a esisti positivi (rinforzo). Questo sistema, promuoverebbe dunque l’attivazione dell’organismo per ricercare nell’ambiente stimoli gratificanti. - “behavioral inhibition system” (sistema d’inibizione comportamentale), inibisce le risposte appetitive innalzando il livello di attivazione basale dell’organismo (arousal) al fine di determinare uno stato di allerta per rendere l’organismo pronto ad individuare stimoli rilevanti, quelli potenzialmente nocivi o minacciosi. In ciascun individuo i due sistemi motivazionali sono in equilibrio dinamico tra loro. Tuttavia può avvenire uno sbilanciamento naturale sull’attivazione di uno o dell’altro sistema, determinando una disposizione naturale e stabile a rispondere agli stimoli ambientali adottando schemi comportamentali prevalentemente di approach o di avoidance. • Differenze individuali nei ritmi circadiani (sonno-veglia) Un’altra caratteristica differenziale tra gli individui riguarda i ritmi biologici circadiani. Nello specifico si tratta di tendenze all’attività nelle prime ore della giornata (tipi diurni o “allodole”) o nelle ore serali (tipi notturni o “gufi). Diversi processi biologici seguono un ritmo circadiano : per alcune persone è più breve e queste saranno più attive nelle ore mattutine, mentre per altre è più lungo e queste in genere presentano un maggiore livello di attività nelle ore del giorno successive. ➢ Allodole : più analitici, inclini ad un apprendimento verbale con maggiore resistenza al cambiamento ➢ Gufi : maggior rendimento cognitivo a test di intelligenza, maggiore creatività e comportamento più disinibito e anticonformista • Differenze individuali e psicologia evoluzionistica La psicologia evoluzionistica è un’ambito di studio che prende in considerazione le spiegazioni del comportamento in base alla funzione adattiva dei processi biologici che intervengono nella messa in atto di quel dato comportamento. (Muove dalla teoria evoluzionistica di Charles Darwin) Si fonda infatti sull’ipotesi che i meccanismi che regolano il funzionamento psicologico dell’uomo sono quelli che nel corso dell’evoluzione hanno mostrato maggior valenza adattiva e sono divenuti meccanismi psicologici evoluti. La psicologia evoluzionistica ha sottolineato la differenza tra : - Le differenze sessuali, considerate come differenze a livello biologico. In quest’ottica, uomini e donne nel corso dell’evoluzione avrebbero affrontato situazioni diverse all’interno dell’ambiente, ad esempio la capacità riproduttiva, e di conseguenza avrebbero sviluppato meccanismi psicologici diversi. - Le differenze individuali, considerate come diverse strategie di adattamento all’ambiente. Bandura sottolinea che : ➢ I tre fattori possono non esercitare la loro influenza con la stessa forza d’impatto, la quale varia in base alle situazioni, alle diverse attività e ai diversi individui ➢ L’influenza reciproca non avviene in maniera simultanea ma, al contrario, talvolta è necessario che trascorra tempo perché un fattore eserciti la sua influenza Il segmento persona-comportamento rappresenta la reciproca interazione tra la sfera sfera soggettiva (variabili interne al soggetto) e la messa in atto del comportamento da parte dell’individuo. La reciproca influenza persona- comportamento implica il fatto che le variabili interne si sviluppino e si modifichino in base alle influenze ambientali (sociali e fisiche) che propongono determinati modelli sociali e culturali. In generale, l’influenza ambientale viene attivati dai comportamenti della persona. Sono proprio le azioni personali che determineranno quali fattori ambientali si attiveranno, esercitando così la loro influenza ricorsiva sulla persona. In generale il principio del determinismo triadico non riflette un susseguirsi di cause-effetti sempre lineari e prevedibili ma, al contrario, eventi dovuti al caso spesso hanno grande impatto sulla vita delle persone. Gli eventi casuali favoriscono le persone intraprendenti, che quindi danno modo agli eventi di influenzare le loro vite. Questo mette in risalto il