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Psicologia dinamica, tra teoria e metodo, Sintesi del corso di Psicologia Dinamica

Riassunto capitolo del manuale per esame (Bion)

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 08/05/2019

elena-razzaboni
elena-razzaboni 🇮🇹

11 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Psicologia dinamica, tra teoria e metodo e più Sintesi del corso in PDF di Psicologia Dinamica solo su Docsity! Capitolo 29: Wilfred R. Bion: Si è occupato della formazione del pensiero sia nell’individuo sia nel gruppo, sia nei soggetti psicotici sia in quelli non psicotici. Il dolore appare non solo inevitabile, ma anche essenziale ed intrinseco al processo di conoscenza ed alla formazione del pensiero. 29.1: Le dinamiche di gruppo: Principali aspetti del funzionamento mentale del gruppo: - Due tendenze di segno opposto: o Finalizzata all’esecuzione del compito, cosciente, si orienta in direzione del pensiero. La realizzazione del compito deriva da un incontro e da una dialettica positiva tra la dimensione individuale e quella gruppale. o Si oppone all’esecuzione del compito: inconscia, mira a boicottare la formazione del pensiero. L’individuo viene assorbito dall’atmosfera e dalle dinamiche psichiche del gruppo fino a non esistere più nella sua singolarità. - Il gruppo è un’entità socraordinata rispetto agli individui che ne fanno parte, è costituito da una dimensione mentale condivisa ed unitaria al cui interno i singoli membri perdono, benché in misura diversa, la loro specificità e la loro unicità. La dimensione gruppale impone le sue regole alle menti dei singoli. - Analisi di gruppo: il gruppo viene analizzato ed osservato come unità indivisibile e non riconducibile alla somma dei suoi membri. - Mentalità di gruppo: attività mentale collettiva, condivisa dal gruppo, con la quale i singoli membri si sintonizzano tra loro spontaneamente ed in maniera automatica. È una dimensione inconscia che si riferisce ai desideri, alla volontà, alle opinioni del gruppo che vengono accettati unanimemente. Tale disposizione mentale presenta alcune caratteristiche importanti: è costruita inconsapevolmente dai singoli membri; è intrisa di emozioni particolarmente intense; il gruppo non è disposto a prenderne coscienza. - Cultura del gruppo: è il risultato della sovrapposizione tra la mentalità del gruppo inteso come totalità indifferenziata e l’apporto dei singoli membri e coincide con la struttura che il gruppo stesso assume in un determinato momento per assolvere precisi compiti. - Assunti di base: si tratta di fantasie gruppali dotati di tratti onnipotenti e magici relativi alle possibilità di raggiungere gli scopi che il gruppo si propone. Si manifestano come emozioni intense e primitive, inconsce ed irrazionali, che hanno la funzione di rendere inattaccabile il gruppo dall’attività di pensiero. Impediscono che il gruppo possa prendere coscienza del suo funzionamento mentale e lo mettono al riparo dalla frustrazione connessa alla conoscenza. Il gruppo in assunto di base non può fare altro che confermare il proprio assetto mentale ed emotivo, ma non può apprendere dall’esperienza, ovvero non può realizzare una forma di autentica conoscenza trasformativa che metterebbe in crisi la sua struttura. Gli assunti di base si presentano uno per volta e non si sovrappongono né si mescolano. Quelli non attivati sono confinati nell’area protomentale. la partecipazione all’assunto di base è automatica ed inconscia. La capacità del singolo di allinearsi consciamente con l’assunto di base operante nel gruppo è detta valenza. Gli assunti di base sono: o Assunto di base di dipendenza: convinzione magica che esista un’entità esterna al gruppo in grado di soddisfarne tutti i bisogni. Il leader assume quindi una posizione onnipotente che li protegge. Nel gruppo terapeutico il leader è l’analista ma se non dà l’impressione di essere onnipotente può venire sostituito da un membro del gruppo, di solito quello più patologico, oppure abbandonano l’assunto di base della dipendenza. o Assunto di base di attacco-fuga: il gruppo è minacciato da un nemico dal quale si deve difendere, attaccandolo o fuggendo da esso. Il gruppo terapeutico è centrato su un leader dai tratti di personalità