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Relazione e apprendimento nel gruppo classe, Sintesi del corso di Scienze dell'educazione

Scienze della formazione primaria

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Letizia.losi
Letizia.losi 🇮🇹

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Scarica Relazione e apprendimento nel gruppo classe e più Sintesi del corso in PDF di Scienze dell'educazione solo su Docsity! Relazione e apprendimento nel gruppo classe 1. La formazione tra pedagogia e didattica 1.1 Caratteristiche e aspetti dell’accesso alla conoscenza della società complessa La società e l’economia sono basate sulla conoscenza, il che comporta dei cambiamenti nei modelli di apprendimento. La trasformazione rapidissima della società richiede agli individui di adattarsi velocemente, talvolta però si riscontra nei soggetti (analfabetismo funzionale) una deprivazione culturale, che gli rende difficile l’inserimento nelle reti delle società avanzate. La pedagogia deve farsi carico del problema e rendere gli individui capaci di organizzare al meglio la propria conoscenza. La learning society (società della conoscenza): - La qualità della formazione = qualità di vita (dell’intero paese) - L’educazione = attività fondamentale perchè la società raggiunga gli obiettivi - L’apprendimento permette di esercitare consapevolmente la propria cittadinanza, e di non lasciarsi uniformare. L’obiettivo dell’istruzione è garantire un accesso universale e permanente all’istruzione e alla formazione, per formare cittadini attivi e indipendenti. 1.2 La costruzione dei significati e delle appartenenze: la conoscenza fra cultura e contesti. Una società che ha come ideale il cambiamento avrà metodi di educazione diversi da quella conservazionista. Dewey: l’educazione deriva dalla partecipazione alla coscienza sociale (l’uomo deve inserirsi e trasformarla); l’educazione deve fornire al soggetto il patrimonio delle conoscenza, per avere coscienza critica del passato. Dewey: doppio aspetto dell’educazione • Individuale/ psicologico (dare agli alunni pieno possesso delle loro capacità) • Sociale/sociologico (fargli conoscere la società in cui vivono) La cultura (insieme di saperi, abilità, regole, valori trasmessi tra generazioni) vs le culture. Morin: Il principio dell’anello ricorsivo: è un anello generatore in cui i prodotti e gli effetti sono essi stessi produttori di ciò che li ha prodotti. Gli umani producono la società attraverso le loro interazioni, ma la società produce l’umanità degli individui attraverso il linguaggio e la cultura. Il contesto: sia come un quadro culturale nel quale avviene uno specifico evento e sia la sua interpretazione, resa possibile dallo stesso quadro. Il contesto: un processo di sviluppo e di apprendimento promosso dalle interazioni sociali che avvengono nei diversi contesti culturali. Per Cohen e Siegel nella quotidianità, nelle routine si esprime la natura sociale di un individuo intrecciato alla cultura, sono le coordinate di interpretazione dell’esperienza del soggetto! Gli artefatti: mediatori culturali creati da una cultura, che si trasmettono fra generazioni. (ci permettono di dare un significato ad un significante) Accumulazione di artefatti = linguaggio, l’artefatto più rilevante. Padroneggiare il linguaggio = possibilità di apprendimento. La cultura = sistema di artefatti che che mediano la nostra interazione col mondo. La mediazione culturale (data da un artefatto culturale) è quella che ci permette di capire e modificare l’interpretazione del mondo in cui viviamo. La socializzazione qui la intendono come: - Processo interattivo a due vie, tra società e nuovo membro (il nuovo membro ha un ruolo attivo per il cambiamento). - Un’attività di co-costruzione del mondo sociale che rende possibile l’appropriazione del patrimonio di una società. Nella scuola la didattica avviene il “trasloco della conoscenza” , trasferimento di cultura da un emittente