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Re-Inventare la Famiglia, Formenti, Sintesi del corso di Pedagogia

Riassunto del libro "Re-Inventare la famiglia" curato da Laura Formenti, per gli esami Pedagogia della Famiglia (Scienze dell'Educazione) e Teorie e Pratiche della Consulenza Famigliare (Scienze Pedagogiche)

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 25/08/2018

marylocarno
marylocarno 🇮🇹

4.4

(90)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Re-Inventare la Famiglia, Formenti e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! PARTE PRIMA: Lo sguardo dipende dall’azione La percezione non avviene se non c’è movimento. Descrizione di famiglia che io posso dare dice di me e della cultura/linguaggio che ho che non della famiglia in sé. Lavorare con la famiglia richiede una consapevolezza epistemologica, cioè atteggiamento interrogante nei confronti dei nostri presupposti. Modello sistemico, idea di “comunicazione al centro di tutti i processi umani. Farsi l’orecchio: le invisibili partiture della famiglia Paragonare la comunicazione ad una composizione musicale. Comunicare è partecipare ad una interazione complessa. SISTEMA: (pag. 7) - Totalità - Retroazione e circolarità - Omeostasi - Equifinalità METAFORA: Lakoff e Johnson considerano la metafora una dimensione cognitiva che sta alla base del linguaggio quotidiano e coinvolge non solo le parole ma il pensiero e l’azione. La metafora consente di vivere qualcosa di nuovo e di complesso nei termini di qualcos’altro che ci è più noto e familiare. Metodo abduttivo  analogia che porta ad altre analogie. Metafora può diventare luogo comune e cliché. Sapere andar oltre la metafora e moltiplicarne immagini. La verità non è informazione su ciò che percepiamo ma sul processo della percezione. COPIONE: forma di conoscenza schematica e piuttosto stereotipata. Script famigliare è l’insieme delle aspettative condivise della famiglia di come i ruoli debbano essere rispettati all’interno di contesti differenti. Riti hanno caratteristica di ripetitività e ciclicità, standardizzati ma natura analogica e simbolica. Ci sono modi diversi per affrontare situazioni analoghe. Per ogni società o famiglia il proprio modello diventa normativo. Rispetto non significa celebrare la stasi, ma poter andare oltre. Il senso del noi dipende dalla nostra posizione nel sistema. Obiettivo primario, quando osserviamo, è la rappresentazione estetica, cioè mettere in parole quello che si presenta ai sensi. La famiglia è ridondanza, copioni, memoria incarnata. RIDONDANZA: funzionalità e necessità, comunicazione è basata sulla ridondanza, cioè sulla presenza di processi di codificazione, organizzati secondo regole, vincoli e modelli ripetuti. Osservare le sequenze di azioni e cercare le ridondanze, ovvero ripetizioni di mosse, schemi e modelli. Per comprendere la coreografia di una famiglia è importante distinguere tra due livelli: la descrizione della nostra esperienza sensoriale e la sua categorizzazione. Formare lo sguardo attraverso le pratiche Importanti e incrollabili convinzioni costellano le nostre visioni sulla famiglia. I pregiudizi sono concezioni familistiche che assumono toni polarizzati. Legami coi genitori: salvifici, generatori di malessere, assolutamente positivi, congelati in un’aurea mitica e irreale, appiattiti. PREGIUDIZIO: agiscono in modo inconsapevole, sono nascosti. Non è sbagliato avere pregiudizi ma pretendere di non averne, cercare di reprimerli o ignorarli. Saperli riconoscere è la migliore indicazione. È quando raccontiamo chi siamo a qualcuno che lo capiamo. RISTRUTTURAZIONE: adozione di un punto di vista nuovo rispetto ai precedenti significati attribuiti ad una determinata situazione o comportamento. Agisce a livello meta, non sull’oggetto ma sul significato attribuito alla situazione. Occorre tenere conto dell’intelaiatura concettuale. CONNOTAZIONE