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Riassunti Casi DAI (2024) - Blocco 1, Sintesi del corso di Diritto Amministrativo

Riassunti dei casi trattati a lezioni con integrazione degli istituti giuridici trattati. Sono un esempio delle risposte che il professore chiede per l'esonero o l'esame.

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

In vendita dal 02/07/2024

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Scarica Riassunti Casi DAI (2024) - Blocco 1 e più Sintesi del corso in PDF di Diritto Amministrativo solo su Docsity! CASO N.1 La tutela dell’ordine pubblico attraverso le misure di prevenzione: finalità e presupposti del provvedimento di D.A.SPO. Il caso si concentra sul provvedimento di D.A.SPO. emesso dal Questore di Torino contro un tifoso del Torino F.C., sig. A, accusato di partecipare a violenze in occasione di eventi sportivi. Sig. A è stato identificato come partecipante attivo in atti di violenza prima di una partita e durante il trasporto di tifosi. La base del provvedimento include la violazione delle norme dello stadio e la partecipazione a comportamenti violenti, giustificando così una misura preventiva per tutelare l'ordine pubblico. Il Tar Piemonte ha respinto il ricorso di annullamento presentato da sig. A, sostenendo che la documentazione esistente supportava la decisione di imporre il D.A.SPO. Sig. A ha poi fatto appello al CdS, che è stato anch'esso respinto, confermando la validità del provvedimento sulla base di una sufficiente preponderanza dell'evidenza che dimostrava il suo coinvolgimento nei disordini. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Funzioni d'ordine pubblico: La protezione della sicurezza pubblica è una delle funzioni primarie del diritto amministrativo. Questo caso mette in luce l'uso di misure di prevenzione per salvaguardare l'ordine pubblico durante eventi di massa come le manifestazioni sportive. 2. D.A.SPO. (Divieto di Accesso alle manifestazioni SPOrtive): Questo strumento è una misura preventiva non sanzionatoria, finalizzata a prevenire ulteriori violenze impedendo l'accesso ai luoghi delle manifestazioni a individui già coinvolti o potenzialmente pericolosi. 3. Standard probatorio nel diritto amministrativo della prevenzione: Diversamente dal diritto penale, non è necessaria la certezza oltre ogni ragionevole dubbio; piuttosto, è sufficiente la "preponderanza dell'evidenza" per giustificare l'adozione di misure preventive. 4. Principio di precauzione e anticipazione della prevenzione: Le autorità possono intervenire prima che il comportamento diventi una minaccia effettiva per la sicurezza, basandosi su comportamenti che indicano una probabile futura violenza. 5. Proporzionalità e necessità delle misure adottate: Le misure preventive devono bilanciare i diritti individuali con la necessità di proteggere la collettività, dimostrando che l'intervento è proporzionato al rischio rappresentato dalla persona. Questi principi riflettono un approccio preventivo alla gestione dell'ordine pubblico, privilegiando la sicurezza collettiva rispetto alla libertà individuale di accesso a eventi pubblici in specifiche circostanze giustificate da comportamenti pregressi che suggeriscono un rischio per la sicurezza pubblica. CASO N.2 È legittimo l’obbligo vaccinale imposto agli operatori sanitari? Nella Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia, un gruppo di medici, infermieri, e altri operatori sanitari non vaccinati ha impugnato davanti al TAR Friuli-Venezia Giulia i provvedimenti della A.S.L. che intimano la vaccinazione anti SARS-CoV-2, pena la sospensione dall’attività lavorativa. Il provvedimento è supportato dall'art. 4 del d.l. n. 44 del 2021, convertito in l. n. 76 del 2021, che impone l'obbligo vaccinale agli operatori sanitari per prevenire il rischio di diffusione del contagio. I ricorrenti sostengono violazioni costituzionali e della normativa europea relative al diritto all'integrità psicofisica, alla libera autodeterminazione e alla proporzionalità della misura. Il Consiglio di Stato ha respinto l'appello, confermando la legittimità dell'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Obbligo vaccinale e potere normativo: L’imposizione dell'obbligo vaccinale riflette il potere normativo dello Stato di introdurre misure sanitarie in risposta a emergenze pubbliche per tutelare la salute collettiva, evidenziando il principio di prevenzione in ambito sanitario. 