ad un ricevente, ed ispira al diritto di tutti a mantenere viva l’istruzione tutta la vita e al diritto di tutti all’accesso a un sistema formativo. Ha anche il compito di trasformare in conoscenza i dati del mondo, la scuola diventa il luogo privilegiato per questo compito. Scuola=tanti strumenti=tante aree della conoscenza da poter sviluppare. Meglio una testa ben fatta che una ben piena. La didattica ha spostato l’attenzione dai CONTENUTI dell’insegnamento alle STRATEGIE didattiche e gestione della classe. (=programmazione didattica, curricoli e interdisciplinarietà) Il curricolo è la via di mezzo fra programma (documento nazionale) e programmazione (curata dalla scuola). Il rapporto tra insegnamento-apprendimento non è più visto come quello tra due soggetti, ma ci si rende conto che le modifiche sull’insegnamento possono determinare modifiche anche nell’apprendimento. La conoscenza comporta trasformazione della realtà sia del soggetto che apprende, sia nell’oggetto di apprendimento La conoscenza allora si caratterizza come ricerca, che però non ha come fine la verità, ma la funzionalità interpretativa, per questo l’educazione ha un ruolo di continua sfida! La puntuale definizione di contenuti, obiettivi e metodi di ogni disciplina serve a facilitare l’acquisizione, e fornisce agli studenti gli strumenti per padroneggiare i saperi e avere un atteggiamento flessibile aperto al cambiamento. Planning continuo, e bisogna convertire l’insegnamento (istruzione) in apprendimento (competenze) per poi avere processi si auto- apprendimento e auto-orientamento (aggiornamento di competenze già avute). Obiettivo della didattica: una formazione che dia competenze di base, significatice, sistematiche e capitalizzabili e rinnovabili. Goleman la definisce intelligenza emotiva. 1.5 Processi e pratiche di lavoro organizzato I processi educativi sono in forte relazione con le riforme sociali, e l’individuo dev’essere considerato come un nodo nella rete dei suoi gruppi d’appartenenza, non come indipendente. Di conseguenza anche l’organizzazione di un gruppo di lavoro o scolastico va impostata in questo modo. In quando gruppo, la classe elabora un proprio set-setting (un sistema di procedure e una cultura interna) che: - regola gli scambi e i comportamenti - rende possibile la costruzione dell’intervento formativo - influenza il mondo interno e la sua quotidianità Cognitivismo vs costruttivismo • Approccio Cognitivista: Concezione dell'uomo come elaboratore di informazioni e generatore di significati. L’uomo non è passivo nei confronti dell'ambiente ma partecipa alla costruzione della realtà. Analizza le “strutture mentali” che regolano il rapporto soggetto- ambiente. • Approccio costruttivista: Non esiste un modo reale preesistente e indipendente dall'osservatore, esistono piuttosto diverse “visioni” del mondo che dipendono dal punto di vista osservativo. Ogni percezione od operazione cognitiva, ogni giudizio non rispecchia semplicemente qualcosa, è una operazione procedurale, costruttiva, in cui l'osservatore è implicato in un processo autoreferenziale In questa direzione (costruttivista) la scuola educa alla “costruzione della propria coscienza” Cooperative Learning: Lavorare in gruppo aiuta ad esplicitare la propria coscenza, perchè richiede l’abilità di giustificare le proprie idee, fare un passo indietro per accettare quelle altrui, trovare dei compromessi. La società permette ad ogni individuo di esercitare e ricevere delle influenze, allo stesso modo la classe è un insieme di fenomeni e può considerarsi un sistema cognitivo. Nella classe attraverso il confronto, (Bruner) i membri possono negoziare il significato attribuito alle cose. (Sarebbe bene mettere a punto dei percorsi che valorizzino questo sistema così dinamico al suo interno). Sergiovanni parla di comunità (collegamento a Makarenko e i collettivi) Frabboni parla di gruppi flessibili (classe e interclasse) Attraverso la classe gli studenti