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recensione film Piccole Donne, Tesine universitarie di Storia E Critica Del Cinema

recensione del film piccole donne di Greta Gerwig

Tipologia: Tesine universitarie

2020/2021

Caricato il 10/05/2021

sarageo
sarageo 🇮🇹

3

(1)

4 documenti

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Scarica recensione film Piccole Donne e più Tesine universitarie in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! Piccole Donne Un romanzo di crescita che ha segnato intere generazioni e che continua a farlo ancora oggi Diretto dalla regista Greta Gerwig, sull’onda del successo di «Lady Bird» del 2018, è il settimo adattamento cinematografico del capolavoro omonimo di Louisa May Alcott. Esce nei cinema il 9 gennaio 2020 e a distanza di un anno si può trovare a pagamento sulla piattaforma Prime Video. Trama Il film racconta delle sorelle March che da giovani ragazze, o piccole donne come vengono soprannominate dai genitori, diventano donne adulte e realizzate, riuscendo a trovare il loro posto nel mondo. Meg, interpretata da Emma Watson, è la maggiore delle sorelle ed è la romantica delle quattro. Saoirse Ronan è Jo la protagonista. La più selvaggia e indipendente, sogna di diventare scrittrice e nel frattempo inventa opere teatrali da far rappresentare alle sorelle. Beth (Eliza Scanlen) è molto dolce e timida; suona il pianoforte, per questo diventerà la protetta del signor Laurence, nonno di Laurie e vicino di casa. Amy (Florence Pugh) è la più piccola e la più simile a Jo, ha già le idee chiare fin da piccola sul suo futuro, vuole sposare un uomo ricco e diventare pittrice. Oltre alle quattro sorelle ci sono poi Laurie, interpretato da Timothée Chalamet, che diventa amico inseparabile di Jo e delle altre. Indisciplinato, ma costretto a studiare per portare avanti il lavoro della famiglia. La madre delle ragazze, Mamy, interpretata da Laura Dern, è il loro punto di riferimento, per Jo è anche un esempio da seguire per diventare una persona migliore. Inoltre c’è la vecchia zia March (Maryl Streep), che disapprova il modo di vivere della famiglia, ma che alla fine lascia in eredità la sua grande casa a Jo. Nella scena iniziale troviamo la protagonista che tenta di vendere i suoi racconti ad un editore di New York, per continuare facendo una panoramica sugli altri personaggi della storia. Si apre quindi su un presente, in cui le sorelle sono adulte e vivono le loro vite temporaneamente separate, le scene si alternano a episodi dell’infanzia e agli eventi del fatidico anno raccontato nel primo romanzo «Piccole Donne». Jo è a New York che insegue la sua passione per la scrittura e incontra Friedrich, giovane professore straniero che vive nella sua stessa pensione. Amy è a Parigi con la zia, che cerca di sistemarla con un ricco pretendente, mentre lei segue un corso di pittura. Sempre nella stessa città incontra Laurie che, però, spreca il suo tempo tra alcol e donne. Meg è rimasta a Concord, è sposata con John Brooke con cui ha due gemelli e lotta contro la povertà. Beth, rimasta anche lei a a casa con i genitori, è gravemente ammalata ed è lei il motivo del ritorno delle sorelle, che vedremo tutte insieme solo nei flashback d’infanzia. Le vite delle ragazze si sono separate, ma torneranno ad essere di nuovo insieme dopo svariate vicende, alternate da ricordi e salti temporali utili a contestualizzare le scelte che faranno, prima di tornare finalmente a casa. Ognuna riuscirà a realizzare il suo sogno ed ad essere finalmente felice, compresa Jo che troverà anche l’amore. dire “come vorrei essere ricca” quasi a ripetizione, ma le sue scelte la portano poi a capire cosa conti davvero. Beth è la rappresentazione della timidezza, paralizzante in modo esagerato. Nelle scene d’infanzia è sempre dietro alla madre o alle sorelle nascondendosi da chi non conosce. Riesce ad aprirsi con i Laurence, soprattutto con il nonno, instaurando un rapporto speciale, ma purtroppo poco approfondito nel film. Amy vuole essere la migliore, è competitiva e si mette sempre in confronto con le sorelle, ma si realizza solo quando finalmente Laurie la sceglie. Lui dal canto suo è indisciplinato e, soprattutto dopo il rifiuto di Jo, si lascia andare ad un lato oscuro di depressione e fallimento, finché anche lui scopre di poter amare di nuovo e di essere ricambiato. Le emozioni si percepiscono in piccoli atteggiamenti, ma si rendono