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Razzismo e collegamenti con altre materie, Appunti di Scienze e tecnologie applicate

Razzismo e collegamenti con altre materie

Tipologia: Appunti

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Caricato il 23/05/2020

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Scarica Razzismo e collegamenti con altre materie e più Appunti in PDF di Scienze e tecnologie applicate solo su Docsity! Relazione Il Razzismo IL RAZZISMO Il razzismo viene definito come la tendenza a difendere quella che si ritiene la purezza della propria razza da ogni possibile contatto o contaminazione, perseguitando o sterminando altre razze ritenute inferiori. Già fin dall’antichità si incominciava a parlare di razzismo, infatti gli antichi greci chiamavano barbari i popoli che si erano stabiliti alle loro frontiere. Anche nelle nostre società contemporanee occorre molta cultura e larghezza di vedute per superare un sentimento di diffidenza verso gruppi minoritari che si distinguono dagli altri per la lingua o il dialetto, credenze o usanze particolari. In altre parole il razzismo può essere definito come la convinzione che a certe differenze anatomiche osservabili tra i gruppi umani (colore della pelle, forma del cranio, etc.) corrisponda una superiorità o un’inferiorità intellettuale e morale. Da qui deriva il fatto che certe famiglie umane, che si autoproclamano superiori, hanno diritto di sfruttare, opprimere, se non addirittura di distruggere altre famiglie giudicate inferiori. Non possiamo dimenticare il più grande e atroce esempio di razzismo che il mondo ha conosciuto, cioè il periodo del nazismo. Tutti noi infatti abbiamo seguito diverse volte in televisione le atrocità e i misfatti subiti dagli ebrei da parte dei nazisti. Purtroppo ancora oggi, contemporaneamente ad una crescita economica e sociale, nel nostro Paese si continua a parlare di razzismo. Ma perché questo odio? Perché abbiamo paura di quelli diversi da noi, per questo che formiamo i nostri piccoli gruppi, abbiamo la nostra razza, il nostro Paese, il nostro partito politico, la nostra squadra di calcio; e mentre tutti gli altri sono potenziali nemici, noi siamo automaticamente i migliori. La guerra nelle terre dell’est e in nord Africa hanno portato ad un enorme afflusso di gente disperata in cerca di benessere negli Stati dove questo sembra raggiungibile. Questo però ha portato ad una situazione di insofferenza che cresce nelle periferie delle grandi città e spesso sfocia in rivolte. Molti sono i fatti di cronaca che hanno visto i giovani violenti contro gli immigrati. Si parla di un movimento di “skinhead”, nato in Gran Bretagna e diffusosi rapidamente anche in Italia soprattutto sugli spalti degli stadi. La divisa di questi skin è inconfondibile: indossano pantaloni neri o verdi, stile militare, anfibi, bomber e giubbotti di tela su cui applicano distintivi di vario genere che ricordano vagamente il nazismo. Un altro movimento razzista è quello dei “naziskin” che si distinguono per la testa rasata, ma hanno lo stesso scopo: fare del male a quelli che non sono come loro. Un dato preoccupante viene dalla Germania dove una volta i naziskin se la prendevano con i cittadini di colore, con coloro che chiedevano asilo politico o con i turchi, mentre adesso la loro violenza si rivolge anche contro i tedeschi stessi. Questi sono giovani con un livello culturale basso, ma presenti in ogni classe sociale, che sfociano in violenza i loro stati di incertezza, di rancore, di angoscia verso la società dei consumi. 1 Si può stabilire un contatto con i giovani seguaci di questo movimento, conoscendo le culture giovanili e quindi trovando il modo di relazionare con loro. Soprattutto la famiglia può e deve informarsi di più per conoscere i gusti e le preferenze dei propri figli. Solo così si può comunicare per cercare di sradicare quelle convinzioni che spesso nascono proprio dalla mancanza di dialogo in famiglia. 2 specialmente nel sud-ovest, e nell'area occupata un tempo da Berlino Est si trovano fabbriche di componenti elettronici; strumenti ottici e di precisione vengono prodotti a Jena e Görlitz, mentre Rostock e Wismar sono centri della cantieristica navale. In molte città come Cottbus, Chemnitz e Lipsia si producono tessuti e Dresda, Eisenach e Zwickau sono centri importanti per l'assemblaggio di veicoli a motore. Le principali fonti di energia sono oggi assicurate in misura quasi eguale dal petrolio e dalle centrali nucleari (vedi Energia nucleare), la cui produzione però è stata recentemente ridotta. Lungo i principali fiumi del sud esistono impianti idroelettrici che però danno una produzione pari ad appena un ventesimo del totale. 