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Caravaggio e la Nascita del Barocco a Roma: Opere e Committenti, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Storia dell'arte italianaStoria del BaroccoStoria della pittura

Caravaggio si trasferisce a Roma alla fine del Cinquecento, in una città in piena fermentazione artistica e architettonica, che si avviava verso il Barocco. Roma, infatti, tra fine Cinquecento e inizi Seicento, viene interamente ricostruita secondo lo stile del Barocco. Caravaggio trova la sua fortuna in questa atmosfera di cambiamento, e inizia a realizzare opere, tra cui la famosa 'Cannestra di Frutta', che lo porteranno alla notorietà. le opere di Caravaggio realizzate a Roma, i loro committenti e le loro caratteristiche.

Cosa imparerai

  • In quale periodo di tempo Caravaggio realizza le opere descritte in questo documento?
  • Quali temi trattano le opere di Caravaggio descritte in questo documento?
  • Che opere di Caravaggio sono descritte in questo documento?
  • Dove si trovano oggi le opere di Caravaggio descritte in questo documento?
  • Chi commissionarono le opere di Caravaggio a Roma?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 07/06/2022

nadi529
nadi529 🇮🇹

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Scarica Caravaggio e la Nascita del Barocco a Roma: Opere e Committenti e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! CRITICHE AL GIUDIZIO UNIVERSALE -Michelangelo Buonarroti- Il Giudizio Universale ricevette parecchie critiche riguardo i baci omosessuali rappresentati perché erano contro la natura umana secondo la Chiesa e i soggetti nudi. Sopra la figura di Cristo nelle 2 lunette dove prima c'erano le finestre, ci sono raffigurazioni di angeli che portano gli strumenti della passione di Cristo (CROCE, CORONA DI SPINE, CHIODI NON Piu VISIBILI, COLONNA, BASTONE, SCALA) diventati reliquie e oggetti sacri di venerazione, in quanto hanno permesso la salvezza del Umanità, questi ANGELI sono rappresentati NUDI, con corpi statuari e aggrovigliati, senza aureole e sono tutti uguali tra di loro; nella LUNETTA SINISTRA portano: -la croce pesantissima di Cristo, la pesantezza è simbolica in quanto rappresenta il peso dei peccati umani -la corona di spine che fu posta sopra la testa di Cristo -nelle mani alcuni angeli hanno i chiodi anche se non sono più visibili. Nella LUNETTA DESTRA invece gli angeli portano: -la colonna dove era stato attaccato Cristo per essere flagellato e frustato -Il bastone dove stava la spugna imbevuta d'aceto che diedero a Cristo sulla croce quando aveva sete -la scala (piccola) usata per inchiodare e schiodare il corpo dalla croce. Alla sinistra di Cristo, quindi sul lato destro del dipinto sono rappresentati i dannati; sotto le nuvole all'altezza degli angeli Tubicini c'è il momento di massima disperazione in cui le anime risorte tendono a salire verso l'alto, ma salendo trovano una barriera di angeli che li respingono; al contrario i salvati sul lato sinistro venivano aiutati a salire verso l'alto. Gli angeli li respingono cercando di ritirarli verso il basso poiché vengono rifiutate e ricadono verso il basso dove entrano in scena i Demoni (tirano in basso) che attaccandosi ai loro piedi fanno forza per non permettergli di risalire. Questo è il momento in cui i dannati capiscono che saranno tali in eternità. ---> I demoni sono esseri brutti, crudeli, hanno la coda, le zampe, gli artigli e si possono manifestare anche sotto forma di vapore: vi è il concetto della bruttezza fisica associata alla crudeltà d'animo. Michelangelo svela alcuni peccati dei mortali tramite degli oggetti a loro associati: ad esempio un dannato ha un sacchetto di denari che rappresenta il suo peccato, ossia l'avarizia oppure un demone per tirare verso il basso un dannato si attacca ai testicoli per sottolineare come sia colpevole di un peccato di lussuria. In basso a destra vi è un uomo che traghetta le anime ovvero CARONTE che con il suo remo batte i dannati per farli scendere all'Inferno, aiutato dai demoni che li tirano verso di loro; la figura del traghettatore è ripresa da Dante, (Caronte esisteva già ai tempi degli Etruschi, era raffigurato in una tomba in Tarquinia). Qui i volti dei demoni incutono ribrezzo, sono caprini e anche gli unici che ridono, essi disprezzano i sensi della natura. All'estrema destra invece c'è MINOSSE, che in base ai giri della sua coda decide il girone di ogni dannato, è infatti il giudice infernale (dante): Michelangelo raffigura al posto del volto di Minosse, quello di BIAGIO DA CESENA--> era il cerimoniere del Papa, colui che gli era più vicino, lo raffigura in queste condizioni come un giudice. Michelangelo lo fa perché era colui che lo criticava di più e quindi lo raffigura come Minosse, come personaggio diabolico, dalla pelle raggrinzita, le orecchie da asino e un serpente che gli morde i genitali (per sottolineare che Michelangelo lo aveva in pugno). Biagio ovviamente si lamentò col Papa, ma quest'ultimo non poté fare nulla perché aveva potere solo in Paradiso, aggiungendo poi che se Michelangelo lo aveva rappresentato in quel modo c'era un motivo. In basso al centro c'è una caverna: l'ANTRO DIABOLICO, il vero e proprio Inferno dal quale i demoni scrutano e sorridono a causa della dannazione delle anime. CENSURA: Nel 1541, quando il dipinto venne terminato, in seguito al Concilio Di Trento si decise di chiudere la chiesa e censurarlo. I papi successivi poi, si rendono conto dell'enorme numero di SOGGETTI NUDI e decisero di chiamare DANIELE DA VOLTERRA per coprirli. Così nel 1564 si reca a Roma da Michelangelo chiedendogli consigli su come coprirli, ma Michelangelo era sul letto di morte e Volterra decide di fare di testa sua: non distrugge i nudi, ma li copre A SECCO (ponendo la tempera sull'affresco) disegnando dei panneggi sulle parti nude. Nonostante la censura dei nudi, il dipinto rischiò più volte di essere distrutto perché visto come qualcosa di demoniaco e ogni papa che si succedeva aveva sempre una maggiore visione demoniaca del quadro. Finché nel 1900 alcuni pittori iniziarono ad aggiungere sempre maggiori panneggi; che durante il restauro del 1998 vennero tolti tutte le modifiche aggiunte dopo, tenendo però solo quelli aggiunti da Daniele, in quanto avevano valore storico (perché legati al Concilio di Trento). Ogni tanto sul dipinto i notano dei rettangolini neri---> sono piccole porzioni di dipinto lasciate volontariamente così per far vedere i colori com'erano prima del restauro -infatti le candele poste per illuminare il dipinto finivano per annerirlo-. raffigurate tutte le storie dell'Imperatore Costantino, il 1° imperatore cristiano (che combatté Massenzio sul Ponte Milvo), che emanò l'Editto di Costantino nel 313 d.C., proclamando il Cristianesimo come RELIGIO LICITA. Qui sono raffigurati tutti affreschi realizzati con regole prospettive che creano un'illusione ottica di sfondamento, facendo sembrare tutto più profondo. In alto sul soffitto c'è un dipinto che si fonde totalmente col soffitto e crea l'illusione di guardare oltre esso in quanto raffigura una stanza vuota con un lungo corridoio, con colonne e pavimento decorato e al centro un altare con sopra una croce; a terra sotto essa c'è una statua pagana fatta a pezzi---> simbolicamente è il passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Su una parete è raffigurata la BATTAGLIA DI PONTE MILVIO, progettata da Raffaello e terminata con tecnica mista dai suoi allievi; qui si combattono Costantino e Massenzio. Costantino la notte prima aveva avuto in sogno la scritta "IN HOC SIGNES VINCET" e l'acronimo di Cristo; secondo la leggenda l'imperatore vinse la battaglia grazie all'intervento divino per questo riuscì a respingere Massenzio nel Tevere. Infatti tutt'ora non si è certi di come abbia fatto a vincere, dato che aveva molti uomini in meno di Massenzio, ma da quel momento il Cristianesimo divenne religione di stato. Su un'altra parete è affrescata la DONAZIONE DI COSTANTINO A SILVESTRO I, anche se oggi sappiamo essere un falso storico, costruito dalla Chiesa per legittimare il proprio potere temporale nel Medioevo: si credeva che Costantino avesse dato al Papa i terreni di Roma--> l'Umanista Lorenzo Valla fu colui che scoprì la falsità di questo atto nel corso del '400. Nell'affresco di vede Costantino