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Psicologia dinamica, tra teoria e metodo, Sintesi del corso di Psicologia Dinamica

Pagina 115 del manuale, riassunto Ferenczi

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 08/05/2019

elena-razzaboni
elena-razzaboni 🇮🇹

11 documenti

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Scarica Psicologia dinamica, tra teoria e metodo e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Dinamica solo su Docsity! Capitolo 11: Sandor Ferenczi: 11.1: Il transfert e l’identificazione isterica: Il transfert no si manifesta solo verso l’analista nel corso della seduta, ma è più in generale una modalità affettiva che il soggetto nevrotico attiva in ogni situazione interpersonale. In particolare l’espressione esagerata dei sentimenti derivano da eventi del passato, da lungo tempo rimossi, che vengono messi inconsciamente in relazione con fatti e persone del presente e con motivazioni ed affetti attuali. I sentimenti sono estremamente intensi perché l’affetto connesso a complessi inconsci amplifica le manifestazioni emotive attuali. Il transfert è quindi sinonimo di relazione oggettuale abbinata ad uno spostamento in seguito al quale gli affetti provati nel passato vengono amplificati su oggetti del presente. Identificazione isterica: il soggetto isterico si appropria dei sintomi, dei tratti di carattere, delle modalità comportamentali e comunicative di un’altra persona. Il soggetto è portato a compiere gesti di bontà e di generosità. I nevrotici, per sottrarsi ad alcuni contenuti psichici dolorosi, manifestano un interesse eccessivo, intriso di sentimenti estremamente intensi, per persone e cose della realtà esterna distraendo l’attenzione dal loro mondo interno. Sono quindi persone egoiste perché intervengono per evitare la propria sofferenza. 11.2: Introiezione e proiezione: Mentre l’individuo paranoico tende ad espellere dal proprio Io gli affetti ed i contenuti psichici dolorosi, il soggetto nevrotico orienta le proprie dinamiche psichiche in direzione opposta: accoglie dentro di sé molti aspetti del mondo esterno e li trasforma in oggetti di fantasie inconsce. Nella paranoia prevale il meccanismo della proiezione mentre nella nevrosi prevale l’introiezione. Il nevrotico ha molti interessi e partecipa ai problemi dell’altro, il paranoico è chiuso e diffidente. Il nevrotico ha una dilatazione dell’Io, il paranoico una chiusura dell’Io. Proiezione originaria: il bambino percepisce dentro di sé alcuni aspetti ostili, cattivi, nel senso che non si adeguano ai suoi bisogni e non si conformano alla sua volontà. Essi quindi vengono proiettati all’esterno e formano il primo nucleo del mondo esterno. La proiezione è il meccanismo psichico attraverso cui il bambino costruisce la realtà esterna connotata inizialmente in modo del tutto negativo, mentre il suo Io, depurato dagli affetti dolorosi e destabilizzanti, diventa il riferimento per tutto ciò che è percepito come buono. L’Io si forma gradualmente attraverso una ininterrotta serie di introiezioni, la realtà esterna si struttura attraverso le proiezioni. Sentimenti: sono avvertiti come generati dal soggetto e si connettono alla dimensione interna. Sensazioni: sono originate da stimoli esterni e costruiscono l’idea di una realtà circostante che coincide con il non-Sé, caratterizzandosi per la prevalenza del dispiacere. Introiezione: il bambino simmetricamente alla proiezione, introietta l’oggetto percepito come buono. L’amore e l’odio oggettuali si identificano con il transfert in quanto consistono nell’investimento su un oggetto esterno di una pulsione inizialmente centrata in direzione autoerotica e poi investita sugli oggetti genitoriali. L’oggetto esterno investito libidicamente viene poi introiettato nell’Io, espandendolo ed arricchendolo. L’introiezione è moderata nelle persone normali, eccessiva nei nevrotici e compromessa negli psicotici, che proiettano ma tendono a non introiettare. Identificazione: deriva in parte dalla proiezione ed è alla base dell’introiezione. 