2. Principio di proporzionalità: Il principio di proporzionalità è cruciale nel valutare la legittimità dell'obbligo vaccinale, bilanciando il diritto individuale alla salute e alla libertà personale contro il bisogno collettivo di protezione dalla malattia. 3. Autodeterminazione vs. interesse pubblico: La sentenza esplora il conflitto tra il diritto alla libera autodeterminazione, incluso il consenso informato, e gli obblighi derivanti dall'interesse pubblico a contenere una pandemia, sottolineando il ruolo dell'obbligo vaccinale come misura di salute pubblica nei confronti di specifiche categorie professionali ad alto rischio. 4. Principio di solidarietà sociale: Questo principio viene invocato per giustificare misure che proteggano i più vulnerabili nella società, inclusa la popolazione che gli operatori sanitari servono, mostrando come le responsabilità professionali possono estendersi a obblighi legali per proteggere la salute pubblica. 5. Doveri professionali degli operatori sanitari: La sentenza riconosce specifici doveri degli operatori sanitari non solo nel curare i pazienti ma nel non diventare veicoli di trasmissione di malattie infettive, integrando responsabilità professionale e obblighi legali nel contesto dell’emergenza sanitaria. 6. Garanzie procedurali e giurisdizionali: Il rispetto delle garanzie procedurali e del diritto di accesso alla giustizia viene garantito anche in contesti di applicazione di misure restrittive severe come la sospensione dal lavoro per mancata vaccinazione, evidenziando il bilanciamento tra esigenze di salute pubblica e diritti processuali individuali. Questi principi e istituti riflettono la complessa interazione tra diritti individuali e necessità collettive in tempi di crisi sanitaria, sottolineando il ruolo del diritto amministrativo nel mediare tali tensioni attraverso normative e decisioni giuridiche ponderate. CASO N.5 “Fuga dal regolamento”: il caso della riorganizzazione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica Il Consiglio di Stato ha esaminato il decreto-legge n. 173/2022 che ridefinisce le strutture ministeriali, in particolare il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. Il processo di riorganizzazione avviene tramite decreto del Presidente del Consiglio, piuttosto che con un decreto del Presidente della Repubblica, come tradizionalmente previsto dalla legge n. 400/1988. Questo metodo accelera e semplifica il processo ma elude l'iter ordinario, fenomeno noto come "fuga dal regolamento". Il Consiglio di Stato, nel suo parere, critica la mancanza di dettaglio nell’illustrazione delle modifiche organizzative e l'insufficiente valutazione degli impatti di tali riorganizzazioni, enfatizzando la necessità di rispettare i principi di razionalità, economicità ed efficienza dell’organizzazione amministrativa. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati: 1. Riserva di legge nell’organizzazione amministrativa: La Costituzione e la legge n. 400/1988 stabiliscono che l’organizzazione dei ministeri deve essere disciplinata da legge, assicurando il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. 2. Principio di legalità: Le modifiche alla struttura dei ministeri devono seguire i principi di legalità, necessità, proporzionalità e razionalità, come indicato nella legge generale sull'azione amministrativa e nel contesto delle norme costituzionali. 3. Fuga dal regolamento: Il fenomeno della "fuga dal regolamento" si verifica quando il potere esecutivo adotta atti atipici per evitare il più rigoroso processo di adozione dei regolamenti tramite decreto presidenziale, scegliendo vie più rapide e meno scrutinabili, come il decreto del Presidente del Consiglio. 4. Separazione tra politica e amministrazione: L'organizzazione amministrativa deve garantire la distinzione tra le funzioni politiche e quelle amministrative, evitando sovrapposizioni e conflitti interni nell’esercizio delle attribuzioni. 