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Relazioni di Viaggio: Alvise da Mosto e Amerigo Vespucci, Sintesi del corso di Storia della lingua italiana

Due relazioni di viaggio scritte in veneziano, una di alvise da mosto e una di amerigo vespucci. La prima descrive la seconda spedizione di mosto nei paesi nuovamente ritrovati, mentre la seconda riguarda le isole nuovamente trovate da vespucci. Entrambe le opere contengono descrizioni dettagliate dei viaggi, attenzione per le distanze e i punti di interesse nautico, e un uso intenso di termini latini e iberici. Un interessante esempio di lingua veneziana del 500, con una morfologia verbale iberica e un lessico tipico della navigazione atlantica.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 16/01/2024

beatrice-cigognani
beatrice-cigognani 🇮🇹

4.5

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Scarica Relazioni di Viaggio: Alvise da Mosto e Amerigo Vespucci e più Sintesi del corso in PDF di Storia della lingua italiana solo su Docsity! TROVATO RELAZIONI DI VIAGGIO 4.1 dai paesi novamente ritrovati: la seconda spedizione di Alvise da Mosto nel primo capitolo delle sue narrazioni ci fornisce un ragguaglio sulla sua vita prima delle sue navigazioni fuori dallo stretto di Gibilterra per conto dei portoghesi. narrazioni stese dopo il rientro a venezia negli anni ‘60 del 500. tramandato dadlla raccolta a stampa “paesi novamenti ritrovati” e “navigazione e viaggi” Dedica molte attenzioni alle tappe di un viaggio, alle distanze e ai punti di interesse nautico. il navigatore scriveva in un veneziano foneticamente e morfologicamente molto saldo, aperto solo nel lessico al latino e alle lingue iberiche. i tratti locali sono attenuati grazie alle revisioni editorali. nel vocalismo è ignorata la dittongazione toscana: bon - bona ricca di doppioni la morfologia verbale sono parte della morfologia iberica il lessico della navigazione atlantica “come antoniotto genovese et alvosi da mosto trovarono nove isole” 4.2 amerigo vespucci: dalla lettera delle isole nuiovamente trovate vespucci uomo di cultura e di retorica quindi le lettere possono essere sue. valore etnografico. la lettera al soderini è la più ricca delle lettere volgari di amerigo ed è di grande interesse entografico. la veste lingusitica del testo unisce la base di grafie, suoni e forme fiorentini quattro-cinquecenteschi + termini e modi iberizzanti. suoni fiorentini: - la chiusura di -e protonica in -i - art det masch: el la profondità del contatto linguistico iberico e i prestiti lessicali rendono difficile la tsi per cui i testi non fossero di paternità di vespucci. il lessico è quello della marineria che si presenta nei coneìtesti della navigazione e dell’ormeggio. es: surgere = gettare le ancora. rientrano itra gli iberismi del csotume e della vita di tutti i grioni. i fprestiersmi, es colcioni = materassi. è possibile che si spieghino per convergenta tra italiano e spagnolo alcune forem. testo: stanno in viaggio 17 mesi per conto del don ferrando di castiglia che madnò 4 navi a scoprire nuove terre. arrivano alle isole di gran canaria, nell’oceano, ci rimasero 8 giornie ripartirono con il Libeccio. giunsero ad un’altra terra ferma dove torvarono degli indigeni disnudi che non erano pronti al fialogo e all’accoglienza e perciò partirono il girono dopo. navigarono altri due giorni e approdarono su una terra; agli indigeni diedero delle loro cose tipo sonagli e specchie queati si mostrarono aperti al fialgogo. descrive poi gli indigeni: mezzi nudi, di mezza statura, carne di colore rossa, le loro armi sono archi e saette, non hanno ferro, hanno lance con spuntoni che usano contro la gente che non parla la loro lingua, sono crudeli e non personano la vita a nesseno. la causa delle loro guerre non è la cupigia di regnare, lo facevano per vendicare la morte dei padri. non hanno ne re ne signore, vivono la prorpia libertà. non hanno un sistema di giustizia e di punizione. palrano poco ma usano i nostri stssi accenti perchè formano le parole “come noi” nel palato e nei denti. il modo di vivere è barbaro: non hanno un’ora precisa a cui mangiare ne un numero di volte precise, mangiano quando ganno voglia. dormono su una rete ma è più comoda dei colcioni (materassi). non fanno matrimonio ma ognuno prende la donna che vuole e la ripudia quando vuole senza vergonga e lo stesso fanno le donne. sono nude e non si vergognano. 5.1 la relazione dalla spagna di un diplomatico genvoese la relazione inviata dalla corte di spagna di un diplomatico genovese matino centurione è un buon esempio del sorvegliato italiano dei diplomatici. il rifiuto dei tratti locali è deciso. frequenza di parole ed espressioni latine. l’ambasciatore ha abitudini grafiche antiquate - come l’h superflua (alchuna), - il ricorso a x non etimologica per rendere la s intervocalica: provixione - la conservazione di nessi latineggianti: -bs- observatione - nella morfologia tratti dettentrionali, l’articolo -el - pochissimi tratti riconducibili alla parlata o alla scrittura locale: figiola per fifioa - lessico tipico per linguaggio diplomatico: es, ‘marca’ per ritorsione. - sintasssi sul calco latino e lo stile è sostenuto. - inserisce proprio parole in latino “in primis” , “maxime”... testo: parla per conto delle signorie di spagna 5.2 capitoli di interrogatorio sull’amminstrazione della doga nell’epoca di carlvo V si estende il dominio del governo centrale che controlla l’andamento dell’amministrazione per reprimere abusi e negligenze degli ufficiali. nel 1545 arriva in siciali a il visitatore con diego de cordova, che riuscirà a scoprire frodi di ogni tipo. nell’archivio di palermo c’è un documento relativo agli interrogatori sulla dogana di messina: è un esempio di siciliano burocratico italianeggiante del 500. grafie. - si alterna l’antico sicialiano K a CH: ch oltre a rappresentare K, rappresenta anche CI (gachendo, mercharii) e anche KJ ( chamano, chudano). - la J sembra prevale su I ad inizio parola: jorno, juntano - X per ∫: canuxino ‘conosciamo’ - vocalismo siciliano tonico: la O si chiude in U (pisaturi) / E < I (guardari) - nel lessico i sicialinismi stetti sono rari, frequenti gli iberismi tecnici, letinismi della tradizione cancelleresca e giuridica - nella sintassi: influssi iberici tipo l’uso di stare per essere + lo davanti a relativo ‘lo che’ testo: 6.1 dalla seconda redazione dell’arcadia di sannazaro momento dell’entrata in scena della vellissima amaranta. - nel vocalismo atono spicca la presenza di latinismi fonetici - tensione del fiorentino 300tesco forte anche nella morfologia e nella sintassi. - devizioni dal 300tesco: lei come soggetto e ‘gli’ al posto di ‘le’ - freuqnte del suo stile, anticipare l’aggettivo: verdi pradi, bianca mano - ci sono trapianti delle opere di boccaccio, che è fruito come repertorio linguistivo e stilistico unitario. 6.2 dall’editio princeps degli asolani del bembo analisi della prima edizione degli asolani (A) del 1505 che ha criteri lingusitici ancora approssimativi e si fa il raffronto con le 3 edizioni successive, corrette e modificate (B;C).
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