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recensione libro Siate materialisti di Ingrid Paoletti, Dispense di Storia del Design

analisi e critica del libro Siate materialisti di Ingrid Paoletti

Tipologia: Dispense

2021/2022

Caricato il 28/12/2022

Matidera
Matidera 🇮🇹

4.3

(4)

7 documenti

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Scarica recensione libro Siate materialisti di Ingrid Paoletti e più Dispense in PDF di Storia del Design solo su Docsity! Università IUAV di Venezia Corso di laurea magistrale in design degli interni Critica del design contemporaneo aa 2022/2023 Matilde De Raffaele, matricola 299511 Paoletti, Ingrid. 2021. Siate materialisti!. Milano: Einaudi.) Analisi: Gli studi sulla materia hanno origini molto antiche e non hanno mai perso fascino. Nel laboratorio al Politecnico di Milano, denominato Material Balance, si occupano dello studio della materia e dei materiali, cercando di capire quali possano essere gli aspetti di interesse per il cambiamento della società. Questo aspetto dell’impatto sociale è quello che la rende ricca di attrazione, fascino. Mentre, in passato, la materia, soprattutto per il mondo occidentale, è sempre stata concepita come detentrice di un ruolo primario e primordiale, in quanto considerata come sostanza originaria su cui tutto si sorreggeva, oggi, ci ritroviamo in un tempo in cui questa definizione non calza più bene. Un Genius materialis – ossia la caratteristica precipua di un periodo storico rispetto alla materialità – che si incrocia con una nuova consapevolezza dettata dalle minacce incombenti del cambiamento climatico e dal rischio di perdita della biodiversità del nostro pianeta. Il progresso, per quanto abbia portato all’ottenimento di risultati importanti, ci ha anche catapultato in un mondo dove i nuovi metodi digitali sbiadiscono la percezione del reale ridefinendo le categorie di oggettività e soggettività. L’avvento del digitale ha fatto sì che la materia passasse in secondo piano, in quanto non visibile, quindi considerata immateriale. Oggi tuttavia, ci si sta iniziando a rendere conto che il digitale ha penetrato il terreno con le sue radici, in quanto dietro all’invisibile si cela un alter ego cannibale dovuto alle infinte possibilità di riutilizzo dei dati digitali che consumano continuamente risorse fisiche. Un esempio di quanto detto, riportato anche nel libro, riguarda le numerose e-mail che l’autrice riceve giornalmente. Infatti, secondo Mike Berners-Lee ogni messaggio di posta elettronica lascia un’impronta di carbonio da 0,3 a 50 g di anidride carbonica equivalente. “ Basti pensare che io ricevo mediamente 300 emails al giorno per un totale di oltre 3000 g di CO2, cioè 1,2 tonnellate all’anno che moltiplicate per il numero di persone nel mondo ci fa capire quanto una semplice e-mail può essere causa di problemi per il nostro ambiente già in difficoltà.” Credo dunque che le radici materiali siano semplicemente troppo invisibili ai nostri occhi. Ingrid Paoletti ritiene che una nuova forma di materialismo passi attraverso la creazione di abitudini, piccoli gesti individuali che stimolano e diventano gesto collettivo. L’essere umano, infatti, si comporta secondo l’immagine che ha di sé stesso e, quindi, per cambiare le proprie abitudini deve modificare l’immagine che ha di sé attraverso nuovi modi di pensare, agire, progettare sviluppando una nuova cultura materiale. Una cultura materiale responsabile. Una volta che qualcosa entra nella nostra cultura materiale responsabile non più un prodotto/oggetto qualunque da consumare e abbandonare ma diventa qualcosa di rappresentativo. Quindi, in quanto tale, viene investito di una sacralità laica che rappresenta i valori e la visione del mondo che mettiamo nei nostri rituali, negli oggetti, in tutto ciò che ci circonda, cioè un valore positivo da salvaguardare, di cui prendersi cura e tramandare, come se questo fosse un artefatto, un cimelio vintage, un qualcosa che non vediamo più come qualcosa di passato, da gettare ma come qualcosa da conservare, per
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