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Psicologia dinamica, tra teoria e metodo, Sintesi del corso di Psicologia Dinamica

Riassunto da pagina 25 a 95 del manuale

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 08/05/2019

elena-razzaboni
elena-razzaboni 🇮🇹

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Psicologia dinamica, tra teoria e metodo e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Dinamica solo su Docsity! Sigmund Freud: Capitolo 3: Dall’ipnosi alla psicoanalisi: 3.1: Il contesto culturale e la prima formazione Breve biografia di Freud. 3.2: Charcot: Charcot studiava l’isteria e faceva risalire questa patologia a cause organiche ed ereditarie e la considerava legata ad un involontario fondamento di menzogne. La sua terapia consisteva nell’ipnotizzare le pazienti perché pensava che fossero malate solo perché erano convinte di esserlo. Dopo un certo tempo gli stessi sintomi ricomparivano o altri si potevano sostituire ai precedenti. 3.3: Breuer: La causa dell’isteria erano eventi traumatici di cui la paziente era rimasta vittima, eventi esterni che la paziente non era in grado di ricordare e che il medico faceva riemergere tramite l’ipnosi. La procedure si centrava su un sintomo alla volta e veniva ripetuta tante volte quanti erano i sintomi presentati. Metodo catartico: la riattivazione del ricordo, unita alle intense emozioni rivissute dal soggetto durante la terapia, portava alla liberazione, alla liquidazione del sintomo insieme alle cariche emotive connesse ai fatti rievocati. Trauma: qualsiasi esperienza che suscitasse emozioni dolorose. Se nel momento del trauma vi era stata da parte del soggetto un’intensa reazione emotiva all’accaduto, l’energia accumulata veniva scaricata e per questo l’esperienza traumatica non avrebbe prodotto alcuna manifestazione nevrotica. Se invece le emozioni non si scaricavano ma venivano represse e soffocate, allora comparivano i sintomi. La scarica emozionale (abreazione) prodotta nel corso della terapia esauriva l’energia accumulata in relazione al trauma. L’abreazione era resa possibile dalla comunicazione verbale del paziente. Stato ipnoide: scissione della personalità che porta alla creazione di una seconda coscienza che affianca quella normale dalla quale rimane isolata. Componente della personalità formata da idee fortemente associate tra loro che, dalla prima comparsa dell’attacco isterico, prendevano il controllo della mente del soggetto. Modalità di conduzione: partire da ogni sintomo, ripercorrendo a ritroso con la memoria gli eventi associati, fino a risalire a ciò che ha causato la prima comparsa del sintomo stesso. Difficoltà di recuperare il ricordo di eventi dolorosi: terrore del ricordo che impedisce al trauma di riemergere nella memoria. Ruolo attivo del medico. 3.4: Verso la psicoanalisi: La predisposizione isterica non può venire eliminata e la terapia può agire soltanto sui sintomi, non sulle cause. L’isteria acuta è difficile da curare. Risultati accettabili si possono ottenere in relazione a sintomi residuali o a stati cronici. Si possono adottare misure preventive. Secondo Freud alla base dell’isteria e delle nevrosi in genere non stanno generiche esperienze traumatiche del passato, ma le cause sono più precisamente riconducibili alla sfera sessuale. Nelle pazienti si attivano delle difese che mantengono fuori dalla coscienza un’idea inaccettabile. I traumi che coincidono con le cause dell’isteria sono di natura sessuale. Si tratta di traumi reali, che normalmente risalgono all’infanzia, benché la memoria del paziente stenti a varcare la soglia della pubertà per raggiungere fasi della vita più remote. I traumi predispongono all’isteria. Nel corso della pubertà la riattivazione pulsionale che vive l’individuo investe le rappresentazioni traumatiche inconsce dotandole di nuova energia e di una carica destabilizzante che determina il sorgere della nevrosi. L’isteria è da ricondurre ad un conflitto psichico dovuto ad un’idea incompatibile che promuove una difesa da parte dell’Io, imponendo la rimozione, cioè collocando quel contenuto mentale doloroso e destabilizzante nell’Inconscio. Il trauma è un evento esterno che diventa effettivamente patologico e dà origine all’isteria nel momento in cui, dopo essere stato introiettato, costituisce un contenuto mentale inaccettabile che si pone in relazione conflittuale con gli altri contenuti psichici. È da questo conflitto e dall’inconciliabilità di questa idea con le altre presenti nella mente dell’individuo che si creano le condizioni per la formazione di una nevrosi. Successivamente si rese conto che le a volte le pazienti non erano state realmente vittime di abusi, ma credevano di esserlo state, e tale convinzione era talmente forte e radicata da essere dotata di una potenzialità patologica identica a quella che sarebbe derivata da una seduzione vera. 3.5: Il caso clinico di Dora: 3.5.1: Cause esterne e cause interne: Le cause possono essere esterne ma anche interne: la questione centrale è la risonanza che questo evento determina nella mente della persona, la ricaduta emotiva sull’individuo. 