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Recensione film J'accuse, Esercizi di Storia Sociale

Il file contiene una recensione del film J'accuse di Polanski, prodotto come esercizio d'esame

Tipologia: Esercizi

2020/2021

In vendita dal 22/07/2021

andrea-zarrilli
andrea-zarrilli 🇮🇹

4.7

(16)

23 documenti

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Scarica Recensione film J'accuse e più Esercizi in PDF di Storia Sociale solo su Docsity! STUDENTE: ANDREA ZARRILLI MATRICOLA: 150768 RECENSIONE FILM J'ACCUSE, Polanski, 2019 Il recente film di Roman Polanski, J'accuse, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2019, affronta brillantemente uno degli eventi più incisivi della storia contemporanea: l’affaire Dreyfus. Il film inizia con un solenne campo lungo che ci conduce nel cortile ghiacciato dell'École Militaire di Parigi: lo spazio immenso è sovrastato da un cielo minaccioso e da una luce plumbea - magnificamente fotografata da Pawel Edelman - che ci terrà in ostaggio fino alla fine del film. Narrata seguendo il punto di vista del colonnello Georges Picquart, nominato capo del servizio di intelligence militare francese, la trama racconta gli eventi successivi all'accusa di alto tradimento nel 1984 per spionaggio del capitano ebreo Alfred Dreyfus, incriminato di aver inviato all'impero tedesco informazioni segrete riguardanti l'artiglieria dell’esercito francese ed esiliato nell'Isola del Diavolo. Georges Picquart, seppur antisemita come la maggior parte del mondo dipinto da Polanski, decide di indagare su quell’affare dai contorni poco chiari che aveva smosso l'opinione pubblica francese. La ricerca della verità procede quasi filologicamente attraverso la scoperta e l’analisi di scritti che conducono il colonnello ad ipotizzare prima e convincersi poi della falsità del documento che incriminò Dreyfus e che in seguito portò a riconoscere come unico colpevole il maggiore Esterhazy. Nonostante le prove raccolte, tuttavia, Picquart viene alla fine arrestato per aver sovvertito e manipolato un affare ormai concluso in cui tutti si trovarono d'accordo: l'esercito compatto, la giustizia sommaria e la massa entusiasta che preferì per l'ennesima volta un moderno Barabba all’innocente capitano ebreo. Nel 1899 Dreyfus accettò la grazia che gli fu concessa, nonostante la sua totale innocenza. La vicenda storica raccontata da Polanski non rappresenta solo un gravissimo errore giudiziario; è da considerarsi un evento cardine della storia moderna tra la guerra franco-prussiana e la Grande Guerra. L'affaire diede vita ad una serie di conseguenze complesse che investirono la politica e la società francese, alimentando idee, sogni e paure che, a partire già dalla perdita dei territori dell’Alsazia e della Lorena (1871), furono parte costitutiva della storia sociale della Francia!. Inoltre il film ha il merito di mettere in luce le falle delle istituzioni 1 “Dopo il 1871 il tema della revanche, cioè della rivincita, divenne centrale nell’ambito della politica francese, su cui tutte le forze erano d'accordo, anche se le diversità degli approcci lasciava comunque spazio a polemiche durissime. Se il tema del patriottismo era stato inizialmente usato da partiti come quello repubblicano o quello radicale (dunque nazionali, la propaganda che tali istituzioni condussero, l'elogio delle virtù militari e di sentimenti di forte cameratismo, oltre che la presa sui cittadini di parole come onore, coraggio e rispetto. Tali idee e atteggiamenti, seppur con peculiarità differenti a seconda dei diversi contesti nazionali, non appartennero esclusivamente alla Francia, ma furono rintracciabili all’interno di tutto il mondo europeo di fine Ottocento e inizio Novecento. Il titolo del film, J'accuse, è al contempo il titolo dell’editoriale scritto dallo scrittore e giornalista francese Emile Zola (1840-1902)? in forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica Francese quando il colonnello