paranoide ed il nemico può essere il terapeuta. o Assunto di base di accoppiamento: i problemi del gruppo possono essere affrontati e risolti solo da un essere o da un avvenimento futuro che sono attesi in una prospettiva messianica. Il gruppo in assunto di base non evolve verso la conoscenza, rifiuta la crescita e lo sviluppo, appare estraneo alla percezione condivisa del tempo e non tollera la frustrazione . Il linguaggio non è simbolico ma stereotipato e non si connette al pensiero ma all’azione. - Gruppo di lavoro: organizzazione mentale del gruppo, prevalentemente conscia, che funziona in modo analogo all’Io. Si manifesta una reale capacità di collaborazione, il leader è scelto per la sua capacità di perseguire lo scopo del gruppo, i membri ne entrano a far parte in relazione alle loro reali capacità, il linguaggio è simbolico, tollerano le frustrazioni e modulano le emozioni. - Gruppo specializzato di lavoro: depositari del controllo dei tre assunti di base. - Leader mistico o genio: destabilizzante, percepito come causa di un possibile cambiamento catastrofico, contro di lui si formano delle difese che fanno riferimento all’establishment, l’insieme di elementi che danno stabilità al gruppo, ne impediscono ogni trasformazione e ne prevengono la distruzione. Avrà un rapporto conflittuale col mistico: o Rapporto conviviale: convivono senza influenzarsi a vicenda o Rapporto simbiotico: il confronto e lo scambio producono trasformazioni positive per entrambi o Rapporto parassitario: danno ed impoverimento per entrambi. 29.2: Il pensiero: Alla base di ogni attività di pensiero si trovano esperienze emotive ed impressioni sensoriali non elaborate, non ancora pensabili. Corpo e mente per Bion sono strettamente connesse. Anche nelle fasi più evolute del pensiero sono un tutto unico, così come l’Io e gli altri costituiscono due dimensioni mai del tutto separate. Funzione alfa: componente della personalità che elabora le emozioni in direzione della loro pensabilità e li trasforma in elementi alfa, immagini inconsce, prevalentemente visive, ma a volte anche acustiche o olfattive, che costituiscono la prima tappa verso la formazione del pensiero. Sono utilizzati nei sogni, nei ricordi e nel pensiero onirico della veglia. Ciò che non si trasforma in elemento alfa viene espulso sotto forma di elemento beta, dato non pensabile e non trasformato al confine tra il somatico e lo psichico nella sfera protomentale. non può essere pensato né trasformarsi in sogni. Può essere evacuato tramite l’identificazione proiettiva. Non è simbolizzabile e rimane al di fuori della coscienza. Il bambino non ha ancora la funzione alfa, che si forma come riflesso di quella materna. La madre empatica e dotata di réverie attiva la propria funzione alfa per elaborare le angosce del bambino e restituirgliele bonificate. Il bambino introietta quindi quanto aveva proiettato, ma bonificato, e con esso anche la funzione alfa della madre. Protopensieri: emozioni e sensazioni grezze e primitive del bambino, nuclei mentali derivanti dall’esperienza della cosa in sé e non ancora elaborabili. La vera conoscenza (legame K) è un’esperienza emotiva: quella razionale non è vera conoscenza ma è un approccio alla realtà parziale e strutturato in modo difensivo. Esistono forme diverse di conoscenza, ma la vera conoscenza si connota come apprendere dall’esperienza e si caratterizza per il fatto di essere radicata nelle emozioni e perché comporta una trasformazione del soggetto. -L, -H e –K sono manifestazioni della parte psicotica della personalità e consistono in un attacco al legame che porta ad un’interruzione o ad una inversione del processo di conoscenza e ad un boicottaggio della funzione alfa. Il legame K è attivo, nel senso che richiede un soggetto che si dispone a conoscere ed un oggetto disposto a essere conosciuto ed implica la frustrazione e quindi il dolore (dolore mentale o sofferenza psichica); la conoscenza non è un processo lineare ed intrinsecamente gratificante ma comporta la messa in gioco di sé e la capacità di fare i conti con emozioni intense e di tollerare la frustrazione. La conoscenza è infatti prima di tutto conoscenza di sé e capacità di pensare le emozioni. 