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relazione tirocinio tfa primaria, Tesi di laurea di TFA Sostegno

tfa sostegno primaria bambina con sindrome di down

Tipologia: Tesi di laurea

2019/2020

Caricato il 28/02/2020

danielaindy
danielaindy 🇮🇹

4.4

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Scarica relazione tirocinio tfa primaria e più Tesi di laurea in PDF di TFA Sostegno solo su Docsity! UNIVERSITÁ DEGLI STUDI INTERNAZIONALI DI ROMA CORSO DI SPECIALIZZAZIONE ALLE ATTIVITÁ DI SOSTEGNO RELAZIONE FINALE TIROCINIO DANIELA INDELICATO CSS PRIMARIA – UAF 11517 A.A. 2018/2019 1 Introduzione Questa relazione è la tappa finale di un percorso formativo presso l’Unint di Roma, ricco di esperienze interessanti e altamente qualificanti alle quali ho aderito e partecipato con entusiasmo, curiosità e trasporto, tanto che ne sono arrivata alla fine esausta! Spiegare perché ho scelto di frequentare questo master non è facile. Di sicuro alcune delle esperienze personali e professionali vissute nel corso della mia vita mi hanno indotta a fare questa scelta ben precisa. Devo dire che al di là della fatica e dell’arduo impegno che ha richiesto, questo corso mi ha consentito di specializzarmi nel saper individuare, recuperare e potenziare le abilità residue nei soggetti con disabilità. Per diventare insegnante di sostegno ed essere di supporto agli alunni portatori di handicap non si può prescindere da una profonda e specifica preparazione teorica e pratica, finalità precipua del corso di specializzazione per il sostegno che ho frequentato con passione. Questo lavoro si pone pertanto come analisi e sintesi delle attività svolte sia teoriche che di laboratorio, nonché di tirocinio diretto che è stata una parte integrante del corso stesso. Il tirocinio diretto, svolto per un totale di 150 ore, infatti, ha rappresentato un momento forte dell’esperienza formativa nel quale sono confluite le conoscenze e le competenze apprese, rielaborate consapevolmente e pronte per essere adoperate. Tali acquisizioni si sono sedimentate, nello specifico, sul mio substrato formativo pregresso e in modo graduale e guidato, in itinere, sotto la specifica forma di esperienza e di riflessione condivisa dirigendo la mia attenzione verso le dinamiche psicosociali afferenti alle problematiche dello sviluppo relazionale dell’essere umano; l’approfondimento e la cura di questi aspetti sono fondamentali nel rapporto con il disabile in crescita. Il tirocinio ha rappresentato un indice di valutazione delle competenze da me già acquisite e di quelle ancora da acquisire. L’osservazione sul campo mi ha consentito di ricevere numerosissimi input e spunti di riflessione tali da consolidare quello spirito autocritico che è senza dubbio uno dei principali obiettivi formativi di ogni scuola di specializzazione. Durante il tirocinio diretto, ho seguito un’alunna affetta da Sindrome di down e ipoacusia bilaterale medio grave. Con la tutor accogliente, incaricata di seguirmi in questa esperienza, si è subito creato un rapporto di fiducia e di comprensione che mi ha permesso di gestire il mio progetto di tirocinio in modo autonomo e al contempo guidato. La tutor, infatti, mi ha consentito di visionare i documenti necessari a svolgere il mio lavoro in modo efficace. La tutor coordinatrice mi ha affiancata durante tutto il lavoro di progettazione e stesura della relazione in maniera discreta, apportando informazioni dettate dalla propria esperienza, dando consigli utili, ma senza mai sostituirsi a me nel compito. Entrare in contatto con molti docenti diversi tra loro per approcci educativi e didattici, scelte metodologiche e creative mi ha permesso di conoscere un ventaglio di proposte da poter riutilizzare e rielaborare nel lavoro a scuola. 