evidenti durante le discussioni, in un susseguirsi di scene allegre e tristi. Il legante del film è l’amore. Jo respinge Laurie in «Piccole Donne» Un momento veramente credibile e sofferto è la dichiarazione di Laurie a Jo. La complicità dei due attori è incredibile, una delle scene migliori del film. In questo tripudio di rabbia e tristezza, i due si muovono e si inseguono come se stessero ballando, mentre la telecamera li segue e gli gira intorno sulla collina. Come non immedesimarsi in una discussione così, che potrebbe tranquillamente avvenire al giorno d’oggi tra due confusi amici. Un vero peccato per la storia d’amore di Jo con il Friedrich che poi sposerà, il quale è invece, reso un personaggio molto secondario e poco interessante per il pubblico. Le sue apparizioni sono sbrigative e inserite nella parte iniziale della pellicola, per poi scomparire totalmente e riapparire alla fine senza una reale motivazione. Una caratteristica del film è proprio la fluidità delle conversazioni e dei movimenti degli attori, che spesso si trovano tutti insieme sul set. Rendere scene affollate in modo ordinato, fluido e comprensibile è sicuramente una dote della regista. Non ci sono momenti di silenzio, ma tutti recitano la loro parte, quasi come se si sovrapponessero, mentre invece è tutto studiato nei particolari per fare in modo che la scena sembri più realistica possibile. Come nella vita reale se in una stanza ci sono più persone queste parlano tutte insieme, senza aspettare il proprio turno. Nel film si susseguono scene caotiche, soprattutto durante i flashback, quando molto spesso si trovano tutte le March insieme e tra urla e dispetti sono perfettamente bilanciate. A rendere ancora di più la differenza tra passato e presente ci pensano i colori e la luce. In tutte le scene del presente quest’ultima è fredda e bianca, i colori si fanno più spenti accompagnando l’avanzamento della malattia. Tutto diventa quasi monotono, quasi bianco e nero, a enfatizzare la sofferenza e la difficoltà dell’età adulta. Un set grigio in cui si nota davvero il contrasto è il momento in cui Jo e Beth sono sulla spiaggia, anche la loro pelle sembra ingrigita, i rossi capelli di Beth perdono saturazione e si capisce che ormai è alla fine. Stessa situazione si verifica con le scene scure, che esaltano le difficoltà e momenti di riflessione. Quando, invece, ci troviamo nel passato le scene sono illuminate e colorate. La luce è sempre calda e i i vestiti e i particolari delle giovani sono vividi e allegri, anche nei momenti di malinconia. Il film è piacevole e scorrevole, le scenografie e i costumi sono ricercati e perfetti. La regista fa, inoltre, molta attenzione ai colori abbinati ai personaggi, assegnandone uno ad ognuno in modo che li rappresenti. La madre indossa tutti i colori delle quattro figlie insieme. Questa attenzione ai particolari rende le scene ricche si significato implicito e l’uso della luce, dei colori e delle riprese così elaborate rende il film pieno e completo. Il racconto di «Piccole Donne», intramontabile emblema del passaggio dalla giovane età a quella adulta, rimane in qualsiasi sua declinazione un capolavoro del suo genere e una rappresentazione sempre moderna della vita di qualsiasi donna, ma non solo. Considerarlo un racconto rosa non sarebbe corretto, perché tocca temi importanti che non sono distinguibili solo per genere. L’indipendenza, il legame con la famiglia, le difficoltà economiche e di salute e la ricerca del proprio posto nel mondo sono elementi in cui si può identificare chiunque. Inoltre, vuole portare con se tanti insegnamenti, ma il più importante è quello dell’amore per il prossimo, atteggiamento che la società moderna sta decisamente perdendo. Fare del bene e arrendersi all’amore è l’unica cosa che porta davvero alla felicità. Jo potrebbe essere considerata un’eroina dei nostri giorni, che mette da parte i sentimenti per la brama del successo, ma rimanendo sola e infelice, finché non decide di amare. Il nuovo adattamento rende possibile la fruizione anche alle nuove generazioni grazie al cinema e soprattutto alle piattaforme online, come Prime Video. L’interpretazione dei personaggi da parte di giovani attori molto seguiti e ammirati, stuzzica la curiosità dei giovani che magari di «Piccole Donne”» non hanno mai sentito parlare e che finalmente hanno la possibilità di conoscere.
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