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Guide e consigli
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radiologia interventistica, Appunti di Radiologia

tramite questo documento vengono spiegate tutte le tecniche e tutte le informazioni sulla radiologia interventistica

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 19/06/2023

benedetta-mele-3
benedetta-mele-3 🇮🇹

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Scarica radiologia interventistica e più Appunti in PDF di Radiologia solo su Docsity! Domande 1) La misura in french è utilizzata per? a) Misurare il diametro dei cateteri b) Misurare il diametro delle guide c) Misurare il diametro degli aghi 2) La tecnica di Seldinger è utilizzata per… Incannulare le arterie; spesso l’ arteria femorale 3) L’ ago di chiba è utilizzato per? 4) Il calibro di 3 french corrisponde circa a? Il calibro di 3 french corrisponde circa a 1.0 mm 5) Quale catetere è normalmente utilizzato per lo studio selettivo dei vasi cerebrali? 6) Lo stent può essere… a) Auto espandibile b) Espandibile con palloncino c) Entrambi 7) Gli stent possono essere fabbricati in 8) Il pallone da angioplastica presenta… a) 1 lume b) 2 lumi c) 3 lumi 9) La siringa con manometro serve per… a) Misurare la pressione b) Gonfiare i palloncini c) Dilatare i cateteri 10) Gli stent metallici possono essere inseriti nelle vie biliari? 11) La principale causa di ittero maligno è… A) K pancreas B) K vie biliari C) K colicisti 12) Nel trattamento radiologico del varicocele la sclero embolizzazione consiste… 13) La sclero embolizzazione può essere effettuata… a) Per via transomerale b) Per via transfemorale c) Entrambi 14) La posizione anatomica all’ inguine dall’ esterno all’ interno di arteria, vena e nervo è… NAVE cioè nervo, arteria e vena. 15) In caso di rottura di un arteria in angioplastica può essere utilizzato… a) Uno stent b) Uno stent ricoperto c) Spirali embolizzanti 16) In caso di fonte di sanguinamento gastrointestinale da un ramo arterioso si possono utilizzare… a) Particelle embolizzanti b) Spirali metalliche c) Palloncini staccabili 17) Per trattare gli aneurismi utilizzo… A) Particelle embolizzanti B) Spirali C) Palloncini 18) Per la chiusura di malformazioni vascolari cerebrali si utilizzano… a) Colle acriliche b) Spirali metalliche c) Particelle embolizzanti 19) Per la chiusura di malformazioni vascolari non cerebrali si possono usare… a) palloncini embolizzanti b) spirali metalliche c) particelle embolizzanti 20) Nel trattamento dell’epatocarcinoma l’iniezione del farmaco embolizzante viene effettuata… a) In un ramo della vena sovraepatica b) Nella vena porta c) Nell’ arteria epatica 21) Il trattamento radiologico dell’epatocarcinoma sostituisce il trattamento chirurgico… Solo in alcuni casi selettivi. 22) La chemioembolizzazione dell’epatocarcinoma può essere effettuata a) Solo una volta apparecchiature radiologiche hanno a funzione di guida anatomica e di mezzi di controllo di procedure terapeutiche o bioptiche. 1 ) Come si esegue un’ arteriografia diagnostica di: Arti inferiori, Arti superiori, Aorta addominale-toracica, Vasi epiaortici, Vasi viscerali Per effettuare un arteriografia prima di tutto si effettua una palpazione dell arteria femorale di destra; successivamente, attraverso la tecnica di seldiger, mediante un ago cannula si effettua una puntura trans parietale arteriosa; si inserisce una guida con l apposito catetere. Attraverso l iniettore si manda il mezzo di contrasto, il quale avrà un flusso diverso a seconda della zona da visualizzare ( arti superiori, inferiori arota addominale-toracica, vasi epiaortici, vasi viscerali). Si effettua la DSA dalla quale si ottiene l arteriografia finale. Arterie palpabili: gomito arteria omerale ( polso omerale) radio arteria radiale (polso radiale) cavità poplitea arteria poplitea (polso popliteo) caviglia arteria tibiale (polso tibiale anteriore e posteriore) ascella arteria scellare (polso ascellare) 2)Angiografia panoramica, selettiva, superselettiva L angiografia è la rappresentazione a scopo diagnostico dei vasi sanguigni e linfatici tramite una tecnica che prevede l infusione di un mezzo di contrasto e la generazione di immagini mediche. L angiografia può essere: - Panoramica: riguarda tutta la zona interessata ( catetere pig tail) - Selettiva: riguarda un ramo della zona interessata ( catetere simons, hunter, cobra) - Super selettiva: riguarda solamente il punto da visualizzare (catetere co assiale; di piccolo calibro che si inserisce dal cal catetere da selettiva per arrivare ai vasi piu piccoli e sottili. 3)DSA (maschera, road mapping, post processing, pixel shift, ecc.) L'angiografia a sottrazione digitale (DSA) è l’esame che si effettua per studiare i vasi. E’ ottenuta sottraendo elettronicamente una radiografia senza mezzo di contrasto da una serie di radiografie eseguite dopo iniezione del mezzo di contrasto. In questo modo si evidenziano solo le arterie opacizzate, mentre il segnale del tessuto viene eliminato. È l'esame che oggi permette la migliore visualizzazione dei vasi cerebrali extra- e intracraniali e una localizzazione e rappresentazione esatta dei processi arteriosclerotici. È particolarmente utile quando sono presenti restringimenti (stenosi) multipli e nella preparazione diagnostica a un intervento di chirurgia vascolare. Comporta un certo rischio di complicanze (disfunzione neurologica transitoria o permanente in 1-2% dei casi), in quanto il mezzo di contrasto viene iniettato direttamente nelle arterie e può causare spasmi vascolari, embolie o reazioni allergiche. Maschera Sequenza Sottrazione Senza MDC iniettata digitale La DSA richiede l’utilizzo di un sistema si attrezzature e componenti estremamente sofisticate e opportunamente compatibili fra loro: -TAVOLO RADIOLOGICO TELECOMANDATO/ DIGITALLIZATO -COMPUTER CENTRALE (consente l’esecuzione delle operazioni digitali: acquisizione, elaborazione, post processing memorizzazione). -INIETTORE PER MDC E REGOLATORE DEI PARAMETRI VITALI -CARRELLO ANGIOGRAFICO -COPERTURE STERILI -GUIDE -INTRODUTTORE -CATETERI ROAD MAPPING Metodica di visualizzazione di vene e arterie attraverso l utilizzo di un mdc (iodato), al fine di effettuare una mappatura completata dei vasi sanguigni. Memorizza un immagine sottratta e vi sovrappone una radioscopia in tempo reale permettendo il controllo della progressione e posizione di catetere e guide. POST PROCESSING È l insieme dei processi per attuare dei miglioramenti all immagine finale ( modulare la scala di grigi, la luminosità, negatività dell immagine). PIXELS SHIFTING Consente di spostare la posizione dell immagine maschera rispetto alla sequenza iniettatta per compensare movimenti del paziente. 