3.5.2: La tecnica: Il terapeuta non forza il paziente, non la incalza ma la lascia libera di dire ciò che vuole, limitandosi a seguirla, lasciandosi guidare dalle sue associazioni, dalla sua narrazione. 3.5.3: La parola, la verità e la menzogna: Il paziente evita intenzionalmente di toccare determinati argomenti per pudore o vergogna, inoltre ha resistenze inconsce che impediscono di riportare alla luce gli eventi rimossi intrisi di angoscia e possono manifestarsi autentiche amnesie o paramnesie che hanno la funzione di riempire spazi vuoti e lacune della narrazione. 3.5.4: Ricostruzione, costruzione, interpretazione: Ricostruzione: organizzazione da parte dell’analista dei ricordi del paziente per dare coerenza alla sua stoia personale ed interpersonale. Costruzione: riguarda il materiale rimosso. L’analista va alla ricerca di tracce nascoste che rivelino il senso latente della narrazione o di alcune sue porzioni. Cerca la logica degli eventi e la rete dei significati che tengono uniti i fatti, i personaggi, gli affetti emersi nel racconto in modo da rendere possibile per il paziente un nuovo rapporto conoscitivo con la propria realtà. Interpretazione: esplicitazione del senso latente che si cela nella narrazione del paziente ed ha una funzione trasformativa fondamentale. L’analista presenta all’analizzando alcuni aspetti inconsci relativi alla sua storia ed alla sua visione della realtà: in tal modo la terapia viene a coincidere con un percorso di autoconoscenza. 3.5.5: Il sintomo: I sintomi non sono manifestazioni puramente somatiche ma risultano inestricabilmente connessi a dinamiche inconsce. Il sintomo è la realizzazione, la rappresentazione di una fantasia inconscia di contenuto sessuale. Sovradeterminazione: il sintomo rimanda a diverse cause e può avere più significati, sia simultaneamente sia in momenti successivi. Lo stesso sintomo può mutare il proprio significato nel tempo. Conflitto: il sintomo è l’espressione simbolizzata di un conflitto che non ha trovato altra via di espressione tra forze pulsionali e contropulsionali. È un simbolo perché sta al posto di qualcos’altro che non può manifestarsi direttamente in quanto è stato rimosso. 4.2.3: Plasticità delle pulsioni: Le pulsioni si possono modificare attraverso: - Conversione nell’opposto: o Trasformazione reversibile attivo -> passivo o Conversione del contenuto della pulsione - Sostituzione dell’oggetto - Sublimazione: indirizzare una pulsione verso una meta non sessuale e verso oggetti valorizzati socialmente. 4.2.4: Affetto e rappresentazione: Sono le componenti della pulsione: - Affetto: componente pulsionale percepita a livello emotivo, espressione qualitativa dell’energia pulsionale e delle sue variazioni che si manifesta in stati affettivi. - Rappresentazione: ciò che di un oggetto viene trascritto nei sistemi mnestici dell’individuo: o Rappresentazione di cosa: essenzialmente visiva, si colloca nel sistema inconscio. Nelle allucinazioni può sostituire l’oggetto ed essere investita al suo posto. o Rappresentazione di parola: acustica o verbale, riferibile al sistema preconscio-conscio. 4.3: La prima topica: Si tratta di un modello topografico: la mente è concepita come articolata in alcune parti o “province”. 4.3.1: L’Inconscio: La parte primaria, più importante e più estesa della psiche umana e contiene i rappresentanti pulsionali ed i contenuti rimossi. I processi psichici dell’inconscio non sono conoscibili ma si possono ricostruire attraverso i loro derivati: i sogni, sintomi e gli atti mancati. L’inconscio funziona secondo il processo primario, l’energia scorre liberamente passando da una rappresentazione inconscia all’altra. Aspetti tipici del funzionamento mentale inconscio: - Mancanza di reciproca contraddizione: non esiste il no, un contenuto può rappresentare sia un concetto che il suo opposto - Mobilità degli investimenti: connessa all’energia libera che attraversa l’Inconscio - Mancanza di riferimenti temporali - Sostituzione della realtà esterna con la realtà psichica: la logica dell’Inconscio non coincide con la logica esterna ma segue regole proprie - Meccanismi mentali: o Condensazione: sovrapposizione e fusione di rappresentazioni o Spostamento: una rappresentazione prende il posto di un’altra Il nucleo dell’Inconscio sono le prime esperienze infantili rimosse. Le tracce mnestiche sono prevalentemente visive e vengono poi verbalizzate. Funziona secondo il principio del piacere. 4.3.2: Il Preconscio: Zona intermedia tra l’Inconscio ed il Conscio in cui i pensieri latenti ed i contenuti inconsci si possono riversare quando riescono ad attraversare la censura tra Inconscio e Preconscio, si tratta di una barriera tenuta chiusa da un costante investimento di energia psichica. Quando questa barriera risulta meno efficace per motivi fisici o patologici, contenuti dell’Inconscio arrivano nel Preconscio dove formano il sogno. La censura però deforma i contenuti inconsci rendendoli irriconoscibili. L’energia non è libera ma è legata: non scorre liberamente da una rappresentazione all’altra ma si lega ad una rappresentazione. Funziona secondo il processo secondario. Il contenuto è formato dalle rappresentazioni di parola: una rappresentazione mentale del dato esterno. Anche la parola non è quella usata nel linguaggio verbale ma è l’immagine mentale del segno verbale. 