11.3: La teoria del trauma: il trauma che sta a monte delle diverse psicopatologie è un evento reale. La realtà del trauma è complessa da comprendere e deve tenere in considerazione l’intrecciarsi della percezione della realtà del bambino con quella dell’adulto. Il bambino ha un grande bisogno di tenerezza e va a cercare questo affetto nell’adulto. La reazione del bambino nel caso l’amore dell’adulto sia diverso da quello che richiede è di rifiuto, odio, disgusto accompagnati dalla paura di perdere l’adulto. Il bambino percepisce questo conflitto ma non riesce a risolverlo. Non potendo allontanarsi dall’adulto violento non può che accettare di sottomettersi alla sua volontà, identificandosi con lui ed introiettando questa figura persecutoria. Il bambino introietta anche il senso di colpa del genitore al punto che risulta scisso in due parti: una buona ed una cattiva. Il bambino inoltre appiana ogni disordine interno alla famiglia caricandosi sulle spalle anche il peso e la colpa degli altri pur di mantenere un ambiente favorevole che non lo lasci da solo e non gli si rivolti contro. Il trauma determina la mancata formazione dell’Io perché lo scontro tra le tendenze pulsionali ed i rimproveri del Super-io è troppo intenso e lacerante. La ripetizione insistita e frequente dei traumi aggrava ulteriormente la dissociazione e la frammentazione della personalità del bambino. 11.4: Le fasi evolutive del senso di realtà: L’appagamento del neonato avviene mediante allucinazioni positive. Ferenczi delinea 5 tappe dello sviluppo che si succedono nella vita del bambino, fasi evolutive del senso di realtà. 11.4.1: Periodo dell’onnipotenza incondizionata: Tutti i suoi bisogni nel grembo materno vengono soddisfatti nel preciso istante i cui si manifestano. La megalomania ed il senso di onnipotenza che il bambino evidenzia dopo la nascita riproduce le sensazioni vissute nel grembo materno e lasciano trasparire il desiderio inconscio di ritornarvi. 11.4.2: Periodo dell’onnipotenza magico-allucinatoria: Il bambino deve attivare il desiderio intensamente per ottenere il soddisfacimento secondo modalità allucinatorie. Non mira a modificare la realtà perché essa magicamente sembra modificarsi da sé. Tale soddisfacimento è però estremamente effimero. 11.4.3: Periodo dell’onnipotenza con l’aiuto di gesti magici: Il bambino inizia ad avere una prima percezione del mondo esterno: l’appagamento dei desideri è sempre più collegato a segnali della realtà esterna. Il pianto, lo sgambettio, i gesti, le urla del bambino diventano per lui segnali, strumenti dotati del potere di provocare magicamente l’appagamento del desiderio. Con il passare del tempo i gesti del bambino si perfezionano e riescono sempre meglio a fargli ottenere ciò di cui ha bisogno. 11.4.4: Periodo del pensiero simbolico: Il mondo esterno gradualmente acquisisce una dimensione oggettiva anche se non si spezza ancora il legame primario tra Io e non-Io: il bambino attribuisce ancora al mondo esterno delle qualità che appartengono a sé. Percepisce la realtà con una prospettiva animistica: ogni oggetto è animato ed ha gli stessi organi che ha il bambino. Si crea una rete di corrispondenze morfologiche e funzionali che sono alla base del simbolismo. La capacità di creare relazioni simboliche è il primo vero contatto funzionale con la realtà. 11.4.5: Periodo dei pensieri magici e delle parole magiche: Il bambino apprende il linguaggio verbale imitando quello degli adulti e sostituisce il simbolismo del gesti col simbolismo delle parole. Conserva ancora un senso di onnipotenza perché i suoi desideri vengono appagati immediatamente dai genitori, che contengono la frustrazione del bambino. Il linguaggio non ha ancora raggiunto una dimensione semantica effettiva ma è composto semplicemente da suoni che forniscono al bambino il potere di modificare l’ambiente e di soddisfare i suoi bisogni.
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