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Recensione,critica su Saramago, Guide, Progetti e Ricerche di Letteratura Portoghese

Recensione sul vincitore del premio Nobel Saramago

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2018/2019

Caricato il 30/01/2019

johanna-del-prete
johanna-del-prete 🇮🇹

4.7

(3)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Recensione,critica su Saramago e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Letteratura Portoghese solo su Docsity! Josè de Sousa Sararamago è stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, poeta, critico letterario e traduttore letterario nato il 16 novembre 1922 ad Azinhaga e morto a Tìas il 18 giugno 2010. Fu considerato uno scrittore eretico e cantore della debolezza umana, famoso per aver vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1998. “Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva”. Così recita la citazione in apertura del suo capolavoro più conosciuto “Cecità”. E in effetti nessuno come lui ha saputo studiare l’uomo “nella sua grandiosità e nelle sue debolezze”. Scritto con una durezza spiazzante, Saramago ci racconta una storia unica su quegli istinti che, non potendosi sfogare all’esterno, si rivolgono all’interno. Concepito come una grande metafora su un’umanità primordiale e feroce, incapace di vedere con lucidità e distinguere le cose su una base razionale, ne deriva un saggio sul potere e la sopraffazione, sull’indifferenza e l’egoismo, una forte denuncia del buio che pervade l’animo umano. “Cecità” è un flusso costante e ininterrotto di pugni allo stomaco che ci invita a guardare il nostro mondo e le sue sfumature più nere, che scuote il nostro lato più subdolo rendendoci tutti potenzialmente cattivi. Con uno stile per nulla sincopato, il Premio Nobel portoghese spolpa i suoi personaggi della loro carnalità per trattarli esclusivamente come anime cieche e prive di compassione. Ed è proprio in una condizione di panico che l’uomo rivela il peggio di sé e antepone la sua cattiveria, la sua irrazionalità e brutalità alla ragione. E’ un libro molto interessante, che fa riflettere, è claustrofobico e angosciante. Ed è un libro che tutti dovrebbero leggerlo, nonostante la sua complessità. Perchè di fronte al buio e all’abiezione più totale, è possibile una rinascita attraverso la riscoperta degli elementi più essenziali alla vita come l’acqua. E quando tutto questo sarà finalmente acquisito, quando la metaforica sporcizia di cui sono rivestiti tutti i ciechi viene lavata dalla pioggia della purezza, allora ad uno ad uno ritornano a vedere e soprattutto a vedersi. Un altro libro che ho trovato molto interessante è “l’Uomo Duplicato”, pubblicato nel 2002 e lo consiglio a chi gradisce storie distopiche in stile calviniano-pirandelliano. La trama è incentrata sul doppio, sulla scoperta di un sosia da parte di un grigio professore di storia, sul disordine mentale di entrambi a seguito della scoperta sulle incursioni dell’uno nella vita dell’altro e delle rispettive donne. È il trionfo dell’assurdo per eccellenza, l’uomo doppio, duplicato, la copia, la controfigura, il sosia. Lo stile in realtà è ciò che più ho trovato gradevole in questo romanzo, anche se capisco perché molti non lo apprezzino o abbiano faticato a rimanere concentrati sulla lettura: i discorsi diretti non sono punteggiati nella maniera consona, non ci sono punti interrogativi, ci sono molte più virgole che punti e, per questo, vi sono molte frasi chilomentriche. C’è chi sostiene nelle proprie recensioni che questa scelta stilistica è stata fatta appositamente per rendere al meglio l’atmosfera paranoica del romanzo, ma io non condivido. Se lo stile fosse uno strumento per creare l’atmosfera, allora dovrebbe esserci un crescendo, il romanzo invece comincia e finisce allo stesso modo, senza che vi siano cambiamenti nella punteggiatura e nello stile. Io propenderei più su una motivazione relativa all’introspezione del protagonista, un uomo che sta vivendo un marasma interiore e pensa nello stesso modo in cui si sente. L’ironia è un altro aspetto positivo di questo libro. Il narratore esterno è sempre presente e commenta ciò che accade, non sono molto i libri contemporanei che presentano questa caratteristica; non ricordo di aver letto un libro scritto con questa tecnica che mi sia piaciuto che non appartenga ai classici dell’Ottocento, invece, qui Saramago fa sentire la sua voce continuamente ed è bravissimo a farlo. Nonostante la voglia di sapere cosa sarebbe successo nella storia, le parentesi in cui vi erano commenti del narratore le ho sempre apprezzate. Insomma, lo consiglio solo a chi ha voglia di sperimentare una lettura diversa dal normale; è necessario, inoltre, avere una buona capacità di attenzione e possibilmente anche del tempo sufficiente a leggere un capitolo intero, dato che, la mancanza di paragrafi può rendere difficile il ritrovamento del punto a cui si era arrivati. Leggere un suo libro non è cosa da poco, ti cambia. Arrivi all’ultima pagina e poi resti a fissare il vuoto, sconvolto da quanto ha saputo raccontarti. A volte del mondo, a volte di te. Saramago morì il 18 giugno 2010 nella sua residenza di Tìas, nelle isole Canarie. “La vita è breve, ma in essa entra più di quel che siamo in grado di vivere. Di questo mondo e degli altri.”
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