4.3.3: Il Conscio: Comprende i contenuti mentali di cui il soggetto è consapevole. Costituisce il collegamento tra la realtà esterna e la dimensione psichica dell’individuo. Freud parla di Sistema Percezione-Coscienza. L’estensione del Conscio è inferiore a quella dell’Inconscio ed il suo funzionamento è condizionato dalla parte inconscia della mente: i comportamenti ed il pensiero sono determinati dalla parte nascosta dell’Inconscio, le componenti conscia e razionale sono solo una porzione ridotta della psiche. Funziona secondo i principi del processo secondario e l’energia che lo attraversa è legata. È in relazione con il principio di realtà. Censura selettiva: lascia transitare verso la coscienza alcuni contenuti e ne respinge altri. Inconscio (processo primario) Censura deformante Preconscio (processo secondario) Censura selettiva Conscio (processo secondario) 4.4: Processo primario e processo secondario: Processo: modo di funzionamento dell’apparato psichico e delle porzioni in cui è suddiviso. - Processo primario: o Funzionamento basato sull’uso di energia psichica libera che fluisce senza incontrare ostacoli passando da una rappresentazione inconscia ad un’altra senza legarsi a nessuna di esse. o Funziona secondo il principio del piacere ed il soddisfacimento della pulsione non può venire differito nel tempo ma la scarica dev’essere immediata. o Obiettivo: stabilire attraverso le vie più brevi una identità di percezione: la riproduzione allucinatoria delle rappresentazioni alle quali l’esperienza di soddisfacimento originaria ha conferito un valore privilegiato (soddisfacimento allucinatorio del bisogno o del desiderio -> allucinazione primaria). o Non richiede l’attivazione del pensiero. - Processo secondario: o Funziona con energia legata che si lega in modo stabile alle rappresentazioni e spiega la capacità del pensiero di soffermarsi sui concetti, di elaborarli, vagliarli e modificarli. o Comprende le categorie di spazio e di tempo e quindi è possibile il differimento del soddisfacimento e la tolleranza della frustrazione. L’energia legata permette l’esecuzione di operazioni mentali che vagliano le diverse strategie possibili o Compare più tardi rispetto al primario e vi fanno riferimento il pensiero vigile, l’attenzione, il giudizio ed il ragionamento. o Riguarda anche la realtà esterna in base al principio di realtà, che emerge dal contatto con gli oggetti esterni reali e si affianca al principio di piacere. o Si centra sull’identità di pensiero: la meta rimane la scarica della tensione, ma può aver luogo in maniera più elaborata, facendo i conti con la frustrazione e ricorrendo al pensiero. o Dai processi mentali dell’identità di pensiero nasce l’Io, il mediatore tra la realtà esterna e la sfera pulsionale dell’individuo. 4.5: Principio di piacere e principio di realtà: L’attività psichica ha come obiettivo quello di evitare il dispiacere (aumento di eccitazione) e procurare il piacere (scarica e riduzione della tensione). Principio di piacere: geneticamente primario, si centra sulla scarica e sul soddisfacimento pulsionale ottenuti per la via più breve ed immediata. È alla base del processo primario e caratterizza la prima fase della vita individuale, in cui il soddisfacimento è immediato e non c’è contatto con la realtà. Successivamente il bambino farà i conti con la realtà e con la necessità di differimento temporale del piacere. Principio di realtà: si lega al processo secondario e prevede un confronto sistematico con il mondo esterno. È geneticamente secondario e si lega a funzioni dell’apparato psichico, quali la coscienza, l’attenzione, la memoria, il giudizio ed il pensiero. 4.6: La seconda topica: Si tratta di un modello strutturale della mente in cui si parla di “istanze” psichiche. Non si tratta di luoghi ma di funzioni mentali. 4.6.1: L’Es: Nucleo originario che precede a livello ontogenetico le altre due strutture. È impersonale, trascende l’esperienza individuale ed è comune a tutti, indipendentemente dalle influenze del mondo esterno. È costituito dalle pulsioni e dal nucleo originario del rimosso. È un’istanza psichica che connette l’individuo alla sua specie e si arricchisce gradualmente comprendendo anche il rimosso personale. Caratteristiche: - È del tutto inconscio - Contiene le pulsioni - Contenuti riferiti all’infanzia che intervengono anche in sogni il cui contenuto non evidenzia alcuna attinenza con una fase così arcaica della vita del soggetto. 