4)L'angiografo digitale fisso, portatile da sala operatoria, telecomandato digitalizzato con funzioni angiografiche L’angiografo è un’apparecchiatura radiologica dotato di un arco a c, costituita da tubo radiogeno posto al di sopra di un lettino portapaziente radiotrasparente che consente la realizzazione di proiezioni multiple anche in automatico, ottenendo la visualizzazione dei diversi distretti vascolari opacizzati in tutta la loro estensione in tempi estremamente veloci. Il tubo radiogeno è posizionato sotto il lettino porta paziente e l intensificatore di brillanza al di sopra, cosichè la radiazione investe prima il paziente, poi le mani dell operatore e infine il detettore. Si tratta di una macchina digitale sofisticata e costosa, dotata di particolari software in grado di acquisire immagini “in sottrazione”, grazie a una funzione che esalta l’immagine vascolare sottraendo quella dei tessuti molli e scheletrici circostanti. Questa metodica è resa possibile grazie all’utilizzo di particolari cateteri estremamente sottili che consentono di raggiungere per via endovascolare il distretto da esaminare e attraverso la somministrazione del mezzo di contrasto visualizzare e studiare in modo selettivo i vasi con le loro diramazioni. L’angiografo può essere: -FISSO in sala angiografica -MOBILE per la sala operatoria 5) L'iniettore angiografico e la centralina di monitoraggio per le funzioni vitali E’ uno dispositivo destinato all’iniezione del mezzo di contrasto attraverso un tubicino nell’ arteria del paziente, al fine di migliorare costantemente le I cateteri a palloncino sono generalmente utilizzati per operazioni di angioplastica; in questo modo si elimina il “blocco" alla circolazione sanguigna e si consente nuovamente il normale circolo. Il catetere viene infilato all'interno del corpo umano, (generalmente attraverso l'arteria femorale) e condotto finché la parte con il palloncino non si posiziona in prossimità dell'occlusione. Una volta che il catetere ha raggiunto l'ostruzione, il palloncino viene gonfiato a circa 4 atm: in questo modo l'arteria si dilata, in modo da riconsentire il normale flusso ematico; una volta raggiunta la dilatazione desiderata il palloncino viene sgonfiato e il catetere estratto. AGHI L ago utilizzato in agiografia è quello di SELDINGER. È costituito da una canula mettalllica e da un madrino posizionato all interno della canula mettilca. Questo viene introdotto attraversa la tecnica di seldinger. STENT Lo stent è una struttura metallica cilindrica a maglie, che viene introdotta negli organi a lume (cioè gli organi cavi propriamente detti o visceri, come l'intestino, oppure i vasi sanguigni) e viene fatta espandere fino a che il suo diametro è pari a quello del lume. In questo modo si può, per esempio, ridurre una stenosi, escludere un aneurisma o mantenere pervio il viscere. Gli stent possono di diversi tipi: -AUTOESPANDIBILE, costituito da un materiale (nitinol) che a basse temperature ( -20,-30 gradi) assume le caratteristiche di un metallo duttile e malleabile, per cui puo essere manipolato facilmente. A temperatura corporea lo stent tende ad espandersi e dilatarsi. Questo tipo di sten è racchiuso in un doppio catetere: un anima interna del catetere su cui è posizionato lo stent, e un tubo sterno che avvolge il tutto. Lo stent è dotato di due marchetti posizionati alle due estremità che consentono di individuare il giusto posizionamento. Una volta che viene correttamente posizionato, viene sfilato il catetere esterno cosi che lo stent si possa autoespandere. Questa tipologia di stent ha la capacità di curvarsi senza chincarsi. Per questo motivo viene utilizzato maggiormente nelle curvature delle arterie. -ESPANDIBILE SU PALLONCINO, costuito in acciaio e montato direttamente sul palloncino. Nel moneto in cui viene dilatato il palloncino, la forza radiale dello stesso dilata lo stent facendolo aderire perfettamente alle pareti delle arterie. Questa tipologia di stent viene utilizzato per il trattamento di vasi in assenza di curvature. -RICOPERTO, costituito da una struttura esterna in teflon (materiale biocompatibile), con la funzione di un vero e prorpio endo baypass. Utilizzato per il trattamento di aneurismi. Una volta ristabilito il flusso sanguigno ,lo stent essendo di materiale biocompatibile, è possibile la formazione di trombi. SIRINGA MANOMETRO È uno strumento utilizzato per il gonfiaggio del palloncino. È costituito da un una siringa dotata di manometro che ha la funzione di rilevare la pressione con la quale viene gonfiato il palloncino. Ne esistono di diversi tipi, ma quella maggiormente utilizzata è a base quadrata con lo stantuffo a vite. 7)La tecnica di Seldinger La tecnica di Seldinger è una procedura percutanea per ottenere un accesso sicuro alle arterie. La tecnica prende il nome dal Dr. Sven Ivar Seldinger (1921-1998), un radiologo svedese, che per primo introdusse la procedura. PROCEDURA: 1) il paziente viene disteso in posizione supina, viene disinfettata la cute del punto interessato. 2) viene individuata l arteria femorale destra attraverso la tecnica NAVE ( nervo, arteria, vena) e con due dita si comprime la parte superiore e inferiore del punto di iniezione (arteria femorale dx) in modo tale da sentire la pulsazione dell’arteria per accertare la corretta individuazione del punto di iniezione. individuata l arteria si inizia la manovra vera e propria: 1) Viene introdotto l ago con un inclinazione di 45 gradi, sia attraverso la parete anteriore che posteriore dell arteria. 2) Si estrae il mandrino e si ritrae posteriormente la cannula. 3) Quando il sangue zampillerà, si esegue la manovra di abbattimento del ago, cioe l ago viene abbattuto sulla cute cosi che la guida e il catetere possono essere introdotti in posizione parallela rispetto all asse del vaso. 4) Viene inserita la guida all interno del vaso e successivamente sfilato l ago. 5) Viene posizionato l introduttore in modo tale da ottenere l acceso al vaso con i vari cateteri. In alternativa alla pulsazione può essere utilizzata la puntura ecoguidata, attraverso una sonda ecografica che consente di individuare la posizione del vaso interessato. 8)Gestione del paziente prima, durante e dopo le procedure angiografiche ed interventistiche il TSRM deve gestire adeguatamente la sala di attesa interagendo con i pazienti in maniera efficace. Durante la procedura angiografica deve svolgere gli esami con fermezza e serietà, stare sempre in stretto contatto con il paziente senza perderlo mai di vista, ottimizzare le apparecchiature e i sistemi di radioprotezione per se stesso e per il paziente, fornire immagini radiografiche accurate e refertabili, collaborare con gli altri operatori della sala ed essere sempre in allerta per eventuali complicanze in modo tale da poter intervenire con prontezza. Dopo aver effettuato la procedura angiografica e interventistica il TSRM deve effettuare il post processing al fine di migliorarne la qualità dell immagine radiografica, inserire i dati anagrafici sia su pellicola sia sul sistema di archiviazione dati PACS e archiviare l immagine. 