interiorizzano gli alfabeti formativi di base della relazione e della conoscenza. Nella classe abbiamo una socializzazione costruita, convenuta dai membri. Le teorie sulla dinamica dei gruppi condividono questi principi (che vi stanno alla base): - la costante comunicazione fra membri rende possibile un apprendimento globale, una continua verifica dei risultati individuali. - Il lavoro di gruppo allena l’uso del linguaggio. L’insegnante in tutto ciò deve evitare le forme di autoritarismo e le rivalità. Vasques e Oury: il maestro è un membro del gruppo, la sua funzione è quella di scoprire le leggi che lo governano per poi gestire al meglio i reticoli strutturali. 2. Una trama e una storia di interazioni 1. La classe come ambiente per la costruzione sociale delle conoscenze. Anni 20 e 30: il ruolo (l’importanza) del sociale nello sviluppo cognitivo lo studiano principalmente: Mead (comportamentismo ) e Vygotskij (scuola storico culturale russa): ma trovano resistenza nella cultura occidentale (innatismo). Anni 70: si sono finalmente affermate anche in Europa e hanno un riscontro nella teoria e nella pratica a scuola. -la collaborazione del gruppo incoraggia il pensiero creativo -bonus: gentilezza ed equità nelle relazioni sociali Olson e Gardner: si interrogano sulle possibilità che hanno gli insegnanti di creare le condizioni facilitanti affinché i bambini acquisiscano conoscenze nuove: -realizzare un'impalcatura di sostegno, supporto per gli allievi in difficoltà -stimolare e controllare il conflitto interno -organizzazione dell'ambiente e dei posti a sedere -condurre gli allievi a vedere gli elementi critici del compito, focalizzare la loro attenzione sul problema -svolgere un'attività di controllo/osservazione e di revisione finale -Bonus: tutoring Questo approccio richiede un clima nella classe democratico e collaborativo. 2.2 Autopercezione e rappresentazione sociale delle competenze. Nella classe gli allievi hanno modi differenti di percepire se stessi e questo incide sulla loro attività cognitiva e sul loro rendimento. L'auto percezione di sé determina la motivazione. Hanno molta importanza le attribuzioni causali, un metodo per valutare come le persone percepiscono il proprio comportamento e quello altrui. La teoria dell’attribuzione causale giustifica il nostro modo di spiegare il modo in cui si comportano le persone e gli eventi della vita. Tendiamo ad attribuire il comportamento degli altri a tre possibili cause: -dimensione di luogo di causalità, causa interna (personalità) o esterna (situazione). -dimensione di stabilità, la variabilità delle cause nel tempo -dimensione di controllabilità, la causa dipende da un controllo intenzionale e volontario, responsabilità personale Weiner ha identificato le tre rispettive conseguenze: -Reazioni affettive -Le aspettative di successo -Le relazioni interpersonali Teoria di Covington: la percezione delle proprie abilità costituisce il costrutto centrale: la percezione positiva è il principio organizzatore che determina il senso di stima personale. Il soggetto tende a massimizzare le occasioni di successo e a dissociarsi dalle situazioni fallimentari. Elliott e Dweck: i processi di autopercezione fanno parte del processo della motivazione scolastica, infatti è dimostrato che l'esito dei processi autovalutativi orienta le azioni degli studenti verso scopi diversi, che sono poi i diversi modi di approcciarsi ai compiti scolastici. 