5.3: Il lavoro onirico: I contenuti del sogno sono per gran parte inconsci. Le operazioni di deformazione operate dalla censura prendono il nome di lavoro onirico. Il lavoro di interpretazione dell’analista va in direzione opposta rispetto a quella del lavoro onirico: partendo dalla dimensione manifesta ripercorre a ritroso i processi di deformazione per giungere ad intercettare i contenuti latenti inconsci. - Condensazione: il sogno manifesto è scarno e sintetico rispetto ai contenuti latenti, ogni contenuto manifesto può rimandare a più contenuti latenti condensati nelle immagini dei sogni. - Sovradeterminazione o determinazione multipla: un singolo aspetto del sogno rinvia ad una pluralità di fattori determinanti. L’analista quindi non potrà mai essere certo di aver interpretato fino in fondo il sogno: la quota di condensazione è indeterminabile. - Spostamento: il peso specifico narrativo e semantico dei contenuti del sogno manifesto può non corrispondere a quello che caratterizza i contenuti profondi. Gli elementi che nella realtà sono importanti, nel sogno vengono messi in secondo piano. Ci sono quindi elementi la cui funzione è quella di coprire altri più importanti. - Rappresentazione per immagini (o rappresentazione plastica): i contenuti astratti sono rappresentati tramite immagini. - Elaborazione secondaria: la censura onirica produce interpolazioni ed arricchimenti. I contenuti profondi del sogno sono tenuti assieme a livello manifesto da pensieri di saldatura che riempiono le lacune logiche e narrative esistenti nella struttura del sogno. L’elaborazione secondaria ha la funzione di contenere e ridurre gli aspetti assurdi ed incoerenti del sogno tanto da dargli la forma di una storia lineare e comprensibile. 5.4: I simboli del sogno: I simboli dei sogni provengono dall’Inconscio e si ritrovano in qualsiasi forma espressiva, nell’arte, nei riti, nei miti, nel folklore, nelle leggende e nella letteratura. I simboli onirici non possono essere soggetti ad una decodificazione rigida, meccanica ed univoca perché sono per loro natura polisemici ed ambigui. Una componente dell’interpretazione ha un referente soggettivo, ancorato alle associazioni ed alla storia personale di chi ha fatto il sogno mentre un altro apporto utile all’interpretazione ha un referente diverso, esterno, per alcuni aspetti oggettivo, dato che i simboli esistono indipendentemente dal sognatore ed appartengono ad una dimensione mentale ed in parte culturale condivisa e trasversale ai diversi individui. Questo referente esterno va individuato dall’analista. Gli ambiti a cui far riferimento per dare un significato sono piuttosto ristretti ed attingono ad un’eredità filogenetica centrata su rimandi semantici quali i genitori, la nascita, la morte, il corpo, la nudità, i fratelli e soprattutto la sessualità. La maggior parte dei sogni tratta materiale sessuale ed esprime desideri erotici mascherati. Il significato di un simbolo si ricava dalla forma o dalla funzione dell’oggetto che lo rappresenta. 5.5: La grammatica e gli affetti del sogno: Il sogno non dispone di mezzi per rappresentare le connessioni logiche e temporali tra le sue parti. Queste connessioni vengono ricostruite attraverso l’interpretazione. Gli affetti del sogno sono di notevole aiuto nell’interpretazione perché sono più resistenti alla censura. Può tornare utile chiedere al paziente di tornare a raccontare il sogno: le differenze tra le due versioni sono i punti deboli del travestimento onirico. A volte la censura onirica impedisce di rievocare alcune sequenze o qualche dettaglio del sogno. Se si notano omissioni, di solito risultano particolarmente importanti perché riguardano aspetti debitamente oscurati per la loro delicatezza. 5.6: I sogni d’angoscia: Angoscia che si manifesta nei sogni di controdesiderio: hanno come contenuto lo scacco di un desiderio oppure qualcosa di indesiderabile che provoca angoscia. Anche questi sogni rappresentano la soddisfazione di desideri di natura masochistica. La punizione appare giusta ed inevitabile ed è quindi desiderata inconsciamente. Il lavoro onirico in questi casi può non essere riuscito completamente così una parte dell’angoscia è rimasta nel sogno; si tratta di una quantità di affetto inferiore a quella che si trova nei pensieri latenti. Questa parte dell’angoscia rimane nel sogno manifesto perché per il lavoro onirico è più facile modificare i contenuti del sogno che i suoi affetti. Capitolo 6: Lo sviluppo individuale: 6.1: La sessualità infantile: Le pulsioni sessuali si manifestano fin dalla nascita, ma la loro esistenza non viene riconosciuta. L’educazione poi contribuisce a controllarle e domarle perché costituiscono un fattore destabilizzante che minaccerebbe l’esistenza della civiltà e delle sue regole se non controllate adeguatamente. Tre caratteristiche comuni alle manifestazioni sessuali infantili: - I primi impulsi della sessualità infantile si appoggiano ad altre funzioni fisiologiche come la nutrizione - Le pulsioni sessuali sono orientate in direzione autoerotica, cioè verso una parte percepita come interna al proprio corpo - Sono legate ad una zona erogena, una parte del corpo che, se stimolata, produce una sensazione