inginocchiato a terra davanti a Silvestro, nell'atto simbolico di trasferirgli il potere temporale, e il Papa che in risposta lo benedice. Sullo sfondo si vede l'antica Basilica Costantiniana, poi demolita e ricostruita da Bramante; è grazie a tale dipinto che oggi conosciamo com'era l'antica Basilica. Raffaello è seppellito a Roma nel Pantheon, dove sono stati seppelliti i primi Re d'Italia, con l'epitaffio "Qui giace Raffaello da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire", scritto da un suo allievo. MICHELANGELO MERISI, il CARAVAGGIO Michelangelo Merisi, maestro che opera a cavallo tra fine 500 e inizio 600, noto alla storia dell'arte col suo soprannome, il Caravaggio dalla località lombarda vicino Milano dove nasce nel 1571 circa e muore nel 1610. Non si hanno molte notizie sulla prima e sull'ultima parte della sua vita; ma si sa che vive una vita non convenzionale e fuori dal comune, nonostante tutti i punti bui sulla sua vita. Le sue opere principali vengono create di pari passo alle esperienze più importanti della sua vita e possono essere comprese solo se si conosce la sua biografia e le sue vicende personali. Conosciamo i suoi tratti grazie ai suoi vari RITRATTI -il suo volto appariva nelle 100mila Lire-, e già dal volto notiamo che fa parte di un'altra epoca, porta barba e baffi secondo la moda spagnola (dominazione spagnola). Probabilmente Caravaggio si forma in Lombardia e viene a contatto con il COLORISMO Veneto--> è un tipo di pittura che rappresenta i soggetti con un gioco di luci e ombre marcate e nette. Egli acquisisce tale caratteristica proprio dai coloristi veneti. La pittura Caravaggesca si basa principalmente: 1-sull'uso netto di luci ed ombre--> i suoi quadri sono famosi in quanto a volte hanno intere parti completamente nere, e sono messe in luce solo le aree che interessano il pittore (punti luce, come in una scenografia teatrale dove i fari illuminano l'attore interessato). 2-l'utilizzo dell'EQUILIBRO INSTABILE; (utilizzato dagli scultori grechi es.l'APOXYOMENOS di Lisippo che si detergeva con lo strigile, dove sembrava che la scultura si muovesse dopo aver distolto lo sguardo). Nella sua pittura qualsiasi cosa pare muoversi, sembra che Caravaggio faccia una foto, un'istantanea che cattura i soggetti nell'attimo esatto dell'azione: es. nella CANESTRA DI FRUTTA, dove ogni elemento è studiato nei minimi particolari e basta toglierne uno per far sbilanciare tutto il quadro--> vi è un BILANCIAMENTO ben studiato, seppure all'interno del quadro appaia tutto i movimento. 3-tutti i soggetti (principalmente religiosi, soprattutto nell'ultima parte della sua vita) sono ripresi dalla vita quotidiana di tutti i giorni; Caravaggio dipingeva tali soggetti rifacendosi a persone semplici che incontrava locande e luoghi di malaffare che lui stesso frequentava. Quindi accadeva che per esempio sul volto di Maria si ritrovava quello di una prostituta, su quello di Cristo un ubriacone, su quelli dei Santi visi di cadaveri trovati negli obitori o di barboni per le strade. Crea SCANDALO, perché ci si aspetta di vedere in un quadro il volto della Madonna perfetto e immacolato -come nel corso del '400 e '500- e invece nei quadri di Caravaggio il volto è quello di una prostituta annegata nel Tevere. 4-molti quadri venivano spesso rifiutati per i soggetti scabrosi che rappresentava, solitamente una volta rifiutata una tela, Caravaggio sopra quest'ultima rifaceva un altro dipinto, o aggiustava un personaggio o addirittura la rifaceva da capo es. SAN PAOLO CADUTO DA CAVALLO rifatta ben due volte e due volte rifiutata. Nonostante ciò veniva riconosciuta la bellezza e la bravura del pittore. Tuttavia i committenti (spesso cardinali) dovevano accettare l'opera finita in quanto alla fine Caravaggio la rifaceva nel modo che voleva lui -caratteraccio-. Nonostante ciò era sempre protetto da svariati Papi e cardinali e solo negli ultimi 4 anni della sua vita fu colpito da un BANDO CAPITALE--> chiunque lo incontrava aveva il permesso di ucciderlo e per questo fu costretto a fuggire dallo Stato Pontificio. Nonostante la fuga continua ad avere grandi famiglie di cardinali romani che lo proteggono. PRODUZIONE ARTISTICA CARAVAGGESCA Caravaggio ci ha lasciato tantissime opere a partire dalla fine del '500, nello specifico dal 1594---> tra il 1592 si trasferisce a Roma dove fa fortuna: nella Capitale vi era infatti un forte fermento artistico e architettonico che si avviava verso il Barocco (Roma infatti tra fine 500 e inizi 600 viene interamente ricostruita secondo lo stile del Barocco che la renderà famosa ancora oggi). Roma è quindi piena di cantieri, artisti, cardinali e papi che commissionavano opere continuamente e in quest'ottica di fermento che mirava a modificare interamente il volto Rinascimentale di Roma, Caravaggio trova la sua fortuna. Qui ha diverse commissioni e inizialmente non dipinge soggetti religiosi, ma soggetti ripresi dalla vita quotidiana e abbastanza frivoli (es. RAGAZZO MORSO DA UN RAMARRO 1594, semplice quadro decorativo senza soggetti sacri, sono rappresentati I BARI ossia persone che imbrogliano un ragazzino mentre giocano a carte del 1594 con soggetti poco impegnativi, o la BUONAVENTURA, dove un ragazzino vestito alla spagnola si fa leggere la mano da una zingara per farsi predire la Buonaventura ma lei sfila dal suo dito l'anello derubandolo). Le cose cambiano quando ad un certo punto verso la fine dei 500 gli iniziano a commissionare opere con soggetti religiosi, perché i cardinali comprendono la sua bravura e fanno commissioni di temi religiosi--> da questo momento il Caravaggio si concentrerà nella realizzazione esclusiva di soggetti religiosi. Prima parte della vita: soggetti non impegnativi e di vita quotidiana & seconda parte: soggetti sacri e religiosi, i più famosi dislocati nei musei di tutto il mondo LA CANESTRA DI FRUTTA È una NATURA MORTA, olio su tela realizzata circa attorno al 1594, di piccole dimensioni 46x64 cm e attualmente conservata a Milano nella Pinacoteca Ambrosiana; si trova qui a Milano perché vi erano i cardinali Borromeo (Carlo e Federico Borromeo), che conoscevano bene Caravaggio e gli commissionavano opere. Federico Borromeo, cardinale di Milano, in questo periodo si trovava a Roma in quanto doveva risolvere delle questioni col Papa riguardo la dominazione spagnola; incontrò Caravaggio, vide la Canestra di Frutta e andò da lui acquistata. E' una di quelle opere realizzate nella prima parte della sua vita a Roma, non rappresenta soggetti sacri ma una natura morta--> dalla metà del '500 la natura morta divine un genere autonomo e molto diffuso nella pittura italiana e consiste nel rappresentare semplici oggetti poggiati su tavoli, o canestre di frutta o vasi di fiori: è un quadro dove vengono rappresentati oggetti morti, cioè non animati poggiati su un tavolo. Sono quadri essenzialmente decorativi. E' la natura morta più famosa di tutta la storia dell'arte; in quanto basata sul REALISMO: qui ritroviamo tutte le caratteristiche della pittura caravaggesca. La luce arriva da sinistra e illumina la canestra, nella parte destra infatti è in ombra e non si vedono i dettagli, vengono illuminate solo le parti che interessano al pittore. Tutte le foglie, i frutti sono realizzati esattamente così come Caravaggio le vedeva, senza idealizzare nulla (es. foglie secche, mela bucata con un verme, mele marce, vengono rappresentati anche i DIFETTI). La canestra è poggiata su un tavolo, ma sporge fuori e sembra quasi che stia per cadere, come se fosse in movimento: ritroviamo l'equilibrio instabile. Anche qui tutto il quadro è ben bilanciato, la canestra è al centro e il peso dell'occhio rimane ben bilanciato li, e se si togliesse una parte tutto il quadro si squilibrerebbe. LA DEPOSIZIONE DI CRISTO NEL SEPOLCRO Venne fatta nel periodo (tra il 1602 e il 1604) in cui inizia a rappresentare soggetti sacri, ora LA VOCAZIONE DI SAN MATTEO Olio su tela, iniziata nel 1599 e finita nel 1600, ora situata all'interno della Cappella Contarelli sulla parete sinistra. È uno dei quadri più famosi di Caravaggio: viene rappresentato il momento in cui San Matteo viene chiamato da Cristo. Questo perché prima di diventare apostolo ed evangelista, era un PUBBLICANO ovvero colui che riscuoteva le tasse in Palestina per conto dei romani (era un ebreo ma anche un