5. Analisi di Impatto della Regolamentazione (AIR): L'AIR è un processo volto a valutare gli effetti di nuovi regolamenti, garantendo che le decisioni normative siano informate, trasparenti e riflettano un'analisi costi-benefici. Tuttavia, è spesso esclusa nelle riorganizzazioni ministeriali, cosa che il Consiglio di Stato critica per la mancanza di trasparenza e valutazione adeguata delle riforme organizzative. Questi principi e istituti riflettono la tensione tra la necessità di riforme amministrative rapide e l'importanza di garantire trasparenza, legalità e efficacia nell'organizzazione dello stato, temi centrali nella gestione pubblica moderna. CASO N.6 Gli incarichi pubblici dirigenziali e lo “spoil system” Il Consiglio di Stato ha trattato l'interpretazione dell'art. 19, comma 8 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, modificato dalla legge del 15 luglio 2022, n. 145. Questa norma stabilisce che gli incarichi dirigenziali apicali cessano novanta giorni dopo il voto di fiducia al Governo. Il Ministero dell’economia e delle finanze ha sollevato dubbi sull'obbligo o meno di attendere la fine dei novanta giorni per revocare un incarico e assegnarlo a un altro dirigente, questione centrale data l’interpretazione della nuova disposizione. Il Consiglio di Stato ha chiarito che la legittimazione dei dirigenti cessa con l'insediamento del nuovo governo, permettendo la revoca degli incarichi anche prima dei novanta giorni, sottolineando così il principio dello spoil system. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati: 1. Distinzione tra politica e amministrazione: Tale distinzione è cruciale per mantenere l'imparzialità dell'amministrazione pubblica, proteggendola da influenze politiche indebite, pur riconoscendo che esiste un naturale condizionamento politico negli orientamenti strategici dell'amministrazione. 2. Spoil system: Principio secondo cui è legittimo sostituire i dirigenti apicali all'insediamento di un nuovo governo, per assicurare coerenza e sinergia tra l'indirizzo politico e la gestione amministrativa. Il sistema prevede che gli incarichi dirigenziali di alto livello siano soggetti a revoca o conferma a seguito del cambio di governo, riflettendo la fiducia e l'armonia necessarie tra le figure apicali della dirigenza e l'organo politico. 3. Principio di legalità: Ogni azione dell'amministrazione deve conformarsi alla legge. La nomina e la revoca dei dirigenti, per quanto soggette a valutazioni discrezionali del potere politico, devono seguire i procedimenti e le condizioni stabilite dalla normativa vigente. 4. Principio di imparzialità e buon andamento: La pubblica amministrazione deve agire in modo oggettivo, efficiente e imparziale, senza subire influenze indebite da parte del potere politico. Questi principi sono salvaguardati anche attraverso il corretto conferimento e la gestione degli incarichi dirigenziali. 5. Coesione e coerenza amministrativa: L'integrazione e l'allineamento tra gli obiettivi politici del governo e l'esecuzione amministrativa sono essenziali per il buon funzionamento dello Stato. Questo obiettivo è sostenuto dalla possibilità di rinnovare o revocare gli incarichi dirigenziali in linea con la direzione politica del governo in carica. Questi principi e istituti riflettono l'importanza di mantenere un equilibrio tra il controllo politico necessario e l'indipendenza amministrativa per garantire un'amministrazione efficace e imparziale, aspetto centrale nella gestione del personale dirigenziale nel settore pubblico. CASO N.7 Via libero (definitivo) ai direttori stranieri nei musei La vicenda giuridica inizia con un bando del 7 maggio 2015 pubblicato dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) per la selezione pubblica internazionale di direttori di musei italiani, inclusi il Palazzo Ducale di Mantova e la Galleria Estense di Modena. La Sig.ra Paolozzi Maiorca Strozzi, esclusa dalla selezione, impugna il bando e i decreti di nomina per i direttori stranieri per illegittimità, ma il TAR Lazio nel 2017 accoglie solo parzialmente le sue censure. Il MiBACT e i direttori stranieri appellano e il Consiglio di Stato, nel febbraio 2018, accoglie l'appello del MiBACT riformando la sentenza di primo grado e confermando la legittimità delle nomine, ma rimette all'Adunanza Plenaria la questione sulla disapplicazione delle normative nazionali in contrasto con la libertà di circolazione dei lavoratori dell'UE. L'Adunanza Plenaria nel giugno 2018 stabilisce che le disposizioni nazionali che limitano la nomina di cittadini UE a cariche dirigenziali pubbliche sono in contrasto con il diritto dell'UE e non possono essere applicate. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati: 1. Libertà di circolazione dei lavoratori (Art. 45 TFUE): Questo principio fondamentale del diritto dell'Unione Europea implica l'abolizione di ogni discriminazione basata sulla nazionalità tra i lavoratori degli Stati membri per quanto riguarda l'impiego e altre condizioni di lavoro. 2. Principio di non discriminazione: Il caso evidenzia l'importanza del principio di non discriminazione che deve essere rispettato nelle procedure di selezione per incarichi pubblici, garantendo l'accesso equo agli impieghi pubblici ai cittadini di tutti gli Stati membri dell'UE. 3. Principio di primazia del diritto dell'Unione Europea: L'Adunanza Plenaria ha confermato che in caso di conflitto tra le norme nazionali e quelle dell'Unione Europea, prevale il diritto dell'Unione. Le norme interne contrastanti con il diritto dell'UE devono essere disapplicate. 4. Esercizio dei pubblici poteri e interesse generale nazionale: Il caso solleva questioni sull'adeguatezza delle norme che riservano certe funzioni pubbliche ai soli cittadini nazionali, sottolineando la necessità di dimostrare che tali funzioni implicano direttamente l'esercizio dei pubblici poteri o la tutela dell'interesse nazionale. 5. Interpretazione conforme: L'interpretazione delle leggi nazionali deve essere effettuata, ove possibile, in modo da conformarsi al diritto dell'Unione Europea. Questo principio guida la risoluzione di conflitti normativi e promuove l'integrazione del diritto dell'UE nell'ordinamento giuridico degli Stati membri. Questi principi e istituti riflettono la complessa interazione tra il diritto nazionale e quello dell'Unione Europea, evidenziando la necessità di un equilibrio tra autonomia nazionale e obblighi derivanti dalla membership nell'UE, specialmente in contesti che coinvolgono diritti fondamentali come la libertà di circolazione e l'accesso al lavoro pubblico. CASO N.10 La nozione di organismo di diritto pubblico: il caso dell’Istituto per il Credito Sportivo Il caso riguarda l'Istituto per il Credito Sportivo (ICS), considerato ente di diritto pubblico e impegnato nel settore del credito sportivo e culturale. Dopo un ricorso presentato dalla BDO Italia S.p.A. contro l'aggiudicazione di una gara a PricewaterhouseCoopers S.p.A., il TAR Lazio ha ritenuto l'ICS non un organismo di diritto pubblico per il suo operato in ambito concorrenziale. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha rovesciato questa decisione, sostenendo la giurisdizione amministrativa e riconoscendo l'ICS come organismo di diritto pubblico. La Corte di Cassazione ha confermato questa visione, sottolineando la missione pubblica dell'ICS e la sua subordinazione a finalità non commerciali, oltre alla sua gestione e controllo da parte di enti statali. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Organismo di diritto pubblico: Il caso ruota intorno alla definizione e caratteristiche di un "organismo di diritto pubblico" secondo la normativa europea e italiana, enfatizzando i requisiti di istituzione per soddisfare bisogni di interesse generale non commerciali, personalità giuridica, e finanziamento o controllo maggioritario da parte dello Stato o altri enti pubblici. 2. Giurisdizione amministrativa: La qualificazione dell'ICS come organismo di diritto pubblico porta a confermare la giurisdizione amministrativa per le controversie relative, in particolare quelle legate ai contratti e appalti pubblici. 3. Effetto utile della normativa UE: La Cassazione ha adottato un approccio che assicura l'effetto utile delle direttive europee, garantendo che l'interpretazione delle norme interne sia allineata con quella europea per promuovere trasparenza e concorrenza. 