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Recensione Io nn ho paura, Sintesi del corso di Lingua Italiana

Recensione Io non ho paura

Tipologia: Sintesi del corso

2011/2012

Caricato il 24/05/2012

kinder
kinder 🇮🇹

4.4

(11)

8 documenti

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Scarica Recensione Io nn ho paura e più Sintesi del corso in PDF di Lingua Italiana solo su Docsity! Relazione del libro: “Io non ho paura” Autore: Niccolò Ammaniti Editore: Einaudi Scuola Il libro “Io non ho paura”, letto durante il primo quadrimestre, narra la storia di Michele Amitrano, un bambino di nove anni che vive nel piccolo paese di Acqua Traverse: un minuscolo e arido borgo rurale in Sicilia. E’ proprio qui che tutta la vicenda si sviluppa. Michele e la sua allegra banda di amici, per sfuggire alla noia di una monotona mattina d’estate decidono di salire sulla collina più alta che si staglia all’orizzonte. E’ così che iniziano una gara in sella alle loro biciclette: l’ultimo che arriva paga pegno. Michele durante il tragitto si ferma ad aiutare la sorellina ferita e arriva ultimo. Insieme gli amici decidono che il pegno da pagare sia entrare nel casolare abbandonato trovato lì vicino. Michele senza timore fa ciò che gli viene chiesto, ma in un pozzo adiacente il rudere trova qualcosa di sconvolgente: un bambino che sembra morto vi è tenuto prigioniero. Spaventato scappa via. Non dice nulla né alla sorella né agli amici. A casa lo attendono i genitori. Il padre è appena tornato da un’assenza prolungata dovuta al lavoro e come sempre ha con sé dei regali pei i suoi due figli. Michele è felice, ma nei giorni successivi il pensiero di ciò che ha intravisto al pozzo lo tormenta. Decide, così, di tornarci e quando gli appare l’immagine quasi spettrale di un bambino sporco e macilento, fugge via inorridito. La curiosità, però, è troppo forte. Michele tornerà ancora molte volte al pozzo per accudire, dare da mangiare e ascoltare Filippo, nome del ragazzino. Il povero Michele scoprirà, in seguito, che Filippo è vittima di un rapimento e che suo padre è coinvolto nel sequestro. Una sera Michele capisce che i rapitori, messi alle strette dalla legge, si apprestano ad uccidere il bambino: scappa di casa, trova l’amico e lo aiuta a fuggire. Nella fuga, però, il padre di Michele colpisce suo figlio con un colpo di pistola destinato a Filippo. Michele giace gravemente ferito nelle braccia di suo padre, ormai incurante dell’arrivo dei carabinieri. La storia, come già detto, è tutta ambientata nel piccolo paese di Acqua Traverse composto da quattro casette e una villa di campagna immerse nel grano, abitazioni dei personaggi del racconto, unici abitanti del borgo. Quest’ultimo, piccola fazione di Lucignano, circondato da colline, ci viene descritto dal protagonista del racconto come un posto fuori dal tempo e isolato dal resto del mondo. Gli adulti non escono mai di casa, tutti si conoscono e tutti sanno ciò che accade agli altri. Insomma, il paese ci viene presentato come il simbolo dell’ignoranza, dell’arretratezza e dell’omertà. Il racconto si svolge nell’aridissima estate del 1978, una delle più calde del secolo. Il calore diventa parte integrante della narrazione, tanto che sembra quasi di poter avvertire l’afa e il tormento dei personaggi atterriti nelle loro notti insonni da quell’insopportabile arsura. Il romanzo abbraccia, quindi, un periodo di alcuni mesi in cui Michele e Filippo stringono e consolidano la loro amicizia. Anche il tempo in cui è stato ambientato tende a renderci partecipi alla narrazione catapultandoci in quegli anni bui per l’Italia, terrorizzata dall’avvento delle Brigate Rosse e l’omicidio di Aldo Moro, citato nel racconto. Protagonista del romanzo è Michele Amitrano, un bambino coraggioso e che ormai si avvia a diventare un adulto. Michele corrisponde proprio al narratore, a colui che in prima persona riporta i fatti, commentandoli e lasciando trasparire un’immagine di sé responsabile e profonda. Il ragazzo nel corso della storia svolgerà un doloroso percorso di crescita. Si scorgono, però, in Michele ancora i tratti tipici di un bambino ingenuo e buono, desideroso delle attenzioni dei genitori e di un mondo privo d’ingiustizie. Filippo, invece, è il povero bambino rapito e reso prigioniero in uno stato davvero pietoso. Egli è tenuto legato in fondo ad un pozzo, alimentato e lavato alla bell’e meglio, farfuglia parole disconnesse e sembra alternare momenti di lucidità a momenti di pura follia, in cui la realtà distorta a cui è costretto emerge in tutta la sua drammaticità. Altri personaggi fondamentali per il racconto sono gli amici del protagonista. Tra tutti spicca Salvatore, il migliore amico di Michele, minimamente più piccolo di lui, ma più sveglio e intelligente di tutti. Michele ce lo descrive come schivo e solitario, ma assennato e deciso. Tradirà
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