funzionario romano) e veniva visto negativamente dalla società ebraica, perché spesso molte persone non riuscivano a pagarle e soprattutto perché queste tasse venivano pagate ai Romani, che dominavano la Palestina. Ai tempi di Cristo infatti la Palestina era una provincia di Roma. Cristo si nota appena sul lato destro del dipinto, si vede solo un'aureola accennata e gli occhi, egli sta entrando in una taverna buia, illuminata solo da una luce che proviene da una finestra che non si vede, posta sulla destra. La finestra che sta sulla parete sullo sfondo infatti non emana alcuna luce. La LUCE proveniente da destra illumina i personaggi seduti ad un tavolo mentre Cristo indica qualcuno tra le persone sedute, tutti si girano verso di lui, non capendo chi stava indicando. Non si comprende con precisione chi Cristo stia indicando, chi è realmente San Matteo, ma -dato che Matteo era un esattore delle tasse- è colui che a capotavola sta contando i soldi. I personaggi sono vestiti con abiti alla francese, uno dei personaggi seduti al tavolo sta indicando con la mano se stesso o l'uomo seduto a capotavola vicino a lui è ENRICO IV DI BORBONE Re di Francia che Caravaggio inserisce nella tela in quanto quest'ultima deve essere letta in chiave politica, nonostante raffiguri soggetti sacri. Infatti Enrico IV prima di diventare Re di Francia era un UGONOTTO (1572 in Francia ci fu la strage degli Ugonotti, considerati eretici in quanto parte di una setta religiosa che si discostava dal Cristianesimo; Enrico riuscì a scappare da questa strage per poi conferirsi al Cristianesimo). Vi è un riferimento politico vero e proprio: Enrico diverrà poi Re di Francia e sarà un Re Cristiano che a sua volta perseguiterà gli Ugonotti eretici: Caravaggio rappresenta in chiave politica - oltre alla vocazione di Matteo-, la Chiesa Cattolica impersonata da Cristo che richiama la Francia stessa rappresentata da Enrico, che stava andando verso l'eresia. La Francia, che prima stava nell'ombra, viene richiamata alla luce da Cristo, dalla luce stessa, lo Spirito Santo che simboleggia la VOCAZIONE. Quando Caravaggio finì l'opera, rappresentò Cristo da solo, senza l'uomo girato di spalle; e gli vennero mosse delle critiche, perché simbolicamente era rappresentato il Cristianesimo che richiamava la Francia e non il Cattolicesimo. Per questo Caravaggio aggiunge San Pietro - garante della religione Cattolica- vicino a Cristo e girato di spalle; Cristo rappresenta il Cristianesimo e Pietro il Cattolicesimo. SAN PAOLO CHE CADE DA CAVALLO conversione di San Paolo Olio su tela dipinto tra il 1600-1601 in contemporanea ad altri dipinti. Di tale opera esistono 2 versioni, in quanto la prima venne rifiutata e la seconda versione è ora la più famosa. A Caravaggio vennero commissionate due tele, una che rappresentasse San Paolo e l'altra San Pietro da mettere all'interno della Cappella Cerasi situata nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma (in Piazza del Popolo). Gli vennero commissionate tali opere in quanto Pietro e Paolo sono i protettori massimi di Roma e della Chiesa. Vengono rappresentati su tela gli eventi più importanti della loro vita: -la caduta da cavallo di San Paolo, quindi nel momento della conversione -la crocifissione di San Pietro 1) Nella CADUTA DI SAN PAOLO è rappresentato il momento in cui il santo, sulla via di Damasco riceve una visione celeste, viene folgorato dalla luce e cade da cavallo rimanendo cieco per qualche giorno. Quando poi riacquista la vista si converte al Cristianesimo--> San Paolo (Saul vero nome) era un semplice soldato romano che si converte ed inizia un'opera di predicazione in tutte le maggiori provincie dell'Impero; e tenta di sostituire i culti pagani con il culto cristiano: ad esempio fece in modo che l'Artemisio di Efeso venne distrutto. Ebbe quindi un ruolo fondamentale per la diffusione dei Cristianesimo e le sue prediche oggi sono riportate anche nei Vangeli. Il quadro è improntato sul gioco del chiaroscuro, fatto da luci violente che illuminano solo i soggetti principali e ombre che avvolgono tutto il resto del quadro. Caravaggio rappresenta il santo caduto a terra di schiena, senza però far vedere bene il volto girato o il corpo; mette in luce solamente alcuni particolari (braccia, mani alzate in alto) --> alla figura di San Paolo nel quadro viene riservato pochissimo spazio, egli è infatti dipinto nell'angolo destro, quasi fosse un personaggio secondario. Il cavallo, illuminato solo per metà, sembra essere il vero protagonista del quadro; quest'ultimo tuttavia è illuminato solo nella parte posteriore che viene quindi evidenziata. La presenza della LUCE è ancora una volta una presenza simbolica: essa è lo Spirito Santo, Dio che illumina la scena: in particolare la luce non colpisce direttamente il santo, ma il cavallo e sembra che la luce arrivi a Paolo in quanto riflessa. Caravaggio sembra quindi attribuire la conversione del santo al semplice comportamento del cavallo che, abbagliato dalla luce, ha disarcionato Paolo e che di conseguenza, se il cavallo non lo avesse disarcionato, il santo non si sarebbe convertito. Quindi sebbene il dipinto prenda il nome de LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO, il vero protagonista è il cavallo. Il quadro ovviamente non piacque e così come venne rifiutata la prima versione, venne rifiutata anche questa ma tuttavia ancora oggi si trova all'interno della Cappella Cerasi a Roma per la sua straordinaria bellezza. Lo spazio -quasi completamente occupato dalla figura del cavallo- è anche occupato da una figura che probabilmente stava accompagnando Paolo sulla via di Damasco, che tira il cavallo da una cinghia per evitare di calpestare il santo caduto a terra. Caravaggio inserisce simbolicamente l'intervento umano per far sì che Paolo non venga ucciso calpestato dal cavallo, mentre il divino è rappresentato dalla presenza della luce che rende possibile anche una conversione impossibile qual era questa. Caravaggio dal 1600 al 1606 riceve una serie di denunce per risse, offese, comportamenti sgradevoli, ad esempio aggredisce di spada un notaio Mariano Pasqualoni per questioni di donne, oppure prende a sassate finestre di case romane, ma riuscirà sempre a scamparsela. Ma il 1606 è un anno di svolta che segnerà per sempre la sua vita fino alla morte nel 1610--> nel maggio 1606 dopo una partita di pallacorda uccide Ranuccio Tommasoni in seguito ad una rissa violenta causata forse da motivi di donne (probabilmente prostitute Caravaggio frequentava spesso ambienti poco signorili e prostitute; si stima infatti che nel 1600 a Roma l'11% della popolazione era costituita da prostitute, numero elevato per 60 mila abitanti.). Durante questa rissa muore anche un suo amico, Antonio da Bologna e lo stesso Caravaggio prende una botta di spada in testa. Da questo momento Caravaggio viene raggiunto dal BANDO CAPITALE: può essere ucciso in qualsiasi momento e da qualsiasi persona; è costretto a scappare rifugiandosi nella campagna Romana dove riceve protezione dall'Arcivescovo Cardinale COLONNA per qualche mese e passa il suo tempo a dipingere nella villa dei Colonna (es. CENA DI EMMAUS). Il suo viaggio da fuggiasco continua e nel 1607 fugge dallo Stato Pontificio e si reca a Napoli dove rimarrà fino alla morte: da questo momento -1606/1610- si hanno scarsissime notizie biografiche su Caravaggio. Giungendo nel Regno di Napoli non vale più il bando capitale, nonostante sia ancora un fuggitivo e non si è ancora certi di quanto tempo rimase a Napoli--> il termine arregnarsi deriva da questo fatto e significa letteralmente scappare nel Regno di Napoli; ossia oltrepassare il confine dello Stato Pontificio per scampare a pene e processi e sfuggire alla giustizia. Giunto a Napoli continua a dipingere finché non venne incarcerato in quanto scambiato per un famoso criminale napoletano, Caravaggio tenta di spiegare la sua vera identità di pittore, ma non gli credettero e gli fecero dipingere qualche tela quasi per prenderlo in giro. Secondo certi biografi alcune di queste opere dipinte in carcere sono giunte fino alla corte del Re di Spagna. Dopo un certo periodo di prigionia -non si sa di quanto- fugge e viene aiutato a fuggire forse dai Colonna per arrivare a Malta dove fu conosciuto e stimato e riuscì anche ad entrare nell'Ordine dei Cavalieri di