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L'approccio per competenze nella società moderna, Appunti di Didattica Pedagogica

CompetenzeFormazione professionaleApprendimentopedagogia

L'importanza dell'approccio per competenze nell'istruzione, sottolineando come si adatti ai cambiamenti nella società e prepari gli studenti a fronteggiare le situazioni della vita. Vengono distinte tre tipologie di competenze e si evidenzia il ruolo dei docenti nel promuovere l'apprendimento per problemi e la valutazione attraverso situazioni di risoluzione di problemi.

Cosa imparerai

  • Quali sono le tre componenti della competenza secondo Pellerey?
  • Quali sono le differenze tra schemi d'azione e competenze?
  • Come si valuta la competenza attraverso situazioni di risoluzione di problemi?

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 25/05/2018

maril.sciacca11
maril.sciacca11 🇮🇹

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Scarica L'approccio per competenze nella società moderna e più Appunti in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! Quando la scuola ritiene di preparare alla vita Perrenoud Capitolo 1 Nella società tradizionale ci si accontenta nel posto assegnato; nella società moderna l’individuo vuole diventare qualcun altro; bisogna adattarsi ai continui cambiamenti , le tecnologie trasformano la produzione. Il livello di prestazione al quale si tende si è innalzato e anche il livello di competenze per agire in diversi e evoluti campi. Tre significati di competenza (false piste) • Competenza per insistere sul bisogno di indicare obiettivi Critiche bisogna avere sempre delle finalità realizzabili e valutabili Idea che ogni acquisizione scolastica verificabile è una competenza. • Competenza opposta alla performance Si collega ad un sapere Necessità di un inventario delle risorse mobilitate e di un modello teorico di mobilitazione. • Competenza come facoltà generica di ogni mente umana. Mobilitare le risorse, una strana alchimia la competenza si costruisce con la pratica, il moltiplicarsi di situazioni d’interazione e l’impegno personale. Si sviluppano schemi che vengono contestualizzati. Definizione di Habitus e schemi d’azione l’habitus insieme di schemi che consentono di produrre un’infinità di pratiche adatte e situazioni sempre nuove. Gli schemi ci permettono di mobilitare conoscenze/ metodi/informazioni/regole per affrontare una situazione. Questa mobilitazione richiede operazioni mentali di alto livello. Differenza tra schema d’azione e competenza: lo schema differisce dalla competenza in quanto è un insieme costituito che sottende una operazione/azione unitaria mentre la competenza mette in atto più schemi di percezione/pensiero/valutazione/azione e passa attraverso ragionamenti/decisioni o prove di errori. Un esperto è competente perché: • Padroneggia rapidamente e con sicurezza le situazioni più correnti • Capace di coordinare/differenziare rapidamente i suoi schemi d’azione/conoscenze per affrontare situazioni inedite. Per Perrenoud: una competenza presuppone l’esistenza di risorse da mobilitare ma non si confonde in esse poiché la competenza aggiunge qualcosa rendendole sinergiche per un’azione efficace in una situazione complessa. Le competenze professionali si costruiscono più rapidamente perché condizionate dal ripetersi di situazioni simili. La competenza si trova aldilà delle conoscenze: si forma attraverso la costruzione di un insieme di dispositivi/schemi che permettono di mobilitare le conoscenze in situazione, in tempo utile e con consapevolezza. L’evoluzione del sistema educativo verso lo sviluppo delle competenze permette di dare senso alla scuola. Questa evoluzione è difficile perché richiede di trasformare: programmi, didattica, valutazione, funzionamento di classi/edifici. Capitolo 2 Rey distingue le competenze: • Primo grado: procedure e routine che il soggetto mette in opera davanti ad elementi di situazioni prestabiliti. • Secondo grado: esigono dal soggetto l’interpretazione di una situazione nuova in modo tale da poter scegliere la procedura che conviene • Terzo grado: trattano lo scegliere, combinare in maniera coerente con le procedure di base a partire da una lettura della nuova situazione. Ma di quali competenze hanno bisogno gli uomini per fronteggiare la situazione della vita? Non tutte le situazioni son nuove e non tutte mettono gli esseri umani di fronte ai loro limiti. Sviluppare un agire competente vuol dire cavarsela a proprio vantaggio. La complessità delle situazioni deve sviluppare il ragionamento e la valutazione a scegliere il corso d’azione più