3. L’interazione insegnante-alunno 3.1 Caratteristiche e potenzialità dell'interazione insegnante-alunno Nel gruppo classe il docente deve saper articolare intorno a sè: esigenze, richieste, bisogni dei singoli, cercando di soddisfare sia gli scopi individuali sia gli scopi del gruppo. Quindi bisogna sia individualizzare gli obiettivi sia utilizzare la cooperazione per valorizzare le differenze individuali (con la mediazione). No ad un insegnamento unidirezionale, sì a quello interattivo e ramificato. L’insegnante è invitato a costruire contesti autentici di apprendimento e creare zone di sviluppo prossimale. (la ZSP è definita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di persone con un livello di competenza maggiore). Teoria del costruttivismo sociale: secondo il concetto di cognizione situata e distribuita, la conoscenza è acquisita in un contesto in sintonia con situazioni sociali e storiche specifiche. Secondo questa teoria non è sufficiente la conoscenza che il soggetto ha delle cose ma il modo con cui questa conoscenza si adatta con i suoi collaboratori. I materiali, i mezzi e gli strumenti influiscono sulla trasmissione e sullo sviluppo della conoscenza, quindi è importante sceglierli bene. Il concetto di competenza comprende anche la capacità di utilizzare gli strumenti. La conoscenza può realizzarsi sia attraverso l'esperienza diretta sia attraverso quella mediata da amplificatori culturali (linguaggi, rappresentazioni). L'apprendimento non è solo il risultato di un percorso ma è tutto il processo di costruzione del proprio sapere, e l'insegnante deve essere capace di progettare situazioni che facilitino questo processo. Tra le attività di apprendimento utili: - dare i compiti che verifichino abilità multiple - conversazioni collettive regolate da un adulto 3.2 L'insegnante come agente decisionale e promotore di contesti di auto- efficacia Per raggiungere gli obiettivi cognitivi e sociali può essere utile: la chiarezza delle consegne, nel livello di sfida (zona di sviluppo prossimale). Per un positivo livello di prestazioni è importante: -la qualità delle interazioni tra bambini e contesto -il grado di sostegno e di sfida forniti dall'insegnante -l'incontro tra differenti situazioni affettive e stili cognitivi -modelli organizzativi di lavoro adeguato -messa a punto di strategie e contesti di auto efficacia Lo scopo dell'interazione sociale e dell'istruzione è soprattutto quello di pervenire a una ridefinizione condivisa della situazione. In una classe ben organizzata dove tutto funziona si verifica “qualcosa in più”, questo di più è la costruzione della cultura della classe. Il senso di efficacia: rende gli studenti capaci di affrontare adeguatamente i compiti e di decidere quanto impegno metterci, per quanto tempo ecc. però ognuno deve rinunciare a una parte di sè, per sentirsi appartenente a una realtà più rassicurante. - La coppia non è un gruppo (il gruppo è esterno dominante). - Il gruppo è un soggetto di trasformazione (riesce a mutare i suoi sistemi interni.) - Lo scopo del gruppo è l’interdipendenza reciproca. - Il gruppo è una totalità dinamica (all'interno ci sono fenomeni di coesione un flusso tensione) infatti il cambiamento di una sua parte influenza anche le altre. - Il gruppo è un fenomeno, non una somma di fenomeni. - Vettori delle modificazioni possibili: tensioni, bisogni, fattori dinamici. - Processi equilibratori: pensare, percepire, agire. - Concetti di sfondo: locomozione (comportamento di un membro verso determinati scopi) e coesità (insieme delle forze che motivano i membri a rimanere nel gruppo) Bion: - Il gruppo è un tutto, le cui caratteristiche prescindono dalle proprietà dei singoli. - L'individuo è opposto alla mentalità del gruppo, anche se contribuisce a formarla. - Sostiene che l'adulto a contatto con i problemi della vita regredisca e torni ad usare i meccanismi tipici delle prime fasi di vita: questa regressione indica la perdita dell'individualità. - La vita di gruppo si svolge su due livelli: esplicito (gruppo di lavoro, consapevole, rapporto con la realtà oggettiva) e implicito (inconscio, gruppo determinato dominato da un assunto di base). - Gli assunti di base sono: la dipendenza (nei confronti del leader, assicurazione di stabilità), attacco-fuga (il leader mobilita il gruppo per attaccare qualcuno o per guidarlo alla fuga) e l’accoppiamento (due interlocutori privilegiati, un sottogruppo che minaccia il gruppo). - Cultura di gruppo: è quella