Malta; qui gli commissionano due o tre tele importanti, tra cui LA DECOLLAZIONE DI SA GIOVANNI BATTISTA. LA DECOLLAZIONE DI SAN GIOVANNI BATTISTA Olio su tela realizzato nel periodo in cui Caravaggio era stanziato a Malta (1608) e oggi si trova nella capitale di Malta, La Valletta, conservato nella Cattedrale di San Giovanni Battista. Il dipinto è enorme, la tela raffigura San Giovanni Battista (cugino di Cristo che lo battezza nel Giordano) nel momento in cui gli viene tagliata la testa che verrà poi portata ad Erode (DONATELLO, banchetto di Erode). Il SANTO è rappresentato senza aureola e come un I quadri e la lettera giungono però al Cardinale che decide di concedergli la grazia nel 1610, quando però il pittore era ormai morto. Caravaggio oggi ha la fama del "pittore maledetto" o di una persona sfortunata, lunatica e folle; ad oggi c'è però una spiegazione-> Caravaggio viveva gran parte della sua vita a contatto con i colori, ricchi di piombo, materiale oggi vietato in quanto tossico, nocivo che porta alla pazzia in quanto assorbito in grandi quantità dal corpo. Il corpo infatti è stato ritrovato recentemente a Malta in una fossa comune, grazie alle enormi quantità di piombo ritrovate nelle ossa. IL BAROCCO L'etimologia della parola è controversa, ma il Settecento, secolo amante della classicità utilizzò il termine barocco per riferirsi con disprezzo all'arte del secolo precedente, considerata falsa, sfarzosa e priva di gusto. Nel linguaggio comune sta a significare qualcosa di pesante ed eccessivo, mentre nel linguaggio storico-artistico indica l'arte europea del Seicento. Se il Cinquecento è stato il secolo della riforma Luterana e del Rinascimento, il SEICENTO è il secolo dell'attuazione piena della Controriforma della Chiesa Cattolica nella sua massima espressione e rigidità; ciò porterà alla nascita di un nuovo gusto e modo di vedere le cose che è appunto il barocco. Nel 1600 tutte le certezze acquisite durante il Rinascimento vengono meno, è infatti il secolo della ricerca di nuovi punti di riferimento. La Chiesa in quanto impegnata a contrastare il Protestantesimo luterano, si va via via irrigidendosi e chiudendosi su sé stessa e sui propri dogmi; infatti se prima nel 1200 e 1300 vi era libertà di espressione, nel 17esimo secolo tutto passa sotto la supervisione della Chiesa--> non troviamo più papi illuminati ed Umanisti incontrati nel corso del Rinascimento. La Chiesa, mettendo mano ovunque e supervisionando tutto, va a limitare sempre di più la libertà di espressione: in questo secolo si forma la Santa Inquisizione, l'Indice dei Libri Proibiti e vengono formati gli ordini religiosi dei Filippini e dei Gesuiti e questi ultimi poi saranno incaricati della cura dell'istruzione. Dal punto di vista artistico la chiesa impone uno stile, ossia quest'ultima commissiona delle opere che devono rispettare dei requisiti ben precisi: infatti l'arte del Seicento - commissionata esclusivamente dalla chiesa-, deve puntare ad emozionare grazie all'immediatezza, l'animo semplice del fedele--> ossia deve IMPRESSIONARE. Tutta l'arte, sia scultorea che architettonica è ricca di ornamenti e dettagli volti a stupire, ed è un'arte impressionante e teatrale. Proprio grazie a questa TEATRALITA' la chiesa riesce, tramite le opere d'arte, ad avere un maggior numero di fedeli, impressionati e stupiti dalla sfarzosità di quest’arte e in qualche modo impauriti dalla grandiosità di essa. In questo secolo infatti il tasso di alfabetizzazione della popolazione crebbe e i fedeli erano persone dall'animo semplice, facilmente impressionabili. L'arte viene quindi usata da Madre Chiesa, come per tenere a se i fedeli e la Chiesa era vista come un'istituzione invalicabile. Tutte le opere d'arte con le loro decorazioni erano pure forme effimere, senza nulla di concreto ma semplicemente affascinanti e teatrali-> stessa cosa per le chiese: tutte le chiese Romane e Rinascimentali dell'antichità nel Seicento vennero rifatte in stile Barocco, con decorazioni eccessive. In questo periodo contava di più la FORMA RISPETTO ALLA SOSTANZA, papi e teologi dell'epoca lo avevano capito bene. Quella del Seicento è l'arte dei sentimenti la cui rappresentazione spesso giungeva agli estremi, rasentando quasi la stucchevolezza ed il fasullo, pur di impressionare. Le impressioni infatti non sono altro che sentimenti, e da qui l'arte dei sentimenti. La chiesa, che imponeva rigidi canoni a cui gli artisti dovevano attenersi, raccomandava dopo il Concilio di Trento (1545-1563), di rappresentare la figura di Cristo sempre afflitta, sanguinante, pallida e sgradevole a vedersi, in quanto in questo modo riesce ad impressionare meglio il fedele; si faceva leva sulla psicologia dei fedeli. In questo periodo vengono rappresentate maggiormente le iconografie delle ESTASI: la Chiesa necessitava infatti di nuovi santi e semplicemente ne creò dei nuovi ed essi venivano quasi sempre rappresentati nel momento stesso dell'estasi. Il momento dell'estasi mistica è quello in cui la persona ha delle visioni celesti e non risponde delle sensazioni del proprio corpo fino all'annullamento quasi totale (annullamento del corpo per fare spazio allo spirito, caratteristica principale del barocco). Il Seicento è anche il periodo della RIMONUMENTALIZZAZIONE DI ROMA, si riinizia a costruire di nuovo e Roma è un cantiere a cielo aperto e soprattutto si iniziano a costruire, oltre a fontane e edifici, i GIARDINI ALL'ITALIANA-> è un giardino con all'interno specie vegetali che provenivano da ogni parte del mondo, principalmente dall'America e dall'Oriente. Il giardino all'italiana, inventato già durante il Rinascimento, trova nel Seicento la sua massima espressione e diviene un luogo di evasione, per questo viene costruito principalmente nelle grandi ville delle famiglie più importanti dell'epoca. Il termine barocco va ad indicare un tipo di arte senza uno scopo ben preciso se non quello di impressionare e stupire; pare che derivi dalla parola spagnola barrueco che designa una perla irregolare, dove la perla è un oggetto bello con la sola funzione decorativa. Secondo altri studiosi barocco deriva dalla parola spagnola che significa strano, tortuoso come le architetture barocche. Il termine è postumo, ossia è stato inventato successivamente al Seicento per indicare negativamente questo tipo di arte; nel Settecento infatti si parlava di barocco in riferimento all'arte del secolo scorso completamente priva di senso ed effimera. Nonostante ciò il Seicento fu un secolo d'oro non tanto per l'Italia, quanto per la Spagna-> il barocco nasce a Roma e quello Romano è famoso in tutto il mondo, ma questo stile ebbe fortuna soprattutto in Spagna. Infatti gli spagnoli chiamano questo secolo IL SIGLO DE ORO: in quanto il più importante della storia spagnola perché è il momento in cui la Spagna diviene un impero grazie alle conquiste dei territori della zona Latino-Americana. È in questo periodo che la Spagna con i suoi conquistadores arriva nelle Americhe Latine, dove fa strage così cruente da eliminare intere civiltà (Maya, Incas, Aztechi), pur di depredarle di tutte le ricchezze che avevano (più grande genocidio della storia). Oltre a conquistare i loro territori, gli spagnoli tentavano in tutti i modi di convertire tali civiltà precolombiane; gli indios di quel periodo conobbero la misericordia di Dio, imposta però con la forza dai loro conquistatori e i responsabili principali di queste conversioni forzate furono i Gesuiti. GIAN LORENZO BERNINI Massimo artista del Seicento, è uno scultore, architetto, disegnatore, commediografo, pittore, scenografo, disegnatore di bozzetti, e di caricature-> un artista a 360^. È oggi conosciuto con l'appellativo GRAN MICHELANGELO DEL SUO TEMPO per la sua bravura. Nasce a Napoli nel 1598 e muore a Roma nel 1680, visse quasi un intero secolo in cui è stato l'artista che ha meglio incarnato tutto il gusto del Barocco. Il padre era uno scultore e era un uomo molto conosciuto nell'ambiente romano, quindi a Lorenzo non resta che seguire le orme del padre e per divenire presto l'arista preferito di molti papi che si sono succeduti nel corso del secolo. La Roma che vediamo oggi è infatti quasi completamente frutto delle ricostruzioni avvenute sotto i progetti realizzati dal Bernini. Lorenzo ebbe la fama e il successo che Caravaggio non ebbe mai. La