9)Ruolo del tecnico radiologo nella sezione di Radiologia Interventistica Il tecnico radiologo svolge un ruolo fondamentale in radiologia interventistica in quanto il successo dell operazione dipende per il 33% dal medio, dal 33% dall infermiere e dal 33% dal tecnico radiologo. Il lavoro deve essere coordinato infatti il tecnico il medico e l infermiere prima di iniziare l intervento, attraverso un meeting pre esame, si stabiliscono le migliori proiezioni, i materiali da utilizzare rispetto al tipo e la sede della patologia trattata e come questi devono essere disposti sul carrello. La padronanza delle attrezzature, dell’ anatomia e fisiopatologia sono i requisiti fondamentali del tecnico per ridurre al minimo l insorgenza di complicanze insite nelle manovre interventistiche. Infatti il tsrm deve realizzare una idonea documentazione dell’esame usando livelli, finestre e manipolazione dell’immagine nel post processing. Il tecnico deve ottimizzare la sala radiologica e le apparecchiature per l esecuzione dell esame ( controllore la qualità delle immagine) al fine di ottenere la massima stabilità e confort del paziente. In molti casi i pazienti si trovano in uno stato di semi coscienza pertanto è richiesto l ausilio di strumenti accessori quali cinghie e imbracature con il fine di ottenere un immagine radiografica refertabile. L ottimizzazione di tutti gli strumenti a disposizione del tecnico radiologo (compresi i sistemi di radioprotezione: camice di piombo, occhiali anti x, occhiali para tiroide, dosimetro ecc.) è finalizzata anche alla ridotta esposizione alle radiazione da parte di tutto il personale e soprattutto del paziente in sala di radiologia interventistica. I procedimenti di radiologia di radiologia interventistica per la loro potenziale pericolosità richiedono un uguale prontezza, precisione e sicurezza sia da parte del medico radiologo che del tecnico. Inoltre TSRM deve instaurare un rapporto di fiducia e professionalità con il paziente finalizzato al successo dell operazione. il ruolo del TSRM in radiologia interventistica deve essere svolto con fermezza, serietà e stretta collaborazione con gli altri operatori. 10) tecniche radiologiche non invasive per lo studio dei vasi Angio-RM Sappiamo che all’interno del corpo umano e all’interno dei vasi una delle principali componenti è l’acqua la quale è formata da idrogeno, costituito da un protone a da un elettrone. Quando il corpo viene immerso in un campo magnetico questi protoni tendono ad orientarsi alcuni verso un campo nord mentre altri verso un campo sud. Questo è il caso in cui il corpo viene sottoposto ad una risonanza magnetica. Viene poi data una radiofrequenza da Se al termine dell’esame abbiamo visto solo la circolazione profonda, e non quella superficiale, vuol dire che non abbiamo nessuna complicanza (complicanza = trombosi delle vene profonde). In caso contrario, quindi nel caso in cui dovessimo vedere pure la circolazione superficiale, vuol dire che abbiamo una trombosi delle vene profonde. Questa trombosi provoca l’incontinenza delle valvole le quali fanno si che il MDC e anche il sangue refluiscano (inverto la direzione del flusso) nelle vene superficiali, le quali si potrebbero rompere o potrebbero sennò diventare vene varicose. I pazienti in cui si può manifestare questo tipo di patologia sono o persone allettate o persone che non seguono correttamente la terapia anticoagulante nel periodo post operatorio. Si posso inoltre avere delle reazioni avverse (lievi, moderate, gravi) ma sono molto molto rare. Cenni di ANATOMIA 13 )Anatomia vasi epiaortici l aorta nasce dal ventricolo sinistro andando a compiere un arco verso l alto che prende il nome di arco aortico. Da questo hanno origine tre vasi che si diramano in direzione delle braccia e del collo: 1) arteria anonima o tronco bracheo cefalico, il quale è il piu anteriore in quanto è situato in prossimità dello sterno. Dal tronco si diramano l arteria succlavia di destra e l arteria carotide comune di destra. 2)arteria carotide comune di sinistra, situata posteriormente al tronco bracheo cefalico. 3) arteria succlavia di sinistra Le carotidi dx e sx all altezza della c4 (mandibola) si ramificano in altre due arterie: carotide interna ed esterna. La carotide esterna ha la funzione di irrorare i muscoli facciali, la carotide interna continua a salire giungendo nella scatola cranica irrorando il cervello. Questa giunta nel cervello si dirama in altre2 arterie, celebrale anteriore e media (la media è la corretta prosecuzione della carotide interna, le altre due sono ramificazione). Nella biforcazione carotidea (punto di origine delle carotidi interne ed esterne) è situato il glomo carotideo, in cui vengono effettuate la maggior parte delle angioplastiche carotidee. Si devono aggiungere le arterie vertebrali 14)Anatomia vascolare venosa-arteriosa arto superiore Arterie l aorta nasce dal ventricolo siniistro andando a compiere un arco verso l alto che prende il nome di arco aortico. Da questo si originano le arterie succlavie dx e sx dalle quali si origina il circolo arterioso degli arti superiori. l arteria succlavia dx e sx, spurata la zona del polmone ed entrata nella zona ascellare, prende il nome di arteria ascellare dx e sx; l arteria scellare dx e sx prosegue lungo il margine mediale del braccio diventando a sua volta arteria omerale dx e sx (arteria con la quale si misura la pressione arteriosa); l arteria omerale si dirama in arteria ulnare e radiale dx e sx. Da queste infine si originano le arterie digitali. Vene La circolazione venosa dell’arto superiore si divide in circolazione superficiale e profonda. Quella superficiale è costituita da due vene fondamentali che si chiamano vena basilica (decorre sul versante mediale) e vena cefalica (sbocca al livello della succlavia). Questa circolazione superficiale sfocia poi nella circolazione profonda la quale è costituita dalle vene omerali che diventano poi vene ascellari e successivamente vene succlavie. n.b le vene della mano sono digitali e palmari. Queste tre vene confluiscono nella vena porta la quale porta il sangue al fegato, dove verrà filtrato dagli epatociti. Il ritorno venoso avviene tramite le vene epatiche che sfoceranno nella vena cava inferiore. Nella vena cava inferiore confluiscono anche le vene renali ( porta il sangue dei reni) e le vene iliache (sangue degli arti inferiori). La vena cava inferiore è un grosso tronco venoso – il più grande di tutto il corpo umano – che trasporta il sangue povero di ossigeno proveniente dalla parte inferiore del corpo (cioè dagli arti inferiori e da tutti gli organi che si trovano al di sotto del diaframma) al cuore. Situata per lo più nella cavità addominale – solo una piccola porzione decorre nella cavità toracica – corre verticalmente a destra della colonna vertebrale e dell’aorta addominale; la piccola porzione che decorre all’interno della cavità toracica arriva poi a sfociare nella porzione posteroinferiore dell’atrio destro del cuore. Ha una lunghezza media di 22 centimetri (di cui 18 decorrono nell’addome) e un diametro di circa 30 millimetri. 