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quando c'era la classe operaia, Sintesi del corso di Sociologia

riassunto breve del libro di Aris Accornero

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017
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Caricato il 06/02/2017

martinac10
martinac10 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica quando c'era la classe operaia e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Si tratta di un’inchiesta operaia nata da uno sciopero che ha coinvolto 9000 lavoratori e 11 stabilimenti tra i mondi del Torinese, durata 5 lunghi mesi tra il 1960 e il 1961. Si concluse con un modesto accordo salariale che estendeva e migliorava i cottimi , ma soprattutto istituiva un premio continuativo di produzione rivendicato da tutti i tessili. Accornero seguì per l’unità tutta la vicenda che gli permise di conoscere un mondo operaio con più donne che uomini, situato in provincia piuttosto che in città e dentro fabbriche magari grandi ma all’antica. All’epoca nessuno si sarebbe aspettato che in località periferiche e in industrie così poco sindacalizzate potesse svilupparsi una lotta così intensa. La lotta al Cotonificio Valle Susa era la più vistosa e inattesa novità del Torinese, era la riscossa operaia. Una lotta segnata soprattutto dal comportamento delle operaie che rispondevano ai dinieghi e all’intransigenza del padrone allargando le forme di protesta : dai sindacati attesi ai cancelli della fabbrica e scortati fino ai refettori , alle donne che in bici o in pullman andavano a picchiettare gli stabilimenti più deboli. La percezione diffusa era ormai di un netto cambiamento di clima, tanto che in quel periodo veniva scritto sull’Unità: “ i lavoratori del Cotonificio di Valle Susa hanno dato l’avvio a una delle prime lotte di gruppo, hanno messo in movimento tutto il settore cotoniero, hanno imparato a decidere da sé quando e come scioperare, hanno sputato per la prima volto sul biglietto da 1000 offerto dal padrone , hanno per la prima volta trovato intorno a loro la solidarietà che non avevano mai visto, hanno preteso più potere”. Quello che Accornero conosceva fino a quel momento riguardava i metalmeccanici della Fiat, vista l’importanza assunta dalla categoria più numerosa dell’industria, per cui esisteva il rischio che il mondo della grande industria automobilistica condizionasse troppo l’immagine degli operai, come se gli operai dovessero necessariamente modellarsi sui metalmeccanici. Rispetto all’immagine dei metalmeccanici quella offerta dai tessili sembra più povera in tutti i sensi, meno istruita e meno sindacalizzata. Non è facile per nessuno fare un confronto di questo genere fra la realtà operaia di due grossi gruppi industriali uno con 11 stabilimenti e uno con 23, potremmo però dire che la consapevolezza di classe e la presenza di avanguardie apparivano al val susa modeste e rudimentali in confronto alla fiat. Accornero aveva l’opportunità di conoscere e far conoscere una realtà socialmente periferica ma i cui protagonisti erano balzati fuori per il comportamento di classe che avevano tenuto di fronte al padrone. Ricordiamo che la partecipazione di donne era del resto senza precedenti, grazie alla grande apertura assembleare , il contatto tra i lavoratori diede luogo ad assemblee quasi sempre affollatissime che adottavano decisioni di lotta impegnative ma largamente condivise. L’andamento della lotta delineò fin dall’inizio un eccezionale partecipazione in 4 stabilimenti e una scarsa partecipazione negli altri, in parte questa disparità riflette il diverso seguito ottenuto dai vari sindacati nelle elezioni di Commissione interna. La CGL vantava la maggioranza assoluta in 6 stabilimenti seguita dalla CISL E LA UIL. UIL nata il 5 marzo 1950 dalle divisioni interne della cgl. I fondatori hanno stabilito 5 pilastri fondamentali: 1) indipendenza dai governi e dalle religioni 2) adozione del metodo democratico per la partecipazione attiva dei lavoratori. 3) azione unitaria con cgl e cisl 4) intervento sui problemi di politica economica e e sociale per i lavoratori. 