di piacere collegabile ad un eccitamento pulsionale. La vita sessuale del bambino non può che essere perversa in quanto non ha ancora i tratti della sessualità genitale finalizzata alla riproduzione e perché è rivolta ad oggetti parziali su cui si orientano pulsioni parziali. Modello epigenetico: ogni nuova fase evolutiva si pone in continuità con quella che la precede e risulta condizionata da quella e seguono una gradualità ed un ordine prestabiliti. Ogni nuova tappa dipende dal successo con cui la precedente è stata superata e pone le premesse per la successiva. Regressione: recupero di aspetti ed atteggiamenti caratteristici di una fase più arcaica. Se si tratta di un fenomeno transitorio, la regressione non crea alcun problema. Se comporta un arresto ad una fase precedente, ad un punto di fissazione che si è prodotto nel corso dello sviluppo, la condizione è potenzialmente patologica. 6.2: La fase orale: Primo anno e mezzo di vita del bambino. Il piacere legato alla zona erogena della bocca connesso alla nutrizione all’inizio, poi il movimento delle labbra viene attivato indipendentemente dall’assunzione di cibo: il piacere si scinde dalla funzione fisiologica dell’alimentazione ed il seno materno può essere sostituito dal dito, dalla lingua o dalle labbra. L’oggetto del piacere passa da un oggetto esterno (il seno materno) ad un oggetto interno (il dito). Incorporazione dell’oggetto: modello dei successivi meccanismi di identificazione. Opzioni: fare/non fare. 6.3: La fase anale: Tra un anno e mezzo e tre anni. Comporta lo spostamento della maggior concentrazione di energia libidica su una nuova zona erogena: l’ano. Il bambino impara a controllare gli sfinteri. Opzioni: trattenere/espellere le feci: conservare o eliminare un’entità esterna. Ambivalenza: possibilità di percepire uno stesso oggetto come positivo e negativo, buono e cattivo. In base ad esso si sceglie l’azione e l’atteggiamento da adottare. L’espulsione delle feci può essere vista sia come un dono, un’offerta all’altro ed il trattenere le feci è una scelta di conservare un proprio prodotto per ricavarne piacere oppure per privare l’altro del dono. Atteggiamento narcisistico: manifestato nella conservazione delle feci per il proprio piacere personale. Rapporto oggettuale: si manifesta attraverso l’espulsione delle feci. Percezione del mondo esterno: il bambino comincia a capire che il suo comportamento provoca una reazione di approvazione o di critica da parte del mondo esterno e comincia a cogliere la dimensione temporale perché la scelta tra le due opzioni produce una risposta positiva o negativa a seconda dei momenti e delle circostanze. Passività/attività: una delle dicotomie tipiche di questo periodo. Sadico-anale: inteso come controllare e distruggere per dominare, l’accento posto sulla volontà di dominio sull’oggetto. Persone che regrediscono a questo periodo hanno tendenza all’ordine, pulizia, scrupolosità, accuratezza, all’ostinazione fino alla caparbietà ed alla parsimonia fino all’avarizia ed all’accumulo di beni e ricchezze. 6.4: La fase fallica ed il complesso di Edipo: Tra i 3 ed i 5-6 anni d’età. Le pulsioni che nelle prime due fasi funzionano indipendentemente, ora si unificano sotto il primato degli organi genitali. La libido si concentra nella zona erogena genitale da cui proviene un piacere confermato dall’attenzione che il bambino rivolge al proprio pene. La manipolazione del genitale produce piacere, ma è anche segno di curiosità, conoscenza, esplorazione ed organizzazione del proprio schema corporeo. Primato del fallo: sia il maschio che la femmina conoscono solo il genitale maschile, nella bambina in senso negativo, nel senso che crede di non avere il pene, da qui l’invidia del pene, collegata ad un risentimento verso la madre che non l’ha dotata di un genitale come quello del fratellino e del padre (complesso di evirazione). La bambina sceglie il padre come oggetto d’amore edipico poiché le può dare il pene o il suo equivalente simbolico, un figlio. Dicotomia: fallico/evirato. Complesso di Edipo: Nelle prime fasi, pur comparendo l’oggetto totale, le dinamiche edipiche sono instaurare con le figure genitoriali intere ma buona parte dell’attività fantasmatica del bambino è concentrata sui genitali ed è intorno a loro che nascono i tratti centrali del complesso di Edipo. Nella fase di latenza il bambino amplia le sue conoscenze ma si tratta di relazioni sublimate, nelle quali la pulsione sessuale, inibita alla meta, dà vita a legami di amicizia, simpatia e curiosità. Il primo oggetto con cui il neonato si relaziona è esterno. Egli però non è consapevole della sua esistenza come oggetto indipendente da lui in quanto l’autoerotismo impedisce la percezione di qualsiasi realtà diversa dal proprio corpo. La non consapevolezza dell’oggetto esterno vale di fatto anche per il narcisismo primario, in cui l’oggetto è il proprio Io, vissuto soprattutto nella sua dimensione di corporeità. Capitolo 7: Tra salute e psicopatologia: 7.1: La psicopatologia della vita