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Social in quarantena: novità su Facebook, Instagram, YouTube e dating app., Esercizi di Italiano

Come le piattaforme sociali, tra cui Facebook, Instagram, YouTube e app di dating come Tinder e OkZoomer, hanno risposto alla crisi della pandemia di COVID-19, offrendo nuove funzionalità e connettendo milioni di persone in tutto il mondo. Vengono presentate statistiche sulla crescente popolarità delle piattaforme sociali durante la quarantena e i nuovi utilizzi creati dagli utenti, come la connessione con la World Health Organization e la comunicazione digitale in app di dating.

Tipologia: Esercizi

2019/2020

Caricato il 04/12/2021

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ruben-martinelli-1 🇮🇹

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Scarica Social in quarantena: novità su Facebook, Instagram, YouTube e dating app. e più Esercizi in PDF di Italiano solo su Docsity! Martinelli Ruben - 144100 Insieme, ma soli - Relazione Devo dire che nella disgrazia sono stato relativamente fortunato. La quarantena e tutti i divieti e gli obblighi che ne sono conseguiti non hanno modificato in maniera così drastica il mio stile di vita. Attualmente la maggior parte delle mie giornate sono dedicate alla frequentazione delle lezioni online attraverso la piattaforma di videoconferenze Microsoft Teams, alla quale la mia università sta facendo affidamento, lavoro come rider facendo consegne a domicilio per Foodracers, mi dedico alle attività domestiche e il tempo libero lo dedico per lo più alla fruizione di contenuti video su piattaforme come YouTube, Netflix e la più recente Disney+. Insomma le mie giornate non trascorrono rinchiuso tra le mura di casa, anche per quanto riguardo il “privilegio” di andare a fare la spesa, questo è concesso a me poiché sono l'unico tra i miei coinquilini a possedere un automobile. Gli ulteriori “privilegi” delle uscite per portare fuori il cane a fare una passeggiata e del portare fuori la spazzatura spesso sono concessi a me. Insomma trascorro come sempre giornate abbastanza piene di cose da fare e a volte mi ritrovo a lamentarmi di come vorrei in realtà trascorrere più tempo a casa per oziare (nell'accezione più positiva del termine) come si ritrovano a fare molti dei miei coetanei in questo periodo. Date le mie relative fortune e i miei impegni quotidiani, il rapporto che ho con le piattaforme social non ne ha risentito in maniera decisiva come è accaduto invece alla maggior parte delle persone secondo una recente indagine riportata nell'articolo della redazione di Impactscool Magazine: La quarantena sta modificando molte delle nostre abitudini, fra queste anche il rapporto che abbiamo con i social network. In questi giorni di isolamento sociale forzato stiamo riscoprendo il valore delle parole, dello Stare assieme e dei nostri affetti. Nella sfortuna però siamo stati fortunati perché questo è sia il periodo del nuovo coronavirus ma anche l'epoca dei social network. Si dice siano divisivi e polarizzanti eppure si stanno dimostrando uno strumento fondamentale per mantenere vivi i rapporti sociali a distanza. La conferma arriva da un sondaggio svolto da Toluna, agenzia di digital market research, che ha intervistato 1000 persone per indagare il rapporto con le principali piattaforme social durante l'emergenza sanitaria. Il primo dato emerso dalla survey è chiaro, la routine degli italiani in quarantena ha visto un forte incremento dell'uso dei social: oltre il 70% degli intervistati, indipendentemente dall'età, dichiara infatti una maggiore connessione alle piattaforme social tra le quali primeggia indiscussa Facebook che ottiene il 50% delle preferenze, in particolare per chi ha più di 24 anni, la generazione Y invece, i giovanissimi, prediligono Instagram e Youtube, quest'ultima piattaforma vista come punto di riferimento per quanto riguarda la cultura, lo sport e la formazione. Nonostante non rientri nella percentuale che ha registrato un incremento nell'utilizzo, mi ritrovo tuttavia ben rappresentato nella categoria di utilizzatori. Le piattaforme che utilizzo di più in effettisono YouTube, che occupa la maggior parte del tempo in