18)Anatomia poligono di Willis Il poligono di Willis (o circolo di Willis) è un vasto sistema di anastomosi (comunicazione tra vasi sanguigni) arteriose a pieno canale presente alla base della scatola cranica. Rappresenta la confluenza di tre arterie principali: l'arteria basilare, che è formata dalla confluenza delle arterie vertebrali destra e sinistra (prime collaterali della succlavia), e le due arterie carotidi interne (destra e sinistra). Il Poligono di Willis può essere ricondotto idealmente ad un eptagono avente come lati: anteriormente le 2 arterie cerebrali anteriori (destra e sinistra) che si uniscono attraverso l'arteria comunicante anteriore; posteriormente le 2 arterie cerebrali posteriori (destra e sinistra); tra arteria cerebrale anteriore e posteriore di ogni lato c'è l'arteria comunicante posteriore. Quindi andando in senso orario troviamo: 1. arteria cerebrale anteriore  di sinistra; 2. arteria comunicante anteriore ; 3. arteria cerebrale anteriore di destra; 4. arteria comunicante posteriore  di destra; 5. arteria cerebrale posteriore  di destra; 6. arteria cerebrale posteriore di sinistra; 7. arteria comunicante posteriore di sinistra. Tutti questi rami, ad eccezione dell'arteria cerebrale posteriore, ramo dell'arteria basilare, derivano dall'arteria carotide interna. La terminologia "poligono" è tuttavia anatomicamente poco corretta, e dovrebbe essere abbandonata in favore del nome più appropriato, ovvero "circolo". Difatti la grande variabilità anatomica dell'organismo umano raramente si traduce in forme poligonali (o riconducibili a poligoni) del circolo arterioso, che comunemente risulta addirittura incompleto per l'assenza dell'arteria comunicante anteriore. Questa vasta anastomosi garantisce un'equa distribuzione di sangue alle strutture encefaliche, che si realizza attraverso un continuo compenso pressorio tra le arterie carotidi e le arterie vertebrali. 19)Anatomia delle vie biliari Le vie biliari sono i condotti dediti al trasporto della bile dal fegato al duodeno. La bile viene prodotta dal fegato ed ha la funzione di emulsionare i grassi. La bile viene raccolta in un apposita sacca che prende il nome di colecisti, la quale nel momento della digestione si contrae ( stimoli colecisto cinetici) e riversa la bile nel coledoco ( via biliare principale) e sfocia attraverso la papilla di water nel duodeno. In particolare la bile viene prodotta dagli epatociti del fegato che contengono un polo vascolare e uno biliare; gli epatociti prendono la sostanza da depurare dal polo vascolare, la elaborano e producono Sali biliari e bile nel polo biliare. Dagli epatociti si formano i canalicoli biliari, i quali confluiscono nelle vie biliari di calibro sempre maggiore per poi confluire nel ramo epatico di destra e di sinistra, confluiscono nel dotto epatico comune ed infine nel coledoco e termina con la papilla di water. I dotto cistico (trasporta la bile dalla colecisti al coledoco) si inserisce nel coledoco. In condizioni normali la papilla di water è chiusa poichè lo sfintere di Oddi è contratto e di conseguenza la bile torna indietro confluendo nel dotto cistico e confluisce nella colecisti. 20) anatomia arteria epatica L’arteria epatica si origina dal tripode celiaco (posizionato subito dopo il diaframma), andandosi a biforcare formando arteria gastroduodenale e arteria epatica comune. A questo punto l’arteria epatica comune, insieme al coledoco e alla vena porta entrano nel fegato attraverso ilo epatico. Un volta entrata nel fegato si dirama in arteria epatica di destra e in arteria epatica di sinistra; successivamente queste due arterie si diramano in arterie con calibro sempre più piccolo andando a formare così i capillari sinusoidali i quali sono a stretto contatto con gli epatociti. In questo modo si ha l’irrorazione completa dell’organo. Cenni di PATOLOGIA 21 )Arteriosclerosi (placca e trombo) Anatomia delle arterie: - endotelio o tunica intima - tunica media: molto resistente e format da fibre elastiche e muscolari - avventizia (parete esterna) L'arteriosclerosi è un indurimento tessutale, o sclerosi, della parete arteriosa che compare con l'avanzare dell'età, come conseguenza dell'accumulo di tessuto connettivo fibroso a scapito della componente elastica. sciolgano i coaguli di sangue ed evitino il loro formarsi (trombolisi). Nel caso di embolie gassose si attua la terapia iperbarica. TROMBOSI La trombosi è un processo patologico che consiste nella formazione di trombi all'interno dei vasi sanguigni, che ostacolano o impediscono la normale circolazione del sangue. A seconda del tipo di vaso coinvolto si parla di trombosi arteriosa o venosa. Le trombosi venose o flebotrombosi, associate spesso a varici, sono più frequenti e si localizzano maggiormente negli arti inferiori. l trombo è una massa solida formata da fibrina contenente piastrine, globuli rossi e bianchi, che si forma per coagulazione del sangue.  I trombi possono formarsi in qualsiasi punto del sistema cardiovascolare e sono sempre ancorati alla parete del vaso. La formazione di un trombo ha cause riconducibili essenzialmente a tre alterazioni predisponenti principali, descritte dalla cosiddetta triade di Virchow: - Lesione dell'endotelio - Ipercoagulazione - Alterazione della crasi ematica (rapporto tra i vari elementi del sangue) I trombi vengono trattati con un farmaco anticoagulante, chiamato eparina, che previene la formazione di trombi. 23)Embolia polmonare L’embolia polmonare (EP) è l'ostruzione (completa o parziale) di uno o più rami dell'arteria polmonare, da parte di materiale embolico proveniente dalla circolazione venosa sistemica. Se tale ostruzione è causata da materiale trombotico viene definita più precisamente col termine tromboembolia polmonare (TEP). Nel 95% dei casi, gli emboli partono da una trombosi venosa profonda (TVP) degli arti inferiori (un coagulo di sangue nelle vene profonde delle gambe o bacino), nella restante parte dei casi da una TVP degli arti superiori (più spesso da interessamento della vena succlavia al livello del distretto toracico), oppure sono costituiti da materiale non trombotico (gas, liquidi, grasso). L ostruzione delle arterie polmonari determina una mancata ossigenazione del sangue, il quale ristagna nel cuore provocando l embolia polmonare. L'embolo è una formazione non facente parte del torrente sanguigno che va ad occludere un vaso. L'embolo può essere: solido (principalmente ha origine da un trombo posto distalmente nella circolazione), liquido (ad esempio liquido amniotico durante il parto, o in seguito a frattura di un osso il midollo osseo può entrare nel circolo sanguigno) o gassoso (attività subacquea, ferite penetranti del collo). Le cause di formazione del trombo in vena sono riassunte dalla cosiddetta triade di Virchow:  Ipercoagulabilità  Lesione endoteliale  Stasi venosa L embolia polmonare si tratta con i filtri cavali. 24)Aneurisma arteriosclerotico ed (infettivo) È una dilatazione progressiva di un segmento vascolare che deve essere almeno pari al 50%, altrimenti si parla di ectasia, per quanto riguarda le arterie, o di varice, per quanto riguarda le vene. Gli aneurismi arteriosi si manifestano come dilatazioni pulsanti del vaso: la localizzazione più importante è a carico dell'aorta, nel 90% dei casi colpisce l'aorta addominale. La causa principale è l'aterosclerosi. Il carattere di autentico pericolo giace nel rischio di rottura del segmento vascolare interessato con effetto di emorragia interna nell'organo da esso irrorato; tale evento, a seconda dell'importanza del vaso colpito, può risultare fatale. Un aneurisma è una condizione in cui una porzione della parete di un vaso sanguigno, nella stragrande maggioranze dei casi, di un'arteria, si indebolisce tanto da permettere che si gonfi o allarghi in modo anomalo arrivando a rischiarne la rottura.   L'aterosclerosi è una della cause più frequenti dell'indebolimento della parete dei vasi comportando così una maggiore probabilità di sviluppare un aneurisma. Anche l'ipertensione (elevata pressione sanguigna) può essere responsabile di un indebolimento come può aumentare il rischio di rottura di un aneurisma già esistente. Un aneurisma micotico è un aneurisma causato da un processo infettivo che coinvolge la parete arteriosa. Un individuo con tale condizione presenta un'infezione batterica nella parete di un'arteria con conseguente formazione di un aneurisma. Più frequentemente questo si riscontra nelle arterie dell'addome, dela coscia, del collo e del braccio. Se un aneurisma micotico si rompe può verificarsi sepsi o emorragie potenzialmente letali.  