che mette in evidenza gli assunti di base. Foulkes: - ha studiato e utilizzato il gruppo come unità multipersonale e strumento terapeutico per i singoli. - L'individuo è un sistema aperto e la sua posizione nel gruppo occupa i punti nodali di una rete, le cui risposte sono globali. - Il gruppo si serve dell'intervento dei membri e questa rete reagisce nel suo complesso. Anzieu: - L’individuo aderisce al gruppo sulla spinta del desiderio ma nel gruppo trova angoscia di frammentazione e la perdita di identità. - Il gruppo diventa un’utopia sociale Diverse categorie di gruppi ( by Anzieu e Martin): in base alla strutturazione, alla durata, ai tipi di relazioni, alla funzione, alle attività del gruppo: - La folla - La banda - L'assembramento - Il gruppo primario o piccolo gruppo - Il gruppo secondario o gruppo grande A noi interessa il gruppo piccolo, che in ambito scolastico è il gruppo di lavoro. - Un insieme di individui che condividono un compito o uno scopo, e lo raggiungono attraverso l'interdipendenza delle azioni di ciascuno - Fusione delle individualità, ognuno partecipa senza dover rinunciare troppo alla sua individualità. - Coesione di gruppo, che si manifesta con un linguaggio e un codice di gruppo, comportamenti di solidarietà; - La comunicazione è diretta e verbale. - Il gruppo riesce a mantenersi e progredire allo stesso tempo. - Richiede l'intenzionalità di essere gruppo. Il setting o cornice: - Rappresenta il sistema di ipotesi che sostiene un dato assetto organizzativo e le sue relazioni - Insieme di indicazioni e regole generali di comportamento collegate alla classe esplicitamente (definizione dello spazio, del tempo, delle regole, dei rapporti, del clima) - Richiede dunque l'accettazione nella classe L’insegnante: - Deve programmare e rendere trasparente il percorso che si compie - La comunicazione deve essere sincera e chiara - La funzione dell'insegnante è creare, mantenere, promuovere l'equilibrio tra i bisogni individuali e quelli del gruppo - Una buona cornice organizzativa consente di creare una circolarità di dialogo, un campo comune di incontro, integrazione delle risorse del gruppo per poi costruire processi e prodotti. 2. Occupazione, organizzazione e dinamica Un gruppo è un organismo vivente che ha come elementi costitutivi l'oralità, le mete comuni, l'interazione, l'interdipendenza. Se il gruppo è un insieme dinamico e la sua azione esprime intenzionalità rivolta verso un fine di accordo comune, allora si parla di gruppo di lavoro. Ci sono vari livelli di legami che caratterizzano la vita del gruppo: L'interazione: azione reciproca tra gli individui. Influenzamento reciproco, fare insieme, azione contingente. Nell'interazione il gruppo sviluppa anche la coesione: l'emergere delle uguaglianze consentendo ai membri di riconoscere il gruppo stesso come proprio, il legame che sta alla base della solida formazione del gruppo. La coesione corrisponde all’assenza di indifferenza. Il possesso dell'informazione costituisce un fattore di potere, infatti per il funzionamento corretto del gruppo tutti i membri devono accedere all'informazione. Quando un membro ha un'influenza su tutti gli altri (leader) il gruppo assume una struttura gerarchica, in cui i membri in fondo alla gerarchia non possiedo né le informazioni né un'adeguata influenza (non deve succedere). Nel gruppo democratico, invece, si può influenzare ed essere influenzati solo da un piccolo gruppo di persone e la forza dell'influenza col tempo tende a diminuire. Modi in cui gli individui entrano in relazione in un gruppo: - Il bisogno di inclusione, vincoli emotivi - Il bisogno di controllo, desiderio di potere/desiderio di essere controllati ed esentati da responsabilità; - Il bisogno di affetto: ci sono coloro che evitano legami troppo stretti e coloro che invece cercano rapporti personali molto confidenziali. 