cui sono connesso alla rete, e Instagram come social network che con il passare del tempo ha soppiantato la predilezione che prima riservavo verso Facebook, anche se l'utilizzo che ne faccio non è molto social. Riguardo a questo infatti io ho sempre utilizzato questo tipo di social per le loro funzioni assimilabili ai blog e alle community online che una volta erano presenti nei forum. Per questo tipo di utilizzo in effetti continuo ad utilizzare Facebook, ma il tempo che dedico a questo tipo di attività è limitato. Nei momenti di noia trovo che Instagram sia un passatempo migliore, se non altro per il fatto che la maggior parte dei miei coetanei sono presenti, ma soprattutto attivi, quasi esclusivamente su questa piattaforma. Inoltre a livello di intrattenimento leggero e divertente lo scambio e la condivisione di meme con gli amici su Instagram la rende complessivamente più interattiva come esperienza. Dei social network se ne dicono di tutti i colori e diversi studi hanno evidenziato come per la propria natura tendono a formare divisione e a polarizzare le posizioni. Eppure, in questo periodo particolare ne stiamo riscoprendo la natura originaria, quella di metterci in contatto con i nostri affetti. La pensa in questo modo, infatti, il 50% degli intervistati, che proprio in Facebook, Instagram e negli altri social ha riscoperto un modo per rispondere a una necessità mai così forte ed indispensabile come ora. Evidenza confermata anche da oltre 7 social user su 10 che dichiarano di utilizzarli proprio per comunicare con famiglia e amici. Un importante ritorno alle origini per i social è evidente soprattutto negli adulti: il 70% degli over 24 avendoli conosciuti e vissuti da sempre come strumento per entrare in contatto con persone lontane, ne apprezza ulteriormente tale virtù, mentre i più giovani ne prediligono l'aspetto ludico. Lo sfortunato primato italiano nella diffusione del virus ci ha stimolato a individuare per primi le nostre soluzioni. Abbiamo assistito alla nascita dell'aperitivo via canali social, ad applausi coordinati in tutta Italia, a maratone live, a lauree in streaming, a karaoke e feste di compleanno via app. Idee che ora vediamo adottate da altri paesi, che ci seguono nel percorso di diffusione. Una esperienza molto piacevole ed originale che ho sperimentato insieme ad altri amici è stata una serata giochi organizzata in videochiamata. Abbiamo anche trovato un modo di raccontare ai nostri amici all’estero quali siano i pregiudizi su questo virus e come cambino in pochissimi giorni, quando veniamo a contatto diretto con le conseguenze del contagio. Questo momento storico ha preparato il terreno per una reazione da parte dell'intera industry. In pochissimi giorni, lo scenario si è ribaltato. Dal 2016 abbiamo visto aumentare ogni giorno storie legata all'impatto potenzialmente negativo dei social media sulla socialità. Invece, da pochi giorni, le piattaforme che usiamo come strumento principale per connetterci con le persone e i nostri interessi, si sono mostrate fedeli alla loro promessa iniziale. Hanno aiutato le community a strutturarsi e permesso un accesso democratico all'informazione. Questo sarebbe del tutto inutile senza un terzo, fondamentale gesto: si sono impegnate a filtrare la parte nociva dell'informazione. Ho sempre sostenuto in tutte le discussioni che ho avuto in questi ultimi anni che, a dispetto di quello che ci possa essere di marcio dentro questo tipo di piattaforme, il vero problema sta negli utilizzatori non nel social network di per sé. Le piattaforme hanno attraversato anni di successi, errori, scoperte e incomprensioni. Le principali aziende della Silicon Valley hanno reso più maturi i propri algoritmi, hanno assunto migliaia di moderatori, hanno imparato a collaborare con istituzioni e giornalisti. Il risultato? Le piattaforme sono diventate affidabili nell'affrontare la crisi del Coronavirus. In alcuni casi, più di alcune istituzioni. Certo, per la struttura di queste piattaforme, a volte rimane ancora impossibile controllare la qualità delle informazioni e in alcuni casi si diffondono contenuti problematici, anche a causa della mancanza di visibilità su ciò che è