Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Recensione critica - Abelardo ed Eloisa, Guide, Progetti e Ricerche di Letteratura latina

Recensione critica - riassunto - del libro "Lettere di Eloisa e Abelardo"

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 23/10/2021

ValentinaRadice
ValentinaRadice 🇮🇹

4

(5)

7 documenti

1 / 4

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Recensione critica - Abelardo ed Eloisa e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Valentina Radice — matricola 4704507 Corso di letteratura latina medievale Esercitazione scritta - recensione critica del volume: ELOISA E ABELARDO — Lettere A cura di Nada Cappelletti Truci. Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano. Prima edizione nell’Universale Economica — | CLASSICI giugno 2017. La curatrice del volume, Nada Cappelletti Truci, è stata una studiosa di filosofia, oltre che valente traduttrice di latino, tedesco e francese. Non è propriamente corretto cercare di definire un unico autore di questo volume in quanto si presenta come una raccolta di lettere scritte da più personaggi differenti, anche se il protagonista dell’opera è facilmente identificabile con Pietro Abelardo, attorno al quale si sviluppa la trama del libro. La vita di Abelardo emerge dal suo scambio epistolare con l'amata Eloisa, e successivamente anche da altre lettere e testimonianze di diversa provenienza e autorialità, coeve al periodo di produzione di Abelardo, il XII secolo, al fine di riuscire a decifrare al meglio la sua biografia, e in particolare le sue disgrazie. -Breve biografia di Pietro Abelardo: Pietro Abelardo fu un filosofo e teologo benedettino francese, che nacque nel 1079 a Le Palais, in Bretagna, e fin da giovane venne indirizzato dal padre agli studi culturali, avvicinandosi al mondo classico. Ebbe occasione di spostarsi molto passando sotto la protezione di maestri differenti, prima Roscellino e Guglielmo di Champeaux, più avanti Anselmo di Laon, trovando poi stallo a Parigi, città che in quel secolo offriva studi e ricchezza, dove studiò e insegnò per diciotto anni, coincidenti con la giovinezza e la prima maturità. Nel 1114 riuscì ad ottenere l’ambiziosa cattedra di Notre-Dame e iniziò un periodo felice di fama e ricchezza, in cui si dedicò all'insegnamento. Inevitabilmente nel clima parigino del tempo, ribollente di fermenti culturali, si fece dei nemici che col tempo arrivarono a creare contro di lui un partito di opposizione. All’età di circa trentasei anni, al culmine della fama e del suo successo, fu travolto da una passione amorosa per la giovane Eloisa, nipote del canonico Fulberto, assai nota per la sua cultura e intelligenza. Fu proprio questa passione la causa delle sventure di Abelardo, il quale decise poi di prendere i voti monastici presso l'abbazia di Saint Denis, cominciando a scrivere opere teologiche. Anche in queste vesti non ebbe pace, incontrando l'opposizione minacciosa di Bernardo e venendo dapprima condannato al Concilio di Soissons nel 1121 a causa delle sue teorie sulla teologia trinitaria, e poi al Concilio di Sens nel 1140. Ritrovò una certa tranquillità soltanto a Cluny, presso Pietro il Venerabile, dove morì nel 1142 a causa di una malattia. Trama: "Ma quelle gioie da amanti che provammo insieme mi sono state tanto dolci che non possono né dispiacermi né sfuggirmi dalla memoria. (...) E così, mentre dovrei gemere per quel che ho commesso, piuttosto sospiro per quel che ho perduto." (Lettera IV di Eloisa, ad Abelardo. pag. 77) Da questa frase tratta dalla lettera IV, scritta da Eloisa e indirizzata all'amato Abelardo, si può cogliere la forte passione che legò i due amanti, argomento che percorre tutta la trama del libro intrecciandosi alle vicende biografiche del filosofo e teologo Pietro. La loro storia si svolge nel Regno di Francia intorno al 1116 e viene raccontata dallo stesso Abelardo nella sua prima lettera. Abelardo dopo aver tracciato un riassunto della sua formazione culturale e le grandi inimicizie che si creò, passò a raccontare del suo amore con Eloisa. La loro passione si accese segretamente dallo zio della giovane, Fulberto, che quando lo scoprì si vendicò su Abelardo. L'amore che legò i due amanti fu anche la causa del tragico epilogo di questa