concetto di “personal agency”, ossia la capacità di una persona di contribuire al proprio sviluppo in maniera attiva e autodeterminata come agenti causali. —-> l’essere umano è attivo Secondo l’autore le variabili interne che caratterizzano gli individui riflettono cinque meccanismi cognitivi di base: 1. Capacità di simbolizzazione : capacità di utilizzare simboli (es: linguaggio) per comprendere, pensare, ragionare, e gestire l’ambiente a cui la persona appartiene. Facendo ciò attribuisce senso e significato alle proprie esperienze, grazie alle quali elabora le informazioni organizzandole successivamente in strutture di conoscenza o rappresentazioni cognitive dell’esperienza stessa, ossia modelli interni che orientano il comportamento. 2. Capacità vicaria : capacità di apprendere conoscenze attraverso l’osservazione di modelli di apprendimento, come il modellamento sociale, elemento fondamentale per lo sviluppo della personalità 3. Capacità di previsione : capacità di anticipare mentalmente situazioni future, di grande impatto sulle azioni. Attraverso tale capacità le persone orientano il proprio comportamento fornendo a questo le basi motivazionali. 4. Capacità di autoregolazione : capacità di porsi obbiettivi e valutare la propria performance in base a parametri (o standard) interni. L’individuo può motivare in maniera auto-diretta il proprio comportamento in funzione di scelta, perseguimento e raggiungimento degli obbiettivi. Può modificare il proprio comportamento in base a standard di valutazione, ovvero rappresentazioni mentali di giudizi e criteri di valore di riferimento per giudicare il proprio comportamento. Si tratta di un processo ciclico e ricorsivo che dipende anche dalle capacità di previsione descritte nel punto precedente. 5. Capacita di autoriflessione : capacità di analizzare e pensare i propri processi di pensiero (metacognizione). La persona esamina i propri pensieri, fa previsioni in base ad essi, ne valuta l’adeguatezza e se necessario eventualmente li modifica. È importante prendere in considerazione prospettive diverse per modificare il proprio comportamento, proprio per capire se assumere una prospettiva piuttosto che l’altra. Le capacità di previsione, autoregolazione e autoriflessione interagiscono costituendo un sistema integrato : il sistema del Sé, ovvero nucleo centrale della personalità umana coinvolto nella regolazione del comportamento. Uno degli elementi più importanti a riguardo è l’AUTO-EFFICACIA PERCEPITA: Ossia la credenza di poter attuare comportamenti in grado di condizionare la propria vita. ➢  Si riferisce alle aspettative relative al Sé e alle convinzioni rispetto alla propria capacità di portare a termine con successo le azioni e i task richiesti in situazioni future —-> all’aspettativa e convinzione riguardo alla prestazione ➢  Parliamo di una valutazione cognitiva, non di una motivazione e nemmeno di un bisogno ➢ Corrisponde ad un sistema di credenze che regola e guida il comportamento diretto ad un dato scopo Esercita inoltre un’influenza sul comportamento in base a quattro processi: 1. Cognitivi 2. Decisionali Individui con alta auto-efficacia percepita in un determinato ambito del comportamento avranno maggiori probabilità di stabilire per se stessi obbiettivi ambiziosi e impegnativi, in quanto la loro percezione sarà quella di possedere attitudini specifiche e funzionali a quei particolari scopi. 3. Motivazionali Individui con alta percezione di auto-efficacia si impegneranno con costanza e sforzo nel perseguimento degli obbiettivi e gli sforzi saranno intensificati di fronte ad imprevisti e ostacoli. 