sua carriera si svolge all'interno della corte papale poiché lavorava su commissione di papi. Bernini pone le basi di un'arte radicalmente nuova e rivoluzionaria in cui riesce a mettere molta fantasia: nonostante il periodo di chiusura che stava supervisione, Bernini riesce ad introdurre fantasia ed individualità nelle sue sculture in quanto protetto da svariati papi. Infatti nonostante la libertà di espressione con cui realizzava i suoi dipinti, riusciva sempre a cogliere le volontà dei papi, ecco perché è stato il massimo interprete del pensiero del papato dell'epoca. Non trasgredirà mai le regole della Chiesa e per questo non sarà mai messo all'Indice o inquisito dalla Santa Inquisizione e nessuno gli volgerà mai critiche (contrario di Caravaggio e Michelangelo). Il suo volto era sulle 50mila Lire. L'arte scenografica Berniniana, seppur scenografica conserva al suo interno alcuni aspetti del classicismo, quali l'armonia, la proporzione e l'estetica propria anche dell'arte del Rinascimento. APOLLO E DAFNE (330) Bernini lavora principalmente su commissione di papi e a volte portava avanti più progetti insieme, iniziando un'opera per poi lasciarla e riprenderla anni dopo; per cui classificare cronologicamente le opere del Bernini è abbastanza complicato. Principalmente lavora per: 1. Papa Urbano 8^, cardinale Maffeo Barberini, papa tra il 1623 e il 1644, è il papa del processo a Galileo 2. Innocenzo 10^, papa dal 1644 al 1655, è Giovanni Battista Panfili appartenuto ad una famiglia aristocratica 3. Alessandro 7^, papa tra il 1655 al 1667 è il famoso papa Fabio Chigi appartenuto alla famiglia nobile romana Chigi L'opera è stata realizzata tra il 1622 e il 1625 nel periodo in cui Maffeo Barberini era ancora cardinale e venne terminata quando divenne papa, è totalmente realizzata in marmo bianco. Attualmente, questo gruppo scultoreo classico ma scenografico, è conservata a Roma nella Galleria Borghese, possedimento della famiglia Borghese. Il gruppo scultoreo (con più figure) rappresenta il momento in cui Apollo sta per raggiungere Dafne, la ninfa in fuga--> Apollo si innamora follemente di Dafne e inizia a rincorrerla contro la sua volontà e nel momento in cui sta per raggiungerla ella chiede al padre Peneo di sottrarla alla presa del ragazzo e di trasformarla in alloro. Questo perché Dafne non ricambia commissione che consacrò il suo successo: nel 1624 il pontefice lo incaricò di erigere il BALDACCHINO BRONZEO DI SAN PIETRO. Per realizzarlo Bernini impiegò abbastanza tempo, lo iniziò nel 1624 per terminarlo nel 1633, ed è una specie di copertura scenografica e monumentale, un baldacchino realizzato in bronzo ed è stato piazzato al di sopra dell'altare principale della Basilica di San Pietro a Roma. Calcola addirittura 28 m di altezza. Proprio sotto l'altare vi è la tomba di San Pietro, tumulato nella necropoli di fianco al Circolo di Nerone e Caligola, per poi edificare (grazie a Costantino), la Basilica Costantiniana sopra la necropoli precedentemente interrata. Bernini completa la costruzione della Basilica (ricostruita nel Rinascimento sotto Giulio II) aggiungendo il baldacchino bronzeo: questo oltre al bronzo era realizzato anche in marmo e in legno, ma il bronzo rimane l'elemento principale. Al di sopra del baldacchino troviamo la cupola e si trova tutto perfettamente in linea: c'è la cupola, il baldacchino, l'altare, le grotte vaticane e la tomba di San Pietro. Fu un'opera monumentale che Bernini non portò avanti da solo, ma insieme a FRANCESCO BORROMINI, altro grande esponente del barocco romano, ma dato che tra i due non correva buon sangue a un certo punto Bernini se ne libera (come Brunelleschi con Ghiberti) per portare avanti il lavoro da solo. Il baldacchino, enorme ed estremamente decorato è formato da 4 enormi colonne tortili (quasi come la Colonna Traiana sembrava che qualcosa si attorcigliasse intorno, ma qui è il fusto stesso che si attorciglia se ste stesso), i fusti non sono quindi perfettamente dritti, ma si torcono su se stesse creando un'illusione di movimento. Il basamento è fatto di marmo e la parte alta del baldacchino è in legno. Queste colonne sono estremamente decorate, con foglie di alloro, vegetazione e scanalature che girano intorno ad essa, tutto è estremamente scenografico. Queste colonne richiamano le colonne Romane e Bernini sceglie proprio queste in quanto nelle Stanze Vaticane, in particolare nella Sala di Costantino vi era affrescato, da Raffaello Sanzio la DONAZIONE DI COSTANTINO e in questo affresco si poteva osservare l'antica Basilica Costantiniana al cui interno vi erano esattamente quelle colonne. Bernini riprende queste colonne tortili in quanto si trovavano già nella Basilica Costantiniana nella zona dell'altare. Il materiale utilizzato per la realizzazione dell'opera è preso da una parte del tetto del Pantheon: Papa Urbano 8^, Maffeo Barberini diede l'ordine di smontare letteralmente parte del tetto, dove ancora si trovavano travi in bronzo dell'epoca Romana. Questo edificio è infatti l'unico di Roma ad essere arrivato a noi quasi completamene intatto e nella sua forma romana originale. Da quel bronzo che viene sciolto, Bernini ricava il materiale che utilizzerà per il baldacchino. SMONTARE MONUMENTI ANTICHI PER COSTRUIRNE DI NUOVI MODERNI--> il baldacchino è un'opera frutto di SPOLIAZIONE, è un atto molto popolare nel Medioevo ma anche nel Seicento. I Romani erano ovviamente contrari a questo atto e iniziò a circolare malcontento e con esso voci e frasi particolari. ---> (A Roma vi è la statua di Pasquino, statua Romana rinvenuta a Roma forse in epoca Medievale attualmente posta su un angolo che dà verso Piazza Navona; è una statua famosissima a Roma in quanto è una statua PARLANTE--> era prassi - soprattutto in epoca Medievale e durante l'Unità d'Italia- far ritrovare su alcune statue dei biglietti in cui vi erano scritte poesie in romanesco che attaccavano personaggi di spicco romani come papi, cardinali, vescovi e personaggi del governo. Questi dileggi erano poesie, composizioni ed epigrammi, particolarmente pungenti in cui si insultano persone in versi e rime). Dopo la spoliazione del Pantheon, su una di queste statue apparì la seguente frase in latino: "QUOD NON FECERUNT BARBARI, FECERUNT BARBERINI", ossia quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini. I barbari infatti, giungendo a Roma, pur incendiando e distruggendo svariate cose, non toccarono mai i monumenti e quindi le distruzioni che non fecero i barbari sono state fatte dalla famiglia a cui apparteneva il Papa Maffeo Barberini. Era quindi una poesia pungente ne confronti del Papa che aveva ordinato di smontare parte del tetto de Pantheon. La STATUA DI PASQUINO è ancora oggi famosa e ancora oggi vengono affisse su di essa messaggi per persone di spicco del mondo Romano, era in passato un modo per dar voce alle opinioni del popolo. Infatti, anche durante l'Unità d'Italia, vi era lo Stato Pontifico che reprimeva qualsiasi tipo di opignone e il popolo romano, per far sentire la propria voce, lasciava questi epigrammi in versi molto elaborate. Oggi ci sono anche delle raccolte di questi dileggi, epigrammi o PASQUINATE (quelle trovate sulla statua di Pasquino). La figura di Pasquino, che nella realtà era forse un personaggio romano, è la figura di una persona semplice del popolo, letterati, medici o di qualsiasi persona che ha qualcosa da dire contro il potere, è letteralmente una figura di sfogo. I dileggi divennero così cruenti e infamanti che si dovette emanare un editto che imponeva la pena di morte, di infamia e la confisca di tutti i beni per chiunque affiggesse poesie diffamatorie sulla statua di Pasquino: il fenomeno divenne talmente eclatante che si sentì il bisogno di arginarlo. CAPPELLA PRIVATA DELLA FAMIGLIA CORNARO NELLA CHIESA DI SANTA MARIA DELLA VITTORIA A ROMA: LA TRANSVERBERAZIONE DI SANTA TERESA o ESTASI DI SANTA TERESA (333) La trasnverberazione corrisponde all'estasi: durante il Barocco, la Chiesa commissionava spesso opere volte a rappresentare la transverberazione o l'estasi dei santi. Le estasi sono i momenti in cui i santi cadono in una sorta di trance e hanno delle visioni celesti durante le quali sono coinvolti diversi sensi, che portano quasi all'annullamento del corpo. Le estasi sono tipiche dei santi che hanno le visioni e la Chiesa