Vi sono diversi fattori di rischio che possono favorire lo sviluppo di un aneurisma, tra cui la familiarità, il sesso maschile, un'età superiore ai 60 anni, soffrite di ipertensione arteriosa, obesità, di diabete, di alcolismo, di ipercolesterolemia e il fumare. 25)Aneurisma cerebrale Un aneurisma cerebrale è una malformazione congenita vascolare a carico delle arterie cerebrali (poligono di willis), di aspetto sacculare o fusiforme.  La sede di un aneurisma cerebrale è più comunemente in corrispondenza della biforcazione o di varianti anatomiche anomale nel decorso di vasi arteriosi cerebrali. Inizialmente l'aneurisma è accolto nello spazio subaracnoideo, ma man mano che le sue dimensioni aumentano, esso prende contatto con le formazioni cerebrali limitrofe (tessuto cerebrale, nervi cranici etc). Il primo esame da eseguire in caso di emorragia da aneurisma cerebrale è la tomografia computerizzata (TC). L'angiografia dei vasi cerebrali è l'esame tradizionalmente utilizzato nella diagnosi dettagliata degli aneurismi cerebrali: è un esame invasivo in quanto si pratica con catetere intravasale introdotto dall'arteria femorale in modo retrogrado lungo l'aorta sino ai vasi d'interesse (arterie carotidi e vertebrali). Dall'interno di uno di questi, si inietta del mezzo di contrasto, che permette la visualizzazione dei soli vasi, studiandone le caratteristiche. Per trattarli si utilizzano dei piccoli cateteri che rilasciando delle spirali molto piccole e molto sottili che formano un gomitolo all interno dell aneurisma finche questo non si chiude completamente; altrimenti bisogna incidere chirurgicamente la scatola cranica e posizionare un clip al colletto dell aneurisma. L aneurisma celebrale colpisce prevalentemente le persone giovani che avvertono un emicrania fortissima a causa del sangue che fuoriesce premendo sulle meningi. L individuo quindi assumerà una posizione opistotono, con la testa spinta all indietro e il corpo paralizzato. 16) Dissecazione aortica Il termine dissezione aortica - o dissecazione aortica che dir si voglia - identifica una grave condizione medica in cui lo strato interno (tonaca intima) della più grande arteria dell'organismo (l'aorta) è interessato da una lacerazione, attraverso cui il sangue penetra e determina la formazione di un falso lume. consiste in una palpazione dell addome durante un atto respiratorio forzato del paziente, la quale causerà un dolore intenso e localizzato. Una volta che viene riscontrato il dolore a livello addominale si effettua un ecografia per verificare la presenza di calcoli. Nel caso in cui i calcoli dovessero essere calcificati ( 20 %) si puo effettuare una diretta addome o in casi di ridotta visibilita degli stessi si puo effettuare una TC o una colangio RM. Le patologie maligne delle vie biliari sono ( in ordine di frequenza): 1) tumore al pancreas (testa) (la terza porzione distale delle via biliare principale (coledoco) passa dentro il pancreas), causa ittero in assenza di dolore: segno di courvoiser-terrier . 2) tumore alle alla colecisti 3) tumore alle vie biliari (colangio carcinoma) 4) tumore all ampolla di water 5) accrescimento linfonoidale (neoplasie che ingrandiscono lo stomaco) Queste patologie sono dei processi espansivi che occludono le vie biliari che determinano una stasi al livello della colecisti e delle biliari intraepatiche. I processi espansivi si dividono in due fasi: la prima fase consiste nella sovra distensione della colecisti, la seconda nella dilatazione delle vie intra epatiche di sinistra ( il fegato ha meno parenchima a sinistra quindi è piu facilmente che si espanda a sinistra). Quando la pressione, all interno delle vie biliari, supera la pressione del polo biliare della cellula, quest ultima non riesce a mandare piu la bile verso il polo biliare e di conseguenza la rigurgita nel torrente ematico. le conseguenze sono le feci ipocromiche o acromiche ( riduzione del pigmento biliare nelle feci), urina ipercromica (nera con bilirubina). Con l aumentare della quantita di bile nel sangue si va in contro ad una encefalopatia o nefropatia ovvero le fasi finali dell ittero. L ittero consiste nella colorazione giallastra della cute e dalla mucosa e induce un persistente prurito alla cute del paziente, prima negli arti inferiori e successivamente nell addome. Nel caso di manifestazioni di patologie maligne si effettua un intervento pagliativo e non risolutivo, si assicura una qualità di vita migliore al paziente. Il sub ittero è caratterizzato da una quantità minore di bilirubina nel sangue e comporta la colorazione delle sclere e dalla lingua. 31)ASCESSO L ascesso è una raccolta saccata di materiale purulento, il quale si puo formare nella cavita addominale, nel fegato, polmoni o tra i muscoli. L ascesso si forma in conseguenza ai batteri che colonizzano queste determinate zone che si posso creare a causa di una raccolta di fluido e successivamente si trasforma in pus per azione dei globuli bianchi, il quale ristagna e determina sepsi (febbre/malessere). Gli ascessi si possono manifestare nel post operazione o durante interventi addominali. Inoltre si possono manifestare in seguito al trattamento del tumore del colon; il tumore puo essere trattato chirurgicamente asportandolo (recidendo la zona a monte e a valle del tumore (anostomosi)) seguito da chemioterapia. Durante l intervento chirurgico puo capitare che sangue o materiale fecale si accumuli all interno della cavità addominale ed essere successivamente colonizzata dai batteri con conseguente sepsi. Questa complicanza viene trattata attraverso antibiotici, altrimenti è necessario posizionare un catetere per asportare l ascesso. 32)Varicocele l varicocele è una patologia varicosa che interessa il sistema vascolare del testicolo, caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari o spermatiche che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo. La dilatazione fa si che ci sia un aumento della temperatura intorno al testicolo ma soprattutto che i cataboliti che si formano durante l ossigenazione del sangue non vengano eliminati, per cui l insieme dei cataboliti e il riscaldamento del testicolo può determinare un ipofertilità. ANATOMIA: I testicoli ricevono il sangue dall'arteria genitale (arteria testicolare) che mette in comunicazione lo scroto con l'addome. Le vene testicolari (superficiali e profonde) si riuniscono e risalgono entrando a far parte del funicolo spermatico dove costituiscono il plesso pampiniforme. Da questo si origina la vena spermatica, che a destra sbocca nella vena cava inferiore, a sinistra invece giunge alla vena renale sinistra formando un angolo retto. Tali vene, nell'uomo e più raramente nella donna, possono diventare incontinenti e dilatarsi impedendo così il deflusso di sangue venoso dal testicolo verso la parte alta del corpo. Si crea quindi una condizione di reflusso e stasi di sangue verso il testicolo. Infatti all imbocco