29.5: La griglia: Si tratta di uno strumento di registrazione e classificazione di ciò che accade nel corso della seduta. - Asse verticale (asse generico): manifestazioni mentali dalla forma più primitiva a quella più elaborata ed astratta. o Fila A: elementi beta: entità ipotetiche che non rientrano nei parametri dell’osservabilità: emozioni improvvise o Fila B: elementi alfa: entità ipotetiche, immagini mentali che si sono affacciate alla coscienza o Fila C: pensieri onirici, sogni, miti, allucinazioni: aspetti di natura prevalentemente visiva che emergono in pensieri onirici della veglia o Fila D: preconcezione: stato di attesa, struttura mentale insatura che consente la crescita mentale in corrispondenza di una successiva realizzazione concreta che la può saturare. È l’apertura ad una particolare esperienza dalla quale si può produrre un significato che apre nuove possibilità di comprensione. o Fila E: concezione: accoppiamento di una preconcezione con una realizzazione. È un pensiero che deriva da un processo di saturazione di una preconcezione e può a sua volta diventare insatura costituendo una nuova preconcezione, creando pensieri profondi e complessi. o Fila F: concetto: maggior grado di astrazione e si realizza quando la concezione viene pensata ad un livello logico superiore a quello della sua semplice manifestazione. o Fila G: sistemi deduttivi scientifici: sistema logico coerente che include e travalica i singoli concetti e che fa si che la loro totalità possieda potenzialità esplicative più estese di quelle che avrebbe la somma di tutti gli stessi concetti. o Fila H: calcoli algebrici: livello puramente teorico di concetti astratti. 1 ipotesi definitoria 2 Ψ 3 notazione 4 attenzione 5 indagine 6 azione … n A elementi β A1 A2 A6 B elementi α B1 B2 B3 B4 B5 B6 …Bn C mito, sogno, pensiero onirico C1 C2 C3 C4 C5 C6 …Cn D pre- concezione D1 D2 D3 D4 D5 D6 …Dn E concezione E1 E2 E3 E4 E5 E6 …En F concetto F1 F2 F3 F4 F5 F6 …Fn G sistema deduttivo scientifico G2 H calcolo algebrico - Asse orizzontale (asse dell’uso): modo in cui i pensieri del paziente e dell’analista sono presumibilmente usati in quel particolare contesto: o Colonna 1: ipotesi definitoria: primo approccio che porta a dare un nome ad uno stato d’animo, ad un’emozione. A qualcosa al di fuori della pensabilità o Colonna 2: Ψ (Psi, pseudos, falso): affermazioni, pensieri e teorie che si possono riconoscere come false e che hanno lo scopo di eludere il contatto con una verità intollerabile. Rientra nell’ambito del –K. o Colonna 3: notazione: emergere di ricordi riferiti sia alla propria vita passata che ad eventi precedenti del percorso analitico. Un contenuto mentale diventa significativo e costituisce un inizio di conoscenza. o Colonna 4: attenzione: stato mentale recettivo capace di tollerare un’attesa ed una condizione insatura finché non compare un fatto scelto che possa dare coerenza all’insieme di immagini, idee ed emozioni (capacità negativa). o Colonna 5: indagine: di un dato emerso che sembra poter organizzare il campo mentale in una nuova configurazione: interpretazioni o Colonna 6: azione: il pensiero promuove un’evoluzione reale ed una crescita effettiva della personalità del paziente (e dell’analista). La griglia viene compilata dall’analista al termine della seduta e riguarda i pensieri del paziente e dell’analista. Ciò che vi viene annotato non è giusto o sbagliato a prescindere ma è collegato alla seduta specifica e può cambiare nel corso del trattamento. 29.6: Le trasformazioni: I contenuti della mente procedono per successive trasformazioni. Ogni trasformazione parte da uno stato iniziale definito O con cui viene indicato il nucleo inconscio di verità. La cosa in sé, a cui ci si può avvicinare ma che non si può mai conoscere di fatto. Da O inizia la trasformazione, indicata con T, che comprende un processo (Tα) ed) ed un prodotto (Tβ). Le trasformazioni possono essere di tre tipi:). Le trasformazioni possono essere di tre tipi: - Trasformazioni a moto rigido: tra O e Tβ). Le trasformazioni possono essere di tre tipi: ci sono deformazioni contenute. L’invarianza è elevata. In analisi il transfert in genere è una trasformazione a moto rigido. - Trasformazioni proiettive: tra O e Tβ). Le trasformazioni possono essere di tre tipi: si riscontrano forti deformazioni. Le