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Recensione di 'Tecnologie di dominio' di Ippolita: una guida all'autodifesa digitale, Appunti di Epistemologia

Tecnologie DigitaliFilosofia della TecnicaScienze SocialiAutodifesa digitale

Questa recensione presenta una breve introduzione al libro 'Tecnologie di dominio' di Ippolita, un gruppo di ricerca indipendente e interdisciplinare. Il libro è descritto come un saggio di scienze sociali che introduce al lessico minimo dell'autodifesa digitale, con una particolare attenzione all'anarco-capitalismo come ideologia prevalente. stato prodotto da Ippolita a Milano e ha ispirato lavori come 'Il lato oscuro di Google' e 'Open non è free'. Il libro è organizzato come un dizionario e offre spiegazioni pratiche e chiare per facilitare la comprensione. Il saggio è politico e di parte, invitando al lettore a un esercizio filosofico per comprendere la realtà 'non intelligente' e la manipolazione attraverso la tecnologia.

Cosa imparerai

  • Che tipo di testo è 'Tecnologie di dominio' di Ippolita e come è organizzato?
  • Che ideologia prevalente si evidenzia nel libro 'Tecnologie di dominio' di Ippolita?
  • Come il libro 'Tecnologie di dominio' di Ippolita aiuta a comprendere la manipolazione attraverso la tecnologia?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 25/05/2022

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aina-toldra-1 🇮🇹

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Scarica Recensione di 'Tecnologie di dominio' di Ippolita: una guida all'autodifesa digitale e più Appunti in PDF di Epistemologia solo su Docsity! RECENSIONE TECNOLOGIE DEL DOMINIO Ippolita (2017) Aina Toldrà Llerena ERASMUS Student Il libro “Tecnologie di dominio. Lessico minimo dell'autodifesa digitale” potrebbe essere descritto come un saggio di scienze sociali in cui mostra al pubblico le nozioni di base della tecnologia. Come è ben citato nel libro, “Le parole delle tecnologie del dominio sono molte, e riguardano tutti gli abitanti del pianeta Terra, anche non umani, anche le macchine. Alcune sono anti che, altre sono di nuovo conio; spesso sono termini inglesi… Sono collegate fra loro da una fitta trama di rimandi e sottintesi, una rete di significati colma di ambivalenze e incomprensioni… In questo quadro emerge come ideologia prevalente I'anarco-capitalismo, una dottrina vaga eppure molto concreta nei suoi effetti devastanti sui legami sociali, la costruzione delle identità individuali e collettive, la politica. Sembrano parole d'ordine solide come acciaio temprato, senza crepe, senza debolezze. Ma a osservarle con le lenti dell'ironia..., si sciolgono come neve al sole.” [Ippolita, 2017, Descrizione, 2017]. Il libro è stato prodotto da “Ippolita” un gruppo di ricerca indipendente e interdisciplinare nato nel 2004, a Milano, precisamente all’hacklab Reload in Pergola. Ippolita si forma dall’intersezione di tre fiumi: l’hacking, la controcultura e il femminismo. Si prendono cura di tecnologie digitali e filosofia della tecnica, ei suoi libri sono diffusi in modo trasversale: dalle comunità hacker alle aule universitarie. Alcune delle sue creazioni sono state “Il lato oscuro di Google” e “Open non è free”, che hanno ispirato la successiva stesura di “Tecnologie del dominio”. A parte i suoi libri, offrono workshop, corsi di formazione, incontri di critica della rete, pedagogia degli hacker e autodifesa digitale per accademici, giornalisti, gruppi di affinità e curiosi. A prima vista, il saggio sembra un dizionario, poiché inizia con istruzioni per l'uso e percorsi di lettura. Successivamente, le voci vengono visualizzate in ordine alfabetico. A mio avviso, guadagna punti a favore di ordinarlo in questo modo, poiché se le informazioni vengono fornite gradualmente, aiuta il lettore ad avere una lettura più semplice e agevole. Inoltre, questo lavoro spinge il lettore ad approfondire la lettura grazie alla curiosità, poiché è piantato per trovare risposte a una serie di domande che i lettori insinuano. Sarebbe definito come un manuale base sul web per navigare nel caos, rivolto a tutti gli abitanti del pianeta Terra, compresi i non umani, anche le macchine. Il libro affronta il significato di slogan legati alle cosiddette tecnologie di dominio. I termini che appaiono potrebbero esserci più familiari, ad esempio: (hacker, hashtag, internet...) e altri meno familiari come: (blobkchain, long tail, peer to peer...), ma è comunque difficile definirli o spiegarli, ci prova senza avere alcun aiuto per iscritto. Il vocabolario utilizzato è diretto e chiaro, di facile lettura per chi non è esperto, utilizza un lessico ed espressioni che agganciano il lettore, desideroso di saperne sempre di più, facendolo in modo così interessante, che non si faccia nulla di pesante le informazioni a noi presentate. Trovo anche che sia molto corretto parlare in modo più informale rispetto a un dizionario, poiché a volte le spiegazioni che troviamo in queste enciclopedie formali possono renderci noiosi e difficili da leggere, ma questo lavoro di Ippolita al ha questo aspetto più urbano il vocabolario fa entrare pienamente il lettore.
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