5) valorizzazione dell’autonomia delle federazioni di categoria. C SL sindacato confederale. A oltre 60 an i dall nascita, con più di 4 ilioni e mezzo di iscr tti è f ndato su principi di libertà giustizia partecipazione responsabilità e autonom a, è fedel ai val i del cattolices mo e del riformism laico. G è l più antica organizzazione sindacale it lian e con i suoi 5 mili e zzo di iscritti , tra lavoratori pensionati e gi vani è anche la maggiorment rappr s nt tiva. Basa i propri programmi sui principi ella Costituz one. Aff r a il alore della so idarietà elabora politiche rivolte a reare una società senza privilegi e discriminazioni in cui sia riconosciuto il diritto al lavoro, alla salute e alla tutela sociale. l’adesione è volontaria e avviene su richiesta Dopo poche settimana di lotta fu chiaro che le strutture di categoria di tessili non potevano farcela, per cui la CGL e la CISL chiamarono le altre categorie a sostenerle prestando o distaccando i propri quadri e il contributo maggiore lo diedero ovviamente i metalmeccanici. Ormai della Valle Susa parlavano tutti i giornali e crescevano i messaggi di sostegno , le fermate del lavoro e le collette per solidarietà. Gli echi dell’agitazione convinsero il consiglio comunale e il consiglio provinciale a stanziare somme per le famiglie in difficoltà. La direzione intanto riduceva gli orari, attuava serrate sospendeva e licenziava. Al blocco degli stabilimenti e agli interventi della forza pubblica gli operai e le operaie reagirono sfilando in corteo, scavalcando o sfondando i cancelli, bloccando la partenza dei treni. Alla fine dopo un tentativo di trattativa non riuscito il prefetto il sindaco e il presidente della provincia convinsero nuovamente i sindacati ad accettare una mediazione che praticamente si svolse mentre era in lotta. La vertenza si chiuse il 18 febbraio 1961. Era la più lunga mai vista nl dopoguerra a Torino. Il Valle Susa accettò di migliorare le tariffe di cottimo e oltre a revocare tutti i provvedimenti disciplinari annullò l’accordo delle 10 mila lire. E la conquista del premio di produzione era una meritata rivincita. Accornero si mise all’opera subito dopo la lotta perché aveva gia raccolto volantini carte e appunti , ma per ricostruire il vissuto di quell’esperienza ci voleva qualcosa di più autentico. Andò così a parlare con gli operai dei vari stabilimenti dedicando a ciascuno di loro un ritratto. Ma le operaie si sarebbero imbarazzate se avesse tirato fuori biro e taccuino o il registratore , per cui andò con un microfono inserito in un finto orologio da polso, nessuno si accorse mai di niente e tutti parlarono liberamente compresi i familiari. Si parlò quasi sempre in un dialetto piemontese stretto , ma tutto questo contiene comunque una miniera di notizie impressioni e giudizi assolutamente preziosi. Per gli operai Accornero era “ il giornalista di Torino”, che voleva scrivere un libro per far conoscere le ragioni della lotta con l’aiuto dei protagonisti. Ma nel 1961 chiuse i rapporti con l’Unità di Torino e accettò il lavoro con quella di Roma, e riprese le carte in mano solo nel 1993 quando ricominciò a lavorare per pubblicarlo definitivamente, non solo per onorare il debito contratto con gli operai ma perché tutte quelle carte che aveva raccolto lo aiutavano a descrivere da vicino gli operai quando la classe era qualcosa di sovraordinato rispetto a loro. Queste carte infatti sono una magnifica opportunità per guardare indietro, alla classe operaia di ieri visto che quella di oggi è sempre operai ma forse non è più classe. Sono un’opportunità preziosa anche perché ci parlano molto di più d’identità che di classe. L’AZIENDA DAL PRINCIPIO ALLA FINE. AUGUST EBEGG ed EMILIO WILD , eredi di facoltose famiglie di imprenditori svizzeri, fondarono a Torino nel 1906 la Società anonima Cotonificio Valle Susa. Ambedue sono ventenni capaci e dinamici che dispongono di sostanziali appoggi nel mondo bancario, in seguito agli ottimi risultati ottenuti incoraggiano a potenziare la produttività con la costruzione di altri stabilimenti. Si aiutano con intrecci patrimoniali che li legano ad imprenditori di altra nazionalità. In più come scrivono gli storici, “l’alba del secolo trova in auge l’industria cotoniera “ che si espande non soltanto nel capoluogo ma anche in Valsusa e nel Canavese. Cresce la produzione per il Cotonifio ma anche il numero degli operai. Nei comuni diventati sede vengono incoraggiati legami parentali inspirati alla fedeltà aziendale e basati sull’assunzione e il rimpiazzo di congiunti. A ciò si aggiunge anche il reclutamento di ragazze attraverso i convitti operai istituiti da ordini religiosi. Abegg e Wild non seguono l’ideale utopico del villaggio operaio , né l’intransigente regime del buon padre e questo lo dimostra un evento in particolare: nel 1993 quando venne abolito il lavoro notturno Wild reagì molto male. Minaccia chiusure e licenziamenti, a cui le maestranze rispondono con uno sciopero . il bello è che siccome quelle ore sono un po meglio remunerate tutti firmano e si chiude la questione. Il problema si pone quando August si inizia a muovere in Borsa con la stessa disinvoltura di un finanziere. Ha Le abitazioni dentro dei lavoratori sono spazi angusti mobilio invecchiato e ambienti poco luminosi o mal illuminati tutto questo fa si che si abbia l’idea di arretratezza se non proprio di povertà. Pochissime evocano il benessere . l’arredo è modesto talvolta scadente. 