4 4 5 Argomento Correlato in Materia di Storia Il nazismo Non tutti coloro che sono ritornati dai lager sono stati capaci di testimoniare. A trattenerli sono stati il desiderio di rimuovere il ricordo di una esperienza terribile, la difficoltà di descrivere adeguatamente esperienze disumane, ma soprattutto il timore di non essere creduti. Tu ritieni che la testimonianza, anche di sofferenza, sia doverosa in quanto ha un valore per l’umanità? Il tema ci riporta ad alcune delle pagine più cupe della storia contemporanea, cioè ai campi di sterminio in cui si sono consumate atrocità indescrivibili, delle quali esistono ancora testimoni oculari che hanno incontrato grandi difficoltà nel raccontare le terribili esperienze da loro vissute. E’ vero che ciò può essere dovuto al desiderio di rimuoverle e alla difficoltà di descriverle compiutamente ma non credo che, come sostiene il titolo, essi temano di non essere creduti. Infatti alla luce di quello che è accaduto successivamente (gulag russi) e che sta accadendo in questi giorni (i lager in Yugoslavia) e di quello che ho letto (per esempio ‘Se questo è un uomo’ di Primo Levi che parla delle atrocità dei campi di sterminio, ‘Arcipelago gulag’ di Aleksandr Solgenitsyn, lucida denuncia dei metodi terroristici impiegati dalla polizia segreta russa per eliminare gli oppositori), l’affermazione sembra difficilmente sostenibile. Il motivo dell’incapacità di testimoniare, secondo me, è il voler dimenticare, ma chi ha accettato di parlare (ascoltando anche interviste fatte agli ex deportati) ammetteva di farlo perché credeva di insegnare qualcosa alle nuove generazioni. E’ quindi giusto che si racconti per far sapere alla gente in quali abissi può scendere l’uomo, che arriva a comportarsi peggio di una bestia la quale non ha mai dato prova di raggiungere livelli così bassi: in questi contesti storici l’intelligenza umana è stata usata in modo negativo dando il peggio di sé. Sono servite a poco le testimonianze, le documentazioni ritrovate e le argomentazioni degli storici che hanno sottolineato come i campi di sterminio siano crimini contro l’umanità, non giustificati da nessuna ragion di stato. In questo periodo il problema si sta ripresentando: sono state scoperte fosse comuni che documentavano stermini di interi villaggi in Yugoslavia; bisogna dire che a distanza di decine di anni si ripresentano circostanze simili a quelle passate per cui l’uomo sembra non aver fatto tesoro delle esperienze vissute. Si auspicava che queste atrocità non dovessero ripetersi ma stanno accadendo di nuovo. Pur essendo la memoria storica ancora viva, l’uomo non ha mai dato prova di averne tratto alcun insegnamento: siamo sconsolati e proviamo un senso di profonda impotenza assistendo a ‘delitti’ di questo genere dove viene rimessa in discussione la dignità umana: si parla tanto di infrangere le barriere tra gli uomini per quanto riguarda le differenze di razza e religione, ma a causa degli avvenimenti di questi ultimi anni esse stanno diventando più solide invece di sgretolarsi: attualmente in Yugoslavia si autorizzano queste differenze oltrepassando ogni limite fino a calpestare i più elementari principi di umanità. I sopravvissuti ai campi di sterminio, che hanno avuto il coraggio di rivivere con le loro testimonianze il passato, lo hanno fatto ad un prezzo grandissimo che ha comportato sofferenze indicibili. Anche coloro che hanno accettato di ritornare nei lager per fornire precise testimonianze sulle infinite sofferenze che là hanno sopportato non sono sempre riusciti a riferire dettagliatamente le mostruosità che là venivano perpetrate, quasi ci fosse un rifiuto di farle riaffiorare alla coscienza e di comunicarle. Potrebbe sembrare strano ma, tale atteggiamento, a parere mio, è giustificato se si tiene conto che costoro sono stati segnati da tali terribili esperienze in modo indelebile e che hanno cercato con ogni mezzo di dimenticarle. Questi uomini erano considerati degli oggetti, inferiori perfino agli animali, tormentati dal pensiero di venire sterminati da un momento all’altro; venivano spogliati, sulla loro pelle veniva impresso un 6 marchio, veniva dato loro solo il poco cibo necessario per tenerli in vita: quindi essi hanno sperimentato ciò che significa l’annullamento della dignità umana. Tali esperienze sono state così sconvolgenti che sembra impossibile che esse si ripresentino a pochi decenni di distanza. Benché gli eventi attuali mi facciano fortemente riflettere sul comportamento dell’uomo, sono fiducioso in un mondo migliore: quello che ha fatto l’uomo in passato è sicuramente negativo e riprovevole, ma noi giovani crediamo sia possibile la realizzazione di un mondo più giusto, proprio facendo leva su quei valori che accomunano tutti gli uomini al di là delle differenze di razza, religione e lingua. Questi fatti non possono essere adeguatamente descritti alle giovani generazioni che non hanno vissuto in quel periodo storico; difatti, quando li raccontano ai giovani, essi rimangono terrorizzati e la testimonianza assume spesso un valore al limite del credibile. E’ doveroso che si tragga un insegnamento da tutto questo, dimenticare non giova: solo attraverso la commemorazione, infatti, si può evitare il ripetersi degli errori. E’ giusto che la scuola ci insegni il concetto di uguaglianza e di rispetto degli altri, perché l’uomo conta più di tutto. Finché non comprenderemo questo concetto non riusciremo mai a capire che arrivare a queste atrocità significa un degradamento dell’uomo in quanto tale. Tutto questo però potrebbe sembrare utopia quando una certa realtà lo smentisce. E’ importante comunque non arrendersi, anzi bisogna insistere affinché le nuove generazioni acquistino consapevolezza dei valori che stanno alla base del concetto di uomo. 7 Solo con la nuova Costituzione l'immigrazione non sarà più materia votata all'unanimità. 