Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Costruzione di Ordini Sociali: Cultura, Potere e Identità, Sbobinature di Sociologia Dei Processi Culturali

Il concetto di cultura come modo di costruire ordini sociali e introduttivo sancho panza. Esplora il problema delle realtà multiple e l'utilizzo simbolico dell'intero universo fisico-naturale. Discutiamo del potere di punire, la correzione delle condotte, i corpi docili e la microfisica del potere. Inoltre, analiziamo la maschera come rappresentazione eterna dell'umanità e l'identificazione come pratica. Infine, esploriamo il genere come prodotto dell'habitus e le rappresentazioni e pratiche di genere.

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 24/01/2024

alessia-degennaro
alessia-degennaro 🇮🇹

4.5

(11)

13 documenti

1 / 54

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Costruzione di Ordini Sociali: Cultura, Potere e Identità e più Sbobinature in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! 1 2 Studiare la cultura Esempio: guardare la gioconda Guardare un quadro è una pratica. La pratica: accade qualcosa in uno spazio. Perché guardare un quadro significa andare al museo, guardarlo e utilizzare un tempo, quanto dura quel tempo? sociologicamente quando ci concentriamo sulle varianti del tempo e dello spazio è analizzare una pratica. Ma se c’è una differenza di attuazione delle pratiche, analizziamo i pro e i contro di ogni possibilità. Ci poniamo come domanda: qual è il modo giusto di fare una cosa? Qual è il tempo e lo spazio in cui l’azione viene definita come pratica? Rappresentazioni: perché questo quadro è ritenuto che ne valga la pena vederlo? Modi in cui si costruiscono delle idee indiscusse e condivise su delle cose o azioni. All’incastro tra pratiche e rappresentazioni stiamo studiando la cultura. • Pratiche: perché? • Rappresentazioni: come? Facciamo un passo indietro… La cultura: termine che nel linguaggio tecnico ha un significato diverso rispetto al linguaggio pubblico. ❖ “la cultura non si ferma” ❖ “lui ha tanta cultura” ❖ “cultura imprenditoriale, sportiva...” ❖ “capitale della cultura” ❖ “trend culturali” Tutti questi termini in cui viene utilizzato il termine cultura formano una lista di come viene utilizzato questo termine. Esempio: Voyager golden record Lista uguale alla precedente dei modi in cui viene utilizzata la parola cultura. Con che criterio hanno messo queste informazioni che rappresentano la nostra cultura? 5 Il problema del “significato” Es. la bellezza – pratica o insieme di pratiche che si definisce in un luogo In che modo un’idea crea un ordine? - Rappresentazioni: dimensioni discorsivo-testuale “modi di dire” - Pratiche: dimensioni cinetico-affettiva “modi di fare” Oggetti osservabili – tracce a partire dalle quali ricostruire l’ordine culturale. Analisi dell’ordine culturale Cultura come intreccio di pratiche e rappresentazioni Infatti, le coscienze individuali sono di per sé chiuse le une alle altre; esse possono comunicare soltanto per mezzo di segni in cui si traducono i loro stati interiori. Perché il rapporto che si stabilisce tra loro possa sfociare in una comunione, cioè in una fusione di tutti i sentimenti particolari in un sentimento comune, occorre dunque che i segni che li manifestano si fondino anch’essi in una sola e unica risultante. È l’apparizione di questa risultante che avverte gli individui di essere all’unisono e li conduce a prendere coscienza della loro unità morale. È lanciando uno stesso grido, pronunciando una stessa parola, 6 eseguendo uno stesso gesto concernente uno stesso oggetto che essi si mettono e si sentono d’accordo. Senza dubbio, le rappresentazioni individuali determinano, anch’esse, nell’organismo contraccolpi che hanno la loro importanza; esse possono tuttavia essere concepite prescindendo da queste ripercussioni fisiche che le accompagnano o le seguono, ma che non le costituiscono. Ben diverso è il caso delle rappresentazioni collettive. Esse presuppongono che le coscienze agiscano e reagiscano le une sulle altre; esse risultano da queste azioni e reazioni che, esse stesse, non sono possibili che in virtù di intermediari materiali. Perciò questi non si limitano a rivelare lo stato mentale a cui sono associati, ma contribuiscono a costituirlo. Gli spiriti particolari non possono incontrarsi e comunicare che a condizione di uscire da se stessi; ma non possono esteriorizzarsi che in forma di movimenti. È l’omogeneità di questi movimenti che dà al gruppo il sentimento di sé e che, quindi, lo fa esistere. Una volta che questa omogeneità è stata stabilita, e quando questi movimenti hanno assunto una forma unica e stereotipata, essi servono a simboleggiare le rappresentazioni corrispondenti. Ma le simboleggiano soltanto perché hanno contribuito a formarle. (Durkheim, 2013 [1912]: 290-291, corsivo mio) Dall’individuo alle pratiche/rappresentazioni 1. «È lanciando uno stesso grido, pronunciando una stessa parola, eseguendo uno stesso gesto concernente uno stesso oggetto che essi si mettono e si sentono d’accordo» 2. «Gli spiriti particolari non possono incontrarsi e comunicare che a condizione di uscire da se stessi; ma non possono esteriorizzarsi che in forma di movimenti» 3. «Ma le simboleggiano soltanto perché hanno contribuito a formarle» Dall’individuo alle pratiche/rappresentazioni ACCORDO TRA GESTI (MODI DI FARE) E SUONI (MODI DI DIRE) ACCORDO ESTERNOPERMETTE ACCORDOINTERNO SIMBOLI VISSUTI COMESOGGETTIVI IN QUANTOPRODOTTO DI UNDIRE/FARE OGGETTIVO 7 La trasformazione dell’ordine culturale Come e perché cambia un certo ordine? 1) Dove sta la cultura? a. Rapporto tra dimensione «interna» ed «esterna» dell’ordine 2) Quando e perché cambiano i significati? a. Dimensione storica 3) Chi e come decide l’ordine di pratiche e rappresentazioni? a. potere poetico 10 Collettivamente produce un fenomeno reale, per loro che lo vivono in quel modo, e ogni volta che lo rifanno stanno intersoggettivamente rafforzando la realtà del fenomeno. (Inception – da guardare spiega la fenomenologia sociale) Conferma intersoggettiva → come danno conferma che quello è un fenomeno reale? Questo lo facciamo tutti noi. Vediamo delle figure professionali: Vedere professionale e conferma intersoggettiva • Procedure d’incongruenza per la ricerca dell’anomalia. • Usare il «vedere» per evidenziare e ratificare il patologico Medici: si danno delle conferme intersoggettive collettivamente per avere la sicurezza che le loro teorie siano reali ed evitare errori. Consulto = conferma intersoggettiva Procedura d’incongruenza per la ricerca dell’autonomia. Mondo del senso comune 1. Senso comune: ciò che ciascuno crede che gli altri credono – idea di ordine culturale Don’t look up guardaloooo 2. Realtà: insieme credenze collettive (senso comune) a cui si aggiungono le pratiche che lo rafforzano 3. “Atteggiamento naturale” VS “epochè” farsi la domanda, come mai lo stiamo facendo ? (mettere tra parentesi) Mondo della