della vena spermatica di sinistra con la vena renale c è una valvola, la quale, se è incontinente, fa si che il sangue refluisca dalla vena renale alla vena spermatica provocando la dilatazione di quest ultima a lungo andare Per questo motivo il varicocele si manifesta in particolar modo a carico del testicolo sinistro (95%) e raramente nel testicolo destro (5%). Il varicocele è piuttosto comune, con un picco dell'8% tra i 10 e i 19 anni. Colpisce il 15-20% della popolazione maschile ed è presente nel 30-40% degli uomini con problemi di fertilità. Quando si sospetta la presenza di varicocele su un paziente si effettua un ECO-COLOR-DOPPLER accompagnata dalla manovra di Valsalva (espirazione forzata glottide chiusa, aumentando la pressione nella cavità addominale le vene vengono compresse, di conseguenza il sangue fluisce nell eventuale dilatazione della vena spermatica) che consente di visualizzare un eventuale dilatazione. Consente inoltre di distinguere diversi gradi di gravià: 1) molto lieve. Non palpabile o visibile a riposo o sotto valsalva ma evidenziabile con il Doppler 2) palpabile solo durante la manovra di valsalva 3) palpabile solo durante la manovra di valsalva 4) palpabile e visibile a riposo Se si dovesse riscontrare una dilatazione della vena spermatica si effettua uno spermiogramma; consiste in una valutazione del liquido seminale, nella quale si vedrà la morfologia e la motilità degli spermatozoi. In base al risultato di questo esame è possibile stabilirà l ipofertilità del paziente. Effettuato lo spermiogramma si prosegue con l intervento che consiste in una sclero embolizzazione del varicocele. (vedere domanda 41) Successivamente all intervento, si effettua nuovamente lo spermiogramma per costatare se l intervento è stato efficace. Infatti in caso di chiusura perfetta della vena spermatica la morfologia e soprattutto la motilità degli spermatozoi tenderà a normalizzarsi nel tempo. 35)Trombolisi La trombolisi  o apertura farmacologia del vaso è il trattamento farmacologico che consente di dissolvere un trombo o un embolo, presente in un'arteria o in una vena il farmaco viene iniettato attraverso il catetere nel torrente circolatorio venoso o arterioso al livello del trombo, dissolvendolo e ricanalizzando completamente il vaso. I farmaci utilizzati per il trattamento dei trombi in passato era l urochinasi (prelevato dalle urine) e lo streptochinasi (deriva dallo streptococco e facilmente determina reazioni allergiche). Al giorno d oggi si utilizza RTPA (reteplasi). Il trombo oltre a essre trattato mediante l’utilizzo di farmaci può essere aspirato. Il trattamento prende il nome di trombo aspirazione. 33)Angioplastica L angioplastica è una metodica di radiologia interventistica che consiste nel rimodellamento del vaso in seguito ad un ostruzione dal placca arteriosclerotica. Il rimodellamento del vaso viene effettuata per mezzo di uno speciale catetere a palloncino che viene introdotto mediante la puntura percutanea di un'arteria, portato fino al vaso stenotico e successivamente gonfiato in corrispondenza del restringimento, in modo da ripristinare il normale diametrodel vaso e permettere un incremento del flusso sanguigno. Un catetere a palloncino è un catetere con un calibro molto sottile, dotato all estremità di un palloncino gonfiabile, che viene introdotto in un vaso sanguigno e gonfiato per esercitare pressione sulle pareti circostanti del vaso. È una procedura di radiologia interventistica la quale ha lo scopo di escludere la sacca aneurismatica attraverso l’ endoprotesi (stent ricoperto) che canalizza il sangue all’ interno della protesi… l’ aneurisma in questo modo andrà in contro a trombosi e con il passare del tempo tenderà a richiudersi. Questa endoprotesi è formata da più elementi: abbiamo un corpo principale (main body) a forma di Y dove un ramo è più corto rispetto all’altro e poi un eventuale prolungamento di questo ramo più corto. La forma particolare ad Y è dovuta dal fatto che deve andare a ricostruire il Carrefur iliaco. A questi due rami possono essere poi aggiunti altri prolungamenti, oppure una cuffia che serve ad estendere il corpo principale della protesi; L’ endoprotesi aortica è utilizzata per trattare aneurismi sottorenali, per cui viene posizionata al di sotto dell’attacco delle due arterie renali; si posiziona al di sotto delle arterie renali altrimenti bloccherebbe il passaggio di sangue verso il rene… la parte prossimale dell’endoprotesi viene posizionata nell’ aorta mentre la parte distale, chiamata atterraggio dell’endoptotesi, si posizione nelle arterie iliache, evitando di chiudere le arterie ipogastriche. Come si posiziona? Viene inserito prima i corpo principale, poi si fa scorrere la guida all’ interno di esso e su questa guida si farà passare il secondo ramo. Per identificare il tratto e la lunghezza dell’aneurisma si utilizza un catetere centimetrato. In alternativa alla procedura di radiologia interventistica possiamo trattare l’aneurisma aortico attraverso un intervento chirurgico, il quale sarà un intervento a cielo aperto (panza all’ aria , aprendo la pancia). Si procederà effettuando il clampaggio del’ aorta con pinze delicate posizionate al di sotto delle arterie renali e prima della biforcazione del carrefur; procediamo poi con un’apertura, detta a cappotto, dell’aorta così da poter inserire una protesi chirurgica. (dura circa 3-4 ore) Una delle complicanze più frequenti nel posizionamento dell’endoprotesi aortico è la presenza di endoleak, cioè il passaggio di sangue intorno alla protesi aneurismatica. Possiamo avere 4 tipi di endoleak: 1) Quando la protesi non aderisce al livello dell’atteraggio o prossimale o distale, per cui il sangue passa intorno alla protesi, continuando ad alimentare l’aneurisma. 2) Consiste nel rifornimento dell’aneurisma da parte di arterie che invertono il loro circolo (es. arterie lombari, arteria mesenterica inf.) 3) Disconnessione di elementi della protesi 4) Consiste in una filtrazione non ben identificata, senza evidente permeazione del sangue, che causa il continuo accrescimento dell’aneurisma. 38) angioplastica e stent carotideo l angioplastica delle carotidi è una procedura di radiologia interventistica che consiste nel rimodellamento delle carotidi in seguito ad un ostruzione dal placca arteriosclerotica. Assume notevole importanza in quanto posso verificarsi due eventi accessori rispetto all angioplastica tradizionale. 1) Al livello delle carotidi sono presenti dei barocettori, i quali se vengono compressi determinano un arresto vagale, in quanto viene stimolato improvvisamente il nervo vago che provoca ipotensione e un brusco rallentamento dell attività cardiaca. Per ovviare a questo problema si assume il farmaco chiamato atropina. 2) Se la placca viene smucinata, si possono generare dei frammenti embolici che vanno all interno delle carotidi con il rischio di embolizzare i territori terminale delle arterie celebrali. Per ovviare a questo problema si utilizza un catetere con un cappuccetto (filtro) che consente il passaggio del sangue ma impedisce la formazione di detriti embolici. Per il trattamento delle carotidi non essere utilizzata la tecnica semplice di posizionamento di stent e palloncino, ma si deve utilizzare un particolare stent chiamato stent carotideo, il quale è dotato di un filtro che consente il passaggio del sangue ma impedisce la formazione di detriti embolici. 