Scarica relazione film estetica e più Dispense in PDF di Estetica solo su Docsity! Relazione: Passaggi di tempo Passaggi di tempo è un film-documentario che racconta un viaggio che si articola in due direzioni, una direzione rappresentata dalle immagini che raccontano il passato, l’altra rappresentata dalla contemporaneità musicale. È un viaggio in cui sia i protagonisti che guardano e ascoltano si muovono nel tempo e non nello spazio. Dalla scoperta di immagini e filmati che mostrano il ritratto di una Sardegna e le sue tradizioni, che si muovono nel tempo e sprigionano un susseguirsi di emozioni per lo spettatore. Per rendere tali emozioni ancor più appassionanti l’autore ha voluto dare un tocco, che mi spingo a dire “magico”, la musica. Per questo un gruppo di persone si mette assieme per dare voce a delle immagine che sono mute. Una sorta di esperimento, a mio parere, ben riuscito. La cosa che mi ha colpito di questo film è stato quello di sentire i musicisti che esprimevano a parole la loro forte emozione nel vedere immagini del passato, emozioni suscitate dal ricordo che tali immagini rimandavano, e la straordinaria bravura di tali musicisti di trasformare quelle parole in musica. Ognuno ha contribuito in maniera personale alla costruzione del film, e l’intreccio delle loro testimonianze ha accresciuto il mio senso, forse egoistico, di appartenenza alla mia terra. Lo scorrere delle immagini, di un passato non ben definito e che cambia di continuo sembravano che parlassero; vedere uno stesso luogo prima in bianco e nero poi a colori mi ha dato quasi la sensazione di smarrimento ma contemporaneamente ne rimanevo meravigliata, tanto da non riuscire a togliere lo sguardo dallo schermo. Ci sono stati alcuni momenti che a me hanno davvero emozionato, come il racconto di Carlo Cabiddu, che dopo avermi coinvolto con la sua storia che riprendeva alcune delle immagini, con il suo violoncello mi ha fatto correre con lui. La sua musica accompagnava perfettamente la corsa dei cavalli, e il sentiero che facevano i cavalli ricordava il percorso a serpentina di un labirinto. Che dire poi delle commuoventi parole del launeddista Luigi Lai, che rivendendo le immagini ci ha voluto portare con lui nel suo passato, e che accompagnava con il suo strumento il cocchio di Sant0 09 2Efisio. La sua storia è stata davvero significa�va, una storia d’amore tra lui è il suo strumento, il suo raccontare delle launeddas, e di come si sia avvicinato a tale strumento e la visione di lui stesso mentre si prepara per suonare è stato molto sugges�vo, quasi da farmi venire voglia di imparare a suonare. Persino le riprese nel Backstage trasme�evano qualcosa, perché da li si riusciva a capire il lavoro che ognuno degli a�ori faceva, e l’impegno e la passione con cui si prestavano a compiere quest’opera d’arte. Tutti i musicisti che hanno partecipato a questa impresa sono stati chiaramente travolti da un’ondata di emozioni che hanno ispirato la loro musica. Suggestivo per me è stato il momento del piccolo coro di Santu Lussurgiu, che con le loro voci magiche, oltre che farmi salire un brivido d’emozione su per la schiena, accompagnavano vecchie immagini di processioni e di feste in piazze, immagini che mi hanno profondamente colpito, e che hanno dato un valore al mio presente, perché sapere che la Sardegna ha una lunga storia è un conto, ma vedere le immagini è un altro, perché mi hanno dato la certezza che quella storia è davvero esistita.
