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Analisi del romanzo L'Arminuta di Donatella di Petrantonio, Appunti di Italiano

Una sintesi del romanzo L'Arminuta di Donatella di Petrantonio, vincitore del Premio Campiello del 2017, edito da Einaudi. La storia segue la vita di una ragazzina di tredici anni costretta a dimenticare la sua vita per tornare dalla sua vera famiglia, ma mai conosciuta prima. i personaggi, il punto di vista, lo spazio e il tempo, lo stile e il messaggio del romanzo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 27/01/2024

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cecilia-gramiccia-1 🇮🇹

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Scarica Analisi del romanzo L'Arminuta di Donatella di Petrantonio e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! RELAZIONE “L’ARMINUTA” SINTESI: L’Arminuta è un romanzo di Donatella di Petrantonio, vincitore del Premio Campiello del 2017, edito da Einaudi. Il titolo, dal dialetto abruzzese, significata “ritornata” o “restituita”: è proprio questo il termine che descrive la storia di una ragazzina di tredici anni, che si trova costretta a dimenticare e abbandonare la sua vita per tornare dalla sua vera famiglia, ma mai conosciuta prima. Infatti la bambina, che ha passato l’infanzia da una zia, vivendo come figlia unica in una famiglia agiata e tranquilla, si ritrova catapultata in una famiglia povera e numerosa, non conoscendone le ragioni. Si ritrova così figlia di due madri assenti, in una nuova dimensione in cui non sente di appartenere. Stringe però da subito un forte legame con sua sorella Adriana, con cui condivide il letto e le difficoltà di quella vita così diversa da quella che aveva prima. Trova un appoggio anche in Vincenzo, il fratello più grande, l’unico che la guarda realmente. Ma la loro è solo una breve parentesi, perché Vincenzo muore in seguito a un incidente col motorino. Piano piano, l’Arminuta scopre lo scontroso amore materno, ma non lo accetta e si vergogna di quella donna dalle dita screpolate e ignorante. “Mamma” diventa così un vocabolo privo di senso per lei. La sorella Adriana la aiuta però a comprendere la ricchezza di essere sorelle, la complicità verso quel mondo aspro; è sempre lei che alla fine svela la verità all’Arminuta. Infatti la ragazzina è stata abbandonata da sua zia (detta “madre del mare”) perché ora aspetta un figlio e non c’è più posto per lei, che era rimasta fino a quel momento solo perché la donna non riusciva ad avere una propria creatura. Il romanzo si chiude quindi con l’incontro tra l’Arminuta e la madre del mare, dal quale la ragazza capisce sé stessa, sentendosi, insieme alla sorella, “come un fiore improbabile, cresciuto in un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia”. I PERSONAGGI: - L’Arminuta, protagonista del romanzo; non si specifica mai il suo vero nome. È anche la narratrice in prima persona della storia, che ci viene presentata come distante nel tempo (non viene specificato da quale futuro scriva). - Adriana, sorella poco più piccola dell’Arminuta, sua compagna di letto, una ragazzina vispa, dolce e risoluta che ha imparato a comportarsi come un’adulta, unico personaggio definito meglio rispetto agli altri, che aiuta la sorella ad affrontare quella vita ostile: al tempo stesso la invidia ma si sente in dovere di proteggerla. - Vincenzo, il fratello più grande, con il quale l’Arminuta fa fatica a riconoscersi sorella: tra i due potrebbe nascere qualcosa, ma Vincenzo muore prima che possa accadere. - Giuseppe, il fratello più piccolo della famiglia, un bambino che solo la protagonista sembra riuscire a comprendere. - la madre reale, anch’essa senza nome, con la quale l’Arminuta ha un rapporto particolarmente difficile: oltre al senso di estraniamento che le trasmette, la ragazzina si vergogna di lei e del suo dialetto. - Adalgisa, la madre adottiva, emblema di affetto, cura e protezione, ricondotta sempre alla vita felice e agiata che la bambina conduceva prima; solo quando l’Arminuta verrà a sapere la verità, la sua visione cambierà e piano a piano abbandonerà questo “mito” per accettare sé stessa. Più circoscritto è invece il ruolo dei due padri: quello adottivo è una figura passiva e inconsistente, ad eccezione di alcuni momenti, mentre quello perduto non viene mai presentato come un individuo, ma solo come elemento del contesto famigliare svanito. In generale la figura dell’Arminuta è centrale, gli altri personaggi, ad eccezione di Adriana e la madre, sembrano gravitarle attorno, fastidiosi ma tollerabili. IL PUNTO DI VISTA: Il punto di vista è quello dell’Arminuta, che scrive/parla della sua storia in prima persona da un futuro non definito, intuibilmente lontana nel tempo. È dalla sua prospettiva che vediamo delinearsi la caratterizzazione dei personaggi e lo svolgersi delle vicende. LO SPAZIO E IL TEMPO: Il romanzo è ambientato in Abruzzo, presente fin dalle prime pagine nelle parole dei personaggi, mai del tutto dialettali; è la terra d’origine dell’autrice, ma ogni riferimento a luoghi specifici è implicito. Infatti si parla della città e del paese in cui si svolgono gli avvenimenti senza però nominarli mai. Si lascia intuire che il contesto storico sia quello degli anni Settanta, anche se molte scene sono totalmente fuori dalla temporalità, che quindi rimane perlopiù indefinita. LO STILE: Lo stile dell’autrice è scarno ma così vivido e preciso da delineare perfettamente sentimenti e stati d’animo anche con poche parole. Il romanzo, comunque non troppo lungo, è scorrevole e si legge con facilità grazie anche al lessico del registro medio-popolare, adattato alla visione della protagonista. IL MESSAGGIO: L’Arminuta è il romanzo della resilienza, del mondo degli adulti e degli occhi dei bambini, della resistenza al dolore, della perdita della propria identità. Spinge a interrogarsi sul valore che le proprie scelte hanno sugli altri e, soprattutto, sul significato della parola “mamma”, troppo spesso legato puramente alla figura di genitore, dimenticando che in realtà è molto di più di questo. COMMENTO: “Ci sono romanzi che toccano corde così profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome”: è quello che ho provato leggendo l’Arminuta, fin dalla
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