POSITIVA: consente di definire la relazione di cura senza introdurre squalifiche. Consiste in una meta-comunicazione che conferma e giustifica tutti i comportamenti dei membri della famiglia rispetto al problema portato. Una delle possibili punteggiature da offrire rispetto ad una situazione problematica. Partire dalle pratiche: a. Domandare per accogliere e ricercare. Porre buone domande aiuta a problematizzare su temi che appaiono scontati. Soggetto come ente pensante. Perseguire l’ottica sistemica nella formulazione delle domande significa imparare l’arte della ristrutturazione e della connotazione. Rivolgere su di sé le domande aiuta a valutarne l’efficacia e la generatività narrativa, riflessiva, le aperture. Formulare una buona domanda non è facile. Domande generative sono quelle che: esplorano presupposti (riesci a considerare questa famiglia come un sistema?); evidenziano interazioni complesse (che cosa è accaduto nella coppia genitoriale?); focalizzano particolari culture domestiche (come ci si organizza per un viaggio?). b. Sperimentare concetti, “le teorie vanno rispettate, non riverite”. Connettere, mettere in comunicazione, collegare sono azioni estetiche che esprimono la necessità di comporre in un universo ordinato e di senso le informazioni che acquisiamo. Dando nomi alle cose sottraiamo al tempo, alla relazione, al movimento ciò che perennemente cambia. Se non fosse così non potremmo imparare  paradosso. Quali parole useremmo per definire una famiglia? Rete di relazioni. Costruire una definizione provvisoria compiendo un primo passo per connettere l’esperienza e trasformarla in sapere. c. Pensare ad alta voce. Sguardo modifica ciò che osserva. Lavorare bene in gruppo, interrogando, rielaborando, pensando ad alta voce è conveniente. Posizioni di ricerca flessibili e problematizzanti piuttosto che esecuzione protocolli operativi. Allenarsi a pensare insieme. d. Trasformare l’esperienza in sapere. Apprendere criticamente dall’esperienza comporta un cambiamento di visione, fornisce modello operativo per imparare a pensare. Sistemici  processo di conoscenza è socialmente costruito. Non possiamo evitare di attribuire significati ed è proprio questo che va valutato criticamente. L’esperienza biografica dovrebbe potersi trasformare in sapere comunicabile e riconoscibile. Alla ricerca delle tracce. I sensi della genitorialità tra frammenti autobiografici e teorie evolutive. Maria Gaudio La spinta al cambiamento avviene ogni volta che non troviamo una spiegazione soddisfacente. Ciascuna teoria è tale solo se ha senso per me, se ha una collocazione nella mia storia. Volgere uno sguardo curioso e non interpretativo alle teorie così come i singoli le costruiscono. Esplorazione dei nessi tra sapere ed esperienza nelle relazioni educative in famiglia e con la famiglia. Nell’incontro con la famiglia  visione ecologica che si focalizzi sui nessi più che sulle separazioni, sulle sfumature più che sulle figure piene, sulla “struttura che connette”. La genitorialità è un’avventura squisitamente umana, appartiene all’individuo e alla specie. Genitorialità è un universale. Posizionamenti estetici e ricerca della bellezza Andrea Prandin BELLEZZA: è bello non un certo oggetto, ma la nostra relazione con quell’oggetto. Nell’apprezzare la bellezza noi ri-conosciamo una somiglianza. Parte di noi che risuona con la bellezza  inconscia, complessa, irriducibile, generativa  immaginario, capacità estetica, creatività infantile, pensiero abduttivo rieducazione al sensibile. Funzione importante della memoria famigliare: RIFLESSIONE FORMATIVA  autoformazione quando interrompe la riproduzione automatica del passato, genera distanza dalle storie tramandate, innesca cambiamenti. Due grandi orientamenti nel lavoro di cura: - PATOGENICO: una relazione lineare di causa-effetto tra fattore scatenante ed effetti provocati, tra agente patogeno e