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Recensione critica del film Oliver Twist, Prove d'esame di Storia

Questa recensione unisce un'analisi del film e una del periodo storico in cui esso stesso è ambientato: la Rivoluzione Industriale svoltasi nell'Ottocento in Inghilterra.

Cosa imparerai

  • Come Oliver Twist si trova a vivere con i delinquenti di Londra?
  • Che tema sociale si sviluppa nel film Oliver Twist?
  • In che periodo storico è ambientato il film Oliver Twist?

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022

In vendita dal 15/08/2022

Luvetti
Luvetti 🇮🇹

4.5

(4)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Recensione critica del film Oliver Twist e più Prove d'esame in PDF di Storia solo su Docsity! Recensione critica del film Oliver Twist Il film, girato nel 2005 e tratto dall’omonimo romanzo di Charles Dickens, parla della vita di Oliver Twist, un orfano che conduce un’esistenza tumultuosa e difficile. La trama in breve Conoscendo il mio pubblico, so di non aver bisogno di esporre la trama nel dettaglio, ma ritengo che sia importante ripetere la vicenda in modo conciso e ricordare qualche nome, che può sempre sfuggire. Come tanti altri orfani, Oliver Twist vive in un orfanotrofio in un piccolo, sconosciuto villaggio inglese; pur essendo un bambino di tenera età, viene obbligato in modo brusco ad imparare a compiere quello che viene chiamato un “useful trade”, che si traduce nello snodare i grovigli di grandi pezzi di corde massicce. Gli uomini che gestiscono l’orfanotrofio fanno parte della Chiesa, anche se sembrano tutt’altro che credenti: non esitano a picchiare con un bastone i ragazzini quando non si comportano come dovrebbero o si azzardano a chiedere il bis a mensa. Mensa che, oltretutto, offre sempre lo stesso tipo di pasto, scarno: il porridge, di cui viene data una porzione ridicola a tutti quelli che sono, di fatto, lavoratori sfruttati. Già da queste prime scene emerge una forte contraddizione: a pochi metri dal refettorio, in un’altra stanza, i ricchi signori che hanno in mano le vite di questi bambini vengono serviti su lunghe tavole ben apparecchiate con cibi e prelibatezze di ogni genere. Questi uomini sono caratterizzati, nei volti e nell’abbigliamento, in un determinato modo: sono persone benestanti e molto in salute, alcuni addirittura in sovrappeso; sicuramente questa caratterizzazione è voluta e studiata e trasmette la condizione dei nobili inglesi di quel periodo in un modo tanto sottile quanto diretto. Un giorno Oliver è costretto a chiedere il bis a mensa e, a causa di questo suo comportamento inaccettabile, viene “messo in vendita”. Finirà dai signori Sowerberrry, che gestiscono un’impresa di pompe funebri, dove subirà violenza psicologica da parte dell’altro garzone che lavora con lui. Il nostro protagonista decide quindi di scappare, e arriva a Londra, dove entra a far parte di una combriccola di delinquenti, capitanati dal signor Fagin e dal suo amico “Bill”, che inizialmente sembrano uomini più gradevoli e gentili. A causa di una falsa accusa di furto, Twist conosce per caso il signor Brownlow, un nobile che decide di prendersi cura di lui. Sfortunatamente, però, l’orfano viene recuperato dal gruppo di ladri, che inizia a rivelarsi meno piacevole rispetto a come sembrava inizialmente. Inoltre, il ragazzo ha un senso della giustizia ben maggiore dei suoi compagni e per questo cerca di scappare più volte. All’interno della squadra di criminali c’è però una ragazza, Nancy, che vuole veramente bene al piccolo Twist e cerca di salvarlo dalle angherie degli altri uomini comunicando al signor Brownlow chi possiede il ragazzo. Lei viene uccisa dal compagno Bill a causa di questa rivelazione, e tutto inizia a precipitare. Viene fatta giustizia e il film ha un sofferto lieto fine: Oliver Twist, adottato dai Brownlow, entra a far parte di quella classe nobile che l’ha pur molto bistrattato e che tante volte ha rifiutato di ascoltarlo e aiutarlo, ma che, in questo caso, lo accoglie con grande affetto. Una volta stabilitosi nella sua nuova e definitiva famiglia, Oliver decide di andare a visitare Fagin in prigione. Il ragazzo si mostra al suo “maestro” con grande gratitudine e gli rivolge addirittura le seguenti parole “you were kind to me, Fagin”. Questa è una scena che provoca emozioni confuse al pubblico, poiché i due sembrano quasi amici di vecchia data che si riuniscono dopo tanto tempo. Il bambino chiede persino che il vecchio uomo venga liberato! È difficile capire il perché di questi gesti anche per lo spettatore più scrupoloso, ma io penso che la spiegazione sia questa: Oliver ha fatto esperienza di diverse situazioni spiacevoli e complicate nella sua vita, per questo ha voluto veramente bene a chiunque l’abbia aiutato in qualche modo, anche se abituandolo a compiere ingiustizie pure gravi. È un ragazzo molto riconoscente nei confronti di queste persone, che gli hanno in ogni caso riservato un qualche tipo di attenzione e cura. Questo interessamento, inoltre, è prezioso per Oliver soprattutto perché non sembrava poterlo ricevere da nessuna parte della società se non da quella proletaria, e quindi più povera e criminale. Ma, fortunatamente, si scopre che qualche buon’anima c’è anche nella fascia più alta della società, e che decide di adottarlo per una vita migliore. Lo sfondo storico Il film è ambientato in una grigia Inghilterra di inizio Ottocento, durante la Rivoluzione Industriale, periodo di avanzamento produttivo ed economico, ma anche di gravi ingiustizie. La rivoluzione consistette principalmente nell’introduzione di macchinari nel processo di produzione; ciò portò all’assunzione di grandi masse di lavoratori, gli operai, che non erano altro che contadini che avevano deciso di spostarsi in città. Iniziarono così a formarsi le classi sociali e si cominciò a delineare una forte linea di demarcazione tra proprietari di fabbriche e lavoratori. Nel film viene rappresentata principalmente la classe povera della società, quella di cui Oliver Twist farà parte per tutta la sua infanzia. Questa fascia sociale vive in luoghi insalubri, bui, privi di servizi igienici, sporchi e piccoli. Interi quartieri di Londra sono popolati da operai sfruttati a lavoro, che spesso si abbandonano ai pochi piaceri che sono per loro accessibili. Fra questi si può notare l’abitudine a fare uso di alcol molto spesso, e non solo nei pub sovraffollati, ma anche nelle case. Poco rappresentata, ma comunque presente, è invece la classe sociale più alta, che sembra vivere una vita parallela rispetto a quella dei lavoratori. Londra si divide in due: una parte è quella operaia e povera, l’altra è quella nobile e ricca. Ma mentre la prima percepisce in modo forte questo contrasto e cerca in qualche modo di avere un contatto con la fascia agiata della società, questa sembra voler ignorare il resto del popolo e non prova alcuna compassione per la sua condizione. La condizione operaia dei bambini Oliver fa parte della classe operaia. Una classe operaia che è costretta ad una giornata lavorativa di anche sedici o diciotto ore in ambienti malsani, privi di sicurezza e tutele. Ma il protagonista fa parte di un gruppo ancora più sfortunato di lavoratori: è un bambino, sfruttato. Come molti altri ragazzini della sua età lui svolge lavoro infantile per ricchi signori che non si preoccupano minimamente della condizione lavorativa dei loro “dipendenti”.
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