quotidiana: Secondo Freud il funzionamento mentale nevrotico e non nevrotico sono fondamentalmente simili e si distinguono soprattutto per ragioni quantitative. Non esiste quindi una chiara demarcazione tra normalità e patologia ma il passaggio dall’uno all’altro è graduale. Nel comportamento quotidiano di tutti gli individui si possono riscontrare espressioni, atteggiamenti, comportamenti riconducibili a dinamiche mentali che richiamano quelle psicopatologiche. Atto mancato o paraprassia (lapsus, dimenticanze, azioni sintomatiche e casuali): alla sua base si trova un conflitto, un’interferenza tra una tendenza perturbatrice ed una tendenza perturbata. - Dimenticanze - Lapsus - Sbadataggini - Azioni sintomatiche e casuali Determinismo psichico: nulla avviene per caso: dietro ogni evento anche apparentemente fortuito si cela un’intenzione, un significato. Falso ricordo: nome sostitutivo di copertura del rimosso. Gli atti mancati sono il segno che il nostro Inconscio si sta manifestando contro la nostra volontà. 7.2: Il motto di spirito: - Motti innocenti: giocati sul piacere rasserenante che deriva da un gioco di parole gradevole o da una buona battuta, non aggressivo nei confronti di un’altra persona né dato di riferimento all’ambito sessuale - Motti tendenziosi: sia chi lo pronuncia sia chi lo ascolta aggirano i veti imposti dalla civiltà nei confronti della sessualità e dell’aggressività. comprendono: o Motti ostili: al servizio della pulsione aggressiva o Motti osceni: al servizio della pulsione sessuale. Soddisfa in modo innocuo esigenze sessuali insopprimibili. Il funzionamento si basa su due meccanismi che fanno parte dell’Inconscio e che sono tipici anche dei sogni e degli atti mancati e che emergono nei doppi sensi, nei giochi di parole, nelle ambiguità semantiche: - Condensazione - Spostamento Il riso si produce quando un ammontare di energia psichica si rende disponibile per venire scaricato. Parte dell’energia che mantiene nell’Inconscio alcuni contenuti della mente non risulta più necessaria. Gli argomenti del motto solitamente rimandano a tematiche mantenute inconsce e che pertanto richiedono un investimento energetico che renda efficace ed impenetrabile la barriera della censura. Dato che lo stile e la tecnica del motto alleggeriscono tali contenuti privandoli della pericolosità, l’energia che li tiene lontani dalla coscienza si libera improvvisamente, così i contenuti aggirano tranquillamente la censura e si esprimono nel motto. La sensazione di sollievo e di piacere trasmessa dalla risata deriva dalla scarica di quell’energia che in precedenza manteneva attiva la censura. Il motto è comunicabile ed ha una portata sociale: il suo scopo consiste nel raggiungere una piacevole attenuazione delle tensioni sia in chi lo produce sia in chi lo ascolta. Il motto di spirito inoltre ha la sua origine nell’immersione momentanea nell’Inconscio. L’Io permette ad un pensiero preconscio di immergersi temporaneamente nell’Inconscio permettendo l’abbassamento delle difese. 7.3: Le psicopatologie: nevrosi attuali e psiconevrosi: Freud distingue le psicopatologie in due categorie: - Nevrosi attuali: non hanno origine da conflitti infantili ma hanno cause attuali e consistono in soddisfacimenti sessuali inadeguati. L’eziologia si connette all’ambito somatico. I sintomi non hanno una portata simbolica e non rimandano a significati latenti. Non sono curabili con la psicoanalisi ma da un neurologo. o Nevrosi d’angoscia: deriva dall’accumulo di tensione sessuale non scaricata adeguatamente a causa di eccitazioni frustranee. Sintomi: ansia intensa, vertigini, sudori, sintomi fobici. o Nevrastenia: causata da un eccesso di masturbazione e da un funzionamento sessuale insufficiente. Sintomi: stanchezza fisica e mentale, insonnia, irritabilità. o Ipocondria: continua ansia intensa ed immotivata per la propria salute causata dalla tendenza a ritirare la propria libido dal mondo esterno per concentrarla su di sé e sull’organo sul quale si focalizza l’ansia. - Psiconevrosi o nevrosi tout court: disturbi psichici che non dipendono da cause organiche: o Nevrosi di transfert: la libido è investita, traslata su oggetti esterni reali o immaginari. Sintomi: derivano dal conflitto tra le spinte pulsionali dell’Es e la funzione contrastante e difensiva attuata dall’Io; rappresentano un compromesso tra un desiderio ed una difesa. Sono le uniche curabili con la psicoanalisi perché hanno cause non organiche, risalgono al passato (infanzia) e permettono il transfert con l’analista:  Isteria d’angoscia: l’angoscia non viene convertita in un sintomo corporeo ma rimane come affetto vissuto con intensità dal soggetto e diventa sintomo essa stessa. Può non avere un referente esterno a cui agganciarsi e quindi la comparsa e la variazione di intensità sono incomprensibili al paziente; oppure l’angoscia può fissarsi a precisi oggetti o situazioni che ne determinano l’insorgere: sono le fobie o fobia isterica. Nelle fobie si notano fenomeni di spostamento, proiezione e simbolizzazione. Regressione alla fase fallica, i sintomi rimandano nella maggior parte dei casi a dinamiche edipiche, con tendenze incestuose ed angoscia di castrazione. Si possono avere anche regressioni secondarie a dinamiche orali (fobie verso cibi) ed anali (fobie verso sporcizia)  Isteria di conversione: il conflitto psichico è simbolizzato da sintomi somatici quali tremori, paresi, afonia, anestesia o iperestesia, cecità, allucinazioni, svenimenti, attacchi convulsivi. Sono la manifestazione simbolica di un conflitto inconscio che nella maggior parte dei casi rinvia a dinamiche edipiche.  