sintomo - SALUTOGENESI: senza negare i problemi pone i fondamenti sui punti di forza, sulle risorse delle famiglie CORNICI: una cornice è qualcosa che inquadra, separa il contenuto dallo sfondo, gli dà senso e lo valorizza. Sul piano cognitivo, struttura e definisce, sul piano simbolico, contiene e crea attenzione. CORNICI POLITICHE: riguardano le interazioni, l’organizzazione dei comportamenti, le strategie relazionali tra le persone. CORNICI SEMANTICHE: riguardano lo sviluppo dei significati attraverso la comunicazione. I due modi si intrecciano in relazione dialettica. Ogni essere umano è immerso senza saperlo in cornici, cioè sistemi di premesse implicite, schemi abituali di interpretazione del mondo, dentro cui sviluppare il proprio punto di vista sulle cose. PLURI-VERSO: molteplicità di mondi culturali, capacità di uscire dalla propria cornice. Importanza del senso estetico e dell’arte maieutica. Tra micro e macro sistema: lo sguardo biografico per comprendere la vita famigliare Laura Formenti Famiglie con le quali lavoriamo sono inserite in un contesto più ampio. NARRATIVA FAMIGLIARE: insieme ampio e articolati di processi di creazione di storie che vengono condivise, modificate, arricchite, ri-significate e consegnate agli interlocutori interni ed esterni alla famiglia. I racconti si trasformano in insegnamenti generalizzati, slegati dagli eventi originari. Processi di deuteroapprendimento. - MITI: nozione di mito famigliare proposta da Ferreira lo connota come negativo, opinioni ben sistematizzate, condivise da tutti i componenti della famiglia, concernenti i reciproci ruoli familiari e la natura della loro relazione  modello di distorsione sistematica della realtà, meccanismo di difesa utile per garantire l’equilibrio della famiglia. Funzione omeostatica del mito garantita dal divieto di metacomunicare su di esso. Formenti ne recupera il valore positivo e generativo  creazione e rinforzo senso di identità famigliare. Allearsi col mito, famiglie come sistemi auto-mito- poietici, interagiscono miti individuali con quelli coniugali e familiari. - LGGENDE: racconti ed eventi di situazioni specifiche che, mescolando realtà ed immaginazione, vengono tramandati di generazioni in generazione. Istruzioni implicite sull’attraversamento delle situazioni difficili, sulle soluzioni dei problemi. Offre modelli, significati, copioni, incitazioni. Mito  spiega Leggenda  prescrive (si avvicina al copione) Il mondo esterno entra continuamente nel microcosmo famigliare  rimette in discussione i paradigmi consolidati. PARADIGMA FAMIGLIARE: il paradigma famigliare è il complesso di presupposti, immagini reali e ideali, rappresentazioni e concetti che costruiscono un modello cognitivo, emotivo, valoriale ed etico con cui la famiglia sceglie di dare forma alle sue azioni. È una VARIABILE SISTEMICA in quanto esprime caratteristiche che appartengono alla famiglia nel suo insieme. Reiss individua tre parametri: - CONFIGURAZIONE: alta  visione del mondo ordinata e controllabile; bassa  mondo caotico e incontrollabile - COORDINAZIONE: alta  estremamente coesa e si aspetta di essere trattata come un gruppo; bassa  individui separati richiedono riconoscimento individualità - INFORMAZIONE: aperta  riconosce e accoglie messaggi e novità, modificandosi di conseguenza; chiusa  riconosce solo ciò che è già noto e tende alla conferma Dalla combinazione di questi tre livelli si compongono diversi paradigmi famigliari, modi di reagire davanti alle situazioni problematiche: - FAMIGLIE ORIENTATE AL CONSENSO: configurazione bassa, coordinazione alta, chiusura all’informazione - FAMIGLIE ORIENTATE ALLA DISTANZA: configurazione bassa, coordinazione bassa, apertura o chiusura all’informazione accettata o no dai singoli ma manca patrimonio comune - FAMIGLIE ORIENTATE ALL’AMBIENTE: configurazione alta, coordinazione alta, apertura all’informazione, scambio