vita: ambito nel quale vige un certo senso comune, dove c’è un certo senso naturale e vale un certo ordine. Don Chisciotte: e Sancho Panza • “Dubita delle apparenze laddove tutti vedono chiare certezze" • DC e SP come figure paradigmatiche DC – Outsider/Epochè SP - Senso comune/atteggiamento naturale Il problema delle realtà multiple «(…) esistono molti diversi ordini di realtà – probabilmente un numero infinito – ciascuno con il suo stile di esistenza particolare e distinto: James li chiama «sotto-universi». Fra di loro vi è il mondo dei sensi o delle «cose» fisiche così come sono sperimentate dal senso comune; il mondo della scienza; (…) i mondi soprannaturali come il Paradiso o l’Inferno dei cristiani; i numerosi 11 mondi dell’opinione individuale; e i mondi della pura follia o fantasia, anch’essi infinitamente numerosi. Ogni oggetto cui pensiamo si riferisce ad almeno uno di questi mondi – o uno di una lista analoga. Ogni mondo, nel momento in cui vi si fa riferimento, è reale a proprio modo, (…)» (p. 26) Ci sono tanti mondi della vita, ciascuno ha il suo stile di esistenza • Come fa DC a dare un accento di realtà al suo mondo di realtà se intorno a lui c’è un altro mondo per cui altre cose sono reali? • Ogni mondo della vita deve fare i conti con gli altri mondi che sono incompatibili o incommensurabili. «Ci sono rumori notturni enigmatici e inquietanti, ci sono la morte e il sogno, la visione e l’arte, la profezia e la scienza. Come fa Don Chisciotte e come facciamo noi Sanchi Panza, a riuscire a conservare la fede nella realtà del delimitato sotto-universo che scegliamo come casa-madre nonostante le diverse irruzioni di esperienze che lo trascendono?» (p. 27-8) • Prove di realtà per resistere nel proprio mondo messo alla prova da mondi esterni (libri, teorie, esperti, ecc.…) • Maghi che convertono i diversi schemi di interpretazione e mantengono la coerenza interna del mondo. Struttura tipica di rilevanze: «La nostra relazione con il mondo sociale si basa sul presupposto che nonostante tutte le variazioni individuali gli stessi oggetti siano esperiti dai nostri simili sostanzialmente nello stesso modo in cui li sperimentiamo noi, e viceversa, e anche sul presupposto che i nostri schemi di interpretazione mostrino la stessa struttura tipica di rilevanze. Se questa fiducia nella sostanziale identità dell’esperienza si infrange, è distrutta la stessa possibilità di stabilire una comunicazione con i nostri simili» (p. 36) Conflitti tra schemi di interpretazione Tre possibili cose 1. Conflitti esterni (incantesimi) 2. Conflitti interni (sotto universi di discorso progressivamente accordata) 3. Conflitti irriducibili (ne logica ne consenso né la guerra possono portare ad un’armonizzazione del conflitto) Finale intersoggettività • Dal comportamento individuale… • …alle pratiche costruite intersoggettivamente • Accenti di realtà, credenze collettive e atteggiamento naturale • Normale/patologico; folle/saggio; sogno/realtà 12 Antropologia culturale e strutturalismo – classificazioni, confini e rituali Mary Douglas, purezza e pericolo – la contaminazione nella sfera profana La linea che ci aggancia ai classici è quella che fa riferimento a Durkheim, parlava di rituali e classificazioni sociali. La Douglas utilizza una logica unitaria di fenomeni in apparenza eterogenei e violazioni dell’ordine. Lo strutturalismo cerca di capire il modo in cui si riesce a violare l’ordine delle cose che ci si aspetta succedano. E nel momento l’ordine diventa visibile. Il metodo utilizzato → fenomenologia: la lente di ingrandimento, studia in profondità cosa succede per arrivare al perché succede V S strutturalismo: telescopio, focalizzato sulla struttura, sguardo più ampio. Classificazione e categorie: Il mondo diviso in due Esempio: Brownie per terra, non appartiene a quell’luogo. La Douglas ci spiega proprio questo concetto, ci sono zone a cui appartengono determinati oggetti e altre zone in cui ne appartengono delle altre. Quando si sta nella zona spagliata sentiamo che l’oggetto è fuori posto finisce in un luogo a cui non appartiene la Douglas lo definisce sporco. Ci sono dei pavimenti puliti e dei pavimenti sporchi → oggetti e persone hanno delle categorie di appartenenza. C’è un posto per ogni cosa e ogni cosa ha il suo posto, ciò che studi lo strutturalismo è proprio questo perché ci sono queste categorizzazioni e come mettiamo una cosa al suo posto? Lo facciamo attraverso i rituali. Ci sono una serie di rituali che rimettono le cose a posto. Esempio di rituale→ chincenera • Classificazione → terra, cielo, browie • Confini → ciò che si supera • Rituali → ciò che ti permette di rimettere tutto a posto Lo sporco e il disordine: Passaggio in cui la Douglas spiega il concetto dello sporco. “come ben sappiamo, lo sporco è disordine. Non esiste qualcosa come lo sporco in assoluto: esso prende vita nell’ottica dell’osservatore. Se noi evitiamo lo sporco ciò non vuol dire che lo facciamo per una vile paura, meno che mai per timore o sacro terrore. Né le idee che abbiamo sulla malattia rientrano nell’ambito del nostro comportamento verso la pulizia o vero l’astensione dallo sporco. Lo sporco è incompatibile con l’ordine. La sua eliminazione non è un atto negativo, ma è uno sforzo messo in opera per organizzare l’ambiente.» (p. 20) Disordine = fuori posto = effetto di un’organizzazione sociale = sporco come patologia Contaminazione come credenza Perché la contaminazione è una credenza? Perché è il risultato di una determinazione sociale. 15 La domanda allora diventa com’è possibile che il corpo diventa quello che è? Cosa può fare un corpo? Ciò che ci aiuta a rispondere è il: Il processo di incorporazione: l’incorporazione della cultura 1. socializzazione → esperienza dell’intreccio tra pratiche e rappresentazioni valide in un mondo della vita a. il sociale si fa individuare b. è attraverso il corpo che vediamo come veniamo socializzati, e se essa avviene attraverso il corpo allora la chiamiamo incorporazione. c. Il sociale viene preso e portato dentro di noi diventando individuale d. Il corpo ha una conoscenza che sa come deve posizionarsi e muoversi 2. La centralità del copro a. Esposizione e disposizione → incorporazione dell’ordine culturale b. Continua esposizione ad un addestramento sul giusto orientamento, sul fare, pensare e credere delle cose. E questo è proprio il processo dell’incorporazione, proprio perché quello che il sociale ci dà, e noi impariamo, diventa nostro e quindi individuale. Geisha esempio c. A livello del singolo agente sociale la formazione delle sue disposizioni avviene grazie alla condizionalità dell’essere umano, alla sua esposizione – quindi apertura- al mondo, che rende l’apprendimento una continua trasformazione selettiva e durevole del corpo. d. Il corpo è docile e condizionabile, e ciò rende l’apprendimento una predisposizione selettiva del corpo. Esposizione e disposizione: il corpo è esposto alle regolarità del mondo (strutture sociali) e reca tracce di tale esposizione, divenendo così sempre più disposto verso quelle strutture/regolarità più che verso altre. Habitus come struttura sociale incorporata - L’incorporazione della cultura: l’habitus Gli agenti sociali sono dotati di habitus, inscritti nei corpi attraverso le esperienze passate: questi sistemi di schemi di percezione, di valutazione e di azione permettono di operare atti di conoscenza pratica, fondata sull’individuazione e il riconoscimento degli stimoli condizionali e convenzionali cui sono predisposti a reagire, e di generare, senza presupporre esplicitamente dei fini o un calcolo razionale dei mezzi, strategie coerenti e continuamente rinnovate, ma nei limiti dei vincoli strutturali di cui gli habitus stessi sono il prodotto (…) (Bourdieu 1998: 145-46) 16 Coincidenza tra esposizione e disposizione: incorporazione della struttura di aspettative (dora/atteggiamento naturale) Esposizione → disposizione Conoscere attraverso il corpo: La conoscenza del corpo (…) il mondo è comprensibile, immediatamente dotato di senso, perché il corpo (…) è stato a lungo (sin dall’origine) esposto alle sue regolarità. Avendo con ciò acquisito un sistema di disposizioni coerente a queste regolarità [HABITUS], il corpo si trova predisposto e pronto ad anticiparle praticamente tramite condotte che attivano una conoscenza attraverso il corpo, che assicura una comprensione pratica del mondo completamente diversa dall’atto intenzionale di decifrazione cosciente che normalmente colleghiamo all’idea di comprensione. [Bourdieu 1998:142-43] L’idea della socializzazione di b. passa attraverso il conetto di corpo. Forma spaziale fondamentale per b. Corpo e pratiche sociali Corpo diverso da incorporazione → somatizzazione della cultura Esperienza del mondo attraverso il corpo (apertura) + corpo come deposito del mondo attraversato (chiusura). Nel corpo si deposita tutto ciò a cui simo andati incontro. HEXIS come componente visibile dell’HABITUS Differenza tra hexis e habitus, è che l’hexis è la componente visibile, tutto ciò che possiamo rintracciare su un corpo ed è una componente dell’habitus ma è fortemente differente. Come un corpo diventa quello che è? Ora possiamo rispondere. Le capacità del corpo, quindi corpi che imparano a muoversi in un certo modo si rifanno a delle tecniche di corpo. Imparare ad essere ed avere un corpo: - stare seduti, camminare, dormire, tenere il muso, ecc.… - diventare un corpo è il risultato di tecniche apprese nello spazio e nel tempo. Anticipazione pratica, reagendo agli stimoli il corpo sa fare un attimo prima quello che è richiesto dalla situazione. L’esempio lampante è il pugile. Il contrario della anticipazione pratica è quella di essere sempre nel modo sbagliato perché le disposizioni assorbite non riguardano quella situazione. La teoria disposizionale della pratica «Le disposizioni non portano in maniera determinata a un’azione determinata: esse si rivelano e si compiono solo in circostanze appropriate e nel rapporto con una situazione. Può quindi capitare che restino sempre allo stato virtuale, come il coraggio militare in tempo di pace. (…) Detto questo l’esistenza di una disposizione permette di prevedere che, in tutte le circostanze concepibili di una specie determinata, un insieme determinato di agenti si comporterà in un modo determinato.» (Bourdieu, 1998, p.157) b. habitus e teoria della pratica: scarti e fallimenti Se non intervengono sconvolgimenti importanti, le condizioni della sua formazione sono anche le condizioni del suo realizzarsi. (…) E, di fatto, si osserva un accordo sorprendente tra le 17 caratteristiche delle disposizioni (e delle posizioni sociali) degli agenti e quelle degli oggetti di cui esse si circondano – case, mobili, attrezzature domestiche, ecc. – o delle persone cui si associano più o meno stabilmente – congiunti, amici, relazioni» (Bourdieu 1998: 158) Per riassumere: la conoscenza pratica produce due situazioni La prima: anticipiamo noi una cosa che ancora non è successo. La conoscenza produce un insieme di azioni in cui le disposizioni dell’agente anticipano le situazioni di cui sono il prodotto, cioè quando arriviamo a una determinata situazione ci arriviamo da un percorso di esposizione; quindi, un certo modo di fare, o sentire. Quindi le nostre disposizioni anticipano perché la situazione è esattamente il prodotto di quello per cui sei stato addestrato. La seconda: sistemi di azioni in cui le disposizioni dell’agente sono sottoposte a revisione (più o meno rapida) per la loro inadeguatezza con la cui non son o il prodotto. Sostanzialmente nel primo caso ci rifacciamo a qualcosa che già conosciamo mentre nel secondo lo possiamo solo immaginare e rifarci a una conoscenza pratica già appresa precedentemente su altri fattori che ce lo ricordano. NOMOS e spazio dei possibili Ordine culturale come Doxa: «Di tutte le forme di ‘‘persuasione occulta’’, la più implacabile è quella esercitata dall’ordine delle cose» [P. Bourdieu] ordine come organizzazione + ordine come dominio ORDINE COME ORGANIZZAZIONE + ORDINE COME DOMINIO 20 o Organo con all’interno altri e nel quale per muoversi ci sono delle manovre ben precise • Genetica → imposizione di esercizi o Esercizi genetici che ci sono stati sottoposti più volte e che abbiamo inglobato • Combinatoria → organizzazione di tattiche PRATICHE DI SORVEGLIANZA Queste 4 caratteristiche sono pratiche di sorveglianza. Permettono di raccogliere informazioni su un individuo che lo differenziano da altri. Panopticon: Torre centrale con il sorvegliante, mentre in torno c’erano le celle dei detenuti. Modalità architettonica venuta fuori solo nel periodo della nascita delle prigioni. In queste idee di prigione c’è: • Visibilità come trappola → in questa struttura il sorvegliante non viene visto, mentre i carcerati vengono visti sempre, visibilità invertita ora è sulla massa non come nel periodo in cui tutti gli occhi erano sui sovrani. o Sorveglianza permanente negli effetti ma discontinua nell’azione. • Individuo = più oggetto di info che soggetto di comunicazione Da dove viene l’idea che l’individuo sia qualcosa da poter categorizzare? secondo Foucault nasce da qui. o Disciplina diversa dalla singola istituzione all’apparato, bensì modalità di esercitare un tipo di potere FABBRICARE L’INDIVIDUO MEZZI DI ADDESTRAMENTO DISCIPLINA: Es. carcerazione tre dispositivi disciplinari 1. Sorveglianza gerarchica → non è solo una sorveglianza verso il detenuto ma c’è una gerarchia anche tra le guardie e i lavoratori delle carceri o Campo militare come paradigma del potere che agisce attraverso la visibilità o Un “incastrarsi di sorveglianze gerarchizzate che tiene insieme il tutto 2. Sanzione normalizzatrice → sanzione verso un atteggiamento non consono al luogo/istituzione sociale. In cui si rifà l’azione finché non viene incorporato il nomos. “normalizzatrice” perché lo si tratta con umanità. • Micro-penalità del quotidiano