Nevrosi ossessiva: costrizione a sottostare ad impulsi ai quali non ci si piò sottrarre e che non ci si riesce a spiegare razionalmente. Si tratta di coazioni a compiere determinate azioni, gesti, rituali, a rimuginare pensieri o frasi o parole o motivi musicali, dubbi irrisolvibili, alternative complesse ed insuperabili. Il soggetto rimane imprigionato in uno stato di sospensione ed indecisione. Regressione allo stato anale. Ha un Super-io molto severo e sadico che opprime l’Io. o Nevrosi narcisistiche o psicosi o psiconevrosi narcisistiche: riflettono un conflitto tra Es e realtà esterna. La libido è investita sull’Io anziché sull’oggetto esterno. Le funzioni dell’Io sono compromesse. Non sono curabili con la psicoanalisi perché la mancanza di capacità di investimento libidico sull’oggetto rende impossibile il transfert.  Schizofrenia: regressione allo stato autoerotico, quindi alla fase orale. Indifferenziazione del soggetto dalla realtà esterna, allucinazioni, pensiero magico, dissociazione, incapacità di sintonizzare reciprocamente idee, pensieri, affetti, perdita del contatto con la realtà, perdita del senso di identità, idee deliranti.  Paranoia: regressione alla fase orale, al narcisismo primario. Delirio narcisistico di grandezza, diffidenza, paura, intolleranza verso gli altri e le idee incompatibili con le proprie. Alla base ci sono difese nei confronti di latenti tendenze omosessuali alle quali il paranoico reagisce con deliri di gelosia, deliri erotomaniaci, deliri di persecuzione, deliri di negazione. 7.4: Le perversioni sessuali: - Voyeurismo ed esibizionismo: riportano alla luce atteggiamenti sessuali riconducibili all’infanzia - Feticismo: sostituzione del partner come oggetto di desiderio sessuale con parti del suo corpo o indumenti o oggetti che gli appartengono. - Omosessualità maschile: deriva da una fissazione intensa alla figura materna durante l’infanzia: l’uomo si identifica con la madre ed assume se stesso come oggetto sessuale. Non evita le donne ma il genitale femminile a causa dell’angoscia di castrazione. Il rapporto con altri uomini ha la funzione di confermare la presenza del pene e quindi rassicura. A monte si trova la carenza della funzione protettiva ed orientante del padre, assente o non dotato della sufficiente personalità e del carisma necessario. - Omosessualità femminile: riconducibile ad un investimento sessuale estremamente intenso della bambina sulla madre, che non le consente poi di spostare l’investimento libidico sulla figura paterna. Questo mancato spostamento sarà il motivo principale che orienterà le sue scelte sessuali successive. In altre donne si nota un odio intenso nei confronti della madre che poi viene ribaltato attraverso una formazione reattiva in amore. Anche l’invidia del pene può giocare un ruolo a volte decisivo nelle scelte omosessuali femminili. Capitolo 9: La civiltà, la religione, l’arte: 9.1: Civiltà e pulsioni: La società è fonte di sofferenza e di infelicità per l’uomo, soprattutto perché gli impone di rinunciare alla realizzazione dei suoi desideri, di contenere, deviare, di contrastare o di sublimare le spinte pulsionali. La civiltà con le sue norme è uno strumento efficace per proteggere le persone dalla forza della natura e per regolare le reciproche relazioni. Aspetti distintivi della civiltà sono l’ordine, la legge, la giustizia, le istituzioni, le attività intellettuali, scientifiche, artistiche, la religione, la bellezza che sono il risultato delle sublimazioni imposte dalla civiltà alle pulsioni individuali. La nevrosi ha origine dall’incapacità dell’individuo di tollerare le frustrazioni e le rinunce imposte dalla civiltà, di misurarsi con la morale sessuale civile, con la regolamentazione della sessualità imposta. Il sintomo nevrotico è il soddisfacimento sostitutivo di un desiderio irrealizzabile nel contesto civile. Le particolarità del carattere individuale derivano in minima parte dall’educazione e dai tratti genetici, ma sono il risultato dell’erosione delle pulsioni attuata dalla civiltà. 9.2: Totem e tabù: Freud fa un parallelismo tra la storia arcaica dell’uomo ed i fenomeni psichici individuali e sociali, normali e patologici del presente. Obbedienza postuma: la ribellione nei confronti dell’autorità paterna si trasforma in un’accettazione dei suoi divieti ed in una rigida imposizione degli stessi divieti a sé ed all’intera comunità. La società poggia su una colpa comune; la religione deriva dal senso di colpa e dal pentimento relativi; la morale impone la necessità dell’espiazione. La morte di Cristo è vista da Freud come una sorta di contrappasso nei confronti del peccato originale. 