del 1600 necessita di nuovi santi, in quanto quelli vecchi non bastavano più e si sente il bisogno di santificare. Si santificano persone vissute nell'anno precedente, ed è il caso di Santa Teresa d'Ávila vissuta nei Cinquecento e santificata nel secolo successivo. La santa viene raffigurata nel momento esatto dell'estasi, in quanto Santa Teresa era la santa delle VISONI: aveva delle visioni che trascriveva su un diario intimo e personale e rileggendolo, Bernini ebbe lo spunto per quest'opera. È forse una delle opere principali del Bernini che incarna alla perfezione tutti gli ideali del Barocco, realizzata tra il 1646 e il 1652 sotto il pontificato di Innocenzo 10^, Giovanni Battista Panfili ed è oggi conservata a Roma nella Chiesa di Santa Maria della Vittoria, all'interno della chiesa vi è una cappella privata. Quest'opera venne commissionata da una famiglia di cardinali, la famiglia veneziana CORNARO, a cui apparteneva la cappella privata nella chiesa di Santa Maria della Vittoria. Teresa d'Ávila era di nazionalità spagnola e visse nel 1500 per poi venire beatificata nel 1600 ed era una santa RIFORMATRICE DELL'ORDINE CARMELITANO-> era un ordine religioso come i Francescani ad esempio, esclusivamente femminile ed ella fu colei che ne rinnovò il credo e le regole. In quest'opera Bernini, dopo aver letto le descrizioni della Santa delle sue visioni nel suo diario personale, rappresenta uno dei momenti da lei descritti e vissuti. L'opera è un gruppo scultoreo composto da due figure: una è la SANTA e l'altra un ANGELO e Bernini rappresenta il momento in cui Teresa cade in estasi e sta provando sensazioni forti, spirituali ma anche corporee. La santa, nel suo diario descrive che durante queste visioni, oltre a provare un benessere di tipo spirituale, provava un certo dolore fisico in quanto vedeva una figura celeste (angelo), che con un dardo infuocato le trafigge il cuore e le provocava tanto dolore fisico, quanto piacere corporeo. Quando Bernini finì l'opera venne criticato, perché venne accusato di averla rappresentata nel mezzo di un atto poco onesto--> infatti l'espressione dell'angelo è quasi compiaciuta di provocare dolore e Teresa sembra abbandonarsi al piacere provocatole. Sembra che stia subendo un rapporto sessuale con l'angelo compiaciuto. Tuttavia Bernini aveva rappresentato solamente ciò che la santa aveva personalmente descritto, anche se i maliziosi vi vedevano qualcosa di peccaminoso. Le due figure e il resto dell'opera, come il basamento che sembra una nuvola su cui fluttuano l'angelo e Teresa, sono realizzate usando diversi tipi di materiale, tra cui marmo e strutture in ferro per reggere il basamento-nuvola. 1)Della SANTA si vede realmente poco, solamente il viso provato, con la bocca aperta, la mano e i piedi scalzi; è rappresentata impotente rispetto a ciò che le sta per accadere, con un abito molto scenografico fatto di pieghe particolarmente abbondanti. 2)L'ANGELO invece è particolarmente compiaciuto di quello che lui stesso sta per fare, ed è descritto dettagliatamente nel diario della santa, insieme alle sensazioni che le infligge "vidi l'angelo sotto forma corporea, non era grande ma bellissimo e aveva in mano un lungo dardo d'oro dalla cui punta di ferro usciva una fiamma, mi colpì subito il cuore", "il dolore era tanto vivo da farmi emettere dei lamenti". Questa TEATRALITA' si ritrova anche nell'apparato decorativo dell'opera realizzato per la costruzione della cappella stessa: la cappella è infatti decorata da una moltitudine di marmi di tutti i colori. Dietro all'opera poi vi sono dei raggi realizzati in legno dorati che simboleggiano la luce divina e l'effetto è amplificato dal fatto che durante alcune ore del giorno l'opera viene illuminata dalla luce del sole, perché da dove partono i raggi c'è una finestra nascosta alla vista degli spettatori. È come se fosse un faro che illumina la scena, come se fossimo a teatro o in una scenografia. La teatralità si nota anche ai lati dell'opera, dove sono posti due palchetti da cui si affacciano dei personaggi, che si sporgono e parlano tra di loro-->sono degli OSSERVATORI, in quanto l'opera è come se fosse stata messa a teatro e sono le rappresentazioni dei 7 cardinali della famiglia Cornaro,anche se ne sono rappresentati 8). Sono quindi i 7 cardinali della famiglia, che si affacciano dai loro palchetti nel loro teatro, per osservare l'estasi di Santa Teresa. Bernini riesce a trasformare un evento religioso di una santa, in una vera e propria rappresentazione teatrale, è quindi un'intimità violata, perché viene portata a teatro un evento intimo della vita della santa. costruire il colonnato in forma ellittica, perché simbolicamente rappresentava le braccia aperte e materne di Madre Romana Chiesa, che accolgono, secondo il progetto del Bernini, sia i fedeli per confermarli nella credenza, sia gli eretici per riunirli nella Chiesa e gli infedeli per illuminarli della vera fede poiché la Chiesa è accoglienza. Il colonnato è formato da 284 colonne, che formano ben 4 file su un lato e 4 file sull'altro e al di sopra del colonnato ci sono ben 96 statue dei maggiori santi alte 3 m. Per rendere l'idea di accoglienza Bernini fece un progetto particolare, che crea un'illusione ottica: progetta la quadruplice fila di colonne in modo radiale rispetto ai due fuochi dell'ellisse, ossia se si vanno ad unire le 4 file di colonne con delle linee, andranno a confluire nel fuoco dell'elisse. In questo modo se ci si mette in uno dei due fuochi dell'elisse, accade che non si vedono più 4 file di colonne, ma si percepisce solamente una fila, come se le colonne fossero allineate, in quanto sono radiali rispetto al fuoco dell'elisse. Si crea una specie di effetto geometrico di illusione dove le colonne si mettono una dietro all'altra, per permettere di guardare al di fuori--> è come se il colonnato si aprisse tipico della TEATRALITA' DEL BAROCCO. Il porticato aprendosi, dà vita alla Via della Conciliazione, aperta solamente nel periodo FASCISTA per volere di Mussolini, per collegare San Pietro al resto della città. Ma all'epoca del Bernini, la via non esisteva e vi erano invece solamente tante case: essendoci quindi tutte viuzze strette e vicoli, giungendo a San Pietro, si aveva la sensazione di trovarsi in uno spazio enorme, immersi in uno spazio accogliente di fronte alla Basilica. IL ROCOCO' Il Rococò è un fenomeno artistico che inizia dal 1690 in poi, e se parliamo di Barocco per intendere eccessive decorazioni e teatralità, con i Rococò si esasperano ancor di più tali caratteristiche. Troviamo decorazioni eccessive, anche oltre quella del Barocco. È un fenomeno di TRANSIZIONE che avviene tra il Barocco e il Neoclassicismo, anche se conserva tratti e gusti del Barocco, anticipando però quelli del Neoclassicismo. Si attesta quindi tra il 1690 e il 1750 (anno in cui ebbe inizio il lavoro dell'Encyclopedie di Diderot e Alembert, opera con la quale si suole sancire l'inizio dell'Età dei Lumi) È un fenomeno nato esclusivamente in Francia e il termine deriva dalla parola ROCAILLE che significa DECORAZIONE IN ROCCIA, ed era una decorazione propria dei giardini. Il Rococò lo si ritrova quasi esclusivamente negli oggetti di arredamento ed era un arte propria dei ricchi, infatti non lo si ritrova negli strati sociali più bassi, ma solo nelle grandi ville signorili (Reggia di Versailles, di Caserta). Per questo è anche chiamato stile Luigi 15 o Barocchetto. E' quindi basato sulle eccessive decorazioni delle ville signorili dell'alta aristocrazia: mobili con gambe allungate affusolate, sedie, orologi, cristalliere e tutto ciò che serve alla vita di salotto incentrata su galanteria e raffinatezza. ILLUMINISMO & il NEOCLASSICISMO (8-14) Il 18esimo secolo è considerato l'Età dei Lumi i quanto in quanto si andò diffondendo uno spirito scientifico e razionalista che metteva in discussione dogmi e certezze tradizionali su cui si basava la società. È l'Età dei Lumi, della RAGIONE già nel 1693 il filosofo inglese Jhon Locke scriveva credo di poter affermare che i nove decimi degli uomini che si incontrano devono all'educazione di essere quello che sono, buoni o cattivi, utili o no, ad essa (all'educazione) si deve la gran differenza tra gli uomini. Io immagino appunto che l'acqua come le anime dei fanciulli, possa essere possa essere avviata in una