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recensione libro "La Frontiera" - A. Leogrande, Sintesi del corso di Pedagogia

recensione libro "La frontiera" di A. Leogrande per il corso di pedagogia interculturale

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 14/01/2021

Dharma18
Dharma18 🇮🇹

5

(4)

4 documenti

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Scarica recensione libro "La Frontiera" - A. Leogrande e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! “LA FRONTIERA” di A. Leogrande, Feltrinelli, 2015 Alessandro Leogrande, scrittore, giornalista e filosofo, è nato a Taranto nel 1977 e deceduto a Roma nel 2017, città nella quale visse dal 1996. E' stato vicedirettore, per dieci anni, del mensile “Lo straniero”, rivista diretta da Goffredo Fofi. Ha collaborato con il “Corriere del Mezzogiorno” (curatore dell'inserto “Fuoribordo”), il “Riformista”, “il Manifesto”, “l'Unità”, “Saturno” (inserto culturale del “il Fatto Quotidiano); ha inoltre condotto trasmissioni per Rai Radio Tre e Radio Svizzera Italiana. Ha iniziato la sua carriera con il reportage narrativo “Un mare nascosto” (L'ancora del Mediterraneo, 2000), dedicato alla sua città. La sua produzione di scritti e lavori giornalistici sull'indagine delle nuove mafie, sui movimenti di protesta, sullo sfruttamento dei braccianti stranieri è stata continua e intesta; tra cui “Nel paese dei viceré. L'Italia tra pace e guerra” (L'ancora del Mediterraneo, 2006), “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del sud, 2008” dedicato al primo processo contro la schiavitù dei lavoratori nei campi pugliesi, “Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali, 2010”. Si è occupato inoltre dei flussi migratori dai Balcani e dall'Africa in diverse opere tra cui: “Il Naufragio. Morte nel Mediterraneo, 2011” sulla tragedia dell'immigrazione albanese davanti alla costa pugliese a bordo della Katër i Radës nel 1997; “La Frontiera, 2015”. La Frontiera è un libro in cui l'autore affronta il tema delle migrazioni attraverso il racconto di diverse storie che catturano e aiutano il lettore ad avvicinarsi a questo tema che sembra rimanere distante da noi, quando invece è ben più vicino di quanto pensassimo. Il testo riporta le esperienze e i pensieri delle persone che decidono di partire per un viaggio che non ha certezze, pieno di pericoli, paure e speranze. L'autore riporta l'operazione Mare nostrum cioè la missione di salvataggio in mare dei migranti che cercavano di attraversare il Canale di Sicilia dalle coste libiche al territorio italiano e maltese, attuata dal 18 ottobre 2013 al 31 ottobre 2014; il problema dei trafficanti e dei baby-scafisti, oltre alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa. Riporta diverse storie di naufragi: quello del 6 maggio 2011 avvenuto davanti alle coste della Libia nel quale morirono 650 persone su 750 fuggite dalla guerra contro Gheddafi che si ripercuoteva su chi era, non era libico e poteva essere scambiato per un mercenario. Quello del 3 ottobre 2013 nel quale morirono 366 persone stremate dopo un viaggio durato mesi, attraverso incidenti, assenza di acqua e cibo, segregazioni, sevizie; a bordo del peschereccio vi erano quintali di gasolio che rovesciandosi in mare ha creato un lago d'olio impregnando ogni cosa oltre al fatto che il suo odore ha stordito i naufraghi a causa del suo odore acre. Morirono così, affogati, risucchiati dal vortice che l'imbarcazione ha provocato ribaltandosi, alcuni provarono ad allontanarsi a nuoto, ma nella maggior parte dei casi non riuscirono a raggiungere la costa. Le uniche persone sopravvissute, ricordano in particolare il nome di un pescatore che è riuscito a salvare qualche vita. L'autore ricostruisce la situazione eritrea, popolo sotto il controllo di una dittatura spietata che favorisce la migrazione forzata degli eritrei costretti a continui abusi e torture; l'unico modo per salvarsi è pagare cifre altissime per il riscatto. Ci racconta inoltre l'altra frontiera, quella greca, quella di Alba dorata e di Patrasso e poi quella dei Balcani. Infine introduce il tema di una Libia esplosa e devastata, porta il lettore dentro i Cie italiani e i loro soprusi. Tra i vari racconti che l'autore tratta, quello che mi ha colpito è quello di Syoum, un eritreo che vive in Italia fin da quando era bambino, figlio di un'altra ondata migratoria, avvenuta negli anni settanta del secolo scorso. Syoum non è il suo vero nome, non vuole che si sappia poiché ha paura di subire ritorsioni da parte del regime che governa l'Eritrea e dei suoi delegati in Italia. Per la generazione di Syoum, il grande naufragio del 3 ottobre 2013 è stato un segnale forte; è stata
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