indicato. Le competenze permettono di affrontare le diverse situazioni con dignità, senso critico, intelligenza, autonomia e rispetto dell’altro. Ogni competenza è fondamentalmente legata ad una pratica sociale di una certa complessità. Ruolo docenti i docenti che condividono l’idea di competenze assumeranno molte responsabilità nella scelta delle pratiche sociali di riferimento investendo la propria visione di società, cultura e azione. I docenti contrari a questo approccio, si atterranno alle competenze disciplinari tradizionali occupandosi solo di trasmettere conoscenze teoriche e rimedi. L’approccio per competenze non nega le discipline ma le può organizzare per la risoluzione di problemi complessi. Il transfert e l’integrazione delle conoscenze Nelle scuole secondarie spesso si dispensano conoscenze disciplinari senza integrarle con competenze o senza preoccuparsi della loro ricaduta nelle pratiche sociali perché • Si è convinti che tale integrazione si produrrà spontaneamente di fronte a situazioni complesse; ma in realtà molti allievi non hanno risorse professionali né sostegno esterno per usare le conoscenze se tale mobilitazione manca di una preparazione specifica. La scuola deve contribuire a costruire vere competenze. L’apprendimento deve essere rapportato a delle pratiche sociali in modo che abbia significato per gli studenti e che venga considerato come competenza per affrontare le situazioni nella vita. Non potendo formare competenze la scuola preferisce l’insegnamento di conoscenze. Il sistema educativo può mirare alla formazione di competenze a partire dalla scuola solo se la maggior parte dei professori aderisce liberamente a questo tipo di interpretazione della sua funzione. Piattaforma di competenze una piattaforma di competenze è un documento che indica, in modo organizzato, le competenze a cui un percorso formativo deve mirare. La scuola dell’obbligo tende a garantire un “capitale minimo di competenze” al di sotto del quale l’inserimento sociale sarebbe problematico. Una piattaforma non dice cosa bisogna insegnare ma dice con il linguaggio delle competenze ciò che gli allievi devono padroneggiare. È uno strumento di lavoro ancora di tipo sperimentale. Capitolo 3 Una competenza è una capacità di agire in una classe di situazioni mobilitando e combinando le risorse intellettuali ed emozionali. Le risorse di un individui si dividono in: Risorse interne quelle che il soggetto porta in sé, registrate nella sua memoria. Fanno parte delle risorse interne tre categorie: saperi, abilità, altre risorse. I saper d’azione possono essere considerati come schemi d’azione. Risorse esterne oggetti visibili generati dalla natura, prodotti dagli esseri umani. Perrenoud secondo Perrenoud si parla di competenze quando si padroneggia globalmente una situazione e d’abilità quando si tratta di padroneggiare un operazione particolare. La competenze è una trama che accelera la messa in sinergia delle risorse, è una forma di memoria dell’intelligenza passata, una routinizzazione della messa in sinergia delle risorse. Piaget chiama “accomodamento” quando uno schema viene adattato. Mirare alla formazione di effettive competenze nella scuola di base porta ad una trasformazione della professione. La nuova sfida è far apprendere non insegnare. Le competenze: • Costituiscono delle risorse per identificare, risolvere dei problemi; preparare e prendere decisioni. Certe competenze da costruire sono chiaramente disciplinari mentre altre sono nel punto di intersezione di più discipline. Storicamente i programmi scolastici erano tarati sulle attese dell’ordine di scuola successivo: non si pensa alla vita reale e si ha la volontà di far emergere un élite. Questa logica non considera il fatto che non tutti accederanno al ciclo di studi successivo; non si ha come riferimento le situazioni della vita ma solo la tappa successiva della scolarità. La scuola lavorava in un circuito chiuso e si interessava solamente al superamento degli esami e non all’utilizzo dei saperi scolastici nella vita. Bisogna riformare simultaneamente i programmi e le procedure di valutazione: • Valutazione formativa: riguarda i processi in atto secondo una successione di interazioni, spiegazioni ed esitazioni successive • Il giudizio sulle competenze deve essere complessivo • Presa in considerazione del portfolio: lavori o tracce delle attività che testimoniano le competenze tramite prodotti che ne sono il frutto. Sviluppare competenze non significa accontentarsi di aver svolto il programma ma fare in modo che esse siano costruite e attese. L’approccio per competenze è sensibile