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QUASIMODO, SABA, UNGARETTI, MONTALE, Appunti di Italiano

Appunti di italiano su vita e opere dei seguenti autori: Salvatore Quasimodo Umberto Saba Giuseppe Ungaretti Eugenio Montale

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 09/05/2020

Alessio.Argenti
Alessio.Argenti 🇮🇹

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Scarica QUASIMODO, SABA, UNGARETTI, MONTALE e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! SALVATORE QUASIMODO Salvatore Quasimodo nasce nel 1901 a Modica (Ragusa) e muore a Napoli nel 1968. La sua produzione poetica può essere suddivisa in diverse fasi: 1. Anni ’30 e ’40 (fino alla pubblicazione nel 1942 della raccolta “Ed è subito sera”): influenzata dalla poesia greca antica, dall’ermetismo e dal simbolismo francese.  Ricorre all’analogia, ai simboli, all’allusione, ai versi brevi e frammentari  Dona un valore assoluto alla parola  La parola è musicale ed evocativa. I temi fondamentali sono:  Solitudine esistenziale  Passato rievocato attraverso la memoria  Nostalgia del paesaggio siciliano  Rimpianto per l’infanzia e l’innocenza perduta Ed è subito sera: presenti i tratti salienti della sua poetica. Abolita ogni prospettiva di tipo realistico. Evidente l’influsso della lezione ungarettiana. 1. Dopoguerra (dalla pubblicazione nel 1947 della raccolta “Giorno dopo giorno”): influenzata dal Neorealismo. Le caratteristiche principali sono:  la poesia diventa più corale e intimistica  il verso è più ampio e lineare  vengono ripresi i metri tradizionali (endecasillabo)  le parole sono concrete e immediate  il tono è retorico. I temi fondamentali sono:  Esperienza dolorosa della guerra  Tematiche storiche e sociali Alle fronde dei salici: condizione del poeta di fronte allo strazio della guerra. Nuova direzione dell’esercizio poetico, riscoprire la solidarietà. Ispirazione di tipo biblica e religiosa. Sviluppo si sviluppa in forma più comunicativa. UMBERTO SABA Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883 e muore a Gorizia nel 1957. La nascita a Trieste è l’elemento biografico che più influenza la poesia di Saba: fa da paesaggio ai suoi testi, a volte la umanizza. Tutto quello che la città offre è per Saba un’occasione di poesia: il porto, i vecchi caffè, i mercati, la strada. Trascorre un’infanzia difficile e malinconica a causa dell’abbandono del padre e dell’austerità e severità della madre. Formazione letteraria: Dante, Petrarca, Ariosto, Tasso, Foscolo, Pascoli e D’Annunzio. 1907-1908 leva militare che rifletterà nei Versi militari. La sua poesia è ispirata al canone formale della tradizione allontanandosi dal Simbolismo, che invece influenza molto Ungaretti e gli ermetici. L’utilizzo delle anastrofi, della rima e degli enjambement fanno della lirica sabiana un andamento polifonico. Saba introduce un nuovo tipo di poesia: la “poesia onesta”. Essa è una poesia capace di non far sforzare mai l’ispirazione ma è uno strumento di scavo interiore per superare le ambiguità dell’apparenza e arrivare al nocciolo delle questioni. Questo concetto di poesia come mezzo di conoscenza non ha niente in comune con la concezione dei simbolisti e degli ermetici, che attribuiscono alla parola poetica il compito di suggerire il mistero di una realtà inconoscibile dal punto di vista razionale. Per Saba la psicoanalisi gli fornisce strumenti raffinati per <<smascherare l’intimo vero>> e per approfondire quella <<chiarezza psicologica>> che già caratterizzava la sua produzione poetica. L’opera di Nietzsche fornì al poeta concetti e strumenti di penetrazione psicologica. “Il Canzoniere” è l’opera più importante, nella quale si esprime la funzione della poesia, è considerato un romanzo psicologico. La poesia, per Saba, è strumento di analisi e di