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recensione sul film Angoscia, Tesine universitarie di Storia E Critica Del Cinema

analisi e critica del film Gaslight

Tipologia: Tesine universitarie

2018/2019

Caricato il 12/02/2019

Antonellapas
Antonellapas 🇮🇹

4

(1)

7 documenti

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Scarica recensione sul film Angoscia e più Tesine universitarie in PDF di Storia E Critica Del Cinema solo su Docsity! MGHS MELODRAMA\ È DAME MAY W/HITTY ANGELA LANSBURY BARBARA EVEREST GASLIGHT Gaslight di George Cukor è un inquietante thriller psicologico sul controllo e la manipolazione di un marito nei confronti della sua donna.  La bellissima e giovane Paula Alquist (Ingrid Bergman) è devastata dal macabro omicidio di sua zia Alice, una famosa cantante d'opera che aveva allevato Paula orfana dei suoi genitori.  Scioccata e ferita, Paula lascia la casa di Londra dove è cresciuta per dirigersi in Italia e studiare musica come sua zia.  Ben presto trova la felicità tra le braccia dell'incantevole pianista Gregory Anton (Charles Boyer), e la coppia si sposa decidendo in seguito di tornare a vivere nella casa in cui è stata uccisa Alice.  Paula è convinta che con il suo nuovo marito possa finalmente dimenticare gli orrori del passato e creare una nuova vita. Tuttavia, una volta arrivati, il contegno di Gregory cambia quasi all’istante cominciando ad assumere un controllo sempre più serrato sulla vita di Paula Il film pone il suo pubblico in una situazione analoga a quella di Paula, intrappolata e manipolata dall’arrogante Gregory tanto da rendere il suo metodico esercizio di controllo su Paula esasperante ed incalzante. Il personaggio di Gregory si mostra al pubblico come sinistro ed inquietante, con la sua rigida formalità che di rado si rompe, svelando il mostro che si cela sotto la facciata.  Non è mai in dubbio per il pubblico cosa sta realmente succedendo: Gregory è il colpevole dell’omicidio di Alice, e si rende abile manipolatore della nipote, soggiogandola al suo potere per un suo oscuro scopo, rubare i gioielli della zia Alice. Gaslight è una forma di tortura cinematografica estremamente raffinata che osserva la disintegrazione mentale di Paula e, per tutto il tempo, il pubblico sa esattamente cosa sta realmente accadendo. La suspense nel film non nasce da alcun mistero nella trama, ma dalla semplice tensione nello stomaco e dalla protagonista che appare via via più confusa e disorientata. Paula resta, per quasi tutto il film, la donna indifesa, debole e facilmente controllabile che sembra essere fin dall’inizio ma sarà il deus ex machina, l'ispettore assistente di Scotland Yard Brian Cameron (Joseph Cotten), a scuotere finalmente Paula dal suo torpore. A discapito del ruolo di eroe di Paula ,Cameron è goffamente inserito nella trama, semplicemente apparendo a intervalli e spiando fuori dalla casa la coppia, guidato solo da una vaga intuizione. Il suo ruolo nel film nega anche al pubblico la soddisfazione di una risoluzione più femminista: Paula che lotta per se stessa, riscattandosi.  Tuttavia, nonostante il ruolo di Cameron nell'innescare il recupero tardivo della sua identità e della sua forza, Ingrid Bergman fornisce una profonda e soddisfacente resa dei conti tra Paula ed il suo carnefice. Prima di venir trascinato fuori dalla polizia, Gregory viene mostrato a Paula agganciato e legato a una sedia e le loro posizioni sono finalmente invertite, con Gregory decisamente impotente di fronte ad una donna nuova e consapevole. Fedele alla sua psiche, cerca di manipolarla un’ultima volta per liberarlo scoprendo di aver definitivamente perso la presa su di lei.   Cukor attira l'attenzione sull'atmosfera e l'ambientazione del film, catturando alla perfezione una visione del periodo londinese: luci a gas tremolanti, strade nebbiose, strade striate dalla pioggia, ombre vellutate avvolte su ogni superficie.   Cukor sottolinea spesso la sua attrice principale in primo piano indugiando su scatti quasi silenziosi di lei semplicemente guardandosi intorno. La regia è in sintonia con le sfumature della sua esibizione, il movimento dei suoi occhi, il modo in cui lei tiene il suo viso, i sottili tocchi con cui affina il suo carattere e rende palpabile la sua sofferenza.  Sempre ammaliante la maestria registica di Cukor nell’attenta direzione dei personaggi, che si manifesta in primo luogo valorizzando le prestazioni con intensi primi piani. In seconda analisi, è poi evidente l’accurata mobilità della macchina da presa in un ambiente reso ristretto ed opprimente da un arredamento carico di ogni genere di soprammobili , funzionale nel rendere l’atmosfera opprimente e quasi claustrofobica.
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