attraverso una combinazione di divieti e castighi o Tempo, attività, modi di fare, discorsi, ecc. • Castigo correttivo degli scarti della norma o Castigare = riaddestrare, esercitare ancora • Ripartizione classificatoria che controlla, paragona, differenzia, gerarchizza, omogeneizza, esclude = normalizza 21 o Es. gradi di normalità 3. Esame → lista di informazioni che riguarda l’individuo, “d’ora in poi non ei più chi eri prima” • Potere/sapere nel rituale della visita o Oggettiva l’inversione di visibilità o rende descrivibile l’individuo archiviandolo (scienze dell’uomo) o fabbricazione di casi dallo status alla misura Sorveglianza gerarchica Campo militare come paradigma del potere che agisce attraverso la visibilità Un «incastrarsi di Sorveglianze gerarchizzate» che tiene insieme il tutto • Micro-penalità del quotidiano attraverso una combinazione di divieti & castighi → Tempo, attività, modi di fare, discorsi, etc. • Castigo correttivo degli «scarti» dalla norma → Castigare = ri-addestrare, esercitare ancora • Ripartizione classificatoria che controlla, paragona, differenzia, gerarchizza, omogeneizza, esclude = normalizza → Es. «gradi di normalità» Rituale dell’esame: Potere/sapere nel rituale della visita (es. medica) • Oggettiva l’inversione di visibilità • Rende descrivibile l’individuo archiviandolo (scienze dell’uomo) • Fabbricazione di «casi»: dallo status alla misura LA SOCIETÀ’ DISCIPLINARE 1. REGIME DISCIPLINARE e inversione della visibilità - individualizzazione discendente 2. da uomo memorabile a uomo calcolabile -fabbricazione di casi 3. disciplina = forma di esercizio di un potere che più che repressivo si manifesta come produttivo - campi di oggetti che diventano reali (es. delinquenza) La prigione fallisce nel ridurre il crimine VS la tecnica disciplinare ha successo nel produrre la delinquenza come oggetto patologico 22 «E (…) infine ciò che presiede a tutti questi meccanismi, non è il funzionamento unitario di un apparato o di una istituzione, ma le necessità di un combattimento e le regole di una strategia. (…) di conseguenza, le nozioni di istituzione, di repressione, di rigetto, di esclusione, di emarginazione, non sono in grado di descrivere la formazione, nel cuore stesso della città carceraria, di insidiose dolcezze, di cattiverie poco confessabili, di piccole astuzie, di processi calcolati, di tecniche, di “ scienze” in fin dei conti, che permettono la fabbricazione dell'individuo disciplinare. In questa umanità centrale e centralizzata, effetto e strumento di complesse relazioni di potere, corpi e forze assoggettate da dispositivi di “carcerazione “multipli, (…) bisogna discernere il rumore sordo e prolungato della battaglia.» (p.340) conclusioni: dal comportamento alle pratiche comportamento, libertà e creatività VS corpi, pratiche e microfisica del potere individualismo metodologico VS pratiche e rappresentazioni STORIA CULTURALE – paradigma indiziario, approccio drammaturgico e abduzione creativa Carlo Ginzburg – spie. Radici di un paradigma indiziario es. l’ispettore pastor Il metodo per trovare il colpevole è il momento in cui ci troviamo come ricercatori. Quando ci troviamo davanti a una situazione in cui c’è un enigma, un evento sorprendente, raccogliamo gli indizi per rispondere alle domande e quindi risolvere l’enigma. La storia culturale: storia come movimento di breve e lunga durata • Storia come discontinuità nel breve periodo → Es. Foucault e la «storia delle istituzioni» • Storia come continuità nel lungo periodo → Es. Bourdieu e la «storia del corpo» • Storia delle pratiche → Lettura, collezionismo, viaggi, ecc. • Storia delle rappresentazioni → Immaginario, memoria, identità nazionali • Storia delle percezioni → Odorato, suoni, sapori ed emozioni La storia culturale utilizza un approccio drammaturgico → vengono pensate le singole pratiche come se fossero delle storie nel senso drammaturgico teatrale del termine, e noi lo studiamo da vicino, in modo che ci permette di capire come tutto quello che sta in torno a quella pratica cambia. Storia come ricostruzione drammaturgica → es. il grande massacro dei gatti 25 L’ispettore tirava fuori la pistola e la metteva sul tavolo dicendo all’interrogato che se non firmava la confessione lui gli avrebbe sparato, tanto lui sarebbe morto per il cancro da lì a poco. Così l’interrogato firmava, e l’ispettore usciva dallo stanzino con una faccia da morto e durante il racconto noi ci domandiamo osa sia successo per avere quella faccia. Ma in realtà la faccia era la causa della firma non l’effetto di una possibile azione del colpevole. Seconda parte dispensa STUDI POST-COLONIALI - Subalternità, Identità culturale e decostruzione Stuart hall – politiche del quotidiano “cosa c’è di culturale nell’identità?” Hall si chiede se sia possibile che questo nostro concetto di culturale sia possibile che derivi da una questione coloniale, militare di conquista. I presupposti degli studi postcoloniali 1. il colonialismo è stato un evento storico centrale nell’umanità. È un fenomeno costitutivo della modernità da cui è sorto il nostro presente. (storico) 2. l’espansione coloniale ha avuto un ruolo in primo piano nella formazione del sistema capitalistico mondiale. (economico) 3. l’apparato ideologico del colonialismo è inscindibile dalla formazione e dallo sviluppo dei sistemi di (auto) rappresentazione del mondo occidentale e delle sue discipline (umanistiche) (politico) La critica postcoloniale si concentra sul modo in cui le nostre discipline umanistiche raccontano l’uomo, perché raccontano un uomo colonialista. Tutto i loro ragionamento si fonda sull’uomo che loro considerano tale, non prendevano in considerazione gli altri uomini che non erano i coloniali. Cosa dicono questi studi? A. la premessa relazionale nella definizione sociologica di identità B. la persistenza di un “immaginario colonialista” nella cultura occidentale contemporanea le strutture economiche delle differenze culturali 26 chi ha bisogno dell’identità? – la parola identità e i suoi usi • decostruzione VS reificazione → non si può fare a meno del concetto? • chi, quando e quale scopo usa? →categoria d’appartenenza e i suoi usi situati Identificazione e differenza • processo che opera per differenza → ha bisogno di un altro da escludere per segnare un confine → identificazione come insieme eterogeneo di elementi raggruppati sotto una definizione • identità come concetto posizionale → è il prodotto di un potere di nominare → dimensione storica della sua formazione La parola identità: 1. critica postcoloniale → da entità cosa (reificazione) a processo di formazione (decostruzione) di una categoria di appartenenza 2. funzionamento per differenza (relazionale) e gerarchia (potere) → identità + aggettivo (italiana, giovanile, di genere,…) 3. studiamo le situazioni (intersoggettiva) e i documenti (testuali) in cui viene utilizzata → chi ha bisogno dell’identità? La dimensione politica: La voce del subalterno 