conoscenza di se stessi attraverso il ripensamento e la chiarificazione dei momenti essenziali della vita. Nasce così l’autobiografismo, ovvero la presenza di elementi narrativi e di precise coordinate spazio- temporali, la creazione di un personaggio fondamentale (la moglie Lina). Si può infatti definire un’opera unitaria poiché narra la storia di una vita. Tutto ciò ha spinto l’autore a definire la raccolta un romanzo. L’opera presenta alcune caratteristiche fondamentali: è suddivisa in una serie di sezioni disposte in ordine cronologico, riferite a diversi periodi della vita dell’autore; cura particolarmente gli equilibri numerici, le simmetrie e le rispondenze interne; numerosità di temi e figure, come quella della nutrice o delle fanciulle (autobiografismo e simbolismo). I temi fondamentali sono: l’autobiografismo dell’infanzia, Trieste, il conflitto tra eros e thanatos, la presenza di un personaggio fondamentale (la moglie), la vitalità del quotidiano, la poesia come strumento di scavo interiore. Gli elementi stilistici sono:  Versificazione regolare (conservatorismo metrico)  Non pratica mai il verso libero, né utilizza versi che eccedono la misura dell’endecasillabo  Utilizzo dell’enjambement  Utilizzo della rima A mia moglie: immagine femminile del tutto inconsueta e originale, donna vista tramite un processo di idealizzazione o di cristallizzazione. La poesia fa pensare a un improvviso ritorno all’infanzia. Lo sguardo del fanciullo non finge uno stupore innocente. I paragoni con gli animali servono ad illustrare le qualità fisiche della donna. Linguaggio semplice. La capra: Impostazione rovesciata della poesia prima. Situazione irreale. Capra umanizzata infelice credibile il dialogo con il poeta. Procedimento realizzato con chiarezza e forza di coesione. Ultima strofa: analogia della capra con qualsiasi altro male. Viso semita: novità, semita=fraterno. Città vecchia: il discorso sugli umili coglie gli aspetti più sordidi e brutali dell’esistenza. Tema dell’eros e thanatos. GIUSEPPE UNGARETTI -Nato il 08/02/1888 ad Alessandria D’Egitto dove i genitori gestivano un forno. -Legge Leopardi e Nietzsche. -1912 si trasferisce a Parigi, legge Baudelaire e Mallarmé. Frequenta gli ambienti dell’avanguardia. -1914 contatti con il movimento futurista fiorentino. Torna in Italia per arruolarsi e partecipare attivamente alla guerra, viene mandato sul Carso dove prendono forma i suoi primi componimenti. -1921 si trasferisce a Roma, aderisce poi al fascismo poiché crede che la dittatura possa rafforzare la solidarietà nazionale, dalla quale si era sentito a lungo escluso. La morte del fratello e del figlio segneranno la sua prima raccolta del dopoguerra. L’ALLEGRIA (1931) -Carattere autobiografico letteratura e vita sono strettamente connesse tra loro. La poesia ha dunque il compito di illuminare e illustrare l'essenza stessa della vita. -Sorta di nuova e versificata “ricerca del tempo perduto”. -Estrema riduzione della frase alle funzioni essenziali della sintassi e della parola capacità di sintesi della poesia risulta essere inscindibile rispetto all’essenza profonda dei contenuti che intende comunicare ed è conseguita da Ungaretti attraverso il mezzo espressivo dell’analogia tale procedimento va oltre la simbologia e le metafore utilizzate dalla letteratura precedente. -Contrapposizione con l’800= modo di fare poesia sintetico, che sa mettere in contatto immagini lontane, le quali apparentemente non hanno alcun rapporto tra di loro. -Per Ungaretti il poeta è una sorta di “sacerdote” della parola poesia significato magico ed esoterico la poesia assume il valore di una improvvisa “illuminazione”, in cui la poesia riesce a raggiungere la totalità -Il poeta si protende a cercare un “varco” che consenta di uscire dalla prigionia