criptato. Tuttavia, in concreto, abbiamo visto Facebook e Instagram garantire credito illimitato in advertising alla World Health Organization per informare sul virus, consentire l'accesso a dati in forma anonimizzata, limitare la diffusione di disinformazione, connettere le persone con fonti credibili, offrire supporto ai govemi e ai leader di aziende e community, sospendere tattiche di advertising che sfruttano la situazione (ad esempio per vendere maschere sanitarie a prezzi gonfiati). Twitter ha invitato le persone a informarsi da fonti credibili. YouTube indirizza le persone a fonti WHO ufficiali, sponsorizza WHO in abbinamento a tutti i contenuti video che parlano di Coronavirus, toglie visibilità ai video che diffondono disinformazione e consente ai creator di parlare del Coronavirus e monetizzare i video di qualità. Anche Google e Microsoft hanno partecipato agli interventi mettendo a disposizione gratuitamente i propri strumenti professionali di streaming. Molti altri hanno contribuito a questi cambiamenti. Queste piattaforme, rivali storici, si sono alleate per rispondere insieme a questa crisi, aiutando milioni di persone a connettersi e a combattere la disinformazione, lavorando con governi e istituzioni. Reagendo a questa situazione, hanno dimostrato un senso di responsabilità che non avevamo ancora visto e che farà del bene alla nostra relazione con gli strumenti social che rappresentano. È assurdo provare ad immaginare come sarebbe stato orribile questo momento se non avessimo avuto tutti questi strumenti per poterci informare e rimanere in contatto e vederci, seppure a distanza. Senza dimenticare lo sconfinato orizzonte di intrattenimento per potersi svagare e trascorrere il tempo con più leggerezza. Quali sono le implicazioni per i brand? In un momento come questo, è importante che i brand siano a fianco delle persone, senza approfittare della situazione, ma mettendo invece a disposizione il proprio contributo. Per le marche si tratta, innanzitutto, di esserci, dove possono essere utili: per rassicurare e aiutare, adattandosi velocemente alle situazioni. Tra le tante azioni, interessante la campagna di Lush, nel periodo precedente alla chiusura degli esercizi: ha messo a disposizione i propri prodotti alle persone perché potessero lavarsi le mani, limitando il rischio di contagio. È il momento ideale per rendere “reale” il purpose dei brand, se questo è compatibile con il supporto alla gestione della crisi. Sono molti gli esempi delle piattaforme, che gratuitamente connettono le persone con WHO. Un ultimo spunto: oggi più che mai, le marche possono sfruttare una delle proprie caratteristiche fondamentali, aiutando le persone a riunirsi (anche se virtualmente) e a stare insieme (anche se virtualmente). Google, ad esempio decide di mettere a disposizione gratuitamente i propri strumenti avanzati di conferencing, supporti fondamentali in questo momento storico. Credo che un momento come questo sia cruciale per qualsiasi azienda che punti fortemente sulla comunicazione per costituire il proprio brand, l'engagement con i clienti e/o user e il senso di appartenenza. Penso anche che chiunque abbia una voce potente e un bacino di utenza ampio debba essere socialmente responsabile nel lanciare i giusti messaggi e nel condividere qualcosa con la community che ti ha sempre supportato. lo sono un grande appassionato di basket, in particolar modo di quello giocato nella lega statunitense NBA, dei suoi personaggi e delle sue storie. In questi ultimi giorni ha riscontrato grande successo e visibilità la serie- documentario “The last dance” prodotto da ESPN, che parla dell'ultima stagione ai Chicago Bulls di Michael Jordan. Questo mi ha fatto ripensare ad una delle frasi più famose a lui attribuite. Durante una conferenza stampa pre-partita un giornalista gli chiese di esporsi su un dibattito a sfondo politico di attualità all'epoca, in pratica gli chiese di schierarsi. La risposta beffarda di Jordan fu: “Anche i Repubblicani comprano le scarpe da basket". Chi conosce le dinamiche dello sport professionistico ad alti livelli, in particolar modo per personaggi con la visibilità e la popolarità di Michael Jordan, sa bene quanto un