data direzione piuttosto che in un'altra--> Locke afferma che un uomo diviene ciò che è grazie all'educazione che riceve. Ecco perché l'Illuminismo è il secolo dell'UGUAGLIANZA, della RAGIONE e dell'EDUCAZIONE, in quanto nasce per la prima volta un'educazione laica, che quindi non è più soggetta agli insegnamenti religiosi e ad un saper precostituito che veniva impartito in base al volere ecclesiastico. Si avverte l'esigenza di formare e trasmettere una cultura laica, che favorisca anche l'insegnamento delle scienze e un approccio sperimentale nella scoperta della natura e dell'uomo; ora si può dire completata la conoscenza del metodo scientifico sperimentale che non avvenne nei Seicento. Nel 1773 viene addirittura abolita la Compagnia di Gesù, ossia i GESUITI che detenevano completamente la cultura e l'insegnamento, e sorgono le ACCADEMIE e le SCUOLE LAICHE, dove si impartisce una conoscenza laica. Nascono e si formano in questo periodo svariati intellettuali, quali Diderot ed Alembert, famosi per l'invenzione dell'enciclopedia, opera immensa che racchiudeva tutto il sapere. Cambiando mentalità ed idee, dal punto di vista artistico viene rifiutato il Rococò in quanto estremamente eccessivo presente solo nelle classi sociali alte e ricche quindi non accessibili a tutti e priva d’intenti educativi. A differenza del Rococò IL NEOCLASSICISMO si basa principalmente sull'educazione e sull'impartire insegnamenti laici; si rivendica l'aspetto funzionale e la pubblica utilità dell'arte, che si ritrova soprattutto nella costruzione di grandi MUSEI in cui le grandi collezioni private vengono esposte in enormi musei, tra cui il primo è il 1)MUSEO CAPITOLINO a Roma voluto da Papa Clemente 12^ nel 1734, che mise a disposizione la sua collezione privata dell'antichità classica greca e romana, il 2)BRITISH MUSEUM a Londra, inaugurato nel 1753 ed è uno dei primi musei laici, ossia aperto a tutti gli strati sociali e mondiale, in quanto espone opere d'arte di tutto il mondo. Si iniziano anche a promuovere le prime campagne archeologiche e nasce l'ARCHEOLOGIA: essa nacque in seguito alla scoperta di Pompei ed Ercolano (1734/38), con la quale si venne a conoscenza delle abitudini degli antichi romani perchè venne alla luce un'intera città ancora intatta. Si aprirono enormi finestre sulla civiltà classica e vengono scoperti aspetti prima ignoti. Nel 1793 poi, la Francia rivoluzionaria, seguendo l'esempio di Londra e dell'Italia apre il museo del 3) LOUVRE a Parigi, un museo statale. Le grandi potenze nel corso dell'Ottocento iniziano a promuoveva campagne archeologiche in Oriente, dove smontavano pezzi di monumenti ed opere d'arte, per appropriarsene ed esporle nei musei accrescendo il loro prestigio. L'Italia fece la stessa cosa, ma rispetto a Francia, Germania ed Inghilterra, in maniera minore in quanto era già satura di opere d'arte italiane; poi sarà Napoleone stesso a spoliare l'Italia delle sue opere d'arte. In Italia vi è un enorme museo, il 4) MUSEO EGIZIO di Torino, 2^ più grande in assoluto dopo quello del Cairo. Nel Settecento l'arte viene considerata come qualcosa di preziosissimo, in quanto è considerata materia che serve da insegnamento; ecco perchè si rivaluta e si guarda alla cultura CLASSICA, da cui il termine Neoclassicismo--> l'Illuminismo è fondamentalmente la parte teorica del Neoclassicismo; quando si utilizza il termine Neoclassico, ci si riferisce alla ripresa delle civiltà classiche greche e romane, pur non essendo una vera copia, ma un'IMITAZIONE: i neoclassici non copiano romani e greci, ma li imitano, ossia riprendono aspetti della cultura classica e li ricontestualizzano nell'età moderna, le opere greche infatti erano viste come modelli ideali da imitare e si riprende il patrimonio classico perchè veniva considerato patrimonio di un'epoca ideale in cui la natura ancora non era contaminata dall'uomo. L'uomo classico non era attaccato alla materia, ma nel Settecento, epoca di grandi innovazioni industriali ed urbanizzazione, si pensava che nell'epoca classica il punto di riferimento era la natura, ed era così. Ci si ispira in primis alla cultura Greca e Romana perchè, fino a metà del 1700 la storia dell'arte greca e romana veniva studiata insieme e considerata una cosa unica, senza grandi differenze. Solamente con le teorie artistiche di Winckelmann, teorico e storco dell'arte, padre dell'archeologia e della storia dell'arte moderna, la storia dell’arte greca si differenzia da quella romana. Il termine Neoclassicismo è stato coniato nel periodo Romantico, nel corso dell'Ottocento e venne usato dai Romantici in modo negativo e dispregiativo per riferirsi all'arte del secolo precedente, ritenuta inutile. Figura importante del Settecento è Napoleone Bonaparte, che compì tantissime spedizioni in svariati posti tra cui Oriente ed Egitto, dove con una squadra di disegnatori e studiosi catalogò tutte le opere e i monumenti egizie descrivendole accuratamente in un catalogo illustrato. Però SPOLIO' gran parte dell'Italia centrale e settentrionale delle sue opere d'arte; Napoleone requisisce le opere d'arte, portandole in Francia, le opere confiscate erano talmente tante che riempie il Louvre, che da museo statale diviene museo Napoleonico a tutti gli effetti, e crea una serie di musei satellite in cui ammassa le opere restanti, tra cui la PINACOTECA di BRERA a Milano, che per volere di Napoleone è un museo satellite che doveva esibire le opere d'arte confiscate durante le spedizioni in Italia. Quando Napoleone venne in Italia e la conquistò, furono fatti dei trattati di pace con il Papa -in quanto la maggior parte della penisola apparteneva ancora al papa-, questi trattati sono quelli di TOLENTINO e di CAMPOFORMIO del 1797, e in cambio della pace estorse le opere d'arte come bottino di guerra. Da questo momento in poi l'Italia si impoverì particolarmente e inizia a sorgere il problema della spoliazione delle opere d'arte, che impoverisce un'intera nazione; su questo si basarono le famose LETTERE A MIRANDA. La maggioranza di queste opere di trovano ancora oggi al Louvre, ed altre sono state riconsegnate all'Italia dopo il 1815, anno della Restaurazione, in cui le monarchie tornano al potere, vengono abolite tutte le riforme fatte dai rivoluzionari e sorge la borghesia. Protagonisti del Neoclassicismo sono per la scultura, Antonio Canova, per la pittura Jacques Luis David e per l'architettura, l'architetto inglese Adam che progetta case simili ai templi dell'antichità classica. ANTONIO CANOVA È il massimo rappresentante della scultura Neoclassica ed è colui che ha incarnato al meglio tutte le idee dell’Illuminismo. Nasce nel 1757 a Possagno, località in provincia di quanto inizia a girare per tutte le città in cerca di Amore, ma non trovandolo tenta più volte il suicidio, anche se gli dei le impediranno anche questo, perchè esistono dei maligni e benigni. Venere, che è venuta a conoscenza dell'accaduto, la mette di fronte ad una serie di prove impossibili da superare ma grazie alla complicità di altre divinità che hanno compassione nei confronti di Psiche, questa riesce a superare almeno le prime due prove (separare semini di diversa grandezza, aiutata da delle formiche o prendere fili d'oro tra la lana di pecore aggressive). Giunti alla terza prova però era a tutti gli effetti impossibile e prevedeva la discesa negli Inferi da parte di Psiche, per chiedere un po' della bellezza di Proserpina alla dea stessa; prima di affrontarla, per quanto era sconfortata pensa al suicido ma una montagna le si anima di fronte e la esorta a compiere la prova. Psiche riesce a chiedere a Proserpina un po' della sua bellezza, ma la dea chiude la sua bellezza in un'anfora piccola, una specie di cofanetto e mentre Psiche risale dagli Inferi, colta dalla curiosità apre il cofanetto da cui non esce la bellezza, bensì una nuvola soporifera che è un sonno profondo. Psiche allora si addormenta e non riesce a superare la terza prova; a questo punto Eros mosso a compassione, decide di risvegliarla chiedendo aiuto al padre Giove anch'esso commosso, e ne favorisce l'unione. Canova rappresenta il momento esatto in cui Psiche viene ridestata dal sonno profondo, grazie al bacio di Eros. Tuttavia secondo la versione ufficiale, lei non viene ridestata dal bacio, ma da dei pizzicotti di Amore per poi, successivamente