esistenziale: un “miracolo”. Ma questo “varco” non si apre, al massimo può nutrire l'amara speranza. -A differenza della linea simbolista, che arriva sino a Ungaretti, Montale non può avere fiducia nella parola poetica come formula magica capace di arrivare all'essenza profonda della realtà. Tanto meno la poesia è in grado di proporre messaggi positivi: può solo offrire definizioni in negativo di un modo di porsi di fronte alla realtà. -Poetica degli oggetti: essi vengono citati nella poesia come equivalenti di concetti astratti o della condizione interiore del soggetto. -Correlativo oggettivo, elaborato da Eliot negli stessi anni, serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi che hanno la funzione di evocare una emozione particolare. -Ricerca di suoni aspri, di ritmi rotti e antimusicali, di un andamento a volte prosastico. -Si possono incontrare termini rari, letterari e aulici. I limoni: rifiuto di una versificazione aulica e sublime propria dei poeti “laureati”, fatta di nobili presenze e di termini selezionati. Ad essa Montale contrappone una realtà comune e scarnificata costituita da un paesaggio povero e scabro. “Limoni”: emblema di una realtà nuda e aspra, ma intensamente viva e colorata (simbolo di rinascita). Utilizzate parole inusuali per solleticare l’udito del lettore. Silenzio momento di separazione in cui potrebbe avvenire l’epifania. Non chiederci la parola: la parola non è più la formula magica che ci introduce nell'essenza ultima e segreta della realtà (come in Ungaretti), ci fa attingere all'assoluto. Teologia negativa. Poeta povero che parla per oggetti. Non c’è un io lirico ma noi. Squadri critica al fascismo. Correlativo oggettivo la vita è arida e la poesia è ormai solo un ramo secco. Meriggiare pallido e assorto: l'aridità del paesaggio come simbolo di una condizione esistenziale desolata e l'impossibile ricerca della verità. La vita è una strada predisposta e costeggiata da un muro con sopra cocci aguzzi da cui nessuno può evadere (correlativo oggettivo). Spesso il male di vivere ho incontrato: male interno, la vita è male, il malessere esistenziale che si manifesta negli aspetti più comuni della natura e il distacco e l'indifferenza di fronte alla miseria del mondo. 3 correlativi oggettivi per il male di vivere e 3 per la divina indifferenza. Gloria del disteso mezzogiorno: poesia dedicata alla natura e al rapporto che il poeta intrattiene con essa. Motivo dell’aridità. Vi è una accentuata distanza dal panismo dannunziano. LE OCCASIONI (1939) Secondo Montale -Il titolo allude a poesia collegate a determinate occasioni dell'esperienza dell'autore, ma in realtà il legame con i fatti autobiografici è taciuto o implicito = il poeta disse che occorreva esprimere l'oggetto e tacere l'occasione poetica degli oggetti, già presente negli Ossi di seppia, che qui viene portata alle estreme conseguenze. -Influenza di Eliot (correlativo oggettivo) -Netto innalzamento stilistico puntando su un registro decisamente elevato e monolinguistico. -Nelle Occasioni, la creazione di un immagine sublimata di donna-angelo diventa un motivo centrale nella produzione montaliana, di una nuova Beatrice dotata di virtù miracolose, l'intelligenza e la chiaroveggenza, capaci di indicare una via di sicurezza dall'inferno quotidiano -Netta polarizzazione: da un lato una condizione esistenziale imprigionata nel fluire sempre uguale del tempo, dall'altra l'attesa dell'epifania luminosa della donna-angelo Non recidere, forbice, quel volto: esprime l'angoscia per la memoria che non riesce a conservare l'immagine del volto amato. Esperienza dolorosa suggerita da tre immagini: forbice, il freddo e l'albero; “nebbia” = svanire dei ricordi. La casa dei doganieri: impossibilità di salvare i ricordi cari; difficoltà di trovare un varco; monotono