Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Relazione libro le Rivoluzione Borghesi, Appunti di Storia

Sintetico contenuto sulla rivoluzione industriale inglese

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 20/02/2023

francesco-ungaro-5
francesco-ungaro-5 🇮🇹

1 documento

1 / 4

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Relazione libro le Rivoluzione Borghesi e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! l volume segue due linee guida fondamentali. Nella prima parte, Gli sviluppi (Capitoli 1-7), si ricostruiscono i principali avvenimenti che hanno caratterizzato il periodo che va dal 1789 al 1848; nella seconda, I risultati (Capitoli 8-16), vengono presentati i caratteri culturali del nuovo tipo di società che risulta dagli sconvolgimenti sociali di quegli anni. Lo stile della narrazione è piano, semplice, accessibile, e spesso molto accattivante. Il lettore ideale del testo, “il cittadino intelligente e istruito, il quale non è soltanto curioso di conoscere il passato, ma desidera comprendere come e perché il mondo è diventato quello che è oggi e quale è la meta verso cui si avvia”, può affrontare questa opera con lo stesso piacere che accompagna la lettura di un romanzo, e allo stesso tempo con la profondità di un trattato di storia. La tesi centrale del lavoro è la teoria della duplice rivoluzione, secondo la quale la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Industriale avrebbero modificato profondamente le società in cui si sono sviluppate e diffuse, attribuendogli quei caratteri che le connotano come società. Nella ricostruzione di Hobsbawm le innovazioni politiche originatesi nella Francia rivoluzionaria rappresentano la nascita della sovrastruttura giuridico-istituzionale degli Stati occidentali contemporanei, mentre la Rivoluzione Industriale inglese vi ha introdotto in maniera duratura il sistema di produzione capitalistico e il successo della società borghese liberale. La tesi di Hobsbawm prevede che nel periodo rivoluzionario che va dal 1789 al 1848 si siano formate le basi per la nascita e lo sviluppo del mondo occidentale del XIX e del XX secolo. Il testo si apre con una descrizione panoramica dell’Europa degli anni ’80, dalla quale emerge l’immagine di un’Europa che, pur predisponendosi ad accogliere la Rivoluzione Industriale, conserva un carattere prevalentemente agricolo. L’impostazione sostanzialmente rurale della società del tempo è testimoniata dal successo, in campo di teoria economica, della scuola dei fisiocrati francesi, dall’arretratezza e dall’inefficienza delle tecniche di coltivazione usate e dalla permanenza di rapporti di lavoro tipici di epoche precedenti: legami feudali, servitù della gleba, sistemi schiavistici. Ad imprimere la svolta dalla società degli anciens régimes a quella del trionfo della borghesia sono intervenute le istanze di materialismo laico, razionalismo e fiducia nel progresso espresse dal pensiero illuministico del XVIII sec., che ha prodotto lo spirito della borghesia fautrice e protagonista della duplice rivoluzione. La parziale sovrapposizione tra l’opposizione al legittimismo politico e la fiducia nella ragione umana da una parte, e lo spirito industriale dall’altra, fanno dell’illuminismo settecentesco una forza in grado di produrre un effettivo passaggio dall’antagonismo latente tra la borghesia e le aristocrazie tradizionali ad un conflitto aperto tra le due componenti sociali. Dopo questa introduzione, Hobsbawm passa all’analisi della Rivoluzione industriale avviatasi in Inghilterra e dei motivi che ne hanno determinato l’influenza sulle economie europee. L’interpretazione della Rivoluzione Industriale come necessaria generatrice della classe operaia e dei Comunisti, intesi come gruppi consapevoli della propria identità, deve essere ricondotta ad un’elaborazione letteraria e artistica che darà i suoi frutti solo dopo il 1840, quindi del periodo dal 1789 al 1848 l’autore analizza solo quegli aspetti che precedono la nascita del proletariato come soggetto politico e che ne preparano la formazione. Hobsbawm non individua l’anima della rivoluzione in singoli eventi o in particolari ritrovati tecnologici, ma la descrive come un periodo di complesso mutamento dei rapporti di produzione e delle modalità di organizzazione del lavoro. Ciò che dopo il 1780 rende possibile, in Inghilterra, il concreto passaggio ad un modo di produzione capitalistico è il compiuto successo della rivoluzione agraria, che rende disponibili sia i capitali necessari all’intrapresa di attività produttive sia gli ex-contadini da impiegare come operai. Le condizioni di realizzazione della Rivoluzione Industriale nell’Inghilterra della fine del XVIII sec. non stanno, infatti, in un primato tecnico-scientifico inglese, né in una superiorità del sistema di istruzione britannico, ma nel successo di un nuovo modo di coltivare la terra, che ha permesso di: incrementare la produzione e la produttività per sopperire alle necessità alimentari di una popolazione non agricola in rapido aumento; fornire una quantità sempre crescente di manodopera potenziale disponibile per le città e per le industrie; provvedere un meccanismo per l’accumulo di capitale da impiegare nei settori più moderni dell’economia. Un ciclo economico positivo in funzione dell’investimento capitalistico è inoltre reso possibile dall’esistenza, in Inghilterra, di