certo tipo di comunicazione possa smuovere a livello economico. Basti pensare che il brand Jordan all'epoca era valutato maggiormente di quello dell'intera NBA, la lega professionistica in cui egli stesso giocava. Una risposta di questo tipo oggi sarebbe inaccettabile. E lo sanno bene atleti come LeBron James che oggi è il corrispettivo di quello che era Jordan all'epoca. Nonostante il giro d'affari e di interessi attorno a superstar di questo calibro sia addirittura superiore, il senso di responsabilità sociale e culturale oggi è messo allo stesso piano degli interessi economici, tanto da far schierare apertamente James a favore della campagna alle presidenziali di Hillary Clinton o in difesa dei diritti della comunità afro-americana. Allo stesso modo oggi chi ha la possibilità di far sentire la propria voce ha il dovere di farlo, ovviamente veicolando informazioni corrette e verificabili. Siamo sinceri, uno degli stravolgimenti più grandi che questa clausura forzata ha portato riguarda la sfera amorosa/sentimentale. Anche qui mi ritengo nuovamente privilegiato perché per fortuna, poco prima del lockdown definitivo, la mia fidanzata sapendo che il centro estetico dove lavora sarebbe rimasto chiuso è riuscita a trasferirsi nel mio appartamento per non dover trascorrere questo periodo da separati, come purtroppo è capitato ad altre coppie di nostri amici. Ritengo molto curioso l'articolo di Alessandra Tiritiello di WeAreSocial.com al riguardo: Durante una pandemia le cose cambiano rapidamente, il Coronavirus ha avuto un impatto sulla nostra vita quotidiana, soprattutto se si parla di relazioni sociali. Sembra quasi impossibile credere che ci sia stato un tempo in cui ci si incontrava con gli amici... e anche con qualche sconosciuto incrociato su Tinder. Anche se sembra una vita fa, sono passate solo poche settimane da quando l'indagine ©OKCupid ha rilevato che l'88% delle persone in tutto il mondo continua ad avere relazioni interpersonali come al solito nonostante la diffusione di COVID-19. Ma ora che la situazione si è fatta decisamente più seria, anche il comportamento delle persone è cambiato: gli utenti si rivolgono ai social media e alle app di dating per parlare della nuova realtà con un approccio totalmente digitale. Viste le circostanze che la quarantena impone, saremmo tutti portati a pensare che le app di dating stiano passando un brutto periodo. Tinder, per citare la principale app di incontri, non se la passa male: secondo le ultime rilevazioni, lo scorso gennaio è stato il secondo miglior mese nella storia di Tinder in Italia. Contando anche febbraio, l'app è stata scaricata 229 mila volte, con un +46% di incremento anno su anno. Anche il fatturato è cresciuto del 14,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. Di pari passo stiamo assistendo a un cambiamento di abitudini e comportamenti, sempre più alternativi, nati dalla situazione (come si suol dire “di necessità virtù”). lo penso che a volte queste app vengano utilizzate anche come diversivo per la noia, in certi contesti. Ho diversi ricordi di aver utilizzato Tinder in compagnia di amici più per gioco che per reale interesse, un modo come un altro per guardarsi intorno e magari commentare la “fauna” che popola questo tipo di piattaforme. Piattaforme come OkZoomer, specifico per la Gen-Z, hanno guadagnato popolarità in risposta alla vita in quarantena e all'esplosione dell'interazione sociale all'interno di strumenti Mi chiedo comunque se questa nuova abitudine morirà lentamente quando tutto questo sarà finito o se, ora che finalmente abbiamo tutti imparato a padroneggiare questo mezzo, conserveremo questo tipo di comunicazione. Passando in rassegna le novità proposte dalle varie app di dating scopriamo che più o meno tutte si stanno muovendo nella stessa direzione, ovvero offrire un'alternativa per temporeggiare: e Tinder l'abbiamo già citata per aver reso disponibile la funzione Passport (connessioni illimitate senza limiti di distanza fisica) per incoraggiare connessioni romantiche globali e anche Once con la sua versione di video chat istantanea; e Matchhalanciato la "Linea diretta per incontri a distanza", un servizio gratuito in cui i daters