30% MOLTO ATTIVO 28% ATTIVO 25%TRAINATO 12% DISINTERESSATO 5% CRUMIRO Sono proprio le interviste che rappresentano la migliore testimonianza che una classe operaia c’era davvero, intorno a Torino, anche dove non c’erano cattedrali della metalmeccanica. INTERVISTE COLLEGNO- PIANEZZA –BORGONE- SUSA SANT’ANTONINO –LANZO- RIVAROLO -SAN GIORGIO -STRAMBINO MATHI- PEROSA ARGENTINA. • Ci si lamenta perché le macchine sono aumentate a tutti ma la paga no • Le più anziane pretendono che le giovani facciano di più per migliorare le loro condizioni lavorative: “ le più giovani vanno sempre avanti senza mai dire lavoriamo fino a quel punto poi basta” “ è una schifosità” • La dirigenza è poco disponibile alle richieste • Tanta produzione tanto guadagno ma poca paga • Le incassatrici ad esempio finito il lavoro, mettono il loro nome su un biglietto e se qualcosa va male al controllo dovevano ripagare • Il direttore addirittura prometteva di dare di più se la produzione fosse aumentata ma alla fine nella busta paga non c’era niente • Tutti lamentavano la stanchezza • Chi non faceva un lavoro necessariamente pesante lamentava il ritmo incessante • Rabbia per i crumiri • Canzoni contro Felice “è stato un peccato la tua nascita , non sai governare sei un cocciuto somaro, vuoi far morire di fame i tuoi operai” • Tante parlano di esaurimento • Hanno scioperato anche per fare abolire l’obbligo di portare la dichiarazione medica anche per l’assenza di un giorno • A rivarolo “lo scriva pure che trattano la gente come bestie” • C’è anche chi è contro lo sciopero “ se riesco a stare dietro 10 macchine perché no? Mi guardano male le più anziane ma io mi trovo bene, con la lotta si crea solo astio e danno” • Per le ragazze giunte dal convitto invece era tutto diverso (MATHI), per lo più sono povere e orfane non potevano scioperare, la paga la mandavano alla loro famiglia , escono dalla fabbrica tutte in fila dietro alla suora , fanno pena. • Con Abegg era un vivere da uomini “ ci dava di più e ci trattava meglio”. La base documentaria su cui è stata effettuata l’analisi testuale è l’intero corpus delle parole impiegate dai lavoratori del Cotonificio nelle conversazioni del 1961. Le parole sono state estratte utilizzando il programma TALTAC. Il calcolo delle parole caratteristiche avviene confrontando la frequenza relativa con cui compaiono nell’intero corpus. L’universo sociale ed umano delle conversazioni è dominato dal mondo dell’ambiente di fabbrica: soggetti e gerarchie. Subito dopo ci sono le parole connesse agli strumenti e al prodotto: macchine e macchinario. La più frequente parola con la maiuscola è UIL e questo è particolare perché è il sindacato più piccolo rispetto agli altri due. Si spiega con l’accordo separato da essa sottoscritto dopo quasi 4 mesi di lotta, e da tutti chiamato delle 10 mila lire e gli operai hanno sovente associato a questo il verbo firmare poiché la direzione chiedeva ai dipendenti di accettare quell’intesa per poter ottenere seduta stante le 10 mila lire di acconto. Si parla spesso anche della Fiat dove è significativo sia il rimpianto di chi non ha voluto entrarci “ lo sbaglio più grosso della mia vita” sia l’osservazione” da noi non hanno mai frugato gli operai come fanno la”. La città di Torino viene citata ben 81 volte quasi mai perché ospita la direzione generale del Val Susa ma quasi sempre perché ci si vorrebbe lavorare con preferenze nette per la Fiat. La parola più frequente è la COMMISSIONE INTERNA, perché era ancora l’organismo rappresentativo dei lavoratori sul luogo di lavoro. Questo ogni anno veniva rieletto, su liste sindacali, da operai e impiegati che votavano separatamente. Poi nel 1966 un accordo tra imprenditori e sindacati renderà biennali i rinnovi e nel 1969 verrà soppiantato dai consigli di fabbrica . uno dei modi più intriganti di far parlare i testi è quello di sottoporli a un analisi lessicale che separi gli aggettivi positivi da quelli negativi. Il testo è connotato da una connotazione particolarmente negativa . l’elevato livello di criticità del corpus delle conversazioni può essere attribuito sia alle vicissitudini della lotta sia alla testimonianza di una condizione operaia difficile. Le donne si differenziano perché raccontano in primis il loro lavoro (macchine bobine telai) e riferiscono soprattutto di altri soggetti femminili (maestre crumire sorelle) oltre che del marito. Gli uomini invece richiamano una pluralità di soggetti: oltre al operai e medico e carabiniere anche la rivoluzione la fiat. Tra i luoghi del lavoro citano spesso la mensa dove si svolgevano le discussioni e le assemblee.
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