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relazione Frankestein, libro, Appunti di Letterature comparate

relazione sul testo con annessa digressione sulla vita dell'autrice

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/04/2019

yolandagigetto
yolandagigetto 🇮🇹

4.3

(8)

6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica relazione Frankestein, libro e più Appunti in PDF di Letterature comparate solo su Docsity! RELAZIONE FRANKENSTEIN Mary Shelley nasce a Londra il 30 agosto 1797. È figlia di due importanti intellettuali dell’epoca: William Godwin, intellettuale liberale e progressista e Mary Wallstonecraft, famosa romanziera. La madre muore di parto e Mary, sin dall’infanzia, vive con il padre all’interno di un ambiente intellettuale. Nel 1812 conosce il poeta romantico Shelley e, anche se quest’ultimo era sposato, si innamorano e nel 1814 decidono di fuggire assieme per l’Europa in compagnia della sorella di Mary. L’anno successivo nasce la prima figlia della coppia che morirà dopo pochi giorni. Nel 1816 Mary e Shelley decidono di sposarsi dopo il suicidio della moglie del poeta. Nello stesso anno nasce un altro figlio e i due intellettuali decidono di andare a vivere in Italia. Nel 1818 Mary Shelley cade nella disperazione a causa della morte di altri due figli. Successivamente, nel 1822, Shelley muore annegato nel Tirreno. Mary, dunque, ritorna in Inghilterra dove diventa la curatrice delle memorie del marito. Continuerà a scrivere romanzi per mantenersi. Muore a Londra il 1 febbraio 1851. Mary Shelley divenne celebre soprattutto per aver scritto Frankenstein1 e nella storia della scrittura femminile la sua immagine è molto rilevante. Ella infatti è una figura controversa dal punto di vista della soggettività per essere una scrittrice. Viene da un ambiente in cui non era strano che una donna scrivesse, tuttavia avrà molta difficoltà nell’affermarsi come autrice perché nel momento in cui si avvicinerà ai poeti romantici inglesi, in questo contesto sarà sempre considerata inferiore. Ancora oggi leggiamo il libro Frankenstein perché è considerato un unicum, un’opera che non si rifà a nessun modello e che non era mai stata vista prima. Riesce a dare origine a un tale lavoro grazie al romanzo in prosa che consente di servirsi di tutti gli elementi letterari delle tradizioni precedenti e di ricombinarli assieme per dare origine a un’opera che risulta essere complicatissima dal punto di vista ipertestuale, dei riferimenti letterari e dei temi, ma allo stesso tempo riesce a intrattenere e a divertire il lettore. Cominciò a scrivere questo romanzo nel 1816 durante il soggiorno svizzero presso il lago di Ginevra al quale presero parte anche Lord Byron e il fisico Polidori. Quell’estate a causa del clima sfavorevole cominciarono a leggere la traduzione francese di una raccolta di romanzi gotici tedeschi intitolata Phantasmagoria. Così una sera Lord Byron lanciò la sfida che ognuno di loro avrebbe dovuto elaborare una storia di fantasmi. Mary Shelley decise di partecipare. Inizialmente non aveva alcuna idea per scrivere un tale racconto, ma una notte fece un sogno terrificante da cui riuscì a trarre ispirazione per comporre una storia. La scrittrice impiegò molti mesi per portare a termine il romanzo e non lo completò prima di lasciare la Svizzera. Infine risultò essere la migliore storia di fantasmi del gruppo e quando venne pubblicata per la prima volta nel 1818 riscosse subito un grandissimo successo. Questo capolavoro è ambientato alla fine del XVIII secolo ed è raccontato in prima persona da tre diversi narratori: Robert Walton, un esploratore che sta affrontando un viaggio alla scoperta del Polo Nord; Victor Frankenstein, uno scienziato ossessionato dallo scoprire il segreto di come creare la vita; la creatura realizzata da Frankenstein. Si tratta di un romanzo epistolare le cui lettere sono scritte da Walton e indirizzate alla sorella. Il contenuto delle epistole riguarda principalmente gli eventi che accadono all’esploratore. Dopo aver salvato Frankenstein, questo gli racconta tutta la sua 1 Mary Shelley, Frankenstein ovvero il moderno Prometeo, Milano - Garzanti, I edizione: maggio 1991; XVII edizione: settembre 2017. storia: narra della sua infanzia felice in Svizzera, di come si è iscritto all’università di Ingolstadt dove nutrì un profondo interesse per la filosofia naturale, disciplina che lo porterà a dare la vita a una creatura. Da subito il terrificante aspetto di quest’ultima lo spaventa, dunque la abbandona. Lo scienziato in seguito incontrerà di nuovo la creatura la quale gli chiede di realizzare una donna con le sue stesse sembianze con la promessa che si sarebbero ritirati in terre inesplorate. Frankenstein, dapprima, accetta, ma subito prima di darle vita la distrugge. Così facendo il mostro si vendica dell’azione compiuta dal suo creatore uccidendo alcune persone a lui care. Frankenstein decide di seguirlo per il mondo. Giunge al Polo Nord dove si imbatte nell’equipaggio di Walton. Qui finisce il racconto di Frankenstein il quale poco dopo muore. Di questo romanzo esistono due edizioni: la prima risale al 1818, la seconda al 1831. Queste due edizioni presentano alcune differenze: il romanzo venne pubblicato per la prima volta in forma anonima perché la scrittrice sosteneva di aver ideato un’opera insignificante. Nella seconda edizione, invece, si firma con il suo vero nome. Vennero scritte due diverse prefazioni. La prima, scritta nel 1817, è piuttosto breve ma, nonostante la brevità, le prime righe ci forniscono già alcuni dati importanti. Il primo dato che emerge è l’interesse per la scienza. In realtà si ritiene più opportuno parlare di pseudo – scienza perché l’autrice sceglie di trattare qualcosa che si presenta come scienza ma che in realtà non lo è. Subito dopo si mette a confronto con il romanzo gotico che all’epoca era considerato un genere di consumo e stereotipato, per la semplice ragione che l’autrice, con Frankenstein, propone qualcosa di assolutamente originale e che non punta al realismo. Si tratta, infatti, di un testo che tocca temi molto importanti e centrali per la scienza che non vengono sviluppati secondo gli stereotipi dei racconti di fantasmi. La seconda prefazione, scritta quindici anni più tardi, è più esplicita e riflessiva rispetto alla prima. In questa premessa ribadisce tutto quello che aveva detto nella precedente e in aggiunta racconta come è nata l’idea per scrivere il romanzo. Proprio nella prefazione Mary Shelley trova lo spazio per parlare di sé. Oltre a fornire le informazioni sopracitate, l’autrice tratta la questione dell’autorialità, questione che la Shelley si pone continuamente. Inoltre si sminuisce costantemente perché ritiene di aver scritto un romanzo banale e afferma che lei fu l’unica a terminare l’opera perché gli altri membri del gruppo erano troppo nobili per compiere un tale lavoro2. Faceva “understatement” su di sé principalmente per due motivi: perché era una donna e perché era la moglie di uno dei più illustri poeti del tempo. Da questo comportamento di Mary Shelley si può riconoscere il paradigma della parità / emancipazione in cui si nota una constatazione di disimmetria tra un soggetto declinato al maschile e un oggetto declinato al femminile. La scrittrice infatti vive all’ombra del marito 3, anche quando sarà deceduto anche se, nonostante tutto ciò, ella sapeva di aver toccato alcune questioni chiave della natura dell’uomo e il nocciolo della tragedia greca (l’ hybris). In questo romanzo non vengono presentate figure di lettrici, ma, come tali, potrebbero essere prese in considerazione Margaret ed Elizabeth in quanto si presuppone che leggano le lettere scritte dai 2 Cfr. Mary Shelley, Frankenstein ovvero il moderno Prometeo, Milano - Garzanti, I edizione: maggio 1991; XVII edizione: settembre 2017; p. 5 : “Anche gli illustri poeti, stanchi della banalità della prosa, abbandonarono ben presto un compito così poco congeniale”. 3 Cfr. Mary Shelley, Frankenstein ovvero il moderno Prometeo, Milano - Garzanti, I edizione: maggio 1991; XVII edizione: settembre 2017; p. 6: “Lunghe e numerose furono le conversazioni tra Lord Byron e Shelley, e io vi prendevo parte come devota ma pressochè muta ascoltatrice”.
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