3. Strutture di gruppo finalizzate all'integrazione delle componenti cognitivo-affettive del gruppo-classe. Fattori che possono influenzare le relazioni: - Fattori di compito: obiettivo specifico dell'azione, Dove si chiede ai soggetti di fare, la percezione e l'interpretazione del compito. - Fattori di contesto: la composizione del gruppo competenze dei singoli, l’atteggiamento degli insegnanti, gestione della relazione, capacità di conversare. Se si desidera restituire abilità di base, si prediligono gruppi omogenei, se si preferisce esporre gli studenti a uno stimolo, si preferiscono gruppi eterogenei. I gruppi dovrebbero essere costruiti tenendo conto delle caratteristiche cognitivo affettive dei membri. Tre tipologie di gruppi: -I gruppi informali, che durano pochi minuti, utili per qualche scopo immediato solitamente di supporto alla lezione alla spiegazione. -I gruppi formali (classico lavoro di gruppo) hanno la durata di una unità didattica. -I gruppi di base, gruppi eterogenei a lungo termine, sono l'ideale per insegnamento diretto delle competenze sociali. Un problema può essere affrontato in modi differenti: Alcune strategie: -Strategie di attenzione, capacità dell'allievo di focalizzare la propria attenzione su un compito preciso per un tempo adeguato. -Strategie di elaborazione delle conoscenze, capacità di collegare le nuove conoscenze con quelle già possedute. -Strategie di organizzazione delle conoscenze, selezionare gli elementi più importanti. Diverse tipologie di interdipendenza: -interdipendenza di scopo -Interdipendenza di compito -Interdipendenza di risorse -Interdipendenza di materiali -interdipendenze di ruoli -Interdipendenza di identità -Interdipendenza di ambiente -interdipendenza di fantasia -Interdipendenza rispetto all'avversario -Interdipendenza di ricompensa -Interdipendenza di valutazione L'assolvimento del lavoro dei gruppi può essere verificato due modi: la restituzione (consegnare), e la revisione finale ( ad alta voce davanti alla classe). 4. Scelte didattiche e di gestione pedagogica della classe. 1. Disciplinarità e interdisciplinarità • Disciplinarità: ricerca scientifica specializzata, relativa alle differenti discipline in quanto domini determinati e omogenei di studio. La disciplinarità promuove i codici di base, i loro alfabeti primari, linguaggi, dispositivi ecc. Ambisce a sviluppare le competenze. Per inserire i saperi nelle discipline bisogna tenere conto dell'esistenza di tre modelli diversi di apprendimento -apprendimento attraverso l’esperienza, -apprendimento attraverso l'osservazione -apprendimento attraverso i sistemi simbolici, richiede la preparazione di insegnante. Le conoscenze(informazioni sull'oggetto) e le abilità (informazioni sull'attività) per essere insegnate hanno bisogno di una mediazione(dell'insegnante) e ci sono quattro tipi di mediatori: -Attivi -Iconici -Analogici -Simbolici Le discipline forniscono le idee verso cui orientare la costruzione del sapere e del saper fare, Sono strumenti per la costruzione di specifiche intelligenze I diversi campi disciplinari contengono differenze procedurali e concettuali. Pontecorvo: ogni disciplina è caratterizzato da una selezione di fenomeni: da sistemi di concetti, da un epistemologia interna, da un'epistemologia derivata. Il nodo del problema resta quello nel modo in cui gli argomenti di studio contribuiscono allo sviluppo cognitivo dell’allievo. - individualizzazione in senso stretto: quelle strategie didattiche che si prefiggono lo scopo di garantire a TUTTI gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali - Personalizzazione: strategie didattiche chiama lo scopo di assicurare ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva, a ciascuno i propri talenti. -A livello pedagogico, come un criterio regolativo generale dell'educazione, si traduce in una preoccupazione pedagogica costante per l’educando Noi ci occupiamo dell'individualizzazione in senso didattico dunque quelle che hanno lo scopo di garantire a TUTTI gli alunni la padronanza delle competenze e il diritto