Picquart portò alla luce la verità degli eventi. E proprio l'accusa e la colpa sono tra i temi cardine della pellicola: l'accusa di una Nazione contro il singolo che viene investito del ruolo di capro espiatorio dalla magistratura, dall'esercito e dalla società tutta. La Francia era uscita sconfitta e devastata a livello politico e morale dalla guerra franco-prussiana. Il rafforzamento dell'orgoglio nazionale e della discriminazione verso l’altroî, la tendenzialmente orientati a sinistra) per consolidare la propria posizione contro gli ‘ambienti legittimisti e bonapartisti, finì per generare forze che si resero autonome dalla tradizione repubblicana e approdarono su posizioni assai diverse, sempre più polemiche nei confronti delle debolezze, dell’inerzia e della corruzione dei governi repubblicani e - aspetto essenziale da sottolineare - del sistema parlamentare in generale. Costoro auspicavano il superamento delle divisioni con la Chiesa, vista come parte integrante della cultura e della società francese e, almeno in una prima fase, erano ostili alle avventure coloniali, che distoglievano il paese dal suo reale problema, la rivincita contro la Germania.” (Materiale didattico, Lezione 6, F. degli Esposti). Si pensi alla frase pronunciate nel film da un ufficiale francese durante la prova dei nuovi cannoni 75: “Se i nostri vicini tedeschi torneranno a trovarci riserveremo loro un'accoglienza più calorosa”. 2 “L'affare Dreyfus rinnova amplificandoli i vecchi riti dell’antisemitismo, ma porta alla luce anche una coscienza nuova e consapevole degli intellettuali impegnati a cercare un collegamento più duraturo con le battaglie della società civile. Un rapporto che non si fermava ad abbracciare semplicemente la causa dei partiti di sinistra, ma che ampliava il proprio orizzonte ai concetti di giustizia, di libertà, di uguaglianza, di diritti da reclamare anche per coloro invisi ad una parte della società. La difficile, controversa e in parte tardiva scelta di campo dei socialisti, ben rappresentata nella antologia dall'articolo di CAGNIARD Les intellectuels et l’affaire Dreyfus, contrasta con le capacità di Emile Zola di raggiungere, pur attraverso una sua maturazione, rapidamente il nocciolo dei problemi mantenendo sempre il contatto con un grande pubblico di lettori. Anche da questo punto di vista l'antologia della Goruppi è preziosa, restituendoci uno scrittore, Zola, forse non amato dalla critica e tuttavia sensibilissimo a scuotere l'animo dei francesi esponendosi e pagando in prima persona” (G. Tortorelli, Nuovi contributi sull’affare Dreyfus: un passato che ritorna? https://www.jstor.org/stable/26218912?read-now=1&seq=11#page_scan_tab_contents) ® A tal proposito si segnala il dialogo nel film tra l'ormai degente ex colonnello Didier Sander e il colonnello Picquart, che a noi suona grottescamente attuale e familiare, in cui l'accusa di degenerazione del corpo sociale viene imputata ai migranti che invadevano la Francia e agli ebrei. Riporto di seguito il dialogo preso dalla versione italiana del film: D. Sander: “Sono fondi segreti. Sono quarantottomila franchi, ora sono vostri. Nella scrivania, nel cassetto al centro, c'è una cartellina, la vedete? G. Picquart: “Si, eccola ... [Piquart sfoglia la cartellina piena di nomi] Chi sono?” D. Sander: “Persone sospettate di tradimento, da arrestare in caso di guerra. 2500 nomi, la lista principale ce l’ha Griblan. 100000 stranieri da arrestare...” G. Picquart: “Bontà divina!” D. Sander: “E non è tutto: mancano gli ebrei. Per mia moglie è vergognoso che io sia stato mandato in pensione, io invece sono felice di finire nel dimenticatoio. Quando mi guardo intorno e vedo tutti quegli stranieri e mi accorgo della degenerazione dei nostri valori morali e artistici mi rendo conto che non riconosco la Francia.” G. Picquart: “Cercherò di proteggere il paese.” D. Sander: “Fate pure, per quel che ne resta. [Ride]”
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