comunicativo interno ed esterno - FAMIGLIE ORIENTATE AL RISULTATO: configurazione alta, coordinazione bassa (valorizzazione indipendenza e creatività dei singoli), apertura all’informazione, consenso attraverso soluzioni originali Oggi disordine non sembra ratificare la morte della famiglia. Quali apprendimenti vengono realizzati, capacità di scegliere in un ventaglio più ampio di possibilità, nell’incontro con altre premesse ed epistemologie. APPRENDIMENTO: ogni organismo finché è vivo apprende attraverso cicli multipli di correzioni. Apprendimento fenomeno creaturale. Bateson  ogni livello di apprendimento può cambiare e generare un livello superiore - APPRENDIMENTO 0: risposta specifica che segue uno stimolo sensoriale - APPRENDIMENTO 1: errore fornisce all’organismo informazioni in grado di generare un cambiamento della risposta. Riflesso condizionato, apprendimento strumentale, apprendimento meccanico, annullamento o inibizione della risposta - APPRENDIMETNO 2: deuteroapprendimento, cambiamento correttivo dell’insieme di alternative entro il quale si effettua la scelta. Apprendere ad apprendere di tipo meccanico, apprendimento di insieme, inversione, nevrosi sperimentali. - APPRENDIMENTO 3: cambiamento nel processo dell’apprendimento 2. Solo dell’uomo, riorganizzazione del proprio carattere - APPRENDIMENTO 4: non si manifesta in alcun organismo adulto della terra. Relazioni private diventano da un lato celebrate e dall’altro negate, un doppio legame generalizzato. DOPPIO LEGAME O DOPPIO VINCOLO: condizioni del doppio legame secondo gli studi di Bateson: - Occorrono DUE O Più PERSONE, una è la vittima - Un’ESPERIENZA RIPETUTA - Un’INGIUNZIONE PRIMARIA NEGATIVA - Un’INGIUNZIONE SECONDARIA IN CONFLITTO CON LA PRIMA A UN LIVELLO Più ASTRATTO (metamessaggio) - Un’INGIUNZIONE TERZIARIA NEGATIVA che impedisce alla vittima di lasciare il campo Doppio legame istituzionale: “sii adulto, autonomo, responsabile, ma come io te lo prescrivo”, a cui il genitore risponde specularmente “aiutami, ma lasciami stare”. In famiglia siamo immersi in queste interazioni e conversazioni che ci cambiano la vita anche quando non ce ne accorgiamo. Secondo la tesi di Bateson è probabilmente il carattere inconscio e simbolico della relazione a consentire che l’educazione famigliare sia “ecologica”, cioè rispettosa della complessità del divenire umano. Salto  quando si modificano le relazioni, cioè quando la storia raccontata dà un potere d’azione sul contesto di vita. METACOMUNICAZIONE sulla relazione in corso. Assoluto famigliare o “noi”. Parte seconda Azioni cruciali nei servizi: verso un sapere incarnato, dinamico, riflessivo Laura Formenti Stigma trasforma aggettivi in sostantivi: il carcerato, l’alcolista.. ciò che fa un servizio non è nel nome ma nelle pratiche. Sguardo sistemico  dinamicità, metafora del flusso. Muoversi per mettere in movimento. Teoria serve ad offrire nuove piste di lavoro nei momenti di blocco. Movimento: il lavoro educativo con la famiglia Laura Formenti In semplici contesti vi è la definizione della relazione sempre presente. CIRCUITI RIFLESSIVI: alcuni circuiti riflessivi, BIZZARRI, possono essere identificati come doppi legami. Invece i modelli comunicativi che pur contenendo riflessività non generano disagio sono chiamati CIRCUITI RIFLESSIVI ARMONICI. Bateson distingueva in ogni messaggio due livelli di significato, organizzati gerarchicamente: livello del contenuto e quello di relazione. “Ti voglio bene”  livello di contenuto. Tono freddo e distaccato  livello di relazione. a. Un certo grado di riflessività è comunemente presente nelle relazioni gerarchiche b. I circuiti riflessivi sono intrinsechi all’interazione sociale. All’inizio di un qualsiasi episodio comunicativo la qualità del contesto non è chiara perché non è già data ma verrà costruita durante l’interazione.
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