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Recensione Il diritto di contare, Guide, Progetti e Ricerche di Storia E Critica Del Cinema

Recensione biopic del film Il diritto di contare, esercitazione in classe

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2020/2021

Caricato il 13/02/2023

alyssa-manca
alyssa-manca 🇮🇹

4.7

(11)

20 documenti

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Scarica Recensione Il diritto di contare e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! Articolo di critica cinematografica quotidianistica sul film “Il Diritto di Contare” per il giornale “La Stampa”. Il diritto di contare è un film del 2016, diretto da Theodore Melfi, con Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monàe. Si tratta della vera storia di Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre scienziate afro-americane che hanno rivoluzionato gli studi alla NASA. Il film ha ottenuto tre candidature a Premi Oscar, tre candidature a Golden Globes e una candidatura a BAFTA. Nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette alle persone di colore di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d'attesa, bus sono rigorosamente separati. La NASA non fa eccezione. Le persone di colore hanno i loro bagni, relegati in un'aerea dell'edificio lontano da tutto, bevono il loro caffè e sono considerati una forza lavoro flessibile di cui disporre a piacimento. Reclutate dalla prestigiosa istituzione, queste tre amiche sono le brillanti menti che permettono alla NASA di inviare prima un uomo in orbita, John Glenn, e poi sulla Luna, Neil Armstrong. Si battono contro le discriminazioni (sono donne e sono di colore), imponendosi poco a poco sull'arroganza di colleghi e superiori. Finiscono per abbattere le barriere razziali con grazia e competenza, e gli sforzi fatti per rispettare le regole e stare al passo con l’immenso carico di lavoro ripagano le tre protagoniste, che hanno la possibilità di ricoprire ruoli di maggiore importanza. Mary riesce a diventare il primo ingegnere donna di colore presso la NASA, Dorothy diventa supervisore del Dipartimento di programmazione del calcolatore IBM e a Katherine viene affidato il compito di calcolare le coordinate di atterraggio della navicella Friendship 7. È Katherine ad innescare il cambiamento: Al Harrison, interpretato da Kevin Costner, si rende conto delle sue capacità e di quanto sia prezioso il suo aiuto. Abolisce quindi la segregazione razziale all’interno del centro ricerca sotto la sua direzione. La particolarità di questo film è che, pur essendo ispirato alla lotta per i diritti civili, non ritrae gesti clamorosi ed eroici, ma tratta di persone che riescono a farsi strada grazie alle proprie armi, nello specifico quelle della mente. Le barriere sembrano sgretolarsi, lasciando spazio alla capacità senza sovrastrutture, “essere” e “contare” per il proprio operato e non per il proprio aspetto. Il diritto di contare è sicuramente un film dal grande carattere, con un’anima libera e a volte leggera che apre una finestra sulla riflessione di ciò che è stato, rinnovando l’invito di “essere” senza paura e di realizzarsi a dispetto di tutte le condizioni sfavorevoli, perché la volontà avrà la meglio sul resto. Si tratta di una visione seria ma leggera, dalla vena ironica (il classico “si ride per non piangere”) che coinvolge e che ci fa entrare nel mondo di una donna afroamericana negli anni Sessanta. La storia ha spesso posto in primo piano la figura maschile come emblema del progresso e dell’evoluzione, sottovalutando così il ruolo delle donne, che ancora oggi faticano a vedere riconosciuto il proprio lavoro. È un film che fa pensare per tutta la durata e che fa sentire in colpa, perché dagli anni Sessanta ad oggi la situazione non è cambiata più di tanto. Non riprende soltanto la tematica
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