27 Decostruzione del concetto di identità per eliminare le asimmetrie di potere che lo sostengono. ma cosa rimane dopo la decostruzione? → non si esce dalla premessa relazionale (es. trappola dell’inclusività) Contro l’ipotesi repressiva Normalizzare → potere di rendere un insieme di elementi coerente (= identità) in quanto parte di un ordine riconosciuto come “normale” Normalizzare → produrre identità compresa quella che scarta dalla norma) → es. delinquente, bambino, malato, occidentale, … L’identità è il contrario della rivoluzione: L’immaginario colonialista ha trovato nell’identità «culturale» il dispositivo più efficace per riprodursi → Nei discorsi delle «scienze umane» → Nel discorso pubblico del «senso comune» Chi ha bisogno dell’identità? → Passaggio dal «che fare?» al «chi sono?» Orientalismo – Memoria, civiltà, immaginari Edward Said - Orientalismo. L’immagine Europea dell’oriente. L’enigma che si pone Said è “che cos’è l’oriente?” Come è stata costruita l’identità dell’oriente/orientale: • storie (tipo Aladdin) • studi e discussioni → scientifici e di uso comune Vediamo ora come è nata l’identità dell’oriente e l’ideologia di orientalismo: “In senso, l’orientalismo costituisce una branca specialistica del sapere; il suo inizio nell’occidente cristiano viene di solito fatto coincidere col concilio di vienne, nel 1312, nel corso del quale fu decisa l’istituzione di una serie di cattedre di << arabo, greco, ebraico e siriaco a Parigi, Oxford e bologna>>. Ogni esame dell’orientalismo dovrebbe comunque tener conto non solo dell’orientalista di professione e del suo lavoro, ma anche dell’esistenza di un intero ambito teorico riguardante l’entità geografica, culturale, linguistica ed etnica detta oriente.” Proviene da tutto ciò che non è oriente perché deve trovare prima qualcosa da cui separarsi e distaccarsi per dire chi è. Tutto questo gli serve per spiegare come si definisce l’occidente, come si costruisce la sua identità. Quindi l’orientalismo secondo Said è un insieme di discipline che si occupano e producono un campo geografico unico che definiamo come oriente. Da parte dell’occidente però non c’è un occidentalismo. Una categoria per infiniti fenomeni: 30 Il falso problema dell’essere o apparire Date a un uomo una maschera e vi dirà la verità – oscar Wilde Apparenza, rivelazione e occultamento • Nozione psicologica e negativa: l’autentico dietro la maschera • Quale maschera per quale situazione? → dallo studio dell’identità allo studio della maschera • L’unico dato che possiamo analizzare → apparenza manifestata Attraverso la maschera si produce l’arte del riconoscersi. Dalla opposizione binaria tra essere (autenticità) vs apparire (finzione)… alla costruzione performativa dell’essere attraverso l’apparire. La persona è la messa in scena in tempo reale delle sue maschere → convalida intersoggettiva di quella particolare appartenenza = riconoscimento Fabbricare la maschera La maschera come oggetto materiale: • Fabbricata attraverso una tecnica trasformando un materiale e rendendolo sacro → storia culturale della maschera. • Umanizzazione della materia e sacralizzazione della tecnica. • Maschera = volto umano contingente a cui è stata sottratta la persona = morte (eterno) → rappresentazione eterna dell’umanità = divinità L’identificazione come pratica: •Ambivalenza tra maschera e persona → Dove c’è la prima non c’è l’altra • «Essere mascherato» = mostro → Unione di due entità separate → Diventare il personaggio • Identificazione = «uso della maschera» = realizzazione dell’identità con l’essere che la maschera rappresenta →HABITUS Il potere della maschera L’identificazione e le sue cerimonie • Cerimonie istituzionali di celebrazione della maschera → Condizioni sociali di Possibilità dell’identificazione • Partecipazione e ritmo come garanti della comunicazione Partecipazione e organizzazione politica • Maschera e società segrete → Iniziati vs non iniziati • La comunità si fonda sul segreto → Non si può dire come la maschera diventa sacra • Maschere come insegne di gradi e funzioni → Effetti di autorità Pratiche e rappresentazioni dell’identità: • Uso della maschera come imitazione di un fare tradizionale in quanto rappresentato dalla maschera intesa come azione esemplare 31 • Dal nascondere l’autentico al trasformare identificando un corpo in un personaggio “mitico” → la maschera equivale al nome = il potere di trasformare è potere di nominare Es. miss keta “volevo dare una voce piuttosto che un volto condiviso così si possono riconoscere” Generi di identità – habitus, corpo e potere simbolico “identità culturale” → categoria che opera per la differenza, posizionando soggetti all’interno di un mondo della vita, secondo un potere di normalizzazione che è l’effetto della produzione di un sapere diffuso riguardo a un particolare oggetto (nazione, etnia, criminalità, oriente, ecc.) → RAPPRESENTAZIONI → Usi pratici della maschera (che fissa in un oggetto le forme del sapere condiviso) permettono una identificazione con le caratteristiche più rilevanti di un mondo della vita → PRATICHE L’identità di genere: la domanda da cui partiamo è “che cosa c’è che funziona e cosa no in questa immagine?” LA DIMENSIONE DIFFERENZIALE Quando ragioniamo sulla differenza tra due corpi diversi parliamo di differenza tra corpo maschile e corpo femminile. Qui abbiamo due rappresentazioni di generi della natura due modi di rappresentare un certo oggetto, che è fisico; quindi, la dimensione delle cose fisiche e quella delle costruzioni sociali sono collegate. Diversi generi di corpi Identità di genere: due generi di natura e due generi di genere • Due modi di essere del corpo = due insiemi di tecniche del corpo = qualcosa che si fa, si valuta, si percepisce, qualcosa che non si è ma che si diventa = due modi di incorporazione dell’ordine culturale (habitus) 32 o Esposizione durevole a modi di fare, valutare, percepire che produce una disposizione verso queste (due?) modalità • Il genere come risultato di due (?) processi di incorporazione Es. una cosa da ragazze? Billy Eliot → scena in cui discute con il padre - “perché no il ballerino? È più che normale” Genere come prodotto dell’habitus: insieme di tecniche del corpo derivate da un incorporamento delle strutture sociali dominanti (maschile vs femminile) che, a loro volta, tensioni a riprodurre quelle stesse strutture (Doxa) Non c’è differenza? C’è un’infinità di differenze? CORPI TUTTI UGUALI O CORPI TUTTI DIVERSI Genere, sesso e sessualità Il corpo costruito come sessuato: • Differenze tra le parti del corpo: genitali diverso colore dei capelli. o Genitali → sesso → rappresentazioni → pratiche → identità o Origine dei criteri di classificazione • Genere e sesso = processi sovrapposti e non coincidenti di produzione di ordine o Genere = processo che produce nel corpo la possibilità di realizzarsi di due sessi differenti Es. corpi pre-visti Intersessuale: in che senso? | identità intersessuale? Essere