ripetersi del tempo; sostanziale identità tra la condizione di vivo e morto. La donna rimanda a Silvia di Leopardi, fanciulla morta che riemerge dal passato, Montale però la rovescia di segno. Il soggetto resta prigioniero nello scorrere monotono del tempo che non procede mai. Netta prevalenza della poetica dell’oggetto. LA BUFERA E ALTRO (1956) Il terzo Montale -Non costituisce una rottura netta rispetto alle Occasioni, però vi si differenzia sensibilmente, tanto che la critica ha potuto parlare di “terzo” Montale = mutamento del contesto storico da cui il libro nasce. -Ritorna la figura della donna-angelo, che ora si carica di valori scopertamente cristiani, come garanzia dell'incarnarsi di tali valori nella storia e della possibilità di una salvezza per tutti. -Svolta fondamentale nella tematica montaliana: recupero dell'infanzia ligure grazie alla memoria, mediante la rievocazione dei cari morti, la madre, il padre, la sorella, visti come depositari di saggezza quotidiana di vita, contro lo svuotamento dell'esistenza determinato dalla massificazione e dalla meccanizzazione della modernità alienante. -Alla figura dell'angelo salvifico si contrappone una rivalutazione della vitalità istintuale. Si impone una nuova figura femminile (Volpe) proponendosi come una sorta di “anti-Beatrice”. L’anguilla: svolta fondamentale nel suo percorso, critica al regime fascista e nazista. Montale vede impraticabili i valori umanistici, aristocratici e sublimati. Un’alternativa la trova nell’adesione alle forze elementari istintive e naturali dell’eros. Anguilla via di salvezza per i valori e per la poesia. SATURA (1971) Ultimo Montale -Scrittura nel '66 degli Xenia, testi molto brevi in cui il poeta si rivolge alla moglie morta, cercando ancora un recupero (sempre più difficile) degli affetti nell'aldilà -Montale conferma e accentua il suo pessimismo storico. I suoi obiettivi polemici sono: le aberrazioni di quella società dei consumi che ha perso di vista non solo i valori fondamentali ma anche ogni forma di dignità e di credibilità, la massificazione che omologa modi di pensare e comportamenti, il bombardamento dei mass media, il diffondersi di mode culturali ridotte a luoghi comuni. -Nella raccolta ha grande rilievo la figura della moglie, Drusilia Tanzi, la Mosca. La funzione della sua immagine è antitetica rispetto a quella della donna-angelo salvifica: se Clizia rappresentava la chiaroveggenza intellettuale, Mosca insegna semmai una minima saggezza quotidiana, un'ironica arte di vivere che è l'unica a permettere di resistere all'insensatezza e alla degradazione dominanti. Xenia 1: la compagna di un tempo riemerge dal passato come ricordo fantasmatico che rende però impossibile ogni colloquio. La storia: posizione profondamente antiaristocratica del poeta, svaluta il concetto di sviluppo storico. La storia procede infatti in maniere disordinata e imprevedibile. Netto dissenso per le ideologie positive. Ho sceso dandoti il braccio: traccia con tenerezza la figura della moglie in una dimensione di quotidianità. Il poeta offriva alla moglie il braccio per scendere le scale, metaforicamente condivideva con lei le difficoltà quotidiane nel viaggio della vita e ora, solo, ne sente la mancanza. Miopia della moglie permetteva lei di vedere con gli occhi dell’anima il senso profondo del reale Montale acquista la capacità di vedere non teme più gli inganni e gli insuccessi, e ora le preoccupazioni della vita gli, appaiono trappole prive di significato. Attraverso la metafora del viaggio la realtà non è quella che si vede con gli occhi e si percepisce con i sensi, fatta di impegni e casualità, insidie e delusioni, ma è qualcosa che va al di là delle apparenze e resta misterioso per l'uomo.
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