4. Requisito teleologico: L'ICS, nonostante operi in un contesto di mercato e concorrenza, è ritenuto soddisfare un bisogno di interesse generale avente carattere non industriale o commerciale, essenziale per qualificarlo come organismo di diritto pubblico. 5. Principi di trasparenza e concorrenza: Il caso sottolinea l'importanza della trasparenza e della concorrenza nelle procedure di appalto pubblico, per prevenire preferenze nazionaliste e decisioni influenzate da considerazioni non economiche. 6. Personalità giuridica e controllo pubblico: L'ICS possiede personalità giuridica ed è soggetto al controllo pubblico sia nella gestione che nella composizione del suo consiglio di amministrazione, con una significativa influenza dello Stato e altre entità pubbliche. Questi principi e istituti delineano l'applicazione del diritto amministrativo nel contesto di entità che, pur operando in mercati competitivi, sono strettamente legate a finalità pubbliche e controllate da enti pubblici, necessitando di un'interpretazione conforme delle normative per garantire gli obiettivi di interesse generale. CASO N.11 Società e imprese pubbliche. Limiti alle partecipazioni societarie pubbliche e servizi di interesse economico generale Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 578 del 23 gennaio 2019, ha trattato la questione delle partecipazioni societarie pubbliche in Asco Holding S.p.A., una società di gestione della rete del gas metano, in processo di fusione con Asco TLC S.p.A., attiva nelle telecomunicazioni. Le delibere comunali di fusione, basate sull'art. 20 del D.lgs. n. 175 del 2016, miravano alla razionalizzazione delle partecipazioni societarie. Plavisgas S.r.l., socia di Asco Holding, ha impugnato tali delibere, argomentando che non erano funzionali alle finalità istituzionali dei Comuni e non permettevano un controllo adeguato sulle attività societarie, essendo le partecipazioni di natura minoritaria e frammentaria. Il T.A.R. ha accolto il ricorso, decisione poi confermata dal Consiglio di Stato, il quale ha sottolineato la necessità di strumenti che garantiscano un controllo efficace da parte dei Comuni sulle società partecipate. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Razionalizzazione delle partecipazioni societarie: Il caso si focalizza sulla normativa che regola la razionalizzazione delle partecipazioni societarie pubbliche, in particolare l'art. 20 del D.lgs. n. 175/2016, che impone alle amministrazioni pubbliche di predisporre piani di riassetto delle partecipazioni detenute. 2. Controllo pubblico su società partecipate: Viene esaminata la capacità degli enti pubblici di influenzare le decisioni delle società di cui detengono partecipazioni, sottolineando l'importanza di avere un controllo significativo per garantire che le attività delle società riflettano le finalità pubbliche. 3. Servizi di interesse generale: Il dibattito include anche la qualificazione delle attività svolte dalle società come servizi di interesse generale, un concetto chiave quando si valuta se le partecipazioni pubbliche in determinate società siano giustificate e funzionali agli obiettivi istituzionali degli enti pubblici. 4. Minoranza e frammentazione delle partecipazioni: Viene messo in discussione se la frammentazione e la minoranza delle partecipazioni possano effettivamente permettere un controllo adeguato sulle società partecipate, con implicazioni significative per la capacità degli enti pubblici di garantire la realizzazione delle loro finalità attraverso tali partecipazioni. 5. Limiti alla capacità delle amministrazioni di acquisire o mantenere partecipazioni: L'art. 4 del D.lgs. n. 175/2016 stabilisce limiti e condizioni sotto cui le amministrazioni pubbliche possono acquisire o mantenere partecipazioni in società, richiedendo che tali attività siano strettamente necessarie per il perseguimento delle loro finalità istituzionali. Questi principi e istituti sono essenziali per comprendere come il diritto amministrativo regoli la partecipazione delle amministrazioni pubbliche nel settore economico, in particolare nell'ambito delle società per azioni, e come queste partecipazioni debbano essere gestite in modo da rispettare e promuovere le finalità pubbliche. CASO N.12 Al confine tra amministrazione e politica – l’esercizio del potere statale di opposizione all’acquisto di Verisem Nel giugno 2021, il fondo di investimenti americano Paine Schwartz Partners annunciò la vendita del Gruppo Verisem, attivo nel settore agro-alimentare, alla società svizzera Syngenta, legata al gruppo ChemChina, di proprietà del governo cinese. Questa operazione suscitò opposizioni, tra cui quella di Coldiretti e interrogazioni alla Commissione europea. Il governo italiano esercitò il potere di veto previsto dal D.L. n. 21/2012 tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, bloccando l'acquisizione per prevenire il trasferimento di attivi strategici. La decisione, presa dal Consiglio dei Ministri, si discostava dalle proposte degli altri organi amministrativi coinvolti. Le società coinvolte nell'operazione impugnarono il veto, ma il T.A.R. Lazio rigettò tutte le censure, e il Consiglio di Stato confermò questa decisione, sottolineando la discrezionalità del governo nell'esercizio dei poteri speciali dello stato e la natura degli atti come "atti di alta amministrazione". Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Golden Power: Il caso analizza l'uso dei poteri speciali dello Stato per intervenire in operazioni che possono pregiudicare gli interessi nazionali, particolarmente in settori strategici. Questi poteri sono regolati dal D.L. 21/2012 e hanno subito evoluzioni per adeguarsi a censure europee e globali, come mostrato dall'introduzione del Regolamento (UE) 2019/452. 2. Discrezionalità dell'azione governativa: L'azione del governo, tramite il Consiglio dei Ministri, mostra una larga discrezionalità nel veto alle acquisizioni straniere in settori strategici, considerata necessaria per proteggere la sicurezza nazionale e altri interessi vitali. 3. Sindacabilità degli atti di alta amministrazione: Gli atti emessi nell'ambito dei poteri golden power sono classificati come "atti di alta amministrazione", che il giudice amministrativo può esaminare solo limitatamente, verificando la presenza di "manifesta illogicità". 4. Garanzie procedurali e motivazionali: Il procedimento per l'esercizio del golden power comporta un'istruttoria accurata, ma la decisione finale, pur dovendo essere motivata, non richiede una motivazione rafforzata anche se si discosta dalle proposte iniziali degli apparati amministrativi. 5. Interazione tra diritto nazionale e sovranazionale: Il caso illustra l'interazione tra le normative nazionali relative ai poteri speciali dello Stato e le regolamentazioni dell'Unione Europea, che mirano a equilibrare la protezione degli interessi nazionali con i principi del mercato unico europeo. 6. Ruolo del giudizio politico nel diritto amministrativo: La decisione finale nel caso esaminato riflette un chiaro esempio di come le valutazioni politico-strategiche influenzano le decisioni amministrative in contesti di rilevanza nazionale e internazionale, mostrando la sfumatura tra atti amministrativi e politici. Questi principi e istituti delineano il contesto in cui lo Stato può intervenire in operazioni di mercato per proteggere interessi strategici nazionali, evidenziando le tensioni tra sicurezza nazionale, libero mercato e integrazione europea. CASO N.15 La nuova acquisizione sanante, ovvero il provvedimento “riparatore” che piace alla Consulta Nel 2014, quattro giudici sollevano questioni di legittimità costituzionale riguardo l'articolo 42 bis del D.P.R. n. 327/2001, concernente l'espropriazione per pubblica utilità. Questa norma introduce il meccanismo di "acquisizione sanante" che permette all'amministrazione di acquisire beni occupati senza un valido titolo espropriativo, modificando il regime di occupazione illegittima precedentemente regolato dall'art. 43 del medesimo testo unico. La Corte Costituzionale, dopo aver valutato le questioni sollevate, dichiara la legittimità dell'articolo 42 bis, confermando la sua compatibilità con la Costituzione e con gli standard imposti dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo riguardo al rispetto dei beni. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati nel caso: 1. Principio di legalità: Il meccanismo di "acquisizione sanante" deve essere esercitato nel rispetto delle norme vigenti, garantendo la legalità delle azioni amministrative, anche quando si correggono situazioni precedentemente irregolari. 2. Principio di proporzionalità e ragionevolezza: La Corte valuta se la norma in esame assicura un equilibrio tra l'interesse pubblico e i diritti del privato, fondamentale nel contesto dell'espropriazione. 3. Giusto processo e tutela giurisdizionale: L'articolo 42 bis è esaminato anche per la sua capacità di garantire il diritto alla difesa e un giusto processo, come previsto dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. 4. Indennizzo e risarcimento: La norma regola l'indennizzo per il proprietario del bene espropriato, ponendo particolare attenzione alla corretta valutazione del danno e alla relativa compensazione, in linea con le disposizioni della CEDU riguardo alla protezione della proprietà privata. 5. Uguaglianza e non discriminazione: La normativa deve trattare tutti i cittadini in modo equo, senza concedere un trattamento privilegiato all'amministrazione pubblica rispetto agli altri soggetti del diritto. La decisione della Corte Costituzionale stabilisce un importante precedente nella gestione delle acquisizioni sananti, confermando l'adeguatezza del meccanismo introdotto e la sua coerenza con i principi di giustizia e legalità, rafforzando la tutela dei diritti dei privati nell'ambito delle espropriazioni per pubblica utilità. CASO N.16 La revoca dell’aggiudicazione di una gara pubblica e il margine di ripensamento dell’amministrazione Nel 2013, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari indisse una gara per la fornitura di materiale di consumo per apparecchiature ospedaliere, aggiudicata all’ATI Air Liquide-Vitalaire. Prima della stipula del contratto, l’Azienda revocò l’aggiudicazione e indisse una nuova gara. Air Liquide impugnò la decisione al TAR Puglia, che confermò la legittimità della revoca. Air Liquide appellò al Consiglio di Stato, sostenendo la revoca come illegittima e chiedendo risarcimento. Il Consiglio di Stato, riformando la sentenza del TAR, riconobbe la revoca come illegittima, annullò gli atti della nuova gara e ordinò il risarcimento di Air Liquide, stabilendo il reintegro dell'azienda nel contratto originariamente aggiudicato. Istituti e principi giuridici del diritto amministrativo evidenziati: 1. Autotutela amministrativa: La capacità dell’amministrazione di revocare i propri atti in presenza di nuovi motivi di pubblico interesse o cambiamenti non prevedibili al momento dell’adozione del provvedimento. 2. Principio di legalità: L’amministrazione deve agire entro i confini della legge, assicurando che ogni revoca sia giustificata da legittimi motivi di pubblico interesse e adeguatamente motivata. 3. Protezione del legittimo affidamento e della buona fede: Il legittimo affidamento degli operatori economici che partecipano a gare pubbliche deve essere tutelato, limitando la possibilità di revoca a situazioni eccezionali dove emerge una chiara necessità pubblica che sovrasta l'interesse privato. 4. Imparzialità e trasparenza: L’amministrazione deve assicurare procedure di gara trasparenti e imparziali, garantendo che le revocazioni non siano usate per alterare le condizioni di gara o per favorire altri concorrenti senza giustificati motivi di interesse pubblico. 5. Principio di proporzionalità: Le decisioni amministrative, comprese le revocazioni, devono bilanciare gli interessi pubblici contro i diritti e gli interessi privati coinvolti, evitando decisioni eccessive che potrebbero ledere i diritti degli individui o delle imprese. Questi principi rafforzano la giurisprudenza sulla necessità di un esame rigoroso e dettagliato quando l'amministrazione decide di revocare un'aggiudicazione di gara, specialmente dopo che un operatore economico ha legittimamente vinto una gara e si è affidato sull'outcome della stessa. Il rispetto di questi principi aiuta a mantenere la fiducia nel sistema di contratti pubblici e nella stabilità delle relazioni giuridico-commerciali con la pubblica amministrazione.
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