9.3: La religione: Freud ha un punto di vista illuministico: la religione è un’illusione che può avere avuto in passato un ruolo positivo, ma che è destinata a scomparire di fronte alla cultura ed alla scienza moderne. Gli dei hanno avuto la funzione di esorcizzare il terrore destato dalle forze della natura, di risarcire l’uomo delle privazioni e delle sofferenze subite e di riconciliare l’umanità con il fato avverso. La religione è dunque un sistema di rappresentazioni creato con lo scopo di rendere sopportabile la miseria umana attraverso il rinvio all’aldilà delle soddisfazioni e dei piaceri che sulla terra non sono realizzabili. I principi che sono alla base dei diversi sistemi religiosi riprendono e rielaborano i limiti e le fragilità della condizione infantile dell’individuo. Il riconoscimento che la condizione di inadeguatezza, di impotenza e di dipendenza dell’individuo durano tutta la vita ha portato alla costruzione di un’immagine paterna onnipotente e divina che assiste l’uomo durante tutta la sua esistenza. I bisogni religiosi nascono dalla debolezza delle persone e dalla nostalgia del padre. Esiste secondo Freud un’analogia tra la religione e la nevrosi ossessiva: i cerimoniali devono essere realizzati con grande scrupolo in tutti i particolari e se trascurati producono rimorsi di coscienza; si basano inoltre su azioni isolate dagli altri comportamenti quotidiani. I rituali religiosi sono tuttavia fissi, codificati e condivisi da tutti i fedeli mentre i cerimoniali ossessivi sono strettamente privati ed individuali. Il cerimoniale ossessivo sembra originarsi da un senso di colpa inconscio che trae origine da eventi passati rievocati inconsciamente ed ancora angoscianti che vengono tenuti a debita distanza dai comportamenti ossessivi, che risultano protettivi e rassicuranti. Anche le pratiche religiose sono rituali protettivi e difensivi nei confronti del peccato e del senso di colpa. 9.4: L’individuo e la massa: Freud ha analizzato le principali componenti sociali della mente umana osservando l’individuo in interazione con gli altri. La psicologia individuale non può quindi essere separata dalla psicologia sociale. L’individuo all’interno della massa cambia: diventa un essere primitivo simile ad un bambino, non tollera il differimento del piacere e non conosce dubbi. Secondo Freud, la massa viene tenuta assieme da forze di natura libidica, una libido inibita alla meta, sublimata, che favorisce il sentimento di unità del gruppo, il quale viene rafforzato da sentimenti positivi verso chi ne fa parte e da simmetrici sentimenti negativi nei confronti di chi ne è escluso. Le pulsioni ostili sono indirizzate contro un presunto nemico esterno e tale scarica permette di liberare il gruppo dalle pulsioni aggressive interne. Identificazione: prima manifestazione di un legame emotivo con un’altra persona. L’individuo assume su di sé alcune caratteristiche dell’oggetto, della persona che elegge a modello, le introietta e le utilizza come elemento della propria identità in continua formazione. Idealizzazione: il leader diventa oggetto di desiderio, di identificazione e di idealizzazione e si sostituisce all’Ideale dell’Io di ciascun membro del gruppo. Nell’identificazione il soggetto si arricchisce delle qualità dell’oggetto, nell’idealizzazione si impoverisce, si svuota perché l’oggetto viene sovrainvestito a spese dell’Io. 9.5: L’arte: L’arte è appagamento di desiderio, è una modalità di approccio alla realtà che consente di correggerne gli aspetti insoddisfacenti e frustranti. I contenuti psichici vengono espressi mediante l’arte dopo essere stati modificati attraverso la sublimazione che consente di rendere socialmente accettabili l’oggetto e la meta della pulsione sottesa. L’arte costituisce un regno intermedio tra la realtà che frustra i desideri ed il mondo della fantasia che li appaga. È: - Espressione di conflitti - Appagamento sostitutivo di desideri - Sublimazione di contenuti inconsci - Strumento di attivazione del pensiero magico ed onnipotente. Perturbante: ciò che appartiene alla sfera dello spaventoso, ciò che ingenera angoscia ed orrore ma che ci è noto da tempo e ci è familiare. A monte si trova una regressione all’epoca della storia dell’individuo in cui non erano ancora nettamente tracciati i confini tra l’Io ed il mondo esterno. Contenuti perturbanti sono il doppio, la morte, la follia, l’onnipotenza dei pensieri. L’arte da un lato è appagamento di desidero che permette di modificare opportunamente la realtà frustrante con cui ci si relaziona quotidianamente; dall’altro è il mezzo che riporta alla luce contenuti rimossi inquietanti, con i quali si è costretti a misurarsi, nonostante siano rappresentati al di là del diaframma rassicurante della finzione artistica.
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