storia, che alla fine li portò a vivere separati, nella solitudine della vita monastica. Il volume narra la storia della forte passione tra Eloisa e Abelardo attraverso le loro lettere, in questo caso tradotte in italiano senza la corrispondenza con il testo latino. È evidente dalla prima lettera, scritta da Abelardo ad Eloisa, come questo libro sia ben più di una semplice narrazione di una storia d'amore, in quanto tratta anche i vari passaggi della vita di Abelardo mettendo in evidenza il suo pensiero filosofico e teologico, soprattutto riguardo al tema della teologia trinitaria, a lungo dibattuto dai contemporanei dello scrittore. Non vengono esclusivamente raccolte le lettere tra Eloisa e Abelardo, ma la curatrice si propone anche di indagare a fondo la loro storia e di informare il lettore riguardo al contesto storico e cronologico delle vicende narrate. A questo scopo il volume si presenta suddiviso in tre sezioni: una prima sezione che raccoglie le sette lettere superstiti scambiate tra Eloisa e Abelardo; una seconda sezione che contiene invece testimonianze varie di personaggi coevi alle vicende del protagonista, organizzate in modo ragionato (precedute da un’introduzione critica che racchiude una breve descrizione della lettera e un inquadramento storico del suo autore); vi è poi la terza sezione, alla fine del volume, che contiene una puntuale nota biografica su Pietro Abelardo, ponendosi come una spiegazione più oggettiva dei vari fatti raccontati precedentemente dai personaggi stessi in maniera soggettiva e meno ordinata. La struttura compositiva del volume permette al lettore di comprendere a fondo le vicende accadute solamente una volta arrivato alla fine del libro, in quanto solo in questa parte vengono raccontati i fatti da un punto di vista esterno, più analitico e critico. La parte finale è anche completa di note ai testi, raggruppate in un’unica sezione, di una nota bibliografica e di una cronologia della vita e delle opere di Pietro Abelardo. -Analisi stilistica: Come leggiamo nella nota biografica, Eloisa e Abelardo scrivono inizialmente dominati dalla passione, senza preoccuparsi di un certo contegno che imponeva l’etica del tempo, raccontando di loro stessi travolti da veri e spontanei sentimenti. | critici che si sono occupati di analizzare le lettere a noi rimaste non sono certi della loro autenticità, anche se la maggior parte degli studiosi moderni le accetta come autentiche. Ma al di là di ogni accertamento sulla veridicità storica, l’epistolario si impone per la sua drammaticità letteraria in cui gli atteggiamenti dei due amanti tessono la trama della struttura di quel secolo, ma altempo stesso si separano dalla rigidità imposta e si sostengono in un limbo extratemporale dove ognuno li può avvertire e rivivere nei modi e nel linguaggio del proprio tempo. Dalle lettere di Abelardo risulta evidente la sua forte personalità ambiziosa e la sua continua critica di sé stesso, che lo porterà a riconoscere le sue colpe giudicando quel che gli è accaduto come una giusta punizione ai suoi peccati di lussuria e superbia. (“L’invidia tende alle vette, i venti soffiano sulle cime eccelse”. Citazione di Ovidio riportata da Abelardo nel testo. Pag. 12) Abelardo nella sua prima lettera (che andrà a comporre la sua Historia Calamitatum) è un'amante travolto da un forte amore per Eloisa, dominato da una forte passione. In un secondo momento invece ci appare diverso, ossia un uomo divenuto monaco, più freddo e distaccato nelle repliche alla amata, che viene ora definita da lui come “carissima sorella in Cristo” in quanto entrambi avevano preso l’abito monacale. Troviamo infatti frasi di questo tipo: “Lui, non io, ti amava di vero amore.” — “A lui, ti prego, non a me, volgi tutta la tua devozione, la tua compassione, il tuo dolore...” — “Il tuo pianto sia per chi ti ha riscattato, non per chi ti ha corrotto...” (pag. 96). Non sono dunque più lettere di amore e passione, e anzi quell’amore tanto bramato all’inizio viene ora descritto come lussuria giustamente punita: “è stato giustissimo e provvidenziale che sia stato privato di quella parte del corpo in cui regnava la libidine e che era l’unica causa della mia concupiscenza...” (pag. 91)
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved