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Recensione del film 'Ma come si può uccidere un bambino?', Tesine universitarie di Storia E Critica Del Cinema

La recensione del film 'Ma come si può uccidere un bambino?' del 1976 diretto da Narciso Ibáñez Serrador. La protagonista della storia sono marito e moglie, Tom e Evelyn, che stanno per avere un figlio. Decidono di visitare l’isola di Almanzora, situata tra la Spagna e l’Africa. Il posto sembra inizialmente disabitato, ma poi si rendono conto che gli unici esseri umani a viverci sono tutti bambini, i quali si comportano in modo molto strano.

Tipologia: Tesine universitarie

2020/2021

In vendita dal 29/04/2022

Valeria071295
Valeria071295 🇮🇹

4.4

(22)

43 documenti

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Scarica Recensione del film 'Ma come si può uccidere un bambino?' e più Tesine universitarie in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! RECENSIONE “MA COME SI PUO’ UCCIDERE UN BAMBINO?” Chiedo umilmente scusa per la qualità dell’immagine, ma davvero non sono riuscita a trovare di meglio. Ho cercato su internet molte informazioni su questo film, dato che volevo farmi qualche idea ed evitare di dire cose già scritte da qualcun altro. Ma ho trovato poco e niente. Cineblog non gli dà neanche tre stelle, prova che certa gente di cinema ne capisce veramente poco. Non credo sia una pellicola molto famosa, ricordo che quando la vidi in streaming anni fa non era neanche del tutto doppiata. C’erano molte parti completamente in spagnolo. “Ma come si può uccidere un bambino?” è un film horror del 1976 diretto da Narciso Ibáñez Serrador, tratto dal romanzo di Juan José Plans. I protagonisti della storia sono marito e moglie, Tom e Evelyn, e stanno per avere un figlio. Decidono di visitare l’isola di Almanzora, situata tra la Spagna e l’Africa. Il posto sembra inizialmente disabitato, ma poi si rendono conto che gli unici esseri umani a viverci sono tutti bambini, i quali si comportano in modo molto strano. Vi consiglio di non andare a leggere la trama su Wikipedia, perché praticamente descrive tutto il film. Non guardatela se non volete rovinarvi tutto. Ho letto che moltissimi film e libri si sono ispirati a questa storia, pur non raggiungendone lo stesso livello. In primis, ricordiamo “I figli del grano” di Stephen King, che io personalmente ho adorato. In questo film la crudeltà viene espressa al massimo. Terrificante la scena in cui i bambini appendono un cadavere ad una corda e con una falce cercano di scotennarlo, a mo’ di pignatta. Il regista agisce su due livelli, facendoli spesso combaciare. Riesce a farci provare odio per i pargoli e rispettiva empatia per i due sposini, ma allo stesso tempo è in grado di far soffrire lo spettatore quando un bambino muore, si fa male, o semplicemente guarda fisso in camera. I nostri pensieri diventeranno confusi, passeremo dal pensare: “Questi bambini sono il male in persona” a “In fondo sono solo dei bambini.” Il regista lascia che la storia si svolga da sé, non mette fretta ai personaggi. La trama scorre con lentezza, il che contribuisce a creare tensione e suspense. Vi assicuro che questo film è tutto meno che noioso. L’atmosfera non è artificiale, l’intera pellicola è stata girata alla luce del sole. I colori sono accesi, vivi e fin troppo realistici, una ambientazione estiva e solare in netto contrasto con la minaccia che contiene. Inoltre, avevo letto (prendete questa informazione con le pinze, non sono del tutto certa che sia vera) che non è stato usato quasi per niente trucco, aldilà delle scene di tensione o quelle più sanguinarie. È una cosa facilmente notabile anche nei bambini, la loro pelle è spesso rovinata dall’acne puberale e da altri segni che avrebbero potuto facilmente coprire con un po’ di trucco. Chiaramente, anche questo dettaglio ci aiuta ad immergerci maggiormente nel film come se i personaggi fossero al nostro fianco. Ma qual è il vero significato di questa pellicola? Ci ho riflettuto, e sono giunta ad una mia personale conclusione. C’è da dire che il film inizia con una sequenza di dati di bambini morti in età infantile, soprattutto a causa di guerre e di carestie. Quindi, il loro comportamento potrebbe essere interpretato come una sorta di vendetta verso degli adulti, spesso insensibili e crudeli nei confronti dei bambini. Una specie di “E venne il giorno” dove i nemici sono gli infanti e non le piante. I bambini potrebbero essere anche il risultato della stessa malvagità dell’uomo. Quante campagne pubblicitarie dal titolo “Children see children do” sono state fatte? Il regista voleva forse svegliare lo spettatore, aiutandolo a rendersi conto che se la società non cambia, tutte le colpe ricadranno sui nostri figli. Senza volerlo, stiamo anche adesso generando dei mostri, che da adulti si comporteranno esattamente come noi. In questo film i bambini non sfidano solo gli adulti, sfidano lo stesso spettatore. Sono consapevoli della difficoltà dei due sposi di ucciderli, e se ne approfittano. La scena più bella, a mio parere, è quella in cui Tom si ritrova davanti all’intera popolazione di bambini, e li fissa con un fucile in mano. Vorrebbe sparare, vorrebbe mettere fine a tutta quella sofferenza. Ma loro sorridono, lo guardano confusi. Non cercano di ostacolarlo o di fermarlo. Si limitano a persuaderlo con l’innocenza del loro sguardo. L’anima del film è questa, il contrasto tra il compatirli e il volerli uccidere. A
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