4. Affettivi Persone con elevata percezione di auto-efficacia saranno in grado di gestire le emozioni connesse al compito tenendo sotto controllo i livelli di ansia e stress ad esso associati. Mentre per tutte queste dimensioni le persone con una bassa percezione di auto-efficacia mostreranno caratteristiche opposte, tenderanno a fissare obbiettivi poco impegnativi e ambiziosi, investiranno uno scarso impegno e un basso livello di sforzo e mostreranno difficoltà nella gestione delle emozioni connesse ai compiti facendosi spesso sopraffare dallo stress. Bandura descrive anche quattro possibili fonti dell’auto-efficacia: 1. Esperienza personale (passata): aver sperimentato successi/insuccessi nelle esperienze passate. In caso di successo in esperienze precedenti l’individuo tenderà a credere di più nelle proprie capacità, irrobustendo la fiducia in se stesso rispetto ad un determinato ambito. 2. Esperienze vicarie: si basa sull’apprendimento sociale. Il fatto che altri individui simili abbiano agito in un determinato modo portando a termine compiti con successo, contribuisce a determinare un certo grado di fiducia in termini di possibilità di raggiungere lo stesso risultato. 3. Persuasione verbale: attraverso l’incoraggiamento da parte di altre persone è possibile aumentare la fiducia relativa alle proprie capacità, intensificando gli sforzi per raggiungere gli obbiettivi. 4. Stati fisiologici ed affettivi: impatto del livello di stress e del tono dell’umore sul trarre conclusioni relative alle proprie possibilità di successo/insuccesso. Auto-ef6icacia ≠ Autostima Questa è definita come il senso globale che ogni persona attribuisce al proprio valore, mentre l’auto-efficacia percepita è sempre relativa ad ambiti circoscritti, della vita di una persona e a specifici obbiettivi. MODDELING SOCIALE Questo modello teorico suggerisce che gli individui apprendono attraverso l’osservazione del comportamento degli altri e attraverso un aspetto motivazionale ——> fa riferimento all’aspetto sociale. Questo tipo di apprendimento non è automatico in quanto un individuo non segue obbligatoriamente il comportamento altrui. Durante le fasi di sviluppo i bambini imparano a scegliere autonomamente i propri modelli da osservare e in questo modo danno forma attivamente alle proprie esperienze. Il modellamento sociale per Bandura è un processo regolato da quattro funzioni: 1. Prestare attenzione ai comportamenti messi in atto dal modello da imitare 2. Raccogliere le informazioni, acquisite grazie allo step precedente, per potervi attingere quando necessario 3. Riprodurre il comportamento 4. Avere una spinta motivazionale adeguata per poter mettere in atto quel dato comportamento. Gli individui in questo modo sperimentano gli eventi e le situazioni anche indirettamente, attraverso i processi vicari. Tuttavia l’osservazione di un comportamento altrui influenza sì l’apprendimento, ma non la messa in atto di quel dato comportamento. L’esecuzione di un comportamento dipende dalle aspettative, cioè dai rinforzi o punizioni come risultati che una persona si aspetta mettendo in atto un particolare comportamento. Questo processo mentale prende il nome di aspettativa di risultato e si riferisce all’insieme delle convinzioni che riguardano le conseguenze di una determinata azione. Un’altra forma di apprendimento vicario è quello dell’esperienza emotiva, ossia dell’attivazione vicaria emotiva (empatia) durante l’osservazione di una persona che sta provando un’emozione intensa, per cui l’individuo che osserva prova la stessa emozione, anche se con un livello inferiore di intensità. Tale esperienza si pone come un’occasione per l’apprendimento in quanto permette di apprendere ciò che è spiacevole e ciò che è piacevole, mediante l’osservazione delle reazioni emotive degli altri. VISIONE DELLO STATO PATOLOGICO L’esposizione a modelli non funzionali e inadeguati, ripetuti per rinforzi vicari, sviluppa la patologia poiché la causa più importante del disagio psicologico è ricondotta ad aspettative e valutazioni rispetto a sé stessi. La patologia è vista dunque come una diretta conseguenza di cognizioni disfunzionali che conducono a comportamenti ed emozioni non adeguate. Aspettative e valutazioni di sé stessi non funzionali conducono ad basso livello di autoefficacia percepita dando luogo a sintomi quali : - Ansia: risposta alla percezione della propria bassa efficacia di fronte ad una situazione che l’individuo vive come minacciosa - Depressione: conseguenza di una bassa auto-efficacia quando la situazione non è minacciosa, bensì desiderabile. Riflette dunque una dissonanza tra i propri standard e la prestazione effettuata. Uno strumento efficace per condurre al cambiamento tramite la terapia è quello del modellamento partecipante: • Permette che l’individuo, osservando un modello, sia incoraggiato a mettere in atto il comportamento osservato. • Genera cambiamento in quanto migliora la prestazione e soprattutto l’incremento della percezione di auto-efficacia. • Questo condurrebbe ad un maggiore sforzo e ad una maggiore costanza nell’impegno, che a loro volta avrebbero un’influenza positiva sulla prestazione del soggetto. CARL ROGERS Carl Ramson Rogers, di nascita e formazione statunitense, è considerato uno dei massimi esponenti della corrente umanistica. Il suo approccio è centrato sulla persona ︎, concependo la natura umana come benevola. L’ ︎essere umano, secondo l︎’autore, è caratterizzato da una tendenza attualizzante, ovvero una grande forza motivazionale innata, costruttiva con una direzione che va verso la crescita e lo sviluppo. Questa si riflette in una esperienza interiore che l︎’individuo vive e che lo conduce verso una crescita sana : processo organismico di valutazione. —-> guida interna che fa sì che le persone tendano a vivere esperienze che li conducono verso una crescita personale e ad allontanare quelle che la inibiscono o che la rallentano ——> alcune esperienze possono sembrare vantaggiose in termini consapevoli ma se non sono in linea con quel senso interiore vengono comunque evitate La vita degli esseri viventi è un processo attivo: qualunque siano gli stimoli che muovono il comportamento, tutti gli organismi viventi tendono ad agire al fine di mantenere, modificare in termini positivi e riprodurre sé stesso. L’uomo se in condizioni di libertà di sviluppo (messa in atto del proprio potenziale),percorrerà una strada diretta all’︎autoregolazione e all︎’autogoverno. La tendenza al miglioramento e alla crescita personale non è lineare né semplice, al contrario, comporta sofferenza. Nel bambino regole e valori sociali si intersecano con sviluppo psicologico del singolo : Dato che, secondo Rogers, la spinta individuale è ottimistica e positiva, se un bambino prenderà una strada che lo porterà verso qualcosa di malsano o inadeguato avranno un peso sicuramente le variabili sociali. (educazione, famiglia, società in generale...). Questo avviene a causa della mortificazione delle qualità positive interiori che, se non ostacolate, avrebbero preso una strada costruttiva. ——> Le persone scelgono esperienze che salvaguardano e migliorano lo sviluppo dell’︎organismo, rifiutando quelle che non servono a tale scopo ︎ Rogers propone nel suo modello alcune caratteristiche delle persone pienamente funzionanti: • Orientate sempre alla crescita e all’evoluzione • Aperte a esperienza ed eventi non chiuse per difesa; tolleranti l’ambiguità • Vivono la vita con senso di pienezza • Distinguono tra bisogni profondi e ciò che proviene dall’ambiente; integrano le varie parti delle esperienze di vita; definiscono ciò che è giusto/ingiusto per loro stesse senza che tale giudizio sia determinato dall’esterno • Sperimentano libertà di scegliere senso della propria vita • Attraverso la creatività trovano nuove modalità di vivere non restando rigidamente ancorati al passato, mostrando adeguato adattamento a nuove situazioni COSTRUTTO DEL SE’ Nella teoria di Rogers, assume particolare rilievo la sua riflessione sul Sé, il nucleo fondante della personalità. Egli ritene che non sia possibile pensare ad una ︎realtà oggettiva ︎, vera, in assoluto. Al contrario è la percezione dell︎’ambiente che definisce l︎’ambiente stesso. Secondo questo punto di vista, non necessariamente l︎’esperienza è consapevole ma, quando questa affiora alla consapevolezza viene rappresentata (attraverso rappresentazioni simboliche quali ad esempio il linguaggio) e diviene parte del campo esperienziale dell' ︎individuo. Questo, definito campo fenomenico, riflette l ︎’insieme delle percezioni che la persona ha delle sue esperienze, ovvero la sua realtà. —-> costruzione soggettiva. Rogers spiega che l’unità fondamentale della personalità è costituita dall’insieme delle rappresentazioni che ogni persona ha di sè stessa, ovvero il Sé. Questo ha una struttura complessa costituita di due parti: • Sé ideale : ciò che la persona vorrebbe essere • Sé reale : insieme delle qualità autentiche delle persone e la loro tendenza attualizzante Quando le due parti del Sé sono in conflitto la persona vive un’ ︎esperienza di incongruenza : se queste due parti sono ︎vicine︎, la persona vivrà in armonia con sé stesso, al contrario, se sono tra loro ︎distanti︎ la persona vivrà un senso di ansia e disadattamento. La persona è portata per natura a perseguire la congruenza : il suo percorso di vita è caratterizzato dalla ricerca di coerenza tra la percezione che ha di sé stesso e tra quella che la realtà esterna gli rimanda. Nei casi di conflitto tra l’︎idea che un individuo ha di sé stesso e l’︎esperienza che vive, si sviluppano meccanismi di difesa che offuscano, negano o alterano l︎’esperienza stessa. In questa circostanza la persona si comporterà secondo il Sé ideale, non autentico. Il meccanismo di sviluppo muove dal bisogno psicologico fondamentale del bambino, ossia il bisogno di accettazione incondizionata, che comprende e riassume i bisogni carenziali illustrati da Maslow nella nota piramide. Bisogni carenziali : necessità che devono essere soddisfatte, soprattutto nell︎’infanzia, da qualcuno. Sono quelli fisiologici legati alla sopravvivenza, all sicurezza, alla protezione e quelli di amore e senso di appartenenza. All︎’apice vi sono i bisogni di auto-realizzazione, che non sono carenziali, come quelli di creatività e il senso morale. Se il caregiver soddisfa bisogni carenziali del bambino il concetto di Sé si costruirà in modo libero e il “locus di valutazione” resterà interno. Se al contrario il caregiver passerà al bambino che l’accettazione è legata ad alcune caratteristiche (es: ︎Ti amo se sei così...︎) egli introietterà la valutazione proveniente dall’esterno che lo condiziona . Così il concetto di Sé non si costruirà sulla libertà dell’esperienza e in maniera diretta, ma verrà costruito in base a definizione esterna. —-> con una conseguente ripercussione negativa sulle relazioni interpersonali Dunque se il bambino fa esperienza di considerazioni positiva da parte del caregiver, avrà una considerazione di Sé incondizionata e vivrà con senso di adattamento Mentre se il caregiver passa messaggi di disapprovazione circa comportamento del bambino, il quale si sente accettato “solo se” si adegua alle richieste e alle condizioni poste dall’adulto, la considerazione positiva sarà condizionata da condizioni di valore stabilite dalla figura di riferimento Le condizioni di valore possono costituire una minaccia per il Sé in evoluzione, per cui il bambino si trova di fronte a quello che Rogers descrive come dilemma: Se il bambino fa esperienza di una considerazione positiva condizionata da parte delle figure di riferimento, attuerà comportamenti che non saranno in linea con la sua vera natura bensì finalizzate all ︎’ottenimento dell’ ︎approvazione degli altri, non dalla motivazione interna di evoluzione e miglioramento. Così facendo percepisce un ︎’incongruenza tra Sé ed esperienza, cercando di affrontarla attraverso due meccanismi di difesa: -  Negando l︎’accesso dell︎’esperienza alla coscienza -  Percependo l︎’esperienza in maniera distorta, per preservare il concetto di Sé minacciato —-> es: “︎Ti sto vicino se non ti lamenti” :︎ la rappresentazione verrà distorta dal bambino come ︎"Reputo sbagliato lamentare qualcosa︎, vivendo in uno stato di incongruenza e inautenticità. TERAPIA : APPROCCIO INCENTRATO SULLA PERSONA L︎’esperienza diretta nell︎’applicazione del modello clinico è stata fondamentale per Rogers per lo sviluppo della sua teoria sulla personalità. Definita in tre modi differenti durante gli anni: • Terapia non direttiva • Terapia