intersessuale significa non essere conforme a nessuna delle due definizioni di donna e uomo. Il soggetto preso in esempio, ci dice che esteriormente appare come una ragazza ma ha delle caratteristiche genetiche, biologiche, che sono appartenenti all’uomo. → ritroviamo Foucault In questo caso ritroviamo un soggetto non nella norma, che, come patologia, deve essere riportata alla normalità. Qui ritroviamo la Douglas con il concetto di sporco e quindi cerchiamo di ripulirlo. Un qualcosa di diverso e non categorizzabile in una definizione classica, che con le terapie cerchiamo di riportarlo nella norma. Come hai scoperto di essere intersessuale? → il soggetto in questione lo scopre in un ambiente ospedaliero e i medici cercano di scoprire la sua patologia pensando sia una donna, e quindi la cercano nella normalità di un corpo femminile quando invece riscontrano che non è così. Cos’ha di diverso il tuo corpo rispetto a quello di una donna cis? → le differenze fisiche sono quasi tutte dovute a una questione ormonale. Ti senti una donna? → Pizzorno maschera donna e femminilità, maschera non incorporata non ha la possibilità di scegliere che maschera indossare. Ha l’energia maschile e femminile in sé, non ha idea di come ci si senta ad essere un uomo o una donna. 35 2. frame e senso comune: «Una volta che il tuo frame è accettato» nel discorso pubblico, «tutto ciò che dici è senso comune». Quest’ultimo, infatti, non è altro che «ragionare entro un frame ordinario e accettato» (Lakoff 2004) 3. i frames di Goffman: i principi organizzativi e per la comprensione di ogni attività o situazione sociale. → regole, codici, convenzioni, aspettative. – forniscono il contesto della situazione – ne permettono una definizione Quando entriamo in una cornice dobbiamo comportarci come richiesto, e questo significa che in ogni cornice ci sono diverse possibilità di movimento e quindi cose che si possono fare e non. Secondo goffman la nostra vita è organizzata in questo modo, e quindi ci dobbiamo adattare in base alla cornice in cui troviamo. Ovvio che se siamo in una in cui siamo a nostro agio e la conosciamo sarà più semplice, in una dove non conosciamo dobbiamo socializzare. Genere come frame: Abbiamo imparato a produrre tipi di immagini e alcuni saranno in grado di leggerle, immagini di mascolinità e femminilità. Non vi è tanto un’identità di genere. a. insieme di codici (gender scripts) – organizzativi, cognitivi e affettivi – in base ai quali le istituzioni elaborano ed evidenziano differenze biologiche altrimenti insignificanti. b. rappresentazioni visuali del genere (gender displays) vengono concepite come forme die espressione di una realtà sottostante e pre-sociale (il sesso) Rappresentazione del maschile e femminile: 1. analisi del visuale per decifrare i codici di genere (gender scripts) 2. forme cerimoniali delle differenze di genere come lavoro incidentale 3. ostentazioni iperboliche di “un canovaccio di espressioni appropriate” (gender display) che garantisce l’ordine della relazione strutturale 36 immagini pubblicitarie e gender scripts Analisi del discorso visuale 1. Il modo in cui il genere viene rappresentato (per scopi commerciali) attraverso la rappresentazione dei corpi (come) maschili e femminili 2. Ostentazioni delle intenzioni e micro-gestualità (gender display) 3. Stili del comportamento legati al genere (gender scripts) → lavoro del pubblicitario = lavoro dell’attore sociale nella vita quotidiana «E, avendo visto quello che i fabbricanti di immagini sanno fare dei materiali situazionali, potremo iniziare a vedere ciò che noi stessi siamo impegnati a fare quotidianamente. Allora, dietro a un’ infinita varietà di configurazioni sceniche, giungeremo forse a distinguere un unico idioma rituale e, dietro a una moltitudine di differenze superficiali, un piccolo numero di forme strutturali.» (p.58) Gender displays (and reversal) • Gerarchia → maschile/femminile • Il «tocco femminile» • Subordinazione • Reversal << Iper-ritualizzazione>> • «Illustrazioni di unità comportamentali di tipo rituale (…) e delle loro relazioni strutturali» (p.67) → Il gioco dei pubblicitari con le forme rituali condivise In generale, dunque, i pubblicitari non creano le espressioni ritualizzate che usano. Essi al contrario sfruttano lo stesso corpus di esibizioni, lo stesso idioma rituale che funge da risorsa per tutti noi che partecipiamo alle situazioni sociali, e lo fanno con lo stesso scopo: rendere leggibile un’azione altrimenti ambigua. Il compito specifico dei pubblicitari sta nel rendere convenzionali le nostre convenzioni, stilizzare quanto è già stilizzato, fare un uso frivolo di immagini già 37 ampiamente decontestualizzate. In breve, le loro iperboli sono una forma di «iperritualizzazione». (p.68) Terza parte dispensa Pratiche e rappresentazioni artistiche – talento, documento visuale, occhio Michael Baxandall – pittura ed esperienze sociali nell’Italia del ‘400 Is this los? Una società sviluppa le proprie caratteristiche capacità e le proprie abitudini visive (…) e queste capacità e abitudini visive diventano parte degli strumenti espressivi del pittore; analogamente, uno stile pittorico consente di risalire alle capacità e alle abitudini visive e, tramite queste, all’esperienza sociale tipica di un’epoca. Un dipinto antico è un documento di un’attività visiva. (p.141) ANALISI DELLA CULTURA VISUALE Stili conoscitivi e stili visuali: 1. Dipinti come documento di un ordine culturale, andremo alla ricerca delle caratteristiche delle ricerche sociali all’interno di questi documenti → testimonianza (insieme di tracce) di pratiche e rappresentazioni di un momento storico 2. L’”occhio” del ‘400 → modo di vedere di un’epoca (cultura visuale) modo di dipingere/guardare un quadro (cultura pittorica) 3. Trasformazione dell’”occhio” tra l’inizio e la fine del 400 → 1410-1490 tra il 1410 e il 1490 l’occhio ha un cambiamento radicale L’occhio che si trasforma: come trovo le tracce? • Condizioni di mercato o cambiamento di accento ni contratti di committenza o capacità di discriminazione tra molteplici azzurri arriva dalle capacità del ‘400 che noi anche oggi riusciamo a concentrarci a distinguere caratteristiche di determinati soggetti, es. il canto di X o il ballo di Y. Come nell’Italia del ‘400 riconoscevano la tonalità di azzurro diversa o il tratto di un pittore piuttosto che di un altro. • Dai colori (1410) ai talenti (1490) → cambiamenti di accentuazione = dall’azzurro ultramarino al genio del singolo pittore 40 Se osserviamo che Piero della Francesca tende a un tipo di pittura legata alla misurazione, il Beato Angelico a un tipo di pittura connessa alla predicazione e il Botticelli a un tipo di pittura ispirata alla danza, osserviamo qualcosa che riguarda non solo loro ma la società in cui vivevano. (…) E si tratta senz’altro di un genere di fatti del tutto particolare: ciò che offrono è la possibilità di intuire cosa volesse dire intellettualmente e