un’industria che offriva già guadagni straordinari a chi aveva avviato una produzione, nonché dall’esistenza di un mercato mondiale monopolizzato quasi interamente da un’unica nazione produttrice. Hobsbawm esplicita inoltre il nesso tra lo sviluppo dell’industria cotoniera, che è il primo settore ad essere rivoluzionato dall’investimento di capitali inglesi, e l’espansione coloniale britannica, che con le loro reciproche interazioni concorrono ad avviare lo sviluppo di un sistema di fabbrica, in direzione di un trionfo del mercato di esportazione su quello nazionale. Il complesso dei fenomeni che rappresentano la Rivoluzione Industriale si articola su diversi piani: dopo l’avvio del sistema di fabbrica accade che diversi settori produttivi si influenzino a vicenda; così, la meccanizzazione del lavoro e la forte domanda del carbone necessario ad alimentare le macchine richiedono uno sviluppo dei trasporti, tramite una rete ferroviaria, che a sua volta stimola l’ascesa e la meccanizzazione dei settori metallurgico e siderurgico. È in questo periodo che i capitalisti iniziano a sperimentare i metodi per ottenere quote sempre maggiori di pluslavoro dagli operai, i meccanismi di cooperazione e il largo impiego di donne e bambini, mentre l’assoggettamento della forza lavoro al lavoro meccanico genera le rivolte luddiste, in cui si attribuisce alle macchine l’intera responsabilità dei problemi degli operai: salari bassi, alti prezzi dei beni di consumo. Intorno al 1815 si sono già rese visibili le dinamiche che caratterizzano le fasi economiche del sistema capitalistico: dopo un periodo di congiuntura economica favorevole per i capitalisti, una fase di deflazione produce un assottigliamento dei margini di profitto, con conseguenti riduzioni dei costi, quindi dei salari. Iniziano così a farsi vedere le falle più evidenti [del sistema capitalistico]: il ciclo commerciale del rialzo e del ribasso, la tendenza dei profitti a diminuire, e l’impossibilità di investimenti redditizi, che però saranno studiate in maniera scientifica solo più tardi, dall’analisi di Marx ed Engels. Se la Rivoluzione Industriale inglese influenza l’economia dell’Europa del XIX sec., la Rivoluzione Francese ne condiziona politica e ideologia. Hobsbawm mostra il complesso delle premesse causali della rivoluzione (esasperazione del contrasto tra aristocrazia e borghesia, povertà e precarietà dei contadini nelle campagne, finanze pubbliche in debito, grave carestia, sostegno teorico che l’elaborazione dei philosophes dà all’unità della borghesia), i motivi del contagio europeo dei temi rivoluzionari, i principali avvenimenti degli anni dal 1789 al 1799. Particolare attenzione è dedicata alla presentazione delle idee che accompagnano gli eventi rivoluzionari, come il carattere politico consapevole di un insieme di tumulti popolari su cui si innesta l’ideologia borghese, l’efficacia pratica di momenti simbolici come la presa della Bastiglia, la complicata adesione delle masse (contadini e sanculotti) alle nuove idee, il passaggio alla legittimazione da parte del popolo nazionale del potere politico, il ruolo delle assemblee, l’incisione delle politiche economiche rivoluzionarie sull’andamento dei prezzi. Si dedica infine ampio spazio alla descrizione della parabola della Repubblica giacobina, dal successo della politica del terrore alla caduta di Robespierre. Dall’implosione della dittatura giacobina scaturisce la possibilità di ascesa dei Termidoriani, che in mancanza di consenso politico fondano il loro potere sull’appoggio dell’esercito e sul prestigio di Napoleone Bonaparte. La duplice rivoluzione è interpretata come passaggio, nelle campagne, dal modo di produzione feudale allo sfruttamento capitalistico del terreno coltivato, che si riflette nei mutamenti del modo di vivere e delle relazioni nel fondamentale passaggio dalla società feudale a quella borghese. Il sistema feudale “offriva una certa sicurezza sociale, sia pure a un livello di miseria, nonché una certa solidità economica; e, oltre tutto, era consacrato dalla consuetudine e dalla tradizione”. Le principali innovazioni capitalistiche nel modo di sfruttare il terreno sono infatti descritte da Hobsbawm come catastrofi sociali per i contadini: si tratta, della mercificazione della terra, che tramite il sistema della privatizzazione e recinzione di lotti priva i contadini dei loro tradizionali “diritti comuni”; e della creazione di una numerosa “manodopera liberata”, cioè dell’abolizione di legami che lasciano il contadino privo di obblighi ma anche di diritti consuetudinari, e soprattutto privi di una fonte di sostentamento. “Una sola economia era effettivamente industrializzata nel 1848: quella britannica e di conseguenza dominava il mondo”: così inizia l’interpretazione di Hobsbawm del mondo industriale. Si sostiene in particolare che il disomogeneo sviluppo economico dei vari Paesi abbia determinato un diseguale approccio ai processi rivoluzionari (le rivolte britanniche conoscono, ad esempio, ritmi molto diversi da quelli delle sollevazioni continentali). Le trasformazioni economiche del periodo 1789-1848 sono limitate geograficamente e si presentano in una forma che solo più tardi diverrà compiuta, ma si tratta in ogni caso di innovazioni fondamentali: l’esplosione demografica, che sta in rapporto di
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved