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Marx e la lotta di classe: il Manifesto comunista, Appunti di Filosofia Moderna

Questo testo tratta dal manifesto del partito comunista di marx, esplora la natura del conflitto tra borghesia e proletariato, la loro relazione con l'ideologia e l'autocoscienza. Il documento illustra come la borghesia deve continuamente rivoluzionare la struttura sociale per mantenere il controllo, e come la lotta di classe si basa sulla divisione del lavoro e la proprietà privata. Il comunismo, secondo marx, è la soluzione per superare l'antagonismo di classe, abolendo la proprietà privata e creando una società senza classi.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 11/02/2022

Dalyy
Dalyy 🇮🇹

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Scarica Marx e la lotta di classe: il Manifesto comunista e più Appunti in PDF di Filosofia Moderna solo su Docsity! Marx e il significato della lotta di classe La seguente riflessione tratta dal “Manifesto del partito comunista”, risulta essere espressione delle problematiche socio-politiche del tempo nonché di una visione universalistica dei meccanismi politici che ad avviso di Marx, hanno da sempre dominato i rapporti sociali all’interno delle società. Karl Marx all’interno del Manifesto, composto tra il 1847 e il 1848, offre una visione dialettica del materialismo storico, puntualizzando l’idea secondo la quale la storia di ogni società è storia di lotta di classe ed in quel particolare contesto fra borghesia e proletariato. Il conflitto non si configura semplicemente sul piano del benessere, ma anche su quello dell’autocoscienza e della capacità di gestire l’ideologia. L’ideologia è infatti una strategia utilizzata dalla classe dominante nei confronti della classe subalterna in modo da fornire ad essa una rappresentazione teorica delle condizioni storico-materiali che di fatto non ha nulla a che vedere con le sue condizioni reali. Ne deriva che il fine della strategia attuata dalla classe dominante, è quello di preservare i propri valori e di presentarli come se fossero universali. Tuttavia Marx analizza l’aspetto che fa riferimento ad una contraddizione di fondo che vige nel rapporto tra borghesia e proletariato. Se da un lato il borghese vuole tenere a distanza il proletario poiché lo teme, dall’altro è consapevole del fatto che quella classe è fonte del suo arricchimento e della sua sussistenza. Tale paradosso quindi, porta a considerare la lotta fra borghesia e proletariato in modo ambivalente: per un verso porta a sfruttare la classe subalterna, per l’altro la stessa deve essere tenuta in vita. A supporto di questo concetto, risulta significativo un estratto del Manifesto che delinea la natura della classe borghese : << La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l’insieme dei rapporti sociali >>. Lo scopo della borghesia è perciò quello di rivoluzionare continuamente la struttura sociale attraverso la rivoluzione degli strumenti di produzione, in modo che l’insieme di tutti i rapporti sociali mutino anch’essi. Il mutamento deve avvenire dal punto di vista delle relazioni fra classi, in modo tale da non fare acquisire una coscienza alla classe subalterna. In quest’ottica, proprio per questo motivo secondo Marx, ad avere in controllo della situazione è sempre la classe borghese poiché attraverso la rivoluzione continua degli strumenti di produzione non permette al proletariato di far capire come realmente stiano le cose. La classe subalterna infatti, non riesce ad avere il tempo per potersi adattare e di conseguenza adottare quelle strategie utili all’interno della coscienza per combattere questo fenomeno. L’obbiettivo della borghesia è quindi quello di non concedere loro il tempo di adeguarsi ad un determinato sistema per poterlo cambiare. Dal momento in cui si agisce in modo da non permettere ai soggetti appartenenti ad una classe di capire che esiste un filo che li lega così tanto da formare una coscienza complessiva, allora è possibile mantenere parcellizzata la classe. Il progetto della classe dominante si configura allora nel cercare di relegare nell’individualismo la classe subalterna così da esercitare sempre il controllo su di essa. In relazione a ciò è opportuno comprendere soprattutto da dove provenga la divisione e la lotta fra le classi. E’ la divisione del lavoro a creare la disuguaglianza sociale poiché dallo stesso deriva la proprietà privata che a sua volta causa contrasti tra gli interessi particolari e l’interesse collettivo. Emergono anche dei contrasti tra l’attività del soggetto e il potere di chi possiede il controllo dell’attività. Arriverà così un momento in cui al livello di sviluppo della divisione del lavoro non corrisponderanno più dei rapporti sociali adeguati, da ciò si creerà una crisi che condurrà ad una rivoluzione la quale comporterà la formazione di un nuovo modo di produzione e la dominanza da parte una nuova classe. Secondo Marx, la coscienza di classe dovrebbe formarsi attraverso la presa di consapevolezza di sentirsi parte della stessa attraverso l’impiego della forza-lavoro. Infatti per Marx la coscienza e il lavoro sono fortemente legati,quest’ultimo infatti secondo l’autore costituisce la condizione eterna della vita umana.
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