4 Il caso Francesca frequenta la classe 3ª della scuola primaria, è affetta da sindrome di Down ed ipoacusia neurosensoriale bilaterale di grado medio. Francesca ha un livello di sviluppo cognitivo operatorio concreto. Risulta buona la comprensione di messaggi chiari e semplici riferiti al suo campo esperienziale. I suoi tempi di attenzione e concentrazione sono molto brevi, infatti nello svolgimento delle attività didattiche ha sempre bisogno di sollecitazioni da parte dell’insegnante per recuperare l’attenzione adeguata allo svolgimento dell’attività didattica, talvolta mostra comportamenti oppositivi di fronte a tale sollecitazioni, anche attraverso aggressività nei confronti dei compagni che non reagiscono negativamente, ma cercano di calmarla. Francesca ha una buona autonomia, si muove con relativa sicurezza all’interno degli ambienti scolastici. E’ autonoma nell’utilizzo del materiale scolastico, ma non nello svolgimento delle attività didattiche, partecipa alle attività di classe, alla realizzazione di cartelloni, ad attività preparatorie legate alle principali festività del calendario, a giochi e attività motorie. Francesca è integrata positivamente nel gruppo classe, socializza con tutti i compagni e con tutti gli insegnanti, ed a volte cerca di superare la timidezza chiamando i compagni per nome. Quando mostra un atteggiamento positivo e affettuoso cerca il contatto fisico. Durante i momenti ricreativi sceglie una compagna a cui avvicinarsi, e, durante il lavoro d’aula spesso i compagni svolgono il ruolo di tutor e la sostengono verbalmente e fisicamente nelle attività didattiche. L’insegnante di sostegno personalizza l’intervento educativo didattico attraverso l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi nel rispetto dei tempi dell’alunna. Propone attività ludiche che creino situazioni di apprendimento e di condivisione delle esperienze, struttura setting differenti di apprendimento: individuali, in coppia e nel piccolo gruppo. Fondamentale mi è sembrato il coinvolgimento emotivo-affettivo-relazionale come supporto dell’azione educativa per stimolare la bambina e farle acquisire nuova autostima e fiducia nell’interazione tra pari. Il mio intervento Essendo fermamente convinta che la scuola, in quanto luogo di formazione ed educazione, ha il compito di stimolare e motivare gli allievi a produrre apprendimenti significativi che li porteranno ad utilizzare le strategie apprese in classe anche nella vita quotidiana, ho scelto di rivolgere l’attenzione dell’alunna sui meccanismi logici di sequenzialità, sfruttando ciò che per lei era fondamentale: seguire le attività svolte dai suoi pari. La tematica del mio progetto porta il titolo di “Conosciamo gli animali” Ho scelto questo argomento sia perché affascinava in particolar modo Francesca, attratta, come ho potuto notare fin da subito, dagli animali, sia perché faceva parte del percorso di apprendimento della classe in quel periodo didattico. I bisogni formativi da me individuati per Francesca sono stati: - Sviluppare la sequenzialità logica 5 - Conoscere gli animali - Migliorare le capacità di attenzione - Aumentare la motivazione - Migliorare le capacità di lettura e scrittura - Migliorare le capacità di comunicazione - Migliorare le capacità di motricità fine I traguardi per lo sviluppo di competenze Le competenze generali che ogni alunno deve raggiungere attengono alla conoscenza dei linguaggi e delle modalità di comunicazione, allo sviluppo di strategie utilizzabili nella vita quotidiana. Nella cultura odierna assume particolare importanza l’utilizzo delle nuove tecnologie, quindi ogni alunno ha il diritto, in base alle sue capacità, di averne una minima conoscenza. Inoltre è importante sviluppare nei bambini anche una competenza autovalutativa e metacognitiva, che permetta loro di raggiungere una consapevolezza del percorso svolto e del traguardo raggiunto. Obiettivo generale ü Conoscere il mondo animale attraverso il supporto di immagini, la