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La Società dell'Antico Regime: Ordini, Ceti e Forme di Rappresentanza Politica, Appunti di Storia Contemporanea

La società europea dell'antico regime attraverso l'analisi di ordini sociali, ceti e forme di rappresentanza politica. Vengono presentati i ruoli di oratores, bellatores e laboratores, il clero come primo stato, la nobiltà e la sua delega di potere politico, le corporazioni e le loro funzioni. La società si struttura in un insieme gerarchico, con il clero e la nobiltà come ceti privilegiati.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 03/09/2019

delia.notarpietro
delia.notarpietro 🇮🇹

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Scarica La Società dell'Antico Regime: Ordini, Ceti e Forme di Rappresentanza Politica e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! CAPITOLO 2 2.1) Ordini, ceti e forme della rappresentazione politica Il mondo sociale dalla società dell'età moderna è concepita come un insieme che funziona entro il disegno divino. La società viene organizzata in parti gerarchicamente disposte: • oratores: coloro che pregano, gli addetti al culto che garantiscono la protezione divina sulla società • bellatores: coloro che difendono militarmente la società • laboratores: coloro che lavorano per mantenere la società Queste tre funzioni sociali sono complementari e gerarchicamente il ruolo principale spetta al clero i cui membri vengono selezionati tra i membri degli altri ordini. La funzione del clero – garantire alla comunità la benevolenza divina – è considerata la più importante, di conseguenza gli ecclesiastici devono godere degli onori sociali principali. Il clero è perciò nella società europea di antico regime il primo ordine o primo stato. Siccome il clero – il primo stato - gestisce istituzioni educative, sanitarie ed assistenziali, consiglia e guidi le coscienze di politici e sovrani, si troverà presente nelle principali nelle istituzioni politiche rappresentative dei vari ceti. Anche i guerrieri svolgono una funzione vitale, quella di proteggere, mediante le armi, le vite ed i beni di tutti. Pure i guerrieri devono essere mantenuti ed anche ad essi vanno riservati particolari onori. Diversamente dal clero, i guerrieri sono un gruppo sociale che si riproduce e quindi perpetua i propri beni e privilegi. Esiste quindi una barriera, non invalicabile ma tangibile, tra loro e gli altri. 2.2) Nobili Anche la nobiltà affianca ben presto all’originale proprio ruolo militare, compiti di direzione politico/amministrativa. Si tratta di una delega da parte del sovrano di funzioni di governo ai vari feudatari. Tale delega finisce per diventare perpetua ed il potere del sovrano si riduce di molto perché i vari feudi si trasmettono in via ereditaria e l’eventualità di confisca del feudo dal parte del sovrano è molto remota. Si afferma nell’universo mobiliare una scala gerarchica: principi/duchi/marchesi/conti. Di fatto l’universo nobiliare non è mai stato completamente a disposizione del potere del re. I re possono concede titoli o crearne dei nuovi, mai i vari nobili rivendicano una discendenza comune con il re dagli antichi conquistatori barbari – il sovrano è solo un primus inter pares -. Si è tanto più nobili quanto più la discendenza è antica ed acclarata; contemporaneamente nasce non soltanto dalla concessione, ma anche dall’esercizio concreto del potere signorile e questo spesso sfugge al potere del re. L’ordine nobiliare nella società europea occidentale non è stato un gruppo sociale chiuso ed impermeabile. Nobili si nasce, ma lo si può anche diventare sia attraverso il servizio della corona in alte cariche politiche/amministrative o in campo militare, sia attraverso la ricchezza – a partire dal XVI secolo i sovrani (per bisogni finanziari) incominciano a vendere massicciamente titoli nobiliari e onorificenze. 2.3)Le corporazioni Ogni città d’antico regime europea è popolata da una quantità di gruppi definiti rispetto al lavoro che svolgono; centrale è il ruolo sociale ed economico delle corporazioni, che vengono anche definite arti/collegi/compagnie,. Gli artigiani ed i mercanti dello stesso settore produttivo si uniscono per difendere i rispettivi interessi ed impedire che qualcuno di essi diventi troppo ricco e potente a danno degli altri. Le corporazioni mirano ad acquisire anche il monopolio nei diversi ambiti manifatturieri e commerciali controllando i rispettivi settori di attività. Esistono arti maggiori, maggior prestigio economico/sociale, arti minori, lavori più umili. Dal XIV secolo si incrina il meccanismo tradizionale di ricambio, l’accesso alla corporazioni diventa più rigido. La struttura interna delle associazioni è gerarchica: all’apice i maestri che eleggono i capi della corporazione i quali fissano le regole; il rispetto delle norme può essere verificato mediante ispezioni. Le corporazioni sono spesso affiancate da organizzazioni religiose laiche: le confraternite; e da società di mutuo soccorso che gestiscono un fondo comune destinato ai momenti di bisogno dei vari membri. Col passare degli anni le corporazioni acquistano sempre più un notevole grado di controllo sulle attività produttive delle varie regioni europee riuscendo ad influenzare le autorità cittadine: possono assumere la tutelare l’ordine pubblico, ma anche destabilizzare. In sostanza le corporazioni organizzano una parte importante dello spazio sociale dei non nobili e dei non ecclesiastici. 2.4)Una società di ceti e privilegi. Funzione religiosa: potere religioso – il papa – Funzione militare: potere politico – il sovrano: imperatore o re -. Il cosi detto Terzo Stato - la maggioranza della popolazione; accumunata dalla funzione lavoratrice – si differenzia a secondo del ceto di appartenenza. Dai meno prestigiosi, ordine crescente: artigiani (suddivisi in corporazioni); titolari di professioni (avvocati, medici,notai); titolari di uffici pubblici; infine mercanti. Solo attraverso l’appartenenza ad uno di questi gruppi, che gode di riconoscimento politico, un individuo può avere una voce pubblica ed essere tutelato. Una società in cui la legge non è uguale per tutti, ma è diversa a seconda dell’appartenenza ad un determinato ceto, che gode di determinati privilegi. Il clero e la nobiltà sono considerati i grandi i ceti privilegiati per eccellenza. Vi sono privilegi giurisdizionali: diritto di essere giudicati con particolari e specifiche modalità da tribunali speciali; privilegi economici: non pagare certe imposte e godere di particolari beni. I privilegi contribuiscono a determinare il rango di un gruppo sociale, ovvero la posizione sociale in rapporto con gli altri gruppi. La conflittualità dell’antico regime è originata dalla tendenza dei vari ceti a difendere la propria posizione e le proprie preminenze. Nell’ordine nobiliare, forte del proprio ruolo militare, le questioni di precedenza sfocia spesso in duelli perché i nobili si sentono obbligati a difendere il loro status – noblesse oblige : l’essere nobili obbliga. Il processo di inflazione dei ranghi nobiliari, dovuto alla vendita dei titoli da parte dei sovrani, a partire dal XVI secolo, portò ad una distinzione tra antica e nuova nobiltà. Questa funzione di distinzione dai folti ranghi della nobiltà minore viene svolta dagli antichi ordini militari e cavallereschi. I più prestigiosi e antichi: Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (XII sec) che stabilitosi a Malta diventa Ordine di Malta; Ordine di Toson d’oro (1430); ordini casigliani: Santiago, Calatrava, Alcantare. Quelli nuovi: Ordine di Santo Stefano (1562); Ordine San Maurizio e Lazzaro (1572).
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