10 Argomento Correlato in Materia di Musica Il Jazz Jazz Genere musicale nato negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento. Nonostante il genere si sia frammentato già in origine in numerosi stili diversi, è possibile individuare alcuni elementi comuni alle varie forme. Elemento fondamentale del jazz è l'improvvisazione. Di norma, questa ricalca il preesistente giro armonico di un brano tradizionale o di una composizione originale. I musicisti imitano con i loro strumenti lo stile vocale dei cantanti, inserendo ad esempio nella melodia, con l'uso di glissando e slide, sfumature di altezza (come le cosiddette "blue notes", le note leggermente bemollizzate nella scala del blues). Il ritmo è caratterizzato dall'uso costante del sincopato (con accenti in posizioni impreviste) e dallo swing: effetto prodotto dal jazzista nel corso dell'esecuzione, in cui la melodia viene percepita leggermente sfasata rispetto all'attesa scansione della misura (da cui la sensazione di spinta strisciante). Le partiture scritte, non sempre esistenti, fungono più che altro da guida e forniscono la struttura in cui inserire l'improvvisazione. La strumentazione tipica del jazz ha come nucleo una sezione ritmica costituita da pianoforte, contrabbasso, batteria e a volte chitarra; su questa base ritmica si appoggia una grande varietà di strumenti melodici: da quelli più jazzisticamente consolidati, come il sassofono e la tromba, a quelli solo sporadicamente presenti, come il violino o il flauto. Tuttavia, nessun mezzo sonoro è escluso a priori nel jazz, che nella sua storia ha visto utilizzare strumenti come la fisarmonica o le launeddas sarde – per non parlare dell'infinita varietà delle percussioni – e formazioni che vanno dal solista senza accompagnamento alla grande orchestra e alla banda di ottoni. Principio base del jazz è quello per cui alla progressione di accordi di una canzone si può adattare un numero infinito di melodie. Il musicista improvvisa nuove melodie che rispondono a quel giro armonico, il quale viene riproposto a ogni intervento di un nuovo solista. I modelli formali più frequenti sono quelli del song e del blues. Il primo ha la forma AABA, e consiste abitualmente in trentadue battute in  suddivise in quattro sezioni da otto battute; la seconda forma (AAB) è in dodici battute. A differenza del song, il blues ha un giro armonico abbastanza standardizzato, organizzato attorno a tre accordi (tonica, sottodominante, dominante).5 Biografia Louis Armstrong 5 11 Armstrong, Louis (New Orleans 1900 - New York 1971), compositore, trombettista e cantante statunitense. Detto anche Satchmo, Armstrong fu una delle figure più celebri e influenti del jazz della prima metà del secolo. Dopo aver imparato da autodidatta a suonare la tromba militare, il clarinetto e la cornetta, prese lezioni di tromba dal celebre strumentista e direttore d'orchestra jazz King Oliver. Nel 1917 esordì con la formazione di Kid Ory a New Orleans e dal 1922 fece parte della Creole Jazz Band di King Oliver a Chicago, città che in quegli anni stava diventando il principale centro della musica afroamericana. Tranne nel 1924 e nel 1925, quando suonò con l'orchestra di Fletcher Henderson a New York, Armstrong rimase a Chicago fino alla fine del decennio. Nel 1925 organizzò un gruppo suo, gli Hot Five, che in seguito divennero gli Hot Seven. Nei cinque anni seguenti si guadagnò la fama di uno dei massimi solisti di tromba della storia del jazz e di straordinario vocalist. Armstrong partecipò a numerosi film, tra i quali Pennies from Heaven (1936, di Herbert Ross) con Bing Crosby, La città del jazz (1947, di Arthur Lubin) con Billie Holiday, Alta società (1956, di Charles Walters) di nuovo con Bing Crosby e Hello Dolly! (1969, di Gene Kelly) con Barbra Streisand. Alle numerose tournée effettuate in tutto il mondo (si guadagnò il titolo di "Ambasciatore del jazz"), Armstrong accompagnò un'intensissima attività discografica: tra le sue incisioni (più di millecinquecento titoli) si ricordano Ain't Misbehavin, I Can't Give You Anything but Love e Tiger Rag, mentre tra i pezzi più famosi di cui è autore troviamo I've Got a Heart Full of Rythm e Wild Man Blues. Scrisse due libri di memorie: Swing that Music (1936) e Satchmo, My Life in New Orleans (1954).6 6 12
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