baciarla da sveglia. Canova però non segue la versione originale della favola e rappresenta il risveglio causato dal bacio di Amore, in quanto venne influenzato da un affresco famoso all'epoca ritrovato a Pompei che vide personalmente. Inoltre lo scultore, vuole rappresentare il momento del bacio tra i due amanti, ma questo bacio non avviene: le bocche si avvicinano, ma il bacio vero e proprio non è stato ancora dato--> Canova infatti non rappresenta MAI IL MOMENTO DELL'AZIONE, come faranno poi tutti gli altri artisti del Neoclassicismo, ma solamente o l'attimo precedente o quello che segue dall’azione principale. Le opere Neoclassiche infatti, sono riconoscibili proprio dal fatto che non rappresentano mai le scene nel momento clou, ma sempre un attimo prima o dopo; perchè facendo così, lo spettatore NON VIENE COINVOLTO EMOTIVAMENTE. Trovandosi nel periodo Illuminista, la ragione domina sui sentimenti, e non si cerca il coinvolgimento emotivo e psicologico, come se lo spettatore dovesse essere distaccato dai sentimenti del corpo e della mente, in quanto superiore con la ragione rispetto ai sentimenti. Ciò verrà poi completamente ribaltato nel periodo del Romanticismo. Canova, per rendere il realismo e portare all'estremo le sue opere, come se fossero persone reali, levigava il marmo fino a renderlo perfettamente liscio e quasi trasparente: è ciò che accade con le ALI DI AMORE, che se viste controluce, sono oltrepassate dalla luce per quanto sono sottili. Le opere Neoclassiche, oltre a riconoscersi grazie alla mancanza di coinvolgimento emotivo e non rappresentando mai il momento dell’azione, si riconoscono anche grazie alla loro COMPOSIZIONE GEOMETRICA (sia in sculture e dipinti): in questo caso è come se ci fossero due triangoli, il primo in basso è individuato dai due corpi e il secondo si trova in alto, formato dalle ali di amore; sono due triangoli avvicinati tra di loro dalla punta. Essi sono identificabili come TRIANGOLI o PIRAMIDI; spesso accade infatti che nella composizione di sculture neoclassiche o nei dipinti, vi è la riduzione alla forma triangolare. Viene presa in considerazione tale forma, in quanto il triangolo è considerata la figura PERFETTA. Oltre al triangolo, nella composizione di Amore e Psiche si individua anche un CERCHIO, formato dalle braccia dei due amanti che si avvolgono tra di loro e all'interno del cerchio vi sono i visi dei due amanti dove avviene il bacio che in realtà non avviene (come la CREAZIONE DI ADAMO di Michelangelo). Nelle opere neoclassiche si ritrovano spesso figure rappresentate SEMINUDE, ed è ciò che accade in quest'opera: i seni di lei sono coperti, così come l'inguine coperto da questo velo che va a coprire le parti intime, ma dietro le figure sono nude . Canova è uno scultore neoclassico, che realizza le sue opere con l'intento di non coinvolgere emotivamente lo spettacole, ma data la sua bravura le sue opere suscitano emozioni forti, e in questo caso un forte erotismo. Il messaggio morale che vuole trasmettere la favola di Amore e Psiche è altamente moderno: Psiche infatti più volte commette degli errori a causa della sua curiosità, la storia dei due amanti è fortemente travagliata come succede tutt'oggi, vi è il tema della compassione, della gelosia da parte di Venere che se la prende con una mortale più debole di lei e anche il tema del rifiuto e dell'abbandono da parte dei genitori, che non accettano l'amore e l'amante della figlia. La favola termina con un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei che si sono riappacificati con i due amanti e quindi con un lieto fine di una storia travagliata. La storia mette quindi in scena tutti i travagli che può portare l'amore e che sono ancora attuali. PAOLINA BORGHESE (1808) Paolina Borghese, detta anche Paolina Bonaparte è stata raffigurata da Canova come Venere vincitrice. Paolina Bonaparte era la sorella di Napoleone (di origini italiane) sposata con un principe romano, chiamato CAMILLO BORGHESE, il proprietario della Villa Borghese, attualmente uno dei musei più belli del mondo. Paolina viene rappresentata come Venere vincitrice, in quanto era prassi farsi rappresentare sottoforma di divinità antiche. Si riprende il ritratto romano e in particolare quello delle STATUE ACHILLEE o ICONICHE, dove i generali romani si facevano rappresentare con il corpo statuario completamente nudo, con la loro testa. Vi è quindi una ripresa della tradizione artistica romana. Questa statua è stata commissionata dal marito di Paolina, Camillo per far rappresentare la moglie e Canova aveva buonissimi rapporti con Napoleone e diventerà il suo scultore preferito, nonché confidente. È una statua realizzata interamente in marmo bianco di Carrara ed è attualmente conservata a Villa Borghese a Roma, fatta tra il 1804 e il 1808, ossia nel periodo in cui si iniziava a parlare di PREROMANTICISMO. Paolina è sdraiata su un materasso di marmo, seminuda con i seni scoperti e le parti intime coperte da un sottile velo che lascia però intravedere le forme al di sotto. Perciò, nonostante Canova non ricercasse il coinvolgimento emotivo dello spettatore, quest'ultimo si trovava indubbiamente coinvolto pienamente nell'opera. Viene rappresentata come la più bella, Venere appunto, su una specie di TRICLINIO: era un letto che veniva utilizzato dai romani anche per mangiare, ed era costituito da una parte rialzata su cui si adagiavano cuscini per sorreggere il corpo. Paolina si fa rappresentare come una romana a tutti gli effetti ma anche come una dea. Paolina, ha in mano il pomo della discordia vinto da Venere--> succede, secondo la mitologia, che delle divinità erano state invitate ad un matrimonio, escludendone una, chiamata ERIS. Eris tuttavia tentò di autoinvitarsi al matrimonio ma non la lasciarono entrare in quanto era la dea della discordia, non accettata al matrimonio. Allora per vendicarsi del mancato invito e del successivo rifiuto, prese una mela e ci scrisse una frase "alla più bella" e la tirò sul tavolo dov'erano sedute 3 divinità: GIUNONE/ERA, AFRODITE/VENERE e ATENA/MINERVA. Le 3 dee iniziano quindi a litigare tra di loro, ritenendosi ognuna la più bella: Giunone era la regina degli dei, Afrodite la regina dell'amore e Minerva la regina della sapienza. Durante tale litigio, scaturito dalla discordia generata da Eris, le tre dee vanno da Zeus e lo designano come arbitro per decidere la più bella tra loro, ma Zeus per non mettersi nei guai disse che l'uomo che doveva decidere, era il mortale più bello della Terra, Paride re di Troia. Le divinità si recano da lui mostrandosi completamente nude e cercano di corromperlo offrendogli qualcosa: 1. Giunone gli offre metà dell'Asia e il governo su vastissimi territori, 2. Atena gli offre vittorie assicurate in ogni guerra e 3. Afrodite infine gli offre l'amore della mortale più bella della Terra e Paride scelse quest'ultima offerta. Paride quindi elegge come dea più bella Afrodite e dà il pomo della discordia a lei, eletta più bella in assoluto. La mortale più bella della terra era Elena di Troia, già sposata e Paride la rapisce proprio con l'aiuto di Venere e le altre due dee arrabbiate, decidono di farla pagare a Paride ed Atena si vendica, essendo poi colei che ispirerà Ulisse ad inventare il cavallo di Troia con il quale entrerà a Troia per poi raderla al suolo. Il pomo della discordia simboleggia l'incontrollabilità dei sentimenti umani, la possibilità di commettere errori, la gelosia dell'uomo e l'insoddisfazione data dal possesso di qualcosa preso grazia a sotterfugi ed inganni. Tutta l'opera, con la sua impalcatura doveva esser vista a 360^, ma tutta la composizione al suo interno aveva un meccanismo che permetteva all'opera di girare su ste stessa, permettendo agli spettatori di osservarla a 360°. È l'opposto delle opere del Bernini, da osservare da un unico punto di vista. IL MONUMENTO FUNEBRE A MARIA CRISTINA D'AUSTRIA (22) È un monumento funerario, una tomba a Maria Cristina d'Austria, figlia dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, appartenente alla casa degli ASBURGO e Canova, lavorando in tutta Europa (soggiorna a Parigi e a Vienna) viene a contatto con queste personalità. È stato realizzato tra il 1798 e il 1805 a cavallo tra i due secoli, nel periodo in cui Canova realizza la
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