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Recensione Film “Il Postino”, Guide, Progetti e Ricerche di Italiano

Film Il postino Di Troisi, recensione

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 01/01/2023

Armandino196
Armandino196 🇮🇹

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Scarica Recensione Film “Il Postino” e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Italiano solo su Docsity! RECENSIONE “IL POSTINO” Il film “Il postino” di Massimo Troisi è un film che spazia su diverse tematiche, a partire dal sociale per sfociare nell’ambito culturale. L’argomento che viene trattato per eccellenza è quello della poesia. La poesia nel film assume un valore comunicativo importante, che riesce a congiungere due mondi opposti, come quello di persone ricche, economicamente ma soprattuto a livello culturale e persone, in questi ambiti, più umili. La poesia si fa così, mezzo di comunicazione e di apprendimento, e in particolare modo strumento per instaurare rapporti umani. Infatti nel film, ispirato al libro “Il postino di Neruda” di Antonio Skármeta, Massimo Troisi, direttore nonché protagonista, interpreta il personaggio Mario, un uomo disoccupato che abita in un paesino del sud Italia. Il paese viene sconvolto dall’arrivo del poeta Pablo Neruda, esiliato dal suo paese, il Cile. Il poeta nei telegiornali nazionali viene evidenziato per la sua inclinazione comunista, non particolarmente accettata in Italia e soggetta a continui pregiudizi. Ma nel paesino dove abita Mario, proprio un direttore delle poste è affascinato dall’uomo perché anch’egli delle stesso movimento politico. Egli cerca un postino e questo sembra essere proprio il lavoro adatto a Mario. Assunto come postino, l’uomo si reca quotidianamente a casa del poeta: diventa col tempo alunno di Pablo e lo ammira profondamente, tanto da imparare da lui a scrivere poesie e ad elaborare molti concetti nuovi. Così si innamora anche di una ragazza, Beatrice, ammaliata dalle poesie semplici e romantiche di Mario . I due si sposano sotto lo sguardo felice di Pablo, che proprio il giorno del ricevimento scopre con una lettera di poter ritornare in Cile. È in questo momento che le strade dei due si divide: Pablo parte e inizia a girare il mondo, ma Mario non lo dimentica e segue tutte le sue notizie, provando a mandare delle lettere che non riceveranno mai riposta. Passano 5 anni e Pablo torna finalmente, con la moglie, in Italia, voglioso di rivedere il vecchio amico. Ma è proprio quando si reca all’osteria di Beatrice che scopre della morte di Mario, avvenuta durante una manifestazione comunista e subito dopo la nascita di suo figlio Pablo. Sotto le riflessioni commosse del poeta e le parole di Mario, termina il film. Dal mio punto di vista il film era strutturato molto bene, se non per la parte che precedeva il ritorno di Neruda, che ho trovato un po’ lenta. Durante la visione del film, ho riportato alcune battute che mi sono piaciute di più e che mi sono sembrate più interessanti, sono: “Il poeta è un’anima grande e generosa”, “Quando spieghi la poesia, diventa banale” e “Il mondo intero è una metafora?”. Il film mi è piaciuto per gli argomenti sicuramente non troppi convenzionali e per l’emotività che trapelava dai personaggi, vicini alla quotidianità di tutti i giorni.
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