invarianti sono minime e rendono difficoltoso se non impossibile risalire da Tβ). Le trasformazioni possono essere di tre tipi: ad O. il discorso sconnesso dello psicotico è il risultato di una serie di trasformazioni proiettive fortemente deformanti. - Trasformazioni in allucinosi: consiste nella necessità di allucinare qualsiasi cosa il soggetto desideri, per compensare il dolore derivante dalla frustrazione. Il prodotto finale di tali trasformazioni è un tipo di conoscenza simile alla convinzione delirante, caratterizzato da un senso di certezza e ovvietà che non si concilia con le abituali operazioni di pensiero. Dipendono da una catastrofe primitiva, conseguente ad un mancato contenimento da parte della madre, che impedisce di trasformare gli elementi beta in elementi alfa. Di conseguenza l’individuo, per evitare il dolore ed il panico attiva l’identificazione proiettiva patologica ed evacua le funzioni capaci di percepire questi due sentimenti. Nelle trasformazioni a moto rigido e proiettive esiste un contenitore, mentre nelle trasformazioni in allucinosi non c’è alcun contenitore che accolga i propri contenuti, emozioni e parti della struttura psichica e che renda possibile rappresentare i propri vissuti emotivi. Le trasformazioni in allucinosi derivano dalla paura per il legame K, perché esso può far avvicinare a O e quindi può far percepire una verità inquietante e sgradita. Trasformazioni a moto rigido, proiettive ed in allucinosi sono considerate come trasformazioni di O, nel senso che la O viene trasformata e noi percepiamo il risultato della sua trasformazione. Da queste si distinguono le trasformazioni in O che sono connesse al diventare O, cioè all’insight, al mutamento ed alla crescita. Diventare O è un passo ulteriore rispetto a K, infatti si tratta di una conoscenza assoluta, significa divenire la propria O. si tratta di una trasformazione temuta perché vissuta come catastrofica in quanto ci mette in contatto con la parte più nascosta e temuta della nostra personalità. 29.7: Sogno ed inconscio: Sogno e pensiero vigile non si differenziano a livello qualitativo ma dipendono da una medesima matrice: entrambi derivano infatti dall’attivazione della funzione alfa che agisce sulle impressioni sensoriali e sulle esperienze emotive trasformandole in elementi alfa ed aprendo la strada al pensiero. Il sogno fa parte dell’attività mentale della veglia come una componente indispensabile, come un aspetto del pensiero cosciente. Non è una manifestazione specifica e diversa dal pensiero, confinata nel sonno e nell’inconscio, ma è una modalità che accompagna ininterrottamente il pensiero in tutte le sue manifestazioni, anche durante la veglia. Un’esperienza prima di venire razionalizzata viene sognata. L’atto di sognare crea l’inconscio e quindi anche la coscienza. Conscio ed inconscio sono il prodotto di una differenziazione operata dalla funzione alfa. Sono due stati transitori e reversibili della mente tra i quali si trova il sogno come modalità fondamentale di attivazione della psiche e come primo stadio evolutivo del pensiero simbolico derivante dalla trasformazione delle emozioni e delle sensazioni grezze verso la dimensione del significato possibile. Esistono pensieri onirici nella veglia e pensieri vigili nel sonno. Il sonno ha la funzione di preservare ii soggetto da uno stato psicotico. Il sogno è la manifestazione di uno stato non psicotico della mente ed è il primo passo verso la simbolizzazione. 29.8: La teoria psicoanalitica: La seduta psicoanalitica è considerata come un incontro di due persone tra le quali si attivano esperienze ad alta temperatura emotiva, che sono vissute come nuove, sconosciute e pericolose e che minacciano di mettere in crisi e di far saltare gli equilibri considerati rassicuranti su cui si basa l’abituale funzionamento mentale di entrambi. La paura che si genera in tale contesto è riferita ad un possibile cambiamento catastrofico. La coppia analitica è chiamata a fare i conti con il dolore connesso ad ogni esperienza di conoscenza ed in particolare alla conoscenza di sé. L’analisi ha anche la funzione di aumentare la capacità di tollerare la frustrazione che accompagna le esperienze della vita.
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