39)Filtri cavali Il filtro cavale è un presidio medico che viene inserito in vena cava inferiore da un chirurgo vascolare o un radiologo interventista per la prevenzione dell'embolia polmonare. Consiste nell'introduzione per via percutanea venosa, attraverso la vena giugulare interna o la femorale comune di uno speciale filtro meccanico che viene rilasciato all'interno della vena cava inferiore subito al di sotto della confluenza delle vene renali. Il dispositivo ha la forma di un "ombrellino" e che con le sue maglie metalliche impedisce ad eventuali emboli provenienti dagli arti inferiori di raggiungere le arterie polmonari. gli emboli catturati dal filtro cavale posso andare in contro o a una lisi biologica o a una lisi meccanica a causa della turbolenza del sangue oppure posso provocare una sovratrombosi. Il filtro cavale può essere di tipo temporaneo oppure permanente; generalmente si utilizza quello temporaneo in quanto, trattandosi di un corpo estraneo, puo causare l insorgenza di reazioni infiammatorie o una trombosi stessa. l posizionamento di un filtro cavale è indicato in pazienti con trombosi venosa profonda degli arti inferiori e/o ileo-cavale che abbia determinato embolia polmonare e nei quali non sia possibile o sia controindicata la terapia anticoagulante o qualora il tipo di trombosi sia ad elevato rischio di embolia polmonare INTERVENTISTICA EXTRAVASCOLARE 40)Chemioembolizzazione epatocarcinoma La chemio embolizzazione dell epatocarcinoma è la procedura di radiologia interventistica con la quale viene trattato il tumore del fegato. Per il trattamento vengono utilizzati: 1) Chemioterapico 2) Embolizzazione Con il catetere si percorre l arteria epatica, raggiunta la zona del tumore, viene iniettato il lipiodol e la farmorubicina. Il primo è un mezzo di contrasto che si lega temporaneamente alla rubicina formando un emulsione arancione che, inviata all interno del tumore, farà si che successivamente il chemioterapico si distacci dal mezzo di contrasto ed eserciti la sua azione tumoricida. Infine si manda in ipossia tutta la zona tumorale in modo tale che questo assorba tutta la sostanza chemioterapica. Per esercitare l ipossia si utilizzano frammenti di spongostan (gel) rilasciati con il mezzo di contrasto nell arteria. Questo processo si esegue all incirca 5 6 volte a distanza di tempo affinchè la lesione tumorale possa regredire. 2) GUIDA 3) DILATATORE (dilata i fasci muscolari) 4) CATETERE (con il riccioletto sua cima) Viene introdotto un ago cannula attraverso la tecnica di seldinger, inserita la guida con il catetere pig tail e infine viene aspirato l ascesso attraverso il drenaggio. 45)CPRE La conlangio pancreotografia retrograda (il mezzo di contrasto scorre in senso opposto al flusso della bile) endoscopica è un esame che viene condotto dall endoscopista, si tratta di un esame meno invasivo poiché non prevede la puntura nel fegato ma l incanulamento della via biliare attraverso le vie anatomiche. Questo esame viene effuttato per evidenziare patologie delle vie biliare e del dotto di wirsung. La CPRE viene effettuata attraverso duodenoscopio per via orale. L endoscopio attraversa l esofago e lo stomaco fino a giungere alla seconda porzione duodenale dove è situata la papilla maior dalla quale sbocca la via biliare principale e il dotto di wirsung. Dopo aver incanulato la papilla con appositi cateteri si manda mezzo di contrasto per visualizzare la malattia. Nel caso in cui si riscontra una malattia benigna (calcolo) si utilizza un cestello metallico (di Dormia) per catturare e asportare il calcolo attraverso la papilla. Nel caso in cui si riscontra una malattia maligna viene utilizzata un endoprotesi che coprirà dall estremità del duodeno fino alla stenosi. L endoprotesi utilizzata è bucherellata per consentire l uscita della bile. Il paziente è disteso a pancia sotto in obliqua posteriore destra. 46)Drenaggi Biliari I drenaggi biliari sono procedure terapeutiche finalizzate al trattamento di ittero colecistico (mancato passaggio di bile nel duodeno). Lo scopo è quello di ridurre la bile in circolazione e ripristinare le vie biliari, evitare prurito e insufficienza da ittero. Vengono effettuati su pazienti a digiuno, ben idratato, previo trattamento con antibiotici e consenso informato. I drenaggi biliari posso essere temporanei o permanenti; il drenaggio temporaneo è finalizzato alla riduzione dell’ ittero prima di un intervento, poichè la bile ne rallenta la cicatrizzazione. Quello permanente (pagliativa) che può determinare la colonizzazione di batteri con conseguente sepsi biliare. Inoltre i drenaggi biliari posso essere: - Esterno: il catetere viene ancorato con dei punti di sutura alla cute e collegato con un sacchetto esterno; di conseguenza la bile confluisce nel sacchetto esterno. - Esterno interno: il catetere presenta dei fori che stanno sia a monte che a valle della stenosi con la finalità di decomprimere la via biliare principale e ripristinare il flusso. La bile di conseguenza riconfluirà nel duodeno. I materiali utilizzati per i drenaggi biliari sono: - Ago di ciba: diametro 22 gosh, lunghezza 20 cm. All interno dell ago di ciba si puo inserire una piccola guida ( come con la tecnica di seldinger) che consente un approccio con un agocanula di maggiori dimensioni. - Dilitatori fasciali: fanno aumentare il calibro del buco sulla cute per consentire il passaggio del catetere - Guida - Cateteri di drenaggio (ancorato attraverso dei meandri per evitarne la dislocazione) - Endoprotesi - Stent biliare Procedura: 1) Disinfettare la cute 2) Anestesia locale 3) Puntura con l agio di ciba: si tratta di una puntura molto dolorosa poiché sia sulla cute, sia sulla capsula del glisson ( riveste il fegato), sia sulle vie biliari, sia sul periostio costale oppure il contatto del mezzo di contrasto con la superficie epatica comportano un dolore molto elevato. Per questo motivo si effettua l anestesia locale attraverso l ausilio di farmaci analgesici per consentire la collaborazione del paziente. La puntura viene effettuata con l ausilio del fluoroscopio o radioscopio o ecografo al disotto del seno costo frenico sulla linea ascellare media tra nono e il decimo spazio intercostale, andando a incidere le vie biliari in periferia. Bisogna prestare particolare attenzione affinchè non venga perforata la pleura ( pneumotorace) e l arteria intercostale perché è localizzata nel margine inferiore dalla costa, oppure può causare un ematoma. La puntura non deve essere effettuata verso l alto in quanto si possono intaccare altre strutture dell’ ilo come la vena porta, arteria epatica, vena sovraepatica in quanto sono di grande calibro e aumentano il rischio di emorragia. 4) Introduzione di una cannula nelle vie biliari con il scopo di opacizzarle. 5) Introduzione della guida attraverso la cannula. La guida viene portata nel duodeno 6) Avanzamento della guida: fatta avanzare con delle manovre a spirale finchè non giunge nella via biliare nel tratto sotto stenico. 