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Recensione Mattatoio n.5, Appunti di Letteratura Americana

Recensione del famoso libro di Kurt Vonnegut "Mattatoio n.5" (Slaughterhouse-Five)

Tipologia: Appunti

2015/2016

Caricato il 19/08/2016

maria_rita_d_aviera
maria_rita_d_aviera 🇮🇹

4.3

(9)

5 documenti

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Scarica Recensione Mattatoio n.5 e più Appunti in PDF di Letteratura Americana solo su Docsity! RECENSIONE “MATTATOIO N.5” “Mattatoio n. 5” è un romanzo scritto da Kurt Vonnegut nel 1969. Ricorda, con una storia fantascientifica il bombardamento di Dresda durante la seconda guerra mondiale, quando l’autore fu fatto prigioniero dai tedeschi. Il sottotitolo del libro è “La crociata dei bambini”, espressione che viene usata nel romanzo, in una frase di un vecchio colonnello, per mettere in evidenza la giovane età dei soldati massacrati: appunto poco più che ragazzini. La stesura è in terza persona, ma l’autore emerge in alcuni momenti dalle pagine, identificandosi con un personaggio presente alla scena. La trama è articolata in modo da assecondare l’andamento della vita del protagonista, Billy Pilgrim, che viaggia nel tempo diverse volte, rivelando momenti del suo passato in ordine sparso. Di lui ci viene detto che ha un disturbo singolare: “ogni tanto, senza alcuna ragione apparente, si metteva a piangere”. A complicare ulteriormente la vita di Billy, facendola decisamente cadere nell’avventura fantascientifica, è una permanenza sul pianeta Tralfamadore, dove l’hanno portato gli abitanti di quel pianeta per mostrarlo in uno zoo, dove Billy apprende e fa suo il concetto tralfamadoriano di “tempo”, che coincide con lo sviluppo particolare della trama. Questa popolazione infatti non percepisce il tempo in modo lineare, con una sequenza di momenti che giungono uno dopo l’altro e non possono essere ripetuti, ma, essendo loro proprio l’uso della quarta dimensione, lo concepiscono come una larga veduta, di cui hanno la visione d’insieme. Per questo sul loro pianeta nessuno si rammarica della morte dei propri cari, perché sanno che insieme al momento della morte delle persone esistono i momenti in cui esse sono state in vita, e possono spaziare da un momento all’altro senza problemi. Sarebbe questo che accade al protagonista del libro: saltare da un momento all’altro della propria vita, fino a vivere diverse volte il giorno della propria morte, di cui ormai non si preoccupa più di tanto appunto perché è un momento come tanti altri nella storia della sua vita. Billy è un americano che viene fatto prigioniero dai tedeschi, insieme al personaggio dell’autore, che riveste un ruolo marginale nello svolgersi del romanzo. Nel primo capitolo però si trova una sorta di introduzione alla storia di Billy, la narrazione della decisione di scrivere il romanzo e della richiesta di aiuto ad un vecchio commilitone da parte dell’autore, e questa, insieme al capitolo dieci, e l’unica parte del libro scritta in prima persona. Billy è un ottico, nato a Ilium nel 1922. Non è una persona brillante, viene definito dall’autore non molto sveglio, ma la sua non è una vita mediocre. Dopo che viene fatto prigioniero dai tedeschi (e portato nel mattatoio n.5, rimasto vuoto), e liberato nel 1945, si iscrive all’università di optometria, e si fidanza con la figlia del fondatore, per la sua ricchezza e non perché la ama, anzi “Billy non voleva sposare la brutta Valencia. Si era accorto che stava impazzendo quando si era sorpreso a chiederle di sposarlo…”. Dopo aver affrontato un lieve esaurimento nervoso, sposa la fidanzata e da lei ha due figli. Purtroppo sua moglie muore per avvelenamento da ossido di carbonio mentre lui è ricoverato in ospedale dopo essere sopravvissuto ad un incidente aereo. Ma poi Billy partecipa ad un programma radiofonico dove parla della sua esperienza su Tralfamadore, dove ha avuto un figlio con una nota attrice prelevata anche lei dalla Terra, e i figli lo prendono per pazzo. E sparsi in giro per il libro, spezzoni della tragedia di Dresda, descritti da quello che è il punto di vista di Billy, poco brillante e poco sveglio, ma che proprio per la loro apatia, descrivono in modo semplice e crudo la strage. Il protagonista paragona la città distrutta ad un paesaggio lunare, fatto solo di sassi e di polvere e di morti da tirare fuori dalle macerie. Nel romanzo ci sono molte citazioni, richiami, rimandi, ci sono elementi che si ripetono, come la scritta appesa al muro dell’ufficio di Billy, che è la stessa incisa sul ciondolo dell’attrice che incontra nella zoo su Tralfamadore: “Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza di comprendere sempre la differenza”. Questa frase può descrivere l’intera situazione descritta nel romanzo: il fatto di poter rivivere i vari
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