sensibilmente essere una persona del Quattrocento. (p.141, corsivo mio) Prevedere – idioculture, azione collettiva, legittimizzazione Gary Fine – attraverso un vetro scuro: le previsioni metereologiche e le premesse del lavoro sul futuro Questo studio si può considerare come il complementare dello studio di Baxandall. Sottotitolo soggetto e metodo di studio dell’oggetto Piccoli gruppi e creazione culturale: un altro modo di intendere l’idiocultura è “piccoli gruppi”. Qual è l’idea dietro questi piccoli gruppi? Dalla storia culturale di un’istituzione (Foucault) all’analisi etnografica di una situazione di interazione (goffman) della sua storia (bourdieu) → ne macro, ne micro = livello medio di raggio, Fine si allinea nella fascia di mezzo tra il micro e il macro e trova questo oggetto di ricerca che sono questi piccoli gruppi. Che con un altro termine lui li definisce come idioculture, studia delle piccole culture legate a delle specificità, che non devono per forza essere legate a determinati luoghi e tempi, che li leghino tra loro. → dall’angolo della strada alle rotte commerciali globali. Qui entra in gioco il concetto di futuro o quello che fine definisce come future work. Nel momento in cui studia questi meteorologi lo fa per introdurre delle affermazioni sul futuro. Questo concetto del futuro è molto importante… Algoritmi, oracoli e previsioni quotidiani. Questa idea di voler prevedere nasce molto tempo fa con la nascita degli oracoli, fino ad arrivare ad oggi con i vari algoritmi che l’ha sostituito nella sua funzione. Solo che nel primo caso si trattava di divinazione, profezia e astrologia che portava a una stabilità sicurezza e permanenza, mentre nel secondo si tratta di matematica, statistica, calcolo che porta a razionalità, efficacia e riproducibilità. Futuro come oggetto di studio scientifico: «Se esistesse un’intelligenza che conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la rispettiva situazione degli esseri che la compongono, che fosse abbastanza vasta da sottoporre ad analisi questi dati, che includesse nella stessa formula il movimento dei più grandi corpi dell’universo e quelli dell’atomo più leggero, nulla sarebbe incerto, e il futuro, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi» (Laplace, Saggio filosofico sulle probabilità, 1820) 41 La scienza della previsione: La ricerca sociologica sul futuro: sociologia della storia (diversa dalla storiografia) e sociologia del futuro (diversa dalla futurologia) → come possiamo studiare qualcosa che non c’è (ancora)? Etnografia di una pratica: prevedere a. Come viene strutturato il presente per prepararsi a ciò che (si immagina) accadrà b. Ordine culturale = Idiocultura c. Specialisti rituali sul futuro (piccoli gruppi di professionisti e non) Meteorologia come (pre)occupazione sociale L’ORGANIZZAZIONESOCIALE DELLA PRATICA: Analisi del future work Analisi delle previsioni a breve termine, 7gg a) [OGGETTO DI RICERCA] Creazione e diffusione di «affermazioni empiriche su eventi ancora non accaduti» b) [METODO DI RICERCA] Analisi delle routine operative dei meteorologi c) [DOMANDA DI RICERCA] Fiducia in chi prevede al di là della verità delle loro affermazioni Future work – medici, pianificatori finanziari, analisti politici, meteorologi /climatologi (problema della DURATA) Organizzazione sociale della previsione 1. Creazione e manipolazione di dati raccolti 2. Teoria e sapere disciplinare per le routine di estrapolazione di inferenze 3. Mediazione dell’esperienza professionale storicizzata 4. Legittimazione istituzionale dei previsori Economia e teoria dei cicli Potere economico dell’anticipazione → pianificazione Aumento veggenza astrologia e parapsicologia Professioni dell’incertezza Aumento delle possibilità tecniche della previsione → normalizzazione del futuro come oggetto incerto → produzione di incertezza 1. Pratiche intersoggettive 2. Categorie organizzate in discorso 3. Storia culturale della professione (habitus) 4. Identità come maschera 42 «Produrre un insieme di affermazioni che in un dato momento possano apparire plausibili» (p.218) Ha scelto i meteorologi perché sulla questione della previsione è più facile capire come avviene, con la scienza. L’incantesimo del meteorologo: • Prevedere = definire, controllare e presentare l’incertezza → creare un affidabile conoscenza partendo dall’ambiguità → vetro scuro, perché ci sono i passaggi che portano a determinate conclusioni e previsioni. Foto • Strategie di produzione di affermazioni giustificate da dati, teorie ed esperienza → incertezza diverso ignoranza o Competizione e gerarchia tra produttori di previsioni SCIENZA COME «AZIONE COLLETTIVA» Gruppi sociali e interazione: Il gruppo “è un insieme di individui che interagiscono secondo determinati modelli, provano sentimenti di appartenenza al gruppo, vengono considerati parte del gruppo dagli altri membri” (Merton, 1949) Interazione come azione collettiva a. gli individui interagiscono sulla base di significati assegnati e riconosciuti alle azioni e ai gesti scambiati b. il processo di codifica simbolica del mondo fa sì che gli individui trasformino tutti gli elementi del mondo naturale in oggetti sociali; c. questo processo è situato, cooperativo e intersoggettivo e si realizza accordando le diverse interpretazioni dei partecipanti all’interazione Il risultato di questo atteggiamento e adattamento può essere definito un’azione collettiva» Es. saltare la coda → «Evidentemente, chi salta una coda, salta qualcosa di più importante di una coda» (Goffman) Sull’intersoggettività come interazione: “Ogni evento umano può essere compreso come il risultato delle persone coinvolte (…), le quali aggiustano continuamente ciò che fanno alla luce di ciò che fanno gli altri, così che le linee di azione individuali “combacino” (fits) con quelle degli altri. Ciò può accadere soltanto se gli esseri umani agiscono (…) tenendo conto del significato di ciò che gli altri faranno in risposta alla loro precedente azione (…) incorporando le risposte degli altri nei loro propri atti e quindi anticipando ciò che probabilmente avverrà (…). Tale enfasi su come le persone costruiscono il significato degli 45 Logica della scoperta culturale Note sulla sociologia come «terza cultura» scientifica Immaginazione sociologica: «Ricondurre il disagio personale a turbamenti oggettivi della società e trasformare la pubblica indifferenza in interesse soggettivo per i problemi pubblici» [C. Wright Mills, 1959] Spiegare sociologicamente • I metodi della descrizione sociologica → Risorse organizzative (qualitative e quantitativi) • La conoscenza sociologica e il suo valore di «verità» → Legittimazione istituzionale (né scientifica, né letteraria) Come nasce una teoria culturale: Tre vocabolari scientifici • Sociologia, scienza e letteratura o Né le regole dello «scrittore» né le regole dell’«ingegnere» … • Il discorso sulla «verità» in sociologia o Quale vocabolario per spiegare la rivoluzione