alle differenze: si mettono gli alunni in situazioni in cui sono portati ad apprendere facendo e riflettendo sugli ostacoli che incontrano attraverso lavori in piccolo gruppo. La sfida per il docente consiste nel mettere di fronte ad una stessa situazione di apprendimento, alunni di livello diverso senza favorire i favoriti. La maggior parte degli insegnanti sono stati formati da una scuola centrata sulle conoscenze e i docenti non si riconoscono in questo modello. La rivoluzione delle competenze si realizzerà solo se, durante la formazione, i futuri docenti ne faranno personalmente esperienza. L’approccio per competenze è l’ultimo cambiamento di un’antica utopia: fare della scuola un luogo in cui ognuno apprende liberamente e intelligentemente cose utili per la vita. Capitolo 5 Dopo la scuola l’alunno deve essere capace di ragionare logicamente, di comunicare, di effettuare calcoli manualmente ecc.. La responsabilità della scuola è quella di rendere i giovani capaci di sviluppare nuove competenze nel momento in cui ne hanno bisogno. Si va a scuola per uscirne armati di conoscenze, competenze, attitudini e valori che permettono di affrontare l’esistenza umana. Secondo Perrenoud le competenze che devono apprendere i discendenti sono: • Sapersi difendere contro le dipendenze • Saper costruire relazioni di tutti i generi • Saper preservare il proprio capitale salute • Sapersi orientare nel mondo del lavoro • Saper difendere i propri diritti • Saper trovare il proprio posto in un’azione collettiva • Saper individuare le leggi, valori, principi etici, regole etc. • Saper preservare la propria autonomia • Saper apprendere rapidamente come comportarsi di fronte alle amministrazioni • Sapere prevedere, condurre progetti e strategie • Saper prendere una posizione personale • Saper costruire un senso, identità. Appunti in aula: secondo Perini e Puricelli c’è una formula comunicativa riassumente il concetto di competenza: è la mobilitazione di conoscenze e abilità secondo la personale interpretazione che porta alla risoluzione di un compito così come dato in una certa situazione. L’esercizio di una competenza è sempre unico, ma identico. L’ipotesi di Perrenoud è simile: saper orchestrare e applicare vari schemi d’azione. Pellerey completa l’ipotesi di Perrenoud e divide la competenza in tre componenti: • Componente oggettiva (bene/servizio erogato) • Componente soggettiva (risorse interne) • Componente intersoggettiva/sociale (disciplina l’esercizio della competenza secondo richieste/norme sociali). L’insieme di schemi d’azione di un periodo della nostra vita prende il nome di Habitus. Secondo Boudier è struttura strutturata predisposta a funzionare come strutturante, ossia la matrice che influenza le nostre decisioni e percezioni determinando il comportamento. Dispositivi di valutazione delle competenze L’atto valutativo non è solo il voto, è anche comparazione, classifica ecc.. per cui anche al nido si valuta, solamente non si assegna un voto. Questo porta alla necessità di valutazione per verificare e accompagnare il piano didattico al fine di accrescerne il livello. I dispositivi di valutazione devono avere due proprietà: • Validità (raccogliere informazioni su oggetto di valutazione, dominio di contenuto) • Attendibilità (precisione nella misurazione, dev’essere sempre lo stesso risultato per lo stesso parametro). Metodi di valutazione: • Valutazione criteriale (confronta il risultato con standard convenzionalmente stabiliti) • Valutazione normativa (confronta il risultato con la media generale dei risultati) • Valutazione del progresso (misura il progresso/regresso delle abilità). Interrogazione: gli atti di misurazione (determinazione di un punteggio in relazione agli indicatori osservati) e valutazione (attribuire un valore al punteggio) vengono uniti. Sotto l’ipotesi di Pellerey, secondo il quale la competenza ha 3 poli, anche il dispositivo di valutazione deve avere 3 poli per essere valido; ogni stato attribuisce un peso diverso a ciascuno dei tre: • Oggettivo: prova standardizzata e osservazione sistematica • Soggettivo: colloquio e prova standardizzata; • Sociale: simulazione con valutazione esterna (es. tirocinio o prove fra pari). Voto: fornisce spesso profili troppo limitati; non tenenti conto dell’influenza dello stato fisico/mentale momentaneo la valutazione non dovrebbe essere frutto di una sola prova, ma più piccole prove messe assieme per avere un risultato più attendibile. Il profilo andrebbe poi verificato con l’andatura media dell’individuo e il metodo di studio.
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