possono chattare live gratuitamente con un esperto sulle loro preoccupazioni e ansie da appuntamenti digitali; e Hinge ha adottato un approccio leggermente diverso introducendo la funzione “Date From Home” che consente agli utenti di rivelare quando si sentono pronti alla videochat, eliminando di fatto l'imbarazzo di doversi dichiarare pronti a passare allo Step successivo. L'introduzione di questa funzionalità è frutto di uno studio interno condotto sugli utenti dell'app che ha rivelato che un terzo di questi pensa che la fase più imbarazzante del dating online consiste nel proporre una data per l'appuntamento. Nel complesso, le app di dating stanno adottando un approccio abbastanza conservativo, le reali opportunità risiederanno probabilmente in territori inesplorati del mondo post-COVID. L'assioma “l'intraprendenza umana non conosce limiti" si sta rivelando particolarmente vero durante questo periodo di difficoltà. A Brooklyn, il fotografo freelance e influencer Jeremy Cohen ha documentato il suo corteggiamento della dirimpettaia Tori Cignarella. Usando una combinazione di consegne di droni, bolla anti-contaminazione e cene in videochat, Jeremy e Tori hanno trovato il modo di vivere le prime fasi del corteggiamento, il tutto ovviamente documentato su Instagram. Ma anche in Italia abbiamo i nostri Romeo e Giulietta: si tratta di Paola e Michele che, neanche a dirlo, sono residenti a Verona. In questo caso possiamo dire che “galeotta fu l'ora d'aria delle 18 in balcone”; il loro amore è nato durante uno dei tanti flashmob delle 18 grazie alla sorella di Paola, violinista, che intonando We are the champions dei Queen ha attirato l'attenzione di Michele (il dirimpettaio). Una ricerca veloce su Instagram, qualche amico in comune ed è subito scattato il “carteggio virtuale” di dichiarazioni d'amore, fino allo Striscione che Michele ha dedicato a Paola sulle note di Un giorno migliore dei Lunapop. Ora i due, tutti i giorni puntuali alle 18, allietano il quartiere a suon di canzoni d'amore. = MENU | Q CERCA la Repubblica R# | Rep: | assonan acceDi @ Coronavirus. [DA e Paola e Michele, a i n Verona la storia si È ripete E Ì Quell’amore nato parlandosi dal balcone. Ora aspettano la fine dei divieti per incontrarsi La stori: mente unica nel suo genere, è finita anche sul Times. RITA g|>1= Paola Agnelli and Michele D'Alpaos have fallen in love after seeing each other on their balconies from across the street Love in the time of corona: Romeo meets Juliet on balconies of Verona Tom Kington, Rome Tuesday April 07 2020, 12.01am BST, The Times Lasciando da parte il romanticismo, da sempre Twitter è fonte di grande umorismo e anche in una situazione di emergenza globale ha concesso spazio per un po’ di sfogo emotivo, spesso autoironico e un po’ cinico, dove i meme rompono la desolazione della situazione attuale. Sapete se @Tinder prevede rimborsi per le zone colpite dal #coronavirus ?#coronavirusitalia#COVID19italia 1 2:51 - 5 mar 2020 E anche durante la quarantena l'attività cardio consiste nel correre a togliere il match su tinder agli swipe a destra messi per sbaglio. 4 21:51 - 26 mar 2020 O Ho finito Tinder, quando esce la seconda stagione? There's no one around you. Expand your Discovery settings to see more people. 24 19:55 - 28 mar 2020 O Una volta che le cose inizieranno a tornare alla normalità, le esitazioni sull'incontrare fisicamente nuove persone probabilmente rimarranno per qualche tempo. Potremmo anche trovarci davanti allo scenario in cui ci viene chiesto di partecipare a una videochat pre-appuntamento, giusto per alleviare le ansie, sondare il terreno e verificare che ne valga veramente la pena. Spero vivamente che questo non succeda e non lo ritengo nemmeno uno scenario molto verosimile. Sicuramente questa esperienza lascerà qualche ruggine nei rapporti futuri che avremo nei confronti delle altre persone. Immagino già che l'ansia per un possibile contagio persisterà ancora per molto tempo e questo influirà parecchio nel modo in cui ci relazioniamo con gli altri a cominciare dalla condivisione di spazi comuni o alle distanze di sicurezza che cercheremo di mantenere.
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