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RECENSIONE DI ENCANTO, Appunti di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

TRAMA DEL CARTONE E RIFLESSIONE SULL'ASPETTO INTERCULTURALE E DISCRIMINATORIO

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/10/2023

paola-colombo-8
paola-colombo-8 🇮🇹

5

(3)

8 documenti

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Scarica RECENSIONE DI ENCANTO e più Appunti in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! ENCANTO, film di animazione Disney del 2021 (Howard e Bush) Che cosa significa essere una persona priva di talento in mezzo a una famiglia che ne ha di ogni tipo? TRAMA La famiglia Madrigal ha dato vita a un villaggio, chiamato Encanto, protetto dalle violenze del mondo esterno grazie a una speciale candela magica. Questa ha dotato di poteri speciali i membri della famiglia stessa: i tre figli della capostipite, l’abuela, e i suoi nipoti. Tutti hanno acquisito un talento particolare durante una cerimonia speciale tenutasi quando erano piccoli. Tutti tranne una. Mirabel non ha ricevuto alcun dono. Cresciuta in una famiglia dove tutti hanno modo di rendersi utili con i loro talenti, Mirabel si fa in 4 per sentirsi degna del nome che porta ma niente di ciò che fa la rende sufficientemente meritevole agli occhi della nonna. Un giorno, la casa dei Mirabel, che è incantata, inizia a mostrare segni di cedimento e la candela magica minaccia di spegnersi. C’è qualcosa che turba la magia presente nel luogo. Una vecchia profezia fatta da Bruno vedeva la ragazza davanti la casa distrutta. Significa che la sua mancanza di poteri sarà la causa della fine della magia? Oppure, al contrario, sarà proprio lei a salvare l’intera famiglia dalla rovina. La nonna sente come una missione quella di preservare la magia che accende la fiamma della candela, e con essa il prestigio e l’importanza della famiglia agli occhi del villaggio.  Per questo motivo, non riesce a provare empatia per la nipote e a guardare Mirabel con occhi capaci di cogliere il suo vero valore. Il timore di entrare in contatto con la fragilità che sta cominciando ad insinuarsi nella stirpe spinge la nonna a dare una lettura erronea limitandosi a considerare la nipote come “quella-senza-talento”, una fonte di imbarazzo e un pericolo per la famiglia.  Il tema del film è attuale e interessantissimo. Dietro alla magia e ai talenti, si nasconde lo spettro dei social e dei modelli (di bellezza, di bravura, di saggezza, ecc.) da cui siamo continuamente bombardati. Immagini di perfezione che creano in noi il desiderio di incarnare quelle caratteristiche. Questi obiettivi di livello molto alto sono responsabili di sforzi indicibili spesso accompagnati, lì dove non si riesca a raggiungere ciò che ci si aspetta, da un senso costante di ansia e di inadeguatezza. Eppure non tutti nasciamo con le stesse capacità. Ci sono alcune cose che non rientrano nelle nostre corde e non c’è nulla di male in questo. Il talento è una cosa rara. Non si acquisisce, ci si nasce. È una predisposizione naturale. La parola stessa deriva dal greco tàlaton e indicava originariamente il piatto di una bilancia in disequilibrio poiché su uno dei due veniva posato qualcosa di più pesante, più prezioso e più importante. Come una somma di denaro. E, infatti, di lì a poco, la parola fu usata proprio per indicare la ricchezza. Oggi chi ha talento è una persona che eccelle in qualcosa. Non è bravura acquisita con anni di studio e impegno. È una dote naturale che ti porta a raggiungere livelli di perfezione riconosciuta generalmente da chiunque. Una persona con un dono che la rende speciale, diversa. E chi non ha un talento naturale? C’è chi non ha un dono particolarmente notevole, ma si appassiona a qualcosa tanto da metterci anima e corpo. Passa ore intere a studiare o a fare pratica, cercando di migliorarsi. I risultati che ottiene possono essere molto alti, ma non saranno mai brillanti come quelli di chi ha del talento. La società le definirebbe persone mediocri o anonime. Sono loro i veri eroi e le vere eroine dell’umanità. Perché possono non distinguersi nella massa, ma ne fanno parte e la loro presenza non è né banale, né scontata. Proprio perché schiacciati da questo modello di perfezione, sono portati a fare di più. La loro forza è il percorso che compiono per raggiungere determinati risultati, la devozione che hanno verso degli obiettivi. Il personaggio di Mirabel ci racconta tutto questo. Non nascendo con un dono particolare, cerca di fare di tutto per essere utile alla sua famiglia e per non deludere le aspettative. Il suo sorriso malinconico e la sua bontà sono un esempio di resilienza veramente invidiabile. Ed è questo il suo grande talento. Non è una dote appariscente come quella delle sue sorelle, ma la CAPACITÀ DI ASCOLTARE LE PERSONE, di
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