all’apprendimento. Individualizzare il funzionamento significa cercare di realizzare contemporaneamente il maggior numero di questi adattamenti: 1. Adattamento ai livelli di partenza del soggetto (prerequisiti) 2. I codici linguistici (codice ristretto, estrazione sociale) 3. Gli stili cognitivi (diverse modalità di apprendimento) 4. Il ritmo di apprendimento Strategie individualizzate: Frabboni: insegnante deve predisporre i singoli in gruppi in cui tutti siano allo stesso livello, solo temporaneamente per i passaggi cognitivi più difficili. Tra le strategie abbiamo il mastery learning: Nella fase iniziale viene effettuato il controllo delle condizioni di partenza, se è necessario fare un recupero mirato, garantendo a tutti i prerequisiti. La valutazione formativa del mastery learning costituisce un continuo feedback sia per l'insegnante sia per gli studenti, sull'efficacia del processo. Bloom: in una situazione di insegnamento collettivo l'adeguatezza di una proposta didattica in rapporto ad ogni singolo alunno può essere parziale e ciascuno sarà tenuto ad uno sforzo di adattamento; l'adattamento dell'insegnamento in situazioni collettive comporta alcuni rischi, perché tende ad essere approssimato e incompleto, con un carattere probabilistico (vari tentativi, varie correzioni). Quindi l'atteggiamento più corretto potrebbe essere combinare in varie possibili maniere, i diversi livelli di intervento individualizzato. La ricerca: una disponibilità mentale a individuare problemi, procedure risolutive, sapendo che non sono mai definitive. La pratica del metodo della ricerca consente bambini di: 1. Rapportarsi alla realtà in modo problematico 2. Formulare ipotesi, mettere alla prova 3. Sapere che ogni soluzione è provvisoria 4. Comprendere ogni fenomeno con più punti di vista 5. Trasferire l'ipotesi da un campo di indagine all’altro Momenti del progetto didattico: Delimitare il campo di ricerca Definire gli obiettivi Suddividere il progetto didattico in fasi Definire strategie, tempi e luoghi Valutazione La Group Investigation. (degli Sharan) Un metodo per l'istruzione in classe per cui gli studenti conducono la ricerca in piccoli gruppi. Classico lavoro di gruppo; la restituzione alla classe del lavoro prevede la possibilità che gli studenti si scambino impressioni sulle proprie ricerche, autovalutazioni. Importante una corretta presentazione del lavoro. (tutti devono avere un ruolo, dire le fonti, rispettare i tempi, la classe può fare domande…) Gli Sharan: 4 componenti essenziali dell'apprendimento scolastico che caratterizzano il loro approccio: 1. La ricerca, che rende possibile gli altri tre componenti 2. L’interazione 3. L’interpretazione 4. La motivazione intrinseca, la natura del coinvolgimento emotivo degli studenti nell'argomento che stanno studiando. Per la realizzazione della Group Investigation, devono avvenire tutte e quattro. Chiesa: propone un altro esempio di ricerca. - Individuazione del problema - Formulazione delle ipotesi - Definizione del campo - Raccolta dei dati diretta o indiretta - Registrazione di dati - Interpretazione dei dati - Comunicazione 3. Strumenti di controllo Servono a rilevare la situazione cognitivo-affettiva delle classi attraverso l'uso gli strumenti di controllo, di osservazione, e di monitoring. Permettono di fare una lettura su tre livelli: la situazione del gruppo così come, così com'è percepita dagli allievi, così come percepita dall'insegnante. Strumenti di controllo A) L’intervista sulla relazione per l’insegnante (TRI) 11 domande sulla relazione col bambino, 2 sulla relazione con gli adulti. Offre un sistema per la valutazione delle rappresentazioni che gli insegnanti hanno delle loro relazioni con i bambini e di se stessi dal punto di vista professionale. È uno strumento non ancora formalizzato, si usa in contesti di indagine B) Prove strutturate e semistrutturate di verifica Strutturate:
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