centrata sul cliente • Approccio centrato sulla persona Ad ogni modo il modello clinico di Rogers parte dal presupposto che l’ ︎individuo che si trova ad affrontare un percorso di terapia è mosso dalla percezione di un’︎incongruenza tra Sé e l︎’esperienza, per cui i meccanismi di difesa attuati saranno stati inefficienti. In tal modo il Sé si disorganizza e la persona vive uno stato di disagio psicologico. Lo scopo del percorso terapeutico è quello di far vivere un ︎’esperienza relazionale alla persona capace di muovere nuovamente il Sé verso l︎’autenticità (Sé reale), attraverso la riappropriazione della valutazione organismica (interna). Il terapeuta deve tenere presente la forza (spinta) motivazionale intrinseca che dirige naturalmente la persona verso la messa in atto delle sue potenzialità Dunque la relazione terapeutica rappresenta l’ ︎occasione di un’ ︎esperienza relazionale che non ostacoli la tendenza attualizzante delle persone, ma che si ponga come esperienza tra due persone in crescita verso il cambiamento. Attraverso il metodo non direttivo, il terapeuta accetta i contenuti che emergono dai resoconti e dalle narrazioni della persona, sospendendo il giudizio e accogliendo la sua sofferenza senza dirigere in alcun modo la situazione Difatti Rogers ritiene che l’uomo sia un individuo attivo, capace di trovare la strada in maniera autonoma attraverso le proprie risorse che gli consentono di intraprendere un percorso di crescita verso il cambiamento e quindi verso la piena funzionalità. —- > la non direttività garantisce setting neutrale : ➢ Far sentire l’individuo accolto e non giudicato in modo che sia più propenso all’approfondimento di Sé ➢Attraverso un atteggiamento empatico la persona può sperimentare il sentirsi accettata senza condizionamenti Tuttavia le modificazioni della personalità in termini positivi e costruttivi possono avvenire se sono rispettate alcune condizioni: • Relazione e contatto psicologico tra terapeuta e cliente (persona) in cui il primo è in uno stato di congruenza (libertà di essere sé stesso) e il secondo sta vivendo esperienza di vulnerabilità e conflitto (ansia) • Il terapeuta deve essere in grado di trasmettere sentimenti di accettazione incondizionata : Trasparenza e genuinità • Il terapeuta deve far percepire al paziente una comprensione empatica, ascolto attivo e reale, in modo che possa vivere un’esperienza di accettazione incondizionata • Questo perché l’individuo va verso una flessibilità del Sé partendo da rigidità : si tratta di un percorso graduale, non immediato, che comporterà sofferenza. SVILUPPI DELLA PROSPETTIVA UMANISTICA La prospettiva umanistica risente in parte del contributo di Maslow e del suo movimento del ︎potenziale umano︎, secondo cui ogni persona avrebbe la capacità di realizzare il proprio potenziale interiore e crescere evolvendo verso l︎’autorealizzazione. • Pone l’accento su esperienze interiori, spirituali, che mirano alla realizzazione del Sé Grazie al contributo di questi autori come, l’approccio cognitivo allo studio della personalità diviene influente tra gli anni ’70 e gli anni ’80. - Diviene fondamentale il ruolo della soggettività nei processi cognitivi, come quelli mnestici e decisionali. - In particolare il costrutto di SCHEMA mentale viene utilizzato al fine di comprendere e spiegare come le persone si rappresentano le esperienze e come si relazionano con gli stimoli dell’ambiente. Nel flusso di vita individuale le persone si trovano entro una rete elaborata di decisioni, alcune consapevoli altre no. - Dunque la personalità si traduce nel modo di classificare gli eventi e le esperienze, nella modalità di presa di decisione. Emerge dagli errori che scaturiscono da un determinato modo di organizzare le informazioni, da come gli eventi sono rappresentati in memoria e da come i ricordi dirigono l’esperienza individuale nel mondo Si tratta difatti di: ➢ Strutture di conoscenza, categorie e dunque rappresentazioni mentali delle informazioni ➢ Contengono informazioni come immagini percettive, conoscenza