narrazione di storie e l’utilizzo di prodotti multimediali. ü Potenziare le capacità di motricità fine dell’alunno attraverso la manipolazione di oggetti e materiale ludico. Obiettivi specifici Tenendo conto del Profilo dinamico funzionale dell’alunna, ho cercato di sviluppare degli obiettivi specifici che andassero a racchiudere un po’ tutte le aree in cui l’alunna mostrava più difficoltà, cercando di ottenere uno sviluppo, anche minimo, su ciascuno di esse. Area cognitiva comprendere la sequenzialità, prima e dopo, attraverso i numeri e le azioni Area linguistica: Comprensione Þ Ascoltare e comprendere messaggi verbali e semplici storie narrate dall’insegnante ProduzioneÞ Pronunciare i nomi degli 6 animali proposti dall’insegnante; usare il PC per scrivere i nomi che l’insegnante propone. Area motorio-prassico -Riuscire ad attaccare con precisione immagini all’interno di spazi delineati e chiusi; -Utilizzare le mani per colorare immagini; -Riuscire ad utilizzare oggetti tecnologici; -Manipolare oggetti facilmente modellabili. Area neuropsicologica -Mantenere costante l’attenzione mentre l’insegnante narra una storia in tempi non troppo lunghi; -Organizzare le sequenze secondo una logica temporale. Area dell’apprendimento -Ricopiare i nomi che l’insegnante mostra riuscendo a rispettare i trattini entro cui scrivere le lettere che lo compongono -Leggere i nomi da lei scritti Metodi e strategie utilizzate Francesca è una bambina molto vivace e propensa ad apprendere; tuttavia a volte si mostra non totalmente collaborativa e, se decide che l’attività non é di suo gradimento, si mostra poco motivata e non intenzionata a proseguire il lavoro 9 Dopo aver completato diverse pagine di album con le figurine e aver scattato delle foto ai lavori svolti, Francesca si è mostrata stanca (avevamo già fatto 30 minuti di attività) e quindi per un po’ di tempo ha seguito la lezione sugli animali insieme agli altri alunni, guardando dal libro del compagno. Durante l’ora di matematica ho chiesto a Francesca se “avesse mai toccato i numeri”; la bambina rimase, ovviamente, sorpresa dalla mia domanda; allora preso il pongo le ho proposto di costruire i numeri che conosceva insieme a me. Abbiamo costruito i numeri da uno a 10, ognuno con un colore differente, e così, come precedentemente spiegato, ad ogni numero Francesca ha fatto una foto. Dopo averli costruiti insieme li abbiamo mescolati; le ho chiesto a questo punto di rimetterli nella giusta posizione. Abbiamo ripetuto l’esercizio per quattro volte, la prima volta ha sbagliato, mettendo il 5 prima del 4, le restanti due volte ha svolto l’attività senza errori aumentando la velocità nell’ordinare i numeri. Seconda giornata di attività Þ “L’arcobaleno fra le mani!” Il secondo giorno ho proposto a Francesca di “sporcarci le mani”. Ho preso i colori a dito ed ho invitato la bambina a colorare di un colore diverso ogni dito della sua mano destra; ho preso diversi fogli dove vi erano disegnati animali da colorare dalle forme molto stilizzate e riconoscibili coincidenti con gli animali trattati nella lezione precedente. Abbiamo preso il primo foglio, un uccello, ed abbiamo colorato insieme l’animale utilizzando diversi colori e facendo ben attenzione al bordo. È stato fin da subito evidente quanto Francesca fosse migliorata nel colorare e ciò si poteva associare al suo aumento di attenzione, perché più colorava più stava attenta ai particolari del disegno e cercava di fare più sfumature con i colori che aveva nelle dita. Dopo questa prima fase ho dettato all’alunna i nomi degli animali, facendo attenzione a pronunciare chiaramente lettera per lettera e aiutandola, laddove avesse mostrato lacune incertezze, ripetendo più volte ogni lettera e smorzando gli errori. Dopo aver scritto i nomi utilizzando carta e penna, ho preso il PC e come “premio” le ho chiesto di scrivere i nomi