7) posizionamento del catetere: è di forma pig tail , con presenza di fori e un calibro di 8-10 french. Nel caso in cui viene utilizzato un drenaggio esterno la procedura viene completata con il posizionamenti di un sacchetto esterno. Il paziente viene sottoposto a cura antibiotica e il punto di ingresso viene medicato e sottoposto a lavaggio con soluzione fisiologia ogni 3 giorni. Complicanze del drenaggio biliare ( catetere): - ostruzione - dislocazione ( persistenza di ittero) - determinare colangiti - produrre emobilia ( sangue nelle vie biliari) - in mancata medicazione o lavaggio superficiale, i batteri possono risalire lungo il catetere e andarsi a colonizzare del fegato 47) Vertebroplastica ANATOMIA VERTEBRA: la vertebra è composta da un corpo vertebrale, peduncoli, massicci laterali, arco posteriore, apofisi spinosa. La vertebroplastica percutanea è una procedura di radiologia interventistica con la quale vengono trattate le fratture vertebrali patologiche, attraverso l'iniezione di una sostanza chiamata volgarmente "cemento" biocompatibile nel corpo della vertebra. Viene utilizzata per trattare le fratture vertebrali dovute a tumore o a osteoporosi o ad angiomi con sintomatologia dolorosa resistente alla terapia tradizionale. Consiste nell'iniezione, in anestesia locale di cemento biocompatibile, attraverso l'introduzione per via trans peduncolare di uno speciale ago metallico attraverso una siringa a pressione nel corpo della vertebra da trattare sotto la guida della TC o della fluoroscopia. Questo cemento, consolidandosi in tempi molto brevi attraverso una reazione chimica in grado di sviluppare calore, determina la scomparsa del dolore (brucia le terminazioni nervose) e la stabilizzazione della vertebra fratturata. 48)Nefrostomia È una procedura di radiologia interventistica che viene effettuata per ridurre la quantità di urina accumulata nella pelvi o bacinetto renale come conseguenza di un ostruzione ureterale dovuta a un tumore della vescica o a un infiltrazione dell uretere prodotta da neoplasia pelvica o neoplasia del retto che termina con il coinvolgere il tratto distale dell uretere. Inizialmente le vie urinarie si dilatano finche non riescono piu ad espandere per cui il rene va in insufficienza. Per visualizzare le vie urinarie (uretere, pelvi, calici) si utilizza l ecografia o la tc.una volta localizzata la stenosi si prosegue con il trattamento. Trattamento: - puntura attraverso l ago di ciba nel polo inferiore del rene ( meno vascolarizzato) fino ad accedere nel calice renale. Se effettuato nel polo superiore puo causare ematura. - Viene sfliato il mandrino e rimane la canulina - Posizionamento introduttore e dilatatore - Introduzione guida e posizionamento del catetere nefrostomico 52) DACRIO-CISTO-STENTING La dacrio-cisto-stenting è una tecnica utilizzata per ricanalizzare il dotto naso lacrimale in caso di ostruzione.  In condizioni normali quando si formano le lacrime, queste vengono drenate nel dotto fino alla cavità nasale, dove successivamente vengono deglutite  Nel caso in cui invece abbiamo un ostruzione di questo dotto, le lacrime non escono più nella cavità nasale ma dai fori lacrimali, andando a bagnare la cute in torno all’ occhio in modo continuo. Questa fuoriuscita continua di lacrime a lungo andare porta all’infiammazione della cute circostante, al gonfiore della palpebra e alla congiuntivite. Per ripristinare le condizioni normali si inserisce un sottilissimo filo guida nel foro lacrimale fino a farlo fuoriuscire nella cavità nasale. Verrà poi inserito un piccolo stent per retrograda (per via endonasale); questo stent scorre dal basso verso l’alto fino ad arrivare nella zona d’interesse. Ai giorni d’ oggi si preferiscono utilizzare altre metodiche, come per esempio il laser o altre procedure di appartenenza oculistica. In questo modo si evita la richiusura del dotto. PORT-A-CATCH E’ una sorta di cetere venoso centrale ad inserzione periferica, totalmente impiantabile sotto pelle, che permette di avere un accesso venoso centrale permanente e stabile. Costituito da un catetere in genere di silicone, posizionato per via percutanea in vena succlavia, giugulare, con estremo distale in vena cava superiore; il catetere è collegato ad una camera di iniezione (diametro 2cm) anch'essa in silicone o titanio, totalmente impiantabile nel sottocute. Il port-a -carth viene inserito 1-2 cm al di sotto della clavicola, all interno di una tasca sotto cutanea ricavata chirurgicamente. Attraverso il port-a-cath, avendo sempre l'accortezza di accedervi con un ago non carotante (ago di Huber), può essere somministrata, quando necessaria, anche l'alimentazione parenterale totale; possono essere inoltre effettuate trasfusioni di sangue e prelievi ematici. viene utilizzato al fine di garantire un accesso venoso centrale sempre disponibile per chemioterapie infusionali, esami contrastografici e prelievi ematici, evitando il continuo repere di vene periferiche. Si tenga inoltre presente che altrimenti, alcuni farmaci utilizzati in chemioinfusione continua risulterebbero a lungo termine lesivi per l'endotelio delle vene periferiche, senza contare l'ulteriore possibilità di stravaso e di tossicità per i tessuti periferici. Il "port-a-cath" è perforabile all'incirca 2000 volte. IMPIANTO: 1) preparazione del carrello con apposti materiali: ciotilina contenente disinfettante e soluzione fisiologica sul quale è alloggiato temporaneamente camera di iniezione, ago, filo di seta per i punti, introduttore, catetere, guida ecc. 2) puntura ecoguidata 3) inserimento della guida teflonata sotto fluoroscopia lungo la vena succlavia destra 4) manovra di pull beck: lascio la guida in sede rimuovendo l ago. 5) Inserimento introduttore 6) Posizionamento del catetere in silicone 7) Creazione chirurgica della tasca ( 2 cm al di sotto della puntura) 8) Tunnellizazione: si crea un tunnel nella sottocute per collegare l ultima parte del catetere con la camera di iniezione 9) Ricontrollo fluoroscopico 10) Prova del dispositivo con l ago di huber 11) Lavaggio 12) Punti COMPLICANZE: - Pneumotorace: a seguito della puntura effettuata si perfora la pleura, con conseguente aria nella cavità pleurica. Il polmone collassa in quando non è in grado di espandersi per l azione dell aria all interno della cavità - Emotorace: sangue nella cavità pleurica - Pneumo emo torace: aria e sangue nella cavità pleurica - Perforazione di un vaso - Catetere posizionato in vena giugulare interna, non in vena cava superiore - Deficit di coagulazione - Ematoma - Distaccamento tra catetere e camera - Rottura camera - Ulcera della cute sovrastante alla camera di iniezione PICK È ina variante del port-a-cath, si tratta di un catetere venoso centrale con accesso periferico. Una parte del dispositivo esce fuori dall organismo ed è meno duraturo. FACCETTE ARTICOLARI Le vertebre si articolano tra di loro attraverso le faccette articolari che si trovano sui massicci laterali della vertebra. Quando le fiammette si infiammano, a seguito di una instabilità della colonna, possono dare micro dislocamenti. Per visualizzare ciò si effettua un RM o TC. Una volta individuate le faccette articolari, si procede con l intervento, attraverso il quale viene iniettato anestetico e cortisone che migliorano la sintomatologia. I punti si effettua l iniezione posso esse individuati con un repere metallico in cui vengono infissi gli aghi.
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