attraverso informazioni astratte, qualità emotive ➢ Hanno una funzione organizzativa e fungono come base per l’acquisizione di nuove informazioni e esperienze Un altro costrutto di interesse riguardo alla relazione processi cognitivi-personalità è quello di ATTRIBUZIONE : ➢Attribuzione causale di un determinato evento ➢Interpretazione che gli individui danno circa i loro risultati sia positivi che negativi ➢Risente delle differenze individuali LA TEORIA DEI COSTRUTTI PERSONALI DI KELLY George Kelly, di nascita e formazione americana, è un esponente importante per il contributo alle teorie della personalità. Il suo lavoro rappresenta il fondamento delle attuali teorie sulle personalità in un’ottica sia cognitivista che costruttivista. • Focalizza l’attenzione sui processi cognitivi e i fenomeni di coscienza, allo stesso tempo è rilevante la soggettività nell’elaborazione delle informazioni ambientali • Predilige l’unicità della visione soggettiva del mondo e della realtà, sotto l’influenza della fenomenologia • Il conosciuto (la realtà) dipende dal soggetto conoscente. Secondo Kelly, per comprendere la personalità bisogna considerare l’uomo come uno scienziato, il quale necessita di prevedere gli eventi e capire le cose che avvengono e che lo circondano. Esattamente come il ricercatore, l’individuo sviluppa teorie sulla realtà, genera una serie di rappresentazioni mentali per dare un senso alla realtà. Ciò significa che le persone non sperimentano il mondo direttamente, ma lo conoscono tramite gli schemi cognitivi —-> tale teoria viene definita Psicologia dei Costrutti personali. N.B. L’autore rifiuta ogni tipo di etichetta che rifletta un orientamento piuttosto che un altro “Gli individui costruiscono il mondo” (si rappresentano la realtà in maniera soggettiva) L’essere umano costruisce la propria realtà attraverso costrutti mentali (schemi), i quali hanno una funzione di conoscenza e attribuzione di significato alla realtà; consentono di dare senso a qualunque comportamento e di anticipare e controllare gli eventi. Secondo l’autore la PERSONALITA’ rappresenta la modalità con cui un individuo costruisce la propria realtà/ esperienza, ovvero il modo di attribuire significato alla realtà. I costrutti mentali si sviluppano attraverso una serie di esperienze e sono sottoposti a revisioni durante la vita, rappresentano dunque categorie dinamiche che permettono all’uomo di “riadattare le lenti per leggere la realtà”. La metafora dell’uomo come scienziato viene utilizzata poiché è portato ad elaborare ipotesi su cui fondare il proprio comportamento, sottoponendole a verifica. Se l’esperienza invalida tali ipotesi, esattamente come lo scienziato, l’individuo procede a revisionare i propri costrutti al fine di interpretare meglio la realtà. I costrutti hanno anche un valore predittivo. Ciò apre la strada all’introduzione di un altro principio cardine del modello di Kelly: l’ALTERNATIVISMO COSTRUTTIVO - Esistono diverse modalità alternative di costruzione del mondo per previsioni più o meno accurate - Non esiste un sistema di costrutti che permetta di prevedere qualsiasi cosa. Per questo l’autore sottolinea l’importanza di mantenere un atteggiamento di apertura - In tal senso l'individuo ha ruolo attivo, è libero di costruire il mondo come vuole. Quando si sente schiavo dei suoi costrutti può modificarli, ri-costruendo i significati della propria esistenza. - Nell’indagine della personalità è più importante il futuro rispetto al passato, poiché è ciò che più tormenta l’uomo Kelly fonda la sua teoria ritenendo che i costrutti rappresentano la struttura della personalità degli individui. Principi cardine : POSTULATO FONDAMENTALE : principio di base su cui poggiano gli altri principi (corollari), descritti sulla base della funzione che assolvono. ——> Postulato: i processi psicologici di una persona sono psicologicamente canalizzati dal modo con cui essa anticipa gli eventi. (Interesse della persona nella sua totalità) : - Il termine processi rende l’idea di movimento : l’uomo è un