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RECENSIONE ZOOTROPOLIS, Appunti di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

RIASSUNTO DELLA TRAMA E RIFLESSIONE SULL'ASPETTO INTERCULTURALE E DISCRIMINATORIO

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/10/2023

paola-colombo-8
paola-colombo-8 🇮🇹

5

(3)

8 documenti

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Scarica RECENSIONE ZOOTROPOLIS e più Appunti in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! Zootropolis Il film è ambientato a ZOOTROPIA: luogo dove tutto è possibile, ovvero il mondo dell'immaginazione, della fantasia, dei sogni che l'animazione in quanto mezzo espressivo può rendere alla perfezione. Ognuno può essere ciò che vuole. La protagonista Judy è una innocente coniglietta che non vuole sottostare ai vincoli imposti dalla natura e sogna, sin da determinata cucciola, di fare la poliziotta, ma dovrà imporsi nei confronti di colleghi ben più imponenti di lei, dal Capitano Bogo, che è un bufalo, a rinoceronti ed elefanti. Accanto a lei c'è una volpe, Nick, che porta avanti i suoi furbi traffici; e c'è il sindaco Leone, la sua assistente pecorella Bellwether, la famiglia di lontre Otterson, il toporagno mafioso Mr. Big e la sua figlioletta Fru Fru... e il bradipo Flas. La stessa cura dedicata all'ideazione e realizzazione del campionario di animali animati che dà vita a Zootropolis è data alla città stessa che li ospita, che è una protagonista a sua volta e che dà il titolo al film. Un universo altrettanto eterogeneo, composto da quartieri che spaziano dal classico look metropolitano alla foresta pluviale, dal deserto al polo, per riprodurre un ecosistema in cui ogni specie possa vivere secondo le proprie necessità e abitudini e che la trascinante sequenza dell'arrivo di Judy in treno in città non fa che sottolineare. Un mondo in cui "ognuno può essere ciò che vuole" e in cui la convivenza è cercata e voluta fortemente. Zootropolis è una metropoli che richiama il nostro mondo, si rende riconoscibile a tutti. L'utopia della convivenza  Il riferimento al nostro mondo non si limita a quelli legati alla cultura pop, ma anche ai temi che il film porta avanti. Ce lo fa capire lo stesso titolo originale, Zootopia, che richiama l'utopia alla base della città, un luogo in cui si cerca una convivenza che non sarà mai del tutto possibile. Il nuovo film affronta temi importanti come quelli dell'accettazione e integrazione, di una discriminazione che in un mondo co-abitato da teneri coniglietti e minacciosi lupi non può essere semplice. Tema importante che si affianca ad un altro attualissimo, ovvero quello relativo alla necessità di non cedere alla paura, di vivere la propria vita senza lasciarsi scoraggiare dalle avversità e dai soprusi, con determinazione e la speranza che, come in Zootropolis, ognuno possa aspirare a diventare ciò che desidera maggiormente. Non rinnega nemmeno per un secondo il sogno, la forza dell'etica e della positività, la fede nei propri ideali di giustizia e la ricerca della felicità, ma li colloca in alto, molto in alto, in cima a una montagna di difficoltà concrete. Tutta da scalare, senza più fate, principi azzurri o certezze incontrovertibili. Lo urla anche il bufalo-capitano a Judy: questa non è una favola, questa è la realtà, cosa credevi? La forza del copione non sta nel condurre lo spettatore in un percorso di semplicistica accettazione del diverso. La storia procede in senso inverso, partendo da una convivenza apparentemente idilliaca tra animali prede e predatori, demolendola via via e infine recuperandola come conquista né facile né definitiva, bensì quotidiana. E' proprio impossibile, guardando Zootropolis, non pensare a tolleranza, convivenza multietnica, strategie della paura, femminismo, evoluzione dell'individuo e della società. Bisogna fare tuttavia attenzione a non strafare: con il suo sorriso luminoso e con tempi di lavorazione di tre anni e più, Zootropolis non potrebbe mai ammiccare a tristi recenti traumi collettivi, men che meno a polemiche più scottanti sul rapporto tra legge e natura. Se però un adulto non riesce a controllarsi e riempie le metafore aperte di Zootropolis con le proprie paure, i propri sogni e le proprie ideologie, questo avviene perché Judy e Nick non sono solo una coniglietta e una volpe caricaturali. Sono persone vere, come maledettamente reali sono le scene che li vedono raccontare seminali esperienze d'infanzia o cercare, teneri con le loro umanissime e contagiose lacrime, di venire a capo delle dinamiche di una società. "La vita è complicata", concluderà Judy: Zootropolis non vuol dire a noi o ai nostri figli cosa o come pensare, vuole soltanto ricordarci l'importanza di farlo.
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