utilizzando il PC con il duplice obiettivo di motivarla all’attenzione e di scrivere. La seconda fase della giornata è proseguita con il completamento dell’album delle figurine, strumento che ci ha accompagnato in tutte le attività che abbiamo svolto insieme alle foto di cui ho precedentemente parlato. Francesca ha mostrato un miglioramento nel saper attaccare le figurine entro gli spazi da me delineati, anche perché avendo capito adesso bene ciò che doveva fare e avendolo già sperimentato il giorno prima, si sentiva più sicura nel compiere l’azione. Terza attività Þ “Hai mai visto un gatto con le scarpe?” Alla domanda Francesca ha risposto e di no e a quel punto ho preso il libro dove era narrata la favola e le ho mostrato le immagini della storia narrandole le parti principali. La bambina riusciva a stare attenta anche perché aveva un riscontro visivo per osservare ciò che le stavo narrando, ma leggere tutta la favola avrebbe richiesto troppa attenzione compromettendo lo svolgimento delle attività seguenti. Dopo ho preso le sei sequenze principali della favola da mettere in ordine. Ho detto 10 a Francesca che avrebbe avuto la possibilità di aggiustare in caso di errore o incertezza senza; di fronte all’errore la invitavo a riflettere mediante domande- guida. Dopo aver messo in ordine le sequenze le ha colorate usando i colori a matita e i pennarelli. Francesca ha colorato un paio di sequenze ma poi ha mostrato segni di stanchezza che mi hanno indotto a cambiare attività. Cosi con il mio aiuto Francesca ha raccontato in brevi sequenze la storia del “gatto con gli stivali” alla classe. La bambina si è mostrata serena e contenta di aver condotto la lettura alla classe perché si è sentita ascoltata da tutti e per la prima volta ha assunto il ruolo di guida. Insieme poi abbiamo riletto le parole più “difficili” del testo per rileggerle e abbiamo sistemato le sequenze utilizzando i numeri che avevamo precedentemente costruito con il pongo; in tal mondo la bambina ha potuto associare ogni numero con la giusta sequenza ripetendo ad alta voce “Prima viene questa …dopo viene questa”. Dopo aver terminato questa attività ho dato a Francesca il suo piccolo album con le figurine da completare e in modo ormai indipendente ed autonomo ha svolto la sua attività conclusiva con album e foto. Quarta giornata di attività Þ “Si salveranno i tre fratellini?” Quando sono entrata in classe ho chiesto a Francesca di prendere la carpetta dove avevamo messo tutto il materiale che abbiamo usato nelle lezioni precedenti per responsabilizzarla e renderla via via sempre più autonoma. Il primo obiettivo della giornata era quello di recuperare le conoscenze precedentemente acquisite ripetendo l’ordine delle sequenze della favola “Il gatto con gli stivali”. L’alunna con il mio aiuto le ha ordinate mostrando solo qualche difficoltà nel ricordare con esattezza tutto l’ordine logico-cronologico del racconto. Successivamente, utilizzando il computer ho proposto a Francesca l’ascolto della canzone dei tre porcellini impegnati nella costruzione delle loro abitazioni. Ho preso nuovamente il libro di favole e raccontato la storia a Francesca. L’alunna non sembrava conoscere la storia nè la canzone ma si è mostrata molto contenta di mettere le cuffie per l’ascolto. Anche questa volta ho costruito delle sequenze da riordinare e questa stavolta Francesca ha dimostrato più autonomia e sicurezza. Dopo averle messe in successione le ha colorate, mantenendo l’attenzione più a lungo rispetto alla lezione precedente. Poi ho chiesto agli altri bambini di ascoltare Francesca mentre narrava la storia; la sua performance si è conclusa con una applauso finale da parte dei coetanee delle maestre. La bambina ha mostrato maggiore sicurezza nel narrare e, cosa per me inaspettata, una ricerca di precisione nel pronunciare le parole difficili al fine di dirle in modo corretto. Nella successiva fase ho preso le sequenze di entrambe le favole e le ho mescolate per indurre Francesca a riconoscerle, discriminarle e riordinarle. fra loro. L’alunna di fronte a qualche incertezza ha richiesto il mio aiuto e la mia approvazione, ma ha lavorato in modo costruttivo rimanendo concentrata a lungo. L’attività si è conclusa nel solito modo in qualità di rinforzo positivo. Quinta attività Þ “ Lasciami un tuo segno” Questa è l’ultima attività del percorso che ho svolto con Francesca. 