Relazione Prova Jominy, Guide, Progetti e Ricerche di Teconologie e processi di produzione

Scarica Relazione Prova Jominy e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Teconologie e processi di produzione solo su Docsity! SCOPO DELL’ESERCITAZIONE: Lo scopo della prova è verificare la temprabilità di un provino di acciaio con percentuale di Carbonio sconosciuta e capire di che materiale si tratta, attraverso i valori della durezza ottenuti. MATERIALE NECESSARIO: Fu -Provino in acciaio. -Forno Jominy (comprende: forno e rubinetto per il successivo raffreddamento). -Rettificatrice piana per preparare la superficie del provino alla prova di durezza. -Durometro Galileo A-200 (si prenderanno in considerazione i valori în HRC) La prova Jominy richiede un procedimento complesso, dunque potrebbero essere necessari altri strumenti per la misurazione dei punti dove verrà applicato il carico della prova di durezza. PROCEDIMENTO: La prova Jominy è un metodo per valutare la durezza della superficie di un acciaio temprato. Prima di tutto bisogna preparare la superfice del provino grazie ad una rettificatrice piana, per poi segnare i punti dove verrà applicato il carico, con le seguenti distanze dalle estremità: 1,5; 3; 5; 7; 9; 11; 13; 15; 20; 25,30. Come seconda cosa si riscalda il provino di acciaio in un forno fino a temperatura di austenizzazione (840- 850°C) e la si mantiene per un periodo di tempo di 30min. Successivamente si raffredda rapidamente un’estremità del provino con un getto d’acqua a temperatura ambiente (20°C) per un periodo di tempo di 12 minuti, il getto libero sale di 100mm prima di entrare in contatto con l'estremità del provino. Dopodiché si misura la durezza attraverso un durometro Rockwell, con un penetratore a cono in diamante sintetico con apertura di 120° il quale applica inizialmente un precarico di 10kg per 10 secondi e successivamente un carico totale di 150kg per 30 secondi, leggendo poi il valore della durezza in HRC sul display della macchina. Per concludere si traccia il grafico con tutti i valori delle durezze ricavati in relazione alla distanza dall’estremità. pag. 1 di pag. 2