organismo in movimento, non semplicemente un essere reattivo agli stimoli ambientali. Il termine psicologicamente è utilizzato con lo scopo di concettualizzare i processi della persona per poter dare una spiegazione dei suoi comportamenti. Questi processi sono canalizzati in base agli obbiettivi della persona in una rete flessibile che può essere modificata, agevolando o limitando il campo d’azione della persona. Tre aspetti importi della teoria dei costrutti personali: 1. Il comportamento individuale è attivo non solo reattivo 2. Il ruolo del futuro è importante nell’esperienza umana più che quello del passato 3. L’uomo è portato a formulare ipotesi che possono essere via via riformulate per garantire una migliore ed efficace comprensione degli eventi, grazie al processo ricorsivo che caratterizza i costrutti CHE COS’E’ UN COSTRUTTO? COROLLARIO DELLA COSTRUZIONE: una persona anticipa gli eventi costruendone le repliche COROLLARIO DELLA DICOTOMIA: sistema di costrutti di una persona composto da numero finito di costrutti dicotomici. COROLLARIO DEL CAMPO: un costrutto è utilizzabile solo per anticipare un numero finito di eventi. Alcuni costrutti possono essere riferiti a molti eventi, altri a numero più ristretto. COME SONO ORGANIZZATI I COSTRUTTI? COROLLARIO DELL’ORGANIZZAZIONE: ogni persona produce un sistema di costruzione con relazioni gerarchiche tra i costrutti —-> “costrutti nucleari” utilizzati dalla persona per definire la propria identità e per la costruzione delle persone significative con cui interagisce COROLLARIO DELLA SCELTA: una persona sceglie per sé quella alternativa che in un costrutto dicotomico sembra offrire maggiori possibilità di estendere e definire il suo sistema COME CAMBIA IL SISTEMA DEI COSTRUTTI? COROLLARIO DELL’ESPERIENZA: il sistema di costruzione di una persona varia man mano che essa costruisce le repliche degli eventi COROLLARIO DELLA FRAMMENTAZIONE: una persona può successivamente utilizzare una varietà di sottosistemi di costruzione fra loro inferenzialmente incompatibili COROLLARIO DELLA MODULAZIONE: le variazioni nel sistema costruttivo sono limitate dalla permeabilità dei costrutti entro il cui campo di pertinenza si situa una certa variabile : i cambiamenti non possono essere incompatibili con i costrutti al di fuori del loro campo di applicabilità COROLLARI CHE CONSENTONO IL CONFRONTO / INTERAZIONE TRA PERSONE COROLLARIO DELL’INDIVIDUALITA’: le persone differiscono tra loro nel modo di costruire gli eventi COROLLARIO DELLA COMUNANZA: se una persona impiega una costruzione dell’esperienza simile a quella di un’altra persona, i suoi processi psicologici sono simili a quelli dell’altra persona COROLLARIO DELLA SOCIALITA’: se una persona costruisce i processi conoscitivi di un’altra, essa può giocare un ruolo in un processo sociale che coinvolge l’altra persona. COM’E’ CONCEPITO UN COSTRUTTO? Un costrutto è composto da almeno due elementi simili e uno diverso dagli altri due : per esempio: “Anna è simpatica”; per sostenere che Anna è simpatica è necessario che almeno un’altra persona sia simpatica e che almeno un altro sia antipatico. • I due elementi simili all’interno del costrutto rappresentano il polo di somiglianza • Il terzo elemento diverso rappresenta il polo di contrasto La natura di un costrutto comprende, dunque, necessariamente i due poli. Nel caso in cui si sostenga “tutti sono simpatici” la persona che utilizza tale costrutto sta nascondendo il polo opposto, che è sommerso. Come un individuo utilizza i propri costrutti in un dato momento di vita è fondamentale per comprendere aspetti della sua personalità. L’osservazione dei costrutti infatti : ➢Permette di comprendere l’altro attraverso il modo in cui si comporta di fronte agli eventi ➢Permette di anticipare e prevedere eventi futuri in relazione a quella persona Quando un individuo costruisce i propri schemi, costruisce anche il ruolo che assume nella vita, che si manifesta quando questo parla si Sé e delle altre persone
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