11 Ho deciso per questa ultima giornata di svolgere un gioco/premio divertente per l’alunna. Questa volta abbiamo iniziato con l’album allo scopo di completarlo. Francesca ha attaccato tutte le figurine in modo completamente autonomo associando correttamente anche i nomi degli animali, poi lei cerca la pagina ed attacca la figura corrispondente al nome; nella lettura di ognuno di essi mostra ancora molta incertezza e necessita dello spelling prima di effettuare la lettura globale. Dopo aver completato tutto l’album di figurine le ho proposto di colorare nuovamente la farfalla, facendole vedere quella iniziale da lei colorata e chiedendole espressamente di porre più attenzione questa volta ai bordi che delimitano il disegno cercando di non oltrepassarlo. L’ultima fase è stata dedicata ad un gioco con il gruppo-classe. Ogni bambino ha scelto un colore a dita; gli alunni divisi in maniera casuale a coppie di due e ogni bambino hanno lasciato su una parte del corpo dell’altro bambino della coppia un segno che lo contraddistinguesse. Questa operazione è stata ripetuta creando tutte le coppie possibili, in modo che ogni alunno avesse sulla sua pelle “un segno, un saluto, un marchio” di tutti i compagni. A questo punto ho chiesto ai bambini di disporsi in cerchio ed ho chiesto loro di osservarsi ridendo hanno paragonato i compagni a dei “pellerossa”. A questo punto, con il beneplacito delle altre insegnanti, ho pensato di portare i bambini fuori in giardino e di far fare loro una piccola corsa liberatoria simulando gli indiani. L’attività è stata fatta prima della ricreazione, infatti i bambini, dopo essersi ripuliti per bene, hanno preso la loro merenda e fatto ricreazione in giardino. Alla fine ho dato in regalo l’album a Francesca come simbolo del legame tra noi e dell’attività in cui ha dato prova del suo impegno, della motivazione, della collaborazione dimostrate per tutte le ore del progetto. La valutazione Durante lo svolgimento delle attività ho osservato molto Francesca e preso atto dei progressi che faceva soprattutto sotto la sfera dell’attenzione e dell’impegno. Francesca infatti, nel ricolorare la farfalla nell’ultima fase ha utilizzato tutt’altra tecnica rispetto a ciò che aveva fatto all’inizio; infatti inizialmente non aveva prestato molta attenzione a svolgere il compito con esattezza; inizialmente attratta dai colori vivaci, aveva preso l’attività con l’impulsività di chi sta facendo qualcosa di nuovo. Nell’attività finale invece la bambina ha agito con più criterio e razionalità, cercando di portare a termine un buon lavoro. Per quanto concerne l’area della scrittura e della lettura, i miglioramenti sono stati minimi, in quanto Francesca ha moltissime difficoltà a leggere se non facendo lo spelling o dividendo in sillabe prima della lettura globale. Per la scrittura, invece, mostra difficoltà nelle parole nuove da scrivere sotto dettatura; invece maggiore sicurezza e correttezza in quelle già facenti parte del suo lessico; da consolidare pertanto è la letto-scrittura e l’utilizzo delle regole morfologiche, sintattiche e grammaticali che la regolano. La pronuncia di alcune parole è migliorata, sebbene ancora l’alunna cerchi di restituire il testo scritto compensando le difficoltà di lettura ricorrendo alle mani e ai gesti. Riflessione metacognitiva
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