industriale? E per quella digitale? E per il cambiamento climatico? Strumenti dell’analisi culturale Acquisire informazioni su entità invisibili Paradigma indiziario = tracce, indizi, segni Studio di caso = un caso [oggetto] di cosa [domanda]? Abduzione creativa = generare una teoria nuova THEORIZING Dalla teoria delle probabilità alla teoria dell’argomentazione Dal «vero» matematico (teoria formale delle probabilità) al «plausibile» argomentativo (teoria dialettica e retorica) Dal nomotetico (validità universale) all’idiografico (validità contextspecific) Dialettica = dialogo tra premesse e domande critiche + Retorica = stile espressivo (figure del linguaggio) 46 Figure retoriche di significato Slittamenti di significati tra aree semantiche (= tra mondi della vita) La metafora sociologica • Metafora come «errore di classificazione» o 2 punti di vista in un colpo solo = interazione tra significati produce un nuovo significato • Statuto di verità o Né verosimile letterario né realismo scientista (es. organismo, teatro, rete, liquido, ecc.) • Costruire metafore sociologiche o Criteri = Dalla vita quotidiana al discorso scientifico o Test empirici = dall’alto al basso e viceversa o Carriera = Da categoria con ambizioni euristiche a concetto sociologico • Costruire metafore sociologiche «for dummies» o Aggiungere l’aggettivo «sociale» a un sostantivo (es. «energia sociale») oppure aggiungere un aggettivo alla parola società (es. «la società della performance») • Diventare produttori di (buone) metafore o Frequentare produttori talentuosi di metafore (letteratura, serie tv, film videogames, ecc.) o Conoscere e manipolare metafore di altre discipline Logica della scoperta culturale A. Raccogliere, organizzare e presentare i dati B. Costruire una storia – attraverso una metafora – che sintetizzi ed esprima il significato dei risultati di ricerca 47 Caratteristiche della presentazione Caratteristiche del lavoro di gruppo 1. GRUPPO DI LAVORO = min 3 – max 6 persone a. Divisione del lavoro libera e autonoma 2. OGGETTO = analisi di un «casestudy» sul tema della sostenibilità a. Analisi di una pratica o una rappresentazione (cfr. 4 parte della dispensa) 3. MODALITÀ = Presentazione orale in aula (15-20 min) tramite supporti visuali a. Presentazione e difesa di una interpretazione culturale del fenomeno scelto Struttura della presentazione Intro - Descrizione dettagliata dell’OGGETTO di analisi selezionato 1. Problematizzazione del fenomeno = DOMANDA di ricerca 2. Ricostruzione in chiave di storia culturale 3. Analisi delle tracce/indizi raccolti Conclusioni – Sintesi della tesi che si vuole difendere ed eventuali indicazioni di possibili strategie di intervento Criteri di valutazione 1. Originalità dell’oggetto di analisi scelto (immaginazione sociologica) 2. Pertinenza del caso scelto con il tema (un caso di cosa?) 3. Adeguatezza dei concetti utilizzati 4. Precisione nell’uso del vocabolario sociologico 5. Chiarezza espositiva nella trattazione (poetica e retorica) Raccontare una ricerca culturale 50 Capitale simbolico Capitale simbolico e teoria del dominio Il possesso di «capitale simbolico» fa sì «che ci si inchini davanti a Luigi XIV, che gli si renda omaggio, che egli possa dare ordini e che quegli ordini siano eseguiti, che egli possa declassare, degradare, consacrare, ecc.». Tale capitale esiste «solo perché tutte le piccole differenze nell’etichetta e nel rango, nelle pratiche e nell’abbigliamento, di cui è fatta la vita di corte, sono percepite da persone che conoscono e riconoscono praticamente (per averlo incorporato) un principio di differenziazione che consente loro di riconoscere tutte quelle differenze attribuendo ad esse un valore: in una parola, [si tratta di] persone pronte a morire per una questione di copricapi» (ibid.). Capitale simbolico e struttura del campo “Il «capitale simbolico» è dunque una proprietà accumulata dagli agenti sociali per la quale essi sono riconosciuti come dotati di una serie di caratteristiche («segni di distinzione») ritenute degne di valore e distribuite in maniera ineguale in un determinato campo”. Campo della produzione culturale → Pratica intersoggettiva come «incontro di due storie» all’interno di un «campo di forze» strutturato 51 Campi di produzione culturale 1. Campi di produzione relativamente autonomi rispetto allo spazio sociale esterno (capitale simbolico) 2. Posizioni istituzionali (storia del campo), habitus dei loro occupanti (traiettorie soggettive) e relative pratiche di interazione 3. Rapporti di senso = rapporti di forza definiti dalla lotta tra gli agenti e i gruppi interni al campo per la definizione legittima di cosa (non) è «scienza» (nomos) Habitus dello scienziato La struttura del campo scientifico: Campo di relazioni tra posizioni con diverse dotazioni di capitale (= diversi rapporti di forza) Chi ha il capitale simbolico, di conseguenza, ha la conferma intersoggettiva senza chiederla. Lo scienziato non ha bisogni di dimostrare che quello che fa sia scienza, ma la sa posizioni ottiene una conferma intersoggettiva che sia scienziato. Come facciamo a sapere chi ha il capitale simbolico? Lo riconosciamo quando non abbiamo bisogno di chiedere Passaggio della dispensa che riassume questo concetto: il dominante e la struttura del campo: «La struttura del campo, definita dalla distribuzione diseguale del capitale, cioè delle armi e delle carte vincenti specifiche, pesa, al di fuori di ogni interazione diretta, di qualsiasi intervento o manipolazione, sull’insieme degli agenti, restringendo più o meno lo spazio dei possibili loro aperto a seconda della posizione migliore o peggiore nel campo, cioè in quella distribuzione [del capitale simbolico]. Il dominante è colui che occupa nella struttura un posto tale che la struttura agisce in suo favore». (p.49) 52 Finisce in questo senso l’habitus dello scienziato che secondo bourdieu è il campo scientifico fatto a uomo. • strutture cognitive e pratiche omologhe alle strutture del campo • capitale simbolico incorporato <<l’ingresso in un laboratorio è molto vicino all’ingresso in un atelier di pittore, che dà luogo all’apprendimento di tutto un insieme di schemi e tecniche». (p. 56) L’habitus dello scienziato: L’autonomia del campo scientifico • diritti in ingresso o processo di autonomizzazione del campo come conquista storica o matematizzazione come forma specifica (= del campo scientifico) di spiegazione generale del mondo • un modo a parte o l’occhio scientifico o modelli matematici come documenti di un’epoca storica La «comunità scientifica» • «Scienza pura» e «comunità scientifica» o Né collaborazione tra pari, né guerra individuale di tutti contro tutti o Una rete di relazioni tra istituzioni e organizzazioni (= un campo) Campo scientifico «come un universo di concorrenza per il «monopolio della manipolazione legittima» dei beni scientifici (…) cioè dei metodi della scienza»
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved